martedì 1 ottobre 2024

120)- L’ASSOLUTO PARMENIDEO NON SOGGIACEREBBE AL PdNC?


Prima di presentare la replica di Marco Cavaioni ( = MC), riassumo la sostanza del mio precedente post n° 119:

L’Assoluto ( = Dio, l’Essere, l’Infinito…) tratteggiato da Parmenide, su su fino alla Scuola facente capo al filosofo Giovanni Romano Bacchin, è caratterizzato dall’esser perfettamente UNO-SEMPLICE-INDIVISIBILE, tanto da negare (cioè da ESCLUDERE) di essere <<una contraddittoria "unitas multiplex">> (cit. Marco Cavaioni).

Esso, perciò, nega quindi ESCLUDE <<il distinguersi di Dio in se stesso, ma – va aggiunto – anche da se stesso>>, sì che tale distinguersi sia <<insensato, dacché contraddice il suo essere assoluta semplicità (dunque, privo di relazionalità sia estrinseca sia intrinseca)>> (idem).

Tutto questo, dicevo nel suddetto post, implica però che l’Assoluto pensato come perfettamente UNO-SEMPLICE-INDIVISIBILE sottostìa al principio di non-contraddizione (PdNC) in quanto, ripeto, esso nega/esclude di esser <<una contraddittoria "unitas multiplex">>, così come il PdNC è tale perché ESCLUDE la contraddittoria identità col proprio altro da parte di qualcosa.

Dipendendo dal dettato del PdNC, l’Assoluto parmenideo NON può esser quell’Assoluto eccedente il (o non soggiacente al) PdNC che invece intenderebbe essere, a meno che tale Assoluto non coincida con lo stesso PdNC, ma ciò è recisamente negato da MC:

<<Sarebbe, in effetti, contraddittorio estendere all'assoluto (al vero, al fondamento) il pdnc>>.

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Ed ecco la successiva replica integrale di Marco Cavaioni:

<<Eccomi, caro Roberto. Ti replico in poche battute, per stare all'essenziale. Noi "sottraendo" (dimostrando che non sottrarlo comporta contraddizione) il fondamento (il principio, l'assoluto, l'essere, il vero) al pdnc non diciamo che il esso è contro il pdnc (ossai contraddittorio), ma che esso è oltre il pdnc. Ma – tu obietti – facciamo valere, per ciò stesso, esattamente il pdnc per dimostrarlo.

Non proprio.

Infatti, noi sosteniamo – dico noi, cercando per quanti posso di dar voce ai maestri a cui faccio modestamente riferimento – che ciò che si rivela contraddittorio (e già sai che per noi si rivela contraddittorio esattamente ciò che è determinato) non può di certo essere vero. Ma il fondamento ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc, non può venire incluso nella dimensione (il finito, il determinato), che è poi la dimensione relazionale, che ha come norma innegabile appunto il pdnc. (Che il pdnc sia innegabile non comporta affatto, per quanto sembri una sottigliezza, che esso sia assoluto. Anzi, il punto dirimente è proprio che innegabile non è lo stesso che assoluto). Sarebbe, in effetti, contraddittorio estendere all'assoluto (al vero, al fondamento) il pdnc: sicché esso stesso impone di limitarsi, pena appunto incorrere nella sua violazione.

E questo per quale ragione?

Perché l'assoluto fondamento, se venisse determinato (sulla base, appunto, del pdnc e la tua stessa distinzione tra "assoluto" e "relativo": in quanto ne fa due termini lo fraintende clamorosamente, ovvero credi di distinguere l'assoluto ma ti ritrovi tra le mani due relativi, in quanto distinti), se venisse determinato, dicevo, ne verrebbe negata l'assolutezza. L'assoluto non è altro dal relativo (non se ne distingue) ma nemmeno coincide con il relativo (il quale è strutturato secondo alterità, infatti) e tantomeno esclude (nega) la relazione, ma è la ragione in forza della quale la relazione (il costrutto relazionale, cioè la ipostatizzazione, la fissazione della distinzione, il farne uno status) si rivela contraddicentesi e si toglie (risolvendosi in questo atto di togliersi, anziché status) appunto nell'assoluto medesimo>>.

