lunedì 27 gennaio 2025

148)- «DIMOSTRARE L’ESISTENZA DEGLI ALTRI IO»?

Scrive Alessandro Tuzzato nel Gruppo https://www.facebook.com/groups/filosofiaedestino:

<<come fonda[re] l'esistenza di altri io? Rimane una opinione se non lo [si] dimostra. Un esserci con gli "altri" okay, ma come fa[i] a dire che essi esistono e non sono una immagine solo apparente, onirica, dell'unico uomo? Severino, dal 2001 al 2011 ha scritto 3 libri teoretici in cui per la prima volta nella storia della filosofia si dimostra l'esistenza di altre coscienze. In particolare nell'essere cio' che interpretiamo come "altri corpi umani". Il problema del solipsismo e' infatti dovuto anche al non esperire l'altrui pensiero. La mia domanda rimane, oltre a Severino, chi ha dimostrato incontrovertibilmente ( ovvero cio' che la negazione va in autonegazione) l'esistenza di altre coscienze? Non basta dire che si vedono altri homo sapiens, poiche' siamo noi ad interpretare quegli esseri dotati per similitudine a noi, di pensiero. Ma filosoficamente o questo e' stato presupposto (come dare per scontato l'esistenza di Dio) o si e' alzata bandiera bianca. Anche nei sogni si e' convinti di parlare con altri "io", giusto per fare un esempio di convinzione che non coincide con assolutamente certo. Non so se ni sono spiegato adeguatamente. Se ci pensi bene in Hegel pone la differenza, il riconoscimento dell'altro, la dialettica ecc, come dando per scontato che l'altro appaia im quanto altro e non come immagine riflessa di una propria allucinazione. Alla Matrix o al cervello nella vasca. Voglio dire che l'altro ci appare anche in sogno. Ma altro non e'... Come dimostrare che nella veglia vi siano altri io....rimaniamo sempre bloccati in un realismo ingenuo>>. (Parentesi quadre mie: RF).

------

Chiunque ponga tale domanda:

<<come fai a dire che essi [gli altri io] esistono e non sono una immagine solo apparente, onirica, dell'unico uomo? Rimane una opinione se non lo [si] dimostra>>,

deve verosimilmente ritenere che, in assenza di dimostrazione, gli ALTRI io siano immagini solo apparenti, oniriche <<dell'unico uomo>> che, appunto, sarebbe Alessandro Tuzzato a cui, solo per comodità d’esempio, faccio indossare i panni del solipsista.

Quindi, la richiesta avanzata dal solipsista circa la dimostrazione dell’<<esistenza di altre coscienze>>, potrà venir soddisfatta SOLTANTO dal solipsista stesso, da LUI e SOLTANTO da LUI (e da chi altri, se no? Visto che egli è l’UNICO io realmente esistente).

Nel qual caso, però, tale dimostrazione convincerà SOLTANTO LUI.

Infatti, nessun ALTRO solipsista _ e questo è un altro paradosso dei paradossi, giacché NON vi possono essere ALTRI reali solipsisti! _ potrà mai esser convinto della bontà di una dimostrazione a lui esterna, perché essa mai potrà evitare di essere, appunto, una dimostrazione ALTRUI, cioè derivante da un ALTRO il quale è dal solipsista considerato a priori <<una immagine solo apparente, onirica, dell'unico uomo>>.

Pertanto, egli NON può ritenere reale ( = esistente realmente) la dimostrazione offerta da qualcun ALTRO, cioè da quell’ALTRO di cui egli chiede la dimostrazione della sua esistenza.

Tuttavia, tale ALTRO egli lo ha trovato e risponde al nome di Emanuele Severino, giacché Alessandro Tuzzato ha qui sopra precisato che <<Severino, dal 2001 al 2011 ha scritto 3 libri teoretici in cui per la prima volta nella storia della filosofia si DIMOSTRA l'esistenza di altre coscienze>> (maiuscolo mio: RF).

