giovedì 22 maggio 2025

180)- LA DISTINZIONE (IN QUANTO TALE) È SOLO «PRESUPPOSTA»?

 

- O le differenze manifestate dal/nel mondo sono l’apparenza illusoria alle quali sottostà un assoluto MONISMO indifferenziato (concezione di Parmenide, a sx nella foto),

- oppure le differenze manifestate dal/nel mondo rinviano a (o sono espressione di) Dio che, in sé, MAI è privo di DISTINZIONI (concezione cristiana).

Il sostenitore della prima concezione, il filosofo Marco Cavaioni, ha scritto:

<<Bene, allora mi dirai dove si trova la fondazione (dimostrazione) incontrovertibile che i MOLTI "sono", ossia che l'essere è DISTINTO (anziché indistinto). Ovviamente, l'immediatezza fenomenologica non vale come dimostrazione>> (maiuscoli miei: RF) giacché, per lui, l’essere della DISTINZIONE (cioè la DISTINZIONE in quanto tale) è soltanto un presupposto, quindi è una non-verità cioè una ‘verità’ solo presupposta perciò soltanto creduta tale, insomma: essa sarebbe <<un "essere" solo preteso>> per cui _ sempre secondo Marco Cavaioni _, la distinzione-che-appare va dimostrata ricorrendo ad ALTRO rispetto all’<<immediatezza fenomenologica>>: si deve ricorrere al solo logos.

Tuttavia, cosa succede non appena tentiamo di avvalerci del solo logos al fine di dimostrare l’essere della distinzione?

Innanzitutto, poiché per Marco Cavaioni <<l'immediatezza fenomenologica non vale come dimostrazione>>, allora accade che egli abbia GIÀ DISTINTO tale immediatezza dal logos PRIMA ancora che esso dimostri l’essere della distinzione, cosicché chiedere la suddetta dimostrazione è come chiedere la dimostrazione che il logos sia distinto dall’<<immediatezza fenomenologica>>!

Avendola già distinta, egli dovrà ritenere REALE tale distinzione, anziché una semplice presupposizione, altrimenti sarebbe una semplice presupposizione anche la sua convinzione secondo la quale <<l'immediatezza fenomenologica non vale come dimostrazione>>!

Ciò perché la distinzione che si doveva dimostrare, presiede e dirige ‘a monte’ la stessa dimostrazione dell’essere della distinzione, REINTRODUCENDO (riconfermando come INNEGABILE) quella distinzione che Marco Cavaioni chiedeva di dimostrare unicamente mediante il logos!

Egli osserva, però, che tutto ciò non dimostra la non-presuppositività della distinzione, bensì che quest’ultima viene soltanto RESTITUITA come presupposizione iniziale e quindi come non-verità.

Ma, se fosse così, allora, come detto poc’anzi, verrebbe altresì RESTITUITO il carattere di presupposto/non-verità della sua stessa negazione che l’immediatezza fenomenologica possa valere <<come dimostrazione>> nonché della distinzione tra logos ed immediatezza fenomenologica!

Per cui il suo invito a dimostrare che la distinzione non sia una mera parvenza, si è rivelato essere un invito AUTO-CONTRADDITTORIO…  

 

Roberto Fiaschi

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