L’Assoluto ( = Dio, l’Essere, l’Infinito…) tratteggiato da
Parmenide, su su fino alla Scuola facente capo al filosofo Giovanni Romano
Bacchin, è caratterizzato dall’esser perfettamente UNO-SEMPLICE-INDIVISIBILE,
tanto da negare (cioè da ESCLUDERE) di essere <<una contraddittoria
"unitas multiplex">> (cit. Marco Cavaioni).
Esso, perciò, nega quindi ESCLUDE <<il distinguersi di Dio in se
stesso, ma – va aggiunto – anche da se stesso>>, sì che tale
distinguersi sia <<insensato, dacché contraddice il suo essere assoluta semplicità
(dunque, privo di relazionalità sia estrinseca sia intrinseca)>> (idem).
Tutto questo, dicevo nel suddetto post, implica però che
l’Assoluto pensato come perfettamente UNO-SEMPLICE-INDIVISIBILE sottostìa al
principio di non-contraddizione (PdNC) in quanto, ripeto, esso nega/esclude di
esser <<una contraddittoria "unitas multiplex">>,
così come il PdNC è tale perché ESCLUDE la contraddittoria identità col proprio
altro da parte di qualcosa.
Dipendendo dal dettato del PdNC, l’Assoluto parmenideo NON può esser quell’Assoluto
eccedente il (o non soggiacente al) PdNC che invece intenderebbe essere, a meno
che tale Assoluto non coincida con lo stesso PdNC, ma ciò è recisamente negato
da MC:
<<Sarebbe, in effetti, contraddittorio estendere
all'assoluto (al vero, al fondamento) il pdnc>>.
-----
Ed ecco la successiva replica integrale di Marco Cavaioni:
<<Eccomi, caro Roberto. Ti replico in poche battute,
per stare all'essenziale. Noi "sottraendo" (dimostrando che non
sottrarlo comporta contraddizione) il fondamento (il principio, l'assoluto,
l'essere, il vero) al pdnc non diciamo che il esso è contro il pdnc (ossai
contraddittorio), ma che esso è oltre il pdnc. Ma – tu obietti – facciamo
valere, per ciò stesso, esattamente il pdnc per dimostrarlo.
Non proprio.
Infatti, noi sosteniamo – dico noi, cercando per quanti posso
di dar voce ai maestri a cui faccio modestamente riferimento – che ciò che si
rivela contraddittorio (e già sai che per noi si rivela contraddittorio
esattamente ciò che è determinato) non può di certo essere vero. Ma il
fondamento ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc, non
può venire incluso nella dimensione (il finito, il determinato), che è poi la
dimensione relazionale, che ha come norma innegabile appunto il pdnc. (Che il
pdnc sia innegabile non comporta affatto, per quanto sembri una sottigliezza,
che esso sia assoluto. Anzi, il punto dirimente è proprio che innegabile non è
lo stesso che assoluto). Sarebbe, in effetti, contraddittorio estendere
all'assoluto (al vero, al fondamento) il pdnc: sicché esso stesso impone di
limitarsi, pena appunto incorrere nella sua violazione.
E questo per quale ragione?
Perché l'assoluto fondamento, se venisse determinato (sulla
base, appunto, del pdnc e la tua stessa distinzione tra "assoluto" e
"relativo": in quanto ne fa due termini lo fraintende clamorosamente,
ovvero credi di distinguere l'assoluto ma ti ritrovi tra le mani due relativi,
in quanto distinti), se venisse determinato, dicevo, ne verrebbe negata
l'assolutezza. L'assoluto non è altro dal relativo (non se ne distingue) ma
nemmeno coincide con il relativo (il quale è strutturato secondo alterità,
infatti) e tantomeno esclude (nega) la relazione, ma è la
ragione in forza della quale la relazione (il costrutto relazionale, cioè la
ipostatizzazione, la fissazione della distinzione, il farne uno status)
si rivela contraddicentesi e si toglie (risolvendosi in questo atto di
togliersi, anziché status) appunto nell'assoluto medesimo>>.
------
Tutto perfettamente chiaro. Eppure, queste sue precisazioni
mi pare che rafforzino le precedenti critiche.
Vediamo.
MC afferma che il valore del PdNC è circoscritto a <<ciò
che è determinato>>; siccome l’Assoluto non è determinato, allora <<il
fondamento [ = l’Assoluto] ossia l'effettivo incontraddittorio non può
sottostare al pdnc>>.
