Tra le migliaia di NDE (Near Death
Experiences) reperibili nel WEB, ne riporto soltanto alcune centinaia per
la loro significativa somiglianza con la concezione post-mortem del Cristianesimo.
Ovviamente non tutte le NDE presentano questa
somiglianza, ma un grandissimo numero sì, ed è questo che mi ha stimolato a
riportarle quasi a titolo comparativo.
Verso le NDE non prendo posizione; mi limito a dire:
FORSE.
Poi, a ciascuno il proprio personale
‘verdetto’.
A titolo introduttivo, riporto questo
articolo da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Esperienze_ai_confini_della_morte.
(Evidenzio in giallo/azzurro quegli aspetti maggiormante somiglianti al
post-mortem cristiano).
<<Caratteristiche delle
NDE
<<I soggetti che hanno vissuto tali fenomeni,
una volta riprese le funzioni vitali, hanno raccontato di aver provato
esperienze che risultano in buona parte connotate da numerosi elementi comuni:
·
abbandono del proprio corpo con la possibilità di
osservarlo dall'esterno (chiamata "autoscopia" o esperienza
extracorporea), assistendo all'eventuale attività di medici e/o
soccorritori intorno a esso;
·
"rivisitazione" della propria vita terrena,
comprendente anche episodi irrilevanti, dimenticati o relativi a momenti
immediatamente successivi alla nascita; tale rivisitazione avviene in un clima
di rilettura etica delle esperienze vissute;
·
attraversamento di un "tunnel" buio in fondo
al quale si intravede distintamente una luce;
·
visione di una
grande ed intensissima luce, non accecante, percepita nel contempo come un'Entità viva che emana un Amore illimitato, infinita compassione, accoglienza e pace; percepita in
genere come Dio;
·
sensazione di pace e serenità mai provate prima,
difficilmente descrivibili con il linguaggio umano, fuori dallo spazio e dal
tempo terrestre;
·
difficoltà nel descrivere la nuova realtà sperimentata,
caratterizzata da luci, colori e suoni meravigliosi non riscontrabili in alcun
modo sulla Terra;
·
incontro con
"altri esseri", identificati in genere
con parenti o amici morti in precedenza, con i quali si comunica
mentalmente, in modo istantaneo e non verbale;
·
incontro con uno
o più "esseri" luminosi,
rivestiti di luce bianca e comunicanti sensazioni di "amore
totale", spesso identificati sia dai credenti sia dai non
credenti come angeli;
·
raggiungimento di una sorta di "confine" in
cui l'esperienza spirituale si interrompe ed insorge la consapevolezza di stare
"tornando indietro", verso la vita terrena;
·
ritorno alla vita terrena accompagnato da un sentimento
di rimpianto per non essere entrati o rimasti nell'aldilà e dalla sofferenza
fisica per il "rientro" nel proprio corpo fisico;
·
timore di riferire ad altri l'evento vissuto per paura
di non essere creduti, accompagnato comunque dal desiderio di condividere
un'esperienza estremamente preziosa e importante;
·
ritorno alla vita terrena con totale scomparsa del
timore della morte, vista come il felice passaggio a una realtà superiore;
·
ritorno alla
vita terrena che porta ad una riconsiderazione dei veri valori della vita, con
a capo l'amore verso tutti gli
esseri viventi e la ricerca dell'armonia con essi.
Questi aspetti, anche se non sempre tutti
contemporaneamente, ricorrono
sistematicamente in ogni
NDE>>.
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https://www.graziemiodio.it/
Valeria Biaggio
Il giorno 19 febbraio 1983,
quando Valeria aveva 28 anni, si ricoverò in ospedale perché doveva subire un
delicato intervento chirurgico alla mano. Uno dei due medici che la
dovevano operare si rivolse all’altro dicendo: – “Questa signora non si
vuole proprio addormentare… dobbiamo aumentare la dose dell’anestesia”. Ma Valeria,
anziché cadere nel solito sonno di chi viene anestetizzato si sentì
più vigile che mai ed ebbe una visione dell’ambiente in cui si trovava molto
chiara e nitida. Dapprima vide dall’alto il suo corpo disteso sul lettino
ma tale visione non le arrecava dolore, sconforto o preoccupazione. Come lei
stessa afferma: “guardavo quel corpo sul lettino come se fosse stato quello di
un’altra persona. Vedevo me stessa con gli occhi chiusi mentre i medici erano
tutti indaffarati, direi anche spaventati mentre cercavano di rianimarmi.
Gridavano e a me dava fastidio sentirli così agitati… Desideravo solo pace e
silenzio. Allora è accaduto che mi sono distaccata da quel corpo che giaceva
sul lettino. Ho lasciato quell’altra me stessa e sono uscita dalla porta. Ho
fatto pochi passi e sono stata come attirata in alto da una forza
irresistibile. Salivo, salivo, salivo… in una specie di tunnel tutto buio ma alla cui fine si
vedeva una luce bellissima. Più andavo avanti più quella Luce si avvicinava. Una Luce che emanava anche profumi meravigliosi. Ebbi la sensazione di
andare verso un mondo meraviglioso e ne avevo la certezza. Alla fine di quel
tunnel vi era un mondo
stupendo… Non avrei mai voluto tornare sulla terra. Non esistono colori
sulla Terra che possono corrispondere a ciò che ho visto nell’Altra Dimensione.
Io non ho avuto assolutamente paura, anche se sapevo di lasciare una famiglia e
due bambini piccoli. Come sono stata spinta in questo tunnel così poi sono
stata tirata indietro e mi è quasi dispiaciuto quando mi sono risvegliata
perché io stavo veramente bene. C’era una pace che sulla Terra non c’è. Io,
dopo questa esperienza, non sono stata creduta e ho impiegato tanto tempo per
capire anch’io che cosa era successo. Poi, effettivamente, la mia vita è
cambiata totalmente sia sul piano fisico che morale, più che altro sul piano
religioso, infatti sentivo la religione come dovere, un obbligo. Dopo la mia
bellissima esperienza la fede per me è tutta un’altra
cosa, comprendo meglio molte cose e soprattutto parlo, di quando in
quando, con un Essere
dell’Aldilà che mi sollecita a fare del bene. Un Essere che da
quella esperienza in cui penso di essere stata vicina al Paradiso mi è rimasto accanto. Mi
consola, mi assiste, mi consiglia e mi esorta a fare del bene agli altri”.
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Roberto Martini di Arezzo
Quand’ero ragazzo, d’estate,
andavo spesso a fare il bagno in una grande pozza d’acqua formata dal fiume
Corsolone, situata lungo la strada che porta al Santuario della Verna. Erano le
ore 13 di un caldo giorno del mese di agosto del 1980. Avevo scelto quell’ora
per evitare l’affollamento che spesso si riscontrava nella bella stagione ed
infatti ebbi l’impressione che non ci fossero altre persone oltre me. Non avevo
mai imparato a nuotare ma, negli ultimi tempi stavo facendo qualche piccolo
progresso. Ero diventato molto bravo a tuffarmi. Dopo essermi riempito i
polmoni d’aria, mi buttavo dalla cascata con le braccia distese sopra la testa.
Entravo così in acqua senza paura. La mia difficoltà consisteva nel riprendere
aria senza poter toccare con i piedi per terra. Dovevo fare attenzione perché
ogni volta rischiavo di bere acqua anziché respirare. Quel giorno, dopo cinque
bei tuffi, ero salito di nuovo sulla cascata. Purtroppo, appoggiando un piede
su una superficie scivolosa, persi l’equilibrio e caddi nell’acqua da
un’altezza di cinque metri. Mi girai più volte su me stesso fino a perdere
l’orientamento. Non mi rendevo più conto di dove fosse il sopra e il sotto ed
una grande paura cominciò ad impossessarsi di me. Mi ritrovai improvvisamente
privo di aria. Cominciai così a bere acqua fino a riaffiorare in superficie
tutto sconvolto. Non riuscivo a gridare per chiedere aiuto. Avevo bisogno
d’aria, ma non potevo respirare poiché avevo la bocca e la gola piene di acqua.
Agitandomi e facendo movimenti per restare a galla non riuscivo che ad
affondare di più. Riaffiorai ancora per un attimo una seconda e poi una terza
volta, ma ero ormai rassegnato e mi lasciai trascinare di nuovo giù. Mi rendevo
conto, ormai, che non sarei mai più tornato in superficie. […] A questo punto
dell’esperienza ho perso il contatto con il mio corpo e ho incominciato a
rivivere attimo per attimo tutti gli eventi della mia vita, anche i piccoli
particolari che avevo del tutto dimenticati a livello cosciente. Li ho
rivissuti intensamente, con ogni sfumatura di sensazione, molto più
profondamente di quando erano accaduti. Quei momenti di vita mi apparivano come
in un grande schermo. Riuscivo a sentire anche gli odori e i sapori del loro
accadere, come se accadessero realmente un’altra volta in quel preciso momento:
tanti attimi vissuti di cui non avevo più alcuna memoria. Ho rivissuto
un’esperienza avuta in prima elementare quando, a scuola, durante l’intervallo,
avevo fatto la lotta con un mio compagno. Ero riuscito a sovrastarlo e mi
sentii felice ed orgoglioso di essere stato più forte di lui. Mentre rivivevo
questa esperienza, però, non provavo più gioia per averlo vinto, ma tristezza
ed amarezza perché sentivo di averlo umiliato. Non vedevo più questo bambino
come qualcosa di distinto da me. Ovvero io sono io, lui è lui e tutto ciò che
gli succede non ha nessuna importanza per me. Non eravamo due entità distinte,
ognuno nel proprio corpo dai ben precisi confini, ma lo sentivo come se fosse
un prolungamento di me stesso. Così io provavo la sua sofferenza per
l’umiliazione che gli avevo arrecato. Ho associato questo insegnamento a ciò che disse Gesù quando affermò “Io sono la vite, voi siete i tralci”. Ho capito che, in realtà, siamo
tutti una cosa sola. Oltre a rivivere azioni sbagliate, per le quali ho
provato sofferenza, ho rivissuto anche un’esperienza positiva, sentendola tale
molto di più del momento in cui l’avevo realmente vissuta: aiutare una signora
anziana ad attraversare la strada. Ho sempre ammirato le grandi opere di bene
di San Francesco e di Madre Teresa di Calcutta ed io, in un certo senso, mi
sentivo una nullità in fatto di carità. Questa esperienza mi ha fatto capire
che le grandi cose stanno proprio nelle cose semplici. La gioia che ho provato
era dovuta al fatto di rivolgere l’attenzione non più a me stesso, ma ad
un’altra persona in maniera totalmente disinteressata. Rivivere le mie
esperienze negative e provare per questo sofferenza è stato, per me, come
purgarmi dal male; è stato come sperimentare il purgatorio nella mia coscienza. Questo mi ha reso
consapevole che il purgatorio e l’inferno come luoghi oggettivi non esistono, ma sono stati d’animo. Ho
sentito che Dio è Amore e misericordia infinite e non
vuole il male di nessuno. Anche il Paradiso è uno stato d’animo ed è per tutti. Un altro aspetto che mi ha
colpito profondamente riguarda il giudizio che ci sarà alla fine della vita. I
miei genitori sono cattolici, quindi, fin da piccolo, ho seguito questo
insegnamento. Il catechismo mi aveva presentato un Dio che vedeva tutto ciò che
facevo e che quindi mi avrebbe giudicato secondo il bene ed il male commesso.
In quel momento, invece, era
la mia coscienza che giudicava le azioni fatte con una lucidità impressionante.
Nella vita, quando ci troviamo a prendere una decisione, pensiamo di poter
definire la nostra scelta con un’ampia gamma di sfumature, ovvero possiamo
definire le nostre azioni: né bene, né male, oppure abbastanza bene, benino o
poco male e così via … In quella situazione, invece, la distinzione era netta,
precisa: o era bene o era male. A questo punto della mia esperienza mi apparve una forte luce, come un sole, una luce che, nonostante
fosse luminosissima, potevo guardare tranquillamente, senza provare fastidio,
poiché non la guardavo con gli occhi fisici, bensì con quelli spirituali. Mi
sentivo attirato verso questa luce: mi è molto difficile descrivere con le
parole ciò che ho provato. Questa meravigliosa luce
mi infondeva un senso di calma, di benessere, di bontà, di gioia, di pace, di
amore e di accettazione. Questa sensazione di accettazione era bellissima
perché, per la prima volta in vita mia, mi sono sentito accettato per come
sono, senza alcun bisogno di apparire migliore o chissà in quale altro modo, ma
proprio così come sono: ed era stupendo. In quella luce che ormai mi avvolgeva completamente,
sentivo l’armonia e sperimentavo la perfezione di tutte le cose. Era chiaro che
tutto aveva un senso e che io facevo parte di questo tutto, pur conservando la mia identità. Fu allora che,
all’improvviso, sentii una mano che mi stava afferrando un braccio e ripresi
subito coscienza del mio corpo e della mia sofferenza. Non riuscii a fare altro
che restare immobile e mi feci trascinare verso riva. La persona che mi ha
salvato raccontò che, mentre stava prendendo il sole sul greto del fiume, si
accorse delle mie difficoltà e corse verso di me per aiutarmi. Una cosa, però,
mi lascia perplesso. Come fu possibile che io, nonostante mi fossi tuffato
dall’alto della cascata varie volte, da un punto in cui si dominava tutto il
corso del fiume, non avessi notato la sua presenza e come potè lui vedere che
stavo affogando stando sdraiato accanto al fiume. Inoltre, non seppi mai chi
fosse, né da dove venisse! Nel complesso credo di essere stato sott’acqua per
due o tre minuti ed è stupefacente come abbia potuto vivere una così ampia
gamma di pensieri e sensazioni in un frammento di tempo tanto breve. E’ stata
una vicenda eccezionale per me, un vero regalo della vita che mi ha fatto capire
e sentire cosa succede quando il nostro Spirito lascia il corpo fisico.
Quell’esperienza meravigliosa ha cancellato per sempre dal mio cuore e dalla
mia mente la paura di quell’evento che comunemente chiamiamo morte, dandomi la
consapevolezza della reale esistenza della nostra essenza immortale.
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Umberto Scapagnini
https://www.provitaefamiglia.it/blog/il-medico-scapagnini-ritrova-la-fede-dopo-un-pre-morte-ora-contro-leutanasia
Il neuroendocrinologo Umberto
Scapagnini, già ricercatore e docente presso l’Istituto HAYMANS dell’Università
di Gand (Belgio), la YC Medical Center San Francisco, California, al MIT di
Boston, consulente della NASA e professore ordinario presso l’Università degli
Studi di Catania, ha voluto mettere per iscritto nel suo libro “Il cielo può
attendere” (Piemme 2011) la sua esperienza pre-morte. Scapagnini, autore di
oltre 500 pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste internazionali,
co-editore di oltre 20 volumi scientifici e decano della facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Catania, ha voluto raccontare quel che gli è
accaduto nel 2008. […] Nel 2007 gli è stato asportato un melanoma sotto
al muscolo temporale e nel 2008 in un violento incidente stradale sbatte
la testa e il petto, venendo ricoverato in situazione disperata. Sempre nello
stesso anno i medici ritrovano il tumore dandogli un mese di vita. Si
sottopone ad un anticorpo monoclonale ma gli effetti collaterali lo portano
al coma premortale. Scapagnini riceve due estreme unzioni e ricorda
un tunnel di luce:
«Stavo morendo. La mia mano
sinistra fu fermata da mia
mamma, morta un anno prima. Poi ho visto Padre Pio, che mi ha detto: “Devi seguire la volontà
del Signore”».
In quel momento si è svegliato e
ha raccontato ai medici presenti l’accaduto, per poi ritornare in coma per
ancora 70 giorni. Nel libro viene ovviamente raccontata a fondo questa sorta di
vita parallela e misteriosa:
«riconobbi la mia trisnonna in piazza dei
Martiri a Napoli. Ma io
non l’avevo mai vista prima! Poi mio fratello Sergio mi portò una
vecchia foto in cui ebbi la conferma che si trattava proprio della nostra ava».
Il tumore intanto è completamente sparito.
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Antonio di Carpi (MO)
L’inverno del 2005, inizia e
trascorre con un senso di affanno sempre maggiore e che si presenta anche dopo
sforzi che paiono banali, accompagnati da un continuo senso di malessere. I
vari sintomi aumentano, sommandosi ad altri e trovando, nella notte tra il 2 e
il 3 gennaio 2006 la loro manifestazione più drammatica. Ricordo, infatti,
quella notte, spaventosa, faticosa, senza respiro. Ricordo il mio resistere
alle insistenze dei miei per un ricovero, resistenze assurde, ora lo so.
Ricordo finalmente l’ambulanza che viene chiamata e il viso dei miei cari,
quello di Silvio che mi sorregge il capo fin sull’ambulanza. Poi ricordo e non
ricordo, fino a quell’ultima frase che qualcuno gridava ad altri: “lo perdiamo,
lo perdiamo”. Poi basta, tutto quello che è avvenuto su di me, intorno a me,
sul mio corpo è un ricordo che ho perché mi è stato raccontato. […] fino al
mattino del 7 gennaio, un Sabato. Tutto così, sino alla comparsa, nel buio, di
una luce, ancor
distante ma già irresistibile, irrinunciabile, da raggiungere, da accogliere.
Era passata una frazione di secondo, un alito di tempo da che avevo chiuso gli
occhi immergendomi nel buio, giorni di coma mi è stato spiegato poi. Nel farsi
prossima di quella luce sento voci di persone che intuisco affaccendate intorno
a me e che parlano di me, preoccupate, agitate. Non ne capisco il motivo, così
come non capisco, ma non mi preoccupa, il mio essere così calmo in questa
situazione così agitata intorno a me, come distaccato da ciò che sento; cosa ci
fanno là, intorno a quel “me” che, intuisco, credono in pericolo. Quel “me” che
io percepisco altrove e nessuno se ne accorge e sto bene. Ma quella luce è ormai troppo intensa,
mi chiama e richiama la mia emozione che allora sì, comincia a crescere. Non
percepisco il tempo o come questa luce si fa prossima, o io a lei, percepisco il calore profondo che
dà, non sulla pelle, come lo dà il sole, ma un calore dentro che posso
descrivere come pace, che posso descrivere come bellezza e benessere dell’essere
lì e di non essere soli,
perché in quella luce intravedo una figura, umana, venire verso di me, farsi
incontro. Chi sarai? Aspetto, la mia emozione cresce, ma è una emozione
dolce che sa crescere insieme alla pace del cuore. Come quando sulla soglia
della chiesa aspetti colei che da lì a poco diverrà tua moglie, c’è l’emozione,
forte, ma che sa convivere con la pace e la certezza che arriverà, sta
arrivando, la si vede già laggiù nel fondo della piazza. Arriverà e sarà per
sempre. Ed io quella figura
che mi si fa prossima, quell’uomo,
io l’ho già visto, ne riconosco il muoversi, il passo. Anche il mantello
porpora, che sempre ha avuto sulle spalle nei sogni forti, “reali” in cui l’ho
visto… […] Ci facciamo sempre più prossimi uno all’altro, entrambi in piedi,
camminando, non ho, né mai avrò in tutto questo incontro, neppure il ricordo di
essere mai stato su di una carrozzina, mi percepisco in piedi e in grado di
camminare. É ormai di
fronte a me in questa meravigliosa luce che ci avvolge, luce di pace, di energia, di vita. Come posso
definire ciò che sento? Pace emozionata? Emozione pacifica? Trepido e mi annullo, mentre mi
sorride, mi abbraccia, mi bacia. Nella profonda tenerezza di quel gesto,
nel trattenermi tra le sue braccia nasce dal mio cuore la domanda a lungo
trattenuta… no, è una testimonianza. Avevo infatti imparato a riconoscere, nel telo Sindonico, un volto
umano perfettamente formato e vitale e che ora riconoscevo davanti a me. Mi
risponde una voce certamente amata e conosciuta pur senza mai averla udita
prima. Come posso descrivere il totale appagamento e l’assenza di bisogni, come
posso, a parole, rendere la pace, l’essere finalmente a casa che questo
abbraccio e questo incontro mi donano. Un incontro che accoglie, libera,
rigenera. L’anima e il corpo. … È ancora Lui che mi sorride e dice.
Insiste la mia voce, a reclamare per sempre quella pace infinita che sto ora
vivendo a voler restare in quella luce trascendente, in quel tempo e spazio
senza riferimenti, dilatato, restare in quel sempre. Di nuovo mi parla, ho un
momento di silenzio prima di rispondere. Sempre avvolti in quella splendida luce, sempre avvolti nel suo
calore coinvolgente, pacificante senza bisogni se non quello, che chiedo, di
restare lì per sempre, è ancora la Sua voce.
Di nuovo mi abbraccia, di
nuovo mi bacia …e di nuovo è il buio e la voce del medico, che
riconosco, parla della mia morte, di come avvisare mia moglie… Riapro allora
gli occhi, il medico, già sulla porta del box che mi ospita, si deve fermare,
ho sempre amato scherzare, stupire. […] Subito cosciente, voglio informazioni,
le chiedo facendo cenno di volerle scrivere, sarà più semplice
comprendermi…ricomincio così a comunicare. Una lastra radiografica del torace,
eseguita a poche ore, conferma che la situazione polmonare è sostanzialmente
invariata e, forse, questo aumenta le perplessità di chi mi sta accanto. Ho
dunque riaperto gli occhi alla vita…a questa vita. Ci vorranno giorni per
incominciare a condividere ciò che ho vissuto. […] Intanto incomincio a partecipare
a mia moglie, alla famiglia, a qualche persona cara la mia esperienza, il mio incontro col Signore. È stupore negli
altri, ma ogni volta nuovo anche in me, e nuova coscienza, nuova
consapevolezza. Anch’io sono timoroso, intimidito da un Amore manifestato così grandemente e che
ancora, ancor oggi mentre scrivo, mi visita e mi accoglie, nella stessa Luce di allora, nello stesso
calore, nello stesso incontro, con la stessa pace. Resto timoroso ma
consapevole, certo, di non voler sciupare questo dono, col Suo aiuto. […] lassù, Qualcuno ci ama… […] Posso solo
ribadire che in ogni situazione bella o brutta, positiva o meno, vivo la grazia di sentire forte
la presenza e l’amore di Gesù nella
mia vita.
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Ernesto
Quando si è verificato il mio
incontro con la Luce
non ero in coma. In effetti non tutti gli incontri con la Luce avvengono durante una
situazione di pericolo a livello fisico (incidenti, decorso di gravi malattie,
…): sono stati riportati infatti alcuni casi relativi a situazioni di forte spiritualità,
per così dire. E’ impossibile riportare in una mail un’esperienza di quel tipo,
e forse non basterebbe anche una vita per spiegarla di persona, perchè la Luce è al di sopra di ogni
cosa, di ogni credo e di ogni religione, e quell’incontro lo sto metabolizzando
ancora, tanto è stato forte, e lo metabolizzerò ancora, per tutta la vita. Ho
avuto l’esperienza alcuni mesi dopo la morte di mia madre, deceduta nel ’94. […]
Una sera mi sentivo veramente distrutto e mi coricai sul letto. Non intendevo dormire,
solo stare un po’ tranquillo. Realizzai ancor di più la mia infelicità, i
problemi che avevo, dentro di me chiesi aiuto a Dio, arrivando persino a
dubitare della sua esistenza, e improvvisamente, con i miei occhi ben aperti,
ebbi un sussulto: venne a
me una Luce.
Preciso che non ho mai avuto visioni o sogni ad occhi aperti. Quella Luce
all’inizio mi spaventò (i nostri occhi sono abituati a vedere ben altro), ma fu
Lei a calmarmi subito.
Capii intuitivamente che stavo vedendo ciò che era a me più vicino, ciò che mi
conosceva e mi capiva più di ogni persona al mondo. Iniziò a comunicarmi: non
fu un dialogo a parole, ma una trasmissione simultanea di idee e immagini. Non
posso spiegare completamente ciò che appresi, ma mi preme affermare che esiste
un solo Dio, identificabile con la Luce che vede chi ha
oltrepassato la vita ed è poi rientrato. Non esiste nulla di più forte, bello e giusto della
Luce. Ogni religione
cerca di definire Dio e la realtà a suo modo, tuttavia esiste una sola verità. L’incontro durò
pochi minuti, ma in quel brevissimo tempo appresi e comunicai così tanto che
forse non basterebbero settimane per spiegare e sentire qui le stesse cose: e
in effetti era come se il tempo si fosse fermato. Desideravo ardentemente
andare là, oltrepassare la soglia, ma mi fu spiegato che dovevo tornare “nella
vita” in attesa di nuove esperienze future. La Luce andò via, ma nonostante le sue rassicurazioni,
quel distacco fu più doloroso di qualsiasi lutto. Ripenso tutti i giorni a
quell’esperienza e riesco a comunicare ancora con la Luce, ma seguendo un
canale differente. Ora la mia vita è migliorata: a livello materiale non sono
più uno studentucolo, ma lavoro e posso seguire maggiormente le mie aspirazioni
e i miei interessi; a livello spirituale rispetto a un tempo ho una marcia in
più. Tuttavia a volte provo una gran tristezza perchè so che là starei ancora
meglio. Mi scuso per la lunghezza di questa mail, ma ho cercato di essere un
briciolo esauriente.” - Ernesto
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https://www.ndeitalia.it/testimonianze-di-premorte-nde.html
Giuseppe
Tutto
è successo il giorno 11.01.2024. Stavo male oramai da parecchi giorni. Febbre
alta, polmonite e pressione molto alta. Mi sono alzato la mattina presto, ma
non potendo andare a lavoro, quindi mi sono sdraiato sul divano. Ricordo di
aver chiesto a mia moglie a che ora sarebbe dovuta uscire per andare al
lavorare. Mi riaddormento e... nel frangente emetto uno strano verso. Mia
moglie si avvicina per vedere se fosse tutto a posto, ma si accorge che non sto
più respirando. Il mio braccio cade a terra, il mio cuore si è fermato. Sono
morto! Grida, chiama aiuto e nel frattempo pratica il massaggio cardiaco.
Accorrono i vicini di casa e si danno il cambio nel praticarmi il massaggio
cardiaco. Dopo 15 minuti arriva l'auto medica che mi presta i primi soccorsi.
Mi viene praticata la defibrillazione in casa, nel pavimento del salotto,
accanto al divano. Sembra che il mio cuore sia ripartito, e vengo portato in
codice rosso all'ospedale. Mi risveglieranno in nottata, per vedere se avessi
riportato danni al cervello. Per miracolo non ho riportato danni neurologici,
anche se sono trascorsi 35 minuti dal momento in cui sono morto. Quello che ho
vissuto nel frangente è qualcosa di meraviglioso ed indescrivibile. Mi sono
ritrovato in un prato immenso e luminosissimo. Una luce
avvolgente, la sensazione di amore, un
amore indescrivibile che non esiste sulla terra. Due esseri luminescenti sono comparsi al mio cospetto. Uno di essi era mia madre,
mancata 10 anni fa. Mi disse che non era il mio momento e che sarei
dovuto tornare. Non volevo più tornare, quella sensazione e quella pace erano
una cosa indescrivibile.
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Stefano
Arresto
cardiaco di cinque minuti. (Documentato da refertato in cartella clinica).
Completamente scoagulato, per abuso di antinfiammatori, perdo i sensi mentre mi
somministrano una trasfusione di plasma. Lascio il mio corpo, lo vedo da
lontano tra il trambusto dei medici e degli infermieri che si prodigavano per
farmi riprendere. Poi la fluttuazione, in una dimensione spazio temporale mai
vissuta prima, una sorta di campo magnetico, in cui venivo attratto. Erano presenti altri "corpi" fluttuanti i cui unici connotati
"umanoidi" erano la testa e le braccia, lunghissime, fluttuose,
estensibili. Un lungo tunnel attraversato da "fulmini"
intermittenti che interrompevano la brillantezza della luce posta in fondo
verso la quel venivo inesorabilmente attratto. Riconosco in alcune di quelle figure tantissimi congiunti già defunti, tre dei quali in maniera
nitidissima e che interagiscono con me. Per primo Pietro, mio
compagno di staffetta in atletica, morto prematuramente, che mi spinge a
correre insieme a lui verso la luce: "Dai Stefano puoi farcela anche
tu",,,,, poi i miei genitori vicino una staccionata: Mamma seduta di fronte a me, Papà di fianco, con un solo braccio poggiato
alla staccionata e l'altro con la mano alzata facendomi segno di fermarmi.
"Guardati dietro, guardati dietro, STRONZO (parole testuali)". Mi
voltai riconoscendo una luce uguale a quella che mi si parava di fronte, posta
ai piedi del tunnel che si presentava sub-orizzontale, in leggera salita. Nel
voltarmi mi resi contro che Pietro
non c'era più e che papà
mi aveva letteralmente "spinto" verso il basso, precipitando verso il
mio corpo, rientrando nel mio corpo, quasi ne fossi stato
"risucchiato". Nel risvegliarmi avvertii il fastidio del tubo che mi
avevano infilato in gola nella speranza che riprendessi a respirare, e del
corpo sudato e freddo. Mi sono risvegliato senza riportare alcun danno
fisiologico, ero presente a me stesso ed ero in grado di alimentarmi da solo. […]
Tutto ciò è accaduto il 1/5/2023 sono stato dimesso il 1/06/2023, recentissimo.
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Anna
Era
una notte del 1983, avevo 18 anni. Mi apprestavo ad andare a dormire. Mi misi a
letto, ma qualcosa mi disturbava, non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per
paura. Il cuore cominciò a battere forte e mi sentii sollevare verso il
soffitto, potevo vedere il mio corpo nel letto. Cominciai a viaggiare
velocissima in un tunnel pieno di colori, mi sentii proiettata nello spazio
oltre i pianeti, poi mi trovai davanti ad una piccolissima porticina, come
quella per infilare le lettere. Ci scivolai dentro e mi trovai in una stanza,
era in penombra e gli oggetti erano impolverati. Sapevo che dovevo incontrarmi
con qualcuno, ma non sapevo ancora con chi. Vidi un mio zio morto suicida, mi disse che non era morto ed io ne fui felice. Subito dopo apparve una presenza vestita con una tunica
bianca, molto alta
con lunghi capelli sulle spalle e senza volto in quanto non possedeva naso e
bocca ma soltanto grandi occhi obliqui di colore azzurro. La presenza mi
disse che lo zio mi ingannava e che era fra loro. A questo punto, vidi mia madre che era seduta su una sedia a
pulire, perché stavano arrivando. C'era una porta chiusa che si aprì su
un prato sconfinato, verdissimo come un pascolo, c'era una luce bianca intensa
ma, a guardarla non dava fastidio agli occhi, per un secondo mi ritrovai dentro
quella luce, era come una nebbia nella quale camminavano tante persone, io ero in mezzo a loro e da un lato potevo
distinguere un alto muro di pietra, come di una fortezza. Mi ritrovai di nuovo
sulla soglia della porta, fra la stanza ed il prato; vidi che da lontano due figure si stavano avvicinando, erano mio nonno e mia nonna che mi abbracciò senza parlare,
canticchiava una cantilena di quando ero piccola. Ho sentito fisicamente il suo
odore, il suo corpo e volevo rimanere con lei per sempre, ma la presenza con la
tunica si è adirata, un vento impetuoso soffiava sui suoi capelli e gli occhi
azzurri erano diventati di fuoco. Alzò una mano e la mise sul mio petto
dicendo: VA', NON È IL TUO MOMENTO! Mi
sentii risucchiare di nuovo nel tunnel consapevole che stavo tornando indietro.
Ad un certo punto ho sentito che il mio corpo toccava il letto, ho aperto gli
occhi e ho respirato.
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Flavio
È
il natale del 1985. Ho 17 anni, viaggio spedito con la mia vespa, in un
pomeriggio umido, superando le auto a centro carreggiata. All'improvviso mi
sbuca un’auto da destra, vado troppo forte, tento invano di frenare ma la moto
si intraversa e volo via. In questo momento salto in un spazio temporale
parallelo, molto lungo, vedo flash della mia vita, alcuni anche dimenticati, ad
una velocità impressionante, poi il buio… alcune voci parlano di me “è troppo giovane”, "almeno fino a 30
anni", "si deve sposare”. Una sorta di riunione decide il mio destino mentre io
sento tutto, ma sono solo uno spettatore. Poi torno alla realtà, sono a
terra. Il femore sinistro si è spezzato nell’urto contro l’auto, ma io non
potrei raccontare come perché ero altrove. Il dolore è fortissimo, la mia testa
(ero senza casco ovviamente) è a 50 cm da un platano. Ne seguono operazioni,
riabilitazione e torno sulle mie gambe dopo 3 mesi. Sono passati moltissimi
anni, ma il ricordo di quell'episodio è indelebile… per la cronaca, dopo soli 4
anni da quel giorno, all'eta di 21 ...mi sono sposato.
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Sofia
Vorrei
condividere la mia “testimonianza”. Io, fino ad ora, non ho mai raccontato a
nessuno quello che mi è successo. Era settembre del 2021, ero appena sposata,
nemmeno 3 mesi di matrimonio. Ero in Calabria per le vacanze. Quell’anno
c’erano stati molti incendi, non si respirava, io stavo molto, molto male,
avevo molto spesso mal di testa, nausea e le gambe gonfie. Ero preoccupata per
il mio stato di salute, ma mi trascuravo, dicevo "tanto ora passa”. Un
pomeriggio, ero molto affaticata, avevo nausea e un forte mal di testa, finii
per sbattere la testa e questo mi fece cadere a terra. Qui inizia la mia
esperienza. "Vedo un tunnel nero grigio, cammino fino alla fine del
tunnel e arrivo in una stanza luminosa, bianca. Qui mi blocca un ragazzo, molto bello, era ben vestito, era calmo e mi trasmetteva rassicurazione.
Mi guarda, mi saluta dicendomi “ciao Sofia” e io rimango ferma immobile in
quella stanza luminosa, come se dovessi aspettare qualcuno. Sento su di me
un calore piacevole. Alzo gli occhi e vedo una luce candida. Quella luce mi avvolge... è come se mi
stesse sollevando da terra. Poi
vedo un signore, si avvicina a me e si
inginocchia per togliermi le scarpe, così mi incammino, con i piedi scalzi.
Cammino, mi sento leggera, mi sento bene, è come se stessi respirando amore, pace, gioia. Ad un
certo punto mi giro indietro, perché il mio pensiero è tornato a mio marito.
Così corro e dico al signore
“devo andare hanno bisogno di me!”. Lui mi
risponde: “si hanno
bisogno di te".
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La
prima NDE documentata nei tempi moderni risale al XVIII secolo
L'autore
è Pierre-Jean du Monchaux (1733–1766), un medico militare del nord della
Francia che descrive l’esperienza nel suo libro "Anecdotes de médecine”.
"Sir
LC, uno dei più famosi farmacisti di Parigi ha avuto in Italia, 25 anni fa, una
febbre maligna, ed è stato curato da medici e chirurghi francesi, e ha subito
molti salassi di sangue. Dopo l'ultima flebotomia – che è stata molto
importante – ha avuto una sincope ed è stato privo di sensi per così tanto
tempo che gli assistenti erano particolarmente preoccupati. Riferì che dopo
aver perso tutte le sensazioni esterne, vide una luce così
pura ed estrema che credette di essere in Cielo (letteralmente: nel Regno dei Beati). Ricordava molto bene
questa sensazione e affermò che mai in tutta la sua vita aveva avuto un momento
più bello”.
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Fulvio
(dal racconto di Maurizio)
Io
[Maurizio] sono medico. Specialista in Anestesia e Rianimazione. Cominciai ad
interessarmi del fenomeno delle NDE ancora prima che Raymond Moody pubblicasse
in Italia il suo best seller "La Vita oltre la Vita".
Nel 1982 (avevo a quel tempo circa 28 anni), seppi da un conoscente
che un amico comune, aveva avuto una esperienza molto particolare, durante un
incidente d'auto molto grave. Se n'era sentito parlare di queste esperienze, ma
nessuno pareva darci credito. La cosa finì li. Poi lessi avidamente (sono
molto curioso di fenomeni che rientrano nel paranormale) il testo di Moody ed
il secondo pure. Mi venne in mente dell'amico Fulvio così chiesi all'amico che
me ne aveva parlato, se ne sapesse qualcosa in più. "Chiedilo a lui",
mi disse, con te credo che si confidi, non ne parla volentieri, ma tu sei anche
suo amico e medico e non credo che avrà difficoltà. Così telefonai a Fulvio che
venne a casa mia in un pomeriggio nel quale ero libero. Ci sedemmo e gli dissi:
vorresti parlarmi dell'episodio di cui mi hanno accennato, quello che riguarda
il tuo incidente? Mi guardò come se si aspettasse la domanda e dopo aver
osservato il giardino fuori dai finestroni del portico mi raccontò. (Il racconto
originale è in dialetto delle nostre terre. Per cui ve lo riporto in italiano
ma non rende la stessa forza della lingua originale del posto! Inoltre tento di
sintetizzarlo al massimo...). Sai, noi ancora non ci conoscevamo. (nel momento
in cui raccontava era sposato con figli, ma andiamo con ordine), e io avevo una
Alfa Romeo coupè. La mia ragazza mi sedeva al fianco e stavamo percorrendo la
202 (una statale molto dritta e veloce) quando per una curva larga, complice il
sole negli occhi, vidi un furgone. Mi resi conto che ci sarei andato dritto
addosso e sterzai di colpo. Sai le Alfa con la trazione posteriore di una
volta. Se perdi il controllo diventavano incontrollabili. Sapevo che andavamo
veloci. 140 circa. La sterzata mi proiettò dritto fuori dalla strada. Davanti
oltre ai cespugli vidi il tronco di un pino e mi ricordo lo schianto. Niente
cinture quella volta. Anche se c'erano nessuno le metteva. Era passato un
istante. Ma mi sentivo bene, nulla, nessun dolore anche se mi accorgevo che il
piantone del volante era come entrato … dentro al torace? Mi chiesi. Come
faccio a non sentire dolore? Allora sentii i lamenti della mia ragazza. Aveva
tutte e due le ginocchia incastrate sotto il cruscotto dalla parte sua e subito
uscii dalla portiera aperta e feci il giro dell'auto. Cercai di aprire la sua
portiera. Vidi il muso dell'auto schiacciato contro l'albero. Pensai. Qua la
Forestale mi darà la multa. Poi vidi lei che urlava il mio nome scuotendo uno
che sedeva al volante ed in quel momento non capii subito. Tornai al mio
sportello e mentre c'erano persone che accorrevano vidi me stesso riverso sul
piantone del volante appunto. Mi guardai e pensai. No quello non sono io. Io
sto bene. Ma sul momento mi preoccupava di più la ragazza. Arrivarono presto la
Polizia. Una ambulanza ed i Vigili del Fuoco. Io cercavo di spiegare a tutti
cosa era successo ma pareva che nessuno badasse a me. Tirarono fuori la mia
ragazza e li sentii dire: “Lei è viva e forse ha solo le ginocchia frantumate.
Per il ragazzo non c'è nulla da fare”. Guardai e vidi che estraevano l'altro me
dal posto di guida e mi sistemarono prima per terra su un lenzuolo e poi steso
su una barella e coprirono quell'uomo... me stesso ma ancora non mi rendevo
conto, con un lenzuolo. Dopo sistemarono la barella in ambulanza e anche la mia
ragazza che gridava dal panico seduta accanto a me. Salii anch'io assieme ad un
infermiere sulla ambulanza e partimmo. Io ero vivo e stavo bene e non
comprendevo nulla del motivo perché il mio corpo dovessero trattarlo in un modo
mentre io stavo bene. Non mi ero ancora reso davvero conto che io ero morto.
Dichiarato morto all'impatto. Ma io, Fulvio (e puntò il suo indice verso di sé
più volte guardandomi come dire... ma nessuno capiva nulla...) invece ero vivo
e stavo bene. Camminavo, ero salito senza problemi sulla ambulanza, vedevo me
stesso... Poi ad un certo momento tutto quanto cambiò. In pochi istanti il
mondo che avevo conosciuto era scomparso e mi trovai immerso come in una
piscina dalle acque strane, in cui potevo respirare... ma non so se era respiro
non te lo so spiegare... La corrente d'acqua mi portava verso un punto molto
luminoso che si avvicinava rapidamente. Difficile descrivere sai, le cose che
sentivo e vedevo erano del tutto diverse e faccio fatica a trovare le parole. Era una luce fortissima ma
nonostante questo potevo guardarla senza che mi abbagliasse. Quando fui
davanti alla luce vidi che essa proveniva da qualcuno che era dentro la luce. La luce lui la emanava. Era lui la luce ma la luce non era lui. Difficile spiegare (gli
suggerii: Come fosse un “Essere
di luce”?) Bon,
bravo! Ecco, sì! E poi? Chiesi io... E poi e poi... ero là e sentivo che la persona dentro la luce mi poteva vedere dentro
tutto. Tutto quello che ero che avevo fatto e vidi tante cose della vita che
avevo dimenticato. Insomma non mi parlava ma mi stava mostrando tutto quello
che ero che ero stato. Non avevo nessuna possibilità di nascondermi ma nemmeno
ne sentivo il bisogno. Sentivo che mi capiva, ma non riesco a spiegarti... No,
no, gli dissi... ti spieghi benissimo... e dentro me passavano tutti gli esempi
che Moody aveva riportato e pensai: ma allora è tutto vero, identico... Fulvio
riprese a dire: poi sentii una domanda. Non era voce, ma era voce non saprei:
la domanda era dentro di me: Non
veniva da me: Una voce autoritaria ma senza un tono di accusa. “Hai cercato di conoscere?”
Come... cosa... e sentii che mi
chiedeva se avevo cercato Dio e non
potevo mentire perché sentivo che Lui sapeva già tutto. Risposi... Non so... non ho dato spazio
credo... E poi l'altra domanda. Come una mazzata... non che mi bastonasse: la
domanda era una mazzata per me che avevo 20 anni e non capivo niente della
vita... mi chiese:
“Hai amato?” Rimasi come senza parole e capii che la
mi giocavo tutto e vedevo che no... non avevo amato abbastanza, nessuno in
pieno... forse... e risposi: “Non so, forse... non ho avuto il tempo!” Allora l'Essere di luce mi disse dentro perché la voce entrava
dentro me senza un suono esterno: “Avrai ancora un tempo”. E là Maurizio – mi disse
- accadde la cosa più bestia (parole sue...) che potesse. Mi trovai
a precipitare in un istante dentro il mio corpo. Dolori che non auguro nemmeno
a un assassino. In quel momento capivo tutto. Ero morto ma il mio io esisteva
e mi ero incontrato con lui... Lassù. E con l'indice
indicò in alto, muovendo la mano tre o quattro volte. Quando si ritrovò nel suo
corpo si agitò e le persone i medici gli infermieri che avevano sistemato la
sua barella in un angolo lo scoprirono immediatamente e lo portarono in
Rianimazione. Trauma cranico. Sfondamento della cassa toracica. Pneumo ed
emotorace. Tre vertebre fratturate. Uscì dall'Ospedale dopo tre mesi e
mezzo. […] Fin qui il racconto, amici. […] Un'altra telefonata. L'amico
dell'inizio del racconto. “Fulvio è in cardiochirurgia. Lo stanno operando.
Aneurisma dell'aorta”. Non ce la fece. Ritornò, credo, da quell'Essere che gli “Aveva dato un tempo”.
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Maya
Alcuni
anni fa per un tentato omicidio, sono morta per più di mezz'ora e, da allora, è
iniziata una "Nuova Era" per me... Ho visto la mia anima staccarsi
dal corpo, fluttuava nell'aria, non avevo più memoria della mia vita, era nella
mia anima. Ad un certo punto, mi trovai in un posto buio e strettissimo in cui percepivo altre anime, eravamo tante, poi ho sentito un lamento di una donna. Intravidi un piccolo
puntino di Luce, e più
lo guardavo, più diventava grande fino a quando fui attratta come una calamita
verso quella Luce,
diventata un Portale di Luce con accanto il Guardiano con una lunga Spada appuntita. Forse era san Michele Arcangelo
che si dice pesi le anime. Stavo entrando nel Tunnel quando lo Spirito Luce mi sbarrò la strada con
la spada. Fui catapultata all'indietro nel Tempo mentre una voce mi diceva che dovevo tornare, ma io non volevo
tornare, lì c'è pace, c'è Luce. Ritornai dentro il mio corpo, vidi due Spiriti Luce,
uno dei due aveva una sagoma più grande, si posò sul mio letto e mi rivelò il
perché dovevo tornare .... La sua voce era di donna, di una Madre. C'E' UN UNICO
MESSAGGIO NELL'UNIVERSO ED E' QUELLO DELL'AMORE.
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Maria
Stella
Durante
il parto cesareo del mio primo figlio, mi sono ritrovata immersa nella nebbia e
provavo molto dolore. La mia disperazione era terribile in quanto pensavo di
essere morta e che quel dolore non sarebbe mai cessato. Vedevo una luce molto lontana e volevo
andare verso la luce,
perché sentivo che lì il dolore sarebbe finito. Ma una barriera di voci me lo impediva, nonostante le mie suppliche. Le voci mi dicevano che non potevo raggiungere la luce perché avevo irriso la pratica delle messe per i defunti e perché troppo attaccata ai
beni terreni. Alla fine mi hanno anche detto che non era ancora giunto
il mio momento, che dovevo tornare sulla terra e dire a tutti che la vita
eterna c'è. In quel preciso istante, mi sono svegliata e ho riconosciuto la
voce del mio ginecologo.
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Vittorio
Sono
un uomo di 50 anni e sin dalla prima infanzia, dall’età di 7
anni circa, mi capita di vivere paralisi notturne. Circa 2 o 3
esperienze l'anno, ma nel mese di dicembre del 2016, mi è successo per un mese
intero, tutte le notti. Durante una di queste, mi sono sentito, in piena
coscienza, catapultato fuori dal mio corpo, a velocità pazzesca, volando nello
spazio e pensando "cavolo succede davvero!” Improvvisamente mi ritrovo di
fronte una luce immensa, indescrivibile, viva, ma
soprattutto sperimento uno stato di "Serena Estasi”, indescrivibile,
cosciente di tutto e della nostra
interconnessione con Dio.
Nella luce, so che c'è Gesù. Con tutte le mie emozioni mi dirigo dentro
quella luce, ma poi mi
sento ricadere, come in un baratro, di nuovo a tutta velocità e mi ritrovo nel
mio corpo. Dopo quest'episodio ho cominciato a leggere tanto e in molte
letture, ho ritrovato la mia stessa esperienza.
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Mariangela
Mi
chiamo Mariangela ed ho 43 anni. Scrivo in quanto ho deciso di raccontare la
mia esperienza NDE. Correva l'anno 1999 quando ho incominciato ad avvertire i
sintomi classici dell'infiammazione dell'appendice (dolori al fianco, non
riuscivo a stendere la gamba destra). Dopo aver riscontrato che l'
infiammazione non spariva con le cure farmacologiche, abbiamo deciso di optare
per l' intervento chirurgico.
L'operazione è stata fissata per le ore 20:00 del 10 Novembre dello stesso anno
ed in quella data, all' ora prefissata, è venuta nella stanza dell' ospedale
un' infermiera per condurmi in sala operatoria. […] Mentre ero in camera in
attesa che mi svegliassi dall' anestesia mi è successo quanto segue: mi sono
separata dal mio corpo ed ho cominciato a fluttuare e volteggiare nella stanza
dell'ospedale. Ero lì che volavo in maniera leggiadra e vedevo il mio corpo
steso nel lettino con i miei genitori al lato dello stesso, mia madre alla mia
sinistra e mio padre alla mia destra. Ero pienamente consapevole che ero
entrata in un'altra dimensione e, mente volavo, ho deciso di fermarmi in alto
sospesa nell'angolo della stanza per fissare il mio corpo. Anche se volteggiavo
in quella camera d'ospedale, allo stesso tempo ero circondata da una realtà
composta da colori meravigliosi ed avvertivo una pace ed una gioia che non esistono sulla terra.
Ero talmente felice di stare in quella dimensione che ho fatto un discordo a me
stessa: "che bello rimanere per sempre qui".
Allo stesso tempo però sapevo che se fossi rimasta lì, avrei lasciato
sprofondare nell'angoscia più totale i miei genitori ed ero molto combattuta
perché se da un lato volevo rimanere, dall' altro non volevo farli soffrire.
Così continuavo a volare felice mentre osservavo un tunnel dall'ingresso buio
ma che aveva in fondo una luce
così intensa che non esiste qui sulla terra. Questa luce aumentava di
circonferenza lungo il tunnel tanto che lo sbocco dall' altra parte era solo luce immensa e meravigliosa
che si espandeva a dismisura con raggi lunghissimi. In mezzo a tale bagliore ho potuto scorgere il
volto di Gesù. A
tale visione ho rifatto un discorso a me stessa e mi son detta: "non mi
importa se lascio i miei genitori, io voglio attraversare quel tunnel ed entrare in quella luce".
Così mi sono avvicinata all'imbocco del tunnel ed ho provato ad inserire la
prima gamba per entrarvi dentro. In quell'esatto istante è apparso alla mia sinistra un Padre Cappuccino che non si è
lasciato vedere in volto (aveva lo stesso saio e la stessa forma della testa di
Padre Pio, però non posso dire che fosse lui non essendosi fatto vedere).
Lui mi ha bloccata impedendomi di
entrare in quel tunnel e, facendomi segno con la mano, mi ha detto: "vai, vai, che ancora ne
hai da vivere"! In quel momento sono rientrata nel mio corpo e mi
sono svegliata urlando per il forte dolore che sentivo allo stomaco ed ho visto
i miei genitori accanto a me, mia madre alla mia sinistra e mio padre alla mia
destra, esattamente come li avevo visti dall' alto della stanza. Quella notte
sono stata malissimo in quanto l'anestetico mi si era bloccato nello stomaco. Non ho deciso io di rimanere in
questa vita, è stato quel Frate Cappuccino
che l'ha deciso per me...
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Antonio
Salve
mi chiamo Antonio e solo oggi ho conosciuto questo sito NDE. Io ancora oggi
vivo momenti di rapimenti e di annullamento dalla vita che mi circonda, perché
nel 2015 ebbi un incidente sulla moto, rimanendo senza vita per 6 ore. Mi sono
ritrovato in un giardino meraviglioso seduto su dei fiori colore oro e alti un
metro. Il cielo sopra di me era come cristallo che rifletteva luce da qualcosa di luminoso
che stava dietro al cielo. Mi ricordo che lì, tutte le cose venivano
all'esistenza nel momento in cui tu le pensavi. All'improvviso comparve dietro
di me un albero alto quanto una montagna, poi da lontano vidi un uomo che passeggiava. Mi rallegrai nel guardarlo, perché pensavo di essere solo,
mentre lo osservavo da lontano, all'improvviso me lo trovai accanto, lo guardai nel viso ed era bello,
aveva i capelli Oro, una veste bianca con un bottone Oro al petto.
Mentre ero tutto tremante nel chiedermi anche dove mi trovassi, lui stese il braccio e mi invitò ad alzarmi.
Incominciò a parlarmi di tante cose che ancora oggi, a frammenti, mi ritornano
in mente. Mentre mi parlava e camminavamo, io sentivo una pace ed una sicurezza
dentro. All'improvviso vidi che diventa grande come un gigante e nonostante ciò
manteneva la sua mano nella mia. Io iniziai a chiedergli dove mi trovavo! Lui con un tono rassicurante mi disse: Non posso dirti per ora dove
siamo altrimenti tu mi chiederai di voler rimanere qui e non è ancora il tempo,
ritorna sulla terra. All'improvviso mi risvegliai, sentendo un forte
dolore nel corpo, nella stanza di rianimazione dell'ospedale, pensando di
essere a casa mia, nella mia camera da letto. La cosa mi è venuta alla mente
poi, dopo tre giorni. Oggi ancora vivo in modo diverso, riuscendo a percepire
cose che prima non percepivo, mi sembra di rivivere in momenti che ho già
vissuto, mi fermo qui...
Pamela
Sono
Pamela e ho 22 anni. Poco più di due anni fa un mio caro amico morì in un
incidente d’auto. Durante il funerale, in chiesa, ho percepito di stare male,
come se stessi svenendo. Ho cercato di parlare e chiedere aiuto, ma sembrava la
stessa sensazione di quando, in un incubo, provi ad urlare ma sei immobile e
dalla bocca non esce nulla. Poco dopo qualcuno mi porta fuori dalla chiesa e da
lì è iniziata la separazione tra il mio corpo e la mia anima. Ho capito subito
che non era un semplice svenimento, come già mi era capitato qualche volta nella
vita. Mentre “dormivo”, perché la mia sensazione era come se stessi dormendo,
sentivo chi parlava attorno a me, ma la mia vista, nel mondo della realtà, era
nera. Nel frattempo vedevo invece una forte luce bianca provenire
dall’altro, una sensazione di pace e leggerezza incredibile. Sentivo la presenza del mio amico in questa grande luce e di altre persone con i volti molto sereni. In quel momento ero
contenta anche io, e quando mi sono risvegliata, ero infastidita del risveglio,
come se non volessi lasciare quel posto e quella sensazione. Mi sono
risvegliata leggera e come se mi fossi teletrasportata in un secondo, da un
posto fisico a un altro posto fisico, perché ciò che ho visto sembrava
veramente reale e il fatto che la mia testa pensasse in quel momento, mi fa
credere che fossi consapevole di tutto quello che stava succedendo. In quel
secondo in cui mi sono ricatapultata nella realtà, non ricordavo di essere
stata lì prima, sensazione svanita dopo poco. Premetto che non sono credente, ma
la luce che ho visto e tutto l’insieme,
sembrava rimandare a qualcosa di divino. Questa esperienza mi ha
permesso di rivalutare i tanti valori della vita e di valutare la morte come un
passaggio sereno e parte della vita.
Riccardo
Ero
stato dal dentista di fiducia per l’estrazione del dente del giudizio, in
compagnia di mia moglie. Prima dell’estrazione, mi fu iniettato dell’anestetico
a base di carbocaina. l’intervento fu un po’ doloroso ma del tutto
sopportabile, mentre rientravo a casa il dolore diventava sempre più acuto e
insopportabile. Appena varcato la soglia di casa, ebbi appena il tempo di
sedermi... e mi svegliai notando che la casa era piena di gente con due
infermieri che mi adagiavano su di una barella per portarmi al pronto soccorso.
Io dissi perché in ospedale? Sto benissimo ma stavo ancora meglio nel posto
dove sono stato poco fa. Dopo qualche attimo notai che ero bloccato con tutto
il resto del corpo mentre la mente, la vista e l’udito erano attivi. Preciso
che fu molto faticoso riacquistare le funzioni del corpo. Durante quei momenti
di incoscienza (poi mi fu detto arresto cardiaco) mi trovai seduto al
centro di un grande divano di morbido velluto, di colore nero molto grande
e semicircolare. Davanti a me uno schermo gigantesco come se dovessi assistere
ad un film. Sullo schermo una montagna scura e dietro questa montagna una luce abbagliante che mi
costringeva a tenere lo sguardo basso verso i piedi del monte. Con la coda degli occhi vedevo
intorno a me sia a destra che a sinistra delle ombre di persone che mi sembravano parenti defunti e amici defunti,
ma siccome la luce era bassa non riuscivo a vedere né a distinguere i loro
volti. sul loro capo
brillava una debole fiammella. La loro presenza mi faceva compagnia e
mi trasmetteva sicurezza e affetto. Una musica dolce si udiva
nell’ambiente, un profumo di fiori d’arancio nell’aria. Io mi sentivo
molto felice ed ero lì ad attendere qualcosa di speciale che il ritorno alla
vita mi ha negato.
Mario
In
Africa sono stato morsicato dalle zanzare contraendo la relativa malaria,
naturalmente si trattava del ‘plasmodium falciparum’ la più pericolosa e con il
più alto tasso di mortalità. Non avendo gli stessi sintomi della malaria
‘tradizionale’ febbre elevata ecc., il mio medico senza visitarmi ha escluso
l’infezione. Dopo una settimana dal rientro mia moglie mi ha trovato in stato
assente disteso sul letto, richiesto l’intervento del 118, quando è arrivato il
dottore ha diagnosticato che il mio cuore si era fermato dopo un’iniezione
nello sterno mi ha trasportato in ospedale dove il neurologo ha giudicato il
mio caso chiuso per morte, ma un dottore mio amico ha voluto insistere nelle
terapie del caso e dopo alcuni giorni di coma ed una lenta ripresa durata più
di 3 mesi sono tornato a casa. Non so quando ho vissuto l’esperienza del
viaggio in questa LUCE indescrivibile e meravigliosa,
dove sono stato avvolto da
tanto amore e pace ritrovandomi in
un luogo dove si respira tanta gioia alla presenza di fiori enormi e meravigliosi, con profumi
inebrianti. Lì in quel luogo ho
incontrato i miei
genitori defunti da alcuni anni e solo mia madre mi
ha rivolto la parola dicendomi che non era ancora la mia ora dovevo
tornare e nonostante il mio disappunto ha insistito sul mio rientro. Ho anche parlato con mio nipote morto nel 1994 a
seguito di incidente stradale all’età di 18 anni ed anche lui mi suggeriva che
dovevo tornare.’ Quanto avrei voluto rimanere! ‘niente sono tornato e solo
dopo alcuni giorni, (anche perché per i primi 15 giorni non riuscivo né a
muovermi – tetraplegico - né riuscivo a parlare in quanto ero intubato), avendo
mille timori di essere frainteso ho raccontato l’accaduto a mia moglie
Cristina. La mia esperienza meravigliosa mi ha cancellato la paura della morte
in quanto, quando si muore esiste qualcosa, ma soprattutto nell’aldilà ci si ritrova con i propri cari, in più il mio
credo mi dà la certezza che Dio ci aspetta con gioia.
Concetta
Quando
io avevo circa cinque anni annegai in mare aperto. Un’onda ribaltò la barca
dove ero seduta insieme a dei parenti. Quella mattina fui l’unica bambina
a trovarmi sul fondale del mare in compagnia di un cono di luce. Nonostante
l’acqua mi riempisse i polmoni, il cono di luce mi faceva respirare ed
insegnava a nuotare (in maniera velocissima e telepatica). Così mi salvò la
vita. Tutto questo potrebbe sembrare un ricordo alterato di una bambina, ma mi
creda, mi trasformò la vita. […] All’età di diciotto anni l’epilogo. A quel
tempo fui sottoposta ad un banale intervento chirurgico ai turbinati. Questo
intervento chirurgico doveva durare massimo 30 minuti invece uscii dalla sala
operatoria dopo 5 ore perché stavo morendo con una emorragia interna. in quanto
mi ritrovai fuori dal corpo come per vegliarlo. Io mi trovavo ad osservarlo
serenamente alla stessa altezza del lettino operatorio, alle spalle della mia
testa fisica. Vedevo il mio corpo come una madre osserva un figlio piccolo
nella culla. Sì! io amavo quel corpo anche se avevo difficoltà a
riconoscere che fosse mio. Di lì a poco una luce
abbagliante apparve alla mia destra. Essa con grande fermezza ed autorità mi
ordinava di non voltarmi (ma senza parole... io non avevo bisogno
di parole per sentire). La luce
mi ordinava di non voltarmi perché “non era un posto dove io dovevo vedere”. Quell’essere imponente poggiò la sua mano sul mio
volto fisico il quale era immobilizzato dall’anestesia, spostandolo.
Così il sangue uscì dalla bocca sbloccando la mia gola… ero salva. […]
All’improvviso mi sono sentita risucchiata in un posto che sapevo essere il mio
cervello!! ...Era buio e vi rimasi per qualche secondo aspettando che
succedesse qualcosa poi il mio risveglio ed una serie di prove di quanto mi era
accaduto. Dopo una settimana tornai a scuola ed una mia compagna di classe mi
disse che si sentiva di dovermi far leggere un libro e che era sconvolgente
così me lo prestò. Si intitolava “La Vita oltre la vita” ma non fu l’unica cosa
che accadde perché da quel giorno sino ad oggi l’Essere che mi salvò la vita ha sempre fatto in modo di farsi
capire standomi
accanto risolvendo concretamente ogni cosa. Una sola volta mi ha parlato per pochi
secondi e mi ha abbracciata sono riuscita a sentirlo come qualcuno che cerca di sintonizzarsi con
una radio e tantissimo altro che sa di miracolosamente assurdo… comunque
quello che voglio dirle è che tutto quello che ne è derivato nella mia vita
soprattutto il mio precoce cambiamento orientato al bene e a convincere la
gente che “DIO ESISTE”. Grazie per
avermi ascoltata.
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4444. NDE Probabile di Alessandro P 12/6/2017. Probabile NDE
8437. Da Italia.
Ciao
a tutti, voglio raccontarvi una cosa accaduta a me, non raccontata: 29/03/2007,
mi schianto a 180 all’ora in moto contro una Golf, potrete immaginare tutti le
mie condizioni: coma, una ventina di fratture di cui 3 al cranio, entrambe le
braccia distrutte, pneumotorace, 2/3 di fegato distrutti... Ad un certo punto
mi sento bene, leggero, in pace, mi vedo da sopra, da due o tre metri di
altezza, poi mi trovo in una stanza, ma non vedo muri, solo un soffitto basso e
chiaro, sto benissimo, vedo
un uomo sdraiato su una panchina con un bel vestito grigio, si alza, si gira, il nonno morto vent’anni prima
e che adoravo!!!
(Nonno manifestó la sua malattia con comportamenti strani come il dormire sulle
panchine intere notti mentre si trovava in vacanza a Rimini). Mi viene incontro
e in dialetto padano mi guarda arrabbiato (il nonno non sorrideva mai!) e dice
“cosa fèt chi, putìn? VA VIA” (Cosa fai qua ragazzino? VAI VIA). Poi un signore da dietro un leggìo mi chiama e
mi fa cenno di avvicinarmi, mi guarda e mi dice “NON È ORA, hai una seconda occasione”
e dopo qualche giorno mi sveglio dal coma, racconto il sogno a mia madre che mi
confessa di aver sognato la stessa scena, ma quando chiese al nonno chi fossi,
lui le rispose “ma niente, è uno che viene da Roma, ma non sta qui...” (io
abitavo a Roma...).
Ha
incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? Sì, ho incontrato il nonno materno.
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3523. NDE Probabile di Sarah W
Ebbi un
incidente all' età di 14 anni, la mia gamba aveva un profondissimo taglio, e
fui portata in ospedale con l' ambulanza. Fui investita, e vidi la mia vita
svolgersi all'incontrario in pochi secondi. Fu come guardare un film, ma ultra
veloce. […] Ero stata una bambina abusata e vi risparmierò i dettagli. Ero così
arrabbiata di non avere nemmeno un buon ricordo. Venni abusata, non ero amata,
e non ero stata voluta. Era davvero una infanzia di merda. Arrivata in ospedale
stavo nella astanteria e ci stessi 4 ore a sanguinare. Nel momento in cui mio
padre spalancò la tenda tirandosi dietro una infermiera ero coperta di sangue
dalla testa ai piedi. La rotula del mio ginocchio era esposta e dovevo essere
portata in chirurgia di corsa. Mi fecero i raggi X e da lì andai in chirurgia.
Lì mi diedero un gas che mi fece andar sotto. Avevo paura che mentre ero sotto
qualcosa potesse andar storto. Mi ricordavo che mio nonno si risvegliò durante
un intervento che non avevano ancora finito. Me ne ricorderò per sempre.
Aspirai tanto gas quanto potevo perché non volevo risvegliarmi durante
l'intervento. Pensai che mi sarei addormentata e magari avrei sognato. Bhe, non
persi conoscenza e inizia a dar di fuori. Gridavo e mi agitavo. Ma non mi
muovevo davvero né gridavo. Dicevo sono ancora sveglia!! Un istante dopo capii
che mi trovavo sul soffitto e che ero completamente calma e serena. Mi chiesi
come mai potessi vedere il soffitto così bene così da vicino. Ero priva di peso
e mi sembrava di rimbalzare fra soffitto e pavimento. Udii un rumore
acutissimo, lo udii e lo sentii anche. Era doloroso da sentire e io volevo
andarmene. Non appena espressi il mio senso di fastidio, BOOM, e fui in uno
spazio nero. Era più nero del nero ed era tutto vuoto. Avevo sempre avuto paura
del vuoto perché temevo che qualcosa potesse acchiapparmi. Provai a percepire
il mio corpo e non ne avevo uno. Pensai che stavo sognando e non capivo come
mai non potevo percepire il mio corpo. Mi chiesi che aspetto potessi avere dal
momento che non avevo un corpo. Provai a toccare il mio corpo e le mie mani o
quel che mi pareva fossero le mie mani, ma passavo attraverso me stessa. Mi
chiedevo come mai non ci fosse più luce e dove potesse essere mio padre. Non mi
piaceva stare al buio e volevo trovare un interruttore o qualcosa del genere.
Pensavo che fosse inutile provare a muoversi aggiro visto che non potevo vedere
dove stavo andando. Volevo emergere da quella oscurità e pensavo che magari un
qualcosa mi avrebbe acchiappato. Ma durante quella esperienza in nessun momento
ebbi sensazioni di pericolo. Non appena mi sentii non più a mio agio e a
preoccuparmi riguardo a dove fosse mio padre, vidi una puntina luminosa a distanza. In un lampo,
la luce venne dritta
verso di me. Ero una bambina abusata e ero stata picchiata un sacco. Avevo
paura che la luce
volesse colpirmi sul viso. Mi scansai temendo di essere colpita. Mi girai e
vidi questa magica luce piena di colori (oro, bianchi e rosa mescolati insieme)
come un diamante che ha tutti i colori e sfumature scintillanti. Sembrava
essere viva e invitarmi a entrare. Allungai per prima la mia mano e ebbi una
sensazione così incredibile, che una mente non ha le parole per esprimere la sensazione di AMORE immenso. Introdussi nella luce il resto di quel che
sembrava essere il mio corpo e diventai AMORE ero UNA sola cosa con la luce. Venni immediatamente
abbracciata così vicina e stretta. Era come se qualcuno mi stesse abbracciando. Pensai che non
volevo lasciare la luce
perché non volevo che quelle sensazioni se ne andassero. Cioè non volevo
tornare nella oscurità. Per la prima volta in vita mia lasciai che le mie
difese cedessero. Mi concessi di smarrirmi nell' esperienza. Danzai nella luce
e volteggiai così felice di conoscere per la prima volta in vita mia il bene.
Mi chiesi che aspetto potessi avere perché prima non ero riuscita a vedermi o
sentirmi. Ottenni una visione a 360 gradi di me stessa. Ero come ero sempre
stata. Mi vidi solo dalle spalle in su. Pensai oh beh sono identica. Vidi due
luci avvicinarsi da lontano e avevano la fisionomia di persone. Pensai che le medicine non mi facevano
vedere chiaro. Provai a socchiudere gli occhi per accertarmi se fossi io che
vedevo male. Non vidi dettagli, rimasero creature luminose. Questo è il modo migliore in cui potrei descriverle.
Arrivarono da me e io dissi non potevo vedervi bene e chiesi dove fosse mio
padre. Essi mi indicarono telepaticamente alla fine della luce. Chiesi se potevano
accompagnarmi perché non potevo vedere bene avendo avuto un incidente. Dissero
di sì e con cautela ci avviammo verso la fine della luce. Avanzavo quasi centimetro per centimetro
perché non sapevo cosa ci fosse al di là della luce. Chiesi loro cosa vi fosse
dietro la luce e mi
dissero che avrei dovuto arrivarci per poterlo sapere. Temevo che il sentimento
d'amore che provavo
e gli abbracci sarebbero svaniti se fossi andata oltre. Ma mi fidai dei due esseri luminosi e avanzai entrando in quello che
sembrava un corridoio. Ma la luce
era talmente brillante che non riuscivi a vedere al di là o entro di essa. Non
intendo affatto dire che la luce mi facesse male agli occhi. Solo non riuscivo
a vedere il versante al di là di essa. Quando attraversai il corridoio mi
vedevo avere questa esperienza. Avevo 3 diverse prospettive di me stessa e
anche una visione a 360 gradi di tutto. Mi vidi ascendere entro qualcosa come
una grande massa cumuliforme di nubi. Continuai a salire e arrivai in un luogo
che potrei descrivere unicamente come un luogo di luci. Tutto era scintillante e sfavillante... come
diamanti! Tutto era vivo
di luce e luminescente. Gli alberi e tutte le piante erano immacolati. Non c'erano foglie morte o ramoscelli secchi
dagli alberi o cespugli. Tutto era così pulito e immacolato. Camminai per quel
che mi sembrò parecchio tempo lungo un sentiero o strada, guardandomi attorno
vedendo quanto tutto fosse bello. Giunsi a un incrocio, o qualcosa del genere.
C'era un edificio alla mia sinistra. Era composto di un materiale che direi
tipo cristallo trasparente. L'edificio sembrava inoltrarsi dentro il suolo ed
emergere con una bella angolazione. Ricordo che pensai qualcosa del tipo woah
fantastico. Vidi che vi erano una specie di 12 mura di cristallo o fondamenta.
C'erano scritti dei nomi sopra con colori diversi. E rimasi a fissarle per
quello che mi parse parecchio tempo. Vidi che di fronte a me c'erano due donne che mi stavano venendo incontro. Avevo
paura di parlare con chicchessia. Non sapevo dove mi trovassi o dove mi fosse
permesso andare. Così, provai a nascondermi dietro un albero per non essere
vista. Mentre si avvicinavano provai ad avvicinarmi all'albero quanto più
potevo e finii che mi ci ritrovai dentro. Ero totalmente sbalordita da questa
cosa! Mi dissi "Oh wow avevo sempre saputo che poteva essere
possibile". Guardai le
due donne passarmi accanto come se non potessero più vedermi. Stetti
dentro l'albero così a lungo, mi parve. Ero semplicemente felice di stare lì
dentro. Pensai che i colori dell'albero somigliavano ai colori di cui ero
adesso composta io. Udii
una bella voce maschile chiedermi "te ne starai
nell'albero per tutto il tempo?" io sorrisi e risposi "oh no,
è che non penso ci siano altri posti dove andare". La voce disse "questa è la
tua CASA e puoi andare ovunque vuoi". "Davvero?" risposi. E lui
disse "sì!". […] Lì davanti a me stava l'uomo più BELLO che abbia mai
visto in tutta la mia vita. Il
suo sguardo era AMORE puro e brillantezza.
nessuno mi aveva mai guardata a quel modo. I suoi occhi erano spalancati con
fulgore e traboccanti di AMORE
e di GIOIA. Gli Occhi più Blu che abbia mai veduto in vita mia. Era giovane e
alto e scuro e l'uomo più affascinante mai vissuto. Non c'è nessuna persona
vivente che possa eguagliare la BELLEZZA di Gesù Cristo.
Era perfetto in ogni senso. Mi corse incontro e io corsi incontro a lui. Lo
abbracciai e lui mi strinse così forte. Mi sciolsi nel suo abbraccio e ero ora
al suo fianco. Rimanemmo come smarriti per parecchio tempo direi l'uno nello
sguardo d'amore dell'altro. Così, dissi a Gesù, "intendi dire che non dovrò andare a
dormire per sempre?" In un certo senso fu come se ridesse e disse
"No". Gesù mi
disse che sarei vissuta per sempre e che non sarei mai morta. Disse che questo
posto era la mia CASA e che lo sarebbe sempre stata e che avrei trascorso
l'eternità lì con loro. Non so descrivervi la mia sensazione nel sapere questo.
I testimoni di Jehova dicono che non andrò in paradiso, e men che meno con Dio
o Gesù. Dicono che quando muori vai in uno stato di eterno sonno. Che il tuo
corpo è la tua anima e quando il tuo corpo muore la tua anima muore e rimani in
questo stato di sonno finché Gesù
non viene a risvegliarti. E' all’incirca quello che dicono. Mi chiese che cosa
mi sarebbe piaciuto fare. Stare qui o tornare sulla Terra? Risposi "non so
che cosa fare lì (sulla terra)" e Lui mi disse "amare e divertirti" Io dissi
"questo?" Dissi "lo faccio, io voglio bene a tutti". Disse
"lo so". Mi
sorrise in una maniera così gentile e piena di affetto. Sembrava dire
che era orgoglioso di me. Pensavo fra me e me… bhe, nessuno mi vuole bene lì. Lui disse "sì te ne
vogliono". Io dissi "Sì?" pensandoci bene, avevano un modo buffo
di dimostrarmelo. Dissi "Ma nessuno mi vuole bene". Lui disse
"Io te ne voglio!". Dissi "Tu?" Mi venne vicino e mi tenne
le mani alla altezza del suo petto. Disse "sì". Ci guardammo ancora
negli occhi. Entrambi eravamo ricolmi di amore per l'altro. Avrei potuto stare
a guardarlo per sempre senza distogliere lo sguardo. Chiesi che cosa sarebbe
stato in serbo per me sulla terra se fossi tornata indietro. Mi disse che aveva
distribuito diversi regali per me lungo la mia strada. Mi parlò degli animali che aveva in serbo
per me. Mi disse quanto mi amavano. Dissi "gli animali possono amare?" Lui disse "certo
che possono!". Mi mostrò la mia vita futura se fossi tornata
indietro. Scorreva attraverso la parete che dava sullo spazio cosmico. Mi vidi
felice e che ridevo molto. Volevo essere felice a quella maniera. Perché ero
stata così infelice mentre ero sulla terra. Gli abusi e il crescere sentendomi
dire che non sarei andata in paradiso. Penso che qui il mio spirito era stato
schiacciato tutto il tempo. Non avevo un solo bel ricordo, nemmeno uno. Volevo
provare ciò che quella ragazza che stavo guardando davanti a me provava. L'amore era perfetto e mi
bastava, non avresti avuto bisogno di niente altro. Era tutto ciò che volevo e
che ancora voglio! Dopo di che vidi quanta gente avrei aiutato ad avvicinarsi a
Dio. Sapevo che volevo
tornare, ma avevo paura di tornare. Non vivevo in una buona casa e venivo
abusata giornalmente. Distolsi lo sguardo anche da Gesù e iniziai a guardare il pianeta Terra.
Volevo che lui venisse
con me, pensai che non sarebbe venuto se lo avessi chiesto. Il pensiero di
sentirlo dire "no" era troppo per me. Pensavo di non essere
abbastanza buona e pensai che lui era troppo bello per voler venire indietro
con qualcuna come me. Dissi "se torno indietro non voglio starci troppo a
lungo". Lui disse
"okay". Mi preparai a chiedere se per favore fosse voluto venire con
me. Pensai che non c'era modo che lui venisse con me. Ma, io lo amavo già
talmente tanto. Volevo che non mi lasciasse, mai! Mi girai e lo guardai. Continuava a sorridermi come
aveva fatto per tutto il tempo. La sua espressione non cambiò mai e non
mi perse mai d'occhio durante tutta l'esperienza. Dal primo istante che lo vidi
fino a quello in cui non lo vidi più. […] Poi quest'uomo venne nella stanza da
una porta alle nostre spalle. Anche lui molto bello con la stessa espressone
sul volto di Gesù. Sembrava
essere super felice di vedermi e passò a Gesù un foglio. C'era un piccolo podio
accanto a Gesù e lui
scrisse qualcosa. Guardai l'uomo
alle spalle di Gesù, e anche lui mi
sorrideva pienamente e con amore. Non rimase per molto e se ne andò per la
porta da cui era venuto. Gesù volle che andassi con lui
da qualche parte e voleva mostrarmi alcune cose. Passeggiavo con lui per quello
che mi parve un tempo molto lungo. Il paesaggio era perfetto e tutto era in fiore. Era un luogo
incantato al di là del descrivibile. Ricordo che camminavo su questo
acciottolato/sentiero con Gesù e giungemmo ad una casa
e comunque parte di un edificio. Potevo vedere la fiancata della casa che
recava un qualcosa di liquido vicino. Gesù disse che era un lago di riflessione. Ero ansiosa di vederlo
e andai avanti a Gesù
per vedere meglio. Mi girai per vedere dove fosse Gesù e mi stava guardando in tutta la mia
eccitazione. Occhi grandi e pieni di Amore per me, ancora sorridendo quanto
grande un sorriso può essere. Aspettai che mi raggiungesse e mi disse
"Questa è la tua casa". Io dissi "Davvero, questa è la mia
casa?" era perfetta e la amavo già senza nemmeno vederla tutta. Entrammo
nella casa e io volevo andare dritta a vedere il lago di riflessione. Pensavo
se era il caso di uscire o no. Mi piaceva dove mi trovavo e pensai di non
tornare. Gesù continuava semplicemente a
guardarmi e la sua espressione non mutava in quei grandi occhi e sorriso
contagioso. Andammo a sederci vicino al lago e ci guardavamo con amore e
affetto. Non potevo credere che quella casa fosse mia, era perfetta. Gesù aveva qualcos’altro da
mostrarmi prima che andassimo via per tornare sulla Terra. Ci allontanammo e Gesù camminava tenendomi la mano. Non sono sicura di dove andammo
perchè passai tutto il tempo a guardare Gesù. Ricordo che Gesù voleva mostrarmi qualcosa. Ero curiosa di
sapere cosa fosse. Cioè, mi aveva appena dato una casa. Nessuno mi aveva mai
dato nulla eccetto mia nonna. Gesù aprì una porta e quando
io entrai c'era una moltitudine di persone il cui numero non riuscivo a
contare. Mi
sorridevano tutti come Gesù
e c'era l'uomo con il foglio dell'ufficio. Disse "tutti loro ti vogliono
bene". Io dissi "loro?". Tutti scintillavano di colori paradisiaci. Pieni
di amore e di luce e super felici di
vedermi. Mi stavano tutti dicendo telepaticamente che mi amavano e che erano
fieri di me. Volevo restare e conoscerli uno ad uno. Li amavo tutti quanti. Anche se non ne
conoscevo nessuno. Dissi a Gesù
"Vorrei non avere trascorso così tanto tempo nell'albero, avrei potuto
conoscerli". E mi sentii male per non avere parlato con le due donne
prima. Sapendo ora cosa tutti loro provavano per me. Gesù rise al commento sull'albero. Tutti pensarono che era divertente
e risero. Fu così magico e non lo dimenticherò mai! Dovevamo andare e tornare
sulla terra. Ci dicemmo addio. Gesù ed io lasciammo tutta quella gente. […] Mi guardai attorno
una ultima volta prima di rientrare in questo corpo. Pensai è pesante e sporco,
caldo e sudato. Non provavo proprio nessun attaccamento per esso. Mi disgustava
ad esser sinceri. Dissi "Da dove passo?" volevo dire per il corpo… e
proprio allora mi ci ritrovai dentro con facilità. Entrai dalla base dello
sterno. Era così strano essere nel corpo. Pareva più come una conchiglia vuota
dentro e densa fuori. Non sapevo cosa fare quando rientrai in questo corpo
carnale. […] Mi portarono nella mia
stanza di ospedale dove mio Padre mi stava aspettando. Guardai in giro per
vedere Gesù ma non lo
vidi. Pensai sicuramente entrerà giusto dalla porta. Non lo rividi mai più e
sto ancora cercando. Finché non ci reincontreremo ancora, suppongo, aspetterò
sempre per poterlo rivedere. Mi ci volle quasi un anno per reimparare a
camminare. La mia vita cambiò dopo quanto mi era accaduto. Sono cambiata per
sempre dall'amore
che Gesù mi ha
mostrato.