Ma allora il nostro solipsista mostra di essere incoerente, anzi, auto-contraddicentesi.

Infatti domando:

perché ANCHE la dimostrazione fornita da quell’ALTRO che è Severino NON dovrebbe essere <<una immagine solo apparente, onirica, dell'unico uomo>> cioè, nuovamente, del solipsista?

Siccome il solipsista si considera l’<<unico uomo>> realmente esistente, allora dovrà considerare <<apparente, onirica>> QUALSIASI cosa venga detta/scritta da un ALTRO, inclusa una sua qualsivoglia dimostrazione.

Per questo la dimostrazione di Severino (o di chiunque ALTRO) NON varrebbe nulla per il solipsista coerente.

Quindi, il solipsista Alessandro Tuzzato SMENTISCE sé stesso nel momento in cui dichiara che Severino <<DIMOSTRA l'esistenza di altre coscienze>>, perché AFFERMA (SENZA dimostrarla e prestando FEDE a) l’esistenza di quell’ALTRA coscienza cui è Severino, negando così il proprio solipsismo e CONFERMANDO l’esistenza dell’ALTRO prima ancora di averLO dimostrato.

Tutto questo, soltanto per denunciare le palesi APORIE nelle quali va ad incagliarsi ogni RAGIONE (filosofica o meno) che pretenda di sottoporre OGNI cosa a dimostrazione.

 

Roberto Fiaschi

----------------------

domenica 26 gennaio 2025

147)- «SI PUÒ COERENTEMENTE AFFERMARE CHE GESÙ MORÌ?»

Ha scritto Simone Gamberini nel Gruppo https://www.facebook.com/groups/filosofiaedestino:

<<Il Gesù della fede cristiana "mori' e fu sepolto" (Credo niceno). Ma si può coerentemente affermare che il Gesu' del Credo niceno MORI'? E non come domanda su di un supposto avvenimento storico, ma su ciò che pare risultare dal concetto stesso di "morte". Oggi l'essere morti corrisponde alla morte cerebrale, cioè alla cessazione irreversibile della funzionalità del tronco encefalico. Quindi, se usassimo tale definizione contemporanea, la "morte" di Gesù apparirebbe piuttosto anomala in quanto nulla di irreversibile dovrebbe essere presente in essa (dato che Gesù risorge grazie all'onnipotenza divina). Insistendo, forse potremmo affermare che per la natura umana di Gesù la sua condizione sarebbe stata mortalmente irreversibile se non fosse stato per la presenza e l'intervento della sua natura divina. Ergo Gesù sarebbe morto in tal senso: come essere umano. Ad essere morta cioe' sarebbe stata la natura umana di Gesù. Solo che se Dio può far resuscitare la natura umana, si ripresenta il problema precedente: si tratta di una cessazione davvero irreversibile? Pare di no. Irreversibile riguardo alla sola natura umana lasciata a sé stessa ma reversibile grazie al potere della natura divina: di nuovo non ciò che la definizione contemporanea di "morte" significa>>.

------

Il ‘ragionamento’ di Simone Gamberini mi risulta fallace.

Infatti, <<ciò che la definizione contemporanea di "morte" significa>> _ la <<cessazione irreversibile della funzionalità del tronco encefalico>> _ NON include internamente a sé l’intervento di Dio, giacché essa ne prescinde totalmente, pertanto concerne unicamente l’irreversibilità della <<SOLA natura umana lasciata a sé stessa>> (maiuscolo mio: RF).

Invece, il passo falso di Simone Gamberini consiste nel far valere quella definizione per QUALSIASI orizzonte esistenziale: umano e DIVINO, facendo, dell’irreversibilità della MORTE, una ‘legge’ inoltrepassabile ANCHE per Dio!