Sarei perfettamente d’accordo.
Senonché, MC, ve lo fa sottostare.
Come?
Proprio affermando che <<il fondamento [ =
l’assoluto] ossia l'effettivo incontraddittorio non può sottostare al pdnc>>!
Infatti, il suo essere <<incontraddittorio>> è detto sulla
base di che cosa, se non del PdNC?
Siccome <<una contraddittoria "unitas
multiplex">> è _ per MC _ la stessa <<contraddizione di
un "uno non-uno", un uno che si
nega in se stesso>>, allora ciò evidenzia come l’Assoluto parmenideo si
comporti esattamente COME un qualsiasi ENTE DETERMINATO normato dal PdNC,
infatti:
(1)- COSÌ COME la contraddittorietà di un ente dell’esser "uno non-uno" è detta proprio
in forza del PdNC,
(2)- ALLO STESSO MODO l’Assoluto parmenideo non può esser "uno non-uno", sempre in
virtù del medesimo PdNC, quindi senza alcuna ‘esenzione’ rispetto a (1).
MC fa notare come
<<l'assoluto fondamento, se venisse determinato
(sulla base, appunto, del pdnc e la tua stessa distinzione tra
"assoluto" e "relativo": in quanto ne fa due termini lo
fraintende clamorosamente, ovvero credi di distinguere l'assoluto ma ti ritrovi
tra le mani due relativi, in quanto distinti), se venisse determinato, dicevo,
ne verrebbe negata l'assolutezza>>.
Certo, la <<distinzione tra "assoluto" e
"relativo">> (o tra l’Assoluto e se stesso) è
contraddittoria perché con essa <<verrebbe negata l'assolutezza>>
dell’Assoluto.
Esattamente, ed è per questo che, dicevo nel mio precedente
post, l’Assoluto parmenideo/bacchiniano ESCLUDE da sé (dalla propria assolutezza) il relativo,
e lo esclude CONFORMEMENTE al PdNC onde evitar la suddetta contraddizione di un
Assoluto-relativo, o di "uno non-uno".
(A)- Se, come scrive MC, <<ciò che si rivela contraddittorio […]
non può di certo essere
vero>>, allora l’Assoluto parmenideo è incontraddittorio
proprio sulla base del PdNC;
(B)- senonché, precisa sempre MC, <<il fondamento
ossia l'effettivo incontraddittorio non può
sottostare al pdnc, non può venire incluso nella dimensione (il finito,
il determinato), che è poi la dimensione relazionale, che ha come norma
innegabile appunto il pdnc>>.
QUALE delle due?
Scegliendo (A), neghiamo/escludiamo (B), e scegliendo (B)
neghiamo/escludiamo (A)…
Questa impasse accade perché ANCHE l’Assoluto
parmenideo/bacchiniano è valutato tramite la NEGAZIONE ESCLUDENTE, ossia tramite il PdNC.
Al che, MC infine osserva:
<<L'assoluto non è altro dal relativo (non se ne
distingue) ma nemmeno coincide con il relativo (il quale è strutturato secondo
alterità, infatti) e tantomeno esclude (nega)
la
relazione, ma è la ragione in forza della quale la relazione (il costrutto
relazionale, cioè la ipostatizzazione, la fissazione della distinzione, il
farne uno status) si rivela contraddicentesi e si toglie (risolvendosi
in questo atto di togliersi, anziché status) appunto nell'assoluto
medesimo>>.
Dunque, l’Assoluto parmenideo _ dice MC _ NON ESCLUDE <<la
relazione>> e quindi l’alterità ( = la distinzione) da essa
implicata.
Però <<è la ragione in forza della quale la
relazione si rivela contraddicentesi>> e perciò essa <<si
toglie>>. Ma
tale TOGLIERSI altro non è che il suo NEGARSI, cioè il suo venir ESCLUSA dalla purezza
dell’Assoluto, pena la contraddittorietà della <<distinzione tra
"assoluto" e "relativo">> poc’anzi da MC
sostenuta.
Ed anche quel togliersi è sempre sancito dal PdNC, laddove (nell’Assoluto)
questi non dovrebbe invece aver voce in capitolo.
Roberto Fiaschi
------------------------

Nessun commento:
Posta un commento