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3483. NDE di Alice 10/6/13 Da Italia.
Durante
l'intervento al cervello durato 8 ore mia figlia Alice (sono la madre perche'
Alice non è piu' tra noi purtroppo) disse di essere entrata in una luce meravigliosa con calore e senso di pace, poi vide Gesu' seduto ai piedi di un albero immenso, con un viso
bellissimo "come non si vedono persone sulla terra" disse. in
questa occasione Gesu' la tocco' con la mano e
lei penso' "moriro' perchè mi porta con lui". Invece l'intervento
andò bene, ed alice mi confesso 'questa cosa soltanto dopo un anno e mezzo
dall'intervento.
Avete
incontrato o visto altri esseri? Sì, Gesu'.
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2728 NDE di Franciose A 6/24/11 Da
Italia.
Stavo
stessa sul letto, credevo di sognare ma vedevo una galleria come un tunnel dove
c'era un giardino bellissimo con tanti fiori e in fondo una luce che si allargava sempre di piu'. A fianco di questa luce stava il mio nonno scomparso da circa 6-7 mesi e gli ho sorriso. Mi sono sentita
felice a vederlo, per un po' volevo restare lì con lui visto che sorrideva e
stava bene (ultimamente lo vedevo sempre sofferente perche' era malato di cancro).
Mentre mi avvicinavo a lui gli ho detto: "Ti vedo bene! Vengo da te cosi'
ci salutiamo!" Lui mi fece il segno con la mano
come quando si manda via una persona, e mi disse: "Sto bene, vai tu che
non e' ancora il momento". "Vai, vai ti aspettano." Dopodiche'
ho sentito una tristezza. E qui finisce perche' mi dicono di essermi svegliata.
NDE
dal tentativo di suicidio.
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2512. NDE di David B 4908 11/17/10 Da Italia.
Durante
una gita in auto con mia moglie sono stato costretto a fermarmi per improvviso
grave malessere con sudorazione e algìa precordiale e al collo. Portato
all'ospedale di Lucca in ambulanza e sottoposto a tutte le terapie del caso ho
avvertito progressiva perdita di coscienza come uno sprofondamento in un
vortice verso il basso, con una certa rapidità e una generica sensazione di
allarme e angoscia, ma con lucidità. Poi più niente: il niente assoluto, non so
per quanto tempo, e improvvisamente un ritorno di coscienza contemporaneo ad
una forte scossa elettrica. Poi nuova perdita di coscienza con impossibilità
allora e adesso di mi spingevano dolcemente la durata, e quindi una sorta di
risveglio fuori dal corpo, o meglio senza corpo in una sorta di galleria non
ben definita in cui avvertivo di spostarmi sempre in una direzione senza peso e
dolcemente, in una iniziale oscurità che si faceva via via più tenue. Non
vedevo nessuna forma di oggetti o persone, ma avvertivo la presenza rassicurante di esseri o anime incorporee
che, senza poterle distinguere le une dalle altre, avvertivo come piene di amore e desiderose di aiutarmi e accompagnarmi. Sentivo che erano i miei familiari defunti e/o amici che erano a stretto contatto
con me e mi spingevano dolcemente verso una direzione. Il mio stato
d'animo era di indicibile beatitudine e come di un calore non fatto di
temperatura ma di amore
e totale soddisfazione. poi improvvisamente tutto è finito e mi sono ritrovato
al centro dell'equipe di medici e infermieri.
NDE
da fibrillazione ventricolare.
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1930. Jacqueline M Esperienze di suo padre 6/6/2009.
Questa
è la storia, così come mi venne raccontata da mio padre. Ho sentito il bisogno
di condividerla con voi. Essa mi fu di grande conforto quando poi mio padre
partì per l’ultimo viaggio. Mio padre Lennie era stato colpito da un tumore
alla mascella sinistra e venne ricoverato al Royal Hospital di Brisbane per
essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione dei tessuti
tumorali all’interno della faccia. Dopo l’intervento, lui mi disse che ad un
certo punto, durante l’operazione, si era trovato al di sopra del proprio corpo
e guardando giù capì di essere morto. Nell’istante successivo venne risucchiato
in uno spazio buio: nel buio più nero ce avesse potuto immaginare, poi si ritrovò al di fuori di un
tunnel dorato. All’interno del tunnel, disse, si trovava un Uomo santo, che stava lì, in piedi con gli abiti più bianchi e splendenti che si
possa immaginare. Aveva lungi capelli e papà capì che quest’Uomo era
davvero un Essere di grande santità. Papà “sapeva” di non
poter entrare nel tunnel poiché splendeva come di oro lucente, anche se
desiderava entrarvi poiché sentiva tanto amore e pace tutto attorno a sé. Mi disse pure che
non sapeva come facesse a sapere che l’Uomo fosse santo né perché non potesse entrare nel tunnel
fintantoché questo risplendesse di luce dorata ma, tuttavia, lo “sapeva”.
Quando il tunnel non risplendette più di luce dorata l’Uomo all’interno del tunnel disse: “tu devi tornare indietro, noi
non siamo ancora pronti a riceverti, quando lo saremo torneremo ancora e ti
verremo a prendere”.
La cosa successiva che papà ricordava era che si ritrovò di nuovo nel suo
corpo, nell’ospedale. Ciò che più di tutto impressionò mio padre di questa
esperienza, e lui che non avrebbe mai potuto dimenticare, fu il fatto che
quanto era accaduto a lui era del tutto reale: lui era cosciente del fatto che
non si trattava di immaginazione o di allucinazione: era proprio realtà. Papà era un ateo convinto e non avrebbe mai potuto
immaginarsela, una cosa simile. Papà venne poi rimandato nella nostra città di
residenza, Blackwater, per morirvi, in quanto aveva metastasi di tumore alle
ossa. Un giorno, mentre era nell’ospedale di Blackwater, ebbe la visita di un Angelo che si presentò come un “messaggero di Dio”. Erano esattamente mezzogiorno e l’Angelo
non toccava con i piedi per terra. L’angelo disse a papà: “Ho un messaggio per
te da parte di Dio: affinché tu possa entrare in Paradiso, devi seguire le
seguenti istruzioni”. Papà non mi disse quali fossero queste istruzioni, ma mi
disse che una cosa che doveva
fare era di dover leggere la Bibbia ogni
giorno, fino al giorno della sua morte, e ciò anche se non sapeva come
fare perché non c’era un pastore che potesse aiutarlo. Io facevo l’infermiera
in un ospedale di Rockhampton, così feci trasferire mio padre lì, poiché c’era
un reparto di oncologia, e papà aveva bisogno di stare vicino alla sua
famiglia. Circa due settimane prima della sua morte, ci disse che di lì a due
settimane lui ci avrebbe lasciato. Mia sorella gli chiese: “Perché, dov’è che
vai, papà?”. Lui rispose che di lì a due settimane sarebbe morto. Ci disse pure
che quella notte un altro ammalato, di nome Danny, era morto. Danny aveva un
melanoma e stava nel letto proprio di fronte a quello di papà. Papà mi riferì
quello che era successo proprio un attimo prima che Danny esalasse l’ultimo
respiro: papà vide due Angeli entrare nella stanza e mettersi a ciascuno dei
due lati del letto di Danny senza toccare il suolo. Papà sentì Danny esalare l’ultimo respiro e subito
dopo vide Danny ed i due
Angeli stare in
piedi davanti al proprio letto. Uno degli Angeli gli disse che sarebbe
tornato, per lui, di lì a due settimane.
Papà morì esattamente due settimane dopo la morte di Danny. Mi disse che quando
aveva visto l’anima di Danny, lo vide felice e ringiovanito. Un’altra cosa che
papà mi disse fu di non avere paura della morte, poiché essa è come passare
attraverso una porta. Mio padre passò dall’essere una persona che non credeva in niente all’essere salvato dall’Onnipotenza di Dio e per
questo mi sento molto riconoscente e privilegiata di essere stata una testimone
della Sua Grazia salvatrice. […] . Gesù e Dio esistono per davvero. Esistono realmente anche gli Angeli, lo so perché mio padre li ha visti, e si
è salvato. Dio benedica tutta l’umanità.
QUESTIONARIO
Avete
sperimentato un senso di conoscenza speciale, relativa all’ordine e/o alle
finalità dell’universo? Sì. Consapevolezza
immediata che l’Essere era di natura spirituale
superiore (santo), sebbene
prima non avessi nessuna convinzione religiosa.
Avete incontrato o visto altri esseri? Sì, un essere spirituale con lunghe vesti splendenti e
lunghi capelli, ma che non mostrava il volto.
Come giudicate voi, attualmente, la realtà della vostra
esperienza? Esperienza
assolutamente reale.
Poiché mio padre divenne
tutt’un’altra persona dopo la sua NDE era in pace e confidava che la
conoscenza che aveva ricevuto era una possibilità di salvezza datagli da Dio Padre. Non aveva più
paura della morte. Non mi fece prediche, ma mi confidò semplicemente la sua
storia ed io ne sono veramente grata a Dio che lo abbia fatto.
Le vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito
particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? Sì. Papà divenne religioso, e così pure io.
C’è stato qualcos’altro che volete aggiungere riguardo alla
vostra esperienza? Credo che diffondere questa NDE riguardante mio padre possa
dare conforto ad altra gente che ha perso i propri cari o che non hanno nessuna fede in Dio o in Gesù, perché è una dimostrazione di come un uomo che non aveva nessuna fede
abbia testimoniato che vi è una vita dopo la morte e che Dio e Gesù esistono
davvero. Amen.
------
1740. NDE di Benino 11/10/08 Da Italia.
Avevo
4 anni ed avevo l'influenza. A causa della forte tosse il pediatra mi aveva
prescritto un farmaco contro la tosse attualmente non più in commercio, il
Tussifargan. Subito dopo pranzo mia madre mi diede questo sciroppo e io rimasi
a letto a guardare le figure di un settimanale. Provai la sensazione di
soffocare, in quanto la lingua s'era ingrossata e mi aveva bloccato la gola. Il
naso era chiuso per l'influenza. Rimasi svenuto sul letto.
Dopo un tempo indefinibile mi trovai fuori dal mio corpo che guardavo il mio
corpo riverso sul letto. Mi spostai nell'aria seguendo sempre con lo sguardo il
mio corpo. Poi tutto si fece nero. Mi trovai nel tunnel. I bordi del tunnel erano marrone, grigio e
nero e i colori si mescolavano tra loro. Non percepivo suoni, calore, fame,
sentimenti, peso, ricordi, ansia, emozioni. Ero solo vista. Il tempo che ho
passato nel tunnel è indefinibile, ma penso diverse settimane. In fondo al tunnel c'era una
piccola luce.
Improvvisamente mi ritrovo fuori dal tunnel, in un ambiente nero, forse (non
ricordo questo dettaglio con esattezza) c'era una specie di pavimento marrone.
Davanti alla luce c'era una striscia nera. Arrivato davanti alla luce la striscia diventò una sagoma di un uomo, non aveva profondità,
sembrava a 2 dimensioni, come ritagliata nel cartoncino nero. Non appena fui a
circa mezzo metro di distanza, la figura alzò la mano e la avvicinò alla
mia spalla sinistra. Io seguii la mano nera che mi si avvicinava e vidi
la mia spalla (fu l'unico momento in cui vidi un pezzo del mio corpo durante
l'esperienza). La mano non riuscì a toccarmi perché mi sentii afferrato da
dietro e trascinato molto velocemente indietro. La grande luce divenne un punto, riattraversai il tunnel e poi buio. In
realtà ero rimasto svenuto per circa 10 minuti, mentre mi portavano
all'ospedale vomitai il pranzo e il movimento peristaltico mi abbassò la lingua
e mi fece una specie di massaggio cardiaco. Rimasi all'ospedale alcuni giorni e
dissero che non avevo subito danni cerebrali. Dimenticai l'esperienza ma la
sognavo spesso.
NDE
a 4 anni. Atipico perché è
ora ateo (non a
causa della NDE), e
ritiene che la NDE come allucinazioni.
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1708. NDE di Stella 10/1/08 Da Italia.
Stavo
attraversando la strada e... persi il sandalo. Tornai indietro a riprenderlo
senza pensare e... mi presi un'auto direttamente in fronte: la botta più
memorabile della mia vita e questo fu nulla rispetto al seguito! Mi vidi
rotolare dentro al piccolo fosso che costeggiava la strada e capii di essermi
fatta molto male: forse stavo morendo? Fatta la domanda fui catapultata
all'interno dell'autoambulanza che avrebbe dovuto salvarmi e vidi l'infermiera
perdere l'anello che fu di sua madre e dove cadeva. Quindi segnare male
l'indirizzo dell'incidente e l'autista che lo prendeva per vero. A quel punto
dedussi che non ce l'avrei fatta, ma ero felicissima! Pensai: "ma è già
finita? che fortuna!!! a caaasaaaa!!!" Entrai nel tunnel (che stranamente conoscevo bene)
lanciandomi a velocità vertiginosa verso casa, senza intenzione alcuna di
fermarmi a osservare le cose nel tunnel: volevo tornare a casa. Il tunnel era
semitrasparente e vedevo punti di luce come stelle lontane divenire strisce di luce irregolari, come
fanali di auto molto veloci su strade con curve. La velocità era in aumento
costante finché la luce non poteva più raggiungermi e vidi che il tunnel era
una grande curva appena percettibile, ma chiaramente sensibile. Poi fui quasi a
casa. La luce mi
avvolse e io avevo un'età compresa fra zero l'eternità, ogni domanda che mi
ponevo aveva la sua chiara risposta, anche se non capivo ogni risposta. Ero avvolta come da un dolce
canto di molte voci
e non capivo che diceva, camminavo scalza in un prato ondulato su erba soffice
e poco lontano si stagliava la quercia più imponente che abbia mai visto, di un
verde brillante come la vita (potrei scrivere un intero libro su quell'albero
perciò mi fermo qui). Sotto
l'albero mi aspettava un
giovane di una
bellezza e dignità uniche! Mi invitò a "riprendermi" facendomi
sedere su di una panca in legno davanti a un tavolo su cui c'erano pezzi di pane e vino
rosso (mio padre sulla terra produceva vino per uso familiare e io amavo
il rosso). Quando ebbi mangiato, parlò: "tutto ciò che vedi è come
guardare le nuvole: vedi un cagnolino, ma sai che è una nuvola. Ora ti vedi a
casa, ma sai che sei quasi a casa e che non è ora: devi tornare". Risposi con un no secco
e chiaro: non capivo perché dovevo tornare... stavo cosi bene..! Lui obbiettò: "non ti
manca mamma e papa'?" Io: "no, tanto arriveranno qui e li
rivedrò!" (non aveva importanza il tempo: non esiste). Con estremo amore e pazienza mi mostrò
che avevo ancora molto da imparare facendomi vedere la mia vita come un
viaggio: potevo scegliere vari sentieri ma dovevo andare da "a" a "B".
Gli eventi base, le mie mete, erano simboleggiate da statue di marmo, mentre
altre erano in argilla fresca e ancora plasmabili in qualcosa di diverso.
Compresi che il punto non è il quando (il tempo non esiste), ma che tutte le
condizioni siano soddisfatte e quella più determinante è la libera scelta. Sono una serie di libere scelte e reazioni agli
accadimenti che determinano le condizioni per trovare la meta o mancarla. E'
qualcosa di talmente libero che si può sempre riprovare: non importa il tempo o
lo spazio non esistono, importa solo "soddisfare le condizioni" per
arrivare alla propria meta. E io non avevo raggiunto alcuna meta. Nonostante
questo mi rifiutai di nuovo di tornare.
Allora mi prese in braccio e mi mostrò il fiume, attraversato il quale non
sarei più tornata, e le città al di là di esso. Mi disse che avrebbero atteso
in eterno e che non dovevo temere perché lui aveva ottemperato tutte le
promesse. Mi disse molte cose, ma io ero intenta a coccolarmi fra le sue
braccia al suono confortante della sua voce e non ascoltavo. Osservavo con
infantile curiosità il suo anello: c'era un bassorilievo formato da tre linee
curve che intersecandosi formavano
un triangolo in
un unico segno grafico in cui la penna potrebbe scorrere all'infinito. Udii
però"... quindi puoi tornare tranquilla". Rifiutai con tutta la
cocciutaggine di cui una bimba è capace. "Allora parlerai con mio Padre" disse.
Per niente intimorita e molto determinata, accettai. Mi indicò la strada. Avrei
dovuto percorrere un labirinto di siepe, ma ero troppo disperata e avrei fatto
di tutto per non andarmene! Perciò attraversai la siepe in linea retta
tagliandomi e graffiandomi con molto dolore, ben sapendo che quella siepe era
l'unica cosa lì che poteva seriamente farmi male. Fui sollevata dalle
"braccia amorose del Padre".
Mi chiamò col mio vero nome (che significa anche "piccola scimmietta
curiosa e ribelle) e lo riconobbi come il "mio DIO" con cui tanto avevo "giocato". Quello che
avvenne è talmente intimo che riferirò solo la parte finale, premettendo che
quando mentivo sapevo che Lui
lo sapeva, ma ci provai comunque..."allora vediamo se sei pronta: ami gli uomini?
IO: "sì"
LUI "più di te
stessa?
IO: "quasi.. sì ...in teoria sì.."
LUI: "tanto da
rinunciare alla vita?"
IO: "sì, sì...resto volentieri!"
LUI: "non ci siamo
capiti... Mi Ami?"
IO. "tanto da restare qui per l'eternità!"
LUI "allora se mi Ami e Ami gli
uomini come io Amo loro, torna e fai la mia volontà per il loro bene!
"ecco, mi ha "fregato" per benino! Il guaio di discutere con lui
è che ha sempre ragione!" pensai, ma lui ascoltò e insieme ridemmo fino a
far esplodere il cuore! (non so come meglio descrivere la cosa). Non avevo
scelta: o sulla terra o fuori da lì e là fuori non mi piaceva. Piangendo
disperata tornai dal ragazzo,
che mi chiese di non ricordare perché la nostalgia avrebbe potuto farmi male e
che avrei ricordato quando e quanto necessario, ma io raramente ascolto i
consigli o ubbidisco alla cieca e così ne soffro ancora. Mi sembrava
impossibile fare quel che dovevo nella vita e ne ero terrorizzata! Pregai il
ragazzo: "...ti prego! lo so che mi perderò...! ti prego, non voglio
deluderLo! Ti prego, quando succederà prendimi per i capelli e tiramene fuori!
rinuncio formalmente a ogni libertà per quel momento: tiramene fuori anche se
dirò di no!". LUI
mi disse" ho fiducia in te" e io gli avrei tirato un pugno, ma mi astenni.
Poi sorrise (perché capiva anche se solo pensavo) e promise "Sì,
interverrò. Ma ti sarò anche accanto ogni giorno fino alla fine". […]
Posso dire che rientrai nel mio corpo con la stessa sensazione con cui si
infila un guanto, per ultime presero il loro posto le mani. Poi sentii i dolori
intensissimi del corpo e mi svegliai, da sola dal coma (come attestò
l'encefalogramma). Lo spazio fra le mie meningi e la calotta cranica è
praticamente virtuale e conservo una tale cicatrice nel cranio che ancora oggi
se faccio rx dopo una botta vogliono ricoverarmi. Eppure sto benone, secondo i
medici di allora grazie alla "straordinaria capacità di reazione dei
bambini".
Risvegliatami presi a male parole tutti i medici, dicevo: "assassini! voi
non capite! qui posso morire! fatemi tornare dove ero! maledetti! lasciatemi
morire!
Mi calmai solo quando vidi l'infermiera che aveva perso l'anello e le dissi
dov'era. Allora con un enorme sforzo ricordai tutto, ma proprio tutto: anche
quello che non avrei dovuto. Questa mia reazione indusse i medici a darmi
sostegno psicologico e anche ad inviarmi un gruppo che indagava sulle NDA
(questo mi fu riferito da adulta da mia madre). Ora, a 40 anni, posso dire che
non avevo minimamente compreso quanto avesse ragione. Grazie Padre, qualunque sia il Tuo nome (che non riesco a pronunciare).
I vostri rapporti con le altre persone hanno subito
particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? Sì, li odiavo tutti! ora
li amo talmente tanto da soffrire o gioire non per loro, ma con loro. Non posso più disinteressarmi
degli altri perché so che fanno parte di me e io di loro, ma soprattutto
conosco come e quanto Lui ci Ama, chiunque sia in realtà
questo "LUI".
Le vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito
particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza?
Sì, non volevo entrare in chiesa perché il prete assomigliava
all'uomo nero e, per me, aveva ucciso il suo dio e chissà cos'altro poteva
fare....soprattutto a me! Dopo
anni di lotte teologiche intestine... ho accettato la religione cattolica
apostolica romana, perché
più si avvicina a quello che là ho vissuto, anche se non coincide
perfettamente.
Avete
incontrato o visto altri esseri? Sì. Un ragazzo molto paziente con cui discussi
a lungo, suo padre che "mi fregò"
di brutto e che determinò il mio ritorno.
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1541. NDE di Walter R 1/31/2008 Da Italia.
Ero
al mare, la data non la ricordo per il semplice fatto che ho lasciato correre
gli anni, senza raccontare niente a nessuno per non essere deriso, sono storie
dove rischi di esser preso per un pazzo e poi, a 17 anni, si pensa alle
ragazzine ed io mi immaginavo la scena di essere deriso da tuti quindi... ho
preferito tenerla dentro. […] l'acqua era ferma, come una lastra di cristallo,
limpida e, calda come un bagno termale, mi tuffai e come mio solito, nuoto
sott'acqua tenendo gli occhi aperti per non prendermi lo scoglio in faccia
quando arrivo. Ricordo che una volta arrivato agli scogli, decisi di fare due
tuffi al di là dove l'acqua è più alta, mi divertivo nel cercare di scendere il
più possibile, per poi aggrapparmi alle rocce restando in apnea, per vedere le
meraviglie del fondale, i pesci le stelle marine, i ricci che son tanto buoni
nella pasta e poi, una volta stufo decisi di tornare in spiaggia. Ero quasi
fuori dall'acqua, mi trovavo all'interno del perimetro acque sicure, con il
mare ad altezza ginocchio, camminavo verso la spiaggia asciugandomi il viso con
entrambe i palmi delle mani, poi in un secondo, mi sentii sprofondare nella
sabbia, riuscii a prendere fiato ed istintivamente allargai le braccia che, per
fortuna, mi fermarono sulla sabbia mentre il corpo pian piano, veniva avvolto
dalla sabbia in quel buco, dove ricordo il freddo intenso ai piedi. cercavo di
dimenarvi per uscire ma, avevo le gambe incrociate e poi la pressione della
sabbia era tanto forte che, mi chiuse in una morsa, ma la cosa peggiore, era il
fatto di avere le braccia e quindi anche la testa fuori dalla sabbia ma...
sotto l'acqua.
Non so di preciso quanto tempo sia durato il tutto, per me era come se il tempo
scorresse molto ma molto lento, in un primo momento il panico dominava su di me
con una forza devastante, ero cosciente e capivo che non era la classica bevuta
d'acqua con lo stimolo del vomito, speravo che qualcuno mi tirasse fuori da
quella stanza delle torture.
L'istinto di respirare non tardò ed un secondo prima del respiro ero incredulo
a cosa mi stava per accadere. Il respiro d'acqua non lo ricordo ma la sabbia in
bocca quella sì, il rumore dello scricchiolio dei granelli tra i denti, l'amaro
ed il salato di un mare che non avevo mai odiato così tanto, però già lì ero
entrato in una fase di calma dove i ricordi ti scorrono davanti in una maniera
fantastica, cose che non avrei mai ricordato se non con l'aiuto di qualcuno,
eppure lì li avevo davanti ai miei occhi come libri scritti. […] Riaprii gli
occhi ma la situazione era cambiata non di poco, sembrava un sogno, mi trovavo
a circa una decina di metri da terra, immobile, lievitavo nell'aria e sotto di
me sulla riva il mio corpo riverso a terra con un mucchio di persone attorno,
chi urlava, chi mi alzava le gambe, chi mi rianimava con la respirazione e
massaggio cardiaco, io non avevo né domande né risposte, ero neutro e mi
limitavo a guardare la scena ben sapendo che quello riverso a terra ero io.
Come un cambio di scena in tv mi ritrovai poi a volare (sempre alla stessa
altezza da terra, una decina di metri) sopra ad un prato verde ma di un verde
splendido, volavo in questo meraviglioso verde a velocità abbastanza spinta, e
ricordo che questo prato era come una collina ed io dovevo superarla sta
collina ma sotto di me l'erba scorreva ma l'orizzonte non si avvicinava. Poi
ancora un cambio di scena tipo flash e mi ritrovai in un tunnel di luce, ma lì non volavo e non
camminavo, mi avvicinavo come una sorta di zoom, passata la metà del
tunnel, la luce si faceva sempre più forte, ma più aumentava la
sua forza e più era la sensazione di piacere, un piacere tenero, una sensazione
di quiete, è come se guardaste il sole, ma il sole in confronto è debole
ma molto debole, in più il sole è molto ma molto fastidioso. Più mi avvicinavo
alla fine del tunnel e più mi rendevo conto che sulla destra qualcosa o qualcuno mi attendeva, non
riuscivo a distinguere cosa o chi fosse comunque era certamente un'ombra a mezzo busto con lineature umane. Giunto allo
sbocco al di là della luce non vedevo nulla, solo quell'ombra immobile, ad un tratto il piacere
che mi dava la luce
divenne ancora più corposo, era una sensazione come se mi fossi ritrovato
bambino e sentivo l'affetto ed il calore di un abbraccio ma non l'abbraccio
affettuoso di un amico, era una sensazione che potrebbe avere un neonato tra le
braccia di una mamma, o una nonna. Tra tutte le sensazioni meravigliose una mi
è rimasta particolarmente impressa, io mi sentivo privo di peso senza essere a
contatto con nessun tipo di indumento o quant'alto e, quando ero lì con quest'ombra immobile, mi sentii una carezza sul viso
e poi di colpo il buio e subito dopo la luce ma... era una luce diversa,
fastidiosa, sentivo il caos ed una fastidiosa sensazione di appiccicoso sulla
pelle, per non parlare del dolore al petto... ero tornato in spiaggia. Non
ricordavo tutto ciò in quel momento, ero troppo frastornato, dopo alcune ore
tutto mi tornò in memoria. Io
sono ateo
non credo alla religione qualunque essa sia, credo nella scienza e non
nell'aldilà né ad una nuova vita dopo la morte, penso che sia solo un fattore del subconscio ma ho
voluto raccontarla per un mio senso di sfogo e per chi studia questi fenomeni.
L'esperienza
non ha cambiato il credo, Walter
rimane un ateo.
Per lui l'esperienza è il prodotto dell'attività cerebrale.
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1521. NDE Probabile di Rita 1/14/2008 Da Italia.
Non ho ricordato subito, anzi, al risveglio dell'anestesia io
non sapevo neanche di essere stata male. Solo dopo molti anni su una domanda
casuale di mio figlio, mi è successo di rivivere quell'esperienza. Ho dovuto
chiamare a telefono mia madre per chiederle cosa mi fosse successo durante
l'intervento chirurgico e lei si stupì della domanda visto che non me ne aveva
mai fatto cenno. Non ho rivisto il mio corpo, mi sono ritrovata in un mondo di luce e di pace e di amore e di conoscenza. C'erano esseri splendenti come soli, caldi che parlavano con la mente e io
capivo e percepivo lo... (non saprei dire) splendore, il tutto...
Non sarei voluta andar via ma
una voce alle spalle mi disse che quello
non era il posto dove dovevo stare "non devi stare qui, torna
indietro" e mentre stavo per protestare.... mi sono sentita
precipitare in un buco nero e mi sono risvegliata nella prigione del mio corpo.
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1436. Probabile NDE di Eleonora 1/3/2008 Da Italia.
Mentre
dormivo il sogno che facevo si è interrotto e mi sono trovata in un tunnel con in fondo una luce verso cui ho cominciato
ad andare sempre più velocemente. Nella luce ho trovato tutte le persone che ho conosciuto nelle varie esistenze, disposte come quando
si fa una foto di gruppo e tutte molto felici di vedermi. Mentre le guardavo alla mia
sinistra si è avvicinato un "uomo" di mezz'età con barba e capelli brizzolati che mi ha
chiesto in tono autoritario cosa ci facevo lì. Appena io ho risposto che non lo
sapevo, egli mi ha detto
che non era il mio momento e dovevo tornare indietro. Ho risposto che
non volevo, ero tanto felice e serena che stavo bene dov'ero e allora lui appoggiandomi una mano sulla spalla mi ha
accompagnato un po’ lontano dal gruppo e come su un nastro trasportatore che
comparve davanti a noi, ho visto la mia breve vita trascorsa, con le sofferenze
che ho causato ai miei cari per i miei capricci di bambina. Poi l'uomo mi ha detto che dovevo tornare perché
delle persone avrebbero avuto bisogno di me e ho visto il mio futuro (l'unica
parte che non ricordo) e io ho capito e deciso che era giusto tornare. Mi sono
vista di colpo sopra il mio corpo. Sono rientrata cominciando ad unirmi dai
piedi e sentivo man mano il calore salire verso la testa. Solo una volta
completato il "rientro" ho potuto muovermi. Ma pensando che fosse
solo un sogno strano mi sono rimessa a dormire.
Le
vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito particolari cambiamenti a
seguito della vostra esperienza? Sì.
Non ho paura della morte, ho
una grande fede in Dio,
non legata a nessun credo religioso e nello stesso tempo a tutti.
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1096. NDE di Francesca DB 4/23/07 From Italy.
Dolore
fisico, e paura che qualcosa in me stava accadendo, mai perso i sensi dopo una
congestione, mi sono abbandonata a terra ma non ho mai perso i sensi; è come se
mi fossi trovata ad una scelta: o rimango o vado a vedere cosa c’è nel calore, luce che intanto si stava
affacciando alla mente, decisi di andare a vedere la luce perché sentivo che
stavo bene benissimo, un relax, una meraviglia, una luce mai vista, qualcosa che dentro di me è
uscito e continuava a dire: che bello che bello, ma non si muore, ma di cosa ci
preoccupiamo sulla terra se la vita continua, bisogna divertirsi, ridere e
gioire come qui nella luce.
Continuavo a parlarmi poi pensai di essere in coma perché ricordavo della luce che raccontavano quelli
che erano stati in quella situazione. Poi pensai che siccome ero a casa sola il
giorno dopo la mia vicina mi avrebbe ritrovata sul pianerottolo e mentre facevo
il pensiero, diventavo il pensiero, vedevo il pianerottolo, la porta della
vicina, le luci buie del pianerottolo. Poi mi sono ritrovata in giardini verdissimi stupendi,
poi poi poi rimane dentro di me una gioia immensa e la certezza assoluta che la
vita prosegue ...e quando ritornai in "terra" non ero spaventata pensai
subito che la luce fosse il grande mistero chiamato Dio. Tutto qui.
Avete
incontrato o visto altri esseri? Sì sì, i miei
amici e facevamo un
girotondo con vestiti di un qualcosa di bianco.
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352. NDE di Aad G 12/18/2003. NDE
865. Dal Belgio. Originale in olandese.
23 settembre 2002. Ero su una corsia di guida (la corsia su
cui guidare una macchina prima di arrivare al garage) che era ricoperta di
ghiaia bianca. Il vialetto era piantato con alberi alti su entrambi i lati che
pendevano dal vialetto e lo coprivano dal sole. La riserva centrale della
corsia di guida consisteva in cespugli bassi. A circa cinquanta metri c'era un
cancello aperto. Dietro il cancello, la corsia di guida continuava a dividersi
in corsie laterali a sinistra e a destra. Il sentiero davanti al cancello era
fioco, una volta dietro il cancello c'era una luce fantastica. La fonte di
questa luce non era visibile. Davanti al cancello, un po’ a sinistra dal mio punto di vista, c'era il mio cane che è morto di recente il 10
settembre 2002 a causa di un infarto. Questo cane era un pastore belga (Groenend'ler)
chiamato "Farouche". Mi agitava e mi sfidava saltando avanti e
indietro. Era chiaro per me che il mio cane voleva che venissi, attraverso il cancello.
Ho sentito un forte desiderio di andare con lui. Eppure non potevo muovere le
gambe, ero inchiodato a terra. Farouche ha tentato di farmi andare. Poi ho
sentito che la distanza tra di noi aumentava lentamente. Anche Farouche lo vide, si voltò
e attraversò il cancello. Senza guardare indietro, camminava, fiero come un cane, alla luce in lontananza. Cosa mi è successo successivamente, non lo so.
NDE da infarto.
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347. NDE di un viaggiatore 8/12/2003. NDE
869.
5 dicembre 1979. Credo che allora fossi nell’unità di cure
intermedie e non più in quella di cure intensive. Sapevo che mia madre e
un’altra donna erano in fondo al mio letto ma io ero concentrato solo su ciò
che stava succedendo vicino al soffitto. Non ho visto il mio corpo sul letto
dell’ospedale ed ero consapevole che non avevo corpo. Sapevo che la morte era
vicina. C’era una bellissima entità spirituale, che ho sentito avvolgermi ed
abbracciarmi con indescrivibile pace e amore; mi sentivo connesso al TUTTO -- ero in pace
totale – tutto aveva un senso. Non riesco ad immaginare di poter provare un amore come quello fin che ho vita. Calore, amore incondizionato, e una
conoscenza superiore furono elementi della mia NDE.
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346. NDE di Ebin M 12/18/2003. NDE
867.
1970. Ero completamente svenuto dall’ebrezza. Poi fu come se
mi stessi svegliando per osservare il mio corpo e tutti nella stanza che mi
circondavano ma dal secondo piano. Solo che non c’era un secondo piano ma solo
il soffitto. Stavo fluttuando verso l’alto, verso una luce
brillante. Questo è successo durante quelli che sembravano essere dei
momenti di frustrazione durante i miei tentativi di comunicare e chiedere a
tutti cosa c’era che non andava. Davvero molto confuso. Successivamente, ero nella luce e parlavo con i miei parenti morti. Mi dissero di non preoccuparmi e che tutto sarebbe
andato bene. Poi è finita e la prossima cosa che ricordo era il vento e
l’aria che mi colpiva mentre venivo caricato sull’ambulanza. Un amico mi ha
salvato la vita grazie al suo addestramento come pompiere e sono cambiato per
sempre. […].
NDE adolescente da sovradosaggio di alcol.
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342. NDE di Judi T 12/14/2003. NDE 855. Da Trinidad.
15 settembre 1998. Al momento dell’esperienza, stavo
svolgendo un lavoro molto stressante ed ero appena tornata dall’estero dopo
molti mesi di viaggi frenetici e di tassazioni in delle trattative senza
sollievo. La sera dopo, il 15 settembre, stavo mettendo i bambini a dormire sul
mio letto quando mi sono addormentata. Pochi minuti dopo, mio marito entrò in
camera e cominciò a portare i piccoli nella loro stanza. Mentre muoveva il
primo, la carne sul lato sinistro del mio corpo iniziò a “urlare”. Sembrava che
si stesse torcendo su se stessa. Quasi immediatamente, sono uscita dal mio
corpo (questa non era la mia prima NDE – ne ho avuta anche un’altra che ricordo.
[…] Sono saltata fuori dalla cima della mia testa, attraverso il muro della
casa (il letto era appoggiato al muro), mi sono alzata e ho parlato con una figura bianca simile ad una nuvola con forma umana, delineata
in blu (sono arrivata a capire che quello era uno dei miei angeli custodi). Gli ho chiesto di aiutarmi perché
il mio corpo stava morendo (non c’era alcuna incertezza riguardo al suo
desiderio o alla sua capacità di aiutare). Lui rispose: “Per così tanto tempo ti ho detto di
uscire. Ora, guarda cosa ti sta succedendo.” Immediatamente sapevo di
conoscerlo e lui mi
conosceva e mi disse che era una cosa buona quella che mi stava succedendo; sapevo
che si stava riferendo al lavoro che Dio mi aveva incaricato di lasciare nel gennaio del 1997. Ma avevo
cercato di farla franca mantenendo il lavoro; Mi sono un po’ irritata perché
sentivo che in quel momento di crisi non era giusto rimproverarmi. Ho detto,
“Ok, ok, uscirò. Partirò. […] Ho chiesto a Dio di non lasciarmi morire ma che, se proprio
dovevo, di lasciarmi vivere fino al mattino, in modo che i bambini non abbiano
il trauma della loro mamma morta durante la notte senza potergli dire addio.
Dissi: “Padre, non la mia volontà, ma la tua
sia fatta. Nelle tue mani affido il mio spirito”. E poi non seppi più
nulla finché mio marito non venne a letto. L’intera cosa è durata circa venti
minuti. […].
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337. NDE di Mori C 11/11/2003. NDE
847. Dal Canada.
31 maggio 2002. Sul tavolo operatorio, sono uscita dal mio
corpo. Sono andata a passeggiare e ho visto un mulinello di luce bianca. Allora, io ero
tra il bordo che separava questo mondo da quello celestiale o astrale. Sono entrata in questa luce che ha illuminato questa esperienza. È
stata brillante e bellissima tutta lunga un passaggio bianco. Ho visto Gesù molto bello e sereno. Mi ha detto che era troppo
presto per me di stare lì e mi ha mostrato il mio bambino avvolto
nell'oro. Mi ha mostrato mio marito che era molto dispiaciuto in una stanza
dell'ospedale. Ho scelto di tornare per aiutare le persone. […].
NDE durante il parto.
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335. NDE di Leona B 11/11/2003. NDE
848.
Maggio 1997. Sono stata in ospedale per 5 giorni. Ho bevuto
dopo essere stata picchiata selvaggiamente dal mio ex-marito. Ero in coma
mentre avevo le convulsioni. Non ricordo nulla dell’ospedale tranne la mia
esperienza e il giorno in cui mi sono svegliata. La mia famiglia è stata
chiamata in ospedale per dirmi addio perché il mio corpo si stava deteriorando
e le convulsioni non potevano essere controllate con i farmaci. Questo è
quanto, secondo la mia famiglia che è venuta a salutarmi ad uno ad uno, mia
sorella stava pregando per me mentre ha visto il monitor del cuore in linea
piatta e ho smesso di respirare Mi stava trattenendo piangendo e chiedendomi di
non morire. Ha detto che nel momento in cui sono morta, è come se finalmente mi
stessi riposando. […] Questa è la mia unica esperienza durante la mia permanenza
in ospedale. Mi svegliai con una calma incredibile, come se fossi appena
passata attraverso un tornado. Sono stata condotta attraverso il biancore verso un orizzonte bianco,
che ho pensato fosse una strada perché stavo camminando su di essa. C’era
un’area sul lato della strada dove vidi un cane maltrattato. Sentivo che andava bene, ma lo
fissavo con tristezza. Poi
un uomo (che ho il coraggio di descriverlo come simile alle immagini che ho
visto di Gesù) mi è venuto incontro
camminando nella mia stessa direzione. Si è fermato accanto a me, mi ha messo un braccio attorno
alla spalla camminando in avanti. Ho chiesto cosa sarebbe successo a
quel cane e mi disse: “Non preoccuparti, va tutto bene.”
Non mi sentivo soddisfatta di questa risposta e quando ho iniziato a chiedermi
che cosa volesse dire, sono stata risucchiata all’indietro così velocemente che
non posso spiegarlo. Ero nel mio letto d’ospedale, ho aperto gli occhi e la
prima cosa che ho visto erano i grandi occhi blu di mia sorella pieni di
lacrime e sembrava scioccata di vedermi. Ricordo di aver detto “Ciao Madeline”.
Era così. […] All’epoca credevo e lo credo tutt’ora che quella creatura stesse passando
attraverso la morte proprio nel mio stesso momento. Sono confortata nel sapere che tutte le creature di Dio sono “processate” allo stesso
modo. Sento comunque che c’è una proiezione di essere umani. Alcuni
salgono al livello successivo con facilità mentre altri hanno un viaggio più
difficile. Sento che sono stata rimandata indietro perché ho ancora qualcosa da
fare qui. Che si tratti di forza per la mia famiglia, i miei figli o che
fornisca assistenza e amore a qualcuno che ne ha bisogno. Non so cosa sia. Forse dovevo ancora dimostrare
la mia fede in Gesù. Forse era perché dovevo
prendermi cura di mio padre malato, dopo che mia madre era morta. Era
terribilmente distrutto dal dolore e solitario. Mi sono trasferita da lui e con amore me ne
sono occupata. Sono già stata premiata per questo. Dio mi ha mandato la persona
più meravigliosa che abbia mai incontrato. Ci siamo innamorati e sposati ad
aprile. Ha un cuore puro e cose che prima credevo impossibili, le abbiamo
realizzate insieme. […] Cordiali saluti, Leona 11/3/03 – Leona Brent
Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o
vive)? Sì. Un uomo con i capelli lunghi e barba e indumenti bianchi. Simile a personaggi Biblici.
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334. NDE di Kamme O 11/6/2003. NDE
839.
18 dicembre 1990. Prima di lasciare il mio corpo, ho sentito
freddo dall’interno. Poi non sentivo le mie gambe. Ho detto all’infermiera:
“Non sento le mie gambe, voglio dire, sento che non le sento” Poi ho lasciato
il mio corpo come se fossi passata fuori dalla mia area del petto. […] E ho
riso, “questo è”? Questo è quello di cui tutti hanno così paura???' Ho riso
allo stesso modo in cui rido ancora adesso se ripenso a questa cosa ero ancora
me stessa, non solo in questo. Ho visto quella “luce” – e un essere, amore, casa. Mi
conosceva, conosce
tutti noi. Mi ha fatto capire che sono sempre stata amata e che sarò sempre amata, anche se me ne dovessi
dimenticare di nuovo. La voce
femminile “dietro di me” ha detto: “Lei non lo sa, devi diglielo!” Ho
focalizzato la mia attenzione su di lei e la “luce” era sparita. Ha detto: “Hai avuto un bambino!”
E ho pensato, “Oh, Un bambino?” Non posso lasciare il bambino con Doug. Prima
di completare quel pensiero, ho colpito il mio corpo come una tonnellata di
piombo. Il dolore era terribile. Le voci erano “sparite” e io ero intrappolata
di nuovo nel mio corpo. Passarono sette anni prima che io capissi che non mi
avrebbero fatto tornare. Era il mio pensiero, “mi ha riportato qui?” Qui è
tutto diverso.
Le è sembrato di comprendere improvvisamente tutto? Tutto ciò che riguarda
l’universo. Tutti vanno a
casa. Tutti sono amati. Tutto è perdonato. Dio è Dio con qualsiasi nome lo vogliamo chiamare.
NDE dalla nascita di un bambino.
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333. NDE di Steve J 5/10/2003. NDE 20288.
Primavera del 1973. Ricordo che mi portavano all'ospedale e
mi chiedevo il perché. A quel tempo, sembrava che stavo dormendo perché ero in
cima al soffitto e guardavo me stesso. Intendiamoci, avevo solo tre anni e
tutto ciò era davvero bello. Mia
madre, che era morta
poco tempo prima mi spiegava cosa stava succedendo e mi disse che andava tutto
bene. Mi disse anche che questo doveva succedere, in modo che potesse
spiegarmi correttamente cosa le era successo. […] Poi mi ha spiegato che non
l’avrei vista per un po’, ma che sarebbe stata sempre con me. Per prendersi
cura di mia sorella maggiore e di mia nonna e di essere sempre rispettoso verso
le donne (in generale). Tutto ciò stava accadendo al secondo piano del nostro
edificio. Poi mi ha dato un grande abbraccio, un bacio e la luce più brillante che abbia mai visto (senza socchiudere gli occhi
nemmeno per un momento) mi è apparsa, ci è passata sopra e prima di scomparire
ha detto: “Ti amo e sii un bravo ragazzo”.
Poi mi sono reso conto che ero tornato nella mia stanza d’ospedale iniziando a
uscirne e le persone discutevano di sciocchezze. Ho parlato e la stanza è
diventata silenziosa. Ho detto che avevo fame e sete. Volevo anche uscire a
giocare il prima possibile. Sono stato intervistato da numerosi medici a causa della
mia esperienza e del mio recupero.
NDE infantile da polmonite, dove ha rivisto sua madre che era morta.
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331. NDE di Denise B 11/4/2003. NDE
831. Dalla Nuova Zelanda.
10 luglio 2002. Ho viaggiato nello spazio a grande velocità e
questo è successo una volta persa la paura, quando mi sono lasciata trasportare
dagli eventi. Ho visto una luce
e vi sono entrata. Era una
luce meravigliosa che avvolgeva ogni
cosa; c’era una conoscenza e un amore totale. Ho visto la mia
vita dal mio punto di vista della dipendenza flash davanti ai miei occhi,
comportamenti ripetuti, ecc. Sono tornata indietro e mi sono vista nel grembo
materno. […]. Per la maggior parte del tempo avevo la piena sensazione e
consapevolezza del fatto che alla fine tutto ciò che c’è è l’amore. Diventeremo un tutt’uno con tutto e tutto diventerà un
tutt’uno con noi. Siamo qui per sperimentare e trarre il massimo
dell’esperienza possibile da questa vita, ma per farlo dobbiamo vivere nell’ORA
(qui e ora); sbarazzandoci delle distrazioni, dalle dipendenze, dai
comportamenti distruttivi, ecc. Siamo qui per essere la nostra migliore
versione di noi stessi, che include fare ciò che ci è possibile per gli altri.
Non ho più paura, in confronto a prima non vedo l’ora di morire. […].
Ha modificato valori o convinzioni in seguito
all’esperienza? Sì. Ora credo in Dio (per mancanza di parole migliori), nell’aldilà,
ecc. Credo che la religione abbia ragione.
La separazione è una cosa umana. Siamo un tutt’uno con tutto quanto, ora siamo
solo un pezzo del puzzle.
NDE durante la nascita di un bambino.
------
329. NDE di Chrissie B 11/2/2003 &
9/25/2010. NDE 822/4656.
3 giugno 1991. Mi sono sottoposta ad un taglio cesareo. Si
trattava di un’emergenza perché il bambino non aveva liquido amniotico nel
sacco e sarebbe nato prematuro di tre mesi. Non ero preoccupata, avevo avuto un
altro parto cesareo undici anni prima. Durante l’operazione, hanno scoperto
qualcosa chiamato placenta previa e non sono riusciti a arrestare l’emorragia.
Ho ricevuto sessantacinque unità di sangue di sangue. Le machine non riuscivano
a pompare abbastanza velocemente, così hanno chiamato un’infermiera e altre persone
ad aiutare a pompare. Apparentemente, credevano che non avessi speranze. Sono
restate nel reparto cure intense per cinque giorni e poi improvvisamente mi
sono svegliata. Lì non esisteva il tempo per me. Ho avuto la più meravigliosa
esperienza che possa mai essere descritta a parole! Mi sono mossa attraverso
campi e sotto gli oceani (dove però potevo respirare) poi sono passata in una specie di tunnel,
salendo a spirale verso l’alto con un angolo di quarantacinque gradi. E ho visto la luce più brillante e più luminosa che si possa
immaginare, come una specie di aura, e c’era un senso di pace, di essere
spirituale, tutti in pace, tutti uno. Ho parlato (senza parlare, era come se leggessi nel
pensiero della gente) con
una vecchia zia che era
morta. Ho detto a tutti (sempre con il pensiero): “SONO FINALMENTE A
CASA!”. Ero così felice! Era un puro sollievo. Proprio mentre mi stavo
sistemando di nuovo a “casa”, ho sentito una
voce calma e ferma,
simile a quella di un uomo, dirmi: “Devi tornare indietro, hai altre lezioni da
insegnare”. Ed eccomi, di ritorno nel mio corpo. Ho aperto gli occhi e
ho sentito che dicevano: “E’ sveglia”. Una zia era “presente” alla mia
sinistra, ma ero
consapevole di tutti e dicevo finalmente sono a casa, come se non
riuscissi a smettere di sorridere in spirito; erano accoglienti ma poi la voce
mi ha quasi rovinato la festa, dicendomi di tornare indietro. La voce non si poteva mettere in
discussione; si “sapeva” che bisognava obbedire, come fosse il tuo destino.
NDE da complicazione del parto.
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328. NDE di Micki P 11/2/2003. NDE
824/826.
PRIMA presentazione:
1976. Il
mio matrimonio stava fallendo, sapevo che il suicidio era sbagliato ma ho preso
molte pillole, mi sono inginocchiata e ho chiesto perdono a Dio. Cominciai ad
addormentarmi e andai a letto pregando tutto il tempo, chiedevo perdono a Dio.
All’improvviso stavo fluttuando sul mio letto guardando il mio corpo. Ero
vicina al soffitto. Sapevo di essere morta. Potevo vedermi a letto. Ho iniziato
a percorrere una vasta area, viaggiando attraverso un luogo sconosciuto. Ho
visto tutto bianco. Ho
visto un bel cancello che era mezzo aperto. Poi sono andata al cancello.
Proprio mentre stavo cercando di entrare, una voce (non una voce ma una telepatia mentale) mi
ha fatto voltare verso la voce. Ho visto Gesù
Cristo e le
cicatrici sui suoi polsi. Corsi da lui e caddi in piedi piangendo e
baciando i suoi piedi, continuavo a digli che lo amavo. Mi ha aiutato ad
alzarmi e ho guardato su un
enorme trono da cui proveniva una luce brillante. Sapevo che era Dio. Cominciai a parlare con lui dicendogli quanto
lo amavo ma non mi ascoltava.
Gesù lo guardò e
cominciò a parlargli per me. A quel punto, Dio ascoltò. Ora so che cosa significa la Bibbia per Cristo e che è il mediatore tra Dio e l’uomo. Dio ha capito e mi ha detto di
tornare indietro. Ho pregato di non andare. Ho sentito un tale amore e pace in
quel posto. Mi ha detto che non era il mio momento. Non poteva farmi tornare
indietro a meno che non lo volessi. A quel punto, mi disse che avrei avuto dei
figli che sarebbero nati per me. in quel momento, desideravo tornare indietro e
mi rimandò indietro. Gesù
stava alla mia sinistra di fronte al trono di Dio. Ciò avrebbe messo Gesù sulla destra di Dio
Amen. È reale… Lode al Signore!
PRIMA presentazione. Descrizione dell'esperienza 843:
1976. Ho avuto dei problemi durante il mio matrimonio e ad un
certo punto mi sono convinta che tutti sarebbero stati meglio se mi fossi tolta
dai paraggi. Ho preso una dose eccessiva di un farmaco che mi avrebbe fatto
addormentare per sempre. Essendo una “cristiana che scivola indietro” a quel
tempo credevo che sarei morta e che sarei andata all’inferno a causa del
suicidio, ma ero ancora in ginocchio e pregavo per il perdono per ciò che avevo
fatto. Allora ero piena dello Spirito Santo e mi sentivo perdonata da Dio.
Cominciai ad addormentarmi mentre mi sdraiavo sul letto chiedendo ancora
perdono e dicevo a Dio che lo amavo. Prima che me ne accorgessi, stavo
fluttuando sopra il mio letto a vedevo il mio corpo senza vita. Potevo vedere
me stessa e sapevo di essere morta. All’improvviso mi sono sentita trascinata
attraverso questa enorme, vasta area, non c’erano pareti che potessi vedere, ma sentivo che mi stavano
trascinando attraverso un tunnel con una luce che diventava sempre più luminosa. Dopo un po’, mi ritrovai
improvvisamente di fronte ad una bella porta vittoriana in ferro battuto,
coperta dai fiori più grandi e dai colori più brillanti che avessi mai visto. Fiori enormi, 6 volte più
grani di quelli che abbiamo sulla terra. Il cancello era parzialmente aperto
tra questa enorme nuvola composta da nient’altro che un bianco brillante. Il
cancello era alla mia destra. Ho messo la mia mano sul cancello per
attraversarlo. In quel momento, sapevo che era un punto di non ritorno. Poco prima di entrare, una voce nella mia mente mi parlò. Mi sono girata a
guardare alla mia sinistra e lì stava Gesù Cristo. Potevo vedere le sue cicatrici sulle mani e i piedi.
Ma più che sulle sue mani; erano
nella zona del polso come se fossero strappati dal suo peso. Non c’era
linguaggio verbale, solo telepatia mentale. Gli corsi incontro e gli avvolsi le
braccia intorno ai suoi piedi, baciandogli i piedi, e dicendogli quanto l’amassi,
le sue braccia si abbassarono e tenne la mia testa vicino a lui mentre piangevo
forte. Si voltò e guardò verso l’alto, verso la sua sinistra, a quel punto, mi
alzai e guardai anch’io nella stessa direzione (sulla mia destra) e capii che
stavo alla base di un’enorme scalinata, (l’ho chiamata un enorme trono) con la
luce più brillante che sgorgava da esso. Era Dio. Gesù era in piedi alla destra di Dio alla base del suo trono. Ho iniziato a parlare con Dio
dicendogli quanto amavo sia lui che Gesù. Ma Dio non rispondeva. A quel punto, potrei
dire che Gesù stava
comunicando con Dio attraverso la telepatia mentale, dicendo a Dio quando lo
amavo e che credevo che fosse morto per i miei peccati. Dio allora mi parlò
mentalmente per dirmi quanto mi amava. (Gesù era il mediatore tra Dio e me) Dio non mi
avrebbe ascoltato se prima Gesù non avesse parlato per mio conto. Dio mi ha
parlato mentalmente e mi
ha detto di tornare indietro e che il mio tempo non era ancora arrivato.
Lo supplicai e caddi in ginocchio, pregando di non rimandarmi indietro. Nessun
pensiero del mondo era in me, ma era tutto rivolto verso il cielo. Stavo
piangendo e supplicavo così forte che improvvisamente sentii le braccia di Dio scendere su di me (non
c’erano braccia ma le sentivo) e mi sollevò da terra cullandomi dolcemente come
una madre culla il suo bambino contro il suo seno. Mi ha cullato e mi ha tenuto
tra le sue braccia, mi ha delicatamente rimessa in piedi e poi mi ha comunicato che sarei
dovuta tornare indietro perché avrei concepito dei figli e che dovevo
tornare indietro se volevo ricevere questo dono. (I medici prima di morire mi
avevano detto che non avrei più potuto avere figli). […] Quando ho aperto gli
occhi, mio marito era in ginocchio che pregava Dio di non portarmi via da lui.
NDE da tentativo di suicidio.
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322. NDE di Herbert M 10/29/2003. NDE 820.
Sabato 14 novembre 1992 ci incontrammo come previsto, con un
piccolo gruppo di veterani del Vietnam afflitti dal post traumatic Stress
Disorder (PTSD) che stavamo seguendo da cinque anni. Per qualche ragione, i
veterani hanno chiamato e si sono scusati per quel giorno. […] Alla fine di un
terzo giro di sudore, la tensione nel mio petto mi implorava di finire. Ho chiesto
un parere al mio amico e lui era d’accordo. Abbiamo completato la cerimonia
secondo la tradizione – per una questione di rispetto. Una volta ripartiti
verso casa sua, dove avremmo gustato una cena leggera. A questo punto, il mio
stomaco era davvero in subbuglio, ma siccome stavo digiunando, non ci ho fatto
un gran caso. Presi una manciata di caramelle e mentre le mangiavo, il mio
stomaco si calmò. Pensavo che ciò confermasse che il mio disagio era dovuto al
lungo digiuno, che stavo solo rompendo. Mi sentivo un po’ stordito, ma niente
di preoccupante. Mentre ci sedevamo a cena – panini al salame e caffè – ho
avuto improvvisamente le vertigini, il petto non mi faceva male, ma mi sentivo
come se venissi strangolato, ma stranamente potevo respirare molto più aria di
prima. Sembrava che il mio sterno venisse separato e lacerato. Ora, mi sentivo
preoccupato. Il mio amico mi ha chiesto se stavo avendo o meno un attacco di
cuore, per dire la verità, non sentivo intorpidimento del braccio o della
mascella, e quei classici sintomi che vengono comunemente elencati.
Naturalmente, quello che ha visto e ciò che ho avvertito io devono essere state
cose molto differenti. Ma ero molto preoccupato e ho chiesto al mio amico di
portarmi ai servizi di emergenza locali all’ospedale Kaiser-Permanente di
Richmond – ad una ventina di minuti di distanza. Lo ha fatto, e sono grato che
lo abbia fatto. Quando lasciammo la casa, provai a parlargli, usando un po’ di
umorismo, sembrava così preoccupato, e non volevo spaventarlo, in fin dei conti
pensavo che quelli fossero solo i disagi di un digiuno prolungato. Poi, mi resi
conto di uscire dall’auto attraverso la finestra e di guardare il mio amico e
una carcassa, che svanivano velocemente per la strada. Il corpo vuoto accanto
al mio amico sembrava essere proprio essere il mio – ho pensato che fosse
strano, mentre altri eventi stavano cominciando ad accadere - questo dissi a me
stesso in attesa di capire cosa stesse succedendo. […] Qualcosa dentro di me mi
trattenne, e mi ritrovai
nel tunnel […] Alla
fine del tunnel, o in cima alle scale, c’era una scheggia di luce. E lì è dove sono
andato. Penso che in quel momento avessi un sentore della mia stessa morte, ma
sapevo che non potevo attraversare una soglia che non vedevo. Mentre mi voltavo
per scendere le scale, caddi all’indietro e mi ritrovai dall’altra parte di un
cancello che prima non c’era, non c’era via d’uscita. Il posto era un campo
infinito, pieno di erba e
fiori di tutti i colori, e alberi che cantavano canzoni silenziose, e tutti mi davano il benvenuto. A me? Chi diavolo sono io per meritare
tutta questa attenzione, pensai, perché mi accolgono in questo modo? Presi un
sentiero che proseguiva verso un luogo dove brillavano delle luci brillanti,
una specie di struttura, piena
di gente, a
migliaia. E tutti mi hanno rallegrato e accolto - sapevo di non essere
un eroe o una persona importante, ma si rallegravano del fatto che fossi
venuto. Poi, dalle luci brillanti sono arrivati i membri della mia famiglia, molte persone care che avevo perso nel tempo, mio
nonno, zie, zii, cugini e anche quelli che conoscevo solo attraverso le
fotografie. E i
miei amici d’infanzia e i loro parenti. E sono venuti tutti per salutarmi e darmi il benvenuto.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma sospettavo (credo) di sapere
che stessi morendo. Poi, c’erano alcuni esseri i cui muscoli non erano fatti di
carne ma di fiamme. Fuoco contenuto nella forma di gambe, braccia e così via e
pieni di luce. Mi hanno salutato, e dopo che se ne sono andati, ne sono rimasti
solo due. Uno che mi guardava, qualcuno che conoscevo o che mi conosceva,
qualcuno di estrema importanza per la mia vita – ma se ne andò, si arrampicò
sopra gli alberi e aspettò lì. L’altro essere, era dietro di me. Mi sono rivolto alla mia famiglia, ma
erano diventati silenziosi. Il mondo intero era diventato molto silenzioso. Poi, mi sono reso conto di una
specie di luce. Brillava con la luminosità più potente di tutti i Soli
dell’universo. Bianco, brillante e cristallino, e molto viva, stava davanti
a me. In qualche modo, sapevo che non potevo entrare in quella luce, cosi
tornai indietro, poi su, poi giù, e non c’era alcun nascondimento dalla luce
che mi prendeva in se stessa. Ora sapevo che ero morto e che di qualunque cosa
si trattasse, da ora avanti sarebbe stato così. Questo Santissimo Essere e Spirito, colui che nessuna parola può nominare o descrivere,
mi prese tra le sue braccia e mi diede il benvenuto. Poi, mi ha chiesto, “hai
finito?”' Ho immediatamente capito che ero morto, e ora venivo chiamato a
rendere conto della mia piccola e insignificante vita, e non potevo mentire …
In un istante che durerà per sempre, ho visto la mia vita, dal concepimento
fino alla morte, come un singolo ed intero evento, non come parti separate di
un puzzle seghettato, ma come un intero completo e inseparabile. E sapevo che
la mia vita era completa, avevo finito. La luce, questo Santissimo Spirito, mi ha preso in sé, in un
abbraccio che mi perseguiterà fino alla fine dei miei giorni e oltre. Per un
istante infinito, ho
conosciuto l’amore.
E mi conoscevo oltre le parole e le descrizioni. Solo ma infinitamente amato – e
ho visto attraverso gli occhi dello Spirito, ciò che lo Spirito vede – non c’è nessuna mente che può
concepire una visione di questo tipo. Quindi, la voce chiese: “C’è qualcosa che
vorresti fare?” Ho risposto che mi sarebbe piaciuto qualche minuto per mettere
le cose a posto con la mia famiglia, per non lasciarli con rimorsi o rimpianti,
solo per pochi minuti per digli un’ultima volta quanto li amo. – non importa
cosa, le nostre lotte, le nostre stupide battaglie, i nostri piccoli momenti di
rabbia – nulla ci ha mai impedito di amarci l’un l’altro. Colui che è sopra tutti i nomi mi ha liberato
dal suo abbraccio e ha detto: “Vai”. Ho detto no. Ed ero terrorizzato, avevo detto no a ciò che ritenevo più sacro.
Sapevo che non c’era vita
che avrei potuto desiderare al di fuori di lui. Il mio desiderio per Lui era molto più grande
della mia piccola e insignificante paura. La luce disse: “Vai”.
E ho detto, “No”. La luce disse: “Vai”. E ho iniziato a sentire una separazione, un
distanziamento. Ma come dono, c’era quello che la Luce mi aveva dato per
“vedere”. Forse ciò che sta nel mio cuore e nella mia anima riguarda ciò che
promette la fede che abbraccio – e ho anche visto che c’è un punto, o un luogo,
oltre il quale non si può attraversare, perché attraversarla renderebbe vano
tutto il resto e non ci sarebbe ritorno. Alcune di queste visioni che ho
provato miste a sentimenti le ho tenute per me. So che non posso spiegarli, né
dar loro un significato. E non posso cercare risposte dagli altri, perché le
loro spiegazioni alla fine diventerebbero delle speculazioni vuote e prive di
significato – e questo è molto doloroso. Penso di aver capito che essere umani
vuol dire essere molto, molto di più, di quanto abbiamo sempre permesso a noi
stessi di essere, che ci sono così tante possibilità che ci auto-precludiamo
quando ci blocchiamo dietro
alla razionalità. Essere
limitato da prove razionali. Questa cosa della mia NDE è allo stesso
tempo sia una benedizione che una maledizione. […].
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320. NDE di Sil A 6/20/2002. NDE 11067.
Ho avuto un'esperienza di pre-morte nel 1980. Mentre stavo
camminando verso il mio ristorante preferito per mangiare, un paio di giovani
maschi di mezza età mi hanno attaccato cercando di abbattermi e prendere il mio
portafoglio. I maschi iniziarono a picchiarmi severamente fino al punto da
lasciarmi morta per un attimo. Durante il pestaggio, mi sentii uscire dal mio
corpo e fluttuare verso il tetto del ristorante. Dalla cima del ristorante, ho
guardato tutto intorno alla città e ho visto altri spiriti di persone morte che galleggiavano. Alzai lo sguardo da dove stavo
in piedi e vidi una
bellissima luce bianca che veniva giù su di me.
In quel momento, ho percepito il grande rimorso per le cose che avevo fatto nel
mio passato. Tutto il mio passato volò davanti a me. A causa della mia
tristezza nel non poter chiedere
perdono alle
persone che avevo ferito. Ho chiesto alla luce un'altra possibilità di rimediare al mio
passato. In quel momento ho visto la vita tornare nel mio corpo di figlio.
Mentre riprendevo conoscenza, ho visto un'ambulanza e gli assistenti e sono
stato trasportato in un ospedale dove mi sono ripreso. Dopo ho creduto in un mondo spirituale. Il mio corpo dopo la morte era pura
energia bianca e superiore al mio corpo di carne. Quindi, mi sono convinto che abbiamo due corpi.
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314. NDE di Jocelyne R 9/18/2003. NDE
818.
Dicembre 2000. Mi sono sdraiata nel mio letto, ero molto
triste, ho mangiato e dormito poco. Diversi mesi prima, mio marito era andato
via di casa e pensavo che non avessi più niente per cui vivere sulla Terra. I
miei bambini avrebbero potuto vivere con il loro padre e la sua nuova coniuge.
Non c’era nulla che mi tenesse qui. Avevo deciso di lasciare questa vita senza
rimorso, senza voltarmi indietro. Non ho ingerito, bevuto o preso medicine.
Solo la volontà di andarmene mi ha guidato. Chiusi gli occhi, ero nell’oscurità
come in un treno, poi all’improvviso come se il treno si fosse mosso,
attraversai dei raggi di luce, sempre più accelerati. Allora sono me stessa. Ho
provato a sollevare il mio mignolo, non è successo niente. Era uno stadio di
coscienza. Ho scelto di continuare. Il treno svanì. Nell’arredamento, c’era una luce soffusa. Galleggiavo, come in un mare
immenso; sentivo l’acqua, la sabbia, il sole, come se fossi sul lato di una
spiaggia. Solo le sensazioni, il calore, l’umidità, la luce, era molto
piacevole. C’era mio cugino, i miei parenti e tante
altre persone defunte.
Mi hanno detto: sei dove volevi, ti abbiamo aspettato. È stato
magnificamente buono. Poi, da molto lontano, ho sentito una voce. Non volevo
sentirla, volevo ignorarla, ma persisteva. Riconobbi la voce di mio figlio,
prima come un ronzio, poi divenne più chiara, e alla fine lui ripeté: “Mamma
non morire, sai che vuoi vivere, sai che ti piace la vita”, mi disse ripetutamente.
[…] mio figlio ha cominciato a trascinarmi, a farmi tornare nel mio corpo a
poco a poco. Questa è la mia storia.
Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o
vive)? Sì, mio cugino, i
miei nonni e altri; “hai la
possibilità di venire o andare come desideri perché tuo figlio ti sta
aspettando.'
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313. NDE di Howard P 10/10/2004. NDE
10099.
Quando gli angeli
mi tolsero il mio spirito dal mio corpo, mi portarono immediatamente al secondo
paradiso. Non abbiamo dovuto lasciare quella stanza d’ospedale per entrare nel
secondo paradiso. Siamo entrati nella stessa stanza in cui si trovava il mio
corpo, appena passato attraverso un muro di dimensioni. È un muro che la carne non può attraversare, solo
lo spirito. Mentre attraversavamo quel muro delle dimensioni nel secondo
paradiso, mi sono ritrovato in un mondo completamente diverso, molto diverso da
qualsiasi cosa avessi mai immaginato. Quando arrivai per la prima volta nel
secondo paradiso, capii immediatamente in quale direzione dovevo andare per
raggiungere il terzo paradiso, dov’era Dio.
Non so come lo sapevo, ma l’ho fatto. Sapevo anche che se avesse riposto alla
mia preghiera, avrei dovuto comparire davanti a Dio Padre nel terzo cielo. Ero consapevole che stavo viaggiando in
quel mondo spirituale sotto la protezione dello Spirito Santo e che anche gli angeli che mi stavano scortando
si stavano muovendo anch’essi sotto la protezione dello Spirito Santo. Mentre ci muovevamo lì in quel mondo, ero
molto deluso dal fatto che i miei accompagnatori non mi portassero nella
direzione del terzo paradiso dov’era Dio. Invece, ci siamo mossi nella
direzione opposta. Mentre ci spostavamo da un posto all’altro in quel mondo,
imparai molte cose sui demoni.
Ho fatto le cose diversamente nel regno dello spirito rispetto a quello che
facciamo qui nel mondo fisico. Per esempio, non abbiamo comunicato con le
nostre bocche o orecchie, ma piuttosto, abbiamo comunicato con la nostra mente.
Era come proiettare le nostre parole sulle onde del pensiero e ricevere le
risposta allo stesso modo. Sebbene potessi ancora pensare a me stesso senza
proiettarmi, ho scoperto che questo non mi ha davvero aiutato perché gli angeli
potevano leggermi nella mente. Potevo sentire suoni diversi in quel mondo, ma
non sentivo con le orecchie. Ho sentito con la mente, ma ero ancora in grado di
“sentire” quei suoni. Quando viaggiavamo, viaggiavamo per lo più in quella che
chiamo “velocità del pensiero”. “Quando viaggiavamo alla “velocità del
pensiero”, non c’era la sensazione di movimento. L’angelo diceva dove stavamo andando e noi eravamo
lì. Ci sono state altre volte in cui non viaggiavamo in quel modo, ed ero molto
consapevole del movimento durante il viaggio. Una di quelle volte in cui ero
consapevole del movimento era quando mi riportarono nel mondo fisico e mi
permettevano di vedere i demoni lavorare qui. Ci siamo trasferiti qui in
qualche modo come galleggianti su una nuvola. Tuttavia, ho avuto la sensazione
di movimento. Quando iniziammo il tour del secondo paradiso, gli angeli iniziarono
mostrandomi i diversi tipi
di demoni. Ogni
demone mi è stato rilevato in una forma che indicava la sua area di competenza
e presto ho scoperto che non esiste un “generalista” in tutto il mondo dei
demoni. I demoni sono tutti esperti nei loro campi. Hanno solo un’area di
competenza che fanno molto bene. In una sola volta durante questo tour del
secondo paradiso, ho osservato i demoni all’interno del loro gruppo correlato e
ho sperimentato una sensazione
terribile. Era una sensazione travolgente, opprimente e morbosa. Questa
sensazione mi è venuta poco dopo essere entrato nel secondo cielo e mi sono
chiesto che cosa le stesse causando. Fu in quel momento che imparai che gli
angeli potevano leggere la mia mente perché il mio angelo custode
mi disse: “quella
sensazione che ti stai chiedendo è causata dal fatto che non c’è amore in questo mondo’’. Dicendomi che in questo
secondo paradiso non c’è un po’ d’amore! Wow! Potete immaginare tutti quei demoni che servono un maestro
che non amano e il maestro che governa sugli esseri che non ama? Peggio ancora,
i loro compagni lavorano insieme per un’eternità e non si amano nemmeno. Ho
iniziato a riflettere su ciò che il nostro mondo fisico, chiamato il primo
paradiso, sarebbe senza amore. Se Dio non avesse introdotto il suo amore qui nel nostro mondo,
allora vivremmo in un’atmosfera senza amore come il secondo paradiso. Per mezzo
di Dio che ci dona il
suo amore, siamo in
grado di restituire quell’amore e poi di amarci l’un l’altro. Potete immaginare
come sarebbe nella vostra casa o nella vostra comunità se fosse totalmente
privo d’amore? Il mio accompagnatore mi ha detto che volevano che vedessi
l’attività dei demoni nel mondo esterno. Sono stato poi scortato fuori
dall’ospedale direttamente attraverso il muro di mattoni nelle strade di quella
città. Sono rimasto stupefatto mentre osservavo tutta l’attività degli umani
nel mondo fisico. Continuando il loro inseguimento quotidiano, erano
completamente inconsapevoli di essere perseguitati da esseri del mondo degli
spiriti. Ero completamente sbalordito mentre guardavo e terrorizzato vedendo i demoni di tutte le forme
mentre si muovevano a piacimento tra gli umani. Quando gli angeli decisero che
avevo visto abbastanza di quei demoni
all’opera in questo mondo fisico, fui portato nel secondo cielo passando
attraverso la parete divisoria, la dimensione. Una volta rientrati nel secondo
paradiso, la mia scorta mi guidò in questa direzione del terzo cielo e alla
fine ero felice. Dopotutto, questo era il posto dove volevo andare da sempre.
Anche a questo punto, la mia vita fisica era ancora la mia preoccupazione
principale. All’improvviso siamo arrivati ad un posto più bello. So che ho già
riferito quanto sia stato terribile
quel secondo cielo, quindi puoi immaginare quanto sia stato sorprendente
trovare qualcosa di bello laggiù. Dio non mi avrebbe permesso di conservare il
ricordo del perché questo posto fosse così bello. Ricordo che era il posto più
bello che avessi mai visto. Questo posto sembrava un tunnel, una strada, una
valle o una sorta di autostrada. Aveva una luce molto brillante tutta sua ed
era completamente circondata da uno scudo invisibile. Sapevo che lo scudo invisibile era la protezione
dello Spirito Santo. “A camminare in questo tunnel, o lungo quella
strada, o valle, o qualsiasi altra cosa fosse, era quello che sembrava esser un
essere umano. Ho
chiesto alla mia scorta chi fossero. Mi disse: “Sono santi che
vanno a casa”. Questi erano gli spiriti dei cristiani morti sulla terra e stavano andando a casa. Ognuno di questi santi era accompagnato da almeno un angelo custode e alcuni avevano con sé
un’intera schiera di angeli. Mi chiedevo perché alcuni santi erano
accompagnati da un solo angelo e altri ne avevano molti. Stavo osservando i santi passare attraverso il
modo in cui tutti i santi devono prendere per andare a casa. Eccolo, il
passaggio dalla terra al terzo paradiso. Invece di permettermi di entrare, l’angelo mi mise di fronte
ai cancelli, leggermente su un lato. Mi ha ordinato di rimanere lì e di vedere
come ai santi era
permesso entrare in paradiso. Quando i santi furono ammessi in paradiso, notai una cosa strana. Gli è
stato permesso di entrare solo una alla volta. A nessuno è stato permesso di
entrare in quei cancelli allo stesso tempo. Mi sono interrogato su questo, ma
non mi è mai stato spiegato. Quando l’ultimo dei cinquanta santi era entrato nel terzo
paradiso, ho iniziato ad
entrare ma la mia scorta mi ha fermato. Mi ha detto che se fossi entrato
non sarei potuto uscire e che avrei dovuto rimanere lì fino a quando il Padre non mi avrebbe
riportato indietro. Gli angeli
mi hanno detto che tutti coloro che entrano nel terzo cielo devono rimanere lì
fino quando non sono riportati in questo mondo fisico da Cristo stesso. Quando
l’angelo disse che non potevo entrare se non fossi rimasto ho protestato, “ma
se non posso uscire, il mio corpo morirà! Ciò sconfiggerà il mio intero scopo!
“Fu la mia enfatica confutazione. Comunque la mia vita fisica, anche a questo
punto nel tempo, era più importante di qualsiasi altra cosa. La mia scorta mi
ha detto di stare da un lato dei cancelli e di presentare il mio caso. Mi ha
assicurato che Dio avrebbe ascoltato e risposto alla mia richiesta. Mentre
stavo di fronte ai cancelli, il senso di gioia, felicità e contentezza si
irradiava dal cielo. Potevo sentire il calore che produceva e mentre stavo lì a
difendere la mia causa, potevo sentire il fantastico potere di Dio. Coraggiosamente sono
venuto davanti al trono e ho iniziato ricordando a Dio che grande vita di
amore, adorazione e sacrificio avevo vissuto per lui. Gli raccontai di tutti i
lavori che avevo fatto ricordandogli che l’avevo accettato quando ero giovane e
che l’avevo servito tutta la mia vita per tutti questi anni. Gli ho ricordato
che ora ero nei guai e che solo Dio poteva aiutarmi concedendomi un’estensione
della mia vita fisica. Dio
era completamente silenzioso mentre parlavo. Quando ho terminato la mia
richiesta, ho sentito la vera, udibile voce di Dio, come Dio mi ha riposto. Il suono
della sua voce è venuto giù da me oltre le porte anche prima che le parole mi
colpissero. Il tono della sua rabbia mi colpì sul mio viso mentre Dio procedeva
a dirmi che tipo di vita avevo davvero vissuto. Dio mi ha detto ciò che
veramente pensava di me e anche di altri che hanno fatto quello che avevo io. Dio ha sottolineato che la mia fede era morta, che le
mie opere non erano accettabili e che avevo lavorato invano. Dio mi ha
detto che è stato un abominio per me vivere una vita simile e quindi di non
osare a chiamarla una vita di culto. “Non potevo credere che Dio mi stesse
parlando in questo modo! L’ho servito per anni! Pensavo di aver vissuto una
vita che gli piacesse! Come Dio stava enumerando i miei torti, ero sicuro che Dio
mi avesse confuso con qualcun altro. Non c’era più forza in me per muovermi,
tantomeno per protestare, eppure ero nel panico dentro di me. Non c’è modo che
Dio possa parlare di me! Non potevo credere che quello che Dio ha detto si
riferiva a me! In tutti questi anni ho pensato che stavo facendo quei lavori
per Dio! Ora Dio mi stava dicendo che quello che ho fatto, l’ho fatto per me
stesso. Proprio mentre predicavo e testimoniavo della grazia salvifica di Gesù
Cristo, lo facevo solo per me stesso affinché la mia coscienza potesse essere
lenita. In sostanza, il mio primo amore e le mie prime opere erano per me
stesso. Dopo che i miei bisogni e desideri sono stati soddisfatti, per lenire
la mia coscienza, mi sarei proposto di fare il lavoro del Signore. Ciò ha reso
le mie priorità fuori ordine e inaccettabili. In realtà, ero diventato il mio falso Dio. Solo
ora, mentre ero qui a farmi rimproverare da Dio, quelle due parti delle
Scritture divennero chiare per me quanto al loro vero significato. Mentre Dio
mi parlava delle mie vere motivazioni, potevo vedere chiaramente per la prima
volta come i miei lavori erano morti. Poiché Dio mostrava la sua ira verso di
me, non potevo sopportare né potevo parlare. Nessuna forza era rimasta dentro
di me perché non ero altro che uno straccio bagnato che giaceva li
contorcendosi in agonia. “Bisogna precisare che in nessun momento mentre Dio mi rimproverava, Dio ha detto che non sarei
stato salvato, né Dio
ha detto che il mio nome non era nel libro della vita dell’Agnello. Dio non ha mai menzionato la
salvezza per me, ma ha solo parlato delle opere prodotte durante la mia vita. Dio mi ha detto che il tipo
di vita che avevo vissuto era una vita inaccettabile per un vero cristiano.
