Premesso che diffido
dalle cosiddette ‘prove’ filosofiche dell’esistenza di Dio, tuttavia mi preme
riportare la critica che il filosofo Marco Cavaioni, allievo di Giovanni
Romano Bacchin, rivolge alla dimostrazione tomista di Dio a partire dalla
positività (o dalla posizione) del mondo:
<<ogni dimostrazione cosmologica (a
posteriori) dell'esistenza di Dio – ma sarebbe più corretto dire: di Dio
come esistere necessario – è una dimostrazione contraddittoria, perché muove da
(poggia su) ciò che è fondato da Dio, cioè appunto muove da quel mondo
(fatto, esserci) che in sé è nullo, perché il "CONDIZIONATO" (l'ORIGINATO)
in sé è contraddittorio, NON HA ALCUNA SUSSISTENZA AUTONOMA.
Pertanto,
l'unico senso in cui esso [il
mondo] proverebbe
l'esistenza di Dio è il suo [del
mondo, del condizionato] TOGLIERSI
– e non il suo PORSI, come asseriscono i fantasiosi tomisti – in Dio.
Cioè la restituzione che solo Dio è>>. (Maiuscoli
e parentesi quadre miei: RF).
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Al netto della questione se il mondo (gli enti) sia POSTO o TOLTO, in
questo post interessa soltanto mostrar come la critica di Marco Cavaioni contro la <<dimostrazione cosmologica (a posteriori) dell'esistenza di Dio>> da parte dei <<fantasiosi tomisti>>
gli si ritorca contro.
Infatti, ciò che ha scritto nel suo post, AUTO-CONTRADDICENDOSI, equivale
a:
“il mondo ( = gli enti), che è condizionato, che non ha alcuna sussistenza autonoma e che perciò dipende ( = è originato) da Dio (o dall’essere), NON può fungere da dimostrazione a
posteriori dell’esistenza di Dio”!
In pratica, Marco Cavaioni NEGA la <<dimostrazione cosmologica (a
posteriori) dell'esistenza di Dio>> proprio nel mentre che la RIAFFERMA!
E, a questo punto, poco o nulla importa che sia il TOGLIMENTO del mondo
piuttosto che la sua POSIZIONE a costituirsi come ciò che <<proverebbe l'esistenza di Dio>>:
in entrambi i casi il risultato è il medesimo, giacché egli, contro le proprie intenzioni, ha già comunque VALIDATO ciò che ha criticato, ossia la <<dimostrazione cosmologica (a posteriori)>> nel momento stesso in cui ha fornito la
ragione per la quale il mondo (posto o tolto che sia) NON può essere il
“trampolino di lancio” per tale dimostrazione.
Roberto Fiaschi
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