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Tutto perfettamente chiaro. Eppure, queste sue precisazioni mi pare che rafforzino le precedenti critiche.

Vediamo.

MC afferma che il valore del PdNC è circoscritto a <<ciò che è determinato>>; siccome l’Assoluto non è determinato, allora <<il fondamento [ = l’Assoluto] ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc>>.

Sarei perfettamente d’accordo.

Senonché, MC, ve lo fa sottostare.

Come?

Proprio affermando che <<il fondamento [ = l’assoluto] ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc>>!

Infatti, il suo essere <<incontraddittorio>> è detto sulla base di che cosa, se non del PdNC?

Siccome <<una contraddittoria "unitas multiplex">> è _ per MC _ la stessa <<contraddizione di un "uno non-uno", un uno che si nega in se stesso>>, allora ciò evidenzia come l’Assoluto parmenideo si comporti esattamente COME un qualsiasi ENTE DETERMINATO normato dal PdNC, infatti:

(1)- COSÌ COME la contraddittorietà di un ente dell’esser "uno non-uno" è detta proprio in forza del PdNC,

(2)- ALLO STESSO MODO l’Assoluto parmenideo non può esser "uno non-uno", sempre in virtù del medesimo PdNC, quindi senza alcuna ‘esenzione’ rispetto a (1).

MC fa notare come

<<l'assoluto fondamento, se venisse determinato (sulla base, appunto, del pdnc e la tua stessa distinzione tra "assoluto" e "relativo": in quanto ne fa due termini lo fraintende clamorosamente, ovvero credi di distinguere l'assoluto ma ti ritrovi tra le mani due relativi, in quanto distinti), se venisse determinato, dicevo, ne verrebbe negata l'assolutezza>>.

Certo, la <<distinzione tra "assoluto" e "relativo">> (o tra l’Assoluto e se stesso) è contraddittoria perché con essa <<verrebbe negata l'assolutezza>> dell’Assoluto.

Esattamente, ed è per questo che, dicevo nel mio precedente post, l’Assoluto parmenideo/bacchiniano ESCLUDE da sé (dalla propria assolutezza) il relativo, e lo esclude CONFORMEMENTE al PdNC onde evitar la suddetta contraddizione di un Assoluto-relativo, o di "uno non-uno".   

(A)- Se, come scrive MC, <<ciò che si rivela contraddittorio […] non può di certo essere vero>>, allora l’Assoluto parmenideo è incontraddittorio proprio sulla base del PdNC;

(B)- senonché, precisa sempre MC, <<il fondamento ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc, non può venire incluso nella dimensione (il finito, il determinato), che è poi la dimensione relazionale, che ha come norma innegabile appunto il pdnc>>.

QUALE delle due?

Scegliendo (A), neghiamo/escludiamo (B), e scegliendo (B) neghiamo/escludiamo (A)…

Questa impasse accade perché ANCHE l’Assoluto parmenideo/bacchiniano è valutato tramite la NEGAZIONE ESCLUDENTE, ossia tramite il PdNC.

Al che, MC infine osserva:

<<L'assoluto non è altro dal relativo (non se ne distingue) ma nemmeno coincide con il relativo (il quale è strutturato secondo alterità, infatti) e tantomeno esclude (nega) la relazione, ma è la ragione in forza della quale la relazione (il costrutto relazionale, cioè la ipostatizzazione, la fissazione della distinzione, il farne uno status) si rivela contraddicentesi e si toglie (risolvendosi in questo atto di togliersi, anziché status) appunto nell'assoluto medesimo>>.

Dunque, l’Assoluto parmenideo _ dice MC _ NON ESCLUDE <<la relazione>> e quindi l’alterità ( = la distinzione) da essa implicata.

Però <<è la ragione in forza della quale la relazione si rivela contraddicentesi>> e perciò essa <<si toglie>>. Ma tale TOGLIERSI altro non è che il suo NEGARSI, cioè il suo venir ESCLUSA dalla purezza dell’Assoluto, pena la contraddittorietà della <<distinzione tra "assoluto" e "relativo">> poc’anzi da MC sostenuta.

Ed anche quel togliersi è sempre sancito dal PdNC, laddove (nell’Assoluto) questi non dovrebbe invece aver voce in capitolo.

 

Roberto Fiaschi

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