Mentre Dio mi parlava
delle mie opere morte, Dio mi ha anche detto che ci sono alcune persone che non
sono salvate anche se pensano di esserlo. Quando Dio ha finito di parlare è
finita all’improvviso come si sarebbe spento un rubinetto. Non mi è stato
permesso di indugiare o riflettere su ciò che Dio mi aveva detto. Gli angeli mi
portarono immediatamente via come se fossi uno straccio bagnato che non
aveva la forza per reggersi in piedi. Totalmente annientato, non riuscivo
nemmeno a raccogliere i miei pensieri. Gli angeli mi riportarono attraverso il
secondo cielo, attraverso il muro della dimensione, nella stanza dell’ospedale
dove giaceva il mio corpo. Non è stato fino a quando non ho raggiunto il letto
su cui giaceva il mio corpo, ho ritrovato la calma. Mentre riacquistavo la
calma, protestavo con veemenza: “No! No!” ho detto agli angeli, ”Dio non mi ha risposto! Dio non ha
detto sì o no alla mia richiesta! Per favore, oh per favore, rispondetemi”, ho
supplicato gli angeli.
[…] Tutto quello che potevo dire era “Amen” alla mia stessa condanna. Sapevo
che se in quel momento Dio
mi avesse bandito nella
fossa dell’inferno, altro che non avrei potuto fare che per dire “Amen”
alla mia stessa condanna. In quel momento Dio non ha preteso giustizia ma mia
ha mostrato pietà. Le squame cadevano dai miei occhi e la mia anima era
improvvisamente piena di luce. Quel Dio potente,
fantastico e onnipotente, non era una cosa evidente. Lì su quel trono
che si occupava di me era il mio REALE Padre. Dio non era più un Dio distante, ma un vero, vero Padre. La realizzazione del suo essere, il mio
vero Padre e il mio migliore amico, venne da me per la prima volta nella mia
vita. La meravigliosa realizzazione che ho avuto con il mio padre fisico e il
meraviglioso amore che abbiamo condiviso l’uno con l’altro mi è stato
improvvisamente portato alla mente, ma ingigantito di mille volte. In quel
momento ero con il mio vero Padre, colui che mi amava a tal punto da lasciare
tutto il suo creato per trattare con me, il figliol prodigo. Per la prima volta
nella mia vita, ho visto con gli occhi della mente chi è veramente Dio. Per la prima volta ho incontrato Dio come Dio è veramente, il mio vero Padre, il mio migliore amico. Come la
realizzazione di chi fosse Dio ha inondato la mia anima, ma nel contempo arrivò
anche una grande e dolorosa tristezza. Il dolore arrivò quando capii che
attraverso la disobbedienza avevo ferito mio Padre. Questa realizzazione mi ha
prodotto un dolore reale che non era solo senso di colpa, ma un vero dolore,
simile a quello che si proverebbe nella carne quando si subisce una lesione
fisica. A questo punto, Dio ha iniziato a trattare con me nel dolore e non ha
più espresso il tono della sua voce per esprimere pietà. Invece, il suono era
di vera sofferenza. Improvvisamente mi sono reso conto che anche Dio questo stava facendo del
male. Dio mi faceva
male perché stava male. Essendo un Dio vero e giusto, Dio ha dovuto permettermi di soffrire il dolore
e Dio non poteva sollevarlo da me. Sebbene Dio dovesse permettermi di
sopportare il dolore, Dio non mi avrebbe permesso di soffrire da solo. Dio l’Altissimo, il Più Supremo, il Creatore di tutto,
il Padre di tutti non mi lascerebbe soffrire da
solo. A questo punto ho improvvisamente capito che la mia vita fisica non era
poi così importante. Quello di cui ero veramente preoccupato adesso era ciò che
voleva mio Padre. La sua volontà era improvvisamente diventata la prima cosa
della mia vita e la mia vita fisica non era più importante. Questo è quando Dio
mi ha restituito la mia vita fisica. Solo quando avevo raggiunto uno stato in
cui la mia vita non significava più niente per me, Dio me l’ha restituita. Ora
che il figliol prodigo era tornato, il Padre poteva finalmente parlare. Chiesi a Dio di dirmi qual era lo
scopo del mio viaggio in paradiso e gli chiesi se aveva un messaggio che
volessi che io trasmettessi alle persone sulla terra. Ora ripeto per te, punto
per punto, l’intero messaggio composto in cinque punti di quello che Dio mi ha
detto di trasmettere oggi a questo mondo.
Punto numero uno: “Per coloro che si definiscono cristiani, quella che viviamo adesso è l’epoca della chiesa di Laodicea.
Una grande maggioranza dei cosiddetti cristiani, infatti, vive una vita
ingannevole. Parlano di Gesù e giocano in chiesa, ma non lo vivono. Dicono di
essere cristiani e poi vivono come il diavolo. Hanno comprato la grande bugia
di Satana che dice loro che stanno bene. Dice loro che è giusto andare in
chiesa la domenica e partecipare ai serviti di metà settimana, ma per quanto
riguarda il resto del tempo, devono ottenere tutto ciò che possono dalla vita.
Per quanto riguarda la loro vita cristiana, credono di sentirsi a proprio agio
e non hanno bisogno di nulla e, di conseguenza, sono solo cristiani tiepidi se
cristiani si possono definire.''
Punto numero due: “Satana è un diavolo personale”.
Punto numero tre: “Per il mondo intero, questo è il secondo giorno di Noè. Come
fu ai giorni di Noè, così avverrà nei giorni della venuta del figlio dell’uomo.
Gli umani non pensavano a quello che stava dicendo Noè, né gli umani credevano
che qualcosa stesse per cambiare. L’umanità poteva vedere le nubi temporalesche
oltre l’orizzonte eppure non credevano che la pioggia fosse imminente. Notate
il parallelo con i giorni nostri. L’umanità può vedere tutti i segni degli
ultimi giorni, eppure l’umanità non crede che qualcosa cambierà. Non crede
all’imminente venuta di nostro Signore e non si prepara ad incontrare Dio.”
Punto numero quattro: “Per coloro che affermano di essere cristiani, dovrebbero essere ambasciatori
di Cristo qui sulla terra. Non si
può essere un vero testimone e avere potere nella nostra vita a meno che non viviamo la nostra fede cristiana in ogni momento, ventiquattro ore al
giorno, sette giorni alla settimana. Per essere un vero cristiano
bisogna vivere da cristiani, non bastano le parole. Onorare Dio con le tue
labbra ma senza il tuo cuore non è accettabile. Coloro che accettano la
responsabilità dell’insegnamento, della predicazione o di qualsiasi ruolo di
leadership poi avranno molto di cui rispondere.
Punto numero cinque: “Dio sta ora reclutando un esercito con il quale Dio
scuoterà il vecchio mondo ancora una volta. Lavorando attraverso i suoi
soldati, Dio produrrà grandi miracoli che scuoteranno la gerarchia stabilita
della cosiddetta religione organizzata che c’è in questo mondo oggi. Questi
soldati che Dio sta ora reclutando dimostreranno il potere di Dio in misura
maggiore rispetto a quello che fecero i discepoli nell’età Pentecostale. Ora il
reclutamento è iniziato sul serio perché Dio sta per compiere grandi miracoli
attraverso il suo esercito, miracoli che Dio ci aveva promesso che avrebbe
fatto nella Bibbia. Giovanni Battista ha portato lo spirito di Elia in questo
mondo e non sapeva nemmeno di averlo. John ha negato, ma Gesù ha confessato che
era così. Lo scopo di quello spirito era di raddrizzare le vie della venuta del
Signore.''
Rev. Howard Pittman
il 3 Agosto 1979, Howard Pittman, un ministro battista per 35 anni, morì mentre
era sul tavolo operatorio durante un intervento chirurgico ed ebbe
un’esperienza di pre-morte. Dopo che gli angeli gli mostrarono il secondo e il terzo cielo,
fu portato davanti al trono di Dio dove gli fu dato un messaggio da condividere
con il mondo. Quello che segue è un estratto ristampato, con il permesso, dal
suo libretto, Placebo, che documenta la sua incredibile esperienza di
pre-morte. Puoi acquistare i suoi opuscoli sul suo sito web. http://www.howardpittman.org/
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310. NDE di Deanna C 8/29/2003. NDE
814. Dall’Australia.
1998. Sono andata in ospedale per un intervento chirurgico
d’urgenza. Avevo brutti crampi e dolori all’addome. Il medico, il mio medico di
famiglia, non era sicuro se fosse la mia appendice o qualcosa che avesse a che
fare con il mio sistema riproduttivo. Avevo molto dolore da circa dodici ore,
non ero in grado di dormire né di stare in piedi o camminare in posizione
eretta quindi alla fine il mio medico mi ha mandato in ospedale. […] Mia madre
era lì, cosi come il mio ex fidanzato. Sono andata per un intervento chirurgico
– hanno deciso di eseguire un intervento di chirurgia laparoscopica (key hole),
c’era il normale trapano poi mi hanno messa sotto anestesia e tutto è diventato
nero … La prima cosa di cui ero consapevole è che sentivo la voce di qualcuno
che diceva ad alta voce: “L’arresto cardiaco è imminente!' (Non uso mai questa
parola – imminente, non è una parola comune nel mio vocabolario). La seconda
cosa di cui avevo consapevolezza era che non mi trovavo più nel mio corpo. Non
riesco a spiegarlo in modo più chiaro di questo: stavo semplicemente “librando”
dentro e fuori le stanze dell’ospedale (credo). […] Non conosco i tempi o per
quanto mi sono librata dentro e fuori dalle stanze, ma dopo ciò mi è sembrato
di “viaggiare” velocemente e a lunga distanza, era buio – forse un tunnel. Alla fine del tunnel c’era la luce, una luce così brillante e davanti a me c’erano
sagome di persone, esseri, anime (sembrava
che ci fossero teste e spalle ma non riuscivo a vedere facce o niente di
sotto). Oh, non posso dirti in quanti, si aprivano a ventaglio davanti a me,
c’è n’era uno davanti (in testa, in punta, davanti) e dietro a questo - altri miliardi in una sorta di triangolo
infinito, o piramide, nell’infinito con la luce che brillava luminosa al
suo interno, dietro di loro. Ancora una volta non ero né spaventata, né felice,
né triste. Mi sentivo in pace e accettavo quello che mi stava accadendo. Non mi
sono interrogata su nulla. Mia madre è rimasta incinta di me da un uomo
tedesco, lei ora vive in Australia. Era incinta solo da pochi mesi quando mio
padre è rimasto ucciso, investito da un’auto (di sorpresa) mentre stava
attraversando la strada – questo accadde davanti agli occhi di mia madre. Non
ho mai incontrato mio padre. La ragione per cui ti dico questo è perché alla testa del triangolo di
sagome c’era mio padre.
Non ho visto una faccia, non mi ha parlato, ma subito dopo essermi ritrovata lì
ho semplicemente SAPUTO
che era lui. Sono rimasta lì per un po’ con queste “anime” nella luce,
era come se appartenessi a quel posto, era come se fossimo TUTTO. In pace. Poi
è come se fossi stata presa da un lato (non guidata o altro, non trascinata, -
è successo). Ero ancora lì in questo posto, ma da un lato con questa “anima di mio padre”. Non c’era solo lui, “loro” mi
parlavano ma non attraverso le parole (non ha senso, lo so) ma era come
una sorta di telepatia o qualcosa del genere – le parole erano: “Deanna, non è ancora il tuo
momento, devi tornare indietro”: Questo ho appena accettato … La cosa
successiva che ricordo è di aver sentito i dottori che raccontavano delle
barzellette in sala operatoria e ridevano – avevo ancora con gli occhi chiusi,
poi mi sono sentita spingere fuori e sentivo l’infermiera che mi toccava leggermente
la faccia e mi diceva: “Deanna, svegliati, svegliati su”. Mi sono svegliata e
ho aperto gli occhi e la prima cosa che gli ho chiesto è stata: “Posso avere
ancora dei bambini?” Lei rise e mi disse: Certo, hai rimosso una cisti ovarica,
era abbastanza grande, ma tutto il resto è andato bene e puoi ancora avere dei
bambini, non preoccuparti”.
NDE dove ha visto suo padre che era morto prima che lei
nascesse.
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308. NDE di Roger E 8/10/2003. NDE 810.
Lunedì, 23 dicembre 2002, è stato un giorno costellato di
traumi, crepacuori, miracoli e rallegramenti. Quello è il giorno in cui,
all'età di 50 anni, ebbi un attacco cardiaco - anche noto come infarto al
miocardio (AMI). E quello è stato il primo giorno della mia seconda parte di
vita. Sono andato così vicino alla mia morte, che più vicino non si può, e
nonostante tutto sono potuto tornare a vivere di nuovo su questa terra.
Cominciò tutto come un normale lunedì mattina. Mi sono alzato alle 5:00, sono
andato in palestra per fare i miei esercizi di routine, come ormai facevo da
sei mesi a questa parte. Quando avevo completato circa la metà dei miei
esercizi, cioè dopo quasi 45 minuti, cominciai a sentire un fastidio alla
schiena, tra le scapole. Siccome avevo appena finito di fare gli esercizi coi
pesi per i muscoli dorsali, pensavo solo di essermi un po’ strappato. Così, ho
bevuto un po' e sono andato a preparare gli altri attrezzi. Tuttavia, prima che
potessi riprendere gli esercizi, questo fastidio diventò più intenso, proprio
come una fitta, anzi stava diventando via via più forte. Cominciai pure a
sentirmi il braccio sinistro indolenzito, vicino il gomito. Orbene, due strappi
muscolari in un unico giorno, quando mai e poi mai tutti quegli esercizi mi
avevano dato problemi (si direbbe giornata storta? sì, si potrebbe). Era
proprio lunedì. Avevo anche un po’ di nausea, e il mio pensiero era che adesso
mi stavo pure beccando un virus, proprio per Natale. Che giornata fortunata!
Decisi di defatigarmi un po’ col
"tapis-rulant" per una decina di minuti, ma le cose non miglioravano
affatto, e neanche peggioravano veramente. OK, si potrebbe andare a casa
tranquillamente, visto che proprio non me la sentivo di fare altri esercizi coi
pesi oggi. In effetti, una volta a casa, raccontai a mia moglie, Pat, che cosa
mi ero sentito in palestra. La sua prima reazione fu quella che saremmo dovuti
andare dritti al pronto soccorso. Bene, "giornata storta" non è
proprio esattamente il nome di un fiume che scorre in Egitto, infatti pensai
che no, probabilmente non c'era niente di cui preoccuparsi. Ma tuttavia, non
miglioravo affatto, anzi cominciai a sentirmi un tantinello peggio. Così mi
decisi a prendere una pillola alla nitroglicerina. Questo mi ha fatto stare
meglio, quindi pensai subito che era un brutto segno, così dissi a Pat che
saremmo dovuti effettivamente andare all'ospedale. Fin quel momento erano
trascorsi dai 25 ai 30 minuti dacché non mi sono sentito bene. Sono proprio uno
duro di comprendonio io. Pat mi accompagnò con la macchina in ospedale e mi
lasciò all'entrata del pronto soccorso perché doveva andare a trovare
parcheggio. Entrai e non trovai nessuno. Sono andato a registrarmi e una
ragazza spuntò fuori da un ufficio dietro il bancone. Quando le dissi che avevo
dolore al petto, lei fece una telefonata veloce. Iniziai a riempire un modulo,
ma non riuscivo a finire perché cominciai ad avere difficoltà a muovere le dita
e a scrivere. Ancora non pensavo di avere un attacco cardiaco. Pat entrò e finì
di compilare il modulo e, poco dopo un infermiere venne e ci portò nella sala
di accettazione. L'infermiere, Dave, aveva cominciato a farmi domande e a
riempire ancora un altro modulo. A questo punto, ero entrato nel pronto
soccorso da forse tre o quattro minuti. Quindi erano passati tipo 45 minuti dal
momento che avevo iniziato a sentire che qualcosa stava andando storto. La sala
cominciò a girare, mi girai verso Pat e dissi 'mi sa che sto svenendo adesso'.
E così fu. Pat dovette stare attenta che non scivolassi dalla sedia e cadessi a
terra. Meno male che ebbero modo di adagiarmi dolcemente giù senza che
sbattessi contro qualcosa. Lei dovette guardarmi steso a terra, respirare in
maniera 'raccapricciante', e fissare il vuoto con sguardo assente. Poi lei mi
disse che iniziai ad avere delle crisi. Pat disse all'infermiere di far
qualcosa e lui rispose che già lo stava facendo. Lui era già al telefono, ma
lei sfoderò il suo famoso grido e gridava aiuto. E l'aiuto stava arrivando. Il
personale del pronto soccorso mi pose su una barella che stava in quella
piccola sala e iniziò immediatamente l'elettroshock. Pat mi ha detto che
lavorarono su di me per circa 30 minuti, applicando gli elettrodi del
defibrillatore per un totale di forse 17 volte nel tentativo di fermare un'"aritmia
letale". (E cavolo se questo trattamento non ti lascia delle bruciature
sul corpo!). Mi somministrarono del t-PA (attivatore del plasminogeno
tissutale) quando iniziò il tutto, in seguito dissero che ce l'avevo fatta a
farmi eseguire il trattamento entro la fatidica ora che intercorre dall'inizio
della crisi. So che mi somministrarono un mucchio di roba. Finii per beccarmi
circa 6 iniezioni, 3 per braccio, e tubi e cavi che correvano da ogni parte.
Ciò che vidi dopo fu un dottore piegato su di me con uno stetoscopio che mi
ammoniva di stare zitto e calmo per poter auscultare. Vedevo diverse persone
attorno a me, e ciò che poteva avere tutto l'aspetto di attività febbrili.
Ordini di somministrare vari tipi di trattamento per me non avevano alcun senso,
ma di sicuro loro sapevano cosa stavano facendo. Sapevo solo che il torace mi
facevo molto, molto male. Sentivo dolore, e mi ci volle un pò per sfogarlo.
Pensavo: cavolo che male. Cosa si fa quando qualcosa ti causa così tanto
dolore? Bene, penso si strilli. Forse penso sarebbe meglio strillare. Così
feci. Ci fu a questo punto un breve periodo in cui andavo e venivo da uno stato
di coscienza a uno di incoscienza, poi sentii finalmente che la cosa si
assestava, e che l'avventura era finalmente finita. Guardai su verso il dottore
e dissi: "Sono tornato". Lui disse che non ero fuori pericolo ancora,
ma che ero quasi al quinto "inning" (un piccolo mix di metafore
sportive non guasta). Più o meno in questo momento un infermiere saltò fuori e
disse a Pat: "E' un miracolo. Sta ancora qua con noi". Cosa successe
in quei 30 minuti in cui intervennero e io andavo e venivo da uno stato di
incoscienza a uno di coscienza è però tutta un’altra storia. Qualche istante
dopo essere svenuto (non avevo il minimo senso del tempo, quindi non so quanto
ciò possa essere durato) mi
ritrovai a camminare in un tunnel, verso cosa, non ne sono molto sicuro,
veramente. So solo che questo era un posto dove regnava una pace perfetta e assoluta assenza di
dolore o dispiacere di alcun tipo. Il tunnel in realtà non era poi così lungo,
forse un 45-60 metri. Era rosa, un rosa tipo i cristalli di quarzo, e
presentava formazioni di stalattiti e stalagmiti lungo le pareti. Alla fine del tunnel c'era una luce pura e brillante, la più pura che
abbia mai visto. Il tunnel era alto e stretto, smussato ad entrambi le
estremità. Avevo una
completa percezione del mio io, ero
ancora io, e
percepivo di camminare come con un corpo, man mano che procedevo nel tunnel.
Non avevo alcuna paura e nessuna idea su cosa mi stesse succedendo. Sembrava
che la sola cosa da fare fosse risalire il tunnel. Prima che mi addentrassi
troppo, tuttavia qualcosa mi disse 'Torna indietro'. Mi sono chiesto a quel punto come sarei potuto
tornare indietro e la frase fu ripetuta: "Torna indietro". La voce era gentile e la sensazione di essere amato era travolgente, tuttavia mi girai e mi
allontanai dalla luce. Fu solo allora che i miei pensieri si concentrarono su
Pat e Jackie (mia figlia quattordicenne) e su quanto desiderassi tornare da
loro. Finchè la voce
non mi comandò di tornare, però, non pensavo altro che risalire il tunnel e
scoprire cosa ci fosse alla fine.
Quando mi sono girato, avevo di fronte ciò che appariva essere il fondo di una
grotta con un ammasso di pietre che portava su verso uno stretto cunicolo.
C'era una luce tenue che si intravvedeva attraverso quel passaggio e in qualche
modo sapevo che era là dove dovevo dirigermi. Iniziai ad arrampicarmi sulle
pietre, ma trovai che l'arrampicata era difficoltosa. Scivolai diverse volte,
ma continuai ad arrampicarmi e finalmente raggiunsi il cunicolo. Fu quando
strisciai attraverso questo cunicolo che mi ritrovai di nuovo nel mio corpo e
in parte conscio di ciò che stava accadendo intorno a me. Ci volle ancora un
po’ prima che potessi aprire gli occhi e parlare. Penso che piansi, sebbene non
so se veramente lo feci.
So, tuttavia, che sono stato graziato di un assaggio di ciò che c'è
nell'aldilà. E non sono più lo stesso dentro. Ho avuto un piccolo assaggio dello straordinario amore
e della pace perfetta che
viene da Dio.
Non c'è spazio per la paura nell'amore, anzi l'amore perfetto scaccia ogni timore. Dio è amore, e Dio ci ama oltre ogni immaginazione.
In Lui non albergano le tenebre, per niente
proprio. Lui è il puro, il santo, e il
giusto, eppure, nonostante tutto, Egli ci ama. Lui è straordinario e potente, Lui è il Re dei Re e il Signore dei Signori, il Creatore di tutte le
cose, eppure Lui
desidera attirarci verso Lui.
Lui ci ama così tanto che è morto per noi, così da
darci la possibilità di stare con lui per sempre. Non c'è occhio che abbia visto, né orecchio che abbia
sentito, né cuore di uomo che possa concepire ciò che Dio abbia in serbo per quelli che Lo amano. (1 Corinzi 2:9) E quelli che si rivolgeranno al Nome del nostro Signore saranno salvati.
Le è sembrato di comprendere improvvisamente tutto? Percepivo come se sapessi
che Dio è Amore, e Lui ci ama. Ho compreso che il peccato (inteso
come l'agire in modo sbagliato o il pensare male - o una qualsiasi cosa che si
discosti minimamente dalla perfetta rettitudine) non potrebbe esistere alla
presenza di Dio. Sapevo
che Dio ha inviato Gesù sulla
terra per pagare il debito dei nostri peccati così che noi potessimo essere ammessi alla Sua
presenza.
Ha raggiunto un confine o punto di non ritorno o ha potuto
scegliere se rimanere o ritornare al suo corpo terreno? Mi è stato semplicemente detto di tornare indietro senza nessuna spiegazione
e senza un perché. Tuttavia
ho intuito o compreso che non era ancora l'ora per me di lasciare questa vita
terrena. Fortissimamente sento che Dio mi ha rimandato indietro con uno scopo, e parte di quello scopo
è quello di raccontare alle persone di Lui e del suo dono gratuito della
vita eterna.
C’é qualcos’altro che vorrebbe aggiungere relativamente alla
sua esperienza? Sono totalmente in pace col concetto di morte, per quel che
ne so è solo un nuovo inizio. So che ciò che aspetta a chi muore è conoscere Gesù come Signore e Salvatore ed un futuro che
non si può neanche iniziare ad immaginare. Ancora non capisco come tutte le
religioni e le fedi o non-fedi saranno riconciliate alla fine. Non so un sacco
di cose, ma so che Dio ama le persone e stende loro le braccia
per farle venire da Lui
ed accettare il Suo amore.
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306. NDE Patricia S 8/10/2003. NDE
798.
Luglio 1990. Era quasi come se stessi accostando e in
lontananza ho visto una luce
davvero molto ampia e luminosa. Quasi come se stessi entrando in una zona
nebbiosa ma ben illuminata. Ma allo stesso tempo potevo vedere un campo. L’amore e la pace interiore era cosi prepotente
da non poterla esprimere a parole. Mio nonno mi ha parlato. Non l’ho visto ma ho sentito la sua voce. Ho sentito che
diceva: “Non ho intenzione
di portarti via da tuo padre” (Ricordo le parole esatte come se fosse
ieri). A quel tempo, mio nonno era morto da nove anni.
L’intera esperienza è stata illuminante per me, poiché la mia vita da allora è
cambiata in meglio. La mia esperienza era permeata da una sensazione reale dell’amore, non solo nel mio corpo
ma nel mio io interiore. È molto difficile per me descriverlo. Immagino che uno
debba viverla di persona per poterla capire.
NDE da incidente.
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301. NDE di Priscilla O 7/16/2003. NDE
790.
2001. Ero in shock anafilattico. Sapevo che stavo morendo;
avvertivo un grande dolore, sono diventata cieca e poi sorda. Poi sono morta.
Sono uscita dal mio corpo, giù attraverso il letto del pronto soccorso e poi
sono volata in alto in un angolo della stanza. Non guardavo verso il letto; Ho
capito subito che ero morta. Era buio pesto, come in un vuoto totale e mi
sentivo in un modo meraviglioso. Mi sentivo così bene. Non ho avuto dolore. Mi
sentivo leggera come se non avessi un corpo. Conoscevo Dio, o qualsiasi altro potere superiore c’era. Sapevo che teneva la
chiave del mio ritorno sulla terra. Non parlavo con Dio e non mi parlava, erano tutte emozioni. Ho
insistito per tornare, era una richiesta in realtà, perché sono un genitore
single di quattro figli che avevano ancora bisogno di me. Andai avanti per un
po’ con questa richiesta specificando anche che ero in pensiero per mia madre,
che aveva ottant’anni e che aveva già perso un bambino. Poi Dio rise, non contro di me, ma credo perché mi vedeva cosi
arrabbiata nei suoi confronti. Mi ha detto che potevo tornare indietro perché
la mia richiesta era più rivolta in funzione agli altri che a me stessa.
Poi ho avuto un’esperienza fuori dal corpo, dove ho visto il mio ragazzo fuori
dall’edificio, con il qualche avevo rotto il giorno prima e “qualcuno” mi
disse: “Non essere arrabbiata, non era in lui. Poi sono tornata nel mio corpo.
Ha modificato valori o convinzioni in seguito
all’esperienza? Sì. Amo di più persone, ora credo in Dio, senza più alcun dubbio, ma allo stesso tempo, mi sento molto
triste per il mondo.
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295. NDE Edwin 6/8/2003. NDE
785.
Era il 23 Dicembre del 1969. Avevo circa 12 anni. […]. In
camera mia c’era un albero di Natale ed io ci stavo davanti, guardando le
lucine che si accendevano e spengevano. Non appena vidi mia sorella in camera
mia, svitai una delle lampadine e la lanciai verso di lei. Ero così depresso
quella sera, avevo voglia di piangere. Ricordo che il gesto successivo che feci
fu di infilare il dito nel porta-lampadina da dove avevo svitato la lampadina.
Mi ricordo della sensazione di una scossa elettrica. Fui scaraventato con la
stessa potenza. Poi sentii mia sorella urlare. Le ero vicino cercando di
parlarle per dirle che era tutto ok. Non mi stava sentendo, perciò cercai di
metterle la mano sulla spalla ma lei non riuscì a sentire la mia mano su di
lei. Poi guardai in basso e vidi il mio corpo sul pavimento. Non riuscivo a
capire quello che stava succedendo. Poi fui risucchiato in un tunnel scuro e
stavo viaggiando più velocemente di ogni altra cosa che conoscevo. C’era come
una foto della mia vita che arrivavano una dopo l’altra. Poi vidi una forte luce, più intensa del sole, ma non faceva male agli
occhi. Attraversai questa luce e mi ritrovai in un luogo che era come una stanza senza muri.
I muri erano fatti di atmosfera. C’era un leggìo con sopra un grosso libro e un uomo vecchissimo che lo stava leggendo.
Mi guardò e non disse niente. Ma non mi curai di chi fosse. Stavo fissando la
scena dietro di me. C’era un ponticello e molte
persone
attraversavano questo ponte. Come oltrepassavano questo ponte non
camminavano più. Semplicemente galleggiavano via. C’era dell’acqua cristallina
che scorreva sotto questo ponte e tutte le persone erano vestite di bianco.
Poi cercai di nuovo quel vecchio che avevo visto la prima volta, ma non c’era. Invece c’era un uomo che era
splendente e luminoso. Allungò la mano e mi disse di venire a vedere
cosa c’era lì. All’inizio cercavo di capire in che lingua stesse parlando ma,
sebbene fosse nuova per me, potei capire tutto quello che disse. Ricordo che passammo attraverso molte persone che stavano cantando
in un modo diverso che non riesco a descrivere, tutti erano felici e nessuno stava pensando agli
altri. Stavano tutti guardando una grande luce in una direzione. Non appena
raggiungemmo la luce forte, questo uomo mi disse che non mi sarei ricordato di quello che stavo per
vedere. Attraversammo questa luce. Tuttora non riesco a ricordare cosa ci fosse
dietro quella luce. Ciò che ricordo con sicurezza è che dopo che uscimmo dalla
luce, l’uomo mi portò
nel primo posto e mi disse
che dovevo tornare indietro perché non era ancora venuto il mio momento di
stare lì. Ricordo che stavo piangendo e lo imploravo di lasciarmi
rimanere lì. Non volevo ritornare sulla terra. Mi prese sulle ginocchia e mi
abbracciò, e mi disse di non preoccuparmi, che lui ed io ci saremmo incontrati
di nuovo. Ricordo di avergli detto che volevo stare lì, non volevo ritornare.
Mi disse “non ti preoccupare, lasciami venire con te.” Poi di colpo mi ritrovai
nella mia stanza con quell’uomo.
Potevo vedere mamma che stava tenendo il mio corpo morto nelle sue braccia e
stava urlando dicendo “E’ morto, è morto.” Poi quell’uomo mi disse: “torna nel tuo corpo”. Mi
rifiutai di rientrarci. Gli dissi che volevo rimanere con
lui. Mi abbracciò di nuovo e mi baciò
e mi disse le stesse parole. “Non ti preoccupare tu ed io ci rincontreremo.”
Non c’era niente che potessi fare. Mi ritrovai di nuovo nel mio corpo. La cosa
buffa fu che ero così felice per tutto quello che avevo visto che mi venne un
sorriso sul volto quando rientrai nel mio corpo e nel momento in cui riaprii
gli occhi sentii la mia sorella: “Guarda babbo, ci sta facendo uno scherzo. Sta
sorridendo.” Mi sono tenuto questa storia per circa trent’anni non l’ho mai
raccontata a nessuno.
Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo
significativo a causa della sua esperienza? Per i primi 34 anni ho odiato Gesù ma ora ho trovato
l’amore vero in Gesù.
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294. NDE di Ray K 9/7/2013. NDE
776/2045.
Oh no… Ogni volta che provo a descriverlo, diventa davvero
frustrante. Ma vabbè… Prima volta (10 anni). Andavo alla scuola cattolica in
quel periodo e andavo in giro con un mio amico nel parco giochi dopo la scuola.
Mi stava mostrando una nuova mossa di judo che aveva imparato durante la sua
lezione di arti marziali: stava per lanciarmi a terra prendendomi alla spalla.
Qualcosa è andato storto e sono atterrato direttamente sulla testa. Mi sono
sollevato da terra con il dolore più forte che avessi mai provato alla testa e
alla spina dorsale. Sono stato letteralmente sbalzato senza senso. Quando mi
alzai mi ricordo di aver visto una donna (che era lì per prendere i suoi figli)
uscire dalla sua auto con uno sguardo inorridito sul viso… aveva assistito
all’incidente. Mi sono girato per correre in bagno – non sono ancora sicuro del
perché, ma ho fatto solo un paio di metri prima di sentirmi appiattito sul
cemento…nell’oscurità completa. […] Mi sentivo come se il mio corpo fosse
appena andato in pezzi e la mia vista fosse andata fuori controllo. Colori
vorticosi che sembravano scomparire a un certo punto da qualche parte… come in
un imbuto o qualcosa di simile. No, non un tunnel… un imbuto. Ero davvero
spaventato perché sentivo che stavo perdendo il controllo di tutto. In qualche
modo, sapevo che dovevo lasciare andare via la mia paura e rotolare nell’imbuto di luce roteante. Il mio corpo era sparito…
sembrava che un frullatore l’avesse appena squarciato, e io fui trascinato
nell’imbuto verso un punto che stava comparendo. Ho lasciato andare tutto. Non
appena ho lasciato andare la paura, sono iniziate le sensazioni piacevoli. Avevo ancora un “corpo” ma era completamente diverso. Potevo
vedere in tre dimensioni come se non avessi alcun corpo, come se fossi un solo
“bulbo oculare fluttuante” questo in mancanza di una spiegazione migliore. Potevo
vedere in tutte le direzioni contemporaneamente, eppure non c’erano indicazioni
o dimensioni mentre pensavamo a loro. Sono stato accolto da un essere di Luce e Amore, ma nessun altro che io
potessi riconoscere. Sembrava solo un bagliore brillante che sembrava
assorbirmi completamente dentro di sé. L’amore è una parola troppo debole per descrivere
questa esperienza. Diventai
Amore: il mio
intero essere, ogni parte del mio spirito si diffondeva in tutto l’Universo ed
era diventato Amore per un milione di miliardi. Questo è il punto dove devo
contraddire me stesso. Ho detto che prima non c’era un “luogo” simile a quello
dove viviamo qua sulla terra. Mi sono ritrovato di fronte a gigantesche porte
d’oro o a qualcosa del genere… mi ha ricordato un alter ego della Chiesa
cattolica. C’era una specie di nebbia o qualcosa che oscurava qualsiasi senso
di distanza, ma il mio cane Skippy era lì. Skippy era
morto alcuni anni prima ed era l’unica “persona” con cui avevo una vera
connessione famigliare. Sono stato sopraffatto dalla gioia e dall’amore e ho abbracciato il mio cane con il
mio spirito. Anche se non ricordo che Skippy mi abbia detto qualcosa, eravamo così felici
di essere di nuovo insieme!
A questo punto, mi è stato
detto che dovevo tornare indietro… che non era il mio momento. Questo è
un po’ confuso adesso, ma ricordo un’intensa sensazione di rimpianto e che ero
pieno di sentimenti “No, No, per favore lasciami stare”. Ma da qualunque parte
provenisse la “voce”
era irremovibile… non era il mio momento e dovevo tornare. Non avevo scelta in
merito. Se è possibile descrivere l’esperienza del “tunnel” al contrario, è
come tornare qui. Sembrava che il mio spirito si fosse infilato in un barattolo
che era troppo piccolo e doloroso per trattenerlo. Stavo lottando per
tornare... “No, No, non voglio tornare indietro”. Il processo non si fermava –
stavo tornando. Ho sentito delle voci, voci reali. Ho aperto gli occhi per un
attimo e ho visto un gruppo di persone riunite attorno al mio corpo (la mia
faccia in particolare). Erano i paramedici dell’ambulanza e mi stavano
sfregando il ghiaccio su tutta la faccia. Ero in un profondo dolore fisico e mi
sentivo sfinito.
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293. NDE di Kathryn G 6/8/2003. NDE
772.
24 ottobre 2002. Ho avuto un arresto cardiaco. La prima cosa
che ricordo e che stavo guardando il mio corpo disteso sulla barella e
guardando all’interno dell’ambulanza ho visto un piccolo cartello con su la
capacità di carico. Essendo una persona piuttosto paffuta e con un buon senso
dell’umorismo (autoironica) mi sono vista lì sdraiata e ho subito pensato che
entrambi ci saremmo stati bene. Poi salii sull’ambulanza e mio padre, che era appena morto a maggio, disse: “Che cosa stai facendo qui?!” (Anche se non
parlava davvero io lo sentivo). Stava sorridendo e prendendomi in giro; ho
risposto: “Non lo so”. Poi mi ha comunicato: “Devi tornare indietro, hai dei nipotini”. Mia madre era seduta accanto a mio padre
e mi ha comunicato di essere d’accordo con lui. Poi ricordo che
galleggiavo sul mio corpo e che vedevo i dottori e le infermiere che lavorano
su di esso e ricordo di aver pensato tra me e me; “Perché sono cosi
arrabbiati”? Era ok dov’ero, ma non potevo comunicarlo a loro, ma questo non mi
turbava, non ho parole per
descrivere la luce che proveniva dai miei genitori o il modo
in cui mi sentivo. Non riesco ancora adesso a descriverlo a parole. Subito dopo
fui consapevole che mi figlia mi stava parlando per dirmi che mi trovavo in
ospedale, che avevano appena fatto un intervento chirurgico al cuore e che
dovevo combattere perché mi trovato nel reparto di terapia intensiva.
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291. NDE di Liz R 6/8/2003. NDE 781.
Marzo 2003. Ricordo di aver pensato: “Caro Dio, per favore
non lasciarmi morire. Giuro che non farò mai più niente di così stupido. Per
favore, Dio, ho così tanto da vivere. Cosa succederà a mamma se morirò.
Soprattutto se muoio così, Continuavo a ripetermelo più e più volte nella mia
testa. Non avevo mai pregato così tanto in vita mia. All’improvviso, tutto è
diventato molto tranquillo e mi sono sentita in pace. Ero circondata da una luce bianca brillante e mi sentito molto sicura e
felice. Mi sentivo come se stessi galleggiando e potevo vedere tutto
quello che mi stava succedendo. Mi sono vista nell’ambulanza e mi sono
spaventata molto. Sembravo così orribile. I miei occhi erano aperti a metà e
stavo tremando violentemente. La mia pelle era diventata grigio cenere.
Ha modificato valori o convinzioni in seguito
all’esperienza? Sì. La mia fede in Dio è diventata molto più forte.
Esperienza di droga trasformata in una NDE.
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290. NDE di Carlene W 6/8/2003. NDE
773.
Nel 1990, mi sono trovato in coma e sono morto per un po'.
Durante questo periodo, ho visto un buco nero con un cerchio di luce che stavo attraversando.
Un senso di pace, che è indescrivibile, mi ha pervaso. Ho continuato a percorrere il tunnel / cerchio di luce. Volevo rimanere perché
la sensazione, la tranquillità, era così completa. In qualche modo, sapevo che
era il paradiso; Ho cercato di vedere se mia nonna e mia figlia Becky erano lì. C'erano - e di nuovo ho sentito una pace
sapendo che stavano bene. Ho anche visto un
altro amico, che presumibilmente si è suicidato. Potevo sentire la mia
famiglia e le mie altre figlie parlare con me. Dovevo tornare e aiutarli.
Volevo aggrapparmi a quella pace che sentivo; tuttavia, la mia famiglia aveva
bisogno di me. Presto sono uscito dal coma. Più tardi ho scoperto che i dottori
hanno provato di tutto ma non è stato fino a quando le mie figlie non sono
state autorizzate ad entrare nella mia stanza in quanto sono uscito dal coma.
Ha modificato valori o convinzioni in seguito all'esperienza?
Sì, ho creduto in Dio, ma ora so che c'è un paradiso. Quando qualcuno muore, so che
possono vedermi ed essere con me perché sono solo in una dimensione diversa.
C'è una o più parti della sua esperienza che per lei ha un
carattere particolarmente significativo o importante? Il bello è che non ho più
pianto per mia figlia, sapevo
che era in paradiso con mia nonna.
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283. NDE di Pozy M 5/27/2003. NDE
752.
15 luglio 1995. È successo quando stavo facendo il bagno in
uno stagno. Mia sorella minore ha iniziato ad affogare e ho fatto un salto
verso l'acqua per salvarle la vita. Sono riuscito a salvarla ma sono entrato in
un mulinello da solo. Stavo cercando di rimbalzare e prendere fiato, ma dopo
qualche istante sono andato troppo giù e mi sono reso conto che non avevo più
forza per combattere con l'acqua. Quando i miei piedi toccarono il fondo, capii
che non sarei sopravvissuto. Nel momento in cui ci ho pensato mi sono sentito
molto caldo e sereno. Non sentivo più nient'altro. Mi sentivo bene. Tutto ad un
tratto, ho visto un film che mostrava tutta la mia vita. Tutti gli aspetti
negativi e cattivi della mia vita, ora potevo sentirmi profondamente nella mia
anima. Mi vergognavo di quello che ho visto. Poi ho visto un tunnel con una luce brillante alla fine. La luce era amorevole e molto brillante,
così brillante che mi facevano male gli occhi. Alcune figure di persone sono uscite da quella luce. Ho sentito una voce che mi chiedeva se ero sicuro di aver fatto
tutto nella mia vita. Ho ancora sentito questa terribile vergogna e ho
risposto: "Non penso". La voce rispose: "Allora torna e
finisci il tuo lavoro!" Non ho nemmeno avuto il tempo di pensare a
ciò che la voce disse
perché improvvisamente ho sentito un dolore penetrante e lancinante. Ho fatto
il mio primo respiro ed è stato orribile! La pressione ha fatto esplodere
alcune delle mie sacche d'aria, che portano a un sanguinamento esteso. I
risultati di questo possono ancora essere visti sul mio corpo.
Quali emozioni ha provato durante l'esperienza? Mi sentivo bene, non
sentivo alcun dolore, mi
sentivo amato e necessario.
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278. NDE di David B 5/10/2003. NDE
768.
Aprile 1984. La notte della mia esperienza di pre-morte stavo
lavorando su una nave da ricerca, eravamo appena rientrati da un lavoro usando
un sommergibile e vi era anche un suo rappresentante a bordo. Non potevamo
rientrare in quel piccolo porto perché le condizioni del mare non lo
permettevano e la nave avrebbe potuto incagliarsi sul fondale all’ingresso del
porto a causa delle ondate. Era notte fonda quando lasciammo l’ancora a un paio
di miglia dalla costa e decidemmo di rientrare al porto il giorno dopo, appena
terminata la tempesta che stava infuriando in quel momento. […] Il capitano
raccomandava di indossare i giubbotti di salvataggio e la mia guida accettava
di buon grado questo consiglio. Eravamo tutti sub operatori esperti, abituati
sia a stare sul mare che in acqua. […] All’improvviso stavamo per rovesciarci
mentre un’onda si stava per infrangere su di noi e io urlavo come un matto per
provare a fare inversione. Avevamo girato la barca a stavamo riiniziando a
risalire quando il cielo si è oscurato completamente e una cresta di schiuma
era a venti piedi sopra le nostre teste. Eravamo in una zona frangiflutti di
sabbia a un chilometro e mezzo dal porto. Ricordo che quando ho visto quella
schiuma ho urlato a tutti “OH MERDA, QUESTA È LA FINE” è l’onda si è infranta
su di noi. L’onda piegò la barca a metà da prua a poppa, tre dei quattro
gommoni gonfiabili si ruppero appena il pavimento in alluminio e fibra andò
letteralmente in frantumi mentre il motore si staccò dallo specchio di poppa.
Sono stato catapultato dalla prua verso l’oceano e l’onda è roteata su sé
stessa e mi ha risucchiato al suo interno nel momento dell’impatto. Era la
forza più violenza, più brutale che avessi mai sperimentato, ed ero isolato da
tutti. Avevo perso ogni senso dell’orientamento e l’oceano continuava a
lanciarmi in giro come una trottola. Quando ho aperto gli occhi sono esplose
delle bolle, per farmi un’idea su quale via fosse meglio percorrere, la sabbia
e il sale bruciavano ed era cosi scuro che non riuscivo a vedere le bolle. Non
sapevo in che direzione nuotare. Ma tutti i miei anni di esperienza come sub mi
avevano insegnato a non andare nel panico. Ho aspettato che questo vecchio
giubbotto di salvataggio May West mi riportasse in superficie. Ora non vedevo
delle luci sotto il mare, era molto buio. Il mare continuava a scuotermi e i
miei polmoni bruciavano ogni volta che non riuscivo a trattenere il respiro. Ma
la superficie non arrivava mai e col passare del tempo il bruciore nei polmoni
diminuì, anche se faceva sempre un gran freddo. Potrei dire che il mio cervello
stava morendo di fame perché fui colpito da una sorta di euforia. Sembrava
passato molto tempo da quando iniziai a trattenere il respiro ma poi finalmente
fui sopraffatto dall’euforia e provai anche a respirare l’acqua salata. Tutto
quello che ricordo dopo era il bruciore nei polmoni, lentamente il bruciore
andava a diminuire e c’era l’oscurità, fredda oscurità. Lentamente ho notato la luce, stava diventando tutto più leggero intorno a me.
Non sentivo più il mio corpo, sentivo dov’era ma non vi facevo parte. È
iniziato a diventare tutto più caldo e confortevole. Mi sono sentito attratto da un’area più luminosa
della luce. Non
riuscivo a trattenermi, mi sembrava la cosa più naturale da fare e mi sembrava
così famigliare. Una sensazione di accoglienza e di bentornato a casa con in
aggiunta un incredibile
senso d’amore mi
pervasero in quel momento. Mi
sentivo così felice, a mio agio ed amato. Il mio corpo fisico era sparito; stava
diventando leggero ma senza una forma. Non ho giudicato questa situazione e
appena l’ho accettata il cambiamento è stato naturale. Poi, nella luce, potevo sentire altre persone con me e altre ancora venire verso di me. Mi
stavo muovendo ancora verso di loro. Il movimento verso queste entità era un qualcosa che
stavo vivendo per la prima volta eppure volevo rimanere lì con loro. Riconobbi questi altri esseri e persone ma
furono loro ad accogliermi. Mi sostenevano e mi aiutavano ad adattarmi. Altri esseri sopraggiunsero, forse una
dozzina in tutto, erano intorno a me. Li conoscevo tutti e mi sentivo come in famiglia. Prima che potessi
comunicare con qualcuno di loro, ho iniziato a ricevere dei bagliori, immagini
della mia vita. Ho imparato in un secondo momento che questo viene chiamato un
riesame della vita ed è molto difficile da spiegare vista l’intensità
incessante delle immagini. Le parole non possono rendere giustizia a questa
esperienza. Non solo erano immagini ma erano anche sentimenti e non solo i miei
sentimenti. Potevo percepire i sentimenti degli altri e come le mie azioni in questa vita li
avessero toccati. Potevo sentire la loro gioia, felicità, angosce, delusioni,
amore, tutte le loro emozioni. Ma non c’erano sentimenti di giudizio. Nessun
sentimento di giudizio sulle mie azioni in questa vita. Ho pensato che stavo
rivedendo la mia vita in modo che potessi crescere ed evolvere dall’esperienza
di questa vita. Poi le immagini e i sentimenti sono cambiati, mi venivano
mostrare immagini che non provenivano dalla mia vita. Mi sono sentito
disorientato e confuso; Mi venivano mostrate parti della mia vita che non erano
ancora accadute. Gli altri esseri mi stavano supportando
ma non con le parole. Mi stavano supportando con pensieri di amore e compassione. Mi hanno
detto cose molto personali della mia vita che non desidero discutere qui.
Proprio in quel momento, ho sentito molto chiaramente e distintamente le parole
“questo non è il tuo
momento, devi tornare”. Non volevo tornare. Ho pregato di rimanere. Mi è
tato detto ancora una volta che non era il mio momento e che avevo uno scopo.
All’improvviso ho capito che dovevo tornare al mio corpo e continuare a vivere
la mia vita. Ritrovarmi alla presenza della luce di Dio ha reso ancora più difficile il mio ritorno a questa vita. Non
volevo tornare, questo era più doloroso dell’atto in sé di annegare. Il gruppo di esseri che erano con me, sono
venuti a chiamare il mio gruppo dell’anima. Il mio gruppo dell’anima mi ha
aiutato a tornare nel mio corpo. Volevo già stare lì. Il ritorno è stata la
cosa più difficile che mi sia mai stata chiesta di fare. Mi resi conto che il
mio corpo era senza vita e sospeso nell’acqua, ancora capovolto e fatto
risaltare dalla sabbia e dall’acqua. I marinai prendevano l’estremità di una
fune e la intrecciavano con le estremità della corda. La chiamano la fune
amara. Bene, l’amara fune di una corda si era avvolta attorno al mio braccio e
mi batteva il petto. L’altra estremità della corda era attaccata allo zodiaco.
Quando il seguente set di onde mi ha colpito, la corda mi ha slogato spalla e
pollice ma mi ha anche tirato in superficie. Tre dei compartimenti pieni d’aria
furono sgonfiati, ma nel mio compartimento c’era ancora aria. Il mio corpo era
aggrovigliato nella corda e il ponte con l’aria al suo interno. Le onde mi hanno
colpito così forte da spingere un po’ dell’acqua fuori dai miei polmoni. Ho
respirato per la prima volta dopo molto tempo e il mio spirito è stato sbattuto
di nuovo all’interno del mio corpo. I miei polmoni erano in fiamme, la testa mi
martellava e sarei scivolato di nuovo sotto la superficie se non fossi stato
aggrovigliato con la barca. Ho tossito e vomitato e ho cercato di respirare di
nuovo. In lontananza sentivo gridare il mio nome. I miei compagni di viaggio mi
stavano cercando. Avevano recuperato in un qualche modo una torcia elettrica,
ma tutto il resto andò perduto. Hanno nuotato verso di me e ciò che restava
dell’imbarcazione. Eravamo ancora a un miglio dalla costa. Eravamo tutti
aggrappati alla barca e abbiamo iniziato a nuotare verso la riva. […] Quando
siamo arrivati a riva, due dei miei compagni di viaggio hanno rimesso a posto
il mio braccio lussato. Quando arrivai a casa mia moglie era scioccata. Era
un’infermiera e mi ha curato. Mi ci sono voluti due giorni per tornare
completamente nel mio corpo. Una
parte di me ha mantenuto una connessione con la luce finché non sono riuscito a reprimerla
abbastanza. Tutti noi abbiamo accesso alla luce e all’amore di Dio, abbiamo solo bisogno di
fermarci, ascoltare e aprirci ad essa, tutti noi incappiamo in degli ostacoli
ma dobbiamo imparare a superarli perché è solo così che possiamo evolvere e
crescere spiritualmente. Dio
non ci ha abbandonato, nemmeno quando le cose sembrano così difficili. È
necessario che sperimentiamo ciò che percepiamo come buono o cattivo per poter
crescere. La luce e
l’amore di Dio
sono parte di ognuno di noi e non dobbiamo andare a cercarlo. Dobbiamo solo
aprirci.
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277. NDE Annick 4/6/2003. NDE 20200.
Luglio 1996. Stavo dando alla luce la mia figlia più piccola.
Avevo un’anestesia parziale poiché mi avevano fatto il Cesario anziché il parto
naturale. Mi avevano anestetizzato più del necessario perché l’anestesia non
aveva funzionato subito. La mia pressione sanguigna era scesa ed io cominciai a
sentirmi malissimo. Dopo una mezz’ora nacque mia figlia. Poi loro continuarono.
Avevo bisogno di una sterilizzazione perché non avrei potuto avere un
terzo figlio. Era già il secondo figlio con un Cesario. I dottori non volevano
che ne rischiassi un terzo. Ero ancora cosciente. Mentre stavano eseguendo
la sterilizzazione, scoprirono che avevo il cancro e dovettero rimuoverlo.
L’anestesia non stava funzionando come avrebbe dovuto e il mio corpo protestava
per il dolore. Il cuore si fermò due volte. Mi ripresero inserendomi
dell’adrenalina direttamente nel cuore. Ero di nuovo cosciente non sentii
niente di strano in quel momento. Dopo altre due ore (ebbero diversi problemi
con il tumore) sentii delle vertigini. Il cuore si fermò per la terza volta.
Cominciai a sentire delle scosse dentro di me e, prima che me ne accorgessi, mi
vidi stesa sul tavolo operatorio. Dopo qualche secondo vidi i dottori nel
panico. Uno di loro urlò che avevo perduto troppo sangue. All’improvviso, tutto quello che
vidi fu luce.
Non luce brillante ma una luce confortante e morbida. Non so come
spiegare. Come ho detto, era troppo grande per spiegarla. Un senso di pace
mi pervase quiete, pace nella forma più grande. Niente preoccupazioni, niente
problemi, niente cattivi sentimenti, niente pensieri neri. Solo pace. Più
grande di quando si è innamorati, più grande di quando tieni la mano del
tuo bambino per la prima volta, più bella di quanto chiunque possa immaginare.
Solo pace, quiete e felicità. Niente altro. Vidi una donna. Bellissima,
con una lunga veste azzurra. Incantevole. In quel momento mi resi
conto che ero morta o comunque fuori dal mio corpo. Tutto ciò che
pensai fu: “D’accordo, ho visto mia figlia. È forte, ha salute. Adesso me ne
sono andata. Lei starà bene”. Suona egocentrico ma in
quel momento non mi sentivo male riguardo a ciò. Strano. Ero felice.
L’avevo vista, questo era tutto ciò che contava in quel momento. Continuai a
guardare la luce e la donna. Ero estremamente
felice. Non c’era un vero volto. Era bionda, con un vestito azzurro. Sorrideva. La luce
bianca e morbida si trasformò in un paesaggio. Erba del verde più verde, con
rose rosse a distesa di sguardo. Sapevo che la donna era accanto a me. Non la
vedevo davvero, ma sapevo
che era lì. Era così bello. Piansi dalla gioia. Da un istante all’altro,
sentii come se qualcosa o qualcuno mi stesse tirando via. Il paesaggio svanì ed
io ero di nuovo sul tavolo operatorio. Sembra strano, ma io mi sentii come se
fossi nata. L’aria entrò nei miei polmoni con molto dolore, ed io urlavo a
più non posso. Dopo qualche secondo mi accorsi che ero tornata e tutto ciò che
feci fu di implorare di lasciarmi andare. Di tornare da dove ero venuta.
Maledicevo e urlavo ai dottori. Ero furiosa. (credetemi normalmente sono una
persona calmissima). Li picchiavo, urlavo contro di loro, niente contava.
Volevo ritornare indietro. Naturalmente questo non servì.
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275. NDE di John C 11/21/2004. NDE
11066.
Ebbi un collasso polmonare nel 1994, e venni ricoverato in
ospedale, senza una ragione apparente a parte il fatto che avevo il raffreddore
e avevo avuto precedenti di asma, avevo diciotto anni quando questo è accaduto.
Circa un mese dopo, sono stato a casa per un mese; mentre dormivo sognai di
essere in cima a una scogliera, e caddi. In quel momento sono caduto a terra ed
ho sentito di aver smesso di respirare. Immediatamente nel mio pensiero mi sono
detto: "Sono caduto a terra durante il sogno, devo essere morto".
Tutto è diventato nero nel momento in cui ho avuto l'impatto nel sogno. A quel
punto, sapevo che non era un sogno. Ho iniziato a fluttuare in uno spazio nero.
Non potevo vedere nulla intorno a me ed avevo paura. A quel punto, forse un
secondo o due dacché avevo iniziato a fluttuare ho sentito una voce assordante dire: "IO SONO L'ALPHA E OMEGA L'INIZIO E LA FINE". In quel momento, poi, vidi una luce provenire dal mio lato
destro, ed era ad una distanza lontana, si avvicinava e si avvicinava finché
non venni completamente immerso nella luce, e tutto ciò che potevo vedere era
luce e sentivo calore. Poi ho sentito una voce chiamarmi e richiamarmi come Jim, che non è il
mio nome. Allora in quel momento la luce prese la forma di ciò che mi apparve come una sagoma di Gesù, simile a come potrebbe
sembrare l'uomo della Sindone di Torino. Allora ho cominciato a parlare, che
comunicassi con mezzi verbali o non verbali è difficile dirlo - ma io la
percepivo come una comunicazione verbale. Ho chiesto, 'Sono morto?' Non ho nemmeno chiesto se fosse Gesù perché sapevo che era lui. Ho sentito pace e amore
in presenza della sua luce/forma.
[…] Ho poi chiesto se potevo rimanere, e mi è stato detto che devo tornare indietro, e che non
era il mio momento. Gesù
aveva un effetto davvero calmante e rasserenante e, quando mi disse questo, io
cambiai idea per tornare indietro. Poi chiesto: se fossi tornato indietro,
quando poi sarei potuto tornare di nuovo, e Gesù mi ha risposto, che per me erano state previste
due età in cui avrei potuto tornare: o a 37 o a 73 anni, e che avrei avuto un
attacco di cuore a 37 anni, ma che era ancora incerto se fossi poi stato
chiamato a casa, ma che se io lo avessi voluto era perché mi erano stati dati
dieci anni in più della mia ultima vita. Voi potreste pensare che io rimasi
sconvolto da questa rivelazione, ma non lo fui; a, perché non era una cosa
spaventosa. Ho poi chiesto, quando sarebbe finito il mondo, e Gesù mi ha detto che solo il Padre conosce il giorno e
l'ora. A questo punto non ricordo molto altro, oltre all'amore di Gesù e mi è stato detto che sarei tornato indietro.
Poi sentii il mio spirito scendere nel mio corpo che giaceva sul letto, mentre
scendevo nel mio corpo mi sentivo come se stessi sprofondando nel fango o nelle
sabbie mobili. Ho dormito il resto del tempo, e fino ad oggi è stato
probabilmente uno dei sonni più tranquilli che io abbia mai avuto. […].
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73. NDE di Marsha B 4/17/2003. NDE
762.
2 giugno 1985. Sono epilettica. Un giorno mi sono sentita
debole e sono caduta urtando la specchiera di mio nonno. Mi sono aperta la
fronte e mi hanno dovuto portare d’urgenza all’ospedale. L’emorragia alla fine
è stata fermata, ma in seguito ho avuto una crisi dopo l’altra. Hanno tentato
di iniettarmi del Valium liquido e altre sostanze direttamente nel cuore.
L'abbinamento di farmaci ha provocato un arresto cardio-respiratorio. Ci sono
voluti quasi otto minuti perchè riuscissero a riportarmi in vita. L’equipe
medica diceva: «E’ morta, lasciamola andare». Il mio medico di famiglia ha
invece insistito: «No. Proviamo ancora». E così hanno fatto: ho finito per
reagire. Durante questi otto minuti ho visto tutto quello che è successo nella
terapia intensiva. Ho detto ai medici e alle infermiere che continuavo a
ripetere loro che stavo bene, ma nessuno mi sentiva. Minuto per minuto, ho
descritto loro quello che è successo esattamente in quella stanza. Il mio
medico di famiglia ha dichiarato: «ho visto molti dei miei pazienti morire ma
nessuno è mai tornato per dire quello che è successo mentre era clinicamente
morto».
«Quando sono arrivata alla
fine di un tunnel oscuro, ho visto uno dei miei nonni. Nessuno della mia famiglia aveva
fatto alcuna foto di lui. Ma quando l’altro mio nonno è venuto a trovarmi
all’ospedale mi ha detto: «Marsha, ho portato una cosa ma non so perché».
L'ho interrotto dicendogli che si trattava di una foto dell'altro mio nonno. Ha
risposto: «Sì, come lo sai?». L'unica foto mai scattata era stata fatta al suo
funerale, quando ero molto giovane. L'ho descritta con molta precisione. Ha
risposto: «Si, Marsha, è stato sepolto così. Come lo sai?». Dopo avergli detto
quello che avevo visto, era stupefatto. Ho visto anche altre persone, ma questa è un'altra storia. Vi prego di credermi quando dico
che sono cristiana e dopo questa esperienza, non ho paura di morire.
Adesso ho un marito, tre figli grandi e sei nipoti, tutti conoscono questa
storia, poiché gliel'ho ripetuta ancora e ancora. Lodate Dio. Esiste qualcosa dopo aver lasciato questo mondo!
Ha raggiunto un Confine o punto di non ritorno o ha potuto
scegliere se rimanere o ritornare al suo corpo terreno? Sì. Mia nonna mi ha detto che non era ancora il momento e mi
sono svegliata nel mio corpo.
Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo
significativo a causa della sua esperienza? Vivo di più per Gesù, mio Signore e Salvatore, e sono cosciente ogni giorno
del posto dove andro' quando lascero' questa terra.
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268. NDE di Brian L 4/6/2003. NDE
748.
5 dicembre 1969. Avevo nove anni quando l'evento accadde
durante le lezioni di ginnastica all'aperto. Indossavamo una maglietta e
pantaloni lunghi. Ecco perché penso che sia successo intorno a maggio.
L'insegnante di ginnastica ha allestito un percorso a ostacoli usando la
palestra della giungla, l'altalena e la tavola scorrevole. Sono caduto dalla
scacchiera a otto piedi, mi sono rotto la milza e mi sono rotto alcune costole
sul lato sinistro. Quando sono atterrato dal cadere, ero fuori combattimento.
[…] Ricordo di aver visto la mia insegnante di ginnastica e mia sorella parlare
con me. Era come se stessero parlando nella mia testa, non riuscivo a sentirli
con le mie orecchie, come se tu avessi una conversazione con qualcuno, era come
se stessero parlando alla mia mente. È difficile spiegare che è come quella
voce con cui parli quando stai pensando a cosa scrivere, come i tuoi sensi.
Dopo aver visto mia sorella e l'insegnante di ginnastica, potevo vedere me
stesso abbandonare il mio corpo e fluttuare verso il cielo, potevo vederlo ma
non sentirlo. […]
Continuavo ad andare più in alto fino a quando ho iniziato a sentire il canto e
la musica gioiosa. Non molto tempo dopo, ho visto una piccola luce bianca davanti a me. Ho iniziato a fluttuare verso questa
piccola luce, è diventata più luminosa e più grande. Più mi avvicinavo a questa
luce, ho iniziato a
distinguere questa voce,
era una voce che non avevo mai sentito prima, era forte ma gentile. La luce intensa
mi ha quasi ricordato di andare verso il sole a questo punto. Ho smesso di
fluttuare a questo punto. Era come essere in fondo a un pozzo guardando
l'apertura in alto e chiedendosi cosa c'è dall'altra parte di questo buco nero.
Poi apparve quest'ombra
che sembrava un uomo alto con una lunga veste dai
capelli lunghi fino alle spalle, con i baffi e una lunga barba. Si chinò
allungando la mano per aiutarmi a uscire da questo buco nero. Mentre stava
raggiungendo, disse: seguimi. Avendo paura e ricordando ciò che i miei genitori
mi avevano detto di non andare con estranei, dissi: "Non so chi sei,
quindi no". Mi ha
detto: io sono l'alfa e
l'omega, l'inizio e la fine. In questo momento, ho potuto vedere le persone in ombra che cantavano e ridevano raccogliendosi attorno
all'apertura di questo buco nero, dicendo: vieni, ti piacerà qui. Ho
detto a questa persona in ombra, che all'epoca sembrava essere la portavoce o
quella responsabile di questo gruppo di persone
felici, sembra divertente e ti stai divertendo molto. Ancora non so chi
sei. Mi ha detto: "Sì che lo sai, non mi hai mai incontrato, ma conosco la
tua famiglia, e ci sono altri dalla tua famiglia che vorrebbero vederti e che
conoscono molto bene te e la tua famiglia". In questo momento, più persone hanno iniziato a presentarsi per
dirmi i loro nomi e
mi hanno rassicurato che
questa luce brillante è un bel posto dove
stare. Sarai sempre felice e sarai sempre sano. Quando hanno detto
questo, mi sono ricordato di quello che ho imparato alla scuola domenicale su
come fosse il paradiso.
[…] Dopo aver visto quello che chiamo un film sulla mia vita, mi sono
risvegliato da quello che pensavo fosse un sogno che stavo avendo, come quello
da quando ti svegli dal sonno, non sapevo dove fossi o chi fosse intorno a me. Ancora
spaventato da quello che pensavo fosse un incubo o un brutto sogno, ho visto
mia madre e mio padre in piedi accanto a me all'ospedale. Ero così felice di
vederli che piansi, erano felici di vedermi anche io. Mi hanno abbracciato
prima che dovessero precipitarmi in sala operatoria; mi hanno rassicurato che
tutto andrà bene. Questo è tutto ciò che ricordo di quel tempo.
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266. NDE di Daisy M 4/6/2003. NDE 734.
Gennaio 1981. Dovetti andare all’ospedale per farmi applicare
dei tubicini. Mio marito, tra l’altro, mi ha riferito in seguito che quel
giorno era quasi tornato indietro all’ospedale per impedirmi di farmi operare,
aveva un brutto presentimento. Il chirurgo fece per inserirmi un ago nel mio
addome per far affluire il gas che avrebbe gonfiato il mio stomaco in
preparazione all’ intervento chirurgico. Mancato! Invece di beccare lo stomaco,
inviò alcune bolle di gas nel cuore causando la mia morte clinica per quattro
minuti. Immediatamente il chirurgo chiamò mio marito riferendogli che c’erano
delle complicazioni e che avrebbe dovuto raggiungere l’ospedale il prima
possibile. In seguito, sono stata in coma per quasi due giorni. La mia
sensazione oggi è che la mia NDE sia cominciata prima dell’arrivo di mio
marito, e penso che se lui non fosse venuto per stare vicino a me, adesso
potrei non essere qui a raccontarvela. Ricordo che galleggiavo nell’aria e
guardavo dall’alto gli elettrodi che venivano applicati sul mio torace e i
dottori che leggevano l’elettrocardiogramma. Ricordo le infermiere che si
affaccendavano su di me, poi il
tunnel con la luce.
Chi sarebbe apparso da
quel tunnel, se non
il mio amatissimo
fratello e la mia amatissima sorella che persi nel 1970. Erano così felici di vedermi, e
io di vedere loro! Li ho sognati
costantemente per anni (mia sorella perì in un disastroso incidente stradale e
mio fratello morì di cancro sei mesi dopo, mi sono mancati terribilmente). Ci
abbracciavamo e ci tenevamo per mano. Mi imploravano di andare con loro.
Iniziai ad andare effettivamente con loro, ma poi qualcosa mi bloccò (mio
marito??), quindi dissi loro che non potevo seguirli perché avevo una creatura
di un anno di vita e mio figlio di nove, oltre che mio marito, e non ero ancora
pronta a lasciarli. Divennero tristi e dissero che ovviamente dovevo rimanere,
ma che loro non sarebbero più stati in grado di raggiungermi. Da allora non li
ho più avuti in sogno, ma credo che mio fratello riviva con noi quando guardo
di tanto in tanto la sua immagine. Mi viene da singhiozzare e da piangere ogni
volta che richiamo alla memoria questo fatto, ma ne faccio tesoro perché so che loro stanno insieme. Ho poi perso mio padre nel
1999 e mia madre nel 2001. Non sogno mai mio padre (mah??), mentre spesso sogno
mia madre che mi dice che adesso mio fratello e mia sorella sono con lei.
Questo mi dà un gran conforto.
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262. James B 4/6/2003. SMR 759.
Stavo attraversando un periodo difficile nella vita. Avevo
sognato di andare alla Queens University di Belfast per studiare il computer.
Ho ricevuto una lettera da loro che diceva che non avevo ottenuto l'ingresso
perché non avevo soddisfatto le loro esigenze. Ero così arrabbiato. Corsi nella
mia stanza e mi chiusi dentro, non lasciando che mia madre o mio padre
potessero entrare. Stavo piangendo al di là del controllo quando all'improvviso si
presentava questa bella luce davanti a me. È passato
di colore in colore, e dentro questa luce potei scoprire l'ombra di un essere. Improvvisamente,
mi trovavo in piedi accanto a questa luce. Mi guardai indietro e il mio corpo
giaceva sul letto piangendo ancora. Ho pensato WOW! Come diavolo?
Improvvisamente, dall'interno di questo essere, un Tunnel enorme si era aperto
e fu bellissimo oltre le parole. Non posso dirti cosa ho sentito. La sensazione
di amore e pace che
avevo realizzato mentre stavo passando attraverso ciò era incredibile! Mi
sentivo inghiottito nella passione dell'amore che sembrava scorrere da ogni
angolo di questo Tunnel e da
questo essere!
Abbiamo raggiunto quello che posso solo chiamare "La Sala Bianca".
Questa camera non sembrava finire mai! Era piena di libri dopo libri. Libri
grandi rossi! Davanti a noi apparve un tavolo e sul tavolo c'era uno di quei
libri. La "Persona"
accanto a me ha iniziato a parlare e mi è sembrato come musica nella mia mente.
L'Essere non
parlava mai con la sua mente, mettendo solo le sue parole nella mia testa (fico,
ho pensato). Il pensiero che ebbi era che mi avrebbe raccontato la mia vita e
quello che mi attendeva. Ha aperto il libro. Non era un libro normale. La cosa
mi ha mostrato immagini televisive della mia vita, dalla nascita al presente.
Molto di cui avevo dimenticato! L'essere mi guardò con tanto amore che mi sentivo come se volessi piangere. Il
pensiero che mi venne in mente fu che siamo tutti interconnessi; siamo tutti
come uno, parte di un grande grande piano. Siamo tutti legati spiritualmente!
Wow! Ho pensato. Poi mi ha
detto che dovevo tornare perché c'erano persone che avevano bisogno di me.
[…] Improvvisamente mi sono ritrovato nel Tunnel. Non volevo andare, mi sentivo
al sicuro. Non c'era alcuna forma di tempo in quel luogo. Solo l'amore puro.
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260. NDE di Tomy T 4/6/2003. NDE 723.
12 settembre 1969. Ero un operatore di macchina in una
fabbrica. Il controllo per la macchina era palmare ed entrò in corto circuito e
io diventai la messa a terra. Quando l'elettricità mi ha colpito, ricordo di
aver visto i colori che sembravano liquidi e riempivano l'intera stanza. Era
simile ad essere sott'acqua e guardare gli oggetti sul fondo. I colori
sembravano fondersi e fluire lentamente, ma non si mescolavano mai per formare
nuovi colori. Lentamente tutto si affievolì nell'oscurità. Poi ho avuto la
sensazione di movimento in avanti, ma non ho potuto vedere niente. Un piccolo punto di luce apparve di fronte e, mentre avvicinai, diventò
più grande, più luminoso e più caldo. Un calore non fastidioso, ma un
senso di appartenenza e di amore.
La pace mi ha sopraffatto e non provavo paura. La luce sembrava provenire dall'estremità opposta di un
tunnel e mi avvicinai. Quando uscii dall'altra estremità del tunnel, ero in un campo erboso che aveva dolci
pendenti colline. C'erano
alcuni grandi alberi di querce e cespugli fioriti. Mi resi conto che ero
in piedi su un sentiero sabbioso e cominciai a camminare lungo di esso. Non
sapevo dove stavo andando ma mi sentivo costretto a seguirlo. Mi sembrava di
essere a casa e avevo vissuto lì per molto tempo. Il sentiero conduceva su una
bassa collina e, quando sono arrivato in cima, ho potuto vedere il sentiero che
portava ad un piccolo ponte bianco che attraversava una piccola insenatura
nella valle. Vorrei poter
descrivere la vivacità dei colori dell'erba, dei fiori, del cielo, anche la
chiarezza dell'acqua nel torrente. Era come il cristallo. Ecco perché
non lo racconto a tante persone. Non possono comprendere e io non posso
spiegare. Ho seguito il percorso verso il ponte. Era un ponte d'arco di legno
lungo circa dieci metri e largo quattro o cinque piedi. Aveva un corrimano in
legno su ogni lato. Mentre arrivai a circa cinquanta metri dal ponte, notai una figura vestita di bianco brillante che camminava sul
sentiero dall'altro lato del ponte che si avvicinava a me. Proprio
mentre arrivai alla fine del ponte, la figura era di circa dieci metri dall'altra estremità del ponte e lui si fermò e mi guardò. Era mio nonno
morto nel 1966. Ho sentito un tale calore e pace e non avrei mai voluto
andar via e ho iniziato ad andare da lui perché ero così felice di vederlo di
nuovo. Quando si volse a camminare, ho fatto un passo sul ponte e ho colpito
una barriera invisibile e non ho potuto andare oltre. Non mi ricordo di aver
detto ad alta voce le parole, ero più come se avessi avuto il pensiero, ma ho
detto a mio nonno di aiutarmi e di non lasciarmi. Si è fermato, si è voltato, mi ha guardato e mi ha
comunicato che non potevo venire ancora perché non erano pronti per me.
Ho dovuto tornare indietro e prendermi cura della mia famiglia. Voleva solo che
io sapessi che una volta fossi tornato indietro lui sarebbe stato lì aspettandomi. All'improvviso qualcosa ha preso
la parte posteriore del mio corpo e sono stato tirato rapidamente indietro e
indietro attraverso il tunnel. Tutto è diventato molto freddo non appena la
luce è uscita. Improvvisamente ero sul tavolo della stanza di emergenza con
parecchie facce che mi guardavano. Non riesco a descrivere la sensazione di
abbandono e delusione che ho provato.
Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo
significativo a causa della sua esperienza? Le mie credenze e pratiche religiose rimangono invariate.
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258. NDE di Mary M 4/6/2003 NDE 730
Dicembre 1967. Anche se non mi piace condividere il mio
passato con molte persone perché mi rendo conto che certe esperienze sono molto
inquietanti per coloro che non ne hanno avute di simili, mi sono sentita anche
piuttosto spinta a scrivervi.
Più di trentacinque anni fa, circa due mesi dopo la nascita del mio
primogenito, i miei reni collassarono per la presenza di numerosi calcoli
renali che bloccavano il passaggio ad entrambi i reni. Dopo settimane trascorse
in ospedale, avevo più di 41 di febbre a causa dell'avvelenamento del mio
sangue. Ricordo vagamente di aver ricevuto l'estrema unzione mentre mi
portavano in barella in sala operatoria per uno dei primi lavaggi di sangue in
questo paese. (Lavaggi di sangue in cui prendono il tuo sangue, lo riscaldano,
e poi lo immettono nuovamente nel tuo corpo). Ricordo di aver fluttuato al di
sopra della scena dell'operazione ascoltando i dottori che discutevano il fatto
che ero morta comunque e che avrebbero dovuto tentare questa nuova tecnica per
l'avanzamento della medicina. Allo stesso momento potevo provare una sensazione
di essere tirata e la stanza si riempì di una luce meravigliosa, e mentre il mio corpo saliva verso la luce continuai a sentire il
team di medici lavorare sul mio corpo. Più vicino mi trovavo alla luce, e più
aumentava la sensazione di calore e pace e potevo udire delle voci ed una musica smorzate. L'operazione continuò
in vano e potevo vedere gli elettrodi applicati al mio petto, ed udii il suono
del monitor che indicava che avevo perso i parametri vitali. (Non c'era battito
cardiaco né respirazione). Continuai solo ad andare alla deriva più vicino alla
luce finché non udii una voce, che non riconobbi, dire che dovevo tornare nel
mio corpo, che non era ancora la mia ora. Venivo spinta all'indietro,
anche se io non volevo. Caddi letteralmente indietro dentro il mio corpo, e mi
svegliai giorni dopo vedendo il sorriso del dottore. Mi disse: "Bentornata
- stavamo aspettando che tu ti svegliassi!" […].
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252. NDE di Edward B 4/2/2003 NDE
741
Agosto 1999. Ho "visto" brevemente sia quello che
sarebbe considerato il Paradiso
sia la sua controparte. Il
terribile tormento di coloro che si
trovavano all'"Inferno" era molto peggio
che non il fuoco e lo zolfo che tante persone predicano. Era qualcosa di simile
a passare l'eternità assieme a persone che farebbero del male ad altre come te,
oppure solitudine eterna per coloro che,
per mancanza di una parola migliore, "depriverebbero" gli altri. La
cosa strana a proposito di quel posto oscuro era che si trattava di un posto (e di un non-posto
allo stesso tempo) al
quale decidi tu di andare. Nessuno ti ha
mandato ma lo hai deciso
tu, allo stesso modo solo tu potresti decidere di uscirne. L'eternità
sembrava essere più simile a come la si desidera. Mentre l'Inferno era molto popolato, con milioni di anime, esso
rappresentava sono una parte molto piccola della popolazione totale che vive
nell'aldilà. Ero colpito dall'accuratezza del film "Al di là dei
sogni", che vidi solo un paio di mesi dopo. Sebbene non sia il film
migliore, il suo ritratto dell'aldilà è migliore di qualunque descrizione io
sia mai riuscito a fare.
Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o
vive)? Sì. Le
anime tormentate, in un luogo che era un non-luogo. Provavo terrore alla
vista dei loro tormenti, e una grande tristezza e pietà per loro perché non
c'era nulla che potessi fare per loro, né io né nessun altro. Nell'Universo, in
un luogo vicino al nostro pianeta, c'erano altre anime che godevano dell'aldilà. Sembravano tanto
felici quanto quelle anime tormentate erano travagliate, e tuttavia pareva che
essi si trovassero al gradino più basso della felicità. Il Paradiso sembrava essere
tanto più bello quanto più ci si continua ad inoltrare, solo che non si viaggia
veramente. Pensavo che mi
stavo muovendo verso quello che sembrava essere un comitato di accoglienza.
Stranamente, sapevo che stavano aspettando che io li raggiungessi, ed era composto da un gran numero di persone che
conoscevo, ma non so come lo sapessi, o chi fossero nello specifico.
Credo che fosse qualcosa come andare ad una festa nella quale sai che sarai
l'ospite d'onore. La festa sarebbe cominciata quando fossi arrivato al
"posto" giusto, solo che non ci sono mai arrivato.
