Riprendo
nuovamente il tema indicato dal titolo (vedi anche post n° 120) riportando
due citazioni, la prima del prof. Aldo Stella, la seconda del suo allievo Marco Cavaioni:
(1)- <<Parmenide usa l’espressione “essere” per
indicare la necessità di un fondamento che sia assoluto e, pertanto, emerga
oltre ogni vincolo. L’essere, infatti, non solo costituisce la ragione del non
essere del non-essere, ma, più radicalmente, del non essere della “relazione”
tra essere e non-essere. [...] L’essere, proprio perché in relazione solo a sé
stesso, a rigore non è in relazione affatto: se lo fosse, si dovrebbe ammettere
una differenza nell’essere, perché solo così vi sarebbero i due termini che
consentono di porre la relazione. Se non che, ciò che è differente dall’essere
è non-essere, così che ogni differenza, sia interna all’essere sia esterna ad
esso, non può non venire esclusa>>. – A. Stella, Riflessioni
teoretiche, Morlacchi, 2023, p. 398.
(2)-
Marco Cavaioni: <<Quanto osservato con rigorosa essenzialità da Stella è
nient'altro che ciò che impone di pensare l'assolutezza dell'essere. Dicano,
dunque, con onestà intellettuale i sedicenti "testimoni" della
"verità dell'essere" [Severino
e suoi estimatori] – per i quali l'essere è tale solo in relazione
oppositiva al nulla – che il loro "essere" non è e non può essere
assoluto, perché – di certo – non si può pretendere di avere un assoluto che
sia tale ma, nel contempo, anche in relazione (opposizione). Dopodiché, vedremo
se abbiano senso un essere ed una verità non assoluti>>.
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Giustamente, Marco Cavaioni ha sempre NEGATO che l’assoluto
parmenideo, al quale egli ed il prof. Stella si riferiscono, debba assoggettarsi al
principio di non-contraddizione (PdNC):
<<Sarebbe, in
effetti, contraddittorio estendere all'assoluto (al vero, al fondamento) il
pdnc>>.
Pertanto l’essere, come qui
sopra afferma Stella sulla scia di Parmenide, deve emergere <<oltre ogni vincolo>>, ed
il PdNC è precisamente IL vincolo
per eccellenza da oltrepassare.
Ciò è comprensibile giacché, in tal caso, l’assoluto sarebbe
non solo SUBORDINATO
al nomos del PdNC (e un assoluto subordinato, non è più
assoluto), ma altresì sarebbe DETERMINATO cioè, nuovamente, sarebbe non-assoluto in
quanto esso, dovendo ESCLUDERE
da sé ed in sé qualsivoglia DIFFERENZA/DISTINZIONE (quindi la
stessa molteplicità degli enti) in conformità ai dettami del PdNC, se la
ritroverebbe comunque in sé, contraddicendo perciò la propria pretesa semplicità
ed indifferenziazione.
Quindi, la domanda è:
riescono i suddetti filosofi nell’intento di mantenere
l’assoluto IMMUNE
o SVINCOLATO (Ab-soluto
= SCIOLTO-DA) dal PdNC?
Direi proprio di NO.
Qualora non vi riuscissero, la loro concezione di assoluto-indifferenziato
si rivelerebbe teoreticamente insostenibile.
E sono proprio le parole di Aldo Stella e di Marco Cavaioni a PRECLUDERE la
possibilità di ESCLUDERE l’assoluto parmenideo dal dominio del PdNC (e quindi della
molteplicità).
Infatti, nel brano (1), Stella afferma esplicitamente l’ESCLUSIONE
dall’essere di <<ogni differenza,
sia interna all’essere sia esterna ad esso>>, e tale ESCLUSIONE è
dettata proprio dal PdNC il quale ESCLUDE <<ogni differenza>> ( = ogni ente) dall’essere
parmenideo, per la ragione secondo la quale un qualsiasi ente, differendo da ogni altro,
funge da non-essere nei confronti del proprio altro (e viceversa), e
questo è contraddittorio _ dice il PdNC _ per cui va ESCLUSO _ conclude sempre
il PdNC _ che la differenza
(e quindi il molteplice) abiti nell’essere, il quale sarà perciò un essere semplice
ed indifferenziato.
Lo stesso dicasi per il brano (2) di Marco Cavaioni ove egli, in modo ANCOR PIÙ
ESPLICITO che in Stella, afferma che <<non si può pretendere di avere un
assoluto che sia tale MA, NEL CONTEMPO, anche in relazione (opposizione)>>
(maiuscoli tutti miei: RF), giacché <<NEL CONTEMPO>>
è la riaffermazione letterale della parola ἅμα del testo aristotelico, che significa: <<nel medesimo tempo>>.
Ritradotto nel nostro caso, abbiamo:
è impossibile che ciò-che-non-è-in-relazione ( = l’assoluto) sia
<<NEL CONTEMPO>> ( = ἅμα) anche in relazione!
Roberto Fiaschi
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