venerdì 21 aprile 2023

51)- LE «CINQUE ASSURDITÀ» DI GIORGIO CESARE ARMATO

Intendo, qui, commentare le cinque (presunte) <<assurdità>> stilate da Giorgio Cesare Armato nel suo libro:

<<Cinque assurdità sull’idea di Dio. Pamphlet antiteologico per creazionisti dogmatici>>.

Egli _ in una pagina di Facebook _, ci assicura che <<pur essendo di parte, i 30 min. di lettura [del suo libro] secondo me saranno sorprendenti ;-)>>.

Preciso di non aver letto il libro, bensì soltanto il riassunto delle cinque critiche sull’idea di Dio reperito nel WEB.

Effettivamente, quelle cinque <<assurdità>> sono effettivamente <<sorprendenti>>, ma più per la loro fragilità che per l’effettiva cogenza che pretendono di esprimere.

Ne riporto una per volta, facendola seguire dal mio commento:

<<Prima. Alla domanda perché esiste qualcosa anziché il nulla, il creazionista risponde: perché l’ha creato Dio. Ma è una risposta “inutile” in quanto sposta ulteriormente la domanda: “Perché esiste Dio?”>>.

A parte il termine generico <<creazionista>> al quale Giorgio Cesare Armato (senza precisare CHI, QUALE creazionista) mette in bocca una risposta così puerile, v’è da dire che il presupposto (acritico) da cui muove la sua osservazione circa l’inutilità della suddetta risposta perché essa sposterebbe <<ulteriormente la domanda: “Perché esiste Dio?”>>, consiste nel collocare Dio sullo stesso piano degli enti circa i quali sogliamo chiedere: <<perché esiste qualcosa anziché il nulla>>.

Infatti, di ogni <<qualcosa>> ( = degli enti) ci chiediamo perché esista in quanto non ha in la possibilità di darsi l’esistenza, ossia perché è contraddittoria l’esistenza di ciò che partecipa dell’esistenza, non potendosela dare da sé.

È per ciò che la domanda chiede la ragione dell’esistenza di qualcosa anziché del nulla, e sempre per tale motivo la sua ragione deve coincidere con ciò circa il quale NON sia più possibile chiedere: <<“Perché esiste Dio?”>>, giacché, se lo consentisse, allora anche Dio sarebbe un ente contingente, cosicché dovremmo nuovamente metterci alla ricerca di ciò la cui essenza coincida con l’esistenza o con l’essere e che blocchi il regresso infinito della suddetta domanda.

Detto questo a mo’ di generica premessa, non entro adesso nel dettaglio circa il perché Dio non possa essere questionato come si questionano gli enti con la domanda: <<perché esiste qualcosa anziché il nulla>>, giacché Giorgio Cesare Armato non lo ha messo a tema nella sua critica surriportata, anche se dovrebbe esser facile capirlo…

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<<Seconda. Affermare che il mondo esiste perché creato da Dio significa ritenere essenziale, irrinunciabile, “il concetto di creazione”. Ma allora perché abbandonarlo proprio nel caso di Dio? Insomma: “Chi ha creato il creatore?”>>.

La risposta a questa domanda discende dalle premesse mostrate poc’anzi. 

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<<Terza. Dio si sarebbe rivelato a un solo popolo (gli ebrei, dal cui alveo è nato il cristianesimo) o al massimo anche a un secondo (gli islamici). Ma perché questa scelta “elitaria” e, per giunta, limitata nel tempo (la rivelazione ebraico-cristiana e la rivelazione islamica si sono fermate con la morte dei rispettivi profeti)?>>.

Non vedo in che senso Giorgio Cesare Armato possa considerare questa osservazione come se fosse una (delle cinque) <<assurdità>>.

Infatti, in essa non vi nulla di assurdo nel senso di contraddittorio/impossibile, bensì viene espressa soltanto una sua perplessità, comprensibile, certo, ma niente affatto un’assurdità.

Comunque, la scelta del popolo ebraico NON è stata di certo una <<scelta “elitaria>>, al contrario: essi sono << un popolo dalla dura cervice>> (Esodo 32:9);

e:

<<Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, 8 ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri>> (Deuteronomio 7:7).

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<<Quarta (“l’assurdità delle assurdità, una meta-assurdità”). A chi chiede la ragione, il motivo, il senso dei dogmi, “preti e teologi” rispondono: “C’è ma non lo sai”. E - aggiungono – tu, essere umano, non lo saprai mai perché, anche se ci fosse comunicato miracolosamente dall’Alto, non saremmo in grado di capirlo>>. 