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251. NDE di Annamarie F 4/2/2003 NDE
751
Nell'estate del 1971, ero una tipica quindicenne, felice un
minuto e scontenta ed insicura il minuto successivo. Una brava ragazza, ma come
la maggior parte delle ragazze di quell'età, confusa, stanca della mia famiglia
e spaventata dal futuro incerto. Era un periodo di ricerca. Quel giugno era
afoso, l'erba era secca e riarsa. Non aveva piovuto per un mese intero. Uno
degli ultimi giorni di giugno, una leggera pioggerella iniziò a cadere nel
mezzo di un terso cielo assolato, e la mia famiglia ed io non sapemmo resistere
alla tentazione di uscire. Il profumo dell'erba secca bagnata era dolce e le
fresche gocce di pioggia erano rinfrescanti e portavano nuova vita. Mentre
giocavamo sotto la pioggia - apparve un unico fulmine. Colpì me ed un albero
vicino - lasciandomi senza vita. (Non ho mai sentito il colpo del fulmine -
cosa su cui mi sono sempre interrogata). Mi trovavo come in un posto vuoto, ed
assistevo ad un evento silenzioso ma colorato riguardante gli avvenimenti della
mia vita, come si fosse trattata di una pellicola di un film. Questo luogo come
vuoto era in bianco e nero, come in una vecchia TV. Ma le immagini erano a
colori e molto specifiche. Un evento riguardava me, bambina, che spingevo dal
triciclo una sorellina più piccola. Gli eventi riguardavano situazioni in cui
avevo urtato i sentimenti di qualcun altro. Non mi sentivo giudicata, ma venivo
resa consapevole di come avessi influito su altre persone. Dopo, fui in presenza di colui
che ritengo fosse Gesù.
Non Lo vidi con gli occhi, ma
sapevo molto chiaramente che Egli era
presente. Mi trovavo in un luogo come vuoto in Sua presenza, era come le bellissime nuvole
fluttuanti che vedi quando sei in un aeroplano, ma si trattava di una versione
in bianco e nero (o grigio) di quella visione. Mentre mi trovavo alla Sua presenza, provai un amore indescrivibile, calore, accettazione,
pazienza, tolleranza, pace, calma e serenità. Come si potrà intuire - con tutti
quegli aggettivi, tale meraviglia non può essere descritta in modo da spiegare
la profondità di tutto ciò. Non c'era bisogno di vedere nulla. Comprensione ed amore erano tutto ciò che
contava. Mentre mi trovavo alla Sua presenza, sentivo di possedere tutta la conoscenza
dell'universo. Ogni domanda trovava una risposta ed aveva del tutto senso.
Comunicavamo liberamente, non con le parole, ma più chiaramente ed in modo più
coinciso di qualunque conversazione avessi mai avuto. Non sentivo nessuna
preoccupazione relativa a questo mondo. Egli mi disse molto chiaramente, "TUTTO HA A CHE VEDERE CON L'AMORE". Mi fu detto
anche che il suicidio non era una scelta che avrei dovuto compiere. Il tempo
non esisteva. E' come se il tempo qui servisse solo per le nostre esigenze
terrestri. So che sembra assurdo, ma allora aveva perfettamente senso. Poi
iniziai a divenire consapevole del mio corpo sul terreno. Stavo guardando
dall'alto, ma potevo vedere chiaramente e distintamente, quasi come se avessi
potuto ingrandire le immagini a piacimento. Non provavo emozioni, tranne quando
udii un soccorritore dire a mio padre, "sono passati sei minuti, se
riprende conoscenza ora ci potrebbero essere dei danni al cervello". Ricordo
di aver pensato, "oh che stupidaggini, non sa di cosa sta parlando!"
Immagino che il soccorritore stesse cercando di indurre mio padre a pensare se
smettere con la rianimazione cardiopolmonare. Ma a parte quello, non provavo
emozioni relative a quello che stava succedendo. La mia mente e la mia anima
non erano parte del mio corpo e non erano coinvolte da quello che succedeva lì
sotto. Mi sentivo come un osservatore silenzioso. In seguito, mi fu data chiaramente una
scelta: "rimanere" o "tornare indietro". Sentivo
tantissimo di voler restare dove mi trovavo, ma guardai di sotto, e vidi mia
madre, di solito calma nei momenti di crisi, quasi isterica e completamente
sconvolta. Percepii il suo dolore, e fui immediatamente proiettata indietro
sulla Terra, nel mio corpo. […] Per vent'anni mi sono tenuta alla larga da
qualunque organizzazione religiosa. (Non ho mai dubitato di Dio o della Sua
esistenza. Se qualcuno mi avesse chiesto, "credi in Dio?" la mia
risposta sarebbe stata ed è tuttora "Io non CREDO. Io SO!") Durante questo periodo di rabbia e
frustrazione, ho cercato alcune cose spirituali new-age. Buona parte di esse
erano eccitanti ed intriganti ed inizialmente procuravano sensazioni di grande
libertà. Ma la roba new-age è molto orientata su se stessa. Quando arrivano i
problemi, è difficile contare su se stessi per trovare conforto e guida. Ero
stata lasciata con un senso di grande vuoto. Avevo bisogno di sentire il pieno amore incondizionato, il
conforto, la forza e la pazienza di nostro Signore,
e sentire che Egli
mi avvolge nel Suo spirito, mi riempie e mi
sostiene, e poi cammina con me. Dopo averLo lasciato entrare, la mia rabbia
iniziò a placarsi e dopo che ciò accadde iniziai a percepire che il Suo spirito mi guidava. Un giorno mi sentii
spinta a cercare una Bibbia
che mi era stata regalata poco dopo la mia NDE. Non la avevo mai letta
veramente - non ero interessata, ritenevo mi confondesse. Ma quel giorno, ne
aprii una pagina a caso. La pagina parlava della saggezza di Dio, e come chi sia
spiritualmente immaturo possa leggere ed ascoltare la parola di Dio, ma non sia
in grado di comprenderla. Come ebbi letto, le parole sembravano letteralmente
essere assorbite dentro di me, come se le avessi riconosciute ed in qualche
modo fossero state parte della mia conoscenza. Ora, mi sento vicina a Dio quando leggo giornalmente
la Bibbia ed
interagisco con altri credenti. Le organizzazioni religiose avranno sempre
conflitti fra di loro e guide che sono testarde e rigide. Sono esseri umani
imperfetti. Molte persone conseguono una vita incentrata su Cristo per mezzo delle
organizzazioni religiose. A me era stata data una scorciatoia ma non la avevo
riconosciuta come tale fino agli ultimi otto o nove anni - non voglio più
sprecare tempo prezioso. Nessuno ha tutte le risposte. Se noi concediamo a noi
stessi di essere guidati dal Suo
spirito, la verità
sarà sempre palese. Ora sento di stare crescendo spiritualmente e di essere
nutrita ogni giorno da un qualcosa che fa bene ed è appagante. Per la prima
volta, in tutti questi anni, mi sento come se cominciassi a compiere il lavoro
che Lui mi ha
mandato a fare. E' una sensazione di pace e contentezza essere così piena del Suo spirito. Cerco la seguire la Sua guida in ogni cosa che
faccio. Quando ci riesco, la mia vita procede tranquillamente. Egli è sempre con noi - se non Lo sentiamo, è perché
noi ci siamo allontanati - non Lui.
Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o
vive)? Sì. Credo
di aver incontrato Cristo.
Non una presenza fisica, ma una presenza che comprende tutto, molto reale, con la
comunicazione più chiara che abbia mai avuto. Egli era con me - riempiendomi
del Suo amore e della Sua conoscenza. Ma ha
permesso di conoscere così tante cose e tutto aveva un senso.
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250. NDE di Patty J 4/2/2003 NDE
753
Aprile 1980. Mi sono sentita innocente come si sente
innocente una bambina, non avevo alcun ricordo della famiglia sulla terra. Vidi una luce venire verso di me da lontano, così
piccola ma era così interessante, perché era l'unica luce presente. Mi sentii
come se mi stessi muovendo molto velocemente, ma non avevo paura. Udii un tenue
ronzio e mi sforzai di sentire cosa fosse - sentii il mio nome. Poi mi ricordai
di mia mamma e del mio fidanzato, perché lui ed io stavamo per andare in
Georgia a sposarci. […] Il mio fidanzato mi ha detto che quando lui si era
risvegliato le mie labbra erano blu e i miei occhi erano spalancati e fissi,
tutto il sangue era drenato dal volto ed io mi trovavo sotto il cruscotto con
la testa gettata all'indietro sul sedile. Disse che ero rimasta così per
quindici minuti, per quanto ne sapesse. Lui aveva colpito il volante con la
testa quando urtammo l'altra auto. I poliziotti dissero che stavamo andando fra
i 65 e gli 80 chilometri all'ora quando la colpimmo. L'auto era distrutta, era
finita in un fosso profondo 3 metri con noi dentro, nelle vicinanze di una
chiesa. Il mio cuore si riavviò da solo dopo essere rimasto fermo per così
tanto tempo. La resurrezione ora mi torna in mente. Dio mi ha risparmiata. La cosa triste è che due
anni dopo mia madre è morta, ma ho trascorso così tanti giorni felici con lei e
non ho paura della morte, sono
salva in Gesù.
Ora sono diversa, come se fossi in parte ancora qui e tuttavia in parte anche
là, è strano, lo so, ma è così che mi sento. Grazie per il vostro tempo, sono grata di avere la
possibilità di ringraziare il Signore per
avermi liberata da un ritorno prematuro a casa - ora ho due figlie amorevoli e
sono dedicata al mio Signore
Gesù Cristo. "Se un uomo crede in me" disse Gesù, "anche se è morto, vivrà". Amen.
C’é qualcos’altro che vorrebbe aggiungere relativamente alla
sua esperienza? Sì, non sono pazza o una fanatica - soltanto, mi relaziono
con ciò che so essere vero, ci
sono un paradiso ed un inferno e Dio è reale così come lo è Quello Caduto (Satana) - se ciò fa di me
una fanatica, pazienza. Nulla al mondo mi farà mai cambiare idea.
Ci sono altre domande che potremmo fare per aiutarla a comunicare meglio la sua
esperienza? Veramente no, in genere non sottometterei questo racconto
ad un media laico ma abbiamo poco tempo e la nostra redenzione si avvicina. Dio
vi benedica, e se non avete Gesù
come vostro Signore
- vi esorto a fare di lui il vostro
Signore e re. Lui è l'unica strada verso il paradiso - grazie ancora.
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242. NDE di Nan A 3/28/2003 NDE 720
1972. Vidi un tunnel buio ed iniziai a viaggiare uscendo dalla sommità della
mia testa e ad attraversarlo. Dopo avere viaggiato attraverso questo spazio, mi
sentii sollevata nel vedere un'area aperta ed estesa che somigliava ad un cielo
notturno. Continuai a fluttuare attraverso questo distesa senza controllo.
Sentivo che venivo tirata o controllata nel corso di questo processo. Non
sentivo alcuna paura in quel momento, avevo solo un leggero senso di curiosità
su dove mi trovassi, ma nessuna paura. Dopo aver viaggiato in questo modo per
un po' di tempo, mi resi
conto che c'erano due
donne con me.
C'era una donna più anziana alla mia destra (una donna che somigliava molto
all'Angelo Custode che
avevo visto quando avevo cinque anni) che era molto calma e tranquilla, e una
donna di mezza età con i capelli neri alla mia sinistra che era turbata e
continuava ripetere, "non
è ancora il momento! non è ancora il momento giusto, oh no!" Poi
inizierai a vedere un
puntino di luce in lontananza e mi resi
conto che stavamo viaggiando molto velocemente verso di esso. Mentre lo
facevamo, la luce
divenne sempre più grande. Il colore era un bianco brillante e molto speciale,
molto puro. Come fui molto vicina alla luce vidi decine di migliaia di esseri vestiti con una toga bianca tutti rivolti verso la Luce e che cantavano una
musica tale che non ne avevo mai ascoltata prima di simile. Erano al servizio
della Luce e a quanto
pareva, stavano
"cantando" lodi alla Luce. La Luce era colma del più straordinario soverchiante
indescrivibile sentimento di AMORE.
Poi arrivai direttamente di fronte alla Luce e la Luce parlò con una voce maschile, ferma e diretta, dicendo solo,
"Torna Indietro!".
Io fui molto spavalda e dissi alla Luce, "Cosa intendi dire? Io voglio
restare qui! hey!" La Luce
allora parlò ancora e disse, "Torna Indietro! Hai Molto Da Imparare". Restai subito
shoccata nel rendermi conto che non avevo scelta e mi sentii piena di dolore
per il fatto di dovermene andare, velocemente volai indietro, rientrando dalla
sommità della mia testa, ripresi conoscenza nell'ambulanza e udii la persona
che mi stava assistendo dire, "forse riuscirà a cavarsela, speriamo."
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193. NDE di Earl W 23/12/2002 NDE
653
27 dicembre 1977: Lavoravo autonomamente come vetraio
specializzato in vetrofanie e mi stavo recando in una chiesa per un lavoro su
delle nuove vetrate decorate. Erano circa le 8 di mattina e, dopo aver fatto
una curva, vidi un camion carico di tronchi sulla corsia opposta.
Improvvisamente, un’auto tagliò la strada al camion invadendo la mia corsia.
Poi, ricordo di fluttuare sopra il luogo dell’incidente mentre guardavo due
paramedici dell’ambulanza che stavano estraendo il mio corpo dal mio
fuoristrada. Dicevano: “Beh, non dobbiamo affatto affrettarci con questo qui”.
Diventa buio ed io incomincio a muovermi sempre più velocemente. Il buio
aumenta, e mi sembra di essere in un tunnel. Inizio a vedere un puntino luminoso in lontananza che diventa sempre più luminoso. Mi
fermo improvvisamente. Sono
a tu per tu con la
persona più perfetta
che abbia mai visto. La
luce viene da lui. Lui è la luce.
Lo riconosco come Gesù Cristo. Provo il più
straordinario senso di pace. Lui
dice: “Mi spiace, non puoi
restare, c’è qualcosa che devi fare”.
Mi ritrovo disteso sul letto. Un’infermiera mi chiede se so chi sono. Mi
avevano portato in ospedale in ambulanza perché fossi visitato da uno
specialista in quanto avevo il volto sconvolto e tagliato. Mi disse che andava
bene. Aveva passato un’ora a ricucirmi. Il giorno seguente ero di nuovo al
lavoro. Venticinque anni dopo mi chiedo ancora che cosa sia ciò che devo fare.
Di quale religione è ora? Luterano.
Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? No.
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190. NDE di Frank A 10/20/2001 e
12/6/2002 NDE 450/645
Nell’ultima NDE, mi svegliai all’una e 30 del mattino. Il
cuore andava all’impazzata, così chiamai un’ambulanza. Quando arrivò per
portarmi in ospedale, persi i sensi. Mi ritrovai in un tunnel nel quale ero già
stato prima. Era un tunnel
scuro. Avanzando al suo interno vidi una luce luminosa che diventava sempre più forte. Era una donna di pura luce bianca, con sul volto una forma ovale
che glielo copriva, i guanti di colore marrone scuro lunghi fino al gomito.
Mi chiese di attraversarla, cosa che feci. Provai una sensazione di amore puro, di pace, unità, energia che scorreva dentro di me. Pensai
che tutte quelle sensazioni provenissero da quella pura luce bianca. Lei mi chiese di andare oltre. Andai oltre, e vidi
un muro di libri che si estendeva a perdita d’occhio. Mentre mi avvicinavo per
leggere i titoli dei libri, tutto diventò improvvisamente indistinto. Tutto ciò
che vidi furono numeri romani. In quel preciso momento, l’energia che usciva
dai libri mi coprì, avvolgendomi. Quando cercai di nuovo di concentrarmi sul
muro di libri, provai una strana sensazione, come se sapessi tutto ciò che i
libri contenevano. Conoscevo il passato, il presente, e il futuro. Iniziai ad
allontanarmi dal muro e uscii dalla pura luce bianca ritrovandomi nel
tunnel e poi nel mio corpo. Due giorni dopo mi svegliai in ospedale, nel
reparto di terapia intensiva. C’era un’infermiera seduta accanto a me. Sorrisi,
guardandola. Sapevo delle cose su di lei. Guardai fuori dalla finestra e vidi
il mondo con occhi diversi. Sapevo che cosa c’era di sbagliato. Sapevo perché
le persone si fanno del male a vicenda. Sapevo perché le persone si ammalano.
Non chiedetemi come, lo so e basta.
Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o
vive)? Sì. Sono sempre andato verso la luce. Dietro ai muri, riesco a sentire i bambini giocare. Talvolta, vedo di sfuggita delle persone. Delle aperture si aprono per pochissimo tempo nei tunnel.
Sì, alla fine del tunnel c’era
una donna meravigliosa costituita da una pura luce bianca. Mi disse
che cosa fare ed io obbedii. Mi chiese di attraversarla ed entrare. Dopo il
muro, disse che potevo andare.
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188. NDE di Kathaleen E 12/07/2002 NDE
643
Data in cui avvenne l’NDE: 10/11/1961. Da tutto quello
che ho letto su NDE, la mia esperienza è stata molto breve. Sono stata incorporato in una luce, che era amore puro. Ho
provato un amore che non avevo mai conosciuto
prima e sapevo che essere amati non dipendeva da un altro essere umano. Avevo una scelta e ho scelto di
tornare perché avevo
un figlio di due anni che non volevo la madre di mio marito (al momento)
allevasse. Lui (mio figlio) era più come la mia famiglia e io non credo che la
situazione per lui sarebbe stata opportuna.
NDE causata da gravidanza ectopica.
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186. NDE di JoAnn M 11/24/2002 NDE
638
Data in cui avvenne l’NDE: 20 settembre 1994. Ero
in casa e stavo piegando la biancheria, non mi sentivo molto bene, quando la
mia bronchite iniziò ad acutizzarsi tanto che capii che avrei avuto dei
problemi. Feci qualche inalazione, ma senza esito. Come ultima possibilità,
anche se non l’avevo mai fatto, fu di prendere un Epi-Pen, ossia una dose di
epinefrina, un ormone chiamato talvolta adrenalina. Non ottenni alcun
risultato, così chiamai mio padre che abitava a pochi isolati di distanza, e
gli dissi che dovevo andare in ospedale. Prima che arrivasse, mi ricordo di
aver camminato avanti ed indietro nel mio appartamento con grande impazienza
come un animale in gabbia. Quando sopraggiunse, insistetti per uscire mentre
aspettavamo un nostro amico che ci avrebbe portato in ospedale. Ricordo di aver
fatto quattro o cinque passi verso l’auto, poi più nulla. Svenni in strada.
Poiché era una calda sera di settembre, i miei vicini erano fuori nel patio e
mi videro svenire. Mentre accorrevano per togliermi dalla strada (per una
strana ragione avevo trascinato anche mio padre in mezzo alla strada), qualcuno
chiamò il 911. I paramedici arrivarono e si diedero da fare su di me in strada
per circa tre quarti d’ora. Poiché ero un peso morto, non fui spostata finché
arrivarono e mi misero su di una barella. Da ciò che mi fu detto, mi fecero un
prelievo di sangue per verificare se ci fossero tracce di stupefacenti e subito
dopo mi intubarono. Avevo il respiro irregolare e le pupille erano fisse.
Quando si resero conto di avermi stabilizzata e che potevano spostarmi, mi
misero in ambulanza. Fu allora che il cuore si fermò la prima volta. Avevano appena
svoltato l’angolo della strada. […] E’ molto difficile spiegare ciò che avvenne
durante quei momenti, perché era come in un sogno, un sogno meraviglioso che
non avevo mai fatto prima. Dove iniziò? Non so. Mi stavo muovendo all’interno
di un tunnel scuro,
vellutato, di un color nero che non avevo mai visto né che riesco a descrivere,
e stavo andando verso un punto
luminoso
molto, molto distante. Avevo delle guide spirituali che mi facevano fare una sorta di “tour
dell’universo”. C’era un senso di vastità dell’universo, di essere presente
alla sua creazione, di essere parte dell’universo fin dagli albori, ed io ero
parte di tutto ciò che è stato e di tutto ciò che sarà. Era come se io non
avessi il senso di me stessa, del mio sé, e che io fossi tutto e che tutto
fosse me stessa, Dio incluso. Era una sensazione molto rassicurante e mi
sentivo al sicuro e protetta. Sentivo un amore incondizionato, gioia ed una pace profonda.
Non avevo la sensazione dello scorrere lineare del tempo e anche ora ho ogni
tanto qualche problema con i parametri temporali. […] Così, mentre mi muovevo,
giunsi ad un punto dove dovetti fermarmi. Non volevo tornare indietro nel mio
corpo. Incontrai una
forma, che sapevo essere Dio, che mi disse che era giunto per me il momento di tornare
indietro. Allora iniziai a discutere con Dio in modo un po' goffo, e Dio mi disse
che dovevo tornare indietro perché la mia missione non era terminata.
Credo che fosse proprio il momento in cui, mentre ero al pronto soccorso,
iniziai a muovermi con violenza sul lettino perché , fino a quel momento, non
avevo dato segni vitali né rispondevo a stimoli di natura neurologica.
Aprii gli occhi e, mentre la stanza diventava più chiara, sentii la meraviglia
del viaggio che avevo fatto per ritornare indietro. Diventando un po' più
cosciente, esso perse un po' di realtà. La mia famiglia si era riunita intorno
a me ed io sentivo la loro ansia. […]
Ora il mio concetto di
“paradiso” e di “ aldilà” è legato a ciò che scegli quando muori. Puoi
scegliere di esistere in uno stato di amore incondizionato, oppure no, e tutto succede in funzione di quanto riesci a perdonarti
per gli errori commessi nella tua vita. Sei tu che giudichi te stesso. Senti il dolore che
hai creato nella tua vita, dolore che ti ritorna perché ne sei stato il
creatore. […]. Il 20 settembre sembrava una di quelle solite giornate di
lavoro. Mi sentivo solo un po' stanca e attribuivo la cosa alla lunga camminata
che avevo fatto la sera prima. […] Chiamai il mio medico in studio per dirgli
che avevo problemi e che sarei andata al pronto soccorso. […] Improvvisamente,
sentii che il mio corpo diventava rigido e svenni in strada mentre lui mi
afferrava. Cercò di trascinarmi via dalla strada, ma io ormai ero un peso
morto. Dato che era una serata tiepida, alcuni dei nostri vicini erano seduti
nel patio, così assistettero alla scena e chiamarono l’ambulanza. Urlando
aiuto, alcuni vennero in mio soccorso aiutando mio padre a portarmi via dalla
strada. Mio padre riuscì a mantenermi la testa lontano dalla strada e mi
raccontò che respiravo a fatica e che avevo gli occhi che roteavano. I miei
muscoli si erano induriti ed appesantiti ed il mio corpo non funzionava più.
Delle persone avevano iniziato a radunarsi intorno a me. I primi ad arrivare
furono i pompieri. Un pompiere mi intubò sulla strada. Giunsero poi i
paramedici che mi prelevarono del sangue per verificare se ci fosse droga ed
iniziarono a somministrarmi dei supporti vitali. Chiamarono un ospedale per
notificar loro del mio imminente arrivo. […] Il mio viaggio ha inizio. Stavo
comodamente veleggiando in un tunnel scuro, senza una precisa direzione perché
non avevo alcun corpo e notai che l’oscurità era di un tipo mai visto prima. Era tutto pieno d’amore, di gioia, di pace, ed io mi nutrivo di
questi sentimenti. Delle onde vennero verso di me e gentilmente mi guidarono. Fui sopraffatta dall’amore che mi circondava e che potevo ricambiare.
Ad un certo punto, un essere
venne verso di me e mi portò a fare un giro dell’universo. Compresi come la
creazione e le galassie erano state create. Feci visita a dei luoghi avanzati
oltre la mia comprensione, ed altri che avevano appena iniziato! Fui avvolta in
così tanto amore e
compassione che potevo percepire ciò che stava accadendo alla mia guida. Mentre
i paramedici continuavano il loro lavoro su di me e mi preparavano per il
trasporto, ero troppo occupata a giocare con una stella e ad incontrare il mio
Creatore! Non mi preoccupava affatto il non avere un corpo, e la paura non
faceva parte del mio vocabolario. Le cose venivano assimilate all’istante e,
durante quell’istante, la conoscenza era totale. Questi esseri non
erano né maschi né femmine. Dato che non c’era modo di misurare il
tempo, non ho idea di quanto tempo passò. Mi furono mostrate e mi furono dette
cose inimmaginabili. Ogni volta che gli esseri mi lasciavano, io ritornavo nel tunnel,
galleggiando, incontrando altri esseri. Ad un certo
punto notai una fonte di luce molto luminosa e fluttuai verso di essa.
Improvvisamente, un essere grande, di color grigio, mi bloccò la
strada. Non riuscivo ad evitarlo, né aggirandolo né passandoci attraverso.
Ricordo di averci provato molte volte, senza però riuscirci. Alla fine, gli
chiesi di lasciarmi passare. Molto gentilmente mi disse di no. Gli chiesi di
nuovo. Lui disse ancora
di no. Dato che sulla Terra ero determinata, gli ordinai di spostarsi, tentando
di scansarlo. Niente da fare. L’Essere, che io chiamai Dio, mi disse che dovevo tornare indietro per
completare la mia missione. Tornata sulla Terra, i medici e le infermiere
stavano lavorano febbrilmente su di me. I miei segni vitali erano
pericolosamente bassi, non sapevano quanto ossigeno avevo perso e se avessi dei
danni cerebrali. Dato che le mie pupille erano fisse e che non riuscivano ad
ottenere alcun tipo di reazione da me, il medico si recò nella stanza dove si
trovavano i miei genitori e mia sorella per dir loro che non sapeva per quanto
tempo sarei ancora rimasta in vita, e che li avrebbe lasciati soli per decidere
riguardo il funerale. Nel frattempo io stavo completando il mio viaggio
incredibile ed il mio spirito ritornò nel corpo. In quel momento, mi sollevai
d’improvviso sul lettino e diedi un pugno ad un’infermiera, così forte che
pensarono che le avessi rotto la mascella. Non riesco ad immaginare quanta forza
avevo in quel momento! Pensarono che stessi cercando di strapparmi il tubo
dalla trachea, quando invece era il mio spirito che stava rientrando nel corpo.
In base al referto medico, questo avvenne alle 1:05 di notte. […]
Successivamente, scoprii
che la mia missione era ritornare ad amare, aiutando le persone a non temere la morte. Mi
era stato detto che “non
avevo amato abbastanza”. Riuscii a
comprendere tutto ciò grazie all’ aiuto di un membro del FOI (Friends of IANDS)
di Seattle, che mi diede dei consigli al telefono.
Ha raggiunto una barriera o una chiara delimitazione? Sì. Il terzo essere che incontrai era Dio e lui mi fermò bloccandomi la strada verso
la luce. Mi disse che
dovevo ritornare per completare la mia missione.
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185. NDE di Donna W 11/14/2002 NDE
635.
Febbraio 1974. Quando nacqui ero una bambina
cianotica; in altre parole, avevo un foro nel cuore. All’età di
cinque, quasi sei anni, fui sottoposta ad un intervento chirurgico a cuore
aperto al Children's Hospital di St. Paul,
in Minnesota. Ricordo l’esperienza come se fosse avvenuta ieri.
Lasciai il mio corpo e, anche se avevo cinque anni, sapevo di non essere
più nel mio corpo. Mentre ero nella sala operatoria mi guardai intorno, e
vidi i medici, le infermiere e i macchinari. Sollevandomi ancora più in alto, incontrai un essere fatto di sola luce. Non c’erano né braccia
né gambe, né indossava alcun abito: era solo di luce, una luce bianca
molto, molto luminosa, tuttavia non accecava quando la guardavo. L’essere di luce mi avvolse, ma io non avevo un
corpo, non avevo forma, era come se mi fondessi in questa luce. Potevo sentire
distintamente le voci
senza però comprenderne il significato. Era come ascoltare delle persone
chiacchierare a voce bassa in una stanza affollata. Anche se avevo cinque anni
non avevo alcuna paura. Sapevo solo chiaramente, distintamente, quello che
succedeva intorno a me. L’essere
di luce rimase con
me finché arrivò il momento di tornare. Non mi fu data la
possibilità di scegliere se rimanere o ritornare. L’essere di
luce disse: “E’ ora
di ritornare” e
si allontanò da me. Mentre ero avvolta dalla sua luce, mi sentivo così amata e stavo molto bene. Quella luce non faceva male. Non
provai dispiacere o tristezza, solo amore e pace. Un’altra cosa
che ricordo è di essermi svegliata nella sala di
rianimazione attaccata a diversi tubi per le trasfusioni di sangue. Non
avevo paura. Mia madre stava piangendo ed io le tenevo la mano. Mi sentivo
bene, non mi faceva male da nessuna parte.
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178. NDE di Larry L 10/29/2002 NDE
626
[…] Sono caduto all'indietro atterrando sulla parte
posteriore della mia testa e lui è atterrato su di me. Mi sentivo un terribile
colpo al mio collo e ho perso conoscenza.
La mia esperienza è iniziata qui. Mi sentivo solo nel buio, e molto cosciente
di me stesso in questa oscurità. Ho visto un 'punto' di luce, non più
grande della testa di un fiammifero. Il punto di luce ha cominciato a crescere lentamente, e
quando ha raggiunto le dimensioni di una palla da baseball, ho iniziato a
rendermi conto che la luce
non era davvero sempre più grande, in realtà mi stavo muovendo verso di esso.
Più mi avvicinavo ad esso, più veloce mi sembrava di stare viaggiando. E' stato
molto simile a cavalcare un piccolo veicolo, simile ad una macchina sulle
montagne russe, aperto tutto intorno, nessun tetto, lati corti, etc. Devo dire
che ero spaventato per quanto stava avvenendo, e al momento non si riferivano a
morire e andare in Paradiso. Quando sono arrivato alla luce avvenne come tutto ad un tratto, non c'era
nulla, se non il più
intenso brillante bianco tutto intorno a me. Ho subito realizzato il più tranquillo, senza
dolore, contento, stato euforico che posso immaginare. Non mi sono mai
sentito così bene e in casa in tutte le mie esperienze di vita sulla Terra.
Sentivo che c'erano tre o
quattro altri nella luce, ma non riuscivo a
vederli chiaramente, a causa della intensità della luce che li circondava ed
era intorno a me. Ho avuto l'impressione che si trovavano su una vasta serie di
passi avanti. Sentivo che
c'era anche qualcuno di più importante un po’ più in
alto, in quei passi che non riuscivo a vedere del tutto, e sicuramente questo era la fonte della luce. Dopo che ero lì per circa un minuto,
stando proprio lì a pensare a come mi sentivo incredibilmente bene, una voce che sembrava essere
tutto intorno a me ha chiesto: 'Vuoi rimanere o vuoi tornare indietro?' Non ricordo se queste
sono state le parole esatte, ma che era il significato implicito. Io non so
davvero per certo se queste parole sono state pronunciate a voce alta o se mi
hanno appena riempito la testa, tanto che sembravano essere state pronunciate.
Sapevo che avrei dovuto prendere una decisione, e non era facile decidere. Ho
due figlie che avevano otto e dodici anni, al momento, e anche se volevo
rimanere, ho risposto sia a me stesso che ad alta voce che avevo bisogno di
tornare indietro per loro. In un attimo ero in viaggio attraverso l'oscurità,
proprio il contrario del modo con cui sono andato. C'era una piccola luce che è
diventata più grande mentre più mi avvicinavo ad esso. Quando sono arrivato,
stavo sdraiato sulla schiena nel cortile guardando il cielo azzurro. Mi sentivo
benissimo e non ho pensato a niente, tranne da dove ero appena arrivato. Dopo
un minuto o giù di lì, ho deciso di alzarmi.
Le è sembrato di comprendere Improvvisamente tutto? Tutto ciò che
riguarda l'universo che Dio esiste, e credo che Dio è la luce che ho visto e davanti alla quale ero in piedi. Quello che ho
imparato ha confermato le mie convinzioni religiose
circa l'aldilà, ma ora io sono certo che il Paradiso esiste e aspetta che ci arriviamo.
NDE causata dal perdere coscienza durante un’aggressione
criminale.
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175. NDE di Diane G 13/10/02 NDE
622
Nell'estate del 71 mi trovavo con mio marito e i miei figli
sulle montagne a nord della Georgia e mio marito stava lavorando con il resto
dello staff per le videoriprese del film "Deliverance". Durante il
fine settimana alcuni dello staff e le loro famiglie prendevano delle canoe per
fare un po' di rafting. In quelle occasioni filmarono anche una parte del fiume
Chattahoochee su cui stavamo remando e, un sabato pomeriggio particolare,
quattro su otto di noi, fra cui io, si ritrovarono a remare di nuovo proprio
lungo questo tratto.
Ma stavolta il fiume era diverso. Basso, perché era tanto che non pioveva.
Bisognava prendere percorsi differenti dal solito per via delle frequenti
rapide.
Giunti all' ultimo scorcio di rapide, commettemmo un errore quasi fatale. La
canoa su cui mi trovavo venne sommersa per oltre un metro, e rimase sotto per
via della forza a mulinello dell'acqua. La canoa era intrappolata da un
fenomeno idraulico, che la teneva schiacciata sotto e contro delle rocce. Ero
stata scagliata fuori e rimasi incastrata fra la canoa e le rocce, con la forza
del fiume che scorreva sulla mia testa e la forza idraulica che mi tirava
sempre più sotto. Qualcuno dalla canoa cercava di tenermi la mano e provò a
ritirarmi su sopra la canoa ma tutto quello che riusciva a fare era di
permettermi ogni tanto di prendere un occasionale respiro prima che le acque mi
riportassero giù. Si può dire che stavo fra una roccia e la brace!
Consapevolmente, con calma, senza alcun panico, sapevo che stavo per morire, ed
era solo questione di come. Schiacciata contro gli scogli era doloroso, per cui
decisi che affogare era il metodo migliore. La volta successiva che la mia
testa uscì dall' acqua, con il mio ultimo respiro, gli dissi di lasciarmi
andare e lo fece. Sentii l'acqua portarmi giù e mi rilassai. Sapevo che non
serviva a nulla lottare mentre respiravo acqua, e tutto divenne nero. Per un
momento... La cosa successiva che vidi fu di sapere di essere molti metri sotto
l'acqua, guardando da sotto la canoa bloccata. Vidi i due uomini nella canoa
cercarmi aspettarsi di vedermi riemergere. Vidi l'altra donna che era nella
nostra canoa, a valle, aggrappata a uno scoglio. Guardai mio marito e la mia
sorella adolescente che era andata avanti a noi remando senza incidenti lungo
le rapide e che ora tornava indietro cercando di capire cosa fosse tutto quel
materiale che vedeva arrivare galleggiando sul fiume. Avevamo messo tutto quel
che stava nella sua canoa nella nostra, e tutto finì nell'acqua assieme a noi.
Stavolta con una prospettiva dall'alto vidi mio marito arrampicarsi su di uno
scoglio nel fiume. A causa del ruggire delle acque non riusciva a sentire cosa
gridavano i due uomini rimasti sulla canoa. Non aveva idea di dove fossi o cosa
fosse accaduto, ma sapeva che ero dispersa. Sembrava essere sul punto di
tuffarsi per cercarmi quando all'improvviso mi ritrovai al suo fianco, provando
a dissuaderlo perché non era un abile nuotatore e sapevo che non aveva senso.
Quando allungai il braccio per fermarlo, la mia mano lo attraversò. Guardai la
mia mano e pensai... o mio Dio, sono morta! In quell' istante, la conoscenza
totale del reale mi apparve e io vidi la multi-dimensionalità dell'universo. La
mia coscienza si espanse talmente al di là del piano fisico che non ero nemmeno
più capace di sentirla, o sentire me stessa. Ero così tanto una parte del
tutto, che non vi era distinzione. Era un brillante lampo di luce e mi fu lasciato
guardare al suo interno, e sperimentai un sentimento di amore così profondo, potente e travolgente
che potrei solo descriverlo come pura Beatitudine (benché neppure un termine
così inizi anche solo remotamente a descriverlo). All'improvviso fui portata
via e mi ritrovai a
viaggiare rapidamente attraverso un vortice verso una bella luce bianca e lontana, molto lontana. Continuai
a sperimentare un senso travolgente di amore sia in me che attorno a me. Non vi era paura, nessuna ansia,
e nessuna preoccupazione. Sentii addirittura come se lo avessi già fatto altre
volte, e mi parve di ricordare che stavo tornando a casa. Mi sentii ricolma di
gioia. Non avevo il senso di possedere un corpo, non c'era un senso di
limitazioni o confini. E purtuttavia, ero ancora me stessa e consapevole che ero io a fare questa esperienza. Dopo poco, mi accorsi di non essere
sola. C'era qualcuno, che potrei solo descrivere
come un Benevolo Essere
di Luce, che
viaggiava accanto a me... alla velocità della luce! Comunicammo mentalmente.
Si trattava di qualcuno che conoscevo da sempre, e lo capii non appena percepii
la presenza di questo essere.
Però non saprei dire chi fosse. Non ebbi l'impressione che fosse alcuna figura
religiosa familiare o qualche parente trapassato, ma piuttosto qualche amico speciale che era sempre con me dovunque fossi; forse, il mio angelo custode. Questo
Essere mi disse telepaticamente che potevo scegliere se tornare indietro. Pensai no, no, no,
voglio che questa cosa non finisca mai! Improvvisamente, entrammo nella luce e
una realtà completamente diversa mi venne rivelata, simile al mondo fisico ma,
in questa vibrazione più elevata, più colorato, più bello, più stupefacente.
C'erano piante, alberi,
montagne, laghi, animali,
ed edifici di cristallo sfolgoranti, alcuni molto grandi e decorati. Vedevo creature muoversi in giro, esseri di luce, intenti alle loro vite quotidiane.
Non avevano corpi fisici, ma erano campi distinti di energia. Non camminavano, fluttuavano.
Avevano vite simili alle nostre, ma senza battaglie e dolori. Erano artisti, musicisti,
ballerini, cantanti, inventori, costruttori, guaritori, creatori di cose
magiche... […]. Ancora, l'Essere di Luce mi disse che era scelta mia se stare o andare,
ma che c'era ancora da fare per me in quella vita e che non era affatto il
momento giusto di andarsene. Mentre ero ancora esitante, mi venne detto che se
decidevo di tornare indietro, mi sarebbe stata data della conoscenza da portare
con me e condividere con gli altri. Dopo una lunga discussione, decisi di tornare
e improvvisamente mi ritrovai davanti ad un alto edificio a forma di cono; era
così alto, che sembrava elevarsi all'infinito. Mi venne detto che questa era la
Casa della Conoscenza. Entrai nell'edificio e volai, salendo a spirali,
attraverso quelli che sembravano scaffalature di libri, come in una biblioteca,
molti milioni di libri, e volai accanto [nota del traduttore: nell'originale
"flew through"] a tutti loro. Quando arrivai in cima, esplosi come in
una miriade di colori di un caleidoscopio e, nello stesso istante, la mia testa
sbucò fuori dall' acqua. Mi trovavo a valle, a circa dieci metri dalla canoa. Capii
immediatamente dove mi trovavo e mi aggrappai allo scoglio più vicino. Fui
capace di riprendermi e sputai un sacco di acqua. Ero in uno stato di shock, ma
non necessitavo di attenzioni mediche. Non o per quanto tempo ero rimasta sotto
la canoa, nessuno si mise a guardare l'orologio in quelle circostanze. Potevano
essere stati tre o quattro minuti, o forse dieci. Non c'era tempo dove ero stata.
Non potrei dire di essere stata clinicamente morta, ma non ricordo alcun
tentativo di lotta sott'acqua o di trattenere il fiato finché non avessi
raggiunto la superficie (sono una nuotatrice, scio sull'acqua, e faccio surf,
così ho avuto svariate esperienze sgradevoli sott'acqua prima di pensare che
stavo morendo, ma mai nulla come questa. In quelle altre occasioni ricordo
perfettamente che lottavo per raggiungere la superficie, con i polmoni sul
punto di scoppiare). Quel che ricordo mentre il mio corpo era in acqua sotto la
canoa è quello che vi ho raccontato.
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172. NDE di John L 3/10/02
Dopo che ero stato pugnalato, mia sorella mi portò in
macchina all’ospedale che si trovava a poco più di un miglio dal luogo
dell’accaduto. Per tutto il tempo lei mi gridava di non morire. Io tossivo
sangue, ma cercavo di rimanere calmo. Sentivo che il mio corpo si stava
spegnendo mentre sentivo le braccia e le gambe paralizzate. Quando le forze mi
abbandonarono, l'ultima cosa che vidi furo le luci del semaforo posto
all'ingresso del pronto soccorso, mi sembravano così lontane... Ricordo di aver
detto a mia sorella: "Non sto per morire, ma tu fai in fretta,
Connie". Mi piegai in avanti posando la testa sul braccio; avevo messo
l'indice e il medio della mano destra nella ferita. Il calore del sangue era
piacevole sulla pelle fredda e mi domandai:" Allora, è così che
succede?". Le urla di mia sorella furono gli ultimi rumori che udii a livello
conscio. Chiusi gli occhi e mi preparai a qualunque cosa stesse per accadere.
Secondo quanto credevo mi attendevo che lì ci sarebbe stata una luce brillante
e pace. Penso che sia questo che mi attendevo. Invece, mi sembrò di
concentrarmi su delle piccole luci
come quelle che si vedono quando si chiudono gli occhi in maniera molto forte.
Dapprima cominciarono a muoversi tutt’attorno molto velocemente, ma presto
cominciarono a spegnersi e a diventare sempre più poche fino a restarne una
sola. Questo puntino di luce rimbalzava da un lato all’altro del mio campo
visivo lasciando una traccia che sembrava formarsi da sola e creare forme
geometriche, come una rete di segni. Vedevo questi segni dapprima a livello
bidimensionale, ma sembravano poi crescere in spessore ed intensità fino a
diventare tridimensionali. Mi sporsi in avanti per vedere se riuscivo a toccare
queste figure. Dietro di
esse vidi comparire una luce giallastro-marrone che aveva
coscienza di se stessa. Sembrava farmi dei segnali ed era molto
rassicurante. Fino a questo momento non avevo paura. Mi sentii muovere
attraverso le figure lasciate dalla luce, era come camminare in una stanza o in
una casa piena di ragnatele, ma non ebbi nessuna sensazione di essere toccato.
La sensazione di movimento crebbe fino a sentirmi viaggiare ad una velocità
incredibile! Mi ricordava quelle immagini degli astronauti che si esercitano in
una grande centrifuga. Io, invece, mi stavo muovendo attraverso qualcosa. Non
saprei dire se fosse un tunnel, o un tubo, o un ampio spazio aperto, so solo
che mi stavo proprio muovendo! Potevo sentire delle voci che mi
dicevano: “RICORDA” e: “Devi fare in modo che loro sappiano” ed anche “Tu sei stato
segnato!”. Sembravano molte voci
provenienti da vari punti ma il messaggio che volevano inviarmi era di fare
molta attenzione a quello che stavo per vedere e che avrei dovuto ricordare.
“NON DIMENTICARE!”. Cominciai a pensare alla mia vita ed ero proprio curioso di
vedere se stesse per accadere come mi diceva mia nonna che avremmo rivisto la nostra vita e
che saremmo stati
giudicati di conseguenza. Ma proprio mentre stavo pensando questo,
potetti VEDERE tutte le cose che avevo fatto durante la mia vita proprio come
esse erano accadute, ma più velocemente; apparivano le cose buone, le cattive e
le ripugnanti. Ogni cosa di cui ero fiero ed ogni più piccola cosa brutta che
avevo tenuto nascosto a tutti. Ma, in realtà, soltanto questa volta provavo
rimorso, paura e vergogna per le mie avventatezze. Potevo capire che tutti noi
abbiamo cose negative nel nostro passato, ma solo in quell’istante divenni consapevole che dobbiamo rendere conto di tutto ciò che abbiamo fatto.
Cominciai a vedere della gente sotto di me in quello che sembrava come un altro
livello. Non è che mi sentivo fluttuare sopra di essi, ma era come se li
osservassi da un punto di vista più alto, anche se i miei piedi restavano in
aria. Potevo vedere migliaia e migliaia, se non milioni di persone che andavano in giro senza meta.
Da ogni persona
provenivano forti sentimenti di angoscia, di pena, di paura.
"Questi sono i perduti”
mi disse una voce. Poi,
come se col pensiero stesse leggendo nella mia mente aggiunse: “Questo E’
REALE”. Cominciai ad avere paura. Ma la mia paura era nulla in confronto a
quella che sentivo provenire dalla gente. “Cosa mi accadrà?” Cominciai a
temere. Potevo percepire il mio livello di intossicazione crescere. “Ubriacone,
più di quanto tu possa immaginare!” Ero fuori di me. Volevo che qualcosa, o
qualcuno, mi sostenesse. Sentivo qualcuno che rideva e sghignazzava come fanno
i ragazzi. Ma aveva al tempo stesso un che di seducente… vidi una forma venire verso di me: non era né maschio né
femmina, né giovane né vecchio, né vivo né morto. Mi sembrava che si prendesse
gioco di me ogni volta che rideva. Mi faceva diventar matto, ma al tempo stesso
ero sopraffatto da un forte desiderio di fare sesso con questo essere. Rise di
nuovo. “Tu, fottuta puttana!”. Si fece più vicino. Cominciai ad accarezzarlo e
a baciarlo. Mi sentivo ubriaco, ancora più senza controllo. La mia mente mi
diceva che era TUTTO sbagliato. Tutto quello che avevo creduto essere bene e
giusto ora non aveva più alcun senso. Quando guardai verso quell’essere rimasi
DAVVERO SPAVENTATO!!!! Il mio forte desiderio sessuale stava prendendo il
sopravvento sebbene io sapessi che ogni cosa era sbagliata in questa “persona”.
Sbagliata l’età (sembrava molto giovane – infantile), sbagliato il sesso (io
sono eterosessuale) e moralmente sbagliato (emanava un odore infernale). Sembrò
accorgersi della mia apprensione. Come si distese e cominciò ad allargare le
sue gambe, cominciò a trasformarsi in una donna. Una donna come non ne ho mai
viste! Molto seducente e bella. Mi spinse giù con una forza tremenda e mi baciò
forte sul collo e sulla spalla. Di nuovo rise! Questa volta era DAVVERO
Intenzionale. Sentii il dolore cominciare a tornarmi nel torace. Guardai in
basso: vi era sangue dappertutto! L’essere cominciò a fare il bagno in esso!
Sentii qualcuno afferrarmi: “Va’ via di qui!” “Che ci fai tu qui?” Ero attorniato da gente che mi tirava e mi
spingeva. “Perché sei qui?” Guardai in basso e la donna era andata via. Al suo
posto vi era una piccola ragazza, in piedi, che mi sorrideva. Mi sentivo
veramente turbato; proprio come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Ero un
diavolo? Il sangue continuava a scorrere. Mi guardai freneticamente attorno per
chiedere aiuto. Non c’era nessuno. La gente cominciò a spingermi via e gridare
verso di me: “Ricordati di dirlo loro!”
"E’ cosciente!" fu la cosa successiva che sentii. "Come ti
chiami?" "Qual è il tuo numero di sicurezza sociale?" "Come
sei stato pugnalato?” “Conosci la persona che ti ha pugnalato?”. Le domande
sembravano senza fine. Ma, almeno, ero vivo! Fu così che iniziò la mia nuova
vita.
Avete avuto l’impressione di avere avuto accesso ad una
conoscenza particolare, collegata ad un ordine o a un fine universale?
Sì. La vita biologica NON è il solo livello di coscienza. Vi
è un altro lato e noi dovremo
dare conto di tutto ciò che abbiamo fatto nel tempo trascorso qui. Il Paradiso, o qualunque altro modo
preferite chiamarlo, esiste ed è reale. Allo stesso modo l’INFERNO (o qualunque altro modo preferite
chiamarlo).
L’esperienza ha influito sulle vostre relazioni? Sulla vita
quotidiana? Sulle pratiche religiose etc.? Sulle scelte di lavoro, di
carriera?
Ora apprezzo la mia vita. Sono arrivato ad apprezzare i beni
che il Signore mi ha
dato. Il mio mondo di egoismo e di eccessi ha ceduto il passo alla felicità di
essere un marito per la mia bella moglie, un padre per i miei due splendidi
ragazzi ed un servo
obbediente del Signore
Iddio Onnipotente.
Mi sento finalmente maturo e responsabile.
NDE da morte violenta di tipo Infernale che gli ha cambiato totalmente il modo
di vivere.
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165. NDE di Sheila B 2002/07/29 NDE
30001
Il mio cuore ha cessato di battere mentre davo alla luce la
mia bimba già morta. Ho
visto una luce bellissima e mio padre che teneva in braccio una
bambina. Ho cercato di raggiungerli; volevo toccarli entrambi. Mi padre ha scosso la testa
dicendo non ancora, è bellissima ed è al sicuro. Mi sono svegliata con
mia madre che batteva dei colpi sul mio petto. Ero "andata" per pochi
secondi ma mi era sembrato un tempo più lungo. Mi sono sentita in pace con la sua
morte, sapendo che c'erano persone che si prendevano cura di lei. C'erano altre persone dietro mio padre ma non ho saputo chi fossero
finché non ho vissuto ulteriori esperienze.
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164. NDE di Kandy V 2002/09/03 NDE
606
Ho avuto una febbre molto alta per diversi giorni. Il medico
non sapeva cosa c'era di sbagliato in me perché non era a conoscenza dei
difetti associati al Dalkon Shield e, inoltre, eravamo nel bel mezzo del
Pacifico. Delirai per gran parte del tempo. Il medico non mi diede gli
antibiotici perché ero incinta, ma quando iniziai a abortire, mi portò
direttamente in sala operatoria per la dilatazione e raschiamento (D & C). Mentre
ero in anestesia generale, semplicemente mi sedetti e uscii dal mio corpo
malato. Ricordo di aver visto il tavolo operatorio e il personale medico
intorno al mio corpo fisico nella mia visione periferica. Proprio di fronte a me era un essere, con un corpo materiale, ma non come un corpo
fisico. Le sue braccia (uso la parola vagamente) erano aperte verso di me e io
salii nel suo grembo. Stavo ridendo e piangendo allo stesso tempo. Ho
detto (abbiamo parlato con i pensieri, cosa che sembrava perfettamente normale,
in quel momento), 'ho quasi
smesso di credere in te'. L'essere gentilmente ridacchiò e disse: 'Bene, eccomi
qui.' Non posso
dirvi quanto amore questo essere era in grado di
dare. La migliore descrizione che posso offrire è che era come se l'amore permeasse ogni fibra di quel corpo in cui mi
capitò di trovarmi. Non c'è esperienza terrena che ho avuto che provenga
da una qualche parte simile a questa esperienza di essere amati così totalmente
e potentemente. Penso che ci sia un piccolo spazio vuoto qui dove qualche altra
cosa avrebbe potuto essere accaduta o essere stata comunicata, ma non sono
sicuro. Verso la fine di questo incontro, ho chiesto, 'È il momento per me di
stare con te adesso?' Oppure:
'Posso stare con te
ora?' Ma l'essere ha detto: 'No, non questa volta'. Poi mi
ha mostrato che ero collegato da questi fili d'amore ai miei due figli, e che
questi fili erano come un riflesso dell'amore che questo era in grado di dare.
Ho capito allora che dovevo tornare a stare con loro.
Ritornare al corpo fu un compito difficile. Era come essere schiacciato in una
scatoletta di tonno. Sono ritornata in un qualche modo collegandomi al mio
respiro e concentrandomi sul punto di intersezione di due linee, un po' come
puntare un bersaglio. Mi ricordo di essere consapevole di essere di nuovo nel
mio corpo. Ho avuto un lungo recupero.
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233. NDE di Tina S 3/25/2003 &
8/16/2014 NDE 710/7356
16/4/1986. Ho lasciato cadere una difettosa pistola 357
magnum. La sicura non funzionava. Il colpo sparato attraversò il mio addome,
fegato, superò il mio cuore e attraversò il mio polmone. Nessun foro d'uscita. Fui
trasportato in elicottero al centro medico più vicino, circa 40 minuti dopo
l'evento. Fui portato immediatamente in chirurgia traumatologica e mi venne
dato solo un farmaco paralizzante. La mia pressione sanguigna era 0/0. Nessuna
terapia cerebro-soppressore mi venne data, che era una nuova tecnica
traumatologica. Ero sveglio durante tutto l'intervento. Potei dire ai medici
che cosa è accaduto in dettaglio. Uno studio fu avviato dal dipartimento di
psicologia a causa della mia NDE. Durante l'intervento, il mio cuore si è
fermato e il massaggio cardiaco è stato effettuata 3 volte; questo è quando ho
avuto la mia esperienza. Era tutto buio, e una luce tenue ha cominciato a materializzarsi. Ho
improvvisamente sentito la presenza di un intenso conforto e amore, quindi sentii la presenza di mia nonna e sua madre (che non avevo mai
incontrato), entrambi nativi americani. Mi hanno detto che non era il mio tempo
(non ho sentito loro, solo lo sapevo). Erano lì per darmi la forza. Poi ho perso
conoscenza. Ero in terapia intensiva per un mese, poi sul piano regolare per un
altro mese. Da quel momento in poi, non ho mai temuto la
morte, è solo un passaggio di unirsi con tutti i nostri cari e il Creatore.
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222. NDE di Wayne W 2003/03/19 NDE
688 Dal Canada.
Ero un giovane, 'ragazzo difficile " diversi anni fa. Ero
nel Nord Ontario, in cerca di lavoro nelle miniere, quando mi è capitato di
fare una rissa con un altro giovane ragazzo difficile. Sono caduto e ho colpito
con la mia testa (la tempia) un angolo di un contenitore di rifiuti metallici
sulla mia strada verso il mio appartamento. Ero sulle mie mani e ginocchia,
guardando il flusso di sangue dal mio cranio come in una pozza sulle piastrelle.
Alzai lo sguardo e vidi che non ero più nella stanza dove ero stato. Ero fuori in una splendida
cornice; dolci colline, gli alberi, il canto degli uccelli nel cielo.
Ero circondato da un folto
gruppo di esseri.
Si trovavano in un cerchio intorno a me, osservandomi mentre ero inginocchiato
davanti a loro. Sembravano essere disposti perfettamente sulle loro posizioni.
I più giovani
guardavano quelli che erano nella parte anteriore, più vicino a me. I più vecchi dietro, sbirciando
oltre le teste e le spalle di quelli di fronte a loro. Tutti loro indossavano vesti bianche ed erano senza peli. (Calvi).
Stavano comunicando tra di loro con le loro menti e ho potuto 'sentire' i loro
pensieri nella mia mente, molto, molto chiaramente. I più giovani chiedevano a
quelli più vecchi, 'È pronto? Sta arrivando? Dovremmo aiutarlo? È pronto? Sta
arrivando? Dovremmo aiutarlo?' I più anziani semplicemente dissero: 'Aspetta,
sii paziente, aspetta.'
(Tenete a mente, in questo momento della mia vita, non ero coinvolto spiritualmente
o religioso in alcun modo. Ero un ragazzo difficile e sentivo - ed ero
orgoglioso - che camminavo da solo) Scossi la testa e mi trovai di nuovo nella
stanza, sanguinante dal taglio. Il mio avversario mi ha aiutato a rimettermi in
piedi e mi ha portato ad essere medicato. Questa visione fu un evento profondo
e potente nella mia vita, come si può immaginare. E 'stato un po' di tempo fa
(più di 30 anni) e non c'era molto parlare in quei giorni sulle esperienze di
premorte, così ho continuato tranquillo a questo proposito, lo ponderai, lo
assorbii, e alla fine mi trovai rinnovato da esso. (Non ero sotto l'effetto di
droga, quindi non era un'allucinazione indotta da farmaci.) Questo evento
accadde. Era reale e non ho alcun dubbio sulla sua autenticità. Mi è stato dato
un dono in questa visione e posso dirvi tutto in completa sicurezza: Non siete soli - MAI! E,
non c'è morte! Gioite, state bene, amate!
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218. NDE di William E 3/8/2003 NDE 698
Quando avevo dieci anni, i miei genitori divorziarono. Era il
1976, ottobre credo. In ogni caso, la nostra famiglia venne divisa, e prima che
io lo sapessi, io andai a vivere con i miei nonni. Dopo un breve periodo di
tempo, mi sono reso conto che la nostra famiglia non sarebbe mai stata di nuovo
insieme. Sono andato a letto una notte molto turbato, piangendo e in
iperventilazione. Da qualche parte in quel lasso di tempo sono stato a faccia
in giù nel mio cuscino, perché non volevo che i miei nonni mi sentissero. Penso
che ho perso conoscenza e in questo momento ho cominciato a sentirmi molto
leggero e un po' stordito. La prossima cosa che ho visto è stato il mio corpo
sotto di me. Appariva molto pallido e non si muoveva, a faccia in giù nel
cuscino, ma per me non era o io perché ero qui sopra questo corpo che era il
mio. Credo che circa cinque piedi sopra di esso e poi ho avuto questo sentirmi
tirare come il modo in cui la corrente ti tira in spiaggia, quando la marea si
abbassa. Poi ho iniziato a ruotare fino a quando andai a finire in un angolo
del soffitto. In questo momento, ci fu un'esplosione di luce bianca molto, molto luminosa. Poi la
stanza cominciò a svanire e questa luce ha preso la forma di un tunnel che mi circondava; in quel
momento venni tirato ad un alto tasso di velocità e c'era qualcuno con me, mi sentivo al sicuro e amato e in pace. Questa persona era trasparente ma potevo ancora vedere
lui che mi sorrideva e mi diceva, ma non parlava con la bocca, ma attraverso la
sua mente dicendomi, 'tutto va bene.' Allora, in quel momento, eravamo in
questo luogo di piacevole luce calda e milioni e milioni di persone tutte dicevano: 'Il tempo è vicino. State pronti per il
giorno'. Era come un forte boato, ma molto amorevole nel modo in cui è stato detto e la
musica era qualcosa che non avevo mai sentito fino ad oggi; ti attraversava per
tutto il corpo e anche tu diventavi musica. Poi ho visto questo essere di luce. Molto luminoso, così
brillante che non si poteva guardare questo essere. Ho provato a guardare ma
era troppo luminoso e quella voce mi disse: 'Non è il tuo tempo. Hai molto da
imparare, va e impara. Non ti preoccupare; sarai con me un giorno. Allontanati da me ora. '
Non volevo andare, ma non avevo scelta in materia. Ho iniziato ad essere girato
e tirato indietro verso la luce del tunnel tranne che era molto più veloce
rispetto a prima. Poi la prossima cosa che sapevo che stavo andando indietro
attraverso la luce e nella mia stanza. Poi ho visto il mio corpo e non volevo
ritornare affatto. Ho combattuto con tutto quello che avevo, ma fui proprio
risbattuto dritto nel mio corpo, era freddo pesante rigido. Poi ho sentito
quest'aria fredda scorrere nei miei polmoni e ho sentito una voce dire,
'respira'. Poi ero sveglio e tossivo e avevo conati di vomito e agitazione
perché ero così, così freddo, ma non riuscivo a muovermi bene del tutto. Dopo
un po', ho iniziato a sentirmi un po' meglio e avevo caldo.
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217. NDE di Waylan 3/8/2003 NDE 737
La mia esperienza avvenne nel 1987, dopo il mio primo
intervento a cuore aperto che era stato lungo. E' stato dopo il recupero e ora
sono di nuovo in una stanza e sto morendo. Sono consapevole che chi si occupa
di me sa che sto morendo e non riescono a capire perché. Stavo facendo qualche
accorata preghiera a causa di questo. Non ero a conoscenza di alcun movimento,
come andare attraverso un tunnel. Immediatamente, sono stato alla presenza di Dio e sentivo che non avevo
da temere dal momento che stavo bene, immediatamente ogni timore era sparito e
io sapevo che stavo bene. Mi ricordo molte altre persone che stavano lì, alcune
le ho riconosciute e alcune no anche se ero consapevole che conoscevo tutti
loro. E' impossibile spiegare l'amore che Dio
ha per noi. Nessuno avrebbe mai volontariamente lasciato Dio. Soffro nel
tornare. […] Quando tornai al mio letto, mi davano sangue e mi è stato detto
che la macchina di elaborazione durante un intervento chirurgico aveva
danneggiato il mio sangue. […] Per anni, dopo questa esperienza, non ho potuto
raccontare questa storia senza piangere come un bambino perché vorrei ricordare
il sentimento d'amore di
Dio.
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214. NDE di Sybil S 3/2/2003 NDE 689
Era l’inverno del 1986, ed io ero andata a letto come al
solito, ma il sonno non veniva. Mi girai e rigirai sperando di addormentarmi e
raggiungere così mio marito in un placido sonno di una notte d’inverno. Non ero
ancora addormentata quando iniziai a rendermi conto che il cuore batteva molto
forte e non ritmicamente. Mi avevano diagnosticato una prolassi di una valvola
mitralica, così pensai che fosse uno di quei casi che, di tanto in tanto, mi
capitavano. Improvvisamente il cuore si fermò. Riuscivo a sentire che il mio
spirito usciva dal corpo e vidi il mio corpo disteso come se fosse
addormentato. Venni trasportata, credo dagli angeli, anche se non li vidi, su
su nel cielo ed a grande velocità. Fui portata in un luogo immerso nella
musica, una musica però che non avevo mai sentito. Molto più bella della
migliore musica che le mie orecchie abbiano mai sentito. Inoltre, proveniva da
ogni parte. Rimasi là e, improvvisamente, vidi Gesù. Fu un vero shock trovarmi alla Sua presenza. Ero così intimorita che non riuscivo a
parlare. I miei occhi erano fissi su di Lui. I Suoi capelli
erano bianchi come la lana e scendevano lungo le spalle. La Sua pelle era luccicante
senza una grinza. Gli occhi erano come fiamme di fuoco e quando parlò, lo fece
con grande autorità. Tuttavia, quando parlò, fu gentile, cortese e amorevole. Le sue parole
risuonavano come il tuono nei cieli della Carolina del Nord, ma molto più forte
di qualunque tuono abbia mai udito. Potreste pensare che provassi paura, ma non
era così. Al contrario, ero felice! Ero così felice come non lo ero mai stata.
Poi mi disse di guardare ed io vidi qualcosa dalla forma di una nuvola bianca.
Al suo interno, mi fu mostrata la mia vita dall’ inizio fino alla fine, ma
solamente le parti dolorose. Mentre accadeva ciò, Lui mi disse la ragione di questi eventi negativi,
ed io compresi ognuno di essi. La cosa strana era che le Sue labbra non si muovevano.
Era come se i Suoi
pensieri venissero inviati direttamente alla mia mente, ed io vedevo e
comprendevo tutto quello che mi diceva. Ad un certo punto disse: “Tutti gli
eventi negativi sono finiti. Non ne accadranno più, ma tu devi ritornare perché
la tua opera non è ancora terminata”. Mi sentii triste perché volevo restare
con Lui. Non so se era
il paradiso oppure no, so solo che ero la persona più felice del mondo. Lui mi mostrò brevemente una
città con molte persone. Erba verde vi cresceva e i bambini correvano, ridendo e giocando.
Alcuni adulti in abiti bianchi
insegnavano ai bambini come a scuola. Le donne erano molto occupate a prepararsi per quello
che sembrava essere un grande evento. Erano tutte vestite di bianco, come gli uomini. I fiori sbocciavano e alberi
verdeggianti carichi di molti frutti stavano lungo i margini di un fiume
carico d’acqua. L’acqua era pulita e sembrava vetro. Vidi proprio tutto questo.
Tutti erano indaffarati. Perfino l’aria odorava come una rosa. Infine, fui
rimandata sulla Terra. Non so quanto tempo rimasi in quel luogo, ma ricordo che
il mio spirito rientrava nel mio corpo che era diventato proprio freddo. Mi ci
vollero ore prima di scaldarmi. Il cuore cercava di battere ritmicamente,
mentre io mi contorcevo nel letto a fianco di mio marito. Stavo tremando,
perché il mio corpo era così freddo. Ero così felice che svegliai mio marito,
perché dovevo parlare con qualcuno. Cercai di dirglielo, ma tutto ciò che disse
fu: “Ah, ora capisco!” […] Potreste pensare che il mio sia solamente un
racconto strano di un’esperienza extra-corporea. Beh, non è così. Io vidi Gesù. So che era reale. Non ho alcun dubbio. Io so! So anche di essere
la persona più felice di questo mondo. Non ho mai visto l’inferno, né lo voglio
vedere, ma ho visto Gesù e sono stata in paradiso. Potete pensare che
sono pazza, ma sono sana come una qualunque altra persona normale. Potreste
pensare che fu solo un sogno, ma la temperatura del corpo non cala in un sogno.
Tutto quello che posso dirvi è che il Paradiso è reale. Ci sono persone lassù e sono molto
indaffarate a prepararsi per qualcosa di grosso. Ho visto Gesù e lui mi ha parlato!
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213. NDE di Kathaleen 2/3/2003 NDE
690
27/11/1989. Avevo paura del dolore che, pensavo, avrei
sentito. Poi sentii i medici dire:
“Signore, la stiamo perdendo!” Subito dopo mi sentii tirare improvvisamente
verso l’alto, ritrovandomi sul soffitto a guardare sotto di me!! Non sentivo
alcun dolore. Tuttavia, provai una sorta di debolezza, come prima di svenire,
poi mi sentii leggera udendo una sorta di ronzio. Guardai i medici che si davano
da fare su di me. Uno di loro stava bestemmiando terribilmente. Mi ricordo di
aver pensato: Dio lo può sentire! Mi sentii imbarazzata per tutti quelli che si
trovavano nella sala operatoria. Poi, iniziai a salire, ma non ricordo di
essermi mossa, ritrovandomi in un meraviglioso prato pieno di alberi, ruscelli, pesci, erba…Poi, mi
ritrovai in uno stupendo luogo color bianco-argento, è il modo migliore che ho
per descriverne il colore. Riesco a descrivere il colore di questo luogo! Il
sentimento che provavo era di gioia completa ed amore! Voglio dire, vero e completo amore, non come sulla Terra.
E pace, e che pace! C’erano
delle persone intorno a me, ma non
potrei dire chi fossero. Per qualche motivo non era importante, il percorso che
stavo seguendo lo era, invece. Tutti erano così felici di essere con me. Quando giunsi al luogo
finale seguendo il mio percorso, capii che non potevo andare oltre se volevo
ritornare in vita. Ricordo tutto ciò come se fosse appena accaduto. Tutti
parlavano insieme, erano così felici! Ricordo di aver fatto una montagna di
domande. La prima fu: “Come so che sei Gesù?” e senza vederlo in viso, Lui protese le mani in avanti. Vidi un paio di mani
bianche senza alcuna macchia, voglio dire che erano pulite, tranne che per una zona intorno
ai polsi dalla quale fuoriusciva della luce rossa. Vidi realmente degli
abiti bianchi, lindi e fluenti su di lui, ma sapevo che se avessi guardato il suo volto non sarei più
potuta tornare indietro. Ricordo di aver fatto una montagna di domande e di
aver ricevuto le risposte. Lui
e tutti quelli presenti dissero che potevo rimanere, ma che era troppo presto
per me. Io risposi, indicando il mio corpo giù in basso: “Guardate, ho un sacco
di problemi laggiù! Sono anni che mi dà dei problemi, e mi segue ovunque vada.
Non riesco a sbarazzarmene”. Allora lui disse qualcosa che però non ricordo - no, non è la parola
esatta, è come averla sulla punta della lingua, ma non riuscire a dirla! Ad
ogni modo, io risposi: “Non voglio andar via da qui. C’è così tanta pace ed amore, e io voglio
rimanere!” Poi, pensai a mia figlia di nove anni e a ciò che le succederebbe se
io non ritornassi. […] Mi ricordo di aver detto: “Quando sarà giunta la mia
ora, potrò ritornare qui?” Ridendo, tutti loro
risposero: “Certamente!” Allora mi sentii come attratta verso il basso, non
trovo un’espressione migliore. Ero ritornata sulla barella e stavo guardando i
medici affaccendati sopra di me. Vidi ogni cosa, udii ogni parola e piombai nel
mio corpo cercando di guardare il paradiso, senza però riuscire più a vederli.
In seguito aprii gli occhi e dissi ai medici che mi sarei ripresa, che avevo
detto a Dio che volevo
ritornare e lui rispose che non era giunta ancora la mia ora”. Rimasero
esterrefatti! Il medico disse che mi avrebbero intubato e che lui si occupava
solo di questioni terrene. […] La mia vita è così diversa da quando ho
divorziato. Sono così sensibile ai farmaci, non riesco neppure a bere un
bicchiere di vino! Sono super sensibile a molte cose. Le emozioni sono tutto
per me, io ’sento’ le persone senza aver bisogno di capirne il carattere.
Riesco a dire che una persona è ‘negativa’ al solo guardarla, oppure stando al
telefono o in un negozio! Non sento le voci, ma mi sento guidata dagli angeli che mi sono stati inviati!
So che ci sono. C’è così
tanto da dire della mia nuova vita da quando sono tornata che ci vorrebbero
giorni interi per scrivere tutto! Basti dire che esiste il Paradiso. E’ un luogo per
imparare e dato che ci
trascorreremo l’eternità,
dobbiamo portarci quante più persone possiamo, e il bene o il male che facciamo
agli altri modifica la loro vita per sempre. Noi influenziamo le generazioni
future. Anche una semplice parola detta duramente può provocare in una persona
un allontanamento da Dio, così cercate di vivere meglio, gente, almeno con amore e comprensione se non
riuscite a fare altro! Io
non sono Dio o un angelo, sono solo qualcuno
che sa di certo che esiste un altro luogo, e che ciò che fai su questo pianeta, te lo porti dietro,
buono o cattivo che sia. Tutto è incentrato su quanto aiuto hai
prodigato agli altri.
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209. NDE di Anthony N 8/2/2003 NDE
677 Dal Regno Unito
12/9/1987. Ero appena andato nella mia camera da letto
alle 21:15, puntando la sveglia per la mattina seguente e sedendomi sul letto,
quando mi venne un forte attacco d’asma. Caddi riverso sul letto cercando di
chiamare i miei genitori, ma non riuscivo a respirare. La situazione
peggiorò ed io mi resi conto che non riuscivo a muovermi. Questa parte
dell’esperienza avvenne mentre ero pienamente cosciente. Quando persi i sensi
(credo a causa della mancanza di ossigeno) udii una voce sussurrarmi all’orecchio. Il tono e la
cadenza produceva un senso di completa comprensione e calma, ed era in netto
contrasto con il senso di panico che mi aveva preso per non riuscire a
respirare. Non era la mia
voce, e mi disse di non
preoccuparmi, che si sarebbe preso cura di me e che dovevo seguirlo. A questo
punto, lasciai il mio corpo e mi ritrovai a guardare il mio corpo giù in
basso che giaceva nel letto con gli occhi aperti. Ero completamente calmo e
privo di paura. La voce
mi disse che voleva mostrarmi qualcosa ed io mi resi conto che stavo viaggiando
molto velocemente verso una luce.
Quando mi ritrovai a viaggiare attraverso la luce, mi accorsi di essere in un altro mondo. Ogni
cosa in quest’altro mondo era fatta di ciò che posso descrivere come luce liquida. Tutto era
vivo, il terreno, le montagne, perfino il cielo. La voce era ancora con me e, per tutto il tempo
dell’esperienza, non mi lasciò mai. Mi disse che dove mi trovavo era un
mondo “reale”, e che avevo un compito da portare a termine mentre rimanevo
lì. Mi accostai ad un lato di una montagna composta solo da terra. Non c’erano
alberi, erba o fiumi. C’era luce ovunque, ma senza sole, perché la luce
sembrava provenire dall’interno delle cose, anche dell’aria. Su questa
montagna, a metà strada, c’era un grosso masso, sulla cui sommità si
vedere un mattone d’oro luccicante (so che questo deve sembrare strano). La
voce mi disse che dovevo costruire un giardino sulla montagna, e che ogni anno
un mattone sarebbe apparso sul masso. Con i mattoni avrei dovuto costruire un
sentiero che, partendo dal masso, doveva raggiungere la cima della montagna. Mi
fu detto di piantare degli alberi che sembravano querce sulla cima della
montagna. Rimasi in quel luogo per un tempo lunghissimo, durante il quale la voce fu sempre presente, io non mi sentii mai da
solo e non chiesi mai il motivo del mio essere lì, mi sentivo completamente in
pace, e sentimenti di gioia assoluta ed amore incondizionato rimasero con me per tutto quel
tempo. Sapevo che la voce
proveniva da una persona della quale ci si poteva fidare ciecamente come di
nessun altro in tutto l’universo. Passavano gli anni ed io guardavo gli alberi
crescere, i fiori e l’erba che avevo seminato crescevano. Il colore dei fiori
non assomigliava a nessun colore che conoscevo: era come se nell’arcobaleno ci
fossero venti colori diversi che però non posso descrivere per mancanza di
termini di paragone. Mi furono insegnate molte cose, ed ero capace
di “vedere nell’animo delle persone” e di capire in un attimo tutte
le conseguenze di ogni nostra azione nei confronti degli altri, di capire che
la rabbia nasce dalla paura o dal dolore, e molti altri insegnamenti relativi a
ciò che ora intendo con il termine “condizione umana”. Inoltre, vidi
che in quel luogo ognuno è interconnesso con tutti gli altri, ed un
traboccante sentimento d’amore
e di empatia mi attraversò come se il mio cuore fosse sul punto di
esplodere. L’ultimo mattone apparve sul grande masso circa duemila e
cinquecento anni dopo il mio arrivo. Ero consapevole di ogni anno che passava,
non era affatto un sogno, era “assolutamente reale”, se questa espressione
ha senso. Gli alberi che avevo piantato erano cresciuti, i rami si erano
incurvati e i tronchi si erano ispessiti di modo che sembrava ci fosse un
tempio in cima alla montagna. La voce mi disse che la prima parte del lavoro
era terminata e che ora dovevo incamminarmi lungo il sentiero. Arrivai alla
base della montagna e mi incamminai lungo il sentiero. A questo punto un dolore
insopportabile e lancinante mi prese, ma la voce mi disse di non uscire dal sentiero. Chiesi che
cosa fosse quel dolore poiché non era di natura fisica, sembrava (so che
sembrerà strano) un dolore spirituale. La voce mi disse che era il dolore del peccato che
avevo commesso contro la mia anima. Mi fu chiarito che non si trattava di un
peccato in senso religioso, ma che era il dolore della ferita della mia anima
che io stesso avevo provocato durante la mia vita. Continuai a camminare lungo
il sentiero e, ogniqualvolta appoggiavo il piede su di un altro mattone, il
dolore si intensificava a tal punto che, mentre mi avvicinavo alla cima della
montagna, fui sul punto di desistere e lo dissi alla voce. La voce fu gentile e paziente e
mi disse che era vicino a me e che avrei terminato, ma che dovevo imparare le
lezioni che mi stava impartendo. Allora diventai estremamente arrabbiato e
chiesi perché ero stato portato in quel luogo per rimanerci
così tanto tempo a provare così tanto dolore. Continuai fino alla
fine del sentiero assistito dalla presenza e dall’incoraggiamento di colui che
ora definisco un essere
spirituale superiore. Raggiunsi l’ingresso del tempio fatto con gli
alberi, vi entrai, e vidi
il primo essere
dopo tutto il tempo che ero rimasto in quel luogo. Mi voltava le spalle ed era
inginocchiato come se fosse in preghiera. Ero arrabbiato e corsi verso quell’essere dicendo che sapevo che
tutto era reale, chiedendo il motivo di tutto il dolore che avevo provato. L’essere si alzò in piedi
e si girò, e fu indescrivibile, era un essere perfetto composto da puro amore. Sapevo che era lui la fonte
della voce. Ero
confuso dopo tutto quello che era successo, e potei solo dire: “Riesco a
vederti”. L’essere mi toccò delicatamente sulla guancia e disse
semplicemente: “Ora sai. E’ ora di ritornare.” Mi venne anche
detto che il giardino che avevo creato sarebbe esistito per sempre, e che io ci
sarei ritornato un giorno. Mentre camminavo con quell’essere dirigendomi fuori dal tempio di alberi, vidi per la prima volta altre persone che arrivavano al
giardino e si sedevano sull’erba, guardando i fiori, chiacchierando e ridendo. L’essere sorrise e disse: “Guarda
che cosa hai fatto qui”. Mi sentii totalmente sopraffatto, ma venni
immediatamente trasportato indietro verso il mio corpo, che subito sentii
incredibilmente pesante, goffo e quasi innaturale. L’attacco di asma era
passato completamente, guardai l’orologio e vidi che erano le 21:23. L’intera
esperienza era durata in totale otto minuti. Non ho mai raccontato questa mia
esperienza a nessuno perché credo che la maggior parte delle persone
direbbe che era stata un’allucinazione. Posso solo dire che fu più “reale” di qualunque altra esperienza fatta in questo mondo.
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203. NDE di Kate B 1/18/2003 NDE 663
Marzo 1997. Per molte settimane stetti molto male a causa
dell’asma intervenuta dopo la morte di mio padre, ed ero incinta di diciotto
settimane. Proprio quella notte mi sentivo estremamente debole e faticavo a
respirare. Mio marito aveva il turno di notte, così mia mamma stette con me e
con i bambini fino all’ora di andare a letto. Erano quasi le 23:30 quando mi
svegliai sapendo di essere in grave pericolo, dato che non riuscivo a
respirare. Iniziai presto ad andare in panico. Mi rimisi il nebulizzatore e
assunsi credo tre dosi della mia medicina, ma non ebbero alcun effetto. Decisi
di chiamare mia mamma per affidarle i bambini, così da poter andare in auto in
ospedale. Ebbi solo il tempo di scendere le scale per aspettare mia mamma
quando mi resi conto di non poter attendere oltre, in quanto stavo perdendo i
sensi. Composi lo “000” per chiamare l’ambulanza. Mia mamma e l’ambulanza
arrivarono insieme, mentre io alternavo momenti di coscienza a momenti di
incoscienza. Mentre stavano dandosi da fare su di me, mi sentii improvvisamente
molto calma e senza alcuna paura, sentendo un bisogno urgente di dire a mia
mamma di far sapere ai bambini che li amavo tanto, come pure lei e mio marito.
Mentre tutto questo accadeva nella mia mente, i paramedici stavano
freneticamente cercando di salvarmi la vita senza recare danno al bambino che
avevo in grembo. Sapevo che stavo morendo e non mi importava affatto, mi
sentivo solo calma. A questo punto smisi di respirare perdendo coscienza.
Ricordo di aver sentito la
presenza di un amore indescrivibile intorno a me,
mentre io non sapevo di dove venisse, sapevo solo che era tutto intorno a me. Mi
sembrò di essere in un tunnel, alla cui fine si vedeva una luce. Mi sembrava che stessi
volando attraverso quel tunnel ad una velocità vertiginosa ma, mentre lo
attraversavo, riuscivo a percepire tutto ciò che avevo fatto nella mia vita e
tutte le persone che avevo conosciuto ed amato: era una percezione estremamente
strana. Quando arrivai alla fine, sentii la presenza di mio padre ed
il suo amore.
