Per lo <<schiavo fedele e discreto>>, Geova <<ha un luogo di dimora>>;
(“Ausiliario per capire la Bibbia”, Watchtower Bible and Tract Society of Pennsylvania, New York, 1971 - ed. italiana 1981, p. 342) e (https://www.jw.org/it/cosa-dice-la-Bibbia/domande/dio-onnipresente/).
Infatti, secondo loro, <<la Bibbia non insegna che Dio è onnipresente, ovvero
presente in ogni luogo e in ogni cosa. Le visioni di Dio riportate nella Bibbia lo ritraggono sempre in un luogo ben definito>>, per cui <<Dio ha la sua “dimora” all’interno di questa sfera
spirituale, “nei cieli” (1 Re 8:30). A dimostrazione del fatto che in un certo
senso Dio vive in un luogo specifico, la Bibbia
menziona un’occasione in cui le creature spirituali “entrarono per porsi
dinanzi a Geova” (Giobbe 1:6)>> (ibidem).
In conseguenza di ciò, <<Prima di incominciare
a creare, Geova era completamente solo nello spazio universale>> (“Cose nelle
quali è impossibile che Dio menta”, Watchtower Bible and Tract Society of New
York, 1965, p. 119; “Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca”, p. 44;
“Qualificati per essere ministri”, Watchtower Bible and Tract Society of New
York Inc., p. 358).
Cosicché Geova
<<Quando era solo costituiva
l’universo>> (“Qualificati per essere ministri”, cit., p. 358).
Da ciò derivano però le seguenti imbarazzanti
concezioni geoviste:
innanzitutto lo <<schiavo fedele e discreto>>
non ha fatto bene i conti con la propria interpretazione, sostenendo cioè che Geova <<era
completamente solo
nello spazio universale>>; infatti, non era affatto
completamente solo, proprio perché egli era <<nello spazio>> in cui dimorava
e lo spazio è pur sempre ‘qualcosa’ di differente da ciò che vi ‘dimora’, in
questo caso Geova, che dimorava internamente ad esso, quindi in rapporto di alterità/dualità
con tale spazio.
Si obietterà che lo
<<spazio universale>> sia solo un’immagine per dire che
oltre a Dio non vi fosse null’altro, appunto perché egli <<Quando
era solo costituiva
l’universo>>.
Se così, Geova era sì
<<completamente solo>>, ma allora non era in alcun <<spazio
universale>> poiché era egli
stesso lo <<spazio universale>> _ cioè Geova
<<costituiva
l’universo>> _ prima che creasse per sé <<un luogo ben definito>>.
Circa il <<luogo specifico>> (nel quale <<Dio ha la sua “dimora” all’interno di questa sfera
spirituale>>) che Geova si sarebbe creato, nel 1928 J.F. Rutherford, secondo
presidente della Watchtower Society, tentò di identificarlo nelle Pleiadi:
<<la grandezza come dimensione di
altre stelle o pianeti diventa piccola cosa quando viene comparata
coll’importanza delle Pleiadi
perché in queste si trova il luogo dell’eterno trono
di Dio>> (“Riconciliazione”; Watchtower
Bible and Tract Society of New York, Inc., Brooklyn, New York, 1928, p. 14).
Con tale affermazione,
Rutherford avrebbe fatto la gioia degli attuali ufologi/bigliniani…
Ma, se <<il luogo dell’eterno trono di Dio>> fosse stato da Lui
creato, allora <<Prima di incominciare
a creare>>
egli non avrebbe affatto
dimorato in alcun luogo, per cui quale bisogno avrebbe avuto di crearsi una dimora nei “cieli”,
se dall’eternità era stato <<completamente solo>> cioè senza alcuna dimora?
Nel caso, invece, che quel luogo
vi fosse stato anch’esso da sempre, eterno come Dio, allora Geova non sarebbe
il solo ed unico eterno, come si
conviene solo a Dio, ma sarebbe eterno anche il luogo in cui egli dimora,
il che, oltre a puzzar di idolatria (= eternizzazione di un luogo
che per sua natura non è Dio), smentirebbe quell’altra convinzione dello
<<schiavo fedele e discreto>> secondo la
quale <<Prima
di incominciare a creare, Geova era completamente solo>> (con lui,
infatti, c’era almeno il suddetto luogo-spazio).
In realtà, la Bibbia non insegna affatto
che <<Dio
viv[a] in un luogo specifico>>,
circoscritto e
delimitato, da qualche parte,
giacché la sua ‘dimora’ (si fa per dire) è in tutto e ovunque:
Salmi 138:7-10:
<<[…] 7 Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua
presenza? 8 Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. 9 Se prendo le ali dell'aurora per abitare
all'estremità del mare, 10 anche
là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra>>;
1 Re 8:27: <<Ecco,
i cieli e i cieli de’ cieli non
ti posson contenere; quanto meno
questa casa che io ho costruita!>>;
Geremia 23:23-24:
<<Non riempio
io il cielo e la terra? dice l’Eterno>>;
Atti 17:28: <<Difatti,
in lui viviamo, ci
muoviamo, e siamo>>.
Pertanto, lo <<schiavo fedele e discreto>>
dispensa cibo avariato
ed indigesto, propone puerili interpretazioni senza il minimo sforzo
argomentativo, fondandosi su un letteralismo miope e retrivo, incapace, com’è,
di distinguere i generi letterari dai quali la Bibbia è composta.
Dio, l’infinito
per definizione, è stato ridotto dai TdG ad un ‘dio’ finito, limitato, un ‘omuncolo’
immortale e potentissimo, ma pur sempre collocato tra innumerevoli altri enti finiti,
sopravanzato persino dalla sua stessa ‘dimora’, proprio come una
qualsiasi casa sopravanza coloro che vi abitano…
Roberto Fiaschi
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