Anche qui, mi spiace, ma NON vi è alcuna <<“l’assurdità delle assurdità, una meta-assurdità”>>;

al massimo, può risultare insoddisfacente (che non significa: assurdo) la risposta che, a dire di Giorgio Cesare Armato, <<“preti e teologi”>> avrebbero dato <<A chi chiede la ragione, il motivo, il senso dei dogmi>>.

Notare come egli resti sul generico, scrivendo: <<“preti e teologi”>>.

Ma QUALI <<“preti e teologi”>>?

CHI?

Troppo facile mettere in bocca ad un troppo generico <<“preti e teologi”>> ciò che Giorgio Cesare Armato vorrebbe far loro dire!

Personalmente, non ho mai ascoltato né letto una simile risposta da parte di persone minimamente avvedute ed edotte in materia, seppur non escluda che qualcuno possa aver così malamente replicato.

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<<Quinta. Per i creazionisti il mondo ha una causa, Dio, che a sua volta non ha nessuna causa (è “causa di se stesso”). Ma, per riprendere d’Holbach, “chi ha detto che l’universo debba essere per forza un effetto e non già una causa esso stesso? E’ esattamente questa la posizione dei più importanti cosmologi e fisici contemporanei: non cercano e non necessitano di alcuna causa al di là dell’universo stesso”>>.

Questa osservazione si riallaccia alla prima.

Innanzitutto, Dio _ almeno nel Cristianesimo _ NON è ritenuto <<“causa di se stesso”>> (con l’eccezione del filosofo Luigi Pareyson e della sua Scuola), giacché l’esser causa di sé si palesa come una contraddizione.

Poi, per quanto concerne la domanda di d’Holbach, la quale tradisce una notevole ingenuità, si può dire che se l’universo fosse <<una causa esso stesso>> anziché essere <<un effetto>>, dovremmo attribuire all’universo la pienezza e l’assolutezza dell’essere, cosa che però non risulta affatto, se è vero come è vero che abbia avuto un’origine e che sia sottoposto al divenire, il che significa che l’universo NON può essersi dato da sé, NON può essere <<una causa esso stesso>> perché, ripeterei, esser causa di sé presupporrebbe già la propria esistenza che contraddittoriamente si causa da sé, causa sé stessa…      

Inoltre, Giorgio Cesare Armato precisa che <<E’ esattamente questa la posizione dei più importanti cosmologi e fisici contemporanei: non cercano e non necessitano di alcuna causa al di là dell’universo stesso”>>.

Tuttavia, i <<cosmologi e fisici contemporanei>>, ammesso che sia vero che <<non cercano e non necessitano di alcuna causa al di là dell’universo stesso”>>, sarà almeno vero che tale causa la ricerchino allINTERNO <<dell’universo stesso”>>.

Senonché, spostare il problema dell’origine dell’universo INTERNAMENTE ad esso, non evita il ripresentarsi dell’aporia secondo la quale una qualsiasi causa INTERNA all’universo non può essersi data l’esistenza da sé…

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Spunta una sesta <<assurdità>>, oltre le cinque annunciate nel titolo del libro, eccola:

<<Sesta“E’ assurdo che nonostante queste cinque assurdità si continui a parlare di un dio creatore”: “prendere alla leggera l’ipotesi che dio sia un’invenzione è imperdonabile e, da un certo punto di vista, immorale. Poiché su quest’ipotesi “ – più precisamente: sull’ipotesi alternativa che non sia un’invenzione – “si è costruito tantissimo, si sono investite ogni sorta di energie e risorse, sia materiali che spirituali, spesso a scapito di realtà ben più concrete e urgenti”>>.

Come visto, è emerso chiaramente come nessuna delle <<cinque assurdità>> si sia rivelata tale, essendo esse, piuttosto, cinque blande osservazioni con intento critico ma che in realtà hanno finito per mostrare tutta la loro disarmante ingenuità.

Pertanto, NON direi che <<“E’ assurdo che nonostante queste cinque assurdità si continui a parlare di un dio creatore”>>,

bensì:

è assurdo che queste cinque presunte assurdità pretendano seriamente di tacitare/censurare ogni riferimento al Dio creatore.

Certamente l’autore Giorgio Cesare Armato si è impegnato, ma temo che il risultato conseguito sia ben al di sotto del minimo auspicabile, mostrando soltanto quanto sia ben lontano dall’aver presentato ciò che egli ha sperato fossero <<cinque assurdità>>…


Roberto Fiaschi

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