Non riuscivo a vederlo, ma sapevo che era lì e che mi stava dicendo quanto mi
amasse e che aveva sentito la mancanza di noi tutti, anche se era tutto ok. Mi
disse anche che non era ancora il mio momento, che avevo tre bambini ed un
altro era in arrivo, e che tutti avevano bisogno di una madre. Ero molto triste
perché volevo rimanere in quel luogo meraviglioso. Non riuscivo a vedere
niente, sentivo solamente che era meraviglioso. Non parlai con mio padre,
comunicammo solo con il pensiero. Dopodiché mi diressi verso il mio corpo
viaggiando a velocità incredibile e con un suono sbalorditivo che ronzava nella
mia testa. Mentre tornavo indietro riuscivo a vedere me stessa nel reparto di
terapia intensiva con mia mamma e mio marito che stavano in piedi accanto al
mio letto piangendo e tenendomi la mano. Potevo vedere anche lo staff infermieristico,
i paramedici e il medico mentre lavoravano su di me. Stavano cercando di
intubarmi. Con un possente whoosh rientrai nel mio corpo. In quello
stesso momento, mentre mi rendevo conto che stavo ritornando nel mio corpo,
iniziai a vomitare e ripresi coscienza. Erano le 2:30 del mattino. Ero stata
incosciente per due ore e mezza. La prima cosa che dissi a mia mamma e a mio
marito fu: “Ho visto la Luce!”.
Tutti rimasero sbalorditi perché ero stata così vicino alla morte.
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199. NDE di Karen K 1/18/2003 NDE 668
3 ottobre 1988. Dopo aver fatto un incidente in moto, nel
quale riportai una ferita alla testa, andai in arresto cardiaco. Ad un certo
punto, mi ritrovai in un altro luogo. Non c’era più alcuna ferita, né ricordi
di aver viaggiato, nessun passato, stavo solo in piedi in una stanza dove si trovavano delle persone che giocavano a bingo. Mia nonna era lì. Smise di giocare, e parlammo per un po’.
Mentre stavamo parlando, una
babysitter che avevo avuto da bambina si avvicinò per salutarmi. Aveva
già incontrato mia nonna. L’ultima cosa che mia nonna disse fu: “Devi tornare indietro. Ci sono ancora delle cose che devi
fare”. Poiché non ricordavo nulla del mio passato, le risposi: “Che cosa
vuoi dire con ritornare?”. Lei continuava a ripetere che dovevo ritornare. Mi
arrabbiai molto, così urlai: “Tornare? Tornare dove?”. La sua voce e la stanza
iniziarono a sbiadire, finché scomparvero. Poi ricordo di essermi svegliata in
ospedale, con a fianco mia madre che, nel frattempo, era riuscita a
raggiungermi. Le dissi quello che avevo visto e lei mi confermò che la nonna,
mentre era in vita, amava molto giocare a bingo.
Si è sentita separata dal corpo? No. Il mio corpo era con me.
Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? Sì. Mi sono sempre chiesta che cosa succede quando si muore, e non volevo credere in Dio senza avere prove. In seguito, sapevo che
cosa succederà a me, così la paura è stata rimossa. Ho anche avuto la prova che volevo per credere in
qualcosa più grande di me.
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156. NDE di Nick P 8/10/2002 NDE 596
Mercoledì, 19 giugno, mi hanno applicato un bypass cardiaco
in un ospedale di Long Beach. Mi praticarono un’incisione nella zona mediana
sinistra del torace. Fui dimesso la domenica a mezzogiorno e mi recai in
albergo per riposare. Quella notte sentii molto male allo stomaco, ma non
vomitai. Durante tutta la domenica mattina continuai a vomitare senza riuscire
a tenere nulla nello stomaco. Mia moglie chiamò l'ospedale, e io venni
riammesso in cardiologia sotto osservazione. Quella stessa domenica mattina, la
pressione sanguigna era molto alta (160/100) e il battito cardiaco era molto
veloce (110). I medici riuscirono a stabilizzarmi entro le 15:00. Il resto
della giornata trascorse senza problemi ed io riuscii a riposare bene. Il
lunedì mattina mi svegliai con un dolore al lato sinistro del collo, come se
avessi dormito in una posizione errata. Chiesi che mi fosse dato un analgesico
alle 8:00. Alle 9:0 0 mi diedero delle pastiglie di Vicodin, e alle 9:20 avevo
ancora dolore, che si era però spostato nella zona della spalla sinistra giù
fino al torace, per poi stabilirsi definitivamente nella parte centrale del
torace, dove l'intensità era notevolmente aumentata. Dissi all'infermiera che
stava diventando sempre pi ù difficile respirare. Mi stava succedendo che,
nonostante i continui tentativi, sempre meno ossigeno mi arrivava ai polmoni.
L'infermiera mi portò una pastiglia di Nitro, che io misi sotto la lingua e
dopo pochi minuti mi chiese se mi sentissi meglio. Io risposi di no. Allora mi
diede un'altra pastiglia, e dopo pochi minuti di attesa, mi fece ancora la
stessa domanda. “No”, risposi. Ricevetti allora una terza pastiglia. Oramai,
ero arrivato al punto da non riuscire più a muovere il torace per respirare.
Guardai le dita: le unghie stavano diventando blu. L'ultima cosa che ricordo è
l'infermiera che mi continuava a dire di guardarla, di concentrarmi su di lei,
di non chiudere gli occhi e di stare con lei. A quel punto la stanza iniziò a
diventare bianca, non luminosa, ma solamente bianca. Quando fui in grado di
vedere di nuovo, vidi il
mio defunto padre tutto vestito di bianco, che
indossava quello che mi sembrava essere una tunica morbida. La mia defunta madre era vicino a lui, come pure i miei nonni materni. Non avevo
nessuna paura del luogo in cui mi trovavo, avevo solo una gran voglia di rimanere con loro. Mio padre mi chiese se
potevo perdonarlo di tutti gli errori che aveva commesso nell’educarci (due
fratelli più grandi e una sorella più piccola).
Cercai di avvicinarmi, ma lui
si ritrasse, dicendo: “non
è ancora il tuo momento, non è ancora terminato il tuo compito”.
Aggiunse poi che avevo sofferto per molto tempo, e che dovevo stare con quelli
che mi volevano bene, e di stare anche con lei (sono separato da mia moglie da
29 anni e vivo con una donna che ho conosciuto nel 1999). Allora iniziai a
ritornare lentamente alla realtà, accorgendomi che l'infermiera mi stava
iniettando qualcosa nel braccio. Da allora, talvolta sono molto emotivo, ed è
una cosa per me molto difficile da esprimere.
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202. NDE di Paul T 1/18/2003 NDE 665
Mi trovavo ad un campo estivo di tre soli giorni con mio
fratello maggiore (quello che morì). C’era una piscina, così decise di
insegnarmi a nuotare. Dopo avermi impartito alcuni consigli sui fondamentali
con cui fare pratica, mi disse di stare dove l’acqua era più bassa e vicino al
bordo. Poi uscì ed andò a giocare con dei ragazzi che avevano gli skateboard.
Avrò fatto pratica per non più di cinque minuti quando decisi di combinare le
tecniche e di nuotare attraversando l’intera piscina! Arrivai fino a metà vasca
poi, dalla disperazione, cercai di lottare per un tempo che sembrava infinito.
Allora decisi di fare come si vede nei cartoni animati, abbassando le dita, una
alla volta. Una volta abbassate tutte, lasciai uscire l’anidride carbonica con
mio grande sollievo. Mi dissero che quando vennero in mio soccorso, io mi
trovavo sul fondo della piscina. Avevano pensato che stessi giocando, così
attesero che risalissi per prendere aria. Quando si accorsero che non risalivo,
uno degli assistenti si tuffò per venirmi a prendere. Nessuno sa quanto tempo
rimasi sott’acqua prima di venire localizzato.
E’ passato molto tempo da allora, ma ho sempre detto che ricordo quell’episodio
come se fosse accaduto ieri. Suppongo che dovrei smetterla di dirlo, ma è a
causa del tipo di esperienza avuta che continuo a parlare in questo modo.
Non ricordo se le persone sbiadirono o se aprii gli occhi. Comunque, davanti a
me apparve un tale chiarore! Era come essere in una stanza illuminata dal sole,
solamente molto più luminoso! Veramente, non ricordo quante persone vidi, ho
sempre seguito il mio credo religioso, così credo che fossero dodici. Queste
persone, per un minuto mi fissarono poi, quello che stava al centro, (Pietro) si chinò su di me di modo che il suo volto
arrivò a pochi centimetri dal mio. A questo punto iniziò a scuotere
lentamente la testa dicendo: “No”. Mentre lo faceva le luci che erano molto
luminose iniziarono lentamente a perdere luminosità e, sempre lentamente
diventarono di un colore tra il bianco ed il blu. Direi che comunque quel luogo
era sempre molto luminoso, anche se in bianco e nero! La luce era così luminosa che le
persone sembravano ombre. Potevo
distinguere i volti,
specialmente di colui
che si era chinato su di me, ma erano in bianco e nero! Comunque, mentre la
luce bianca iniziava a sbiadire, il numero di persone cresceva e, nello stesso
tempo, le forme o le dimensioni cambiavano. C’era del colore nelle persone,
negli alberi, nelle sedie, e così via. Poi, io ero lì, in mezzo ad un cerchio
composto da bambini e adulti! Ora,
mi chiedo, una porta è stata aperta o, semplicemente, questa esperienza ha
alterato la mia realtà?
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201. NDE di Lee S 1/18/2003 NDE 666
Nel 1968 ero uno studente universitario di vent’anni e, con
alcuni amici, mi stavo iniettando della procaina per via endovena. Era una cosa
molto rischiosa da fare perché la linea di demarcazione tra la soddisfazione
per una dose ed una overdose con rischio di morire era molto sottile. Naturalmente,
tutti i ventenni si credono immortali.
Mi alzai sentendo il bisogno di vomitare, ed andai velocemente in bagno
accompagnato da un mio amico. Mi misi in ginocchio con la testa sopra il water.
A questo punto persi conoscenza, ma non credo che caddi a terra.
Improvvisamente, mi ritrovai in un lungo tunnel molto buio. Non ricordo se
avevo o meno un corpo. Ciò che era importante era una luce rosso-dorata alla fine del tunnel stesso.
Era il più bel colore che avessi mai visto, sia prima di allora che in seguito.
Il mio primo impulso fu di dirigermi velocemente attraverso il tunnel verso la luce. Poi, come usciti dal
nulla, vidi delle figure vagamente distinguibili avvolte in mantelli neri
che sembravano farmi cenno. Queste figure si trovavano alla fine dell’oscurità
, vicine, ma non proprio nella luce. Ebbi la netta sensazione che si trattasse di miei parenti defunti, ma nessuno
di loro era riconoscibile individualmente perché, come per i nonni, morirono
quando avevo al massimo tre anni. Non avevo assolutamente alcuna paura. Al
contrario, volevo con tutte le mie forze attraversare il tunnel per arrivare a
questa luce calda,
meravigliosa ed accogliente. Le figure nei mantelli neri non erano poi così
invitanti come lo era, invece, la luce. In seguito, ovviamente, ritornai
indietro. Non ho idea di quanto tempo trascorse, e non lo chiesi neppure al mio
amico. Lo ringraziai solamente, mi alzai, e ritornai in salotto. Credo che
smisi di farmi per quel giorno, anche se non lo ricordo. Ricordo invece con
certezza di non aver fatto menzione della mia esperienza con i miei amici.
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154. NDE di Karen D 8/4/2002 NDE 595
Sono andata in ospedale il sabato mattina e ricordo solo
pochi istanti al pronto soccorso. La mia famiglia mi ha detto che il lunedì
mattina hanno chiamato mia sorella per dirle di venire in ospedale. Mi avevano
messo in supporto vitale e sono rimasta inconsapevole per circa due mesi.
Ricordo che quando ero in coma ero in grado di udire le persone nella stanza ma
non potevo svegliarmi, non potevo reagire. Ricordo che avevo molto freddo.
Ricordo che mia sorella mi copriva e mi teneva la mano. Avevo la febbre molto
alta. Sentii l’infermiera rimproverare mia sorella per avermi coperta. Diceva che
dovevo rimanere scoperta a causa della febbre. […] Cominciai a sentirmi andare
sempre più alla deriva. Ricordo di avere chiesto a Dio il favore di non lasciare che la mia mente
si spegnesse. Sentivo che era l’unica cosa, l’unico segno che ero ancora viva.
Quindi sentii come se fossi semplicemente da qualche parte nell’oscurità. Devo
avere lottato molto. Ricordo
un essere maschile. Ricordo che
parlava o comunicava mentalmente con me. Continuava a dirmi che andava bene
morire, di smettere di lottare tanto e di rinunciare semplicemente. Lui era lì
da molto tempo. All’improvviso, sembrava come se fosse scivolato in qualche
modo. Sentivo che era malvagio
e stava cercando nella mia mente di farmi suicidare lasciandomi andare. Ricordo
di avere chiesto a Dio
di aiutarmi e l’essere
malvagio scomparve. Quindi
ricordo di essere stata in un posto illuminato da una luce molto forte. Era come stare in aria o su
una nuvola ma in quel momento sapevo che non si trattava di una nuvola. Era
meraviglioso. La luce
sembrava abbracciarmi, come qualcuno che mi stesse tenendo in braccio o
coccolando. L’unico modo in cui posso descrivere questa sensazione è come se
fossi stata parte dell’universo. Ricordo che non mi sentivo sorpresa, perché
sentivo che presto sarei stata là, come se vi fossi già stata in precedenza.
Ero più a mio agio di quanto avrei mai potuto immaginarmi in vita. Sentivo
sinceramente di essere tornata da dove venivo e lo sapevo. In quel luogo non
c’era nessuno. Quindi, in
lontananza vidi una figura che veniva verso di me.
Stava eretto come un uomo, tuttavia vi era intorno a lui un qualche tipo di
energia elettrica. Non ricordo che all’inizio mi abbia parlato. Ricordo di
avergli detto, in maniera infantile, “sei tu che stai facendo tutto questo” e,
prima di avere finito di parlare o di pensare, seppi che era Dio. Sentivo di essere stata molto irriverente e non
sapevo che fare. Lui
comunicava con me tramite la sua presenza. Non ricordo nulla di quello che ha
detto ma so che mi ha fatto sentire meravigliosamente ed a mio agio non solo
per il fatto che lui fosse lì ma anche nei confronti della mia vita e di quello
che stavo sperimentando. Non ero per nulla spaventata. […].
Di quale religione è ora? Liberale. Sono confusa ma da quando ho avuto
quell’esperienza credo che Dio, l’essere
onnipotente, esista
realmente – credo che sia parte dell’universo come l’aria e la luce – è
parte di tutta la natura – credo che Satana esista per giocare con la nostra debolezza – non so
veramente se mi andrebbe bene un qualunque gruppo religioso, ora.
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152. NDE di Sylvia W 30/7/02.
Ero andata a trovare il mio ragazzo, o compagno di vita,
v'era anche suo fratello venuto da un altro Stato [degli USA] con una ragazza
che aveva appena conosciuto. Erano seduti tutt'e tre ubriachi attorno al
tavolo, che ridevano e se la spassavano. Avevo il raffreddore ed un'infezione
all'orecchio, e proprio non potevo più sopportare il loro comportamento. […]
Ero seduta su uno sgabello da cucina girevole (uno di quelli alti come da bar).
Quando mi voltai per alzarmi ed andarmene, sentì come iniziai a cadere. La
prossima cosa che seppi, è che mi trovavo al di sopra del tetto della casa.
Potevo vedere attraverso il tetto, e accasciato al suolo vidi un corpo
femminile - dalla grandezza di una bambola tipo Barbie. Avevo una vista ed un
udito eccezionalmente acuti. La donna che era con loro balzò sù e corse a
voltare il corpo col viso verso l'alto. Vidi ora che si trattava del corpo che
era stato il mio. Aveva una grande ferita sulla destra della fronte, ed il
sangue gli scorreva sulla faccia fino sul pavimento. La donna si alzò per
prendere un asciugapiatti dal lavello e cercò di lavar via il sangue dagli
occhi e dalla faccia. L'asciugamano era piuttosto bagnato e non faceva che
diluire il sangue. Accorse pure il fratello per sentire il battito all'arteria
del collo. "Non sento alcun battito!" Provò a sentire anche entrambi
i polsi. La donna si chinò col viso accanto al naso del corpo e gli mise una
mano sul petto. "Non respira più!" […] Poi pian piano cominciò ad apparire una luce brillante alla fine della strettoia. Volevo
raggiungerla. Divenne sempre più brillante, ed io cominciai a vibrare sempre
più forte. La luce ed
io sapevamo entrambe che avevo accettato questo corpo di malavoglia e che non
avevo ancora completato il mio compito. Mi sentì rassicurata perchè non sarei
stata sola e perchè avrei ricordato molte cose riguardo la mia esperienza. Era
come un incoraggiamento da "brava bambina, ce la farai … siamo molto fieri
di te." Avevo pregato per molti anni per avere la certezza nel mio cuore
che veniva qualcosa dopo la morte … e che Dio e Gesù esistevano. Quando avevo sette anni, i
preti e le suore mi chiamavano un "Tommaso incredulo" perchè dubitavo
di tutto. Semplicemente sapevo che non era vero ciò che ci raccontavano, ma
nemmeno sapevo cosa fosse vero.
La luce mi promise
che non avrei più avuto esperienze di questo tipo e che me ne sarebbe rimasto
il ricordo dopo essere ritornata nel corpo. Sapevo che - malgrado avrei tanto
voluto restare - dovevo ritornare, e così feci. Di colpo ero di nuovo nel mio
corpo, tremante, freddo e pieno di dolori laceranti; non riuscivo a vedere a
causa del sangue negli occhi. La donna mi mise un panno asciutto sulla testa e
mi pulì la faccia. Mi stesero sul letto e se ne andarono. Il mio compagno
svenì. […]
Hai raggiunto un confine o una struttura fisica limitante? Sì. Sapevo
di non poter entrare nella luce.
V'era anche una
separazione tra me e le altre
entità.
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151. NDE di Corina 7/30/02.
Verso fine estate del 1989, il mio medico mi informò che era
necessario sottopormi ad un'isterectomia. Non volevo essere operata. Mi sentivo
troppo giovane, e avendo perduto mia madre in seguito a cancro uterino quando
aveva soli 30 anni, ero pietrificata all'idea di ciò che potrebbero trovare. Ma
non avevo scelta, visto i forti dolori e problemi che mi assillavano, e così
infine acconsentì a procedere all'operazione. […] Verso le 8 del mattino, fui
portata in lettiga in sala operatoria, ma poi riportata indietro qualche tempo
dopo (penso sia stato verso le 11, ma non ne sono sicura). […] Poi devono
essermi svaniti i sensi, poichè la prossima cosa che ricordo erano le infermiere
che mi cerchiavano attorno chiedendo: "Che desidera ora?" "Non
riesco a respirare, penso che sto morendo!" Mi misurarono la pressione.
Poi, presa dal panico, un'infermiera disse all'altra di chiamare in fretta il
medico, che qualcosa non andava. Mi diede dell'ossigeno, e subito dopo il
medico era a fianco del mio letto, dicendomi che ho avuto delle emorragie
interne per tutto il giorno, e che dovevano "riaprirmi" di nuovo.
Fino a quel punto ero talmente spaventata all'idea di dover morire, ma quando
ora mi spingevano di volo lungo il corridoio verso la sala operatoria, fui di
colpo pervasa da una sensazione di calore, di calma e tranquillità che mi
toglieva ogni paura. Pensai: "Oh, è questo ciò che doveva
succedere!", e mi sentivo bene. Mi rivolsi al medico che stava parlandomi
mentre correva accanto alla mia lettiga: "La sua voce mi sembra strana,
suona quasi come un'eco". "Non lasciarci, Corina!" mi implorò.
La prima cosa che successe dopo essere stata narcotizzata (mi fecero
un'anestesia generale in modo che fossi del tutto inconscia) era che d'un
tratto mi trovai a sorvolare il mio corpo, vedendoli in panico, il medico che
diceva: "Non riesco a vedere nulla, troppo sangue". Mi tagliò da un
verso, poi dall'altro, dall'alto al basso e viceversa.
Il mio prossimo pensiero, o la prossima sensazione era di trovarmi in un buio
totale. Sentivo il mio corpo, ma quando guardai verso il basso, non vidi
assolutamente niente. Ero pietrificata, e ricordo di aver esclamato: "Ti
prego, Dio, non lasciarmi sola! dove sei?" La prossima cosa che vidi era la luce più brillante e intensa che avevo mai visto.
Era talmente luminosa che a stento riuscivo a guardarvici. Di fronte alla luce v'era come un grande
portale come di una cattedrale, e accanto ad esso mia madre, che era morta quando avevo otto anni all'incirca. V'erano pure delle altre persone, che però non riconobbi.
Le emozioni che provai sono un tantino difficili da spiegare, ma farò comunque
del mio meglio. Ogni e qualsiasi abuso o dolore che avevo mai provato in vita
mia, sia esso fisico, emozionale o mentale, scomparì completamente ed al suo
posto provai un intenso amore, accettazione,
devozione e un gran senso di benessere. Per un secondo, ho compreso tutto, era
tutto così semplice, ma poi tornò a svanire - come se non fosse a noi concesso
comprendere "TUTTO". Mia
madre poi mi guardò e mi disse (ma non a parole, soltanto tramite
pensiero): "Ti è
stata data una seconda chance. Posso accompagnarti per il resto del cammino, o
puoi tornare indietro." Ricordo di essermi sentita tanto e
estremamente bene qui e che non volevo ritornare, ma poi pensai ai miei bambini
ancora giovanissimi e dissi a mia madre: "Devo ritornare, i miei bambini
hanno ancora bisogno di me, e Tu sai quanto era dura per Te doverci lasciare
quando eravamo così piccoli."
Tutt'un tratto mi sentii come su un grosso elastico teso al massimo, e poi
fatta rimbalzare indietro con un tale impeto da farmi quasi male; provai un
grande disagio al mio rientro. Aprì gli occhi e vidi un'infermiera piangere
accanto al mio letto, ero nell'unità di terapia intensiva; mentre le si
spalancarono gli occhi dallo stupore, esclamò: "Sei ritornata! Oh! Ci hai
fatto prendere un tale spavento, a noi tutti; vado a chiamare il dottore."
NDE da emorragia interna in seguito ad intervento chirurgico.
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150. NDE di Robert C 12/17/2007 7/30/2002
3/23/2013 NDE 591/230/6650
1965. Dopo aver svoltato nella River Road, sentii
improvvisamente che qualcosa non andava. Fermai l'auto e mi misi la cintura di
sicurezza. Non l’avevo mai messa, la mia vecchia Ford non la montava neppure, e
sono sicuro che anche la mamma se la mise. Si era rifiutata di dire che le
faceva male l’ernia, e che tutto sarebbe andato bene. Allora rallentai
l'andatura e ci divertimmo proprio a guidare lungo il Santiam River mentre la
mamma commentava sui luoghi e io pensavo a Kathy. […] Alla fine della strada si
dovevano attraversare dei binari, ma il segnale di attraversamento era così
vecchio che il palo su cui era posto era caduto e la X era quasi invisibile. Il
sole mi illuminava le spalle, anche i cespugli erano molto illuminati e, mentre
rallentavo per guardare meglio, non avevo la visibilità alla mia sinistra per
vedere le rotaie. Così avanzai e sentii un rumore sordo.
Stavo volando attraverso un tunnel di colore blu intenso, ad una velocità
estremamente alta. Non appena uscii “all’aperto" mi ritrovai al limite di
un'area enorme, che definisco così per mancanza di un altro termine, piena zeppa di anime a perdita d'occhio, alcune vicine, altre
lontanissime, e c'era un senso di perfezione, di quiete, e di
meraviglia. Era come essere insieme, nello stesso momento, a tutti quelli che avevano
vissuto o che dovranno ancora vivere. Potevo “sentire” persone diverse. Provavo una gioia immensa ed un amore incommensurabile. Il fatto che non esiste
uno spazio, una vista, un suono o qualunque altra cosa che possiamo collegare
qui sulla Terra, mi obbliga a dire che la descrizione che ho fornito è la
migliore che io possa fornire. Appena arrivai al limite fui avvolto
completamente da un sentimento di gioia, di benessere, di bontà, talmente
intenso che avevo dimenticato tutto quello che avevo fatto in vita. Potevo
ricordare tutto ciò che mi era successo, vedere i volti di tutti quelli che
avevo conosciuto, e questo avveniva tutto contemporaneamente, allo stesso
tempo, nello stesso momento, beh, uso il termine tempo per cercare di spiegare
meglio, ma in quel luogo non esiste alcun tempo. Mi venne data la possibilità di scegliere se rimanere
così o ritornare indietro, ma fui incoraggiato a ritornare. L'unico modo che ho per
descrivere quello che successe dopo è di farvi visualizzare di essere
intrecciati come dei filamenti insieme alle altre anime, in modo da sentirsi come un essere solo. A
questo punto ritornai in questo mondo proprio sopra il tetto della mia auto.
Potevo vedere il mondo intero poi, gradualmente, l’orizzonte, e infine la scena
che si svolgeva sotto di me. C'era un treno con la nostra auto schiacciata sulla
sua parte frontale, una folla di persone che si muoveva freneticamente; stavano
arrivando un’ambulanza e il camion dei pompieri, e si vedevano auto ferme ad
entrambi i lati della strada. Osservai tutto questo per lungo tempo, poi la
scena si spostò nell'auto e io mi ritrovai di nuovo nel mio corpo. […]
NDE causati da un incidente contro un treno all’età di 16
anni
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145. NDE di David H 7/7/02
Mi chiamo David, vivo alle Hawaii, ho 32 anni e sono un
sopravvissuto ad una NDE. […]. Era l’anno 1990, ed io vivevo nella baia
orientale della California del nord. Ero appena ritornato da una vacanza sugli
sci nella Squaw Valley. Era la prima volta che vedevo la neve. Comunque, ero
ritornato con un po’ di tosse che non sembrava niente di serio a prima vista,
così ripresi il lavoro di cameriere al Berkeley Host Marriott. […] Ero giovane
e arrabbiato, arrabbiato con Dio perché ero gay. Questo mio stato fu portato
anche dall’altra parte. Ora so che non devo essere mai più arrabbiato per
questo motivo. […] La mia tosse era molto peggiorata e mi era molto difficile
inspirare ed espirare senza fare sforzi. […] Ero ritornato sul mio divano,
incapace di muovermi come volevo. Alla fine riuscii ad arrivare nella mia
camera e mi stesi sul letto. Nel mezzo della notte, ero finalmente riuscito ad
addormentarmi ma fui svegliato da un improvviso e forte dolore al petto. Gli
occhi erano spalancati mentre guardavo al soffitto pieno di terrore. La bocca
era spalancata ma non riuscivo a respirare. Stavo soffocando contorcendomi nel
letto. Il dolore era indicibile. La vista mi stava lasciando mentre riuscivo
appena ad udire dei suoni ed il dolore stava lentamente diminuendo
probabilmente da una qualche sostanza rilasciata dal mio cervello. Alla fine il
dolore fisico era scomparso, anche se percepivo ancora il corpo mentre davo
calci alla parete, poi più nulla. “Sono ancora qui”, pensai. Forse, mi dovrei
alzare e vedere a cosa é dovuto tutto questo trambusto. Mi diressi verso la mia
camera da letto e mi fermai. Mi girai ma non riuscii a vedere il corpo che
stava ancora a letto. La stanza era la stessa, ma sembrava diversa. Sembrava
che tutto quello che possedevo avesse un bagliore strano e meraviglioso.
Un’aura di luce
verde/blu era emessa da tutti gli oggetti che possedevo. […] Considerai di
ritornare nel corpo, ma mi sembrò che non ne avessi più la possibilità. La
lampadina che avevo lasciato accesa sopra la mia testa iniziò a diventare
sempre più luminosa. “Ecco un ingresso”, pensai, così decisi di avvicinarmi
alla luce e di andare.
Andare, é quello che feci, e molto velocemente. Tutta la mia vita mi si
presentò dalla mia nascita fino alla mia morte. Andai in un luogo tempestoso.
Questa fu, forse, la destinazione che avevo raggiunto essendo morto in collera
in un momento in cui il mio cuore non trovava pace. […] Il luogo che avevo
raggiunto non era per niente un ambiente confortevole. Tempeste come non se
vedono sulla Terra infuriavano nel cielo proprio davanti a me, ed anche sulla
superficie di questo pianeta nuovo ed inospitale. C’erano sfiati vulcanici di
diversa grandezza tutt’intorno a me, che buttavano fuori vapore e calore in
ogni momento. Talvolta, apparizioni di fantasmi si intravvedevano in queste
eruzioni di vapore che iniziavano a girovagare; sembravano persi, come se
stessero cercando qualcosa che non riuscivano a trovare. […] I restanti spiriti
intorno a me si mostravano impauriti, come se Dio non fosse affatto di conforto
per loro. Questa cosa mi rattristò, ma mi produsse anche gioia sapere che Dio
aveva accettato le mie scuse, perché la luce all’orizzonte si stava espandendo verso di me. La sua luce era così stupenda che le parole non possono
esprimere. La sua luce
era come il sole che sorge e, come il sole, si levò da dietro le montagne verso
il cielo. L’amore si riversò in ogni angolo del mio essere e la mia
anima si sentì piena di vita. Anche il pianeta stava cambiando per
effetto della Sua luce. Vidi montagne aprirsi e
stupende cascate ne uscivano. Le nuvole scure sopra di me si rimpicciolirono ad
una velocità impressionante. Dio era arrivato; la Sua luce é calda ed accogliente.
Avevo raggiunto un profondo senso di calma e di pace. Lentamente, mentre la Sua luce illuminava la terra,
si poteva vedere spuntare l’erba. Alberi enormi squarciavano il terreno
piantandosi saldamente tutt’intorno a me. Uccelli di tutte le specie volavano nel cielo. Tutte le creature di Dio uscirono dalla foresta come per darmi il benvenuto.
Questo fu il più grande benvenuto a casa. Lacrime di gioia e riso é tutto ciò
che riassume la mia esperienza. La Sua luce divenne estremamente luminosa e bianca, mentre io ne ero
completamente avvolto. Dio mi abbracciò amorevolmente per
un pò. La Sua luce
divenne così luminosa che riuscivo a malapena a vedere. A questo punto, sentii
che era giunto il momento di tornare sulla Terra. Guardando Dio, dissi
“Signore, per favore, posso restare?” “Shh”, disse, “il tuo tempo sulla Terra non é ancora completato.
Ora, vai e sii un bravo ragazzo perché c’é ancora molto per te da imparare”.
Ringraziai Dio senza smettere durante il mio ritorno sulla Terra, continuando
quando vi giunsi. Wow!! Sono di nuovo nel mio corpo, “oh”, non so se questa é
la parola giusta, ma é come ci si sente quando si ritorna nel corpo, così, “oh”
é ok. […]. Perfino ora, quando mi capitano giornate difficili, so che é il
momento di fermarmi e di guardare l’alba. Molte volte, mi capita di vederLo sorridere nel sole mentre illumina il mio
viso. Questo mi é di conforto, come pure il sapere che ho una casa dove andare
quando avrò terminato le lezioni che la vita ed il lavoro mi impartiranno.
Questa NDE é speciale che ci mostra che i gay non vanno
all’inferno, come certa retorica fondamentalista ci vorrebbe far credere.
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142. NDE di Don A 7/03/02.
Ero disteso in un letto di un pronto soccorso mentre parlavo
con due infermiere, quando mi bloccai e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, mi
ritrovai di fronte a una porta per metà a vetri, di vetro che sembrava
smerigliato, che lascia passare la luce ma che non permette di guardarci
attraverso. C’era una luce
molto luminosa oltre la porta. Ero in piedi ed avevo il braccio sinistro
disteso per aprire la porta. Potevo sentire il calore della luce e mi sentivo attratto da
essa. Pensai fra me e me, “se vado oltre la porta, non vorrò tornare indietro”,
così abbassai il braccio e, mentre lo facevo, notai che non era il mio solito
braccio. Sembrava quasi trasparente. Poi feci un lungo passo indietro
allontanandomi dalla porta. Da quella posizione potevo vedere che la porta non
era su cardini, ma era come appesa liberamente con luce tutta intorno. Mi
meravigliai (non avevo paura né percepivo alcuna minaccia) di vedere che la luce prendeva forma (come il
fumo o una nuvola) poi, improvvisamente, si diresse sopra la porta e verso di
me. Sembrava avvolgersi completamente attorno a me e mentre succedeva questo
sentii un formicolio, e le seguenti parole mi giunsero (non so se vennero pronunciate) “Tutte le cose della Terra passeranno”.
Allora iniziai a sentire
un immenso amore ed una pace indescrivibili.
Sembrava che la luce mi
sollevasse. Chiusi gli occhi per un attimo e mi immersi in questo grande amore e senso di pace. Quando
riaprii gli occhi, mi ritrovai a guardare mia moglie e alle due infermiere. NDE
causato da un attacco cardiaco, con una descrizione dettagliata di com’era il
suo corpo non fisico.
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140. NDE di Tara 7/03/02.
Quando avevo 7 anni, andai in spiaggia con un amico.
Decidemmo di salire su di una scogliera. Eravamo quasi a 20 metri di altezza
quando rimasi bloccata. Il mio amico girò intorno allo scoglio per chiamare mia
madre. Le mie mani iniziarono a scivolare e le gambe mi tremavano in modo
incontrollato. Le dita persero presa sulla roccia ed io iniziai a cadere
all’indietro. Mentre cadevo, aprii gli occhi e vidi che ero a testa all’ingiù e
mi sembrava di guardare come fuori da un tunnel. Non avevo né sensazioni né riuscivo
a udire nulla. Avevo aperto gli occhi 2 volte mentre cadevo ed ero ancora a
testa all’ingiù. Di nuovo non avevo né sensazioni né riuscivo a udire nulla.
Ero conscia del fatto che stavo rimbalzando colpendo la scogliera. Mi ricordo
di aver pensato a quanto tempo ci voleva per raggiungere il fondo. Tutto era al
rallentatore, ma non ho mai avuto paura. Non mi sono accorta di aver colpito il
terreno, ma aprii gli occhi e mi resi conto di essere distesa a terra con la
testa rovesciata all’indietro. Come prima non avevo sensazioni né udivo nulla,
ma vidi una signora in piedi ad una distanza di un
paio di metri da me. Questa signora era
in bianco. Aveva un lungo abito dal quale si poteva guardare attraverso,
ed aveva lunghi capelli
bianchi. Sembrava
risplendere. Mi chiesi perché non mi aiutasse. Stava semplicemente ferma
e mi sorrideva. Pensai di essere morta. Ecco perché non mi aiutava. Quando
decisi di chiederle aiuto, sembrava che leggesse i miei pensieri. Stavo
chiedendo, ma senza pronunciare alcuna parola ad alta voce; sembrava che
bastasse pensarlo. Le chiesi di aiutarmi, ma lei stava semplicemente ferma.
Continuai a chiedere. Più chiedevo, più lei sembrava non volermi aiutare, e più
ansiosa diventavo. Le chiesi di aiutarmi 3 o 4 volte. L’ultima volta mi rispose “Tu non hai nulla” e
sorrise. Io dissi “No, non sto bene”, ma lei sorrise e
se ne andò. Chiusi gli occhi, e fu allora che i miei sensi iniziarono a
ritornare. Riuscivo a sentire e udire. Iniziai ad urlare ed arrivò l’amica di
mia mamma. Chiesi se fossi morta. La risposta ovvia fu “No”. Le dissi della
signora che non voleva aiutarmi. Lei disse “Quale signora?” Io risposi “La signora in bianco”, ma non c’era nessuno nelle vicinanze.
Non appena mi alzai in piedi, mi accorsi che le uniche ferite che avevo erano
delle sbucciature sulle gambe. Quando guardammo in alto alla scogliera, ci
rendemmo conto che sarei dovuta essere morta o gravemente ferita.
NDE di una bambina resa incosciente mentre cadeva da una
scogliera alta 20 metri, dove incontrò il suo angelo custode.
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134. NDE
di Mary Ann F 6/15/02.
Ricordo di essere stata
catapultata fuori dalla macchina e la mia testa colpire il divisore. Persi i
sensi. Il mio primo ricordo era che stavo guardando giù dal soffitto e vedevo i
miei genitori piangere. Pensavo di essere sveglia. Il seguente ricordo, ero a
letto e ho potuto vedere una luce in mezzo alla stanza. Una infermiera
irlandese si avvicinò a me e disse: 'Guarda questo bel tesoro. Ho intenzione di
pulirla.' Poi l'altra infermiera la chiamò dicendo: "Non c'è niente che
possiamo fare per lei, quindi prenditi cura degli altri prima".
Mi sono detto: 'Sono morta?' Ero così spaventata, poi mi sono trovata
attraversare velocemente questo tunnel buio. Ero così spaventata, ma ho potuto vedere una piccola luce alla fine del tunnel. Poi ero dentro
questa bella luce. La sorella della mia amica Kathleen, mi
salutò. Indossava un abito bianco e tutto raggiante. Lei mi ha detto di non avere
paura. Ho chiesto se potevo parlare con Dio. Allora Dio scese, come su un
ascensore, da un cielo più alto e si sedette di fronte a me. Dio sembrava Gesù in un abito tutto bianco e grande, circa 2 metri di altezza. So
che non riuscivo a vedere me stessa. Dio mi chiese
se volevo restare o tornare indietro, mentre lui mi permetteva di guardare giù, vidi mia
madre e le mie sorelle, che erano piccole in quel momento, in cucina. Mio padre
era ubriaco. Ero circondato da tanta pace e bellezza, non volevo tornare. Ma ho
detto a Dio: 'Vedete Padre, devo tornare indietro.' Dio poi mi ha mostrato tutta la mia vita. Mi ha
detto che avrei avuto 13 bambini, ma 3 non sarebbe sopravvissuti. Mi sarei
sposata tre volte. Il secondo matrimonio sarebbe stato come passare attraverso
l'inferno con un marito violento. Il terzo uomo avrebbe cambiato tutta la mia
vita e sarebbe stata la mia ricompensa più tardi nella vita. Mi mostrò
l'inferno che avrei vissuto in terra prima di tornare in paradiso. Mi ha detto
che mia figlia sarebbe tornato in cielo, il che è successo. Poi mi hanno portato in un
bellissimo giardino dove i fiori erano indescrivibili. Non ho mai visto
fiori come questi prima. L'aroma, mettiamola in questo modo: non so come
tradurlo in parole. Vennero degli Angeli e mi sentivo come se stessi volando con loro. Alzai lo
sguardo e vidi questa grande
chiesa e poi mi ritrovai seduta a guardare la televisione. Mi sono stati
mostrati un sacco di disastri. Ero così spaventata. […] Mi ricordo Dio come molto indulgente, siamo tutti amati, e dobbiamo imparare a perdonarci l'un l'altro.
L'amore che ho sentito
era così travolgente. Non volevo tornare [alla vita sulla terra], ma io sapevo
che dovevo. […]. Poi, mi sono svegliata con la mia amica Eileen in piedi vicino
a me. Le dissi "Tua sorella Kathleen mi ha detto di dirti che ti ringrazia
per prendersi cura dei suoi figli," poi caddi di nuovo in coma. Quando mi
sono svegliata dopo, non sapevo perché ero in ospedale, fino a quando mio padre
mi ha raccontato l'incidente d'auto. Abbassai lo sguardo e vidi la mia gamba
sinistra tagliata sul ginocchio. Pochi giorni dopo, ho lasciato l'ospedale.
É cambiata la tua vita in
particolare a seguito della tua esperienza? Sì. La mia
vita è cambiata proprio come
Dio mi disse. Non ho bisogno
di andare in chiesa per sapere che Dio esiste. Sono sicura che ci sia un
aldilà. Noi esistiamo per amare Dio e il nostro prossimo.
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133. NDE di Leah 6/15/02.
Stavo vivendo un pessimo periodo
della mia vita. A quel tempo, avevo detto a Dio che se esisteva davvero,
avrebbe dovuto dimostrarmelo. La settimana successiva, la mia appendice scoppiò
e mi dichiararono 'morta'. Mi trovai, tutto ad un tratto, in un luogo come una
stanza buia. Iniziai a chiedere a Gesù di aiutarmi! Sapevo che ero morta e
pensai che stavo andando all'inferno. Ricordavo di aver sfidato Dio a dimostrarmi che lui era
lì. Comunque, non ho mai visto il suo volto, ma lui mi disse
che non era ancora arrivato il mio tempo e che dovevo tornare indietro.
Volevo davvero restare. Ma ancora una volta, mi venne detto che dovevo tornare
indietro. Avevo avuto un bambino a quei tempi e lui aveva bisogno di me,
inoltre il mio tempo non era ancora arrivato. Ricordo di aver insistito per
rimanere ma ricordo solo di essermi ritrovata di nuovo nel mio corpo. Vedete, Dio mi ha risposto e mi ha
dimostrato che mi ascoltava e che era lì per me. Non gli ho mai chiesto di
provarmelo di nuovo. Egli ci ama così tanto, credetemi, l'ho sentito. Voglio
che la gente sappia la verità: c'è un paradiso e un inferno.
Hai sperimentato una separazione
della coscienza dal corpo?
Sì. Sapevo di essere morta per come mi sentivo e quello che
vedevo. Sapevo di non essere nel mio corpo.
Quali emozioni hai provato durante
l’esperienza?
Al principio ero molto impaurita perché pensavo che sarei
andata all'inferno. Poi, dopo di ciò, sentii amore completo e fiducia. Dio si sarebbe
preso cura di me. Non
avevo dubbi in quel momento. Non posso descrivere la sensazione di amore e 'comfort' che sentivo. Nel linguaggio umano non ci sono
parole per descriverlo.
Quale fu la parte migliore della
tua esperienza? La fede
che ho sviluppato.
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130. NDE
di Arthur B 6/8/02.
Soffrivo di cancro testicolare. Mi
rimossero il testicolo sinistro. Parte della terapia consisteva nel fare
chemio. Mi rese molto malato e debole. In quel periodo della mia vita soffrivo
anche di apnea durante il sonno. Ho avuto numerosi "eventi" di
cessazione del respiro durante il sonno. Di solito finivo in convulsioni e
spasmi e mi risvegliavo annaspando per respirare. Pensavo che gli effetti della
chemio avessero indebolito talmente il mio corpo che queste cose non potessero
succedere. Mentre ero disteso a letto e stavo addormentandomi la parte logica
del mio cervello mi mandò un flash "Hai smesso di respirare. Se non
riprendi, morirai". Semplice a quella maniera. Sentivo la
"pressione" nel mio corpo, come la pressione in un pallone pieno
d'aria. Non dolore, solo questa pressione. Per un attimo fui preso dal panico e
pensai che stavo morendo. Il panico svanì e pensai "E' questa la morte? E'
così facile, così naturale. Di cosa mi preoccupavo?" Mi sentii un po'
stupido a spaventarmi. A questo punto una "sensazione" si impadronì
di me. Era una emozione calma che permeava ogni parte di me. Era molto pacifica
e unica davvero. Mai provato niente del genere prima. Poi mi sentii come se
fossi di schiena dentro una piscina. Iniziai a scivolare lentamente dentro
l'acqua. Iniziò a farsi scuro e vuoto. Un istante dopo divenne luminoso. Molto luminoso. C'era
un oggetto davanti a me che sembrava il sole. Era così intensamente
luminoso ma non mi faceva male agli occhi guardarlo. All' improvviso iniziai a
capire le cose. Capii perchè avevo il cancro e quanto fosse importante per me
averlo. Infatti era così importante che non avrei voluto che andasse in nessuna
maniera diversa. Ma non so spiegare perchè fosse importante, lo capii e basta.
Poi l'oggetto mi parlò. Mi
parlò in inglese ed era come una persona qualsiasi. Mi disse...
"Ciao Arthur. Felice
di vederti."
A quel punto dissi qualcosa del mio passato di cui non ero molto orgoglioso.
Allora l'oggetto disse:
"Non ti è piaciuto, vero?" Risposi: "no".
Allora l'oggetto disse: "Non pensavo che ti sarebbe piaciuto."
A quel punto vi era come una linea immaginaria davanti a me, e sapevo che se la
avessi attraversata non sarei potuto tornare indietro. Esitavo.
La luce allora mi
chiese "Che fai?"
Io risposi "Sto morendo".
La luce mi rispose
"E sei pronto a morire?"
Risposi "NO. Devo fare delle cose".
La luce disse "Giusto. Allora torna indietro. Quando avrai finito
tornerai a trovarmi".
A questo punto rientrai nel mio corpo. Ricordo che mi toccai il braccio
sinistro con la mano destra. Era strano. La pelle sembrava quella di un morto,
fredda e senza vita. Era come se l'energia vitale non si fosse ristabilita del
tutto in me. Mi sedetti nella stanza buia. Guardai mia moglie sedere accanto a
me. Mi chiesi cosa fosse successo. Io avrei pensato un sogno se non che quel
caldo bagliore, quel senso di pace era ancora con me. Durò un paio di giorni.
Fu questo che mi fece capire che qualcosa di straordinario era davvero
accaduto.
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125. NDE
di Tawnnie M 5/19/02.
Ero alla mia abituale piscina, con
gli amici, eravamo in acqua, schizzando in giro, quando sono entrata in
difficoltà, e mi sono ritrovata sotto l'acqua, inghiottendo acqua velocemente.
Ho afferrato il bikini di una ragazza accanto a me, ma lei mi ha cacciata via
verso il fondo della piscina. Tutto ad un tratto, la mia vita mi balenò davanti
agli occhi: momenti felici soprattutto; Natale; compleanni e così via. Poi mi sono trovata in quello
che sembrava essere un tunnel, con una piccola, bianca, splendente luce all'altra estremità. Sapevo le cose con
una certezza che non avevo mai avuto prima di morire, e non riuscivo a capire
come potevo ancora riuscire a pensare. Pensavo che c'era stato qualche tipo di
errore. Solo i miei pensieri erano rimasti. Non avevo più il senso di un corpo
fisico. Mi muovevo abbastanza veloce verso la luce. Mi avvolgeva una sensazione di pace e quello
che sembrava 'amore
incondizionato'. Sembrava incredibile. Mentre mi muovevo in avanti, ho percepito la presenza di due persone. Queste persone
mi conoscevano, ma io non le conoscevo, non le avevo mai incontrate prima. Loro comunicavano con me solo attraverso i pensieri,
ed anche io con loro. Mi
dicevano che non era ancora arrivato 'il mio tempo' e che sarei 'dovuta tornare
indietro'. Poi, altrettanto rapidamente come ero arrivata, stavo
tornando indietro lungo il tunnel ed ero di nuovo nel mio corpo fisico,
tossendo e sputacchiando acqua, mentre il bagnino mi dava il bacio della vita
(respirazione bocca a bocca). Rimasi cosciente solo per pochi secondi. Poi,
persi coscienza e non mi risvegliai completamente fino a tre settimane più
tardi, dopo aver trascorso quelle tre settimane in una tenda ad ossigeno in
ospedale.
Dopo l’esperienza avete cambiato
atteggiamento o convinzioni? Sì. Prima della NDE, dato che ero
stata abusata sin da una così giovane età, io non credevo in Dio, nonostante avessi frequentato una scuola
cattolica. Ma poi, dato la profondità dei sentimenti provati, e non essendoci
altra spiegazione ragionevole, ho iniziato a credere in Dio. Io non pratico nessuna fede, e non frequento la
chiesa, credo che la questione è tra Dio e me, lui sa quello che faccio.
Quest'esperienza ha cambiato completamente la mia vita.
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122. NDE
di Mandy J 5/14/02.
Il 25 maggio del 1992 ero
prenotata alle 3.30pm per un intervento chirurgico alla vescica. Dovevo stare
in ospedale per 23 ore. I miei genitori mi portarono all'ospedale verso
mezzogiorno e mi dissero che dovevano fare delle commissioni e che sarebbero
tornati in tempo per l'intervento. Feci l'ammissione e mi misero in attesa in
una stanza dell'ospedale. Verso l'1.00 una infermiera venne e mi disse che mi
portavano in sala prima del previsto perchè avevano avuto una disdetta ed era
venerdì e il medico voleva andar via prima, ed io ero pronta. La mia famiglia
(genitori, figlio) non sapevano che avevano anticipato e non avevo modo di
contattarli. Dissi OK facciamolo. Mi diedero qualcosa per rilassarmi e mi
prepararono. Il mio medico di famiglia (assisteva lo specialista) venne per
vedermi e mi disse che c'eravamo quasi. La cosa successiva che accadde fu
incredibile. Mi sentii risucchiata fuori dal mio corpo veloce, più veloce di
quanto le parole possano dire. Non c'è niente su questa terra che possa
spiegare quanto fu veloce. La
cosa successiva è questa luce
incredibilmente brillante (da quando ho visto questa luce porto gli
occhiali tutto il tempo perchè non riesco a vedere senza) e quando fui infine
capace di fissarla e guardarmi attorno ero in una enorme e bella area (diciamo
da 5 a 8 campi di calcio messi assieme) l'erba era tutta verde e odorava di
rose e altri fiori e
c'erano persone che mi salutarono (spiriti) che
erano morti e arrivati lì prima. Guardai a destra e sinistra e poi
davanti a me e c'erano
tutti i miei parenti e
amici che erano
morti disposti nell' ordine in cui erano morti. Per esempio il mio nonno Lupe era il primo
che ricordo era morto nel 1955 io avevo 10 anni, ed era il primo alla mia
sinistra. Erano persone che avevo amato e per cui avevo provato sentimenti
profondi e che erano trapassate prima di me. Alla mia destra c'era la mia nonna che morì nel 1991, era la prima persona con cui
parlai e le chiesi nonna perchè stai lì e non assieme agli altri. Stava seduta
nella sedia verde che amava tanto e stava facendo qualcosa con le mani forse
cucito perchè lo amava (aveva 92 anni quando morì) ma non era stata più capace
di farlo negli ultimi anni per via della vista. Mi guardò e in spagnolo (mia
nonna parlava poco inglese) mi disse che avevo ancora un po' da fare e che poi
sarei andata con loro. Mi girai verso mio nonno e gli dissi quanto mi mancava e
come ero felice di vederlo. C'erano
circa 12 persone da quel lato. Parlai con
ciascuno solo brevemente eccetto mio zio Donald con cui ebbi un dialogo più lungo. Donald H. è il
fratello di mio padre che affogò il 30 giugno del 1989 (non sono sicura
dell'anno) aveva circa 60 anni. Gli parlai e mi disse di recapitare un
messaggio per suo fratello Joe, e mi disse cosa avrei dovuto dire. Stavo per
fargli una altra domanda quando guardai su e vidi mio nipote fluttuare sopra
gli altri, non era sulla destra nè alla sinistra, stava solo volteggiando
intorno. Gli chiesi "Richard
che fai lassù?". Mi disse: "NON ERA IL MIO MOMENTO DEVO STARE QUASSU'
FINCHE' NON SARA' IL MIO MOMENTO". Mio nipote Richard si suicidò nel settembre del 1989.
Sentii dolore nel mio cuore nel sapere che non poteva trovare pace. Allora
sentii che volevo il calore e conforto di questi familiari e decisi che avrei
attraversato dove mio nonno aveva posto la mano e detto NO non puoi ancora venire. Perchè no,
chiesi. Non disse una parola, guardò solo in alto e guardai anche io per vedere
cosa guardava. Non posso nemmeno descrivere cosa fosse, ma credo che se dovessi
metterlo in parole direi che nel cielo sopra di noi c'era questa moltitudine di persone/spiriti e IL PADRE IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO. Sono
stata cattolica tutta la vita e non ho mai davvero capito cosa significasse tre in uno ma adesso l'ho
capito.
Un senso di grandissima pace mi sopraffece e capii che era il nostro Caro Signore. Volevo restare, mi
disse che non potevo e io chiesi perchè no. La sua risposta fu che dovevo tornare indietro e finire
quel che dovevo. Cominciai a piangere perchè non volevo lasciare questo
bel posto che avevo trovato. […] Mi svegliai nella unità coronarica di cura
intensiva. Mi avevano rimosso la vescica con il laser ma gonfiarono il mio
stomaco e la troppa aria mi compresse la aorta e mi persero per un minuto e 25
secondi. Quel minuto e 25 secondi sono stati i più meravigliosi di tutta la mia
vita e la più incredibile esperienza che io abbia mai avuto.
La tua vita o le tue credenze sono
cambiate dopo questa esperienza? Sì, io davvero, davvero credo nel SIGNORE
Gesù.
Quali sono la migliore e la
peggiore parte della tua esperienza? La migliore Vedere il Signore -- la peggiore tornare perchè non
proverò mai più quel senso di pace finchè sarò sulla terra.
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119. NDE
di William Si 4/29/2013
& 10/24/04. Descrizione
dell'esperienza 2043:
La prima parte della mia esperienza, quando ho lasciato il
corpo, è molto simile a quella che si legge nei libri e che si può ascoltare
durante le conferenze a cui ho assistito, e di cui ho letto. Comunque, durante
tutta la mia NDE, ciò che ho “sentito” e “compreso” durante il passaggio attraverso il tunnel o
raggio di luce è
assolutamente straordinario. Mentre passavo attraverso questa zona che sembrava
non avere fine, riuscivo a sentire la presenza di spiriti che si trovavano nell'ombra:
compresi il motivo che li tratteneva dall'andare verso la luce, e ciò era dovuto ai
loro condizionamenti religiosi che avevano avuto durante la loro vita sulla
Terra. Erano convinti di non essere degni di andare nella luce a causa delle
azioni che avevano commesso mentre erano in vita. Arrivato alla fine del
tunnel, vidi il più bel giardino
che avessi mai visto. […]. Non ho paura della morte o di morire. Non mi importa
perfino di come morirò. Ho ricevuto una promessa dal mio Creatore: nel momento in cui la mia missione terrena sarà finita,
me ne andrò immediatamente e non mi importa il come. Voglio solo tornare
a casa. La mia percezione fisica era minimale, mentre spiritualmente, la mia
coscienza era estremamente vigile, al punto che ricordo perfettamente tutto
quello che ho visto e le conversazioni che ho avuto dall'altra parte. No, era
assolutamente reale. L'unica cosa che voglio aggiungere è che durante la mia
esperienza ho avuto il
piacere di conversare con Gesù. Sapevo
con certezza che era lui.
Ho anche ricevuto un meraviglioso abbraccio da lui. Sentivo il suo corpo con il mio spirito, e ci sono dei momenti,
specialmente quando mi sento depresso, in cui posso ancora sentire il suo corpo
fisico con le mie dita e so che era reale e che ciò che ha portato nel mondo è meraviglioso.
Riuscivo a vedermi come sono ora, anche se in una condizione perfetta. […] Sentivo
gli uccelli cinguettare
ed ero cosciente di tutto quello che mi succedeva intorno. Tuttavia, i suoni
non mi erano nuovi anche se sono sconosciuti sulla Terra. Tutto risuonava
dell’energia del Padre Celeste. La musica su questa Terra non si
avvicina neanche minimamente, tuttavia la ascolto ancora volentieri. […] Mentre
passavo attraverso il tunnel, potevo sentire gli spiriti che erano nell'ombra oltre il tunnel di
luce. Potevo sentire il loro tormento, la loro paura, la colpa e la vergogna
che provavano. Allora chiesi ai miei guardiani come poteva Dio condannare
questi spiriti. Mi fu detto che
Dio non li aveva messi nell'ombra, erano stati loro a mettersi in
quel luogo. Allora chiesi che cosa significava tutto questo (voglio
affrontare la questione con degli esempi). Molte volte le religioni ci
insegnano che le azioni e le parole possono permettere ad una persona di essere
ammessa o di essere esclusa dalla presenza di Dio. Questi insegnamenti portano
ad un senso di colpa, di vergogna. Per esempio, se dici: “Dannazione! Merda! Va
all’Inferno!”, la tua anima non sarà degna di stare alla presenza di Dio. Se
una persona sceglie uno stile diverso di vita rispetto alla norma, molte
religioni allontaneranno questa persona dal gruppo, ricordando al resto del
gruppo che questa persona verrà mandata all'Inferno e che non vedrà mai la luce
di Dio. Quando ero alla
presenza del mio Creatore,
risultò che avevo fatto delle cose nella mia vita fuori dalla norma, ma non
sentivo vergogna per quelle cose, sentivo soltanto di essere amato. Mentre ero in quel
luogo, vidi quattro vecchi amici che avevo avuto sulla Terra.
Questi miei amici erano stati uccisi in un incidente stradale dopo essere stati
investiti da un veicolo guidato da un ubriaco. Alcune persone potrebbero
pensare che questo va bene perché erano stati uccisi senza averne colpa. Anche il
guidatore ubriaco era stato ucciso. Tuttavia, anche lui era lì. Perché? Perché i miei quattro amici lo
avevano perdonato per le sue azioni. E tutti e cinque sapevano che le
loro missioni sulla Terra erano terminate quella stessa notte. Ah, ho
dimenticato di menzionare che i miei quattro amici non sarebbero dovuti essere
in Paradiso perché la loro religione li aveva condannati all'Inferno. Tutti e
quattro i miei amici erano stati gay. Ma non avevano vergogna né sensi di colpa
per il loro stile di vita. Era la società che ne aveva. Questi quattro miei
amici erano delle brave persone, non avevano fatto alcun male a nessuno. Tre di
loro avevano delle sorelle più giovani che non avevano mai né molestato né
maltrattato, ma avevano protetto fino al giorno in cui morirono. Quando
passiamo dall'altra parte, quando Gesù si recò da coloro in prigione, parlò anche di quelli che erano nell'ombra. Erano loro che a causa della
colpa e della vergogna non si sentivano degni di essere amati da Dio. Sono loro
che noi dobbiamo aiutare, a cui dobbiamo insegnare di non rimanere nell'ombra,
ma di svegliarsi e di rendersi conto che Dio è puro AMORE. Le esperienze che queste anime hanno avuto sulla Terra sono
soltanto parte della loro missione. Quando impareranno a lasciar andare il
senso di colpa e di vergogna, ritorneranno nella luce. Spero che queste mie spiegazioni abbiano
risposto alla domanda. Scrivimi pure liberamente quando vuoi.
Sinceramente, William Si
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108. NDE
di Analisa D 4/6/02.
Forse dovrei dire qualcosa
riguardo alla mia vita prima della NDE, così che voi possiate capire che
impatto ha avuto su di me quanto accaduto. Ho 26 anni. La mia NDE risale a
quando ne avevo 22, nell'Aprile del 1998. Fu successiva alle mie sofferenze
causate da un disordine post traumatico. Quando ero piccola venni severamente
abusata da mio padre e dal mio nonno, e fui anche vittima di pornografia e
prostituzione infantile. Ho avuto problemi di alcool e droghe e disordini
alimentari per molti anni. Al tempo della mia "morte" cercavo di
rimettere ordine nella mia vita, avevo smesso con le droghe e risolto il
disordine alimentare che mi portavo dietro da quando avevo 19 anni, ma con
scarso successo quanto a sentirmi davvero meglio--mi limitai a scambiare
tossicodipendenze dandomi al fumo compulsivo. Il mio passato era ancora troppo
doloroso da affrontare, e senza affrontarlo non potevo vivere appieno e in
maniera salubre il mio presente. Credo che siano queste forze che mi hanno
lacerata emotivamente e psicologicamente.
Uno dei problemi correlati al mio disordine post traumatico era l' incapacità
di dormire. Soffrivo di insonnia. Avevo il terrore di addormentarmi, perchè la
notte ed il sonno per me sono state a lungo collegate con gli abusi. Iniziai a
dormire sempre di meno. da 5 ore a 4, 3,2, 1 se avevo fortuna, finchè alla fine
non dormivo affatto. Semplicemente, mi lasciavo deteriorare. Avevo perduta
tutta la voglia di vivere, e mi affamavo e non assumevo abbastanza liquidi.
Dopo 7 notti senza sonno, finii all'ospedale, seriamente ammalata. I dottori
dissero a mia madre che non sapevano se ce la avrei fatta o meno. (non me lo ha
riferito fino ad alcuni anni dopo). Ricordo che ero nella stanza d'ospedale, e
tutto ad un tratto mi ritrovai circondata da questa luce brillante bianco-giallognola, quasi
dorata. Più si guardava lontano più era brillante, e vedevo questa luce come se fosse
superimposta ["superimposed", credo intenda dire che si trovava
avvolta dalle propaggini periferiche di questa luce - ndr] al paesaggio fuori
della finestra. D'un
tratto venni attirata verso questa luce, e fu il senso più indescrivibile di pace e amore che io abbia mai provato in vita mia. Era
estasi pura. Il mio cuore era vivo, e sentivo come se rivoli interminabili di
acqua fresca vi scorressero attraverso ed era la sensazione più ravvivante
possibile! Non volevo che questa sensazione smettesse mai ero così felice!!
(per la prima volta in vita mia!) ero semplicemente intrigata e stetti in
questo stato per un tempo che mi parve lungo e breve al tempo stesso. Era come
se tutta la conoscenza mi venisse riversata dentro, così che niente venisse più
trattenuto. Ero così amata, e tutte le mie domande avevano risposta.
[…] Ricordo anche come provai a convincere qualcuno che fumare non era quel che
Dio voleva che facessero, perchè fa male a Dio quando facciamo male a noi
stessi perchè siamo tutti
così belli e sacri. Mia madre mi ha detto che dopo la mia NDE sembravo
un felice figlio dei fiori! (lo dice ancora a volte--una cosa a cui sono
sensibile). Rimasi in questa condizione per un po', ma poi il mio passato
negativo riprese il sopravvento. Siccome non avevo davvero elaborato i miei
dolorosi problemi il mio passato mi colpì con tutta la sua forza. Tutto l'antico
senso di colpa, il dolore, e il rancore sopito iniziarono a riavvolgermi, solo
che questa volta li sentivo che mi stavano anche consumando. E mi consumarono.
Iniziai a pensare quanto fossi indegna di quanto esperito, iniziai a pensare a
tutti questi orribili, cattivi pensieri riguardo a me stessa e mi risprofondai
nel mio vecchio stato di depressione viscerale. Ed allora ebbi la mia seconda
NDE. Questa fu la cosa più
orrenda che sia possibile immaginare. Ero distesa nel letto quando d'un
tratto vidi tutta questa oscurità. Non c'era luce, non c'era nulla. Non era
nemmeno che potessi vedere il buio, mi limitavo ad esistere e sapevo di
trovarmi lì. Ad un tratto c'erano
questi esseri accanto a me. Non
ricordo quanti, ma sentii che erano degli esseri che mi erano stati attorno per un po' e che
aspettavano questo momento. Iniziarono a tirarmi e mi portarono in questo luogo di assoluta disperazione. Non c'era
niente, e tuttavia esistevo in questo orribile vuoto. L'essenza di questo vuoto era una ASSENZA DI DIO. Lo voglio sottolineare enfaticamente.
Era una tortura assoluta,
niente, assolutamente niente può descrivere questo dolore. Era il mio
peggiore incubo che si avverava. Gli esseri lì mi dissero che tutta la mia
famiglia era destinata a quel vuoto e che sarebbe stata colpa mia.
Perfino parlarne è molto, molto duro. Era terrore puro; [sentivo che nemmeno Dio poteva aiutarmi, e restai in quel posto orrendo]. Non ricordo
come tornai, ma dopo quel che sembrò una eternità ero di nuovo in ospedale, nel
mio corpo. Provai a raccontare alla gente quel che mi era accaduto, ma
pensavano che ero matta. Raccontai al mio fidanzato dell'epoca cosa mi era
successo. Non riuscivo a smettere di parlarne. Mi lasciò 2 settimane dopo. Mi
ripresi fisicamente, ma non emotivamente. Gli effetti negativi della seconda
esperienza sono rimasti con me per 3 anni!
Hai incontrato altre
creature? Sì durante la seconda esperienza vi erano esseri orribili -- quello che ricordo più
distintamente aveva delle fattezze orrende del tipo demonico -- lo so perchè
era qualcosa che avevo creato dalla mia paura e dalla paura degli
altri...buio...mi stava sopra e mi afferrò (assieme agli altri orrendi esseri ma non ricordo così
bene).
Hai visitato altri luoghi o
paesaggi, livelli e dimensioni? Sì, nel secondo ero all'"inferno"-- era orrendo.... era un vuoto, una vacuità, una mancanza di un dio...una assenza di amore... non c'era
visione -- solo pensiero
puro e i pensieri erano torturati e orrendi.
Hai avuto la sensazione di
possedere una qualche conoscenza o sapienza speciale? Sì.
Sì!! Tutto era comprensibile... tutto era amore
-- e questo amore era fatto di luce...
luce-amore è il principio
operativo di base di tutto. Era dappertutto e dentro ogni cosa. La ragione di
ogni sofferenza era il non essere consapevoli di questa luce-amore. Capii di
cosa parlava Gesù (e
penso di questo si trattava poichè ero cattolica all'epoca) che lo spirito santo di cui parla la bibbia è pura luce-amore. Lo spirito era in me e in ciascuno di noi, ed è
quel potere che può conquistare ogni oscurità... era così semplice e bello.
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104. NDE di JM 3/21/02.
Ero alla spiaggia con la mia
famiglia e ci divertivamo a saltare le onde. Mi sono trovato presa dalla
risacca e all’inizio ho provato a risalire verso la superficie. Visto che
sentivo i polmoni come se stessero per scoppiare, ricordo di aver respirato
nell’acqua, e di essermi sentita subito meglio. A questo punto, ho visto delle
branchie sui lati della mia gola e pensavo: 1) sono una sirena, uno dei miei
sogni preferiti; 2) sono un pesce; 3) mi sono detta di non essere sciocca,
stavo solo annegando. Ero completamente rilassata, e sentivo un amore completo. Potevo vedere le ombre di persone da ambo i lati intorno a me che
mi conoscevano, ma io non le conoscevo…ma erano della famiglia. Ho
sentito la più bella musica possibile e stavo attraversando un tunnel verso una luce che sapevo essere Dio.
Mi sentivo animata e felice di partire…ma all’improvviso la luce esplose e mi
sono risvegliata sulla spiaggia circondata dalle persone che mi avevano tirato
fuori.
Tutto era talmente rumoroso e luminoso, e molto doloroso, ma stavo bene. La
cosa divertente è che volevo ritornare nell’acqua perché sapevo che Dio non mi
avrebbe lasciata annegare, ma i miei genitori (ovviamente) non volevano. Oggi
non ho paura dell’acqua, mi piace nuotare e andare al mare.
Hai incontrato o visto altri
esseri? Sì.
Le persone da ambo i lati intorno a me che
ricoprivano l’interno del tunnel verso Dio.
C’è qualcos’altro che vorresti
aggiungere riguardo all’esperienza? Sono gentile ogni giorno con tutte le creature di Dio: animali, minerali, vegetali e tutto ciò che c’è sulla madre terra.
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101. NDE
di Maria G 3/08/02.
Mi è stato raccontato
successivamente che stavo morendo e che i miei figli vennero chiamati al mio
capezzale. Io ero in coma. Durante l'esperienza fui trasportata molto
rapidamente attraverso un tunnel, così rapidamente che sentivo come se mi
stessero tirando per le braccia e le gambe. Alla fine del tunnel, verso l'alto, c'erano delle luci brillanti. Attraversai la luce e mi trovai in una
stanza di mattoni rossi (pareti e pavimento). Faceva molto freddo e i miei
piedi si congelavano. Mi
trovavo di fronte a Gesù
e dietro di lui c'erano mio padre e mia nonna paterna defunti, che indossavano
gli stessi vestiti che gli avevamo messo per la sepoltura. Sembrava un quadro
di El Greco. Tutti erano molto seri e tristi. Gesù mi chiese se fossi pronta a morire ed io
risposi di sì. Lui mi
disse che dovevo tornare per mio figlio Christopher (che a quei tempi
aveva 20 anni e viveva con me). Mia nonna recitava il Rosario in Italiano a voce bassa. Mio padre non disse una
parola e sembrava molto triste e serio. Io dissi a Gesù che mio figlio aveva un fratello e una
cognata, ma lui scosse la sua testa, in segno di negazione. Subito dopo, mi
ritrovai nel tunnel, spinta all'indietro e mi svegliai nel mio letto
d'ospedale. Nelle successive 24 ore, migliorai moltissimo e pochi giorni dopo,
lasciai l'ospedale, tra lo stupore dei miei figli.
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93. NDE di Larry 1/12/02.
28 Novembre 2001 - NDE tratta da
un'eccellente intervista di Loni Parrott, degli amici di IANDS (FOI) gruppo di
Iowa City, Iowa (contattare Loni per ulteriori informazioni). Notevoli effetti
post-NDE. Larry è un uomo sposato. Pensionato, di religione protestante.
D. Puoi darmi una breve descrizione delle circostanze della tua N.d.E.?
(N.d.E.= esperienza di pre-morte ndt).
R. È stato circa 5 anni fa, era Agosto, circa le 5 e 30 del mattino
sull'autostrada 151. Stavo guidando il mio camion, c'era la nebbia del mattino
presto. Stavo accompagnando mia moglie Kathy al lavoro. Noi vivevamo a circa 7
miglia di distanza dal suo lavoro. All'improvviso, non mi sento bene.
Parcheggio a un lato della strada. Io e Kathy usciamo dal camion. Cammino
intorno al camion e muovo un po' la testa cercando un po' d'aria fresca. Dico:
''Non so cosa mi stia succedendo ma non mi sento bene''. Lei mi dice: ''Vuoi
che guidi io?''. Le rispondo che posso guidare. Torniamo nel camion e guido per
circa 2-3-4 isolati, poi parcheggio di nuovo. Dico a Kathy: ''Forse è meglio
che guidi tu. Mi sento debole e ho le vertigini, non so cosa mi stia
succedendo''. Quindi passo al lato del passeggero e lei comincia a guidare. La
parte che vi racconterò adesso è l'esperienza che mi ha raccontato Kathy.
Mentre avevo le vertigini, tutto intorno a me diventò nero e cominciai ad avere
la visione di un tunnel. Ricordo di essere svenuto e Bum! Tutto sembrava andare
a 90,000 miglia per ora. Bum! Lei stava guidando e io sentivo la sua voce dire:
''Che ti succede? Sveglia!''. La sento gridare e andare in panico. Lei mi ha
raccontato che mi scuotevo molto e il mio braccio rimase impigliato nel
volante. Lei non sapeva cosa fare. Da un lato cercava di guidare nella nebbia,
dall'altro cercava di mantenermi fermo. Mi mette una mano sul collo per
controllare le pulsazioni. Poi mi dice che me ne ero andato. Niente più
movimenti. La parte che ricordo io è quella in cui io parlo con lei. È
difficile da spiegare. Lei gridava e io pensavo di stare parlando con lei, le
dicevo: ''Devi continuare la tua vita senza di me. Io sono in un altro posto
adesso. Non posso fare più nulla per te. Siamo entrambi qui, ma io sono in un
altro posto che non conosco. Continua a guidare che ce la farai. Ora devo
andare. Ciao!''. Io stavo parlando e pensavo che lei mi stesse ascoltando.
Pensavo di essere vivo. Ma lei mi ha raccontato che io non stavo parlando.
Vedo me stesso dall'alto della cabina del camion. Mi vedo in posizione fetale,
tutto rannicchiato e non so dove mi trovi. Vedevo mia moglie guidare il camion,
vedevo i miei pantaloncini grigi e maglietta grigia. Potevo vedere me stesso, e
SAPEVO di trovarmi in un altro posto. Tutto ciò è successo in un intervallo di
7 miglia. Poi esco dal camion e vedo mia moglie correre verso la stazione di
Polizia, ma non c'era nessuno, quindi va verso il suo lavoro. Non ho idea di dove
mi trovi. Non riconosco l'edificio o il parcheggio. Lei corre dentro e chiama
il 911 (ndt. il 113) e poi arrivano i pompieri. Ricordo i pompieri dire: ''È
morto. Chiamate un'ambulanza perché se n'è andato. Codice Rosso'.' Poi ricordo
di trovarmi nell'ambulanza e mi stanno portando all'ospedale. L'ambulanza
arriva nel parcheggio, mi mettono degli elettrodi e boom boom, ma nulla
succede. Li sento dire: ''C'è la macchina dello sceriffo che sta venendo, lo
sceriffo è un paramedico''. L'ambulanza si ferma per incontrare lo sceriffo, io
lo vedo mentre si allenta la cravatta. Lui dice: ''È drogato?''. Io ho una
maschera di ossigeno sul viso, ma dico: ''No, no!''. Poi lui mi somministra
un'intravenosa. Quando io ero in bilico su me stesso, sapevo di trovarmi in un
altro mondo. Non ero più sulla terra, lo so perché all'improvviso iniziai a
vedere molte luci come
di alberi di Natale, migliaia di luci bianche. E divenne tutto calmissimo. Dopo la calma, sentivo
di andare a 90 miglia per ora e tutta la mia vita mi passò davanti. All'inizio
era un piccolo puntino rosa, poi era come una lavagna con molte cartoline che
si susseguivano. Andava velocissima, non potevi fermarla. Erano continue
immagini in movimento. Potevo vedermi. Avevo circa 8 anni e sostenevo una
pistola giocattolo. Vedevo me stesso nei Marines, sostenendo un fucile. Poi le
forze armate. Andava velocissima! E poi eccomi qui, guardando questa palla
arancione e gialla. E fa paura. Non so dove cavolo mi trovi, ma è bello.
All'improvviso c'è la visione di un tunnel- sto guardando giù verso questo
tunnel. La piccola luce
rosa diventa verde-blu. In quel momento la mia vita stava passando. Poi mi
ritrovo qui su, guardando questa palla arancione e gialla, che era soffice e
calda, e guardo nel tunnel. Tutto è calmo, troppo calmo, ma c'è molta pace. Non
so come, ma so di non essere sulla terra. Lo so! E
all'improvviso sento una voce.
Non era maschile o femminile, non era gentile o dolce. Hai presente gli
imitatori? ecco, un imitatore non potrebbe mai imitare questa voce. Perché
questa voce è
unica, non ne esiste un'altra come questa. Quando l'ascolti, la riconosci
subito. Non posso descriverla. Non era forte, non era cattiva, non era dolce.
Non potevo neanche girare la testa, perché questa voce mi stava parlando. Non
ricordo cosa la voce mi stesse dicendo. L'unica cosa che ricordo è che la voce mi disse: ''Devi tornare indietro. Non
siamo ancora pronti per te''. Io volevo girarmi verso la voce, ma non
potevo vederla. Era buio, buio e bello, la palla arancione, le luci, le
sfumature giallo-arancio. È tutto andato. Ora eccomi tornato in ospedale…
l'ambulanza, la barella, io sono sulla barella, guardo tutte queste persone, e
sono fuori di qui! Bum! Non ho polso. Loro dicono che sono morto. A quel punto
torno indietro. Ero sudato e freddo. La mia bocca andava a 90 miglia all'ora,
cercando di raccontare al dottore quello che era successo. Gli dico: ''Ho
appena visto il tunnel, la luce,
la voce!''. Lui mi
dice: ''Adesso stai bene, Larry''. Lui esce e tutto diventa nero di nuovo. Il
dottore rientra e spinge sul mio petto. Quando gli ho raccontato quello che mi
era successo, il dottore mi dice: ''Sono un medico e non credo in queste cose,
ma da quello che mi dici, hai appena avuto una N.d.E.''. […].
D. È stato difficile descrivere questa
esperienza a parole?
A. Sì è difficile. Dipende tutto dalle persone con cui parli. A certe persone
non ne parlerei mai. Di solito appena comincio a parlarne con qualcuno mia
moglie mi ferma subito, mi dice che l'imbarazza. Se solo le persone lasciassero
che si parli di questo, ma persino la mia stessa moglie non vuole che io lo
dica a qualcuno.
Una cosa che ho imparato da questa esperienza è che ho avuto un dono, anche se
non so quale sia. Il fatto è proprio questo, mi è stato dato un dono ma io non
so come usarlo. E non so cosa sia. Mi è stato dato il dono di ascoltare la Voce
che nessun altro ha ascoltato. È qualcosa che non posso provare, non posso dare
a qualcun altro, non posso neanche descrivere tanto bene. Non posso farne un
video per far si che la gente lo veda, avreste dovuto vedere ciò che ho visto
io! Esiste ma è come se non esistesse. LUI mi ha dato questo dono e mi ha detto di farne ciò che voglio.
Nessuno può portarmelo via. È mio! Conosco la Voce, ma non posso descriverla. Mi fa male! Non
posso imitarla. È unica. Solo
LUI. È unico.
D. Sentivi qualche tipo di connessione tra te ed il tuo corpo?
R. Sapevo che ero io. Era la mia
unica connessione.
D. Eri da solo?
R. No. Sapevo di
essere solo perché non potevo vedere nessuno, Ma la luce era lì,
quindi non potevo essere solo.
D. Come ti sentivi in presenza della Voce?
R. Da un lato ero spaventato perché non sapevo dove fossi. In un certo modo lui mi rassicurava, ''È tutto ok, è tutto ok''.
Ma non mi lasciava vederlo! ''Non
siamo ancora pronti per te, Larry. Devi tornare indietro''. Io volevo
guardarlo e dirgli qualcos'altro, tipo: ''Non voglio tornare indietro. Lasciamo
parlarti''. Ma solo lui
parlava ed io ascoltavo.
D. Cosa pensi di aver imparato nel vedere la tua vita passarti davanti così?
R. Che quando tornerò dove sto andando, prenderò la vita in modo più serio. In
altre parole, non mi sveglio la mattina, vedo un uccellino e do l'uccellino per
scontato. Prima, quando le persone mi parlavano io non le ascoltavo veramente.
Ora quando qualcuno mi parla, io ascolto ogni parola. Ho più compassione per le
persone. Non do più le cose per scontate. Può suonare contraddittorio. Prima
ascoltavo solo quello che volevo ascoltare. Adesso ascolto tutto ciò che mi
dicono. E non vedo l'uccellino come un uccellino, ma come un essere umano. Ma
tutto quello che io vedo qui non è più reale. Nulla di ciò che io veda è reale.
