Desidero
commentare soltanto la parte iniziale del seguente bel post di Giovanni Provvidenti:
<<Se
non ci fosse il nulla... nulla potrebbe esserci (un paradosso?), per cui il
nulla assoluto non può esistere: esso è pertanto anche il tutto. Riguardo alla
nascita dell'universo si può solo teorizzare. I credenti se ne vengono fuori
dalla matassa intricata adducendo che Dio ne è il creatore, ok, ma il Creatore
chi lo ha creato? I credenti dicono che Dio è nato causa sui, dunque
sarebbe l'increato per definizione, ok, ma stando a questo principio, perché
non dovrebbe esserlo l'universo? Ma più che pormi la domanda su come è nato
l'universo, mi porrei la domanda su come possa essere nato il nulla che lo ha
generato: perché, secondo me, il nulla (che io identifico fisicamente in un
buco nero) ha generato l'universo, di conseguenza l'universo è nato in un certo
senso causa sui. Solo che la teologia fa confusione col karma e scambia
Dio col nulla e l'universo come fosse una sua volontà, o un riflesso della sua
volontà, opzione che verrebbe del tutto smentita se la cosmologia provasse una
volta per tutte l'esistenza del multiverso (quello ch'io definisco il Grande
Cervello). Io penso che il nulla (sterminato luogo contenente soltanto
l'energia oscura - dalla quale poi è derivata la materia oscura) infine, a tal
punto si è contratto, fino a creare la singolarità dalla quale si è generato il
big bang e con esso lo spazio-tempo (che è dimensione unica e indivisibile come
lo stesso Einstein aveva intuito, ed è accaduto ed accade mentre l'universo si
espande) e dal quale derivano energia e materia visibili, alias la luce.
Tuttavia luce visibile in quanto gli esseri viventi la percepisco e ne misurano
l'intensità, altrimenti la luce non sarebbe luce e il nulla sarebbe rimasto
nulla e fine a se stesso; ma la natura non crea nulla che possa essere fine a
se stesso, senza scopo, e lo scopo è sempre il divenire: non ve n'è un'altro.
Quindi l'universo è la rappresentazione del nulla che è diventato il tutto in
continua dilatazione, fino a quando non raggiungerà il suo apogeo di stato
originario di nulla. Dunque il nulla lo percepiamo in quanto questo è divenuto
ciò che chiamiamo universo, ma in realtà esso si è solo trasformato e un giorno
farà ritorno a ciò che è sempre stato: eterno ritorno dell'uguale, e tutto si
ripeterà all'infinito. Questa potrebbe essere persino la necessità fisiologica
del nulla! E, stando all'ipotesi nietzscheana, tutto si ripeterà identico a se
stesso; ciò farebbe supporre che il nulla conserverebbe tutte le informazioni
contenute nell'universo, tanto quanto teorizza la fisica quantistica a
proposito dei buchi neri i quali si comporterebbero come degli enormi
"registratori">>.
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Innanzitutto
CONCORDO ove l’autore del post scrive all’inizio:
<<Riguardo
alla nascita dell'universo si
può solo teorizzare>>.
D’accordo.
Il
mio accordo cessa, però, nel prosieguo.
Ad
esempio nella seguente affermazione e relativa domanda che l’autore (si) pone:
<<I
credenti dicono che Dio è nato causa sui, dunque sarebbe l'increato per
definizione, ok, ma stando a questo principio, perché non dovrebbe esserlo
l'universo?>>.
Ogni
ente è DIPEND-ENTE dall’altro-da-sé in virtù della sua interconnessione diacronica
con la totalità degli enti e, come tale, appunto DIPENDE, ossia chiama in causa
ciò ( = l’altro-da-sé) che, senza di esso, l’ENTE in questione (ma poi
qualsiasi ENTE) NON SAREBBE affatto.
Ma
l’universo è un ENTE nel senso su indicato?
Sì,
giacché NON mostra il carattere dell’ASSOLUTEZZA cioè dell’esser
sussistente in sé e per sé, NON è perciò SCIOLTO-DA, bensì è RELATIVO-A.
Relativo
a (dipendente da) che cosa?
(1)-
NON è
relativo-a (NON dipende da) se stesso, giacché è proprio la dipendenza dei suoi
enti a conferire a sua volta tale dipendenza ALL’UNIVERSO STESSO, visto che la
somma dei relativi NON può dar luogo all’Assoluto ( = ciò che non dipende da
alcunché) il quale, appunto, NON è in alcun modo il risultato della somma dei
relativi ( = degli enti).
(2)-
NON è
relativo-a (NON dipende da) il <<nulla>>, giacché ANCHE il
nulla è un ENTE, a dispetto del disperato tentativo severiniano di risolvere
l’ENTIFICAZIONE di ciò che, proprio per questo, egli suol chiamare <<l’aporia
del nulla>>.
(3)-
NÉ il “multiverso”
può smentire Dio, come sembra credere l’autore del post, ove ha scritto:
<<Solo
che la teologia fa confusione col karma e scambia Dio col nulla e l'universo
come fosse una sua volontà, o un riflesso della sua volontà, opzione che verrebbe del tutto
smentita se la cosmologia provasse una volta per tutte l'esistenza del
multiverso (quello ch'io definisco il Grande Cervello)>>.
Infatti,
come detto al punto (1), la somma degli universi (quindi di quegli ENTI che
sono gli universi), non costituisce l’Assoluto, proprio perché questo NON è
affatto la somma di alcunché.
Inoltre,
farei notare una nota contraddittoria nel suddetto brano dell’autore. Egli
parla de <<il Grande Cervello>> in rapporto al multiverso.
Senonché,
è difficile evitar di considerare questo <<Grande Cervello>>
un surrogato di Dio, coi LIMITI consistenti nell’esser, tale Grande Cervello,
un ENTE, per quanto <<Grande>> sia, ma pur sempre UN ENTE
interrelato a tutti gli altri ENTI (i molteplici universi nei confronti dei
quali esso funge appunto da Grande Cervello), quindi relativo, parziale, niente
affatto Assoluto.
Cosicché
ciò che egli vuol cacciare dalla porta (Dio), rientra (dimidiato!) dalla
finestra nelle vesti del <<Grande Cervello>>.
(4)-
NÉ l’universo
(o il multiverso) potrebbe essere eterno, cioè privo di un inizio, ché, se così
fosse, verosimilmente il momento presente non giungerebbe diacronicamente MAI,
proprio in forza di un passato INFINITO/ETERNO, mai destinato a risolversi
nella attualità.
Tutto
ciò comporta che l’universo/multiverso (così come qualsiasi altro ENTE
nell’accezione su menzionata) NON possa davvero esser causa sui.
Quindi
domando:
Dio
è siffatto ENTE?
Ovviamente
no, poiché Egli è la LIBERTÀ non dipendente da alcunché, nemmeno da se stessa… Ma
qui si apre UN ALTRO DISCORSO…
Roberto
Fiaschi
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