Il Tutto sarebbe ciò che non MANCA di nulla ( = il Tutto sarebbe ciò che non ESCLUDE nulla. L’ESCLUSO perciò MANCA, e la MANCANZA è la stessa ESCLUSIONE di ciò che non è presente).
Se al Tutto MANCASSE (se ESCLUDESSE) anche un solo
essente-x, tale MANCANZA
(tale ESCLUSIONE) avrebbe un peso infinito e decisivo nel NEGARE che il TUTTO
sia ciò che NON MANCA di nulla.
Se invece, al Tutto, l’essente-x non MANCASSE, il Tutto si
riconfermerebbe esser ciò che non MANCA di nulla.
Cosicché nel Tutto non vi sarebbe alcuna MANCANZA,
appunto perché, in esso, TUTTO ci sarebbe, nulla MANCHEREBBE.
Quindi tra l’avere una qualche MANCANZA ed il non averla
affatto, per il Tutto fa un’enorme differenza, per cui è evidente:
l’avere una qualche MANCANZA non equivale a NON avercela,
sì che, proprio perciò, la MANCANZA _ soprattutto dal punto di vista del filosofo
Emanuele Severino _ sia un ESSENTE la cui presenza (nel Tutto) o meno,
determini le sorti
dello stesso Tutto.
In tal modo è INSOSTENIBILE la tesi (severiniana?) secondo la quale <<mancare di un difetto [
= della MANCANZA]
non è mancare>>.
Al contrario, perché MANCANDO della MANCANZA (o ESCLUDENDO di ESCLUDERE), il
Tutto MANCA (
= ESCLUDE) ugualmente, giacché MANCARE della MANCANZA ( = ESCLUDERE di ESCLUDERE) è
ugualmente un MANCARE
di ( = un ESCLUDERE) qualcosa ( = la MANCANZA; l’ESCLUSIONE) che non significa
né, perciò, equivale al nihil absolutus.
Il Tutto non MANCA di nulla ( = non ESCLUDE nulla),
quindi MANCA
della MANCANZA (
= ESCLUDE L’ESCLUSIONE), cioè MANCA del MANCARE ( = ESCLUDE di ESCLUDERE), giacché, se gli MANCASSE
qualcosa, non MANCHEREBBE della MANCANZA (non gli MANCHEREBBE perché, MANCANDO di qualcosa, il
Tutto MANCHEREBBE; perciò sarebbe non-MANCANTE della MANCANZA).
Ma, proprio così, il Tutto NON è ciò che NON MANCA di nulla, perché,
MANCANDO del
MANCARE, il
Tutto MANCA ( = il Tutto ESCLUDE), quindi:
NON è il Tutto.
Dunque, in quanto non-MANCANTE di niente, al Tutto MANCA la MANCANZA.
Gli MANCA,
cioè, di (il) MANCARE.
Quindi non MANCA di alcunché, neppure del MANCARE perché, MANCANDOGLI
il MANCARE, non MANCA del MANCARE: per questo il
Tutto infinito severiniano non MANCHEREBBE di niente e, al contempo, il
Tutto NON è il Tutto
poiché è MANCANTE!
( = è ESCLUDENTE, ossia NON
è ciò che non ESCLUDE nulla).
Riassumendo:
1)- se il Tutto non manca di nulla (se cioè ESCLUDE di mancare o di ESCLUDERE), allora MANCA del mancare: il Tutto NON è il Tutto: contraddizione;
2)- se il Tutto non manca neppure del mancare (se cioè INCLUDE il mancare), allora MANCA: il Tutto NON è il Tutto: contraddizione.
Roberto Fiaschi
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