Quello che ho visto di là era reale. Questa vita è come un'imitazione, io ho
visto il ''vero me stesso''. Prendo le cose più sul serio e ascolto di più ma
so che non é reale. Non è reale come quello che ho visto io. Quando una
cameriera mi versa il caffè, so che non è reale. Ogni volta ce prendo una
rivista o accendo la Tv, so che sono cose materiali, ma non sono reali.
D. In che modo, la revisione della tua vita ti ha comunicato queste cose?
R. Non lo so. So solo che quello che visto era reale. Questo non è reale.
D. Tu vedi tutte le cose con più valore, ma allo stesso tempo sai che non
sono reali.
A. Non sono reali.
D. Non volevi tornare indietro nel tuo corpo, alla tua vita?
R. No. Mi è stato detto
che dovevo tornare.
D. Qualche nuova concezione sulla vita?
R. Sì. Prendo le cose più seriamente adesso, ma nulla è reale, è tutto materiale.
D. Come sono cambiati i tuoi sentimenti verso Dio?
R. Credo ancora in Dio come facevo prima. La
parte che non capisco è come mai lui abbia scelto proprio me, non lo so. Io non sono mai stato un
fanatico religioso, io sono solo io, un vecchio muratore, che camminava per
strada, beveva birra di notte al bar con gli amici, con qualche rissa talvolta.
D. Credi che sia la voce di Dio
quella che tu hai sentito?
R. Sì. Era Lui.
D. Ti sei recuperato velocemente?
R. Sono stato in ospedale per circa una settimana, ma quando sono tornato a
casa, c'è voluto un tempo prima che io riprendessi le mie abitudini. Persino il
telecomando della Tv, non potevo leggerlo, perché era tutto in 3D. Quando
guardavo la Tv, non era reale. Ho perso interesse nel guardare la tele perché
non era reale. Ero tipo nel mio mondo. Niente era reale, ed ancora non lo è.
L'unica cosa reale è quello che mi è successo. Io sono reale qui, nella mia pelle e nel mio corpo, ma
non sono REALE come lo ero lì.
D. Cosa hai capito della morte?
R. La mia idea è che si va in un bel posto. Un posto reale. Questo non è reale. Si va nel mondo REALE.
Mentre qui siamo solo di passaggio.
D. Cosa pensi della reincarnazione?
R. Non ne so nulla.
Io non leggo molto. Ho solo letto 5 libri sulle N.d.E. Nei giornali leggo solo
la pagina dello sport.
D. Prima di questa esperienza credevi nell'inferno o nel paradiso?
R. Quando ero un bambino. Pensavo che se fossi stato bravo sarei andato in
paradiso e se fossi stato cattivo sarei andato all'inferno.
D. Adesso ci credi?
R. Sì. Credo che
andremo tutti in paradiso!
D. Cosa pensi dell'inferno?
R. Io non l'ho sperimentato quindi non so come sia.
D. Credi che ci possa essere un inferno?
R. Sì. Ovunque esso sia. Probabilmente qualcuno ci andrà. Io non
sono un tipo molto religioso. Non ne so molto. Ero probabilmente il più grande
emarginato che camminasse per strada, eppure sono andato in un bel posto. So di
non aver vissuto la miglior vita. Non ero un esperto della Bibbia; Ero solo un
muratore, uno stupido Marine.
D. Quindi se tu sei andato lì e hai potuto vivere questa esperienza, in
pratica tutti possono?
R. Credo di sì. Dipende da
quello che Lui ti dice. Se tu sei qui,
uccidendo persone ogni giorno, non credo ci andrai. Oppure Bin Laden, io so che lui andrà in un
altro posto, c'è già un posto per lui, anche se lui non lo sa.
D. Hai mai letto la Bibbia
da allora?
R. Non ho mai letto la
Bibbia.
D. C'è qualcos'altro sulla tua N.d.E. che non abbiamo trattato?
R. Niente è reale. È reale
ma allo stesso tempo non lo è. Questo mi è chiaro. Prendo le persone sul
serio. I problemi non li prendo tanto sul serio. Come il mio camion, un cervo
mi ha attraversato la strada. Non l'ho presa troppo sul serio. Non ho bisogno
di un camion! Prima della N.d.E., mi sarei preoccupato moltissimo! Adesso sono
più rilassato. So che tutto andrà bene. La N.d.E. è davvero difficile da
spiegare. Questo mondo umano, fatto dall'uomo non è reale. Quel mondo non è una creazione dell'uomo ed è reale. Ma
io ancora non so cosa io stia facendo. Non ne ho idea. Quando sei lì sai che
devi parlare con qualcuno. Io ascoltavo. Bisogna ascoltare! Era un'autorità molto forte, ma
gentile. Lei ti guida
ma la decisione spetta a te. Cosa vuoi fare? L'amore era lì, ma io non sono entrato nella luce.
------
92. NDE
di Anne 1/12/02.
Il giorno prima della mia NDE ero
stata dal medico perchè avevo problemi nello stare seduta. Quando esaminò il
mio retto trovò un grave ascesso e venni immediatamente deferita ad un chirurgo
per operarmi il giorno seguente. Quella notte, mentre stavo a letto, sentii il
mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi distesa sul letto, la cosa mi
spaventò e cercai di svegliare mio marito ma non si svegliò. Il giorno seguente
in bagno stavo effettuando il clistere in preparazione per la chirurgia rettale
e notai del sangue. Mentre ero in piedi iniziai ad essere molto tachicardica e
molto spaventata, perchè sentivo che stavo per morire. Mi mancò presto il fiato
e sapevo che stavo per morire. Iniziai a pregare perchè non volevo che i miei
bambini mi trovassero morta nel bagno, sentivo come se qualora mi fossi
lasciata andare sarei morta e questa sensazione era lì con me ma mi faceva
anche sentire molto in pace. Decisi di non lasciarmi andare e pensai che se mi
fossi distesa nella vasca mi sarei invece rilassata... piuttosto che essere
così ansiosa. Così entrai nella vasca e mentre stavo lì sentii ancora una volta
il mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi seduta nella vasca...
questo mi terrorizzò letteralmente e saltai fuori della vasca perchè non volevo
che i miei figli mi trovassero morta dentro una vasca. Strisciai verso il
telefono e chiamai la mia vicina e le chiesi per favore di venire ad aiutarmi a
vestirmi. Quando arrivò ero debole, ma andava bene tutto sommato, e riuscii a
scendere le scale con lei. Il mio patrigno arrivò per portarmi dal chirurgo.
Mentre ero nella sala di attesa, provarono a mettermi un accesso intravenoso ma
ebbero difficoltà. Mi misurarono allora la pressione ma non riuscirono a rilevarla.
Io risi e dissi all' infermiera che doveva essere un malfunzionamento. Quando
l'anestesista entrò sentii il bisogno di dirgli di non lasciarmi morire.
Ricordo che mi guardò come se fossi matta. Mi portarono in sala e mentre
iniziavano a monitorarmi, vidi il ritmo cardiaco della onda V e guardai alla
pressione e la minima stava scendendo sotto i quaranta. L'anestetista era molto
agitato e iniziò a correre per la stanza poi, tutto ad un tratto, il mio
spirito lasciò il mio corpo e venni risucchiata come in un vuoto. Il mio
spirito saliva fuori dall' ospedale e fin dentro l'universo. Intendo dire
pareva di stare a "Star Trek", il mio spirito viaggiava velocissimo e
vidi la terra sotto di me e mi parve di stare in mezzo alle stelle. Poi tutto d'un
tratto... sentii un "bum" e atterrai in questo luogo molto nuvoloso e
la gente che vedevo lì erano tutte
persone morte delle
quali una volta mi ero occupata come infermiera. Mi diedero il benvenuto ed erano tutti sorridenti.
Si fecero da parte e di
mezzo a loro vidi venirmi incontro mio padre che era morto sei mesi prima.
Ricordo come fui felice perchè amavo tanto mio padre e lui era morto. Mio padre mi sorrise e mi prese per mano
e mi condusse in un tunnel. Il tunnel sembrava muoversi avanti e
indietro, e andai verso il fondo. Questa luce brillava su di me e non sentivo alcun dolore, e un amore incredibile radiava dentro di me.
Continuai a camminare nel tunnel e nel mezzo ora vi vidi una figura vestita in bianco con lunghi capelli e che mi dava la schiena.
Sentivo un incredibile amore
provenire da questa persona
e io sapevo dentro di me che se si fosse voltato per guardarmi io sarei morta.
Al di là di quest' uomo vi era un luogo incredibile. I colori erano interattivi
e vivi. Sembrava un paradiso,
eccetto... i colori erano vivi e le pietre e il cielo e l'erba e l'acqua tutto
sembrava così bello e tutto sembrava interagire. Vidi la mia vita davanti a me
passare come un film accelerato e vidi tutte le cose buone e tutte le cose
cattive che avevo fatto nella mia intera vita. Improvvisamente udii tre voci... e dissero... "Puoi rimanere o puoi
ritornare". E io ponderai, posso rimanere o posso andare? E dissi
"non sono abbastanza buona per stare qui", e le voci dissero
"Oh... ma lo sei"... e le voci erano così tenere... e il pensiero di
restare era così seducente per me. Volevo rimanere con mio padre ma
improvvisamente sentii questo strattonarmi per le spalle. Sembrava che mi tirassero e
seppi subito che erano le preghiere
della mia famiglia, dei miei bambini... e subito dissi "devo
andare". Nello stesso momento ripercorsi il tunnel all'inverso in un
istante e riattraversai l'universo e sentii un "bum" ed ero di nuovo
nel mio corpo. Chino su di me c'era il mio medico e mi diceva "Anne perchè
non mi hai detto che stavi così male, hai avuto un arresto cardiaco ti abbiamo
rianimata e abbiamo effettuato l'intervento senza anestesia e probabilmente
morirai, sei in shock settico". E io dissi "Oh no dottore, sono stata
in paradiso e son dovuta tornare, non morirò". Sono stata molto male per
sei mesi e ho avuto un totale di 5 interventi e sono stata in condizioni
settiche molte volte, ma sono sopravvissuta.
Hai incontrato altre
creature? Sì,
vidi tutti questi pazienti deceduti dei quali mi ero presa cura
nella mia vita in qualità di infermiera, e vidi mio padre che era morto, e vidi
quest'essere nel mezzo del tunnel che
secondo me sembrava Gesù.
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91. NDE
di Chae 1/12/02.
Mi stavano facendo un intervento
chirurgico. Una biopsia al seno per dei noduli. Avevo 18 anni ed ero incinta
del mio primo bambino. Ero in anestesia locale per cui ero del tutto conscia e
consapevole di quanto mi accadeva attorno. Dovevo essere un semplice paziente
in day-hospital, voglio dire che sarei dovuta tornare a casa dopo l'intervento.
Sentivo i dottori tagliare e portar via i noduli come se la anestesia locale
non stesse funzionando esattamente come avrebbe dovuto. Il medico era
consapevole del disagio che provavo perchè mi chiese se potevo sentirlo
lavorare su di me e gli dissi di sì. Immagino che non vi abbia creduto perchè
continuò. La cosa successiva che so la testa iniziò a girarmi e sentii una
sensazione molto molto calda per tutto il corpo inclusi i piedi. E poi non
potevo più sentire il mio corpo per niente. Le esperienze della mia vita
lampeggiarono immediatamente davanti ai miei occhi come se stessi guardando un
film accelerato in avanti. Fu in quel momento che sentii il mio corpo separarsi
da quello che era sul tavolo operatorio e cominciai a fluttuare. Per tutto il
tempo potevo sentire i medici e le infermiere parlare. Potevo sentire il
dottore dire "forza ragazzi la stiamo perdendo la stiamo perdendo", e
poi tutto divenne confuso e non potei capire più nulla di quel che dicevano.
Potevo solo vedere i medici e le infermiere lavorare freneticamente su di me.
Mi sopraffece un immediato senso di paura mentre fluttuavo in alto verso un
enorme e lungo tunnel che sembrava un cappello da carnevale rigirato.
L'ingresso da cui entrai era ampio ma l'uscita del tunnel era più piccola e c'era una luce brillante, brillante, quasi accecante alla fine.
C'era una ragazza che sera immersa nella luce alla fine del tunnel e mi aspettava. Indossava una veste/tunica.
Entrambe forse. La tunica era brillante come la luce che stava alla fine del
tunnel e non aveva colore della pelle. Sembrava lei stessa di luce ma aveva un volto e delle mani.
La tunica le copriva i piedi e le gambe così non posso dire se le avesse.
sapeva che ero spaventata così mi venne incontro e mi porse le mani per consolarmi. Mi fece
sapere che sarei stata okay e un immediato senso di calma entrò in me. Una
calma mai sperimentata prima. Era molto pacifico. Continuavo a girarmi per
guardare giù verso la stanza operatoria ma mi disse di non preoccuparmi di
quello che accadeva dietro di me e di andare avanti perchè c'erano in serbo
cose molto migliori per me là dove mi stava per portare. Fui d'accordo e
continuai ad andare verso la fine del tunnel. Non avevo alcun senso del suono,
affatto. Non venne detta una sola parola. Potevo leggerle i pensieri e lei
poteva leggere i miei così non avevamo bisogno di voci per comunicare fra di
noi. Stavo per dirle il mio nome ma mi disse che non avrei avuto bisogno di un
nome dove stavo andando il che mi lasciò perplessa non poco ma mi fidai di lei perchè era così buona. Mentre arrivavamo
sempre più vicini alla fine del tunnel potei sentire il calore della luce. Ci guardammo e sorridemmo e allora due uomini vestiti alla stessa maniera ci
vennero vicini e mi salutarono. Tutti mi facevano sentire a casa mia e
volevo tanto andare con loro.
Non volevo altro e non mi importava della mia vita dietro di me perchè sapevo
che tutti sarebbero stati d'accordo con la mia decisione di stare con questi begli esseri. Uno degli uomini che era venuto a
salutarmi tutto ad un tratto mi guardò e mi disse che dovevo tornare indietro perchè non era il
momento per me di andare con loro. Un senso di tristezza si impossessò
di me perchè non volevo ritornare. Poi uno stato confusionale e di indecisione
si impadronì di me. Ero davanti alla decisione se ritornare o restare con loro.
Sapevo nel profondo del mio cuore che non volevo tornare perchè non ne sentivo
il bisogno. Non avevo bisogno di niente o nessuno là dove dovevo tornare, ma mi
assicurò che tutti loro
sarebbero stati lì per salutarmi quando fosse giunto il mio momento di tornare
da loro. L'uomo mi rese ben chiaro
che era okay se volevo restare con loro ma che non pensava che sarebbe stata una buona decisione per
me. Mi rese anche molto, molto chiaro che una volta fluttuata fuori dal tunnel
non sarei potuta tornare e che sarei rimasta con loro per sempre. Il che era
perfettamente okay per me. La ragazza
che era venuta a salutarmi non voleva che me ne andassi ma l'uomo gli diede uno
sguardo del tipo ripigliati e cerca di rendere la cosa più semplice per lei
(che ero io) da decidere. Non potevo realmente udire i suoi pensieri ma potevo vedere le espressioni
dei loro volti. Tutti stavano sorridendo
e il mio corpo fluttuò all'indietro finchè non potei vederli più. Non ero più
nel tunnel e sentii come una aspirazione strattonarmi giù dentro il mio corpo
sul tavolo operatorio. Mi svegliai con i dottori che mi chiamavano per nome.
------
89. NDE
di Debra 1/4/02.
La prima esperienza avvenne dopo
che ero stata dimessa dall'ospedale e stavo a casa dei miei per poter essere
aiutata. Avevamo visite quel giorno e io mi muovevo con tre ausili per la
deambulazione. Mi sentii nauseata e andai in bagno per vomitare. Ma mentre
stavo in piedi, svenni. Fu allora che entrai in una area oscura, non proprio
come un tunnel, cioè non sembrava chiusa ma più come un grande spazio/area
oscura... venni avvicinata
dal padre di mio marito che non avevo mai incontrato e
che era deceduto tre mesi dopo che iniziai a frequentare suo figlio.
Andai al suo funerale ma non lo ho mai visto nè ci ho mai parlato. Ma era lui che mi accolse dall'altra parte e mi tenne la
mano. Sentivo altre presenze attorno a me ma non potevo
distinguerle. Alla fine di quella oscurità un po' come guardando nella
distanza c'era quel che pareva essere una montagna e dietro la montagna la luce più bella (le parole di
cui dispongo attualmente non possono rendere giustizia della bellezza di quelle
luci). Volevo assolutamente andare verso quella luce. Non ricordo alcuna discussione ma sentii la
mia famiglia che cercava di fare arrivare una ambulanza nell'appartamento e mio
padre e mio marito discutere e mia madre nel panico e che si cambiava gli abiti
per venire in ambulanza con me all'ospedale. Non sentivo desiderio e neppure
bisogno di tornare da loro benchè fossero nel panico e spaventati per me.
Sapevo solo che tutto sarebbe stato OK e che anche loro sarebbero stati OK.
C'era un gran senso di pace e sollievo. Come se tutte le preoccupazioni e
responsabilità non avessero più senso. Sapevo che ero con Dio e non volevo tornare al mio corpo e alla mia
famiglia terrene. Guardai ancora verso la luce e un momento dopo tornai nel mio corpo. Sentivo
tutto un formicolio come quando stai troppo a lungo su di un braccio e il
sangue non vi arriva e poi ti alzi e inizia a formicolare perchè l'afflusso di
sangue riprende. L'ambulanza arrivò e mi portò in ospedale e venne effettuato
un intervento per una gravidanza tubulare. Avevo sanguinato internamente quasi
fino a morirne. Avevo solo un paio di litri di sangue rimasti nel mio corpo
quando arrivammo in ospedale. Dopo di questo fui molto arrabbiata con Dio
perchè non capivo come mai mi avesse fatta tornare indietro. Ora capisco meglio
e che vi erano e ancora ci sono cose che devo finire e quando le avrò finite tornerò all'amore del mio potere più alto, al mio Dio.
La tua vita ha avuto delle
modifiche specifiche in seguito a questa esperienza? Sì,
non ti approfittare di ogni momento prezioso nella tua vita. Dì a coloro che ami che li ami ogni giorno. Le
piccole cose sono piccole cose. Non sai mai quando sarai chiamato ad entrare
nel prossimo regno spirituale... ci vogliono solo pochi secondi per cambiare
una vita. E' sempre possibile, fai quello che puoi per fare stare bene gli altri, anche una
piccola parola ad uno sconosciuto può fare la differenza nella loro vita per il
resto della loro vita. E forse, solo forse, seguiranno il tuo esempio e
porteranno un po' di amore
a qualcun altro che potrebbe averne un bisogno disperato. Il dono d'amore, e non ha importanza
quanto piccolo possa sembrare non è mai così piccolo.
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88. NDE
del nonno di Ricardo 12/30/01.
Ciao, vi sto scrivendo dal
Portogallo per raccontarvi la NDE di mio nonno. Lui ha avuto un grave caso di
polmonite circa un mese fa. Siccome la malattia peggiorava, andò in coma.
Durante quel coma, ha avuto una NDE. Vide sé stesso fuori dal corpo, ed iniziò
un viaggio. Ha attraversato un corridoio buio (non camminando con i piedi, ma
una sorta di scivolamento), dove c'erano esseri strani che cercavano di raggiungerlo e
toccarlo.
Quelle persone erano delle aberrazioni, ma non potevano toccarlo, perché c'era
qualcosa di simile ad uno specchio invisibile che non glielo avrebbe permesso. Quando
mio nonno arrivò alla fine di quel tunnel, lui si trovò 'dall'altra parte'. Era
tutto luminoso e brillante lì - un bellissimo giardino dove, mi disse, poteva
sentire una dolce, musica magnifica. In quel luogo, c'era un gruppo di persone che sembrava lo stessero aspettando. Erano tutti vestiti di bianco, e
tutti avevano un bocciolo di rosa dipinta sul petto delle loro vesti.
Era una rappresentazione realistica di un bocciolo, con due foglie su entrambi
i lati dello stelo.
Una di queste persone si è avvicinata a mio nonno,
tenendo in mano uno di quei boccioli di rosa. Appena questa persona stava per dargli il
fiore, mio nonno udì la voce di un uomo dicendo: "Non è il momento." La voce l'ha ripetuto due volte, e a
quel punto, senza dare a mio nonno il bocciolo di rosa, la persona si voltò e
cominciò a tornare indietro verso il gruppo. Mio nonno mi ha chiesto se potevo
scoprire quale potrebbe essere il significato di questa esperienza - in
particolare il significato dei boccioli di rosa. Mi potete aiutare?
Grazie, Ricardo
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87. NDE
di Evelyn 12/29/01.
Ero in ospedale ed avevo una
gravidanza ectopica. Stavo sanguinando internamente, e vi erano segni di
avvelenamento ematico. Mentre mi portavano in sala operatoria, dopo avermi
fatto una iniezione per calmarmi, chiesi di vedere un sacerdote ma la mia
richiesta non venne soddisfatta. Ma mi stava bene, perchè avevo deciso che se
avessi dovuto morire, che fosse pure. "La mia vita io pongo nelle Tue
mani" dissi al Signore. Sul tavolo operatorio, le infermiere mi dissero di
contare da 1 a 10. Arrivata a 5, invece di continuare a contare, iniziai a
recitare il "Padre Nostro". Ma non lo finii perchè venni risucchiata
in un tunnel nero e quasi scivoloso. Era buio fitto nel tunnel, e sentii come
se stessi galleggiando per un po'. Mentre galleggiavo nel tunnel, notai che il
mio dolore addominale iniziava a svanire. Vidi una luce
brillante alla fine del tunnel. Sembrava buona, e il pensiero di essere
morta non mi preoccupava più. Verso la fine del tunnel, sentii che venivo
attirata più velocemente verso la luce. Volti
di persone decedute - alcune le riconoscevo altre
no – gridavano: "NO, torna indietro... torna indietro... torna
indietro!!" Dopo di che, sentii dei mormorii. Alla fine del tunnel, mi
ritrovai in mezzo a tutte queste persone. Mi sentivo bene, non avevo più dolori, nè
preoccupazioni e un gran tepore. Anche il mio
papà era lì.
Eravamo felici di rivederci, ma vi erano dei mormorii preoccupanti attorno.
Pressochè tutti stavano dicendo "NO!". C'era una vibrazione brutta
nell'aria. La luce bianca si era lentamente trasformata in una figura vestita di una veste bianca. Tutti si fecero silenti mentre la figura veniva verso di me. Il volto della figura era brillante, sorridente e
calmo. Potevo perfino sentirne il calore. La figura non era molto alta -
altezza e peso medi - e non era nè uomo nè donna. Chiesi "Sei Dio? O Gesù?". Ricevetti un
sorriso in risposta - "Evelyn,
non ancora... torna indietro... torna indietro." Dissi che volevo restare con mio
padre. Mi venne detto, scuotendo la testa, "Evelyn, Evelyn... non ancora... devi tornare
indietro". Le altre
persone attorno dicevano "Ah/Oh!" e sorrisero. Insistetti che
volevo rimanere. Ma la figura disse con fermezza, e tuttavia ancora sorridendo:
"Evelyn, devi tornare indietro!" Sentii che venivo risucchiata
nel tunnel, e il dolore cominciò a tornare. Qualcuno mi tirò per le mani, ed
ero fuori dal tunnel! Era scuro nella sala operatoria, ed ero di nuovo
consapevole del dolore. Mi parve che cercai di alzarmi per andarmene. Notai le
infermiere premere/spingere il mio petto. Mi vedevo come un "corpo sul
tavolo". Ero ancora fuori dal corpo, provai e spingere via le infermiere,
gli dicevo di smetterla perchè mi faceva male. Ma sembravano inconsapevole di
qualsiasi cosa io facessi. Poi una di loro disse "Sta respirando! E'
tornata!" E, come mi ritrovai sul tavolo, sentii e capii che stavo
respirando.
Hai incontrato altre
creature? Sì,
prima di arrivare alla fine del tunnel, vidi dei volti che non
conoscevo. Alla fine del tunnel, vidi mio padre, e
anche figure e volti, molti che non conoscevo. Sembravano sorpresi di
vedermi lì. Sentivo che parlavano come sottovoce riguardo al mio arrivo lì.
C'è nient' altro che vorresti
aggiungere? Quella esperienza è stata assai
vivida fino ad oggi. Come
lo è stato Dio (o la figura) con cui comunicai via pensiero. Dio non era nè un LUI nè una LEI. Provai
apprezzamento per questa vita. La Morte non è più un argomento che mi spaventa.
La Morte è parte della vita. Ho
sentito la presenza di altre
persone (non
viventi) nella stanza.
Le risposte fornite a questo
questionario descrivono accuratamente ed esaustivamente la tua
esperienza? Sì. La mia esperienza non era un sogno, nè un prodotto della mia
immaginazione. E' ancora molto vivida nella mia memoria. Cerco cose da leggere
che parlino di esperienze simili alla mia, perchè trovo conforto nel sapere che
non sono la sola.
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85. NDE di Gina 12/9/01.
Durante l'incidente d'auto, mi
ricordo la sensazione del mio corpo ruotare con la macchina. Mi ricordo di aver
volato in aria e aver atterrato dolcemente sulla terra. Per tutto il tempo mi
sentivo come se stessi guardando un film. Dopo l'atterraggio a terra, mi
ricordo di aver pensato che avrei dovuto urlare, così ho urlato un lento, urlo
calmo. Mi ricordo di essermi trovata in terapia intensiva prima della
chirurgia, e ''l'uomo dal vestito'' (che è tutto quello che so. Non
c'era volto, solo una
presenza) ha preso
la mia mano e mi ha detto che sarebbe andato tutto bene dopo l'intervento
chirurgico. Quando
ha preso la mia mano, l'energia passava da lui a me. Sentivo che passava attraverso tutto il mio corpo. Non
volevo lasciare andare la sua mano, così ha gentilmente scostato la mia mano
fuori dalla sua. La seguente cosa di cui mi rendevo conto era che stavo attraversando un tunnel
verso una bella luce brillante piena di pace.
Mi venivano incontro forme in
movimento, che erano pura energia. Era un bel posto amorevole. Ricordo di aver amato quel posto e mi stupì dell'amore che stavo
ricevendo. Ho rivisto la mia vita ed io stessa ne feci il giudizio. Sono
tornata indietro a quando avevo circa 2 anni. So che mi hanno dato tutti i tipi
di informazione, ma ora proprio non mi ricordo di cosa si trattasse. Ma a
volte, mi capita di sapere delle cose e non so come ... quasi come se avessi un
altro senso. Non avevo altra scelta che tornare; non volevo e ho pregato di
rimanere. Mi è stato detto
che avrei avuto molto da fare prima che potessi tornare. Quando sono
tornata, c'era un angelo (una brillante luce incandescente), ai piedi del mio letto e rimase lì mentre mi
recuperavo. Appena la mia salute migliorò, la luce svanì e divenne più distante. Ero molto
arrabbiata di essere dovuta tornare. In realtà, pensai che fosse perché ero una
persona così orribile che neanche Dio mi avesse voluta.
Non ho detto a nessuno di questa esperienza fino ai 30 anni, dopo aver visto
un'intervista con il dr. Moody.
Hai incontrato o visto altri
esseri? Sì.
Li conoscevo, ma il loro aspetto non era lo
stesso di quando li ho conosciuti come esseri umani. Era come se fossero energia
pura, ma sapevo chi
fossero.
Quali emozioni hai provato dopo la
tua esperienza? Sentivo rabbia per essere stata
mandata indietro e tristezza per non essere abbastanza buona per rimanere, inoltre sapevo che dovevo
cambiare la mia vita se volevo tornare.
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83. NDE di To 12/9/01.
Ero stata morsa 3 volte sul
braccio da un ragno vedova nera. Mio marito mi aveva trovata che non respiravo
e senza polso. Deve essere stato solo per un breve periodo.
In poche parole, ero finita stesa sul divano a cercare di respirare. E alla
fine ero persino uscita FUORI dal mio corpo! Ero spaventata. Davvero
spaventata. Il motivo per cui mi accorsi di essere fuori dal corpo é perché
mentre ero stesa sul divano cercando di respirare con gli occhi chiusi….
all'improvviso potevo vedere mio marito in piedi in cucina lavando i piatti e
parlando a nostra figlia che stava giocando nel seggiolone con un giocattolo
blu.
Appena aprì gli occhi, vidi il piede del divano a circa un metro e mezzo sotto
di me. Ero pronta per chiedere a mio marito di chiamare il 113… ma decisi di
non farlo… e poi decisi di pregare. Nota: In realtà erano anni che non pregavo.
Qui si parla di una vera e propria 'infedele'. Mi erano capitate un sacco di brutte cose. Comunque,
appena cominciai a pregare, iniziai a girare e girare e girare. E poi, Ok,
questo suonerà davvero matto, ma é la verità -- sapete quando le persone
parlano di andare in una luce bianca? "Beh, a me non é toccata la luce
''bianca'', ma c'era una luce calda, meravigliosa, rilassante ed accogliente di
un colore che non ho MAI visto prima. L'unico modo che ho per
descriverla é un colore tipo viola/bianco/blu fluorescente -- ma era quasi come
una piscina di colore o una presenza (non un tunnel, in realtà) che irradiava
cosí enormemente. Io volevo prenderla…. andarci dentro…. ma non l'ho fatto
perché sapevo cosa significava. Ciò che sapevo era che se fossi andata con la luce, avrei lasciato la
Terra. Piansi dentro di me e chiesi a Dio di risparmiarmi e darmi una seconda
opportunità di vita. Sapevo che mio marito e la mia piccola bambina non ce
l'avrebbero fatta senza di me (mio marito perse tragicamente il padre quando
aveva 14 anni). Sapevo che la decisione non spettava a me… ed é per questo che pregavo il Signore di darmi un'altra possibilità.
Gli promisi di tornare da Lui… di portarlo con me nel mio cuore… di fare le
cose bene stavolta. Il punto é che questa esperienza ha cambiato la mia vita
per sempre. Sono molto grata per questo, ma allo stesso tempo dispiaciuta che
io abbia avuto bisogno di qualcosa -- di così estremo -- che mi facesse
svegliare. Per me é molto difficile non odiarmi per le pessime scelte che ho
fatto in passato. Nota: Prima di essere in presenza della luce/presenza, c'è stato
un periodo in cui vedevo e sentivo strane ombre che si avvolgevano attorno a me
e su di me… quasi soffocandomi. É stato davvero terrificante. É stato in quel
momento che ho iniziato a chiedere il perdono e la misericordia di Dio --
perché sospettavo che questi ''esseri di ombra'' potevano pensare che non sarei
stata capace di andare da Dio-- e che qualche orribile alternativa avrebbe
preso il sopravvento.
Avete sentito dei rumori o dei
suoni insoliti? Sì, non ci avevo pensato molto, ma
ora che ci penso... ho
anche visto i miei
nonni defunti
avvicinarsi a me e mio nonno cercare di accarezzarmi la fronte e dire: ''Andrà
tutto bene''. In retrospettiva, non ricordo di aver visto le sue labbra
muoversi come se stesse dicendo le parole… ma io l'ho ''sentito''.
Hai incontrato o visto altri
esseri? Sì.
Come ho detto precedentemente, prima ho visto degli esseri di
ombra… erano in molti. Non li conoscevo… anche se sentivo che somigliassero a degli uomini cattivi incontrati nel mio passato
(era solo una sensazione… non potevo vederli… erano solo sagome nere). Ho anche incontrato brevemente i miei nonni defunti. L'ho
descritto precedentemente.
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77. NDE di Val 10/27/01.
Ricordo che mi svegliai nella stanza
di terapia intensiva con due infermiere accanto a me, che mi parlavano e che
cercavano di risvegliarmi. Appena aprii gli occhi potei vederle accanto a me e
una infermiera che mi strattonava gentilmente per le spalle, poi guardò i
bendaggi attorno al mio collo e disse all' altra infermiera "chiama il
medico, sta sanguinando". A questo punto mi sentii sconnessa dal mio
corpo, e potevo udire un gran rumore travolgente riempirmi la testa, girai il
capo verso sinistra, verso la porta che dava sul corridoio e potei vedere una
gran luce che brillava
attraverso quella porta. Era più luminosa del sole, e continuava a crescere di
intensità. Poi sentii qualcuno dire "Sta per andare!" e mi accorsi
che c'erano almeno 4 infermiere e dei medici attorno a me. Mi girai ancora
verso sinistra e adesso la luce aveva interamente riempito la porta d'ingresso.
Vidi una figura in piedi in quella luce, un essere alto e sereno, Cristo avrei detto in statura e
aspetto, e un profondo senso di pace e di gioia mi riempì. Al che sentii
sollevarmi al di sopra del mio corpo fisico e iniziai a muovermi verso la Luce e l'Essere di Luce che mi attendevano. Ad
ogni modo, potei arrivare solo a 3 o 4 metri dal mio corpo e sentii come se
qualcosa mi trattenesse per il braccio sinistro. Mi girai guardando giù e
vedevo i dottori lavorare su di me premendo sul mio torace e mamma seduta
accanto a me tenendomi il braccio sinistro con entrambe le mani, supplicandomi
di non andarmene. Ero indecisa se proseguire verso la luce o fare ritorno nel
mio corpo. […] Decisi di non condividere la mia esperienza con nessuno, perchè
nessuno sembrava credermi, ma io so cosa vidi, e che quel che sentii e provai erano la
"verità". Quello che sperimentiamo nella realtà fisica è una porzione
assai più piccola di chi e cosa davvero siamo, è c'è vita dopo la morte.
Che emozioni hai provato? Miste
- a un certo punto mentre mi muovevo verso la luce e l'Essere di Luce o Cristo
che stava nel vano della porta aspettandomi, ero colma di gioia, amore e pace. Quando capii che non potevo
progredire oltre perchè mia mamma mi tratteneva per il braccio, mi sentii molto
contesa...non volevo lasciarla lei e la mia famiglia ma volevo disperatamente raggiungere la figura che mi aspettava nella luce.
Hai incontrato altre
creature? Sì.
C'era una figura tipo Cristo che stava nella porta, con la luce che lo o la circondava. Non ho ricevuto
alcuna comunicazione diretta solo un profondo senso di amore e pace e di benvenuto. Volevo più d'ogni altra cosa raggiungere questo essere nella luce, ma fui trattenuta da mia mamma che mi impedì
di completare il viaggio "dentro la luce".
La tua vita o le tue credenze sono
cambiate dopo questa esperienza? Sì. Mi
sento più vicina a Dio/Creatore. Sono
consapevole che la vita è un dono prezioso e che non la si dovrebbe prendere
per scontata. Che noi umani abbiamo ancora tanto da scoprire sulla vita e sulla
morte.
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76.NDE
di Alexa 9/30/01. (NDE #2):
3 Aprile 1973. Le doglie per il
mio secondo figlio iniziarono alla fine di una lunga settimana afosa. Ero molto
stanca per carenza di sonno e le doglie non sembravano essere come dovrebbero.
Rilassarmi era difficile ma ad ogni modo avemmo addirittura il tempo di
chiamare la nostra chiesa dall' ospedale e chiedergli di pregare per me durante
la messa del Mercoledì sera. Inoltre, membri delle lezioni di parto che avevamo
seguito si presentarono da me per fare un filmato. Lo staff disse "Ehi, ne
sta venendo fuori uno buono". Come se me ne importasse qualcosa! Volevo
solo che il bambino venisse fuori. Il battito cardiaco del bambino rallentò, e
mi portarono in sala parto; dopo un po' che ero sotto anestesia, bam! Eccolo
venir fuori. Era un bambino "blu", con il cordone avvolto tre volte
attorno al collo. Era stato iperattivo nel grembo, ma adesso era nei guai.
Aveva fluidi nei polmoni e un brutto ittero. Lo portarono di volata in terapia
intensiva. Mentre avevo ancora gli specchi della sala parto sul soffitto,
guardai in alto e vidi una tonnellata di sangue venir fuori dalla placenta
appena estratta. "E' sangue mio?" chiesi. Non finiva di scorrere!
Sentii una tremenda sonnolenza impadronirsi di me. Provai a muovere ancora la
bocca ma perfino respirare era difficile. Non riuscivo a venirne fuori e sentivo
freddo e una sensazione di un qualcosa di sbagliato farsi strada in me!!
"Dottore, la sto perdendo..." sentii l'infermiera leggere i valori
della pressione a mano a mano che calava; vidi i loro sguardi di incredulità.
Sentivo la forza stillare via. […] E d'un tratto ero al di sopra del mio corpo!
Sembrava fosse la cosa più naturale del mondo! Avevo mani e piedi e tutto come
fosse al solito; ero dentro ad una specie di soffice veste. Ero lì sopra, sopra
al mio povero corpo malato, eppure mi sentivo bene. Ero IO: corpo, personalità, e nessuna STANCHEZZA.
Considerai l'involucro del mio corpo. Ehi! Non è poi tanto male! pensai. Per
tutta la vita mi avevano soprannominata "tutt' ossa" ma mi sembravo
normale! Sono spesso stata comparata alla mia sorella di un metro e ottanta e
cento chili! Ma eccomi lì - carina e normale. Notai che non era come guardare
in uno specchio. Il mio corpo aveva spessore. Mentre guardavo questo corpo, ero
consapevole di tutte le emozioni e di tutta la attività frenetica nella stanza.
Erano tutti agitati. "Non trovo il polso" disse l'infermiera accanto
a me. Era sconvolta. Era stata una gravidanza normale. Un' altra infermiera
disse "dove sta il carrello della rianimazione?". Non sapevo dove
fosse, ma sembrava un dettaglio importante. Iniziarono la rianimazione. Mi
dispiaceva che fossero tanto agitati, io stavo BENE. Non avevo, ripeto, alcuna
preoccupazione per il mio bambino o per mia figlia; erano nelle mani di Dio.
Mio marito che veniva spinto di fretta fuori della stanza, sembrava del tutto
sconcertato mentre sentiva quelle mani che lo spingevano fuori. Sapevo che gli
sarebbe stata fornita assistenza dal Cielo. Mentre succedeva tutto questo, una Luce ricolmò la stanza. Il
braccio del medico era ficcato dentro di me abbastanza a fondo da farmi sembrare
un tacchino stufato; ma la Luce
diventava sempre più forte e finii col permeare ogni singolo angolo della
stanza. Mentre venivo portata fuori dal mio corpo sentivo degli Esseri ai miei lati,
mentre io osservavo la scena. Lasciate stare i cherubini, questi erano pezzi da
NOVANTA-- ENORMI, POTENTI Angeli,
con ali dalle piume bianche
anche più grandi. Ricordo che pensai "Ohhh! Ali! Volevo tanto toccarle;
sembravano così soffici. Erano ad un pelo di distanza da me ma... NO! Mentre
allungavo un braccio gli Angeli
presero a scortarmi; era il loro lavoro... garantire la mia sicurezza (ma da
che? mi chiedevo). Fluttuammo giù lungo una galleria che si era aperta da un
punto oscuro. Mentre andavamo dentro la ampia entrata circolare, ci lasciammo
alle spalle la sala parto. Ci muovevamo in avanti." Era incredibilmente
scuro e buio. La stanza di ospedale era svanita nel nulla. Gli Angeli irradiavano
debolmente, e non ebbi paura mentre viaggiavamo alla velocità come della luce
verso la meta prossima del nostro volo. Ci fu una specie di "woosh"
soffocato, ma non ci feci davvero molto caso. Quello che notavo era il tunnel
stesso, come era fatto ed aveva parti modulari (come le gallerie per bambini
nei parchi giochi), che erano saldate assieme, con anelli di energia e fiamme
gialle, e tutto questo non mi fu del tutto evidente FINCHE' non ne fummo fuori.
Erano anelli di energia come quelli degli Hopi ma
di questo venni informata solo molti anni dopo. Mentre passavamo attraverso
queste sezioni modulari, veniva emessa una singola nota. Potevo vedere il
percorso davanti a me mentre andavamo. Mi interessava. Gli Angeli accanto a me non
avevano ALCUN interesse altro che di portarmi al cospetto di una Luce che si ingigantiva. Mi
sentivo totalmente in pace. Gli Angeli non mi toccarono mai; eravamo avvinti da un qualche
potere invisibile, una specie di amore. Non provavo dolore per l'emorragia, mi sentivo
"intatta". Giunti alla fine gli Angeli sparirono o forse se ne andarono. Vidi centinaia forse migliaia di persone di differenti forme altezze e
pesi. Uomini e donne (niente bambini nè sedie a rotelle) tutti vestiti in un abito
bianco, soffice, semplice, orlato d'oro sui fianchi. Erano tutti sorridenti e mi
accettavano per quello che ero nella mia umanità. Nessuno aveva
rimproveri o un’attitudine critica. L'incontro era gioioso, non spaventoso. Non
vidi alcun familiare, me sentivo di essere parte di una larga famiglia generalizzata lì. Su ad un lato,
vi era qualcosa di stupefacente. Mi muovevo (fluttuavo non camminavo) per
andare a darci uno sguardo. C'erano gradini, come d'avorio fosforescente. Ai
piedi dei gradini vi erano
delle minuscole creature come spiriti, cherubini? e cantavano
costantemente le lodi di Dio;
SANTO SANTO SANTO IL
SIGNORE DELLE SCHIERE; GLORIA GLORIA GLORIA A DIO; IL SANTO E' GIUSTIZIA
VERITA' E POTENZA... e andavano avanti così. mentre cantavano, pensai
dapprima che avessero tre paia di braccia ciascuno, ma non era così; era solo
un paio. Il motivo per cui mi parve che avessero molte braccia era che le
muovevano a velocità sconcertante. Le braccia ne coprivano le bocche, le
orecchie e gli occhi mentre cantavano. Non ho mai compreso appieno il senso
profondo o simbolico di questi movimenti, ma sapevo che ve ne era uno. Ora
credo intendessero questo: possa io dire che glorifico il Signore; possa io
sentire che glorificano il Signore; possa io vedere la glorificazione del
Signore, perchè questa sembrava la loro intenzione. Così come avevano braccia in perenne movimento
così ogni cherubino aveva
ali, che roteavano su e giù lentamente, battendo il tempo, con una
intensità di adorazione. Le ali facevano un leggero sibilo, ma era delicato, e
non smuovevano alcun vento. Avrei voluto rimanere lì per l'eternità. La mia
anima esplodeva dal desiderio di adorare Dio assieme a loro; oh come avrei voluto inginocchiarmi e stare
con loro! La Luce che permeava tutto era
particolarmente intensa qui. I gradini portavano a Dio, e tale era il Suo splendore, che non potevo guardarlo
direttamente. Non era luce cristallina o prismatica, direi emanava dalla Sua santità. Tutto era bello!
Fui capace di vedere Gesù, e mi sorrideva. Ero così travolta, ma
felice, che potevo a malapena reagire. Gioioso era il mondo. Improvvisamente,
apparve un podio. Sì, le centinaia di esseri mi stavano ancora guardando,
gli Angeli e Dio e Gesù in un firmamento glorioso erano ora alle mie spalle. Mi ero
girata a sinistra e in non so che maniera mi ero mossa un poco in avanti
(benchè non è che vi fosse una vera e propria "direzione"). Ero in
una specie di Corte. Le folle "laggiù" potevano vedere e sentire
tutto quel che accadeva e sentire quel che io sentivo. Aspettavano, come me;
nessuno parlò in quella folla, e nessuno mi rivolse la parola. Benchè Gesù all'apparenza si
fosse mosso e ora stesse in piedi leggermente alla mia sinistra, non ero del
tutto consapevole di Lui
in quell'istante. Perchè? Perchè apparve una Entità. Appena apparsa, iniziò una
rivisitazione della mia vita. Mi venne fatto capire che di quello si trattava.
Fu tremendo. TUTTO quel che avessi mai pensato, fatto, detto, odiato, amato,
aiutato, non aiutato, o che avrei dovuto aiutare stava lì di fronte a me, e
alla folla di quelle centinaia,
come in uno spettacolo cinematografico. Come fui cattiva con delle persone,
come avrei potuto aiutarle, come fui cattiva alle volte (anche
inintenzionalmente) con gli animali!
Sì! Anche gli animali hanno sentimenti.
Fu terribile. Caddi a terra dalla vergogna. Vidi come le mie azioni, o la mia
inerzia, propagassero i loro effetti nelle altre persone e nelle loro vite. Non
avevo mai compreso prima di allora che le mie più minute decisioni avevano
conseguenze per il Mondo. Il
senso di aver deluso il mio Salvatore fu davvero troppo reale. Stranamente, durante questo
orrore, sentii
compassione, e accettazione delle mie limitazioni da parte di Gesù e degli Altri. Durante questa ricognizione, un essere Malvagio stava lì.
Lo guardai; era bello, non
brutto. Capelli neri, costituzione media, vestito d'una tunica marrone
con una corda bianconera ai suoi fianchi, e i suoi occhi catturarono la mia
attenzione. Erano di un vacuo nero! Non vi era vita o bontà in essi. Intensi
sotto ogni risvolto, il loro unico Proposito era quello di possedere,
impadronirsi, controllare la mia stessa anima e farmi soffrire!! Mi
raggomitolai in preda all' orrore. Ogni vota, durante la Revisione, quando
avevo sbagliato o fallito, quest' essere si rallegrava immensamente. Gridava:
"Guardate! Vedete che casino che ha fatto?". Mi accusava,
"perchè non ha fatto meglio? O aiutato di più? Dovrebbe venir
punita!" Ero desolata. I miei pochi piccoli atti buoni non erano
sufficienti per gli standard immacolati di Dio. Meritavo qualsiasi punizione mi
avrebbero inflitta. La mia anima era desolata. Stetti ferma temendo quanto
sarebbe accaduto. Poi quando fu finita venne fuori una voce tonante: E' COPERTA
DAL SANGUE DELL'AGNELLO?
Sì!!! La corte disparve, e l'essere malvagio, Satana, gridò. Sibilò come un serpente, si riavvolse
come fosse un tornado, e divenne sempre più piccolo. Si ridusse ad un cumulo di
polvere e puf! Sparì completamente, dopo aver gridato rabbiosamente tutto il
tempo. Tutto era sparito eccetto la folla Celeste e Gesù
Cristo. Mi guardava con INCREDIBILE amore. Mi mostrò le sue mani e polsi perforati dai chiodi, che benchè
completamente guariti, conservavano le cicatrici della crocifissione. Questo
non era il Gesù remissivo. Era forte, potente,
alto fino al soffitto, a tutto scintillante! I suoi lunghi bianchi capelli non
erano nulla al confronto dei suoi fiammeggianti bellissimi occhi dorati.
Rifulgevano di Purezza, Gioia, e Proposito. Aprì la bocca e ne vidi la lingua e
sentii il suono come di un treno in corsa! Quel suono di velocità e ruggito era
assordante. Mi disse chi
era, e che era il mio avvocato presso Dio il Padre. Caddi sconvolta
e Lo adorai con tutta la mia anima. Piansi di gioia come una bambina. Così come
da donna avrei voluto accarezzarlo, ma umilmente provai solo a toccare il lembo
della sua lunga e semplice veste bianca. Mi fermò in modo brusco, mentre io
guardavo il suo glorioso sorriso pieno d'amore. Mi amava e accettava -
totalmente. Ero ricolma di pace e felicità. Un enorme libro apparve, rilegato
d'oro, e si aprì da solo. Era grande come tre palazzine. Un enorme
"dito" di fulmine apparve. Mentre cercava nelle pagine, esse si
sfogliavano automaticamente. In questo Libro vi erano i nomi di padri, madri e
figli. Inoltre, vi erano le date in cui le persone erano morte. Il
"dito" si mosse alla riga che riguardava la mia famiglia.
DI NUOVO LA PROFONDA VOCE:
E' GIUNTO IL SUO TEMPO? NO!!!
In meno d'un batter d'occhio, WHAM! Di nuovo dentro il mio corpo terreno. Oh
cacchio! Era bollente, appiccicoso, sudato, e p-e-s-a-n-t-e all' inverosimile.
UGH. Te lo potevi scordare di muoverti; era difficile persino respirare. Pareva
una tonnellata di mattoni. Non mi piace niente di tutto questo!! Lacrime
iniziarono a correre lungo le mie guance. "VOGLIO TORNARE
INDIETRO...INDIETRO", farfugliai a voce alta.
L'infermiera mi guardò con un volto radioso, "Bentornata a casa" mi
disse. "Ti abbiamo persa per un po'". Poi fece caso a quel che avevo
detto. "Indietro? Dove vorrebbe andare? Non vuole vedere il suo
bambino?". Memore della mia esperienza gloriosa, dissi sfacciatamente,
"No! Il mio bambino sta bene; è nelle mani di Dio ne sono certa. Voglio
tornare INDIETRO! Vi prego lasciatemi tornare indietro."
"Oh!" disse, "sei stata in quel posto dove è tutto bianco, e hai visto Gesù?" Sì, replicai.
"E' bello come dicono?" chiese. Sì. Si chinò su di me e disse,
"Questa faccenda ci è già successa PRIMA! Spero di riuscire ad andarci un
giorno". Io sospirai rassegnata. […] Settimane più tardi chiamai il
medico; mise le altre chiamate in attesa. Mi ascoltò e mi disse che aveva sette
pazienti dalla mia Chiesa,
e tutte ebbero esperienze identiche; sei donne invece da altre chiese. Fu molto gentile
e mi incoraggiò. Dopo di che quando fui guarita andai alla preghiera del Mercoledì sera.
Queste donne davvero pregavano con fervore! Quando finimmo, si fermarono e mi
guardarono. "sai Alexa, sembri diversa; successo nulla durante il
parto?" Sorrisi e dissi che avevo avuto un'Esperienza. Sorrisero e
capirono! Ero LORO - ci eravamo ritrovate. Era glorioso. Dopo la mia NDE sapevo che
dovevo crescere i miei figli nella fede Cristiana, e forti. In una famiglia come la mia
condizionata dai divorzi, sarebbe stato un bel risultato!
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75. NDE
di Joanna 9/8/01.
Lasciate che vi racconti qualcosa
di me prima di incominciare. Sono una donna che adesso ha 46 anni. Vivo sola
con il mio cane e il mio gatto. Ho disabilità multiple che mi costringono in
casa per la maggior parte del tempo. Le mie giornate possono esser buone o cattive,
a seconda di come mi impongono le mie disabilità. Vivo con dolori cronici di un
genere o l'altro tutto il giorno finchè non vado a dormire. […] Iniziai a star
poco bene all' inizio degli anni 80. Fisicamente cominciò nel 1983 con dolori
interni. Nel 1985 venni ospedalizzata visto che non mi riusciva di stare in
piedi e di camminare per via di un colpo alla schiena mentre giocavo a softball
nel 1981. Mi dissero che forse non avrei mai più potuto camminare. Avevo
divorziato e cercavo di crescere mia figlia. E così mi ritrovai che non avrei
più potuto svolgere alcun lavoro per via di un malanno o l'altro. Perchè con il
passare degli anni non facevano che peggiorare. Nel 1987 persi oltre 20 chili
in meno di tre mesi. Nessun dottore riusciva a capire cosa avessi. Finalmente
ottenni una diagnosi nei primi anni 90 e mi dissero che nè terapie nè
interventi chirurgici potevano farci nulla. Non si sapeva molto riguardo a
quello che avevo così dovevo cercare di vivere come potevo. I medicinali
facevano poco. Vi dico questo in modo che voi sappiate che quando parlo di
depressione possiate anche capire come e perchè desiderai togliermi la vita. […]
Nel 1992 fui portata in ospedale in ambulanza. Nella accettazione emergenze mi
spiegarono che stavo avendo un attacco cardiaco. Il dottore e le infermiere
erano un po' sorprese perchè avevo solo 37 anni, ero caucasica e donna senza
precedenti di pressione alta o colesterolo. Tutto d'un tratto mi misi a
piangere perchè non volevo morire... la morte iniziò a spaventarmi. Nella unità
di trattamento intensivo i parenti venivano e andavano. Io non capivo bene
quanto fosse serio il mio caso. […].
NDE.
Io mi trovavo in una atmosfera che
definirei la più bella sensazione mai provata in vita mia. Mi inoltravo sempre
più nel luogo dove mi trovavo. Non avevo mai nè visto nè immaginato un luogo di
tale purezza e pace. Serenità tranquillità e una calma mai provate prima erano
presenti in questo luogo. Potevo sentire che non vi era alcun dolore o
sofferenza d'alcun genere lì. Proprio niente di negativo poteva essere
percepito in alcun punto di quel posto. Niente di malvagio o di cattivo. Più mi
guardavo attorno e meglio andava. Mi ricordo bene di aver pensato e detto
"accidenti" perchè ero stupefatta. Mentre guardavo avanti vedevo il
bianco più puro mai veduto. Si stendeva a perdita d'occhio. Sembrava correre
per miglia in larghezza e altezza. Ero sbalordita e continuai a guardare avanti
e iniziai a vedere il colore di una luce grigiastra in fondo al soffice biancore. Mentre ondeggiavo iniziai
a rendermi conto che quel colore che vedevo erano in realtà i contorni di figure umane. Grandi Piccoli Giovani Vecchi e
non c'erano razze perchè erano tutti giusto silhouettes. Ce ne erano tanti. Talmente tanti che non riuscii a contarli.
Vi era un senso di amore incondizionato tutt' attorno. Volevo
continuare. Volevo capire in che posto mi trovassi. Volevo restarci. Più mi
avvicinavo a loro più sembrava come se una nebbia bianca venisse diradata per
farmi vedere meglio e più da vicino. A quel punto venni avvicinata da quella
che sembrava essere una donna. Venne abbastanza
vicina da potermi afferrare la mano. Sentii subito un grande amore per lei non appena la
vidi. Provai un senso di amore
ed accettazione al semplice vederla. Tutti gli altri
stavano lì e mi
guardavano come se stessero parlando fra di loro. So che con quella donna parlammo per
parecchio. Non ricordo cosa ci dicemmo. Aprii gli occhi ed ero sul pavimento.
Cercai di sollevare la testa per vedere dove fossi ma anche la mia testa era
troppo inclinata per permettermi di piegarla. Guardai alla mia destra e vidi
uno sconosciuto, uno mai visto prima e mi disse "salve! Non mi pare che tu
stia molto comoda in quella posizione. Ti aiuto io ad alzare la testa".
Poi disse: ci hai spaventati non poco signorina. Quell'uomo era il medico che
aveva riavviato il mio cuore. Ricordo che non mi andava di parlare. Mi sentivo
triste e vuota. Ero confusa. […]. Non so perchè io sia ancora viva e mi trovi
qui oggi. La mia vita non è bella. Vivo come ho sempre fatto eccezion fatta che
adesso con il tempo la mia malattia è peggiorata e posso aggiungere una
cardiopatia alla lista...continuo ad aver bisogno di aiuto. Mi serviva aiuto
per entrare e uscire dalla vasca mesi fa. Ma anche le mie mani danno problemi e
le mie funzionalità sono attualmente di nuovo limitate. Qualsiasi cosa mangi
bisogna ci sia un bagno vicino una ora dopo il pasto perchè tendo a rivomitare
il cibo ingerito. Vivo con i sussidi di disabilità e la assistenza sanitaria ma
quel che la assistenza sanitaria non copre me lo devo procurare da sola così
nel mio appartamento spesso non ho abbastanza cibo, e non abbandonerò mai il
mio cane o il mio gatto per consentirmi di mangiare qualcosa di più perchè sono
tutto quel che può darmi e a cui posso dare amore durante la giornata. I miei
animali non mi ignorano nei giorni e nei periodi in cui non mi sento bene. Ci
sono e mi amano senza stare a guardare se sto bene o male. Così per via di
queste cose nelle giornate afose non posso nemmeno permettermi un gelato dal
furgoncino del gelataio. Ci sono delle volte in cui la mia vita è così priva di
amore e di compagnia che la solitudine mi fa piangere disperatamente e chiedo
al cielo di dirmi perchè sono qui. Perchè sono tornata qui? Soffro così tanto
dolore fisico e soffro per la solitudine al tempo stesso. Non so cosa farci e
cosa dovrei fare di me stessa. […] So bene che il suicidio potrebbe non ricondurmi nello stesso posto dove andai nel
1992 e voglio riuscire a fare tutto quel che è in mio potere per ritornarci quando
sarà il momento. Perchè con la morte non finisce la vita. La morte è un modo di
esistere diverso da questo, e in un mondo parecchio migliore... Così, io sto
qui e aspetto finchè sarà per me il momento di andare. Io, io ringrazio tutte
le persone di questo sito che mi hanno permesso di sentire la appartenenza ad
una comunità e di provare ancora per una volta un senso di cooperazione con le
persone.
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73. NDE
di Linda B 8/12/01.
Nel 1990 venni portata di corsa all' ospedale per via di una
brutta emorragia interna causata da una gravidanza ectopica. A quel tempo ero
decisamente atea. Sono
stata cresciuta da una madre Buddhista, ma a 13 anni divenni atea. Nacqui dotata di una
gran bellezza e mi sono sempre sentita come se stessi sotto una stella
fortunata. Ero estremamente arrogante, fatua, presuntuosa e molto
materialistica. In ospedale gridavo per il dolore. Era mattina presto quando
giunse l'ambulanza circa le 3am. […]. Ero in un tal dolore che mi lasciai
andare. Sentivo tutti nella stanza. Sentii qualcuno dire, la stiamo perdendo.
Potevo percepire la macchina del mio cuore iniziare a perdere colpi. Poi sempre
la stessa voce disse, la stiamo perdendo, disse, "merda" è .... e non
so cosa accadde dopo di questo. Poi, stavo fluttuando sopra il tavolo dove mi
avevano messa. Ero molto soddisfatta di me. Proprio compiaciuta in effetti. li
avevo spaventati ben bene, stavo pensando distintamente. Poi il dottore iniziò
a chiamarmi a voce alta di nuovo.... la stiamo perdendo gente, e io sentii una
trazione spaventosa su quella che credo fosse la mia anima o il mio spirito.
venivo trascinata in basso e sapevo che stavo andando giù per una qualche
strana ragione. Atterrai facilmente in una altra dimensione. Niente di
terrestre. Ero da sola all'inizio e poi presentii una presenza accanto a me. Ma non ero sicura chi o
che cosa fosse. Iniziai ad aver paura. Quel posto era nuovo per me. La mia
mente non c'era mai stata. Credo che chiusi gli occhi nella speranza di farlo
andar via, ma sapevo già che non avrebbe funzionato. Quando riaprii gli occhi,
ero all'inferno. In una
stanza particolare dell'inferno.
C'erano odori orrendi e un tale buio, potevi solo sentire. Vidi poi persone incatenate e torturate.
In maniere così orribili che ancora oggi non posso parlarne. Odiavo quel posto
e volevo disperatamente andarmene, ma non potevo. Rimasi lì a guardare e
annusare e sentire il dolore e l'orrore di quel luogo. Poi, ci fu una voce, giusto una voce. Mi era familiare, eppure sapevo che non sapevo chi
fosse. Mi parlò semplicemente e direttamente. Mi spiegò che quel posto
in cui mi trovavo non era più destinato a gente come me. Disse che, prima della
Sua nascita, tutti quelli che
morivano venivano qui. Non vi era speranza. Ma dalla Sua morte, Lui
aveva fatto qualcosa.
Non ricordo cosa disse di aver fatto, ma che da allora la gente muore e adesso aspettano in un altro
luogo. Davvero non capivo, perchè ero molto spaventata. Non volevo
rimanere lì. La voce allora mi disse....ti piace? E mi ricordo
chiaramente che pensai perchè mi stai chiedendo questo, sai già tutto. Non
ottenni risposta. Solo silenzio. Questo mi irritò molto. Poi all'improvviso
venni strattonata ancora solo che questa volta era come se mi tirassero in alto.
Quando mi fermai, vidi gente attorno a me, ma non direi proprio vicino,
quasi come in lontananza. C'era
gente e persone che conoscevo, e altre che non
conoscevo. Era davvero strano. La sensazione era così bella e gentile.
Tranquilla. Mi sentivo così mentale in quel momento, come se sapessi tutto.
Poi...guardai in alto, o forse davanti a me, non sono sicura, e vidi il
panorama più bello che avessi mai veduto. C'erano, sembrava come campi di
granoturco, enormi cancellate di madreperla. Il cancello era chiuso ma mentre
guardavo lo aprirono verso di me. dentro potevo vedere strade pavimentate
d'oro, e ville su ville in schiere ricoperte di diamanti e pietre verdi. Era
brillante. Quando mi fui riempita gli occhi, la scena divenne bianca (non nera)
e la stessa voce mi chiese: "bhe Linda, che ne pensi?".
A quel punto mi svegliai e feci un respiro profondo. Riaprii gli occhi e vidi
un'infermiera e con la sensazione più bella che io abbia mai provato le sorrisi
e le dissi che c'era un Dio e che ci amava. Ci ho creduto sin da allora. Ho cambiato tutta la mia vita in
conseguenza di questo fatto. Benchè molto per conto mio, per via della
sensibilità che adesso mi ritrovo, sto imparando a rimettermi in gioco. Non
sono stata capace di parlare di questa storia fino a poco tempo fa. Sono stata
costantemente assorbita dallo studio e sono stata per conto mio. E' strano che
non abbia ricavato alcun senso di fede da questa esperienza, ma mi ha instillato un bel po'
di timore del Signore.
Grazie per avermi letta.
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71.NDE
di Jerry B 8/12/01.
1991. Davvero non saprei da dove
cominciare, ma sento che DIO desidera che io condivida la mia esperienza. Ogni
volta che ho cercato dimetterla per iscritto, finisce che mi metto a piangere
perchè nella mia memoria è ancora fresca come fosse di ieri. E' la cosa più
emotivamente carica che mi sia mai accaduta in tutta la mia vita. […] A partire
dal 1991 non mi sentivo molto bene, molto stanco e dormivo male, mi doleva il
braccio e mi si intorpidiva e mi sentivo il fiato davvero corto. Pensavo fosse
per via delle sigarette e dell'età. Mia moglie è stata autista di bus per 28
anni; all' epoca era in servizio sul pullman. Io ero a casa nel cortile;
avevamo un vecchio furgoncino per trainare il nostro camper andavamo spesso in
Alabama su un lago. La vernice era scolorita, e così un nostro amico lo aveva
riverniciato tutto. Stavo per indossare gli occhiali da sole quando iniziai a
sentirmi male di stomaco e a sudare, e avevo dei crampi al petto e giù lungo il
braccio. Come tutti quelli che fumano pensai che se mi sedevo e facevo un tiro
sarebbe passato. Quanto mi sbagliavo. Mia moglie guidava il bus, aveva appena
parcheggiato e si incamminava verso di me. La prima cosa che disse è che ero
pallido come un cotton-fioc. Non volevo farla preoccupare e dissi che stavo
bene che era un attimo. Mi chiese se voleva che chiamasse il 911 per andare in
ospedale. Aprì la porta sul retro e entrò in casa, io mi alzai per seguirla
dentro. Appena dentro mi sembrò che qualcuno avesse preso un coltello e mi
avesse tagliato via i capelli. caddi in ginocchio e poi di schiena; era come se
6 elefanti mi si fossero seduti sul petto tutti assieme. E allora capii che ero
nei guai seri. Ann si girò e chiamò il 911, le dissi che stavo per avere un
infarto e lei riferì al 911. Gli disse di sbrigarsi. Gli chiesi di chiamare il
mio amico Grady, quello che mi riverniciò il furgoncino, perchè sapevo che
aveva delle pasticche di nitroglicerina in tasca. Arrivò prima dell'ambulanza
con le pasticche. Ne misi due sotto la lingua ma non fecero nulla. A quel punto
arrivò l'ambulanza, gli dissi che non riuscivo a respirare e che mi faceva
davvero male il petto. Mi tagliarono la camicia mi applicarono un monitor e
dissero che stavo avendo un massiccio attacco cardiaco, e iniziai a sputare
sangue. A quel punto vidi mia moglie fuori di sè.
Iniziai a provare una sensazione buffa mai provata prima. Guardai il mio amico
Grady, e il paramedico disse che stavo per andarmene. Dissi a Grady di dire ai
bambini di prendersi cura di Ann, e di dirgli che li amavo tutti. Poi iniziai a
vedere tutto grigio, ed ebbi la sensazione di pace più totale che io abbia mai
sperimentato in vita mia. Tutto divenne nero per quello che mi parve giusto un
minuto. La cosa che ricordo subito dopo, stavo volteggiando sulla testa del
paramedico e lo vedevo che si dava da fare su di me. Mi sparò della roba nel
braccio, nel cuore, e poi iniziò a darmi degli shock al cuore con delle placche
elettriche. Dopo avermi somministrato due shock, vidi il mio spirito come
volare fuori dal corpo. Viviamo in una casa a due piani e tutto d'un tratto ero
in cima al tetto e iniziai a volare ancora più alto. Potevo vedere tutta la
casa e tutta la area intorno. Quando il mio amico Grady capì che ero morto
corse verso il mio furgoncino. Lo potevo vedere chiaro come la luce del sole.
Mia moglie Ann veniva trattenuta da gente che era uscita fuori delle case. Il
paramedico si dava ancora d a fare su di me; avevano chiamato rinforzi perchè
ero in arresto pieno. La seconda squadra arrivò con un nuovo set di placche,
cariche e pronte. Non ho mai provato paura di morire durante tutto questo.
Tutt'a un tratto mi ritrovai dentro un tunnel, era molto stretto, e alla sua
fine c'era la luce più
bella che io avessi mai visto. Mi pareva di viaggiare a mille miglia all'ora,
di testa, e la luce si
faceva sempre più vicina, ed era così brillante ma non mi faceva male agli
occhi. Poi mi ritrovai dentro la luce un po' come quando ti tuffi in una piscina. Ero completamente
sommerso di luce. Da
dentro la luce giunse una voce, e mi disse che sarebbe andato tutto bene.
Non avevo mai provato tanta pace, non c'era dolore, e l'amore che sentivo lì era così grande che non ci sono parole sufficienti al
mondo per spiegarvi quanto grande fosse!!!
In una qualche maniera io
sapevo che era DIO,
e disse devi tornare indietro, tua moglie non la sta prendendo molto bene. Mi
disse guarda giù e potrai vederla. Guardai in basso e potevo vedere tutto
quello che accadeva in casa. Ann era totalmente sconvolta. La amavo così tanto,
mi rivolsi a DIO e dissi che non volevo tornare. Non ho mai provato tanto amore e tanta pace sulla
terra come sento ora qui. Mi
disse vieni e ti mostrerò il PARADISO, ma
poi dovrai tornare, ho del lavoro per te da svolgere sulla terra.
Quel che DIO mi mostrò
quel giorno, non ci sono parole al mondo per dirlo, ma vedrò di fare del mio
meglio con le poche a parole che ho. C'era un cancello stupendo, dove vidi i miei genitori, i nonni che erano morti tanto tempo fa. Una persona non la conoscevo, ma egli mi disse che anche
lui mi amava. Mi
dissero che stavano tutti bene, e che mi avrebbero aspettato lì al mio ritorno.
Ci inoltrammo dentro. Sembrava di stare in una stanza, ma potevi vedere tutto.
Ti trovavi in un posto, e l'istante dopo in un altro. C'era così tanto da
vedere, i torrenti più limpidi mai visti e i fiumi. L'acqua era cristallina. Il
cielo era così azzurro, l'erba così verde, e quando camminavi sui prati non
lasciavi impronte. La musica più bella che tu potessi sentire. I fiori erano i
più belli che io abbia mai visto. Non vidi persone malate, o menomate, o che sembrassero infelici.
Mi hanno detto che sono stato morto per 3 o 4 minuti, ma in PARADISO il tempo sembrava
immobile. Per me era come ci fossi stato per tre o quattro mesi. Poi DIO si rivolse di nuovo a me,
e disse devi tornare indietro per un po', una volta finito il tuo lavoro potrai
tornare. Nello stesso momento mi ritrovai a ripercorrere il tunnel alla stessa
velocità dell'andata. […] Tornai a casa poco più in là nella settimana. La
riabilitazione fu lenta. Ho raccontato del mio viaggio a poche persone negli
ultimi nove anni per timore che pensassero che ero matto. Ero anche molto
confuso riguardo a quello che avrei dovuto fare per DIO. Negli ultimi nove anni
ho condiviso questa storia con alcune persone che il medico mi disse che
sarebbero morte presto. Mi dicevano che la paura di morire consiste soprattutto
nel non sapere come è. Mi è capitato anche di doverlo condividere con la mia unica
sorella Emily poco prima che morisse di cancro. Ma sapevo che era una brava
donna timorata del SIGNORE. Aveva appena 57 anni. Morì nel 2000. Sono il solo
rimasto a parte i miei bambini. Questa faccenda ha cambiato completamente le
mie prospettive. Prendo la vita come arriva ogni giorno come fosse l'ultimo. Ha
addolcito il mio cuore e cerco di aiutare gli altri invece di pensare a me
stesso. Ho appena finito di insegnare a 33 ragazzi di età fra i 13 e i 19 anni,
in vacanza, a leggere la bibbia e a cantare nel coro. Non
avevo mai scritto nulla più che una lettera in tutta la mia vita fino
all'altr'anno. Da allora ho scritto 12 poesie. Una sulla mia esperienza di
premorte. Cerco ogni
giorno di vivere la mia vita in una maniera che possa piacere a DIO così quando la mia vita
finirà potrò tornare in PARADISO.
Se pensate che sono matto mi sta bene, potete credere quello che preferite.
Spero che nel condividere questa cosa aiuterò qualcun'altro ad avere un
passaggio sereno verso l'altra riva quando giungerà il nostro momento di
morire. Mi piacerebbe trovare il modo per ringraziare DIO per ogni giorno e
anno extra che mi ha concesso. Vorrei ringraziare tutti gli staff medici e i
paramedici della contea. Vorrei ringraziare i dottori. E le infermiere che mi
accudirono. POSSANO LE BENEDIZIONI DEL SIGNORE ESSERE SU TUTTI VOI. Questa è una storia vera scritta da
Jerry, il 28 Giugno del 2001.
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67. NDE di Pepi 4/22/01.
Pepi's Story: La mia NDE avvenne quando avevo 20 anni, nell'
Ottobre del 1975. Attualmente ho 45 anni, e insegno Inglese come lingua
straniera in una scuola superiore in Spagna. Sono spagnola ed ho studiato
filologia inglese all' università per cinque anni, fra il 1972 ed il 1977. La
mia NDE si svolse durante un intervento chirurgico per rimuovere un nodulo al
seno. Ricordo che aprii improvvisamente gli occhi ed era tutto buio, eccetto
per uno stretto sentiero, largo abbastanza per camminarci in maniera
confortevole. Era come ritrovarsi nello spazio profondo, tutto attorno era
silente, il cosmo intero era attorno a me, ma io non avevo paura e non mi
sentivo affatto scoraggiata. Ero piena di speranza, di energia, ed ero viva.
Tutti i miei sogni stavano per avverarsi. Tutti, ed in un colpo solo.
Il sentiero che stavo percorrendo era molto molto luminoso e ne potevo
intravedere la fine quasi sin dal suo principio. Qualcuno mi stava aspettando al termine del sentiero. Sapevo che era Gesù. Era alto e forte, con
lunghi capelli neri ed un tenero sorriso. I suoi occhi erano indimenticabili,
immensi, neri, così ricolmi di amore
e saggezza... Indossava una lunga tunica bianca, e dei sandali. Era lì da solo,
e sorrideva, ed aspettava proprio ME. Mi diede il benvenuto. Non disse una
parola, e nemmeno io, ma comunicavamo senza parlare. Le nostre menti erano
molto intime e dopo un secondo mi ritrovai all'interno di qualcosa che dovrei
definire come una specie di nave spaziale. Non la avevo individuata in un primo
momento, e me ne accorsi solo quando mi ci ritrovai dentro. Era una stanza
piena di luci e molti uomini sedevano ai loro posti
di controllo preparandosi per il decollo. Gesù mi presentò a tutti loro. "E' il nostro
nuovo passeggero, la nostra ospite" (senza profferire parole), sorridendo
semplicemente, nel mentre che essi effettuavano operazioni di routine con le
apparecchiature della astronave. I loro abiti erano diversi da quelli
di Gesù. Erano vestiti in abiti da
astronauti, luminosi e brillanti, ma molto sofisticati e futuristici, ben
diversi da come era abbigliato Gesù. Poi,
improvvisamente, proprio mentre stavo per mettermi comoda, mi portò di nuovo
fuori. "Devi
rientrare", mi disse (senza parlare), e il suo sorriso mi ha sin da allora accompagnata lungo tutta la mia vita.
Non esitai a quel che disse. Obbedii, senza domande. Era un mio amico ed era il
mio capo, e non vi erano dubbi in proposito.
Non dovemmo camminare molto o darci da fare per entrare ed uscire dalla
astronave. Dovevamo solo volerlo, ed era cosa fatta. Le nostre menti
controllavano tutto. E così me ne andai e me ne tronai nel mio corpo ed a
questa vita. Mi svegliai e piansi... invocando il nome di un mio amico per un
po'. Forse inconsciamente pensavo che quel mio amico sarebbe stato il solo a
capire la mia esperienza.
Hai
veduto una luce? Se sì, descrivila. Il sentiero era molto luminoso, non so di nulla che possa esservi
paragonato, non faceva male agli occhi ma era tutto così luminoso, un misto di
giallo e bianco, come un raggio di sole, attraverso il quale stavo camminando.
Tutto attorno era scuro e silente.
Oltre
a Gesù, hai visto persone che conoscevi? Vi hai comunicato? No, non conoscevo nessuno su quell'astronave. Erano
tutti degli sconosciuti per me. Vennero informati da Gesù della mia presenza e
tutti mi dissero ciao, senza parlare, ma come fosse una routine, come se non
facessero altro che quella cosa tutto il tempo. Mi salutarono e semplicemente
continuarono il loro lavoro alle manopole, per preparare la astronave al
decollo.
Durante
la NDE hai appreso qualcosa che prima non sapevi? Capii che qualcuno amava me,
una irrilevante sconosciuta, piena di imperfezioni, che ero amata da Dio fino ad un punto tale che
mandava Gesù per salutarmi. Insomma,
i parametri umani e quelli di Dio sono molto differenti e pertanto noi non
veniamo visti con occhi umani ma con gli occhi della mente, con quelli
dell'anima e del cuore.
Il
meglio della tua NDE? Era tutto il meglio finchè è durato. La esperienza tutta. Ricordo che Gesù stette con me tutto il tempo, per cui tutto quel
che accadde era grandioso. Ed è durato così poco...
Vorresti
aggiungere qualcos'altro i merito a questa NDE? Sì. Sono sicura che capita solo quando stai per morire. Non prima,
e quanto più ti approssimi alla morte, tanto più profonda si fa l'esperienza, i
suoi dettagli e i suoi ricordi. Così, ero stata vicina alla morte per un
attimo, e per questo è durata il tempo di quell' attimo. Gesù era lì giusto nel caso i dottori non
riuscissero a far ripartire il mio cuore. Mentre i dottori si davano da fare
per riportarmi indietro, lui mi ha mostrato il sentiero ad
una vita futura, e
mi lascerà tornare insieme a mia mamma e a mio papà. Ero tutta la loro
vita. Ah, e anche insieme al mio ragazzo.
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66. NDE
di Michael G 4/22/01.
Nel 1994 mi
trovavo in ospedale in Texas su di un tavolo operatorio, per una
appendicectomia. In passato ebbi un attacco cardiaco, e molti anni dopo mi
venne diagnosticata la sindrome di Marfans, ed inoltre sono diabetico. Alla fine del 1994 il mio
amico e compagno di una vita, Roger, soccombette a delle complicazioni
correlate all' Aids nella Virgina occidentale. Io pregai Dio che non facesse
soffrire Roger, avrei voluto intrufolarmi nella tomba e morire con lui il mio
compagno, e pregai Dio di concedermi la morte. Mi aggiravo come uno zombie e
ogni tanto sentivo sintomi influenzali e spesso piangevo fino a quando non
riuscivo ad addormentarmi sperando dopo di sentirmi meglio. Ma nulla di tutto
questo mi fu di aiuto, e nel Dicembre del 1994 mi svegliai piegato dal dolore,
e quando andai in cucina per prepararmi una tazza di the pensai di avere una
influenza intestinale ma il the non funzionava, e capii allora di essere in
guai seri e chiamai mia madre per dirle per favore di andare dalla vicina, la
zia Floria, e dirle di telefonare al 911, ed io la seguii fino alla porta della
zia perchè non me la sentivo di rimanere da solo. I servizi di emergenza
sopraggiunsero con l'ambulanza e il paramedico pensò che io avessi una
appendicite acuta. Mi portarono subito a bordo dove io entrai in shock, mi
stabilizzarono e mi trasportarono all' ospedale. Il conteggio dei miei globuli
bianchi era normale e ai raggi X la mia appendice appariva avvolta attorno al
mio colon - chissà magari aveva paura della macchina fotografica. A causa del
the che avevo bevuto dovettero aspettare prima di intervenire per esser certi
di non dare adito alla peritonite. Una volta firmate le scartoffie per
l'intervento mi sentii in pace, come se stessi per andare in un luogo dove
sentivo che avrei ottenuto le risposte a più domande di quante avessi mai
potuto desiderare di porre. Alle 5.45 pm venni portato in carrozzina nella sala
e mi misero una maschera d'ossigeno gialla sul volto e mi dissero di inalare
profondamente mentre scherzavano con me, e mi dissero di contare alla rovescia
partendo da cento, ma non sono nemmeno arrivato a 97 e mi ritrovai come di
notte con un cartello "Non disturbare" attaccato alla porta. Fu come vedere
un filmato in videocassetta, quelli che premi il pulsante riavvolgi e vedi il
film all' incontrario, come la mia vita era stata, e per me era come il giorno del giudizio, e rividi la mia
nascita, e poi un sipario rosso venne giù e quella era la fine, era la pace. La
cosa che successe dopo, ricordo che vidi la luce della sala operatoria e che
stavo fluttuando, e guardai in basso e vidi il dottore e l'infermiera lavorare
sul mio basso addome. Con il lato di un occhio intravidi una scintilla di luce
bianca quasi come si trovasse dietro di me, e mi girai nella direzione della
scintilla di luce e vidi
un portale di sfavillante luce candida,
e un sentimento di amore incondizionato emanare da quel
portale, e volai attraverso quel portale così veloce come se avessi
avuto le bretelle in fiamme, e
mi sentii a casa, addentro all'amore
incondizionato di quella Luce Bianca,
che rivitalizzò il mio spirito. C'era un arco di nimbi bianchi che
transitavano sopra di me in un cielo azzurro, il suono come di vento nella pineta,
e io ero come nel mezzo di tutto questo. Vidi come era l'inferno, non fuoco e faville,
con anime torturate, no, l'inferno era fatto di colline color dell'oro su cui salivano le ombre oscure delle anime. Vidi la mia nonna che morì in Florida nel Gennaio
del 1972, la bellezza della mia nonna come io la ricordavo quando mi
abbracciava ed io la abbracciavo, e mi parlò senza muovere le labbra. Mi disse
di consegnare un messaggio ai miei due fratelli Harold e Richard, a mia sorella
Angela e alla mamma, e il messaggio era che dire mi dispiace è facile, ma nel
chiedere perdono invece impari una lezione perchè devi prima perdonare te
stesso per aver fatto del male a qualcuno. La seconda persona che vidi era Big Joe che morì di asfissia in Florida nel 1981,
Big Joe, che mi diede per Kathleen, sua moglie, un messaggio: sarò qui ad aspettarti, e
anche Big Joe lo disse senza muovere le labbra. Poi vidi il mio compagno di vita, Roger dalla Pennsylvania, e io lo
chiamai, Roger, e io e Roger volteggiamo abbracciati e le nostre anime
divennero ancora una volta una anima sola come lo furono quella volta quando
facemmo l'amore in una jacuzzi in Florida nel 1986. Roger mi sospinse via da sè e senza muovere le
labbra mi disse che dovevo
tornare indietro, ma che lui mi avrebbe aspettato. Mi sentii
disorientato, Roger era svanito e io stavo in piedi innanzi alla immagine di
Nostro Signore Gesù Cristo
appena morto sulla Croce, e sentii le voci della equipe chirurgica gridare il
mio nome e vidi il mio corpo in fondo al tunnel e la cosa successiva che
ricordo è qualcuno che mi sollevava le palpebre e sciabolava con una luce nei
miei occhi dicendo: è tornato.
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65. NDE di SW 3/4/01.
Durante un normale intervento di tonsillectomia
iniziai a sanguinare, e persero il mio polso per quattro minuti. La mia pelle
divenne livida. Venni rianimato. Ricordo un'esperienza di attraversamento di
alcuni veli semitrasparenti, belli, di colore blu, mentre una bella luce splendeva alla fine di una specie di galleria. Era divertente, mi piaceva, e
credo che Dio mi stesse parlando, ed io
volevo tanto raggiungerlo andando al di là di quel velo. Ma la Voce mi disse che non avrei potuto, che era ancora
troppo presto per me. Rimasi deluso ma capii che sarei dovuto tornare
indietro.
Non ho mai avuto paura della morte da allora. Ma una cosa mi ha ossessionato, e
cioè che mi venne rivelato il mio scopo nella vita, ma non riesco più a
ricordarlo. Voglio scoprirlo.
Questo accadeva negli anni cinquanta. Quando lessi per la prima volta delle
esperienze di premorte avevo sedici anni, trovai una rivista in proposito e
sentii come se mi avessero fatto un dono meraviglioso: vi erano dunque altre
persone che sapevano.
Credo che mi abbia modificato in maniere sostanziali che è difficile spiegare
ad altre persone. Ho una sensibilità accentuata e sono molto sensibilizzato ai
risvolti mistici ed emotivi della vita. Vedo gente che si dà da fare per il
denaro, per le cose e per il potere sugli altri e che manipolano gli altri, e
per me è ok solo che io non sono uno dei loro. Il che, alle volte, mi ha fatto
sentire un po' come un visitatore su questo mondo, con tutte le difficoltà che
questo comporta. Dopo la NDE i medici effettuarono dei test per verificare la mia
integrità mentale ma non riscontrarono nulla di anomalo – nessuna disfunzione
cerebrale. Fu piuttosto divertente per me vederglielo fare. Ho una famiglia,
lavoro, e funziono come ci si aspetterebbe da chiunque, ma il mio nucleo più
intimo è molto più preso dal mondo dello spirito e dell'anima che da quello
tridimensionale.
Hai incontrato o visto altri esseri? Sì. Persone che avrei
incontrato nella mia vita.
Dopo
l’esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? Sì. Avevo
9 anni e da allora ho preso
ad andare in chiesa ogni domenica e ad interrogarmi
su ogni cosa mentre prima non me ne importava un granchè – o certamente
non nella misura in cui mi importa adesso. Pensavo che la religione fosse
qualcosa in un certo senso di bizzarro dopo tutto ciò, e da piccolo ero anche
piuttosto arrabbiato con essa.
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64. NDE
di Valerie 3/4/01.
Vidi la figura di un uomo incedere verso l'alto,
allontanandosi da me. Ricordo che pensai quanto apparisse calda e soffice la
sua veste, benchè apparisse molto vecchia e logorata, con gli orli usurati e un
pezzo strappato su di un lato. Era una tonalità calda di beige. Ricordo che
pensai che se avessi potuto toccarla, sarebbe stata così soffice e calda.
Lo seguii mentre saliva allontanandosi. Ero ansiosa di poterlo raggiungere per
poter semplicemente toccare la sua veste. Divenni allora consapevole di un
chiarore, di una luce
in alto ed intorno e la cui sorgente era davanti a lui, e che ci stavamo
muovendo in direzione di questa sorgente. Mentre diveniva sempre più brillante,
ne venni avvolta dal calore. Non mi resi conto che proveniva dalla luce e quando guardai in
alto, lì uomo si girò e mi guardò negli occhi. La luce era dietro di lui, emanava attraverso un
corridoio, come una specie di porta entro un muro costruito in pietra e con
molti arbusti di vite inerpicati ad entrambi i lati. Si voltò e mi guardò, mi
guardò negli occhi, ma la luce era dietro di lui ed era come guardare qualcuno
mentre il sole sta dietro di lui, solo molto più brillante e con colori molto
più definiti. L'uomo
era a malapena distinguibile tranne che per i suoi occhi che guardavano dritto
nei miei. Sentii molto chiaramente, nella mia testa ma non come pensieri, nella
mente ma non come qualcosa di mio, sentii dire "le preghiere dei giusti ottengono risposta". Sentii un amore
avvolgersi solido attorno a me ed era come solo un amore incondizionato può essere. Un amore che non riesco ad esprimere adeguatamente con le
mie parole. Un amore che era al di sopra della
conoscenza. Un amore perfetto e solido e totale
diverso da quel che intendiamo noi qui sulla terra.
Compresi delle cose riguardo al giudizio ed al giudizio perfetto che noi
impartiamo a noi stessi. E il giudizio era giusto, non vi erano liti o
dinieghi, il giudizio era in noi stessi ed era uno in noi e con lui... era la
stessa cosa... era totale e completo. Percepii cose di quando ero bambina ed
erano così reali e belle e al tempo stesso così semplici, il profumo era puro e
il calore e la sensazione era come un infante sulla mia schiena nel chiarore
del sole e il senso di frescura di erba fresca sotto i miei piedi nudi. Il
ricordo della bontà e della purezza, innocenza, accettazione, amore... non volevo andarmene
di lì. Volevo entrare dentro quella bella luce. Volevo toccare l'uomo. Sentire il calore della sua veste e rimanere
lì, ma capii che non avrei potuto entrare nella luce. Egli mi
bloccava l'ingresso con il suo amore totale
e i suoi occhi erano ricolmi di amore.
Sapevo di stare guardando
la gloria di Dio, e che non avrei potuto
fissarla direttamente. Come affiggere gli occhi sul sole. Quando sentii
le parole, venni immediatamente catapultata dentro il mio corpo nella maniera
più terribilmente dolorosa sentendone il peso e la mole. Non posso descrivere
quel dolore ed il freddo, la pesantezza, e la separazione da quell'amore. Quando mi risvegliai
pregai e ringraziai Dio, che qualcuno che era un giusto avesse pregato per me. Non capivo le Scritture all'epoca. Che coloro che sono
uno in Cristo sono i giusti del Signore, per
virtù di Gesù Cristo.
Così pregavo ringraziando Dio che qualche giusto avesse pregato per me. Non ho più smesso di pregare da quel giorno, e cerco di
spiegare il potere della preghiera a chiunque voglia ascoltarmi. Forse
un giorno troverò le parole per descrivere l'indescrivibile, ma quel che più di
ogni altra cosa cerco di sperimentare è il flusso di amore che da me può passare agli altri. Un amore totale,
incondizionato... verso tutti gli altri... ho attraversato molti altri
cambiamenti da allora e ho ancora tanto da imparare. Sono stata cresciuta nel
sud, nella fede battista, ma non sentivo per queste cose fino a quel giorno... ma io ora credo, perchè ora io so. Dio è amore e il Suo amore è totale solido e immutabile. Io credo.
Hai
avuto la sensazione di una conoscenza speciale, di un ordine o uno scopo
universale? Sì. La porta è stretta e pochi
possono passarvi. La strada è segnata ma molti sono ingannati e non vi
entreranno.
Dopo
l’esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? Sì. Non credo che i doni che ci vennero spiegati nelle
Scritture fossero intesi per oggi. Io ora credo, io ora so. La Sua Parola è vera fin alla più minima
particola. Ed è per
sempre, sarà sempre vera.
L'esperienza
ha colpito i vostri rapporti? La vita quotidiana? Pratiche religiose ecc?
Scelte di carriera? Molto. Io
ora credo. Pratico e pratico e ancora pratico la Sua Parola nella mia vita, perdono, amore, compassione, pentimento, preghiera, adorazione e
lode.
Quali
emozioni hai provato dopo la tua esperienza? Amore per tutti gli altri, timore e
rispetto per Dio. Ci
sono molti sentimenti ed emozioni che ora provo per gli altri, ma la più
travolgente di tutte è la compassione.
C’è
qualcos’altro che vorresti aggiungere riguardo all’esperienza? Moltissime cose. Abbiamo poco
tempo e dobbiamo credere. Dio è amore e il Suo amore è per tutti. Possiamo aver fede e credere.
E' più reale del reale, più vero e più eterno... credeteci!
Ha
cambiato la vostra vita in particolare a seguito della tua esperienza? Sì. Ho imparato a perdonare e ho imparato che amare gli altri è... in effetti l'amore è qualcosa che passa
attraverso di noi ma che non si origina in noi. Ho appreso la compassione, la
pazienza, la gioia, la misura nelle situazioni, perchè c'è un Dio, un Cielo, e una Strada, e passano attraverso di
Lui, Gesù Cristo, Figlio di Dio, un libero dono d'amore.
Si
prega di offrire tutti i suggerimenti che avete per migliorare la www.nderf.org
questionario? Prego che io possa condividere
dell'altro e presto, c'è molto altro, tuttavia, è davvero così semplice in
realtà... credete, amate il Signore nostro Dio, con tutto il cuore e
l'anima e la mente, e amate gli altri come voi stessi
e ricordate che il Giudizio è giusto e perfetto e senza dubbi. Tutti saremo
innanzi al giudizio dell'amore,
il giudizio finale, nell' eterno.
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63. NDE
di Miguel 3/4/2001
Come ho detto prima, non riesco a
ricordare tutti i dettagli, ma cercherò di fare del mio meglio. Sono un membro
di una famiglia di dieci, e io e mia sorella maggiore siamo stati davvero
vicini l'un l'altro, ed eravamo soliti giocare in modo molto maleducato, in uno
di questi momenti, siamo andati un poco più oltre del nostro gioco, lei mi prese
per il collo e cominciò a soffocarmi fino a quando svenni, tutto ad un tratto,
cominciai a cadere in un buco profondamente buio, mi ricordo di un vento per
tutto il corpo, mentre andavo attraverso, ho visto un vortice di luce, con una brillante luce alla
fine, in qualche modo sapevo che se attraversavo la luce che non sarei stato in
grado di tornare, e ho iniziato a pensare a mio fratello, (perchè in
quel momento condividevamo lo stesso letto) che lui sarebbe rimasto solo di
notte , ma la luce
ancora mi attirò, a questo punto ho sentito mia sorella che mi chiamava, e entrai in una luce bianca e ho sentito una presenza di qualcuno, non ho visto nessuno, ma ho capito che stava intorno a
me, pieno di amore e di gioia, e volevo restare,
ma non era ancora il mio tempo, così venni rimandato alla mia famiglia.
Ricordo che nei giorni seguenti sentivo una grande tristezza dentro di me, mi
manca il posto dove sono stato. So che quando sarà il mio momento ci tornerò.
Sei
passato in tunnel o in un recinto? Sì.
Quando cominciò la mia esperienza mi sembrava di cadere in un tunnel e poi si trasformò in
un vortice di luce.
Hai
visto una luce? Sì,
ho visto una luce alla
fine del tunnel e sono entrato nella luce.
Hai
incontrato o visto altri esseri? No
No, non ho visto nessuno ho
appena sentito la presenza
di qualcuno intorno
e dentro di me e ho sentito che non era il mio tempo ancora.
NDE all'età di 10 anni in Messico.
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61. NDE
di John F 12/03/2000
Mentre ero in servizio nella
Marina degli Stati Uniti, stavo masticando un uovo sodo e rimasi soffocato.
Potevo solo inalare. I miei polmoni si riempirono fino a che non potevano
riempirsi oltre. Sentivo che se solo avessi potuto espellere l'uovo dalla mia bocca
avrei potuto vivere. Ho camminato verso una fontana che era lì vicino e ho
aperto il rubinetto dell'acqua. Ho cercato di bere e quando l'acqua toccò le
mie labbra, ricevetti una scossa di 120 volt. La mia realizzazione immediata è
stata che avevo ricevuto una scossa elettrica, a cui certamente mi aspettavo di
sopravvivere. Ancora avevo complete difficoltà respiratorie a causa dell'uovo
bloccato nel mio esofago. Ho rimosso un po’ di uovo con un dito, ma
non potevo respirare. Stavo provando un certo panico da questo momento
e potei pensare che non c'era un modo per aiutare me stesso a sopravvivere a
questo incidente. Ho pensato al mio Signore e dissi a me stesso. "Almeno
io sono cristiano".
Ho guardato nella stanza attigua e ho visto il mio supervisore seduto su una
sedia girevole
lavorando ad un messaggio radio. Rendendomi conto che potevo ancora camminare,
l'ho fatto fino a raggiungere la sua sedia. Non potevo parlare così ho usato le
mie ultime energie per prendere a calci la sua sedia per attirare la sua
attenzione. Egli venne sbattuto a terra e lì giaceva con la macchina da
scrivere. Io sono sul pavimento vicino al mio supervisore mentre anche io
cadevo. Un altro marinaio di nome Joe stava guardando le mie azioni.
Ora ero tranquillo e non stavo respirando. Stavo sanguinando dal ponte del mio
naso, dopo aver colpito la scrivania mentre cadevo. In pochi istanti Joe iniziò
a farmi tornare in vita tramite metodi di rianimazione. Questo è ora chiamato
RCP. Un altro marinaio chiamò un'ambulanza. Ero vicino al soffitto di questa
sala a guardare i marinai agendo
per salvare la mia vita. Mi sentivo bene. Mi sono reso conto che il corpo privo
di sensi sul pavimento era il mio, ma non ho avuto il minimo interesse per
esso. Stavo guardando me stesso come gli altri mi avevano visto. Non c'era
riflesso opposto nel guardare in uno specchio questa volta. Mi sentivo bene ed
energico e ben presto persi ogni interesse nel guardare i marinai che
lavoravano su mio corpo. Ero sotto forma di spirito, eppure mi sentivo ancora vivo
come ero stato precedentemente. Suppongo che mi aspettavo di essere morto, ma
tutto questo era così nuovo per me. Stavo imparando velocemente questa nuova
vita e senza molta preoccupazione per qualsiasi cosa. Tuttavia questo nuovo
modo di vivere
aveva mi stava facendo sentire perplesso. Per esempio, quando io pensavo a
qualcosa, la facevo automaticamente. Ho guardato il muro vicino a me e il
momento dopo stavo attraversandolo. Ero di nuovo nella stanza dove ero stato
seduto quando mi sono soffocato.
Ho galleggiato intorno questa stanza a volontà. Ho viaggiato attraverso le
molte radio e macchine telescriventi senza alcun problema. Ho visto una zona
buia vicino alla mia scrivania e ho viaggiato verso essa. La prossima cosa che
sapevo, stavo entrando in questo nebbia buia. Una volta dentro volevo davvero
essere fuori. Stavo per essere travolto da questa cosa. La sensazione era
quella di essere dentro una persona. Mi sentii allarmato e smisi di essere lo
spirito libero flottante che ero prima. Alla fine venni rilasciato da questa
zona calda e opprimente. Era come se fossi dentro un utero, ma come ciò lo si
può immaginare? La mia prossima realizzazione era che ero in un tunnel. Stimo
le dimensioni di questo tunnel di un diametro di 6-7 metri. Potevo starci senza
toccare la cima.
La mia altezza era di cinque piedi e dieci pollici. Immediatamente stavo percorrendo in lungo il
tunnel più velocemente di quanto avrei voluto. La velocità era
incredibile. Avevo paura. Da qualche parte lungo il mio cammino in questo tunnel
ho rallentato fino a fermarmi e un uomo mi ha calmato e mi ha
detto che il viaggio si stava avvicinando alla fine. Sono andato via di nuovo
alla stessa velocità di prima. Non lo so come sono sopravvissuto al viaggio. La
velocità doveva essere alla velocità della luce o ancora più veloce. Non
provavo una forza di accelerazione g, solo la paura e l'euforia di una
velocità terribile. Finalmente ho smesso di muovermi attraverso il tunnel ed
ebbi una buona occasione per guardare. Il tunnel sembrava un tubo di sfiato di
grandi dimensioni utilizzati sulle asciugatrici. La luce non era in primo luogo all'interno del
tunnel, ma brillante dal
di fuori. Durante il viaggio all'interno del tunnel ho sentito un forte
suono ronzante
che mi faceva male alle orecchie. Mi chiedevo che cosa sostenesse la galleria.
Poi cominciai a camminare cercando la fine di questo tunnel. Ero ormai in
un'area molto più grande e circondata da una bianca nebbia e dalla luce del giorno. Tutte le mie
paure del tunnel erano diminuite dalla luce che stavo vedendo. Ho sentito voci
di persone proprio
fuori di quest'area. Le voci
mi stavano incoraggiando a passare attraverso la nebbia bianca. Io camminavo
attraverso la nebbia bianca e ho visto circa una dozzina di persone.
L'istinto mi ha detto che erano tutti marito e moglie. Avevo visto queste persone prima, ma non riuscivo a ricordare nessuno
dei loro nomi. Un uomo
mi disse di non preoccuparmi di non ricordare i nomi. Presto qualcuno venne per
me. L'uomo aveva circa 27 anni
di età e indossava levis e una t-shirt bianca. Le altre dodici persone indossavano abiti bianchi. L'uomo che indossava i Levis mi ha spiegato che era la mia guida. Mi
ha spiegato che in seguito avrei
incontrato altre
persone ma lui voleva che camminassi con lui per vedere questo posto
nuovo. Abbiamo camminato attraverso i giardini più belli che
avessi mai visto. Ho osservato in dettaglio i petali dei fiori. Mentre
visualizzavo i prati mi sono concentrato sulle singole foglie di erba e sono rimasto meravigliato
dalla bellezza di ogni foglia. Quest'uomo ed io comunicavamo tramite trasmissione del pensiero come
avevo fatto con il gruppo di dodici persone. Ho visto una città con grandi
edifici in lontananza. Gli edifici avevano il colore dell'oro e la mia guida mi
ha detto che erano d'oro.
La mia guida mi ha
detto che se volevo potevo pensare di essere più vicino alla città e lo sarei
stato. Sicuro abbastanza, ho pensato di essere più vicino e improvvisamente
ero in prossimità della città d'oro. Ho visto piccole cascate d'acqua in giardini
fioriti che erano assolutamente mozzafiato. Mi sentivo così bene. Più tardi la mia guida mi ha
consegnato ad un altro
uomo e questo uomo mi ha spiegato che ora avrei gradito fare una
revisione della mia vita. Nel corso di questo esame che è durato circa un
secondo o meno,
ho visto tutto ciò che avevo visto in precedenza mentre vivevo sulla terra. Ho
rivissuto
ogni conversazione che avevo avuto. Ho visto ogni
animale che avevo posseduto. Ho visto di nuovo ogni capo di
abbigliamento che avevo indossato. Ho rivissuto ogni classe che avevo
frequentato a scuola. Ho visto tutto di nuovo. E 'stato qui in questo palazzo,
che sembrava molto simile a una libreria che la rivisitazione della mia vita
finì. E' stato qui che appresi anche che non avrei soggiornato in questo luogo paradisiaco. Ero così deluso
nell'apprendere che dovevo
tornare sulla terra. Ho pianto e maledetto quelli intorno a
a me. La mia guida venne da me e mi portò a vedere
due compagni di scuola che erano morti quattro anni
prima. Sono rimasto
scioccato nel vederli in vita. Sulla terra erano stati
giocatori di calcio al liceo. Un giorno erano in ritardo per l'allenamento di
calcio e il loro allenatore aveva fatto fare loro giri di corsa intorno al
campo dopo l'allenamento.
Questo li mise nello spogliatoio lungo dopo che gli altri giocatori se ne
andarono.
Non c'era acqua calda per le docce. I due sedevano in attesa che il boiler
producesse
acqua calda per le docce e loro furono intossicati a morte dai fumi che
esalarono dal riscaldatore a gas naturale di acqua. Ironia della sorte, uno dei
padri dei ragazzi era l'idraulico che installò il riscaldatore pochi giorni
prima e sarebbe tornato in un altro giorno per installare il tubo di sfiato
verso l'esterno di questa stanza della nuova doccia.
Ho chiesto ai due ragazzi
perché fossero qui, perché ciascuno era ritenuto che dovesse essere morto. Mi hanno spiegato che nessuno
mai muore. I due ragazzi avevano circa la stessa età di quando li avevo
visti l'ultima sulla terra. Entrambi sembravano essere felici e contenti di
essere qui. La mia guida mi portò di nuovo a dove ebbi la rassegna della mia
vita. Ho chiesto ancora una volta se potevo rimanere. Un uomo mi ha detto che dovevo
fare ritorno sulla terra per vivere la mia vita. Mi sono ricordato dalle mie
lezioni in classe di Domenica che se una persona chiede di vedere il Signore,
egli Lo vedrà. Ho chiesto
di vedere Gesù.
Con la mia guida accanto a me, ho camminato o galleggiato verso un piccolo
palco. La mia guida mi ha lasciato qui. Non ho dovuto aspettare a lungo prima
che di sentire una voce
su questo palco vicino a dove mi trovavo. Una nebbia si stava formando sul
palco e ho sentito una voce chiedermi se potevo vederlo. Ho potuto vedere solo
la nebbia e sentire la voce.
La voce mi ha chiesto di concentrarmi di più e sarei stato in grado di vederlo.
Ben presto ho visto Gesù che stava davanti a me. Mi ha chiesto cosa
volevo da lui. Gli ho detto che avevo appreso che sarei dovuto tornare sulla
terra e non volevo lasciare questo luogo paradisiaco. Mi ha spiegato che non
avevo ancora eseguito la sua volontà che aveva stabilito per me nella mia vita.
Gli chiesi che cosa fossero questi suoi desideri e lui non mi rispose. Mi disse che avrei saputo
al momento giusto, ad un certo momento nel mio futuro. Gli chiesi di altre cose
possibili che poteva fare per me.
Dal momento che ero nella Marina degli Stati Uniti, in quel periodo, chiesi di
essere
trasferito allo Stato del Tennessee. Gli ho spiegato che avevo trascorso un
mese in questo stato come un ragazzo di dodici anni e volevo ritornare lì
perché lo Stato era bello.
Lui non mi rispose. Ho
chiesto se l'aveva considerato. Mi disse che dovevo solo
chiedere una volta e sarebbe stato fatto. Gesù mi disse le molte cose di cui avrei fatto
esperienza nella mia vita. Ricordo solo quello che lui mi ha detto dopo aver
vissuto l'evento. Mi disse, e mi ricordo questo; per raccontare a tutte le
persone della mia visita
con lui. Egli mi ha suggerito di dire alla
gente che lui è reale. Un'altra cosa che non
dimenticherò mai è la sensazione dell'irradiazione del suo amore mentre stava vicino a me. Questo fu l'amore più perfetto che io avessi mai provato. Gesù mi disse che sarei stato
scortato indietro fino a casa mia sulla terra presto. Due uomini vennero da me e mi spiegarono che erano i miei angeli custodi. Uno degli uomini era
stato la mia prima guida.
Non ricordo il ritorno sulla terra attraverso il tunnel. Abbiamo viaggiato
attraverso l'oscurità dello spazio. Al ritorno sulla terra ci siamo fermati per
un colloquio.
Un angelo custode mi ha detto
che un giorno avrei incontrato una signora e lei sarebbe diventata mia amica
molto stretta. Mi venne detto che non l'avrei incontrata ora siccome lei era
ancora una ragazza molto giovane. Questo avvenne nel 1957. Io l'ho cercata
da allora e credo di averla trovata. Ma lei vive in Australia. Mi sono
svegliato seduto su un lettino in ospedale. Ho chiesto ai tre medici se mi era
stato dato alcun farmaco che mi avrebbe fatto credere che era morto e andato in
Paradiso. Hanno detto di no.
Ho detto, "Beh, io sono appena tornato dal Cielo". Due medici subito
uscirono e il terzo medico restante mi ha detto che non sapeva cosa pensare.
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57. NDE di S 10/1/2000
Stavo effettuando un'operazione
veterinaria per un cavallo. Il cavallo si impennò e mi colpì direttamente con
lo zoccolo anteriore colpendo la mia testa e il viso e il braccio, alzati per
un gesto difensivo. Mi sono fratturato parecchie ossa facciali, distacco della
retina, fratturato l'osso radio del braccio. Fui incosciente per un breve
periodo. La mia esperienza in questo periodo però sembrava prendere molto più
"tempo" se doveva verificarsi rigorosamente in questa dimensione
fisica.
Mi sono trovato improvvisamente sopra il mio corpo, guardando verso il basso
tutta la scena. Ho potuto vedere cose che erano al di fuori della scena in cui
ero anche se questo sarebbe stato impossibile se stavo vedendo dal punto in cui
il mio corpo era. Era come guardare giù come una macchina fotografica che
saliva su per visualizzare un'ampia panoramica di una scena. Mi resi conto che c'erano 2
(forse 3) "esseri con me, uno per ogni lato.
Stavano comunicando con me - direttamente, telepaticamente, solo mettendo il
loro pensiero direttamente nella mia coscienza, senza parole e in molto meno
"tempo". Sapevo di essere in qualche modo rimossa da queste comuni
"leggi" o modi di elaborazione dell'esperienza. Mentre non provavo un
senso di revisione della vita in termini specifici, mi sono state mostrate,
attraverso la comprensione, non immagini o filmati, molte cose importanti nella
mia vita. Il bene e il male. Tutto concentrato sul mio contributo - siccome
gestivo me stesso. Mi ricordo la quasi palpabile assenza di ogni paura. Mi è
stato fatto capire che questa paura è alla base di molte delle nostre scelte
sbagliate. Che non c'è nulla da temere. Sentivo compassione verso me stessa
come non avrei mai potuto immaginare. Un tipo di amore che non ho mai conosciuto prima. Simpatia, empatia per tutto
quello che avevo vissuto e una nuova determinazione di farmi vivere come potevo
e dovevo. Sapevo di avere un obiettivo chiaro e mi fu mostrato questo fine così
che ho potuto capire quanto necessario fossi. Non ho sentito dolore. Non sono
sicuro se avevo un corpo o se la mia guida
lo avesse, non sembrava avere importanza. Sono stato in contatto con tutte le
informazioni-comprensione totale di tutto. Ma quello con cui mi sono
ricollegato era proprio l'importanza dello scopo della mia vita. Ho visto il
futuro (non lo ricordo) e ho anche visto quanto sarebbe stato difficile il
recupero dall'incidente, ma sapevo che lo avrei superato, cosa che era tutto
ciò che contava, per me arrivare a fare quello che sono destinato a fare. E che
avrei potuto solo servire a questo scopo, se mi sbarazzavo delle mie paure, del
rifiuto, non essendo piaciuto per gli atteggiamenti assunti, altre persone che
hanno il controllo delle cose (solo noi possiamo), ecc. E poi ho potuto agire
per puro amore senza
complicazioni o compromessi. Una volta "capito tutto questo" mi
ritrovai nel mio corpo in un dolore lancinante. Ho anche avuto la
consapevolezza che queste guide
sono sempre lì quando sono necessarie. Sono le nutrici finali.
Hai
incontrato o visto altri Esseri? Sì. Erano seduti ad ogni mio lato.
Sì, ho sentito che da sempre li conoscevo - mi sentivo collegato in maniera
profonda a loro.
Comprensione, amore,
particolarità del mio essere e il mio scopo. Che cosa dovevo fare, non lasciare
che la paura si insinuasse nella mia vita in modo che interferisse con il mio
agire per puro amore e
per fare quello che sto a fare qui.
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55. NDE
di Jennifer 23/9/2000
La mia famiglia stava costruendo
la nostra casa, che era circa per metà ultimata, nel mese di agosto del 1978.
Mia madre era nel bosco per raccogliere legna per nuove cataste che stava
componendo e io stavo giocando per lo più nel guscio di una casa che avevamo
con un amico mio vicino di casa. Quel giorno lo scalpellino aveva appuntamento
per fermarsi a guardare il nostro camino / piano interrato in modo che potesse
avere una buona idea di iniziare il suo lavoro poco dopo. Normalmente, i fori
per il futuro camino su ogni piano erano coperti con tavole pesanti in modo che
nessuno sarebbe caduto giù a causa loro. Avevano rimosso questi, a mia
insaputa, quel giorno per le sue misurazioni, e non avevano sostituito le
tavole. Il seminterrato era stato anche ripassato con il rullo compressore quel
giorno, in preparazione per il cemento che doveva essere versato. Due piani
sopra al piano interrato, mi preparavo a gridare "Boo!" al mio amico
che stava scendendo giù per la scala superiore, e invece caddi nel buco
scoperto. Mi ricordo in particolare che pensavo a quanto era bello volare, e
poi a quanta paura ebbi nel vedere che il terreno si stava avvicinando verso di
me così in fretta. Poi ho emesso un urlo, che mia madre udì nel bosco. Mi è
stato detto che sono atterrato sulla parte posteriore del collo, disteso sulla
schiena, dove la colonna vertebrale si unisce al tronco encefalico. Mi ricordo
che in un primo momento avevo molto freddo e paura, in un luogo completamente
buio tranne per una
piccola luce brillante alla fine,
come un foro stenopeico. Potevo sentire il vento mentre mi muovevo in avanti
verso quella luce,
abbastanza lentamente per vedere che ero in un tunnel piuttosto piccolo mentre
la luce aumentava. Ho
potuto vedere la struttura dei lati del tunnel che sembrava poter essere come
una ruvida, galleria di terra. Mentre mi avvicinavo alla luce, la mia velocità
rallentava e ho notato il calore incredibile che emanava dalla luce, a differenza di
qualsiasi calore che io abbia mai sentito. Quando ero quasi nella luce, se una
cosa può essere descritta come tale, mi era fermata e stavo galleggiando di
fronte a una figura che sembrava umana, sebbene la luce di fondo fosse così
brillante che nessun volto poteva essere scorto. Le braccia erano tese come per abbracciarmi e io non
desideravo niente altro che essere in quella luce. Ho sperimentato un'accettazione e un amore senza paragoni con altro simile sulla terra.
Sono stato forse a metri di distanza dal raggiungere quelle meravigliose braccia quando
ho (abbiamo) sentito mia madre urlare il mio nome. Questo è stato l'unico suono
o vocalizzazione ho sentito durante il mio percorso. Ho esitato, cercando di
vedere se anche questa persona l'avesse sentita, e mi sentivo più arrabbiata di
quanto io lo fossi mai stato verso mia madre che stava per impedirmi di andare
in quella luce. Certo, abbastanza. Le braccia della sembianza si incrociarono e poi si stesero davanti,
spingendomi lentamente indietro da dove ero venuta, di nuovo nel buio e freddo.
Non ho mai voluto niente in vita mia così tanto quanto essere in quella luce. Ora so che non farò mai
più esperienza di qualcosa di così meraviglioso come tornare in quel luogo e,
infine, essere accettata. Attendo con ansia quel giorno, ma non credo di aver
completato quello per cui sono stata mandata qui. Nel tunnel, mentre
galleggiavo lontano dalla luce, ho potuto vedere i miei capelli lunghi che
fluttuavano di fronte a me. Ero molto arrabbiata e presa dal panico quando mi
svegliai sulla schiena con il pollice in bocca, verso mia madre, che sedeva su
di me piangendo e che sembrava più impaurita di quanto io l'avessi mai vista.
L'ambulanza stava arrivando da oltre 25 miglia di distanza con la sua sirena, e
ho potuto sentire il bruciore dei miei polmoni mentre si sforzavano di aspirare
aria. La mia schiena era abbastanza dolorante siccome mi portarono via per i
test, le prove e, infine, all'unità di terapia intensiva per i bambini per la
notte. Non mi ricordo di aver pensato alla mia esperienza del tunnel fino a
quando ho sentito un'altra storia simile quando avevo circa 14 anni. E' stato
allora che ho capito cosa era successo. Ricordo ancora quel tunnel e la luce, come se lo avessi
vissuto solo ieri sera. So
che non era un sogno, perché i sogni svaniscono rapidamente e diventano meno
distinti, con il passare delle ore. Per tutti i medici che sostengono
che le esperienze pre-morte sono indotte dall'assunzione di farmaci, dico che
ero una sana, attiva bambina di 8 anni e che non ero mai stata in ospedale dopo
la nascita fino a quel giorno. Uscii dall'ospedale il giorno seguente, dopo che
ai miei genitori era stato assicurato che sarei rimasta paraplegica nel miglior
caso e che avrei subito danni cerebrali a lungo termine del trauma alla testa /
collo.
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53. La
NDE di Derry 5/10/00.
Ho avuto una esperienza vicino
alla morte dopo che ero stato gravemente ferito in un quasi fatale incidente
automobilistico che mi ha fatto smettere di respirare e che mi ha obbligato
all'uso di un ventilatore associato a un coma. Fin dall'uscita dal coma ho
avuto ricordi vividi di quel tempo in cui ero dall'altra parte del velo in un
regno celeste. C'era una nebbia luminosa che permeava ogni cosa. La luce era ovunque, mi
attraversava persino! Mi ricordo che stavo guardando la mia mano e la luce che
la attraversava. Ho potuto vedere la mia mano che era trasparente, ma questo
non mi sorprendeva. Mentre camminavo con questo personaggio celeste il suo viso risplendeva avanti
con una tale luminosità che non posso descrivere. Sapevo che questo personaggio celeste era Gesù, perché l'ho riconosciuto
come un amico di famiglia. Egli non ha annunciato chi fosse, perché questo non
era necessario. Mi ricordo che camminavo con Gesù, ma non stavamo camminando in senso fisico, il
modo migliore con cui posso descrivere il nostro cammino era che stavamo
camminando a mezz'aria, fluttuando un poco al di sopra del suolo di questo bel
giardino in cui stavamo passeggiando. Ogni cosa in questo giardino aveva un
candore e una luminosità assolute. Stavo vedendo il verde brillante delle piante. Ho potuto vedere
l'acqua, e un bagliore luminoso che la circondava e il gorgoglio dell'acqua
aveva un suono musicale ad esso, questo flusso d'acqua abbastanza cantato!
L'acqua era così sfavillante e chiara! Ricordo che avevo voglia di chinarmi e
prendere un po’ d'acqua dal torrente che scorreva attraverso questo giardino in
cui stavamo camminando. Quando ho cercato di raccogliere l'acqua con le mani
l'acqua scorreva attraverso le mie mani, letteralmente, e non erano bagnate! Gesù si fermò e mi guardò,
mentre ero piegato cercando di bere questa acqua.
Sentivo il suo sguardo
su di me. La mia sete di questa acqua, anche se non ero in grado di portarla
alle labbra e berla in quel momento era passata! Non posso descrivere la
sensazione che provai quando l'acqua stava scorrendo attraverso le mie mani, ma
sentivo qualcosa. Ho sentito questo soverchiante desiderio di sperimentare
tutto di questo giardino. Quando io e Gesù parlavamo non avveniva con la bocca, ma sapevo che stavamo
comunicando, il suo volto
brillò abbastanza, e ciò che provava per me risplendeva dinanzi a lui. Lui semplicemente trasudava amore e la preoccupazione e
la cura per me solo stando lì. Il sentimento di pace che provavo era
indescrivibile! Mi è stata data la scelta secondo cui potevo o tornare su
questa terra e vivere ancora la mia vita o rimanere con lui in Paradiso. Sapevamo entrambi
che tornare in questa terra sarebbe stata una lotta perché gli avevo detto che
volevo tornare su questa terra se potevo aiutare me stesso e gli altri. Egli
sapeva che io non volevo vivere di nuovo la mia vita su questa terra se la vita
significava essere intrappolato in un corpo che non risponde, incapace di
comunicare. Lo sguardo di amore
nei suoi occhi mi
ha riempito di gioia allora, e non appena mi ricordo di quella sensazione di
gioia che mi provavo allora io sono pieno di gioia di nuovo adesso. Io non so
come ho fatto questo, ma poi mi ricordo che ero in una stanza d'ospedale
guardando mio marito che mi teneva la mano e parlava con me. Solo che io non
riuscivo a vedere dal punto di vista del vantaggio attraverso i miei occhi. Ho
capito che era il mio corpo, ma ero fuori di esso, guardando il mio corpo
dall'alto. Come ho visto questa scena ho sentito il desiderio forte di voler
tornare su questa terra e vivere di più la vita con mio marito, se potevo
comunicare con lui e aiutarlo. Venni capito ed i desideri del mio cuore sono
stati ascoltati. La successiva cosa che ricordo è che ero intrappolato nel mio
corpo, mentre altri si prendevano cura delle mie esigenze fisiche. Mi ricordo
che potevo dire quello che le infermiere stavano pensando di me per come mi
toccavano. Sapevo se esse pensavano che sarei sopravvissuta o meno attraverso
il loro tocco. Sapevo se pensavano di prendersi cura di una persona
essenzialmente già morta il cui spirito non era lì. […] Credo che la ragione
per la quale io sono ancora vivo, una delle ragioni per cui sono tornato su
questa terra per vivere è perché io dovrei testimoniare che il mondo degli
spiriti è vero e bello, e che Gesù
è colui che dice di essere,
lui è nostro fratello, e noi lo abbiamo ben conosciuto come un fratello
amichevole nel mondo degli spiriti. Questa conoscenza, questa convinzione,
colpisce ogni aspetto della mia vita, e il mio desiderio di comunicare questo
ad altri. Io credo, questo è il motivo per cui sono tornato a vivere ancora la
vita per riferire ciò a tutti coloro che ascolteranno. […] La preghiera è una forza
tangibile, un potere per il bene qui su questa terra! Molte persone mi chiedono
qual è stata la prima cosa che ho pensato o provato quando sono uscito dal
coma, circa 3 settimane dopo l'incidente. Quello che ho sentito, è stato
l'incredibile sensazione di potere derivante dall'essere oggetto di pensiero di
molte persone e che essi pregavano Dio per la mia guarigione. Potevo sentire il
suo amore e la
compassione per me, e credo che questa comunicazione ha portato alla mia
incredibile esperienza con Cristo
in quel giardino celeste.
Io adesso non spero più che vi sia il paradiso e che l'esperienza di vita di Cristo e la espiazione siano
reali, ora lo so!
Proprio come io so che ho dato alla luce tutti i 5 dei miei figli e
tangibilmente li ho tenuti in braccio. La mia testimonianza di Cristo brucia dentro di me,
ora quando penso a lui, ho una memoria visiva di lui che mi guarda lì in quel
giardino celeste. L'amore
e la preoccupazione nei suoi
occhi per me è schiacciante se ci penso troppo mi sento emotivamente eccitata. […].
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50. La NDE di Karen 5/7/00.
Le ultime parole che ho sentito
furono: noi non pensiamo che lei stia per farlo. La cosa successiva che ricordo
ero in un tunnel buio con
una luce alla fine. Sono stato
costretto ad andare verso la luce.
Quando sono entrato nella luce
ero un essere di luce. E' stata la sensazione
più tranquilla che io abbia mai provato. Più pacifica di quanto possa
descrivere a parole. L'essere mi ha detto che ero a casa ma avevo bisogno di
tornare perché aveva un lavoro da fare per me. Ha detto che non avrei
capito il significato del lavoro fino a quando non fossi tornato. Lui mi ha fatto vedere come
era l'avere un mondo pacifico e che si può ottenere un mondo in pace, se abbiamo fede e se ci aiutiamo
vicendevolmente. Lui
disse che sarebbe tornato qui e mi avrebbe aiutato con questo lavoro. Con il
tempo avrei ricordato chi sono davvero e qual è il mio scopo è sulla terra.
Dopo il mio lavoro fosse stato completo avrei fatto ritorno a casa. Ho
accettato di tornare e di essere aiutato. Non è stato facile tornare a questo
mondo e tutto è dolore e sofferenza. In realtà, è stata un'esperienza molto
dolorosa tornare. Era come se fosse una sensazione di ebbrezza o una presa di
coscienza del provare sensazioni sul piano materiale. Sono tornato senza alcuna
paura della morte e con una comprensione enorme della vita in generale e su ciò
che rappresenta il mio scopo su questa terra.
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49. NDE
di un medico dell'India 4/2/00. -
Esperienza NDE da parte di un medico in India. Una buona prova di una NDE in
una cultura non-occidentale.
Saluti! E grazie per
l'apprezzamento genuino. Sono un Omeopata - Medico di provata esperienza con
più di tre decenni di pratica. […]. L'episodio realmente accaduto nel settembre
del 1969.Tuttavia, siccome la NDE è una profonda esperienza, è
profondamente impressa nella mia memoria. Mi ricordo anche i minuti dettagli di
essa istantaneamente, sebbene più di tre decenni siano passati. A quel tempo
avevo trentasette anni, ero un giovane uomo robusto. Ed ero un agnostico ero
scettico di religione o di qualsiasi altra cosa che non poteva essere definita
in modo strettamente scientifico. La mia famiglia si era appena trasferita in
una piccola città chiamata Eluru in Andhrapradesh, in India. A causa delle condizioni
igieniche lì ho avuto un grave attacco di dissenteria. Evitando
l'auto-trattamento, mi sottopongo alle cure del mio amico al General Hospital. Malgrado
una cura vigorosa di antibiotici la dissenteria non si placava. Ho perso una
quantità di sangue massiccia. Aggiunto a quello ho sviluppato una febbre grave.
Dopo qualche giorno la mia condizione è deteriorata molto rapidamente. Le
pulsazioni diventarono molto deboli e appena percepibili. Il terzo giorno di
luna piena, a mezzanotte, il medico fu convocato, dal momento che la mia
condizione era rapidamente deteriorata e stavo crollando. Mentre stava
controllando le pulsazioni del mio cuore improvvisamente ho lasciato il corpo.
Dal soffitto stavo guardando il mio corpo! La visibilità era molto scarsa, come
se una spessa nuvola di fumo mi separasse dal resto di ciò che era attorno. Il
dolore che provavo prima di lasciare il corpo era scomparso. Ero calmo e
composto. Improvvisamente ho capito che ero morto! Mio Dio! Ho portato i miei
bambini e la famiglia e li ho lasciati in uno strano posto, senza alcuna
protezione economica o di qualche altro modo! La visibilità non era chiara.
Tutto era nebbioso. Ma era come se avessi potuto vedere senza visione, senza
sentire il suono. Ero in un'altra dimensione dell'esistenza. Potevo sentire i
lamenti delle donne al di sotto e le conversazioni sussurrate. Un pensiero è
diventato importante in me. Come la vita è assurda! In mattinata il corpo
sarebbe stato cremato. Tutto ciò è la vita. Che fine senza senso per una catena
infinita di meraviglie e potenziali opportunità. E' come una bolla galleggiante
su un mare. Allora che cosa è la morte? Un ingresso in un'altra dimensione?
Stavo pensando con calma e obiettività, mentre il mio cervello e il corpo
giacevano là sotto! E come se non fossi la persona colpita dalla morte. Lo
sviluppo cede importanza a livelli sempre più elevati e superiori della
coscienza e la morte sembra carpirlo. Mentre stavo rimuginando mi sono accorto di una presenza. In una
comunicazione senza parole IT
mi ha informato che potevo
rientrare nel corpo se lo si desideravo. Ma il tempo non dovrebbe essere
perso. Tuttavia in quel momento critico ho supplicato per una risposta
all'enigma della vita come quel pensiero mi aveva completamente assorbito! C'è
stata una bella visione di stelle rombanti dietro di me. Al centro di tutto quel tumulto
vi era una luce incandescente. Ogni stella sembrava essere un
piccolo centro di coscienza. esso si stava fondendo e stava emergendo
dalla coscienza centrale, come
voluta da una VOLONTA' cosmica che brillava come un
enorme sole! […]. Quando sono
entrato nel corpo, l'infezione virulenta era sparita e ho potuto recuperare in
un paio di giorni. Mia madre poi anche ha confermato che in effetti era
freneticamente in giro per Vijayavada nella stazione ferroviaria e si informava
su un treno per Eluru dopo aver ricevuto il telegramma sulla mia condizione
critica. NDE è non può essere spiegata in normali termini oggettivi. Ho subito
un cambiamento positivo della personalità. Tutta la mia arroganza è scomparsa.
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48. NDE
di Delona 3/8/00. NDE contemporaneamente di
madre e figlio a causa di incidente d'auto.
Ciao il mio nome è Delona e questa
è la mia storia. Nel 1977 mi trovavo in un incidente d'auto e mio figlio, età
81 / 2 rimase ucciso, fratturato il 90 per cento del mio corpo. Mia figlia di 4
anni aveva la milza rotta. A differenza del conducente della macchina che non
si fece male noi fummo coinvolti. Dopo che eravamo nell'ambulanza la EMT
cominciò ad agire su mio figlio Scott. A quel tempo non sapevo che fosse così
seriamente ferito, mi ricordo che gli tendevo la mano sinistra e gli afferravo
la mano destra, poi mi ricordo una delle EMT dicendo che avevamo appena perso anche
la mamma. Poi io e mio
figlio stavamo camminando mano nella mano in un tunnel buio dopo siamo arrivati
alla fine e là c'erano i nostri cari e gli amici che erano morti ad aspettarci. Allora Gesù si avvicinò e mi disse che avevo una scelta che potevo stare in
paradiso o tornare sulla Terra. Ha detto che mi avrebbe mostrato cosa
sarebbe successo nella mia vita se fossi ritornato sulla Terra, ma non avrei
ricordato niente di ciò. Ricordo che la mia vita sarebbe stata difficile e
piena di dolore. Ho guardato mio figlio e gli dissi che lo amavo molto, ho
quindi preso la sua mano e la misi nella mano di mio zio. Ora, anche se mi piaceva, il mio zio non
era la persona cui avrei affidato anche mio figlio. Allora ho detto a Gesù e a mio figlio che
dovevo tornare sulla terra perché mia figlia non aveva nessuno tranne me. In un
batter d'occhio mi ritrovai nel mio corpo e ancora in ambulanza. Ho sentito un
EMT dire che il mio Dio la Madre sono tornati. Ora non è mai stato fatto un
lavoro EMT su di me, stavano ancora agendo su mio figlio cercando di riportarlo
indietro. Negli anni sento che la vita quotidiana è stata molto dura e se
avessi dovuto fare tutto da capo non sarei ritornato. Io sono l'unica persona che sa che Gesù gli ha dato una scelta, ma so che ci devono
essere molte più persone là fuori. La vita è ancora piena di dolore per me, non
solo perché ho perso la vita di mio figlio, ma anche per tutte le ferite che ho
avuto. E mia figlia ha dimostrato di essere un grande dolore per me, una
persona molto odiosa. Sarebbe
stato meglio se fossi rimasto con Gesù e con mio figlio.
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47. NDE
di Lisa M 5/3/00.
La mia esperienza di pre-morte si è verificata quando avevo
cinque anni, in Russia. Sono nata e vivevo là quando andai in vacanza sul Mar
Nero con mia madre ed i miei nonni.
Quel giorno eravamo andati tutti alla spiaggia. Il mare era agitato. Mia madre
mi teneva nelle sue braccia. Ricordo che mi sentivo al sicuro anche se le onde
erano enormi, almeno secondo la prospettiva di un bambino di cinque anni. Era
eccitante vederle infrangersi addosso a mia madre e a me, l’una dopo l’altra.
All’improvviso, venimmo colpite da un’onda particolarmente grande; mia madre
perse l’equilibrio e mi lasciò; io venni portata via dall’onda. Per un istante
sentii la terribile paura della morte e il mio corpo che percepiva la
situazione come una minaccia per la vita. Trattenni il respiro e mi dibattei
per trovare un punto di appiglio per salvarmi, ma, non trovai che acqua. Acqua
dappertutto. Mi sentivo impotente e completamente senza il controllo della
situazione. Allorché realizzai che ogni tentativo era inutile, che non vi erano
appigli a cui aggrapparmi, mi lasciai andare. Smisi di trattenere il respiro,
di cercare di salvarmi, di battermi per la vita; decisi di lasciare che le cose
andassero per il verso loro. Ciò di cui mi ricordo dopo, è un senso mai provato
di pace profondissima;
non avevo mai provato nulla di simile in tutta la mia vita. Mi sentii subito
completamente al sicuro, avvolta e protetta da un amore incondizionato e totale – non posso
descriverlo diversamente. Quest’amore mi circondava, era dappertutto ma, al tempo stesso, era
anche «me stessa», ossia ciò che io ero, l’essenza stessa del mio essere. Non
provavo più paura, né inquietudine, né voglia di combattere per chissà cosa;
avrei voluto semplicemente restare là, in questo stato, per sempre. Avevo
l’impressione di aver infine trovato la mia vera identità. Non vi erano limiti
né limitazioni, potevo andare dove mi pareva, sapere qualunque cosa, fare ciò
che volevo. Questo senso di libertà era indescrivibile. Ero consapevole che
questa cosa che noi chiamiamo «tempo» era sospesa, non esisteva semplicemente
più. Poi venni portata via da una forza sconosciuta. Cominciai a muovermi ad
una velocità vertiginosa che mi sembrava superare la velocità stessa della
luce. Percorsi una distanza enorme, letteralmente «al di là del mondo». Non
avevo più l’impressione di avere un «corpo», era piuttosto come lo spostamento
di un lampo nel buio, che si dirigeva verso un punto di luce che brillava in lontananza; più mi
avvicinavo a questa luce,
più il mio desiderio di raggiungerlo aumentava. Appena raggiunsi questo punto
di luce, mi ritrovai in un mondo di luce. In questo posto tutto era fatto di luce e risplendeva. Era di una bellezza e di
uno splendore indescrivibile. «Cielo» sarebbe il termine più adeguato, ma non provavo alcun
sentimento religioso e sapevo che non c’era niente di simile ad un «inferno».
Sapevo, senza sapere come né perché, che si trattava di un posto dove ognuno
andava dopo la morte, indipendentemente da ciò che era stato e che aveva fatto.
Al centro di questa luce vi era un personaggio maschile che risplendeva di luce ed emanava un amore incondizionato e totale che non aveva assolutamente niente di
terreno. L’essere mi
accolse nella sua luce,
ovvero mi avvolse in essa; era come se lui mi avesse «presa al laccio». Fu come
se riconoscessi tutt’a un tratto questo posto: era a casa mia, il mio vero
focolare domestico; io mi chiedevo come avevo potuto dimenticarlo. Avevo
l’impressione di ritornare a casa mia dopo un lungo e penoso viaggio in un
paese straniero. L’essere di
luce esisteva da molto prima di me e, di tutto il creato, lui era colui che mi
conosceva meglio di chiunque altro. L’essere di
luce conosceva
tutto di me. Sapeva persino tutto quello che avevo pensato, detto o fatto: mi
mostrò in un lampo tutta la mia vita. Mi vennero mostrati tutti i
dettagli della mia vita passata, e... futura, nel caso avessi deciso di tornare
sulla terra. Tutto avveniva nello stesso tempo: tutti i dettagli di tutte le
relazioni di causa-effetto della mia vita, tutto il positivo e il negativo,
tutti gli effetti della mia vita su quella degli altri e tutti gli effetti della
vita degli altri su di me. Non mancava nessun pensiero, nessun sentimento.
Potevo provare i sentimenti ed i pensieri di tutte le altre persone come se
fossi stata al loro posto. Questo mi procurò una comprensione sperimentale di
cosa arrechi dolore o gioia alle persone – esperienze positive o negative e gli
effetti delle mie proprie azioni.
Durante questa revisione di vita, l’essere
non mi giudicava affatto, malgrado le numerose mancanze che io vi vedevo. Lui mi mostrava semplicemente
la mia vita tale e quale essa era stata per me e mi amava senza condizioni; è
questo che mi diede la forza di poterla vedere senza schermi. Lui lasciò a me determinare
cosa fosse stato positivo o negativo e decidere cosa farne. Non ricordo nessun
dettaglio preciso degli avvenimenti che mi vennero mostrati, passati o futuri,
ma mi ricordo bene di cosa apparisse della più grande importanza. L’essere di luce mi mostrò che le sole cose che importano veramente nella vita
erano l’amore che noi
proviamo, i gesti d’amore
che noi facciamo, le parole d’amore
che noi pronunciamo ed i pensieri d’amore che coltiviamo. Tutto ciò che era stato fatto, detto, compiuto o anche pensato senza amore, era annullato, vanificato, azzerato. Era senza importanza. Non esisteva semplicemente più.
L’amore era tutto ciò che aveva
importanza, solo l’amore è reale. Tutto ciò che
noi facciamo con amore
è ciò che deve esistere. E’ tutto corretto. E’ tutto bene, e l’amore che noi sentiamo
durante la nostra vita è tutto ciò che resta una volta che tutte le altre cose
(che sono completamente effimere) svaniscono. Poi, mi ricordo di essermi
trovata in un altro luogo senza sapere come. Il primo essere di luce
era andato via ed io ero circondata da altri esseri o persone che avevo l’impressione di
«riconoscere». Questi esseri mi sembravano far parte della mia famiglia,
vecchi amici che erano stati con me da tutta l’eternità. La migliore
descrizione sarebbe «famiglia spirituale» o «famiglia di anime». Rincontrare questi esseri era l’equivalente di rivedere le persone più importanti della nostra
vita dopo una lunga separazione. Ritrovarsi tra di noi provoca una viva
esplosione di amore e
di gioia. Gli esseri comunicavano tra di loro e con me per telepatia.
Scambiavamo le parole, direttamente, mentalmente, da spirito a spirito. Noi non
avevamo corpo. Eravamo
costituti da una sostanza sconosciuta, una specie di concentrazione di luce
pura, eravamo come punti di luce all’interno della luce che ci circondava. Tutti quanti sapevano
all’istante ciò che gli altri «avevano in animo». Non vi era possibilità né
bisogno di nascondere qualche cosa agli altri. Questo genere di comunicazione
rendeva ogni malinteso impossibile e ci rendeva uniti in una maniera incredibile. Noi siamo tutti degli individui, ma allo stesso tempo siamo
anche «uno», uniti per sempre da legami
indistruttibili d’amore, dalla luce degli altri e dal mondo di luce che ci circonda e di cui siamo parte. L’amore che questi esseri emanavano mi ha
guarita; ha estirpato da me ogni ombra ed ha cancellato tutto il dolore e l’angoscia
accumulati durante la mia vita terrena. La stessa vita vissuta sulla terra mi
sembrava lontanissima, anzi, era come se non fosse mai esistita. Sono restata
in questo luogo, in compagnia della mia «famiglia dell’anima» per un tempo che
mi sembrò un’eternità. Non vi era né «tempo» (nel senso abituale del termine)
né «spazio». Tuttavia vi erano dei posti dove andare e degli spazi di tempo che
passavano. Tutto ciò può apparire contraddittorio ma è il solo modo in cui
posso esprimere queste cose. Spazio
senza spazio, tempo senza tempo. In questo posto non vi è che l’Essere
allo stato puro. A parte la mia «guarigione» e l’immensa gioia di essere
assieme, non mi ricordo più cosa abbiamo fatto. Mi ricordo di questo mondo come
di un luogo immenso, gigantesco, senza limiti né frontiere, né individuali nè
esterne. Mi ricordo che tutti
gli esseri che erano in questo luogo
possedevano una conoscenza totale, completa, che riguardava tutto. Era
piacevole, gradevole e bello, al di là di ogni espressione. In questo luogo le
«cose» e gli «esseri»
erano fatti di luce,
tutto era luce, a
dispetto dell’individualità di queste «cose» e di questi «esseri». E’ di questa
luce che mi ricordo più
di ogni altra cosa; era viva. Viva. Una luce viva che era tutto, l’essenza di
tutto. Poi, mi ricordo di essermi ritrovata in presenza dell’essere di luce incontrato per primo e che mi diceva che dovevo
tornare indietro. Io risposi: «Non se ne parla proprio, è fuori
questione, io non tornerò affatto!» Era veramente l’ultima cosa che avrei
desiderato. La vita sulla terra, piena di buio, di sofferenza, di tristezza, di
limiti e di limitazioni aveva l’aria di una terribile prigione a confronto di
questo posto meraviglioso, ed io mi rifiutavo con tutte le mie forze di
ritornarvi. Mi venne detto
che la mia ora non era ancora venuta, che mi era stata permessa una
piccola visita a «casa», ma che dovevo realizzare il mio scopo sulla terra ed
adempiere il compito che avevo scelto. L’essere di luce mi ricordò che io mio scopo era di sviluppare
l’amore e la
compassione e di esprimerli sulla terra, e che il mio lavoro consisteva
nell’aiutare gli altri in tutti i modi possibili. Era questa una scelta che
avevo fatto da me stessa. L’essere mi disse che sarei stata di ritorno nel
mondo della luce come in un batter d’occhi. «Non ti dimenticare che in realtà
il tempo non esiste, esiste solo l’eternità in quanto tale» mi disse.
Ed allora feci ritorno, sentii di nuovo il mio corpo fisico. Tutti questi
ricordi non riaffiorarono che solo alcuni anni più tardi. Ma essi erano stati
sempre presenti e questo mi aveva dato la forza di far fronte alle difficoltà
della mia vita e di aiutare gli altri.
Potete
descrivere la vostra apparenza o forma fuori dal vostro corpo? Puro
spirito, coscienza pura, senza limite. La nostra sostanza, la mia e quella
degli altri esseri
incontrati in questo mondo di luce
(vedere sopra) era fatto di un concentrato di luce. Noi eravamo questa stessa luce, la differenza era data
dalla densità che variava in funzione delle cose e degli esseri.
Avete
visto la luce? Sì.
Una luce vivente, è tutto,
l’essenza di ciascuno cosa e di tutto. Io non ho solamente «visto» la luce
perché tutto e tutti
ERAVAMO questa luce
stessa. E’ questa, credo, la base di ciò che molte tradizioni ed insegnamenti
spirituali e religiosi hanno descritto come: essere «uno» con tutte le cose. Sì, nella sua
essenza, ogni cosa è costituita da questa luce, e quindi tutto è veramente «uno», ed è proprio ciò
che ho sperimentato.
Avete
avuto l’impressione di avere avuto accesso ad una conoscenza particolare,
collegata ad un ordine o a un fine universale? Sì.
Il mio fine personale consisteva nello sviluppare l’amore ed i modi di esprimerlo sulla terra, come
pure aiutare le persone in tutti i modi possibili. Per un certo verso, credo che
sia il fine di ciascuno, imparare ad amare e a saperlo esprimere. Solo l’amore è reale. Una volta che tutto è scomparso non resta che l’amore.
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46. NDE di C 8/15/99.
Hai incontrato o Visto Altri
esseri? Sì,
ho sentito una presenza
ma non so chi o cosa fosse. Non ho mai visto la presenza l'ho solo avvertita.
Hai sperimentato Una Revisione
degli eventi passati nella Tua Vita? Sì, ho visto cose che erano
importanti per me e di importante che ho imparato da questa vita. Ho visto che
l'amore contava e
le cose materiali di questo mondo non sono importanti, ma siamo qui l'uno per
l'altro.
DOPO
L'Esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? Sì,
sono diventato più vicino
a Dio e non ho
dubbi su ciò che ci è riservato oltre questo mondo.
L'Esperienza ha colpito vostri i
rapporti? La Vita Quotidiana? Pratiche Religiose ecc? Scelte di Carriera? Ho
cambiato la mia cerchia di amici a quelli che avevano credenze simili alle mie.
Ho sposato un uomo che credeva in Dio, perché la lezione di amore incondizionato è derivata dalla lezione di Gesù e della Bibbia. Ho deciso di diventare più attiva nella chiesa.
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45. NDE di James 7/18/99.
Ero gravemente depresso. Ho
tentato il suicidio per overdose. Sono stato scoperto dai vicini circa 4 ore
più tardi. Ems è arrivato sulla scena - Io ero già incosciente. La saturazione di O2 era del 50%. Ricordo che stavo galleggiando sopra
l'ambulanza e guardavo i paramedici tagliare i miei vestiti. Il mio ricordo
successivo è quello di una discesa in tunnel fumoso di colore marrone scuro /
verde nuvoloso. Poi sono stato in un posto che posso descrivere solo come
essere al di fuori. Ho potuto guardare e vedere tutto l'universo galassie,
stelle, pianeti, e la Terra. Ho avuto un opprimente senso di solitudine
accompagnata da una sensazione di sbagliato. Ero completamente solo, senza la
presenza di Dio. Ho sentito qualcosa dietro di me o io sapevo che c'era e sentivo
che se mi fossi voltato e se l’avessi visto, sarei stato lì per sempre. Non era un luogo confortevole.
Ho visto l'universo essere distrutto davanti ai miei occhi. Passando dal
marrone al fuoco da destra a sinistra a partire dalla Terra. E' stato il mio universo che
stava per essere distrutto. Non il tuo o quello di chiunque altro. E sapevo che la
distruzione del mio non avrebbe avuto alcun effetto su chiunque altro. Io poi
mi sono trovato in una stanza di ospedale per l’emergenza traumi.
Quali
emozioni hai provato durante l’esperienza?
1st - solitudine, isolamento
2nd - ingiustizia
3rd - una totale assenza
di Dio
4th - imbarazzo/pentimento
5th - profonda gratitudine.
Hai
avuto la sensazione di una conoscenza speciale, di un ordine o uno scopo
universale? Sì. Che l’universo esisteva solo
per me. Tutti quegli eventi sulla Terra capitavano solo a mio vantaggio, nel
mio universo. Perchè ogni persona vive nel suo proprio universo. Essi
potrebbero interagire direttamente l’un l’altro ma ogni persona ha un percorso
differente basato sulle decisioni che uno prende, ma esiste prescindendo da
tutti gli altri. Difficile da spiegare...
Sei
stato coinvolto o consapevole della decisione di ritornare nel corpo? Sì.
Sapevo che ciò che avevo fatto era
sbagliato. Che sarei stato
per sempre senza Dio, se avessi scelto di rimanere. Ma sapevo che avevo
una scelta.
Quali
emozioni hai provato dopo la tua esperienza? Profonda
gratitudine per essere sopravvissuto e rimorso per il mio tentativo.
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44. NDE di Sammy 7/18/99.
Avevo avuto sintomi
simil-influenzali accompagnati da qualche malessere minore che si irradiava dal
petto fino ad entrambe le braccia e fino nella mascella. Ho dato ai medici due
immagini test di un ECG perfetto ed i sintomi sono stati liquidati come un
virus cattivo. Dopo un paio di settimane senza alcun miglioramento e un altro
elettrocardiogramma fu deciso di sottopormi ad un test di stress cardiaco. Si
tratta di camminare sul tapis roulant a vari livelli di difficoltà, mentre si è
collegati ad una sofisticata macchina ECG. Durante la prima fase della mia
prova ho sentito un dolore di schiacciamento al petto. Era come se qualcuno
avesse messo una morsa gigante sul petto. Ricordo che il dottore mi chiedeva se
stavo bene e cominciai a cadere, ma non mi ricordo di essere cascato sul tapis
roulant o sul pavimento. Dopo ciò i miei ricordi sono frammenti di immagini e
sensazioni. Ricordo di essere entrato in un tunnel o un passaggio tubolare con
un forte rumore che si udiva in sottofondo. La prossima cosa che mi ricordo è che ero attratto da
una luce magnifica di una brillantezza
incommensurabile. Come mi sono spostato verso la luce, la mia prima moglie mi ha intercettato. Lei era felice di vedermi ma preoccupata perché non era il
momento per me di essere lì. Sapevo che era felice e contenta nella sua forma attuale. Non mi
ricordo che mi avesse detto qualcosa di tutto questo. Lo sapevo solamente. La
prossima cosa che ricordo è che stavo seduto in un pascolo di un verde vivace
come ambientazione, con un cielo blu brillante. Non riesco a ricordare con
chiarezza se ci fossero erba, fiori o altre piante lì. Ho parlato con qualcuno qui. Abbiamo parlato per ore sul perché siamo
tutti qui e sui miei piani per questa vita. In quel momento ho capito tutto,
l’intero senso della vita e che cosa la riguarda. Non ricordo niente di tutto
ciò, tranne l'ultima frase. Mi è chiaro che non sono tenuto a crederlo. Ad
oggi, ancora sogno la conversazione nei minimi particolari. Quando mi sveglio,
io ancora non riesco a ricordare. Non so anche con chi o con che cosa ho
parlato. Vi posso dire che ho
provato l'amore incondizionato e una
saggezza senza limiti. Come ho detto, l'unica cosa che mi ricordo di quella
conversazione è una frase. Lo ricordo tanto chiaramente come se l’avessi appena
sentita. Una profonda voce maschile disse: "Allora è deciso,
ritornerai indietro". Alla fine di questa frase, il personale
medico mi defibrillato per la seconda volta. Sono stato sbattuto nuovamente
dentro il mio corpo e ho sentito la scossa con una vendetta. Era come se
qualcuno mi innescasse una piccola bomba nel petto. I miei occhi si aprirono di
scatto e ho visto la parte posteriore della testa dell'uomo che lo ha fatto. Ho
sentito dire "conversione" che è il termine medico per ripristinare
un ritmo cardiaco. Ciò mi dice che è stato il secondo shock. Il medico che mi
ha sottoposto al test di stress ha detto che mi avevano rianimato due volte. La
prima volta che non mi ero ripreso. I miei occhi chiusi di nuovo. La volta
successiva che si sono riaperti è stato per il massaggio cardiaco.
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36.NDE di Pul 11/05/99.
Alle dieci di un venerdì sera mi
stavo pettinando i capelli quando la spazzola mi cadde. Mi piegai per
raccoglierla ma non riuscii a tenerla stretta. Questo fu l’inizio. Andai in
panico. Il panico che si prova quando si affronta qualcosa di terribilmente
ingiusto. Ho provato anche quel senso assoluto di pace che ti invade, guardi tua
moglie e le dici che hai bisogno di andare all'ospedale. La sensazione di altre presenze
nella stanza, la capacità di camminare verso la macchina, sentire che
vieni sostenuto da qualcuno
su ogni lato e capire che in fondo va tutto bene. Poi sulla via verso
l’ospedale sai per certo che stai morendo e hai solo pochi minuti per dire
addio a tua moglie e tuo figlio senza far capire loro che sai che non tornerai
a casa. Potrei andare avanti ancora per molto, incluso essere stato alla presenza di Gesù Cristo […]. Ho visto
anche cosa poteva essere ed era al di là della mia comprensione.
Quali
emozioni hai provato durante l’esperienza? Come
ho detto, profonda felicità quando ero nella luce e profonda sofferenza quando ho sentito o condiviso la tristezza di Cristo quando insieme
guardavamo la venuta del tempo. Molto difficile da spiegare.
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33. NDE di Patti 22/03/’99.
1952. Il mio secondo figlio nacque
nel novembre del 1952 al reparto maternità dell’ospedale Florence Nightingale
di Baylor, a Dallas nel Texas. Avevo sentito dire la dottoressa che me ne stavo
andando poiché perdevo tutto il mio sangue e lei non riusciva a fermarlo.
Osservò che se qualcuno sapeva pregare era meglio che lo facesse e subito.
Iniziai a recitare mentalmente il Padre Nostro. Prima di finire, mi ritrovai fuori del mio corpo, in
piedi, ad osservare ciò che stava accadendo nella stanza. Avevano spinto la
barella verso il muro e solo un’infermiera era accanto a me. Per quanto riguardava
la dottoressa, avevo perso tutto il mio sangue, i miei segni vitali erano
scomparsi e fui dichiarata morta. Non fece nemmeno qualche tentativo su di me e
solo un’infermiera era accanto a me. Si diresse fuori da mia nonna, mia zia e
mio marito, disse loro che ero morta e che non aveva potuto fare nulla e chiese
loro cosa volessero fare del corpo. Subito dopo aver lasciato il mio corpo, un fascio di luce bianchissima scese nella stanza e una bellissima donna con lunghi capelli neri e una
veste bianca bordata di oro avanzò nella Luce. Stese le sue mani verso di me e mi diede la possibilità di scegliere se
seguirla lassù nella Luce oppure restare sulla terra nel
mio corpo. Dapprincipio volevo andare con lei verso la Luce, dal momento che era un’esperienza di pace così
bella. Quando la Luce
mi circondò non ebbi assolutamente paura. Il ricordo successivo che ho, è di me
stessa di nuovo in piedi - fuori della luce nella sala parto - che dicevo
“Scelgo di vivere”; suppongo fosse la decisione di tornare sulla terra dato che
la mia missione non era ancora finita. Dopo aver pronunciato le parole “Scelgo
di vivere”, nel senso di tornare a vivere la vita in questo corpo, ci fu
un'esplosione di Luce
nella stanza e contemporaneamente pronunciai quelle parole anche con il mio
corpo. Questo causò un grande subbuglio tra i medici lì presenti che si
precipitarono al mio fianco e iniziarono a scuotermi dalle estremità e a
premere la zona del cuore per ripristinare la circolazione, il respiro e far
tornare a battere il cuore. Nel tentativo di far ripartire la circolazione mi
procurarono dei lividi. Dopo quattro ore mi svegliai nella mia stanza con
cinque dottori e infermiere che mi osservavano. La mia dottoressa disse: “Ci
hai fatto prendere davvero uno spavento”. Dio aveva ancora bisogno della mia
vita, ecco perché oggi sono ancora viva. Sono qui perché Dio, Cristo e i Suoi Santi Angeli si
sono presi cura di me, mi hanno preservata e protetta. Sono veramente
grata per tutto ciò.
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26. NDE di Linda 2/28/99.
Stavo ascoltando lo show di Art Bell il 5 febbraio del ’99
mentre consegnavo i giornali qui nel Tennessee. Era così bello sapere che anche
altri avevano fatto delle esperienze EVM. Mi dissero che ero proprio matta
quando raccontai la mia esperienza 40 anni fa, quando ero una bambina di 5-6
anni. Non so se sia insolito o meno per per un bambino così piccolo fare
un’esperienza del genere. Tutto quello che so è che la feci!!!! Mi accadde
durante l’estate. Mio padre cercava di allevare un bambino nel miglior modo
possibile. Avevo già le chiavi di casa in quanto i miei genitori erano sempre
fuori per lavoro prima che ne parlassi apertamente. Di solito mio padre mi
portava al fiume dove c’erano molte altre persone, per poter interagire con
altri bambini della mia età. Purtroppo in mezzo al fiume c’era un dislivello.
Inutile dire che non sapevo nuotare. Ricordo di essere andato sotto per tre
volte e che non sarei sopravvissuta. Stavo per morire e ne ero consapevole. Non
volevo morire. Vidi un
tunnel alla fine del quale c’era una luce intensa. C’era
un gruppo di persone lì. Erano parenti. Avevo l’impressione che i miei
2 nonni fossero lì. Qualcuno, forse uno dei miei
nonni, mi stava parlando. Mi
disse che dovevo ritornare indietro. Che avevo ancora molte cose da
imparare. Non volevo ritornare indietro, a volte vorrei che non fossi ritornato
indietro ma mio nonno aveva ragione, avevo ancora molte cose da imparare. Venni
afferrato per un braccio. Era mio padre. Mi aveva salvato!!!! Provai a parlare
della mia esperienza ma nessuno volle mai credermi. MAI!!!!!!!! Ho convissuto
per 40 anni con questa esperienza. Ne compirò 46 ad aprile. Gli avi (sì, sono convinto che fossero i nonni, le nonne, le zie, gli zii, in sostanza parenti che morirono prima che io nascessi) avevano ragione, c’erano
ancora molte cose che dovevo imparare, oh e molto difficili. Superai il
problema della dipendenza dalle droghe 13 anni fa. Imparando a perdonare il
male e la rabbia provocati da circostanze a me superiori e che io non riuscivo
a controllare. Quella esperienza mi diede l’impressione che la morte non fosse
poi così temibile. Che a volte siamo qui per imparare, crescere e cose del
genere.
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25.NDE di Donna 23/02/99.
Circa 10 anni fa facevo uso di
droghe pesanti, ero un’eroinomane. Assunsi una dose letale di eroina e scivolai
verso la morte. Sono stata via per più di 20 minuti. Tutto ciò ebbe luogo nel
1983. L’esperienza fu molto intensa e mi ha accompagnata fino ad ora. Ricordo
di aver viaggiato nell’universo ad un’incredibile velocità, volando oltre i
pianeti e le stelle a tutta velocità. Arrivai in un luogo pieno di nebbia dove c'erano diversi uomini seduti a tavola ed un uomo in piedi con me, lo percepivo
come Gesù Cristo.
Mi furono dette moltissime cose sulla mia vita e su me stessa e mi fu detto che dovevo tornare
indietro e questa volta dovevo farcela. Desidero più di ogni altra cosa
poter ricordare nella sua interezza ciò che mi fu detto, ma non ci riesco.
Molte cose mi furono dette tramite la telepatia. Tornai indietro e mi ritrovai
a galleggiare sul mio corpo, ero sul soffitto e guardavo la scena dall’alto.
Vedevo i miei bambini accanto a me e mio marito al telefono con l’operatore del
pronto soccorso. Ascoltai tutto ciò che egli disse, e si affacciò il pensiero
"Come tornerò nel mio corpo?" e in quell’istante mi ritrovai di nuovo
nel mio corpo e l’ambulanza si fermò davanti a casa. In seguito chiesi a mio
marito di confermarmi ciò che avevo udito e visto mentre galleggiavo sul
soffitto sopra il mio corpo. Mi confermò che tutto era accaduto veramente, ero
morta a tutti gli effetti. Non avevo pulsazioni, ero livida e i suoi tentativi
di rianimarmi e la respirazione bocca a bocca non avevano avuto successo. Aveva
chiamato un’ambulanza nel disperato tentativo di salvarmi. Sono certa che
questa non è stata un’esperienza indotta dall’uso di droga, sono morta e sono
ritornata indietro con la certezza che tutto ciò che mi è successo è reale.
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24. NDE
di David
Era il 22 dicembre 1986 (verso le 16,15), mi sentii
all’improvviso come se stessi per morire, ma morire per davvero. Mi misi
disteso e quasi subito venni inondato da un’intensa luce bianca, pervasa dalla più incredibile
Potenza d’Amore
dell’universo. All’interno di questa luce bianca potevo sentire il soffiare di venti assordanti ma
anche il più bel canto di cori angelici che copriva il suono dei venti. Il mio
corpo era paralizzato dalla potenza di questa Luce. Quest’Amore mi inondava. Avevo paura di perdere il controllo delle mie
funzioni fisiche. Il desiderio di mantenere il controllo, il desiderio stesso,
il movimento, il pensiero, tutto ciò che era umano moriva nella luce. Quando
questa mi inglobò totalmente, un’esplosione di Estasi e di Amore si levò dal
mio ombelico, per andare a fondersi con la luce stessa. Presto, divenni io
stesso la Luce, io divenni l’Innocenza, l’Amore, l’Estasi, la Pace, la Potenza,
la Bellezza e la Saggezza stessa della Luce. Come una madre che porta suo
figlio in braccio, la luce mi trasportò in alto ad una velocità vertiginosa. La Luce mi parlava ed io sapevo che era Dio, il Potere che aveva creato l’universo intero.
La Luce mi diceva che questo primo cielo di luce in cui mi trovavo (la cui luce
ed il cui amore sorpassano un milione di volte ciò che avevo potuto conoscere
sulla terra) era pieno di un numero infinito di pianeti paradisiaci. Io guardai
il mio corpo e vidi che era fatto di pura luce bianca; ma esso riproduceva
ancora una forma umana luminosa. Sono restato là per qualche tempo, poi venni
trasportato più in alto, là dove la Gioia e la Gloria di Dio mi schiacciavano al punto
tale da non poter sopportare questa Estasi a lungo; successivamente esplosi in
una nuova luce in cui
la Gloria dell’Innocenza, dell’Amore, dell’Estasi, della Pace, della Potenza e
della Saggezza era un milione di volte più brillante che nel Primo Cielo. Il
mio nuovo corpo era più radioso, più chiaro, e poteva in qualche maniera
conseguire una crescita esponenziale di Gloria. Mi venne detto che questo
Secondo Cielo comprendeva a sua volta un numero infinito di pianeti. A mano a
mano che si procedeva nell’ascesa dei piani celesti, ogni volta le qualità di
questa Gloria aumentavano un milione di volte. Lo splendore e la bellezza della
vita all’interno di questi piani celesti sono inconcepibili per lo spirito
solo, separato da questa luce. Venni portato su un piano di Estasi e di Amore
la cui pressione era così immensa che potevo appena sostenere il suo livello di
energia cosmica e di Estasi. Esplosi ancora una volta all’interno di una nuova
luce un milione di volte più brillante della precedente: era il Terzo Cielo.
Là, il mio corpo conservava ancora l’apparenza umana. Ma era talmente grande la
luce bianca che emanava che io non potevo credere ai miei occhi. Ero in
condizioni di poter vedere chiaramente e perfettamente a milioni di miglia di
distanza. Il canto degli Angeli al disopra di me era
magnifico, assordante e glorioso. Avevo l’impressione che la vibrazione dei
suoni portava in sé una saggezza talmente sofisticata che poteva in effetti
creare vita e miriadi di possibilità nell’universo: le armonie Angeliche non
risuonavano solo per il piacere, erano delle armonie destinate a creare.
Lasciai il Terzo Cielo per il Quarto, là dove la Gloria di Dio era così risplendente che
avevo l’impressione che gli
esseri esistenti su questo livello
superassero ogni concetto di Gloria immaginabile. Il mio corpo era qui talmente
luminoso che gli restava ben poco dell’apparenza umana. Questa Gloria, con i
suoi attributi, era talmente radiosa che io dissi a Dio: «Non sono in grado di poter resistere di
più: Tu sei talmente più immenso del Dio che avevo immaginato che questo
trascende ogni mia capacità di comprensione». Galassie intere di energia
potevano essere create con questa Luce. Chiesi a Dio di non portarmi oltre, ma Egli lo fece lo stesso. A
quel punto, la Gloria superava nettamente le mie capacità; una stupefacente qualità
di Luce discendeva da un piano al di sopra di me ancora più risplendente. Io
non penso che vi fossero dei pianeti su questo livello, ma può darsi che vi
erano degli esseri viventi all’interno delle stelle stesse. La Grazia di Dio, la sua qualità la più
poetica e la più meravigliosa, discendeva come milioni di foglie che cadono
armoniosamente, dando pace e purezza all’Estasi ed alla Gloria ad un punto tale
che io non potevo sopportare. Potrei scrivere un capitolo intero su questa
Grazia senza peraltro poterle rendere giustizia. Poi, venni portato al Quinto
Cielo. Il mio corpo somigliava ormai ad un sole gigante. Non avevo più alcuna
apparenza umana. La Gloria che vi regna è indescrivibile. Quello che si prova è
del tutto inconcepibile per degli esseri umani. Io sono restato là per qualche
tempo, poi venni portato al Sesto Cielo. Questo è un milione di volte più
radioso del Quinto. Non posso parlare dello splendore di Dio in questo cielo. Gli Angeli cantano così forte
che nessun orecchio umano sarebbe in grado di ascoltare questa musica
dell’universo. Il mio corpo era divenuto un sole ancora più brillante fuso con la luce che è al centro di Dio. Fui poi trasportato al
Settimo Cielo. Ciò che si prova lì era talmente al di là delle mie capacità che
Dio mi portò più in
basso. Potetti restare solo dieci secondi al Settimo Cielo. La Luce poteva
creare galassie intere con la semplicità più totale. Gli esseri che possono
andare là sono un milione di volte più evoluti di me. Dal momento che il
livello di Luce e di Gloria dell’Innocenza, dell’Amore, dell’Estasi, della
Pace, della Potenza, della Bellezza e della Saggezza aumenta un milione di
volte da un cielo all’altro attraversare questi livelli e restarvi è molto
difficile.
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19. NDE
di Joe 2/10/99.
Mi chiamo Joe. Ho quasi 64 anni. Sono
nato a marzo.
Sono domiciliato a Clark County (Las Vegas, Nevada, USA) da novembre 1952.
Suppongo che io abbia iniziato l'alcol, a fare i giochi d'azzardo e tutte le
cose sbagliate tanto tempo fa. […] Durante
il mese di aprile 1990, credo che io fossi sobrio. Non ero ubriaco. Verso il 17
aprile, hanno iniziato i dolori severi al braccio sinistro, in mezzo della
schiena e al petto. Il mio medico mi ha consigliato di andare in ospedale.
Pensavo che fosse soltanto il petto e gli ho detto così. Beh, il 20 aprile 1990
verso le 15.00, stavo in cucina lavando i piatti e improvvisamente sembrava che
esplodessero i miei occhi dalla mia testa e poi il dolore del petto è diventato
molto intenso. Il telefono stava sul ripiano in cucina. Ho chiamato il pronto
soccorso, e quando mi hanno risposto, "sono morto" era l'unica cosa
che sono riuscito a dire. Io sono caduto per terra. Sicuramente non mi sono
disteso lì per tanto tempo perché ''facciamolo'' era la prossima cosa che ho
sentito dal pronto soccorso. Per quanto capisco, sono preso al centro medico
dell'università. L'operazione ha iniziato subito e è durata dalle 15.30 alle
23.00. Chiamato un prete è stato chiamato per darmi l'estrema unzione. Il medico ha
detto alla mia famiglia che sopravviverei solo se ci fosse un miracolo. Quando i medici hanno rimesso a posto il mio cuore, ha smesso di battere. I
medici mi sbattevano con i defibrillatori. Mi sembra che mi sono alzato direttamente
dalla postura prono e guardavo la squadra dei medici da sopra. All'improvviso,
ho iniziato a girarmi e sono sicuro che non avevo paura. Non sapevo soltanto
che succedeva. Improvvisamente mi sono trovato dentro un cunicolo e poi mi sono
ritornato alla postura prono. Tutto era luminoso. Mi muovevo a gran velocità. Quando mi sono
fermato, stavo in piedi alla fine del cunicolo. C'erano le palme e le ringhiere
d'oro. Dio ci stava in piedi. Era vestito con un abito bianco con una cintura
dorata intorno la sua cintola. Aveva i capelli marroni, la barba e gli occhi
azzurri penetranti. Mi
ha detto: "torna, Joe, non è il tuo momento."
I medici mi hanno detto che il mio cuore ha iniziato a battere con gran forza.
Non avevano un'idea perché durante il mio viaggio non hanno smesso di sbattermi
con i defibrillatori. Mi hanno detto che avevo una forza incredibile e che
volevo scendere dal tavolo. Mi ricordo che c'era un tubo d'ossigeno in gola che
ho tolto. Mi hanno messo sotto costrizione prima che mi hanno messo in unità di
terapia intensiva per un mese. La mia condizione era molto grave per due
settimane e mezzo. Quando mi sono messo finalmente nella mia stanza, c'era la
vista di Charleston Boulevard e mi sono guardato. Ero così magro e stavo così
male. C'erano tanti punti di sutura e segni al mio corpo come se io fossi pieno
di garza. Quando mi sono guardato ho detto, ''Dio, so che mi hai salvato.
Non bevo o fumo più e non mi metto niente che mi distruggerebbe o rovinerebbe
quello che mi hai dato nella mia nuova vita.''
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15. NDE
di Sarah Come riportata nel programma
radiofonico Art Bell dei giorni 2/4/99 - 2/5/99. Questa storia ha stupito
milioni di ascoltatori!
Nell’agosto del 1989 stavo facendo ritorno a casa in
bicicletta da una riunione di volontariato verso le 10 di sera. Mentre mi stavo
avvicinando a una luce, fui colpita da dietro da un furgoncino che viaggiava a circa
50 miglia orarie. Io e la bici fummo scaraventati contro il camioncino. Nel
momento in cui il conducente frenò con forza fui sbalzata in aria per 18 metri
per poi atterrare alle spalle della strada. I miei polmoni collassarono, molti
dei miei organi interni si lacerarono, mi ruppi il bacino e diverse costole.
Ero prossima alla morte. Fortunatamente un ufficiale di polizia si trovava nei
paraggi e potè chiamare rapidamente via radio un’ambulanza. Io, per quanto
possa sapere, non ho ricordi di eventi precedenti. Questo è ciò che ricordo: un
momento prima stavo passeggiando in bicicletta e un istante dopo mi trovavo in
un posto completamente buio. Avevo perso il senso della direzione e della
prospettiva ma avevo la consapevolezza del mio corpo, cioè, sapevo che ancora
lo avevo. In ”lontananza” incominciai a sentire un ronzio e una luce pungente. Il suono
cominciò ad aumentare e la luce
sembrò incominciare a venire verso di me. Come l’oggetto si avvicinava
incominciavo a notare che era una creatura fantastica demoniaca avvolta da fiamme con enormi
occhi e denti che si piegavano verso di me lavorando e ringhiando. C’era
qualcosa di minaccioso nel suo sguardo fisso così come digrignava i denti e
cacciava fuori una lunga lingua arancione sbavante verso di me. Ero inchiodata
nello “spazio luminoso” all’interno dell’oscurità in cui mi trovavo. Sembrava
non ci fosse nessun luogo dove andare per evitare il peggio in quanto la creatura stava avanzando
verso di me a velocità crescente determinata a raggiungermi. Rimasi ferma sul
mio “posto” e chiusi gli occhi aspettando di essere inghiottita dalle fiamme o
divorata o entrambe le cose. Invece ebbi la consapevolezza che la creatura lentamente
passasse senza procurarmi alcun dolore attraverso il mio corpo e girai internamente
un occhio verso di essa solo per scoprire che la creatura stava ridendo allegramente siccome mi
aveva attraversato. Uscì dietro di me con uno scoppio e improvvisamente stavo
volando velocemente attraverso l’oscurità. Mentre volavo altre due creature demoniache
vennero verso di me mostrando colori differenti ma ancora terrificanti. Forte
dell’esperienza con il precedente, permisi a questi esseri di avvicinarsi ed
anche di attraversarmi. Rapidamente arrivai all’entrata di un tunnel
nell’oscurità. Il tunnel pareva essere costruito di materiale simile a nubi
fosche e avvolto in lontananza fino alla destra. Successivamente si ramificava
e non potei vedere dove conducesse. Dalla ramificazione sulla destra si
estendeva una luce
giallo-bianca che rischiarava un pò il tunnel. Mi diedi un’occhiata e mi
accorsi che il mio corpo non c’era più. Al suo posto c’era una luce blu simile ad una stella
che pulsava. In quel momento ciò mi sembrava naturale e piacevole. Era una
esperienza molto liberatoria il non essere più attaccati a un peso. Guardando
indietro nel tunnel, mi accorsi che c’erano delle entrate in entrambi i lati
della struttura. Altre stelle stavano vagando nel tunnel, alcune blu come me,
altre di color ambra. Altre due stelle blu apparvero accanto a me e con
delicatezza mi spinsero nel tunnel. Fluttuavo su e in avanti osservando che
alcune entrate erano aperte mentre altre sembravano essere state chiuse Nella
prima entrata osservai che somigliava al tipico inferno. C’erano scoppi
di urla e di strilli angosciosi. Esseri umani nudi
erano sparsi in un paesaggio maledetto con specchi d’acqua pieni di escrementi
e macigni frastagliati. Diavoli
e altri animali stavano torturando le persone in qualunque modo immaginabile; e
anche le persone si torturavano tra loro. Come mi avvicinai all’entrata di
questa scena funesta, avvertii una sensazione di qualcosa che mi stava
risucchiando attirandomi come in un vortice, e mi ritrovai a volare sopra
questo miserabile paesaggio. L’odore era putrido e il calore era alquanto insopportabile
eppure una parte di me era attratta apparentemente dalla infinita varietà di
dolore e angoscia che veniva inflitta agli abitanti di questo regno. Una buona parte di me
voleva abbandonare quel posto e non avevo nessuna difficoltà a farlo e la mia
sensazione era che chiunque poteva farlo se lo avesse voluto. Sentivo che nulla o nessuno
aveva costretto queste persone eccetto la loro convinzione nella agonia che
continuavano a patire. Volai di nuovo verso l’entrata che era
chiaramente visibile da ogni parte “nell’inferno” Non lasciai niente se non la gioia, ma
ancora avevo una sensazione di me stessa come a prescindere dalla gioia. La
prossima entrata nel tunnel non fu certo migliore. Tanto lontano quanto la vista poteva arrivare si
scorgeva la gente che camminava su un arido
terreno giallo con il capo chino, completamente assorbiti pietosamente nei loro stessi
pensieri angosciosi,
inconsapevoli che qualcun altro potesse essere attorno a loro. Una
grande sensazione di solitudine e isolamento emanava dalla scena ed io evitai
di avvicinarmi troppo, sebbene non vi fosse alcuna sensazione di risucchiamento
in questa apertura nel tunnel nuvoloso. Volavo ancora più su lungo il tunnel e
scrutavo le altre entrate ma in particolare la prossima che mi fece un’ultima
impressione era un mondo di indescrivibile bellezza. Osservai un meraviglioso
giardino alberato con fontane e cascate e fiumi e ponti che brillavano e
rilucevano di colori iridescenti. Una raffigurazione molto vicina alla bellezza
di questo mondo è stata rappresentata dall’artista Gilbert Williams, il cui
lavoro fu da me scoperto alcuni anni dopo la mia NDE. Una sensazione di pace e
armonia emanava da questa scena ed io mi diressi verso l’ingresso con grande
desiderio di entrare. Nel mentre incominciai ad attraversare l’entrata il mio
“naso” percepì ciò che sembrava una rete fitta come di plastica. Spinsi in
avanti ma fu delicatamente respinta e una voce disse: “non hai le cognizioni necessarie per entrare in questo
mondo”. In quel momento ricordo che ero dispiaciuta ma non mi ritenni
indegna, solo ignara. Poi spostai la mia attenzione sulla luce che stava brillando
attorno al bivio sulla destra. Entrai nella luce e venni trasformata da una
sensazione di completa e assoluta gioia. Dissi alla luce “sono qui” e la
luce disse “bene” con
un tono di voce che risuonava di felicità e beatitudine. Cedetti alla
beatitudine e imparai molte cose che appaiono banali quando sono descritte ma
che sono vere per me e che risuonano in me adesso e sempre. Appresi che sono eterna
e per quanto possa fare esperienza di molti modi di morire, sempre saprò chi
sono. Non ho nulla di cui avere paura, devo solamente fare esperienza e sono
l’unica che definitivamente sceglie che cosa sperimentare. Ciò sembra sciocco
ma credetemi, appare davvero reale, realmente bello sapere che tutto ciò si
trova dentro di te. Alla fine, diventai disincantata di fronte all’eterna
beatitudine e decisi di andare via. Dissi alla luce: “me ne sto andando” e la luce disse “bene” continuando
la sua completa gioiosa e beata esistenza in nessun modo alterata dalla mia
presenza. Fluttuai indietro nel tunnel dandomi un’occhiata con continuo stupore
alla fine stabilendomi sulla soglia di un ingresso che dava sullo spazio
esterno. […] Un altro essere apparve accanto
a me e “parlammo” circa le mie scelte. Udimmo una voce che diceva: “se
passi attraverso attraverso questa porta non potrai tornare indietro”.
Il mio successivo ricordo cosciente fu di trovarmi in un letto d’ospedale con
innumerevoli tubi infilati dentro di me e un tubo respiratorio dentro la mia
bocca. Ero piena di gioia e canticchiando con forza sebbene fossi incapace di
muovere una qualunque parte del mio corpo di mia propria volontà. […] la
consapevolezza dell’eternità del mio spirito e la libertà dalla paura della
morte ha creato in me un fondamento di pace che nessuna temporanea condizione
fisica può mettere in crisi. Ho un grande desiderio, che ciascuno possa
sperimentare le meraviglie che ho vissuto senza dover soffrire il trauma come
ho fatto io, ciò potrebbe trasformare il mondo.
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14. NDE
di un SUICIDA
Dopo 38 anni di dolore terrore nel
ricordare quella. fatidica notte dell’ottobre 1960 mi vengono i brividi quello
che mi viene difficile da spiegare e l’amore di Dio e il perdono che ha seguito il mio tentato
suicidio quello de sto per raccontare non è stata una allucinazione ma una
personale esperienza che voglio condividere con chiunque abbia bisogno di
sentire l’amore di Dio e la realtà dello spirito quando sembra che suicidarsi sia l’unica via d’uscita. Se qualcuno
mi avesse detto 38 otto anni fa che avrei dovuto avere quella esperienza ci
avrei riso sopra. Mi ero sposato to nel 1948 con una bella donna, una ragazza
conosciuta da tutti e mi sentivo privilegiato di ricevere la sua attenzione. Facevo
il notaio a quel tempo ed avevo così tanto da fare e facevo attenzione solo
alle piccole nubi che offuscavano la nostra relazione e non vedevo che un nero
temporale si stava preparando negli anni seguenti. Tanti miei sogni e speranze
sono sfumati ed ho cominciato a bere sempre di più e prima di accorgermene, ero
diventato dipendente dell’alcool ed ho perduto la mia fede. Ero pieno di insicurezze impotente e mi facevo pietà di me stesso
dopo solo 7 mesi di matrimonio ho scoperto mia moglie aveva una relazione
extraconiugale, e così ho cominciato a bere di più e mi sentivo in colpa per
aver rovinato la nostra vita. Dopo di allora tutte le volte che scoprivo che mi
tradiva, perdevo controllo di me stesso e le dicevo parole par farla sentire in
colpa ma lei continuava lo stesso. Era andata fuori con un uomo quando ho
deciso di farla finita e chiudere questa vita di sofferenze, ho messo i bambini
a letto ho ascoltato le loro preghiere ed in quel momento non avevano nessun
significato per me avevo finito di credere tanto tempo prima, dopo che e
bambini si sono addormentati o preso quello che mi serviva per spedirmi per l’ultimo
viaggio due flaconi di sonniferi e tre bottiglie di brandy mi sono ricordato
che il medico mi aveva detto di non mischiare le due perché sarei morto ma
adesso era proprio quello che volevo, ho scritto una lettera di suicidio, ho
preso una manciata di pillole, l’ho messa in bocca, e mi sono messo a bere il
bourbon mentre sentivo le pillole scivolare giù in gola e pensavo: è fatta, non
posso più ritornare indietro. Quando ho terminato la prima bottiglia ed ho
finito i sonniferi mi sentivo un formicolio ai piedi ed ho cominciato a pensare
che forse non era abbastanza, allora ho preso ancora pillole ed ho bevuto
ancora, ed ecco, quando mi sonno sentito un grande bruciore dentro lo stomaco,
e la mia vista cominciava ad offuscarsi, ed ho cominciato a vedere una nuvola
scura formarsi e venirmi incontro, fino che sono sparito dentro. Mi sentivo
attraverso una galleria e mi muovevo molto veloce, non so se ero vivo o morto a
quel punto, ma mio ricordo di aver guardato indietro ed ho visto il mio corpo
nel pavimento della cucina ed ho pensato: è questa la morte? No, una voce ha risposto da qualche
parte ed ecco, quando con mia sorpresa vidi un essere di
indescrivibile bellezza che emanava amore, compassione e calore. Non
sapevo che cosa dire ma lui
mi ha parlato e mi ha detto: no, la morte non dovrebbe essere cosi, vieni ti
faccio vedere, mi ricordo che mi sono mosso con lui sulla sponda di un precipizio e ho guardato giù ed ho visto una scena
terribile; solo rocce e terra, non alberi o erba e c’era tanta gente che si muoveva in circolo, tenevano la testa giu e si
guardavano i piedi continuavano a camminare sensa una direzione e sbattevano
luno contro laltro, al
pensiero di dovere andare a ragiungere queste anime perse mi sono preso di
paura, allora lo spirito ha detto: questo è l’inferno che tu hai aiutato a creare, di qui dovresti tornare
di nuovo sulla terra, e passare le stesse esperienze che hai provato prima e
dovresti stare con loro fino ad allora. Mi ha fatto vedere scene della mia vita
specialmente gli ultimi 5 anni dove il bere aveva rovinato la mia vita e mi ha
fatto vedere l’effetto che aveva fatto ad i miei bambini e come la loro vita si
sarebbe svolta, ho visto la tristezza che provavano per avermi perduto, ho
visto che la madre non si sarebbe presa cura di loro e sarebbero finiti in un
orfanotrofio. […] Egli
mi ha detto in una severa voce
come un padre parla ad un figlio: la tua vita non è tua che puoi fare quello
che ti piace, ti sei creato da te? No! Allora non puoi decidere di toglierti la
vita. Mi sono messo a piangere e lui ha detto:
non ho ancora finito con te, il tuo lavoro non è finito vai ritorna e fai
quello che adesso sai che devi fare. La prima cosa che ho visto nel
risvegliarmi è la faccia di mia figlia riempirsi di gioia. […] Il ricordo di
quello che ho visto ed ho imparato nell’altro mondo mi riempie il cuore di
fiducia e mi viene sempre in mente quel passaggio nella bibbia (anche se cammino nella valle della morte non ho paura
perché lo spirito della luce è con me ed illumina il mio cammino). Dopo
la mia esperienza non ho più paura della morte e guardo alla vita con una
visione spirituale e la mia responsabilità di crescere i bambini la sento come
un privilegio, anche se la mia esperienza è stata negativa, il risultato è
stato più che positivo; i figli sono cresciuti e sistemati ed io mi sento con
il cuore in pace
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13. NDE
di Mary
Quando ero una giovane single nella mia citta' natale di
Londra, Inghilterra, sono stata ricoverata all'Ospedale Memorial con gravi
complicazioni in seguito ad un tentativo fallito di aborto che avevo fatto nel
bagno del mio appartamento. Di educazione cattolica, avevo cercato di gestire
la gravidanza indesiderata in segreto e da sola. Dopo aver perso molto sangue e
sentendo addosso un gran freddo, ho chiamato l'ambulanza per farmi portare in
ospedale. Appena arrivata di corsa in sala rianimazione, mi ricordo il
personale che correva nella mia stanza con carrelli contenenti attrezzi,
bottiglie, pompe, aghi, bende, tubi ecc. Dall'ombelico in giu' ero bagnata di sangue,
ero molto debole. La mia condizione era molto grave, vicino alla morte. Man
mano che il sangue scorreva dal mio corpo, perdevo la volonta' di vivere. Ho
sentito un suono come un "pop" e di un tratto il dolore e' cessato.
Mi sentivo tranquilla per la prima volta in tre mesi, da quando mi sono
scoperta incinta con un uomo che mi aveva mentito dicendomi di amarmi e di
volermi sposare ma che aveva moglie e 5 figli in un'altra citta'. Vedevo molto
chiaramente il mio corpo mentre lavoravano con fretta e furia, praticandomi una
trasfusione e mettendomi altri tubi. Mi ricordo di pensare che volevo solo che
mi lasciassero stare. Avevo un aspetto orribile e un brutto colore. Mi sentivo
imbarazzata perche' ero io la causa di tutto questo panico. […] Mi sono resa conto di un tunnel che e' comparso d'un tratto, e che ci
venivo tirata dentro. Ero felice di andar via dalla scena cosi' tesa
sotto di me. Galleggiavo verso il tunnel attraverso il soffitto. Sono passata
attraverso un ventilatore appeso al soffitto e poi attraverso il soffitto. Il
nero del tunnel rotolava e cominciava ad andare piu' veloce. Ero curiosa di
sapere com'era il mio corpo e mi guardavo le braccia e le mani. Sembravano di
essere in espansione, emettendo una leggera incandescenza. Ho sentito un colpo
di vento e un suono sordo come una vibrazione mentre acceleravo diretta verso
una luce brillante a
distanza. Sentivo come ci
fosse una presenza con me che emetteva amore e saggezza. Non ho visto nessuno, ma sentivo l'essenza del nonno che e' morto quando
avevo 13 anni. Ero conscia della sua presenza confortante ma non ho visto o udito niente. Sono
arrivata finalmente in fondo e sono entrata galleggiante in un posto colmo di
una radiosa luce bianca
che sembrava incorporare tutti i concetti dell'amore. Un amore senza condizioni come
quello della mamma per il figlio. Era senz'altro una presenza calda e gioiosa,
come quella che in primo istante mi aveva tirata dentro il tunnel. Mi sembrava
una gigantesca forza o energia che radiava tutte le buone e nobili emozioni
dell'uomo. Avevo abbandonato le vie della chiesa Cattolica appena lasciata la
scuola parrocchiale a 17 anni, sentendomi liberata da una rigida prigione, e
non ero per niente religiosa, ma sapevo nel cuore mio che questa forza era Dio. Non ho le parole per
esprimere la mia riverenza in questa presenza. Sembrava come se io diventassi
una parte della Luce e che allora la Luce diventasse una parte di me. Eravamo
tutt'uno. Di un tratto ho capito, senza nessun dubbio, come siamo tutti
interconnessi gli uni con gli altri, Dio e tutte le forme vitali dell'Universo.
[…] L'esperienza rimane cosi' reale
e viva adesso come a 34
anni fa e mi ha cambiato la vita in molti modi spirituali ed edificanti.
NDERF addendum: Mary e' tornata alla chiesa Cattolica
ma ha avuto cura di andare ad una parrocchia piu' aperta di mente di quella di
prima.
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11. NDE
di un detenuto
Mi chiamo Filippo. Il 24 settembre 1995 all’1: 30 circa,
durante un tentativo fallito di rapina, sono stato ferito dalla pallottola
dello sceriffo della contea. La pallottola mi ha fracassato il ginocchio e
perforato l'arteria del polpaccio. Mi hanno detto che avevo avuto un'emorragia
durante l'operazione. Mi ricordo di due eventi distinti. I due differiscono. La
prima volta, mi sono ritrovato in procinto di galleggiare al sopra di un tavolo
operatorio, in quel momento, ero molto interessato da ciò che mi accadeva ero
inquieto ed agitato. Un proiettore medico si trovava nel mio campo visuale, mi
sono dunque "spostato” verso il basso per osservare al di sopra della
spalla di una chirurga. Mi ricordo di aver riso (era troppo bassa, era salita
su un oggetto per raggiungere il tavolo. Ho visto anche un uomo in tenuta da
chirurgo, appoggiato contro un muro e che ho riconosciuto, era l'ufficiale che
mi aveva accompagnato nell'ambulanza e con il quale avevo approfondito dei
rapporti amichevoli). Questi due particolari sono stati confermati dopo la mia
convalescenza. Poi il "bolla” è scoppiata (non è esatto, ma è la migliore
descrizione) e tutto era nero. Era come addormentarsi, ma lentamente. Ero a
piedi nudi in un bel prato di montagna, avevo quattro anni. A tenere la mia
piccola mano paffuta, c'era
il più bell’uomo
che avessi mai visto. Cento volte più bello di un dio greco! Una luce emanava da lui, che irradiava l'amore come il sole irradia la
luce, sapevo che ero al
sicuro con lui. Era la sensazione più calma e
più amorevole che avessi mai provato.
Noi abbiamo cominciato a camminare mano nella mano su una strada che
attraversava il prato. Sapevo che mi portava con sé in un posto preciso, ma che
il tragitto era ugualmente importante. Vedevo delle cose talmente stupefacenti.
Dei colori, delle forme, degli odori, tutti era così chiaro e bello. Era come
se vedessi per la prima volta. La mia guida apprezzava molto questa
passeggiata quanto me, indicando le cose nuove con il dito e ridendo del mio
divertimento. Il solo suono che emetteva era la sua risata che era
anch’esso meraviglioso come tutto il resto. C’era un torrente di montagna, il primo grido di un bambino. Il tintinnio di un
carillon ed il tuono. Mai non potrò descrivere questo suono. Alla fine della
strada, siamo arrivati in un posto a strapiombo su una valle. La valle era
coperta di nebbia/nubi, così fitte che non si poteva non soltanto vedere in
fondo, ma non ci si poteva neppure farsi un'idea esatta della sua estensione. Dalla valle provenivano
sensazioni/emozioni che erano così tristi che ho cominciato a piangere. Queste sensazioni erano un
dispiacere riempito di nostalgia, molto simile al desiderio per alcune cose non
avverate, tutto in tenuto conto che era troppo tardi per cambiarle, ma
desiderandole comunque. Anche
la mia guida piangeva. Una vita sprecata è
troppo triste perché si possa esprimerlo con parole. La luminosità
attorno alla mia guida
si è affievolita mentre una luce più brillante e più grande li ha avvolti, ho
sentito una voce nella mia testa. La voce diceva: "Filippo,
arrivi ora al termine di questo cammino. Ricordati che ti amerò sempre" La luce si è affievolita, la mia guida ha sorriso ed ha asciugato le
mie lacrime, la bolla è "scoppiata” daccapo.
Nella sala di rianimazione, mi sono svegliato in procinto di piangere come un
bambino. Ho visto un'infermiera al sopra di me, tentava di calmarmi, dicendomi
che era tutto finito, che tutto era andato bene, lei mi ha chiesto perché
piangevo. Le ho risposto che avevo fatto un sogno triste. Ha riso e mi ha detto
che gli anestetici
somministrati durante l'operazione bloccano la capacità di sognare del cervello.
Ho chiesto ad altri medici se fosse possibile sognare sotto anestesia. Tutti
hanno risposto di no. Tento sempre di convincermene, ebbene ci sono finalmente
arrivato. Occasionalmente, poco prima di addormentarmi, vedo le mie guide vicino a me.
Personalmente, penso di
aver avuto una descrizione del paradiso e
dell'inferno, che non soltanto ho incontrato
il mio angelo custode, ma che gli ho tenuto la mano e
che ho sentito la voce di Dio.
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10. NDE
di un adolescente
Faceva molto freddo con una leggera neve, il giorno in cui
"sono morto", il 27 gennaio 1996. Facevo sci a Aspen in Colorado. Ero
con la mia compagna. Speravo di impressionarla con le mie capacità in sci
acrobatico, è stato proprio in quel momento che ho avuto un confronto
avvicinato con un pino molto duro. Ero KO. Ero sbalordito di trovarmi in
procinto di galleggiare ad alcune decine di centimetri sopra il mio corpo. La
mia compagna provava senza successo a rianimarmi. Appena ha potuto, ha gridato
ad altri sciatori di andare cercare aiuto. "Guardate, c’è del
sangue!", ha detto uno dei curiosi. Ero leggermente interessato quando ho
notato che sanguinavo di una ferita sul lato destro del mio volto che giaceva
sulla neve. La mia compagna ha tolto il suo cappuccio di pelliccia e lo ha
messo con cautela sotto la mia testa. […]. Improvvisamente tutte le sensazioni
sono svanite e ho preso coscienza di un'altra dimensione dello spazio.
L'ambiente pesante ed inquietante era scomparso ed ho sentito una sensazione
realmente pacifica di ritorno a casa, immerso in un amore che viene da una fonte che sembrava familiare e calda. So che
ciò sembra strano, ma mi sentivo come se appartenessi ad una parte dell’immensità
di tutto ciò che è nell'universo. Questo posto dove mi trovavo è una sfida alle
semplici parole. Sembra che sia sempre esistito e che faccia parte di qualsiasi
cosa ora e per sempre. Ho visto uno bel posto violaceo ed ho sentito un essere affettuoso che mi chiedeva telepaticamente
se volessi restare o
ripartire. Ho pensato ai miei anni futuri d'università. Ho chiesto
"all’essere" se occorresse che ripartissi subito, e se ci fossero
stati problemi se fossi ripartito dopo. L'essere ha avuto una risata amichevole
soffocata che ha fatto ridere anche me, quindi è accaduto in un momento. Ero di
ritorno in un mondo di sofferenza. Mi hanno detto che avevo subìto una
commozione e che ero stato incosciente per tredici ore. Era così tanto
difficile sapere cosa fare dopo tutto ciò. In seguito sarei stato molto
diverso. Non potevo discuterne realmente con altre persone, poiché non
avrebbero potuto comprendere ed avrebbero semplicemente pensato che ero pazzo.
Sono diventato molto serio e mi sono interessato allo studio di tutto ciò che
riguarda la psicologia, le religioni, le filosofie, più generalmente, io
ricercavano verità nella letteratura, le conferenze e le riunioni. I miei
genitori approvavano questi cambiamenti, ma la mia compagna mi ha lasciato per
un altro ragazzo. È meglio così. Penso che si sia spaventata quando le ho detto
quest'episodio e della la sua conversazione con gli uomini della sorveglianza
ecc... È bello sapere che
potrò tornare in questo posto affettuoso e pacifico nuovamente. Non temo più la mia morte né la
morte dei miei nonni.
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8. Una
NDE di un Bambino
Nell'agosto 1985, quando avevo soltanto 5 anni, viaggiavo in
barca su un lago del cantone. Sono stato punto da una zanzara ed ho sviluppato
un’encefalite. "Sono morto" e sono scivolato in un vuoto nero del
tutto rassicurante in conforto e libertà, non un dolore né timore. Era un posto
dove mi sentivo completamente in casa mia. Da lontano, ho visto una piccola luce. Mi attirava a sé. Mi sono sentito come se fossi precipitato verso
quella luce ad una velocità considerevole.
Non ero spaventato. Sono arrivato nella luce: era la pace e la gioia, ma soprattutto l'amore incondizionato. La luce appariva come una nuvola scintillante e radiante. Ho sentito
nella mia testa una voce
che veniva dall'interno ed ho saputo che era Dio. Dato che i miei genitori non parlavano mai di Dio e non mi
portavano neppure in chiesa, non so realmente come l’ho saputo, ma lo sapevo. Inoltre, mi sentivo
come se questo posto fosse il mio vero focolare, mi trovavo in questa bella luce che era Dio. Mi sentivo circondato dalla luce ed ero tutt’uno con
essa. La sensazione era simile, ma molto più intensa, a quella provata alcuni
mesi prima nel momento in cui papà mi aveva preso tra le sue braccia quando un
cane mi aveva morso mentre abbaiava. Un'altra bella luce, semplicemente più piccola, ci
ha raggiunti. Era una bambina
di circa 10 anni. Mi somigliava un po'. Vedevo che mi conosceva. Ci
siamo abbracciati ed ha detto: "Sono tua
sorella, mi chiamo Willamette, come nostra nonna che è morta un mese prima che nascessi."
I nostri genitori utilizzavano il diminutivo Willie. Avevano previsto di
parlarti di me in seguito, quando saresti stato pronto. Discutevamo tra noi
senza parole. È molto strano quando ci ripenso, ma tutto questo in quel momento
sembrava naturale. Mi ha
baciato sulla fronte ed ho sentito il suo calore ed il suo amore. "Occorre che ritorni ora, Sandy," mi
ha detto. "Occorre che salvi mamma dal fuoco." È molto
importante, devi ripartire e devi ripartire ora. Ha detto ciò con compassione e
morbidezza nella voce,
mentre mi sorrideva teneramente. "non, non voglio," le ho risposto,
"lasciami restare con te." "Mamma ha bisogno di te per salvarla
del fuoco", ha ripetuto, sempre in modo gentile e piacevole. Ho pianto
come un ragazzino egoista, preso da una rabbia della specie peggiore. Mi sono
lasciato cadere a terra singhiozzante e scalpitante, ho messo tutti in
imbarazzo, ne sono sicuro. Mi hanno mostrato un tipo di film nel quale vedevo i
miei genitori, che, sulla terra, erano capezzale del letto all'ospedale con
molta preoccupazione e paura negli occhi. Mi toccavano e mi parlavano,
supplicandomi di non morire. "Per favore non morire." "Singhiozzando."
Ero molto triste per loro; tuttavia, non ero realmente pronto ad abbandonare
questa bellezza e sensazioni indescrivibili, tutte le buone cose di questo
posto, questo paradiso.
Dio ha avuto una risata soffocata e
mi ha osservato con grande compassione. Non potevo vedere realmente il suo viso, ma sapevo ciò che
pensava. Sorrideva della mia commedia puerile. Ha in seguito puntato il dito verso un'altra luce che si formava da lontano. Fu una grande scossa
per me, il mio vicino e caro
amico Glen, è
apparso ed ha gridato a gran voce: "Sandy, ritorna a casa, ritorna a casa
ora." "Ha detto ciò con una tale autorità che ho
immediatamente smesso di piangere, un momento dopo ero tornato nel mio
corpo." Ho aperto gli occhi per vedere i visi sollevati ed allegri dei
miei genitori. Appena ho potuto, ho parlato loro della mia esperienza,
all'inizio lo hanno valutato come sogno. Lo hanno detto che il giorno dopo il
mio ricovero, il nostro vicino, Glen, è morto
a causa di una improvvisa crisi cardiaca. Era un vecchio benevolo che ci
invitava sempre, me e mio fratello come tutti gli altri bambini del vicinato,
per giocare con i suoi cinque cani. Gradiva i bambini e gli dava a mangiare,
regali e dolci. Sua moglie finiva per stancarsi di noi e ci diceva di tornare a
casa. La rimproverava dicendo: "Rosa, non dire mai a Sandy che deve
andarsene, può restare fino a quando vuole." […] Ho descritto l'accoglienza della mia
"sorella-angelo" che mi ha accolto ed ho raccontato tutto ciò
che mi ha detto. I miei genitori erano così tanto scossi che avevano uno
sguardo sconvolto. In piena confusione, si sono alzati e sono usciti dalla
camera. Dopo un certo tempo, sono finalmente ritornati. Mi hanno confermato avere perso una bambina
chiamata Willie.
È morta a causa di un avvelenamento accidentale circa un anno prima che
nascessi. Hanno deciso non di dirlo né a mio fratello né a me fino a non
fossimo stati capaci di comprendere il significato della vita e della morte.
Credo che, un giorno rivedremo Willie, gli chiederò personalmente ciò che voleva
dire. Tutto ciò ha cambiato la vita di tutta la famiglia. Ora andiamo in chiesa e faccio molte cose diverse da prima.
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6. Nella
luce divina
In questo sabato mattino piovoso dell'Illinois, mi ricordo di
questo giorno dell'inverno 1955 in Texas, stavo davanti al lavandino della
cucina della nostra nuova casa, pensavo a mio marito arruolato nell'aviazione
che era partito la settimana precedente per 3 anni in Inghilterra. Le mie due
care figlie, Cathy 6 anni e Carola 18 mese, giocavano accanto a me.
Mentre ero in piedi in cucina, un dolore improvviso mi ha trapassato l'addome,
mettendomi in ginocchio. Nello spazio di un'ora, sono stata troppo debole per
rimanere in piedi. Mi inquietavo per i miei bambini ed ho chiamato mia madre e
mio padre affinché ci aiutassero. In quanto infermiera, sapevo che qualcosa di
grave mi era accaduto e tentavo di ragionare sul motivo di questo dolore. La
settimana precedente, ero andata dal ginecologo della base aerea perché
‹‹sapevo» che ero incinta. Dopo la visita, mi ha contraddetto e ha dichiarato
che non ero incinta. Non l'ho creduto. Mentre ero distesa sul mio letto fra i
dolori, sapevo ciò che i miei sintomi mi annunciavano, ERO certamente incinta,
ma si trattava di una gravidanza extrauterina dove l'embrione si infila in una
tuba di Falloppio invece che nell'utero. Ciò significava che il dolore era
dovuto ad una rottura delle tube conseguente alla crescita dell'embrione, avevo
un'emorragia interna nell'addome. Il nostro pastore e sua moglie sono arrivati
per pregare con mia madre e mio padre.
Il tragitto verso l'ospedale della base è stato doloroso. All'arrivo hanno
detto a mio padre ed a me di aspettare, sebbene i sintomi fossero già stati
comunicati al personale. Finalmente mi hanno sistemata su un lettino in una
sala, ho cominciato allora a sentire la mia vita sfuggirmi, i miei pensieri
erano per i miei figli e per ciò che sarebbe accaduto […] Non mi vedevo più sul
tavolo sotto, non più gli occupanti la stanza. ho notato all’improvviso la più
celeste delle luci che
avviluppava tutto. Il mio dolore era sparito e sentivo il mio corpo come mai
prima, libero. Provavo gioia e soddisfazione. Ho sentito la più bella delle
musiche, non poteva provenire che dal paradiso, ho pensato: È dunque così che risuona la musica del
paradiso». Ho preso coscienza di un sentimento di pace che va aldilà di
qualsiasi comprensione. ho cominciato a guardare questa luce ed a percepire ciò che mi accadeva, non
volevo più tornare. Ero in presenza di un essere divino che alcuni chiamano figlio di Dio, Gesù Bambino. Non l'ho visto, ma era là nella luce e mi ha parlato
telepaticamente. Ho
sentito l'Amore di Dio straripante. Mi ha detto che dovevo ritornare accanto ai miei bambini
e che avevo del lavoro a compiere sulla terra. non volevo tornare, ma
lentamente sono tornata nel mio corpo, che, in quel momento là si trovava in
un'altra sala in attesa per l'operazione. Il cielo aveva un altro messaggio per
me e questa volta non ho lasciato il mio corpo. Ero a letto in convalescenza in
seguito all'operazione: è arrivato il più grande momento della mia vita. La luce celeste è ritornata,
riempiendo completamente la camera. Questa volta, una visione di Gesù Bambino mi è apparsa nella luce ed era bello, riempiva la stanza della sua presenza, l'amore e la misericordia erano
presenti. La visione che ho avuto di lui partiva delle sue spalle finiva in
cima alla sua testa. Mi ha parlato telepaticamente dicendo: “Ricordati ciò che
ti ho detto, ricordati di come mi sono svelato a te e ciò sarà un conforto ed
una sorgente stabile per te negli anni futuri, per il lavoro che compirai. Ora, sai che non hai da temere
la morte”.
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5. NDE
di Australia
Ecco
l'esperienza più importante della mia vita, innanzitutto gli avvenimenti che me
l’hanno fatta vivere, il racconto degli avvenimenti dal punto di vista dei miei
genitori mentre ero partito, la mio EPM e finalmente le mie emozioni
sull'argomento. Racconta Michele (il mio ex socio): mentre noi ci avvicinavamo
al semaforo, è scattato il verde, quando abbiamo attraversato l'incrocio, la
macchina è scivolata sull’acqua alla velocità di 43 Km/h, abbiamo percorso il
grande pilone elettrico industriale, appena dopo l'incrocio. Stefano, che era
allungato sul sedile posteriore del furgone, è stato proiettato in avanti sulla
parte posteriore della mia testa, facendomi sbattere sul volante. Bollettino
medico: la colonna vertebrale di Stefano era fratturata sulla L4, io avevo
riportato parecchie fratture, sul lobo occipitale, frontale, emisfero destro,
zigomo destro, tutte infossate, 6 perforazioni intestinali. Inoltre, i raggi
del volante ed il contachilometri sono penetrato nella parte superiore della
gola in direzione della parte superiore della bocca e nel lato destro del
torace dall’alto in basso. Michele aveva riportato contusioni minori grazie
alla cintura di sicurezza. […] Non so in quale momento ha avuto luogo la
mia esperienza nel corso degli avvenimenti sopra descritti. Non ho alcun
ricordo dell'agonia o di avere lasciato il mio corpo. Mi spostavo a capofitto
attraverso un canale scuro somigliante a delle nubi nere ribollenti. Mi sentivo
attirato dai bordi che mi spaventavano. Davanti a me, c'era un piccolo punto di luce brillante che cresceva e si intensificava
continuamente mentre mi avvicinavo. Ho pensato che dovevo essere morto
ed ero inquieto per mamma, papà e mia sorella, ero ugualmente un po' irritato
per me stesso perché pensavo: loro vanno si rassegneranno rapidamente ".
Il tutto è stato solo un pensiero fugace mentre mi precipitavo febbrilmente
verso questa luce. Sono
giunto in un'esplosione di luce gloriosa,
in mezzo a dei muri immateriali, in piedi davanti a me c’era un uomo nella trentina, alto circa 1,80 cm, dai capelli bruno rossicci lunghi
fino alle spalle ed una barba e baffi corti incredibilmente curati. Portava una
toga bianca semplice, dalla luce che sembrava emanare sentivo che aveva una
grande età e sapienza. Mi ha accolto con grande amore, serenità, pace (indescrivibile), non ha parlato. Ho percepito:
posso sedermi ai tuoi piedi per sempre ed essere soddisfatto". Sono stato
colpito di pensare/dire/provare una cosa talmente strana. Sono stato
affascinato dal tessuto della sua toga, tentando di capire come si poteva
tessere la luce! Si è
messo accanto a me e mi ha incitato a guardare a sinistra, dove rivedevo
i momenti meno gloriosi della mia vita. Ho rivissuto questi momenti e ho
risentito non solo di ciò che avevo fatto, ma parimenti la sofferenza che avevo
provocato, certe cose che non avrei mai immaginato che potessero provocare
dolore. Sono stato sorpreso che alcuni eventi per i quali avrei potuto
inquietarmi, come rubare del cioccolato in un magazzino da bambino, non mi
venivano mostrati mentre delle cose secondo me superficiali che avevano causato
sofferenza senza che all'epoca io lo sapessi, erano mostrati. Quando sono stato
oppresso dal senso di colpa, sono stato orientato verso altri avvenimenti che
avevano portato gioia agli altri. Sebbene mi sentissi, disperato sembrava che
la bilancia fosse a mio favore, ho ricevuto un grande amore. Mi ha portato con sé nel punto più lontano di quel luogo
che si è trasformato in corridoio, e là, si trovava mio nonno che
veniva verso di me. Sembrava più giovane che nei miei ricordi e non
aveva il labbro leporino, ma
era indubbiamente lui. Noi ci siamo abbracciati, mi ha parlato e mi ha
dato il benvenuto. Ero così commosso che lo avevo perdonato per essere
morto quando avevo 14 anni, di avere fatto infrangere la mia promessa del
diventare di medico e di trovare un rimedio al suo problema cardiaco. Fino ad
allora, non avevo realizzato che ero stato in collera contro con lui! Mi ha detto che la nonna lo
avrebbe raggiunto presto ed era impaziente che arrivasse. Gli ho chiesto
come mai lei sarebbe giunta presto mentre per parecchi anni aveva viaggiato da
casa sua a Manchester, verso la nuova Zelanda e verso Miami per godere di
un’estate perenne! Il nonno
mi ha detto che aveva un cancro dell'intestino e che lei sarebbe arrivata
presto. Sembrava non avesse nozione alcuna del tempo, quando ho insistito per
sapere la data esatta (la diagnosi è stata pronunciato 3 mesi dopo, la nonna è
morta in agosto, avevo sconvolto mia madre nel rivelarglielo quando ho ripreso
conoscenza). Dopo che abbiamo discusso per qualche momento tra noi, mi ha
portato con sé nel punto più lontano che si è daccapo trasformato in corridoio.
Ci siamo avvicinati ad un gruppo di persone che ho cominciato a riconoscere.
Quello che mi ha accolto per primo si è avvicinato ed ha messo la sua mano
sulla mia spalla mi sono girato verso di lui, ha detto: tu devi tornare, hai un compito da svolgere».
Ho voluto discutere, volevo rimanere, ho guardato indietro verso mio nonno e sono stato
rapidamente propulso verso l'entrata. Sulla soglia tutto è diventato scuro,
niente, nessuna coscienza. Dopo: mi sono svegliato lentamente dal coma, per
svariati giorni, ricordi a metà vaghi di voci e volti familiari intravisti. I
ricordi più nitidi furono le diverse occasioni in cui mi sono svegliato da un
profondo sonno per vedere un'infermiera con una siringa e rifiutavo qualsiasi
medicina, non ho alcuna idea del motivo! Ho subito tre interventi chirurgici
per riparare il volto, il cranio e l'orbita. Ho lasciato l'ospedale sofferente,
con una visione sdoppiata, una perdita dell'odorato, ed l’8° nervo cranico
danneggiato, ciò mi ha provocato delle nausee e perdita dell’equilibrio. […]
È pressappoco tutto, se non che il ricordo dell'EMI è più reale di ciò che ho fatto ieri.
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4. Vent’anni
dopo: ricordi della mia morte e delle conseguenze
All'inizio dei
miei studi universitari (1976-University di Northern nel Colorado), mi ero
iscritto ad una scuola di tennis per la sessione invernale. Siccome faceva
troppo freddo per giocare all'aperto, noi colpivamo delle palle sul muro della
palestra. Improvvisamente, ho cominciato ad accusare un'emicrania che
guadagnava rapidamente in intensità. Mi sono messo a temere che, prima che la
lezione finisse, il dolore diventasse incontrollabile. Mi avevano prescritto
una medicina che conservavo in caso di dolore estremo. Non lo avevo utilizzato
che nelle rare occasioni quando ero incapace di controllarlo; affondavo allora
nel sonno per 24 ore. Dovevo andare al dormitorio, sentivo che non potevo più
aspettare. Ho preso la medicina credendo che mi sarei addormentato sul posto e
sperando di che qualcuno mi portasse al dormitorio. Secondo i miei più lontani
ricordi, ho sempre avuto dei mal di testa. Nell'adolescenza, era ancora peggio.
Sono andato di mia volontà all’ospedale e dei esami alla vista hanno rivelato
dei tumori cervicali. Ho consultato medico dopo medico, credendo che questo
problema fosse dovuto allo stress. Poi, ho cominciato un trattamento
medicamentoso: Indera quotidianamente, Cafergot all'inizio delle emicranie e
Darvon a tutte le ore quando ero in crisi. Le emicranie duravano generalmente
delle settimane. Ero atterrito da questo dolore e convinto che qualcosa non
andava da me, che non avrei superato la ventina. Otto mesi dopo
spuntò la suddetta emicrania, e durante la lezione di tennis, ho utilizzato
questa cura riservata alle crisi di dolore insopportabile. Continuavo a colpire
delle palle sul muro quando ho sentito che la medicina cominciava a paralizzare
il mio corpo. Ciò di cui mi ricordo poi, è che camminavo verso il dormitorio.
Una camminata di 15 o 20 minuti che mi è sembrata come un istante. Camminavo da
solo e ho salito la collina al di là la libreria del campus universitario. Poi,
mi sono visto nella mia camera del dormitorio, preoccupato da un lavoro a breve
scadenza; non mi rimaneva che qualche pagine a scrivere per finire. ho
cominciato a chiedermi se avevo preso la medicina o se avevo creduto
semplicemente di prenderla. Tentavo di ricordarmi, ma non ci riuscivo. Ho
concluso che non l’avevo presa poiché ero sveglio e sofferente. Allora, ho
preso un’altra dose e mi sono seduto accanto alla macchina per scrivere per
finire il mio lavoro. La pagina non avrebbe richiesto più di qualche minuto e,
secondo le mie esperienze precedenti, sapevo che la medicina avrebbe richiesto
più tempo per agire. Poco dopo, persi il controllo del mio corpo e caddi sulla
mia macchina per scrivere. Ero sempre cosciente e risentivo della mia
emicrania, ma non potevo muovermi né sentir qualunque cosa più basso che la mia
nuca. Rimanevo là, impotente. Ho chiamato aiuto, ma la donna delle pulizie
passava l'aspirapolvere nel corridoio vicino alla mia camera e nessuno poteva
sentire i miei gemiti. Quando ha spento l'aspirapolvere, gridai di nuovo. Uno
studente mi sentì. Entrò con precauzione nella camera e gli chiesi di mettermi
a letto. Gli ho spiegato che ero paralizzato. Mi ha raddrizzato sulla sedia, ma
quando mi ha lasciato, sono bruscamente ricaduto con la faccia contro la
macchina per scrivere. Non sapendo che cosa fare per aiutarmi, è andato in
cerca d'aiuto. È ritornato con un amico, e tutti e due, si sono adoperati per
trascinarmi fino al letto. Una volta nel mio letto, loro se ne sono andati e
sono sprofondato immediatamente nel sonno. Durante il mio sonno ho preso
coscienza che non avevo più alcun dolore. Realizzavo che non c’era stato alcun
momento della mia vita dove non avevo risentito la scomodità fisica. Ero
stupito. Non sentivo né l’emicrania, né il letto sotto di me, né abiti sul mio
corpo, lo stesso dicasi per il guanciale sotto la mia testa. Era un tale
sollievo. Nello stesso tempo ero invaso da sentimenti di pace, di
soddisfazione, gioia, benessere ed amore. Mi
sentivo incredibilmente bene. Non trovo il modo di spiegare fino a che
punto mi sentissi bene, me lo ricordo molto chiaramente malgrado siano
trascorsi vent’anni. Un'altra trasformazione si effettuò nel mio spirito. Ero
completamente sveglio e coinvolto dall'esperienza, ma la mia condizione mentale
non aveva niente a vedere con quello che avevo sempre avuto. Capivo tutto ciò
che accadeva– sapevo che ero morto, ma non sentivo alcuna paura, incertezza o
resistenza. Mentre vivevo ciò, presi coscienza della mia compagna di camera,
Trina, che entrava nella stanza. Mi guardò sul letto dal basso. Pensava che
"dormissi», salì sul lettino in alto. Notai che il letto si scuoteva
mentre si arrampicava, ma non avevo sentito alcun dolore. La vidi prendere la
sua bibbia, la aprì ai salmi e lesse. È quando ho cominciato a leggere al di
sopra della sua spalla che ho realizzato che non ero più nel mio corpo. Mi sono
visto sul letto, ho guardato di nuovo Trina, ed ho pensato: Lei non sa che sono
morto!»; questo mi ha divertito. Ho smesso di concentrarmi sulla camera per
approfittare di un momento (il tempo non aveva più di realtà) di riposo e di
calma. Forse proprio in quel momento ho ricevuto la conoscenza di cui mi sarei
ricordato dopo– ma non ho ricordo di un qualunque apprendimento. Non ho avuto
l'impressione di muovermi finché non ho notato a distanza un riflesso cangiante
di luce, ne ho concluso
che ero nell’oscurità e che mi dirigevo verso la luce. Quando ci ripenso ora, mi ricordo di quando
ero bambino ed esploravo i tunnel delle linee ferrate vicino la nostra scuola
in Kenia. Questi tunnel erano più scuri di qualsiasi altro. Ero impaurito
dall'incapacità di vedere, per i suoni e perché sapevo che questi tunnel erano
pieni di pipistrelli. Mi ricordo che ero sollevato quando scorgevo un punto di
luce a distanza. La mia paura spariva man mano che la luce cresceva. Questo
ricordo dell’infanzia è simile all'esperienza visiva che ho vissuto mentre mi
dirigevo verso la luce,
ma i sentimenti e le emozioni non potevano essere più differenti. Provavo una
gioia inconcepibile per l’essere umano. La luce si espanse al punto di eliminare tutta
l’oscurità e mi ritrovai in un posto, il più bello fra tutti quelli che ho
visto. Qualche anno prima, avevo visto lo splendore di Lake un distretto a nord
dell'Inghilterra ed ero stato incantato da questa bellezza. Ma il posto dove sono andato
alla mia morte, era ancora più bello. C'erano delle colline, delle valli in
serie, e delle cascate di ruscelli. L'erba era più verde di quella nei
quartieri più ricchi. Splendeva il sole e camminavo da solo, ammirando il
paesaggio. Ero solo, ma senza provare il sentimento della solitudine. Non
mi sentivo solo, e quando rivedo queste sontuose colline, non mi ricordo di
avere incrociato nessuno prima di scorgere un uomo dietro ad un muretto di pietre.
Capivo ora tante cose. Non avevo più i limiti della condizione mentale umana. Sapevo che quest’uomo dall'altro lato del muretto stava per condurmi
verso Dio.
Sapevo che la mia esperienza era rappresentativa dei miei bisogni. Avevo
incontrato qualcuno in cui potevo avere fiducia. Un'altra persona avrebbe visto
ciò che aveva bisogno di vedere. La mia condizione mentale umana abituale non
conteneva che un guazzabuglio di pensieri molto vago concernente la vita dopo
la morte; ma là, ero in un luogo che riconoscevo, e quest’uomo, lo conoscevo da sempre. Sapevo dove andavo e ciò che si
preparava, ed ero pieno di gioia. L'uomo era in tenuta sportiva– jeans ed una
camicia ampia. Mi trattava
con gentilezza e compassione e si concentrava su di me. Egli mi ha guardato negli
occhi e, immediatamente, ho
compreso che la mia ora non era ancora venuta. Ero stupefatto. Sapevo
che se oltrepassavo il muretto, avrei potuto continuare– avevo la scelta, ma sapevamo anche tutti e due
che dovevo ritornare. Guardando il suo volto ho detto: Non è il tempo. E ha risposto: No, effettivamente.
Ci vorrebbero parecchie pagine per descrivere tutto ciò che ho imparato e
vissuto eppure mi è sembrato che tutto ciò sia accaduto in un istante. Avevo
vissuto un solo minuto oltre la vita, ma è stata un'esperienza molto profonda.
Appena ho saputo che dovevo ritornare, sono andato nel mio corpo in un batter
d'occhio. È stato violento, doloroso e provo molta paura ogni volta che mi
ricordo di questo evento, nonostante siano passati molti anni, mi viene ancora
da piangere. non potevo credere di aver deciso di ritornare. Avevo dimenticato
la sofferenza, lo stress, la paura e le delimitazioni rilegate al fatto di
essere umano? (SÌ!) Come avevo - potuto lasciare la pace, l'amore, la gioia e la
bellezza che avevo provato? Sapevo che avrei potuto oltrepassare il muretto,
potevo continuare. Come sono stato pazzo a ritornare! Rimpiangevo la mia
decisione e, nello stesso tempo, ero stupefatto dalla paura che lo spirito
umano conserva di fronte alla morte. […] Non avevo mai sentito nessuno parlare
di questo tipo di esperienza. Mi sentivo solo e confuso. Ho rapidamente cessato
di parlare della mia esperienza perché le reazioni di tutti erano negative ed offensive.
Ma ho cominciato a comprendere che la mia esperienza mi aveva insegnato molto.
È riflettendo all'assenza di dolore ed alla pace incredibile che ho provato che
ho perduto la paura della morte che avevo sempre avuto. Questa paura non è mai
ritornata. So ciò che mi
aspetta e ho fretta di ritornare là. Sono cosciente di essere ritornato
per una ragione. Non so quale sia il motivo, ma so che lo capivo completamente
prima di ritornare. Capisco anche che dovevo dimenticare questa tappa. […] Sono
stato allevato in un focolare cristiano e, all'età di 10 anni, mi ero impegnato
a seguire Gesù. I miei genitori erano missionari in Africa dell’est. All'epoca mi sentivo molto
lontano da Dio, ribelle rispetto alla morale della mia educazione, ma,
malgrado tutto, mi consideravo cristiano. Credevo che la bibbia fosse la parola
di Dio e che il mio impegno a seguire Gesù Cristo mi avrebbe evitato l'inferno
eterno. Mi era capitato di interrogarmi su queste credenze che separano le
religioni, sui differenti aspetti teologici o dei concetti a proposito della
redenzione. Durante la mia morte, ho acquisito una comprensione che mi ha fatto
superare le mie antiche credenze, ma in qualche modo, le nuove conoscenze confermavano quelle vecchie. Nonostante avessi guadagnato
questa comprensione, ho talvolta ignorato ciò che avevo imparato per
aggrapparmi alle credenze della mia infanzia, e talvolta, ho rigettato queste
credenze che so di origine umana, non divina. Non è stato facile per me
assimilare ciò che avevo imparato. Ora, sono anche molto aperto alle credenze
differenti della mia perché so fino a quale punto lo spirito umano è limitato.
So che Dio si presenta a noi del modo che conviene ai nostri bisogni e le
nostre credenze. Dio stesso, sotto forma di Gesù Bambino, ha combattuto per dare una
comprensione di tutto ciò ai suoi fedeli. La notte prima della sua morte, la
sua frustrazione era evidente poiché si era reso conto che loro non capivano e
che il suo tempo stava volgendo a termine. Gesù era limitato dalla sua umanità. Lo spirito santo è limitato dalla nostra umanità. La bibbia, sebbene ispirata da Dio,
è stata scritta da esseri umani ed è letta da uomini. La bibbia è limitata dalle parole. è profonda, ma è limitata.
Ci aiuta a capire ciò che va oltre il nostro intelletto. L'amore senza condizioni, non meritato di Dio è al di là della nostra
comprensione. La gioia, la pace, la fortuna, la soddisfazione e l'amore
che noi proviamo nella nostra vita non è che un'ombra dell’aldilà. Il nostro
concetto di redenzione risponde ad un desiderio di ottenere ciò che già ci
appartiene. La nostra comprensione della redenzione, il modo di cui noi la
concepiamo, non ci aiuta a comprendere la realtà di Dio. Non cerco più la
verità perché so che a tempo debito tutti noi la conosceremo come le verità che
si incrociano le une con le altre. La chiesa (religione) è il risultato di
quello che abbiamo creato per capire al di là della comprensione– per imporre
dei limiti all'illimitato– per controllare l'incontrollabile. La religione è il risultato della nostra
incapacità di afferrare la spiritualità. Tuttavia, ciò ci aiuta, contribuisce a riavvicinarci a Dio, è il nostro filo conduttore,
ciò aiuta a capire. Ciò può anche generare sofferenza, esclusione e
confusione. Non discuto le credenze religiose. Non tento di provare la validità
della mia esperienza, Cerco di far sì che le leggi della religione non
interferiscano con la conoscenza che ho acquisito. Tento solo di unirmi a Dio
nel miglior modo possibile. […]. Ci sono stati momenti durante i quali mi sono
sentito talmente travolto dagli avvenimenti della mia vita che pregavo Dio di permettermi di ritornare a lui. Ho pregato di morire,
per avere modo di sperimentare ancora questa meraviglia. Rimettevo in dubbio
l'opportunità che mi aveva dato conoscere la bellezza dell’aldilà poiché ciò
aveva ridotto la mia gioia di vivere. Ma ho finito per capire che, sapendo ciò
che era l'amore incondizionato, una tale soddisfazione,
una tale bellezza ed una tale pace, avevo la capacità di applicarle sulla mia
vita, qui ed ora, e che potevo forse aiutare glia altri - non ho bisogno di
aspettare di morte. Possiedo i ricordi necessari per migliorare la mia vita,
qui. Tante cose sono cambiate in 20 anni, da quando ho assaggiato l’aldilà. Non
sono certo di potere separare ciò che proviene dall'esperienza da ciò che
proviene semplicemente dalla crescita e maturità naturale. Credo che anche se
ho passato la metà della mia vita a reprimere i ricordi della mia morte ne sono
stato condizionato ugualmente.
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2. Il
mio modo di vedere la vita è cambiato per sempre
1997. Sono stato coinvolto in un
incidente automobilistico grave, con numerose e serie ferite. Mentre ero
bloccato in macchina, non ho sentito dolore, sebbene avessi riportato una
doppia frattura del bacino, una frattura del coccige, una perforazione al
polmone a causa di una costola incrinata, una frattura cranica, delle
lacerazioni al volto ed un orecchio parzialmente lacerato. Ho avuto numerosi
flash-backs dell'incidente nei mesi seguenti, ma ho serbato un ricordo positivo
e completo dell'esperienza di morte imminente, qualche giorno dopo, non appena
sono stato sufficientemente cosciente per poter parlare e rimanere sveglio
senza svenire. Ho visto di nuovo un posto pieno di calore, di amore e di amicizia.
Somigliava ad un tunnel, ma non arrotondato, era un tunnel simile ai passaggi
che collegano due immobili o due magazzini. Del tipo che si può usare in ogni
circostanza al sopra di una strada. Per niente stretto anzi abbastanza largo.
L'ho percorso, mi sembrava di camminare, ma io non mi ricordo di avere mosso i
piedi. Non era illuminato in ogni parte del passaggio, ma non era neppure
immerso nell’ombra. Quando ho raggiunto l'estremità del tunnel, ho potuto vedere delle persone. Non apparivano che a
partire dalla cintola. Ciò non mi faceva per niente paura. Tutti sorridevano ed erano felici. Ho visto dei volti che riconoscevo. Ho scorto due nonni e mio padre.
C’erano molte ombre alle
loro spalle ed ho percepito la presenza di una moltitudine dietro a loro. Qualcuno mi ha stretto la mano, come per accogliermi.
Credo che si trattasse di mio padre. È morto con il
morbo di Alzheimer, non era più che una larva quando è morto. Ma in quel
momento era là, era in piedi e sembrava in buona salute, ed io mi sono reso
conto a quel punto che era giovane. Tutti queste persone erano talmente felici di vedermi. Nel mentre
ho risentito la necessità di ritornare verso i vivi. Non c’era nessun
sentimento spaventoso, ma semplicemente un momento nel quale bisognava fare una scelta.
Penso, tuttavia, che la decisione di ritornare non spettasse a me. Sento che qualcuno l'abbia deciso al
mio posto. Tenevo ancora la mano (senza salutare) della persona che me l’aveva
stretta all’inizio. Questa mano era molto calorosa e calmante. La mia mano l’ha
fatta scivolare lentamente e dolcemente mentre arretravo galleggiando verso il
mondo dei vivi. La mano non mi tratteneva più ma esercitava una pressione molto
dolce. Poi tutto è finito. Io ero di ritorno. C’è stato un momento durante
questa esperienza o qualunque cosa ciò sia stato, che mi ricordo di una porta
marrone, con una maniglia di porcellana di una moda antica, circondata di una
parte posteriore piana nera. Sapevo
che al di là della porta si trovava un fenomeno religioso, una luce molto
brillante e probabilmente Dio stesso. Questa porta è sempre là, è a disposizione di tutti.
Posso oltrepassarla quando lo desidero. Ho la convinzione di avere avuto la
mano appoggiata sulla maniglia e che l’avrei potuto oltrepassare se solo
l’avessi voluto. Dopo il mio ritorno, ora non ho più paura della morte. Ho
l'impressione che ci siano delle persone che sono andate dall'altro lato contro la loro volontà e
mi sento talmente dispiaciuto per loro. Sono felici laggiù perché si sono adattati,
ma avrebbero preferito passare più tempo nel mondo reale per rimanere con loro
cari. Non ero e non sono ancora oggi una persona religiosa. Sebbene io abbia ora un grande
rispetto per le persone profondamente religiose. Ho avuto un accenno di
qualcosa che pochi hanno visto e sono felice di essere sopravvissuto. Mi piace
parlarne, ma faccio molto attenzione a chi ne parlo.
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1. La NDE di Dr. George
Rodonaia
Il Dott. George Rodonaia ha una
laurea in Medicina (Neuropatologia) ed una in psicologia della religione. Molto
recentemente ha consegnato una nota indirizzata alle Nazioni Unite sull'
"Emergente Spiritualità Globale." Prima di emigrare negli Stati Uniti
dall'Unione sovietica nel 1989, ha lavorato come psichiatra ricercatore
all'Università di Mosca.
Il Dott. Rodonaia ha subìto uno dei casi più lunghi di NDE mai registrato.
Dichiarato morto immediatamente dopo essere stato investito da una macchina nel
1976, è stato lasciato per tre giorni in obitorio. Non "ritornò in
vita" fino a che un Medico Legale non cominciò a fare un'incisione nel suo
addome per procedere all'autopsia. Un' altra notevole caratteristica della
N.D.E. del Dott. Rodonaia - e cio' è comune a molti- è che è stato trasformato
radicalmente da tale esperienza. Prima della sua NDE lavorava come
Neuropatologo. Era anche
un ateo dichiarato. Ma dopo
l'esperienza, si é dedicato esclusivamente allo studio della spiritualità,
prendendo un secondo dottorato in psicologia della religione. E' quindi stato ordinato pastore nella Chiesa Orientale Ortodossa. Oggi serve come pastore associato presso la Prima
Chiesa Unita Metodista a Nederland, Texas.
"La prima cosa che ricordo
della mia N.D.E. è che mi ritrovai in un regno di oscurità totale. Non avevo
dolore fisico, ero ancora in qualche modo consapevole di essere George e tutt'intorno
a me c'era oscurità, oscurità assoluta e completa- l'oscurità più grande mai
provata, più scuro di qualunque scuro, più nero di ogni nero. Questo era cio'
che mi circondava e incombeva su di su me. Ero inorridito. Non ero preparato a
tutto questo. Sono rimasto disgustato nello scoprire che ancora esistevo, ma
non sapevo dove fossi finito. Un pensiero solo attanagliava la mia mente: Come
é possibile dato che non esisto piu'? Questo é cio' che mi turbava. Lentamente
ho fatto forza su me stesso e ho cominciato a pensare a quello che era accaduto
ed a cio' che succedeva. Ma non mi giungeva niente di confortante o rilassante.
Perchè sono in questa oscurità? Cosa posso fare? Allora ho ricordato la famosa
citazione di Descartes: "penso, dunque sono." E questo mi ha
sollevato da un peso enorme, perché allora ho capito che, in un certo senso,
ero ancora vivo, benchè evidentemente in una dimensione molto diversa. Allora
ho pensato, "Se esisto, perchè non devo essere ottimista? Sono George e
sono nell' oscurità, ma so che esisto. Sono quello che sono. Non devo essere
pessimista. Come posso stabilire cosa è positivo nell'oscurità? La luce é una
cosa positiva. "Allora, improvvisamente, fui nella luce; brillante bianca, luccicante e forte; una
luce molto brillante.
Era come il flash di una macchina fotografica, ma non lampeggiante, solo
brillante. Luminosità continua. Al momento ho trovato lo splendore della luce
doloroso, non potevo guardare direttamente ad essa. Ma pian piano ho cominciato
a rilassarmi. Ho cominciato a sentire caldo, conforto, e tutto improvvisamente
è sembrato eccellente. La cosa successiva che mi accadde fu che ho visto tutte
queste molecole volarmi intorno, atomi, protoni, neutroni, volavano
dappertutto. Da un lato era totalmente caotico, ma cio' che mi ha dato gioia fu
il fatto che questo caos aveva una simmetria intrinseca. Questa simmetria era
meravigliosa unica e totale, e mi ha riempito di una gioia tremenda. Ho visto
il modello universale della vita e della natura davanti i miei occhi. Fu a
questo punto che ogni preoccupazione residua sul mio corpo scomparve, perché mi
era ormai chiaro che non avevo piu' bisogno di esso che era soltanto una
limitazione. Tutti [i ricordi] di questa esperienza si sono fusi, così è
difficile per me porre gli eventi in sequenza esatta. Il tempo per come lo
avevo conosciuto si fermo'; passato, presente, e futuro erano un tutt'uno per
me in quell'unità di vita senza tempo.
Ad un certo punto ho subìto quello che è stato chiamato il processo di
rivisitazione della propria vita, per cui ho visto la mia vita dall'inizio alla
fine tutto d'un colpo. Ho partecipato ai veri drammi della mia vita, quasi come
se un'immagine olografica della mia vita mi scorresse davanti- nessuno senso di
passato, presente, o futuro, solo il momento presente e la realtà della mia
vita. Non era come é cominciata con la nascita per poi arrivare alla mia vita
all'Università di Mosca. Essa mi è apparsa tutta in una volta. Io ero la'.
Questa era la mia vita. Non ho provato alcun senso di colpa o rimorso per le
cose che ho fatto. Non ho provato nulla in merito ai miei fallimenti, errori, o
risultati ottenuti. Tutto quel che ho percepito era la mia vita per quello che
era stata. Ed ero contento cosi'. Ho accettato la mia vita per quella che è. Durante
questo tempo la luce
irradiava un senso di pace e gioia verso di me. Era molto positivo. Ero così
felice di essere nella luce.
E ho capito quello che la luce ha voluto dire. Ho imparato che tutte le regole
fisiche della esistenza umana erano nulla quando le ho comparate a questa
univoca realtà. Ho anche potuto vedere che un buco nero è solo un altro aspetto
di quella infinità che è la luce.
Sono arrivato a capire che quella realtà è dappertutto. Che non è semplicemente
la vita terrena ma la vita infinita. Tutto quanto non solo é collegato insieme,
il tutto è anche uno. Così mi sono sentito un solo essere con la luce, con la sensazione che
tutto è perfetto fra me e l'universo. Avrei potuto essere dovunque
immediatamente, proprio là (dove avessi voluto). Ho cercato di comunicare con
la gente che ho visto. Qualcuno
ha sentito la mia presenza, ma nessuno ha fatto niente. Ho sentito la necessita' di studiare la Bibbia e la filosofia. Chiedi e ti sarà dato.
Pensa e tutto giunge a te. Così ho partecipato, sono ritornato (indietro nel
tempo) e ho vissuto nella
mente di Gesù e dei suoi discepoli. Ho
sentito le loro
conversazioni, ho fatto l'esperienza di mangiare (con loro), di passarci il
vino, odorare, assaggiare- eppure non avevo il corpo. Ero pura coscienza. Se
non avessi capito cio' che accadeva, mi sarebbe stato dato un chiarimento. Ma
nessuno insegnante ha parlato. Ho esplorato l'Impero Romano, Babilonia, i tempi
di Noé ed Abramo. Qualsiasi epoca vuoi citare, io ci sono andato.
Così ero là, inondato da tutte queste buone cose e da questa esperienza
meravigliosa, quando qualcuno cominciò a tagliare nel mio stomaco. Potete
immaginare? Quello che era accaduto era che ero stato portato all'obitorio.
Sono stato dichiarato morto e lasciato là per tre giorni. Un'indagine sulla
causa della mia morte era stata istruita, così hanno mandato qualcuno a fare
un'autopsia su me. Come hanno cominciato a tagliarmi lo stomaco, mi sono
sentito come se una grande forza mi avesse afferrato dal collo e mi avesse
spinto giù. Ed era così potente che ho aperto gli occhi e percepii questa enorme
sensazione di dolore. Il mio corpo era freddo e ho cominciato a rabbrividire.
Immediatamente hanno fermato l'autopsia e mi hanno portato all'ospedale, dove
sono rimasto per i seguenti nove mesi, la maggior parte dei quali trascorsi
sotto il respiratore. Lentamente ho riguadagnato la mia salute. Ma non sarei
mai stato piu' lo stesso individuo, perché tutta cio' che volevo fare per il
resto della mia vita era studiare la saggezza. Questo nuovo interesse mi ha
condotto a frequentare l'Università di Georgia, dove ho preso la mio seconda
laurea in psicologia della religione. Poi sono diventato prete della Chiesa Orientale Ortodossa.
Alla fine, nel 1989, siamo venuti in America, e ora lavoro come pastore associato al First United
Methodist Church in Nederland, Texas. Molta gente mi ha domandato a cosa
credo, come la mia NDE ha cambiato la mia vita. Tutto quel che posso dire è che ora credo al Dio dell'universo. Dissimilmente da molta
altra gente, comunque, non ho mai chiamato Dio la Luce, perché Dio è oltre la
nostra comprensione. Dio, credo, è molto più della luce,
perché Dio è anche
oscurità. Dio è
tutto cio' che esiste, tutto- e questo va ben oltre la nostra capacità di
comprendere-. Così non credo al Dio degli Ebrei, o dei Cristiani, o degl'Indù,
o in qualsiasi idea religiosa di quello che Dio è o non è. E' per tutti lo
stesso Dio, e quel Dio mi ha mostrato che l'universo nel quale viviamo è un
bellissimo e meraviglioso mistero con cui é connesso per sempre e per
l'Eternita'.
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Il
caso di Gloria Polo
Tra
le NDE più note, un caso particolare è quello di Gloria Polo, medico dentista,
nata a Hobo (Huila, Colombia), nel 1958. Verso le 16.30 di venerdì 5 maggio
1995 si stava recando all'Università Nazionale di Bogotà, insieme al marito e
al cugino: c'era un temporale e all'improvviso un fulmine colpì la donna e il
cugino, risparmiando il marito che camminava a qualche metro di distanza. Il
cugino, ventitreenne, morì sul colpo, mentre la dottoressa, terribilmente
ustionata, ebbe un arresto cardiaco. I soccorritori riuscirono a rianimarla con
un defibrillatore, portandola subito dopo in ospedale. La Polo racconta di
essersi trovata, mentre era a terra priva di vita, in un tunnel luminoso, in
fondo al quale vide una luce
bianca stupenda, che le donò una felicità e una pace indescrivibili, e poté
abbracciare i suoi cari
scomparsi. In fondo al tunnel vide un giardino meraviglioso, il cui ingresso era
segnalato da due alberi, ma solo il cugino vi entrò. Gloria infatti fu rianimata e si ritrovò in
ospedale. Venne operata per asportarle i tessuti bruciati, ma durante
l'intervento subì un secondo arresto cardiaco. Racconta di essersi trovata
stavolta in un luogo oscuro, popolato di creature mostruose: terrorizzata invocò il Signore,
pur essendo una cattolica "tiepida", e sentì la sua voce che la interrogava
alla luce dei dieci comandamenti, mentre rivedeva la sua esistenza nel
"libro della vita". Nuovamente rianimata, cominciò un lungo cammino
di recupero fisico e spirituale, al termine del quale, oltre alla professione
medica, si dedica attualmente alla divulgazione della sua esperienza. Il
teologo cattolico Flaviano Patrizi, curatore della versione letteraria della
testimonianza di Gloria Polo, nel suo saggio “Illusione o realtà” espone quelle
che ritiene essere le prove dell’esperienza extracorporea di Gloria Polo e del
suo viaggio in una dimensione ultraterrena. Enumera, inoltre, i fatti clinici
di maggior rilievo che non hanno a tutt’oggi una spiegazione scientifica, come:
la rapida ripresa dal trauma multi-sistemico che aveva compromesso fegato, reni
e polmoni, la guarigione delle gambe che avrebbero dovuto essere amputate, la
ricrescita del seno, svuotatosi nella fulminazione e una nuova gravidanza,
nonostante la perdita totale della funzionalità delle ovaie. Questi aspetti
dell’esperienza di Gloria Polo sono anche presentati sinteticamente nel
documentario di Flaviano Patrizi intitolato “Gloria Polo - Prove
dell’autenticità”, mentre altri come, per esempio, la ricostruzione della
dinamica del soccorso medico e la presentazione della documentazione clinica
sono presentati nel suo saggio “Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo”.
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Su
Elvis Presley
Le
persone che hanno esperienze di pre-morte vengono spesso accolte da qualcuno, solitamente
qualcuno che amano profondamente o il cosiddetto "Essere di Luce". Quando
morì Elvis Presley, sembrò che il mondo intero fosse in lutto. Era veramente
amato da molte persone in tutto il mondo. Da allora, molte persone hanno
riferito di aver visto Elvis in cui lo spirito di Elvis appare come
un'apparizione alle persone, più o meno nello stesso modo in cui Gesù apparve
alle persone dopo la sua morte. Non solo, molti che hanno avuto esperienze di
pre-morte si ritrovano
accolti, non da un "Essere di Luce", ma da Elvis Presley
stesso. Secondo il dott. Melvin Morse nel suo libro sulle esperienze di
pre-morte intitolato Transformed by the Light, un'insegnante del Midwest di
45 anni vide Elvis Presley in una luce intensa durante la sua esperienza di
pre-morte. La donna aveva incontrato Elvis quando era bambina. Ecco il suo
racconto di pre-morte: "Entrai in un tunnel buio e all'improvviso mi
ritrovai in un luogo pieno di amore e di una luce bellissima e brillante. Il luogo sembrava sacro. Mio padre, morto due anni
prima, era lì,
così come i miei nonni.
Tutti erano felici di vedermi, ma mio padre mi disse che non era ancora il mio momento e che sarei
tornata. Proprio mentre mi voltavo per andare, vidi Elvis! Era in
piedi in questo luogo di intensa luce brillante. Si avvicinò a me, mi prese
la mano e disse: "Ciao, Bev, ti ricordi di me?" (Mauro, 1992).
https://web.archive.org/web/20140520220033/http://www.near-death.com/famous.html
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