Di modo tale che, se Dio muta l’irreversibilità in reversibilità, allora l’irreversibilità della MORTE di Gesù non possa venir riconosciuta come VERA irreversibilità, poiché infrangerebbe la suddetta <<definizione contemporanea>>!

Ed invece trattasi di VERISSIMA IRREVERSIBILITÀ, appunto perché essa è PERFETTAMENTE COMPATIBILE _ lo ha riconosciuto lo stesso Simone Gamberini _ con <<ciò che la definizione contemporanea di "morte" significa>> dal punto di vista umano, visto che Gesù è MORTO in forza della <<cessazione […] della funzionalità del tronco encefalico>>.

Il successivo intervento di Dio _ evenienza assolutamente NON contemplata nella <<definizione contemporanea di "morte">> come fattore alterante l’irreversibilità della stessa _, ha mutato quest’ultima in reversibilità quale evento del tutto ESTRANEO al nostro mondo e perciò ab extra rispetto alla <<definizione contemporanea di "morte">> e non ab intra di questa!

Pertanto, ove Simone Gamberini osserva:

<<si tratta di una cessazione davvero irreversibile? Pare di no. Irreversibile riguardo alla sola natura umana lasciata a sé stessa ma reversibile grazie al potere della natura divina: di nuovo non ciò che la definizione contemporanea di "morte" significa>>,

cade vittima della propria ingiustificata estensione delle <<definizione contemporanea di "morte">> all’agire di Dio.

Diremo a Dio, perciò, di aggiornarsi, conformandosi ad essa…

 

Roberto Fiaschi

---------------------- 

domenica 19 gennaio 2025

146)- «COME PUÒ SEVERINO CHE, IN QUANTO IO EMPIRICO NON PUÒ ESSERE NELLA VERITÀ, INDICARE LA VERITÀ?»


<<Di seguito riporto un passo, per me fondamentale e sul quale sto ulteriormente meditando, per rispondere in parte alla giusta domanda di molti critici : come può Severino, che a suo stesso dire, in quanto io empirico non può essere nella Verità, indicare la Verità?

Consiglio, nella lettura di ciò che segue, a porre attenzione anche alle negazioni (spesso doppie) che l'autore usa in abbondanza.

Da La Gloria (Adelphi) pag 475:

"[...] un significato può distinguersi dalla parola, e oltrepassarla, solo in quanto esso è il destino della verità, ossia la dimensione semantica la cui negazione è autonegazione. L'affermazione che nel linguaggio della testimonianza del destino il destino non possa apparire non mostra che, nel linguaggio, quella negazione non sia autonegazione, ma mostra che, nonostante l'autonegazione della negazione del destino, nonostante cioè l'incontrovertibilità del destino, che viene indicata dal linguaggio, è impossibile che un contenuto del linguaggio (cioè della volontà, della fede) riesca ad essere il destino della verità. Tuttavia, proprio perché quell'autonegazione, pur manifestandosi nel linguaggio, appare come l'incontrovertibile (e appunto in questo apparire consiste l'élenchos), è necessario che appaia tutto ciò senza di cui l'incontrovertibile non sarebbe tale, ossia è necessario che appaia la totalità della sintassi del destino - la totalità delle costanti sintattiche del destino, la totalità della persintassi dell'essente -, ossia è necessario che questa concretezza sintattica del destino appaia già da sempre al di là dell'isolamento della terra, al di là del linguaggio, al di là del linguaggio che testimonia il destino e dunque al di là dello stesso linguaggio che, qui, ora, sta affermando la necessità che la totalità della sintassi del destino appaia oltre il linguaggio">>.

------

Orbene, temo che NEPPURE questo brano di Severino, del resto già noto, riesca a risolvere l’APORIA riassunta da Alessandro Tuzzato nella domanda: <<come può Severino, che a suo stesso dire,in quanto io empirico non può essere nella Verità, indicare la Verità?>>.

Anzi, la precisazione apportata qui sopra da Severino a me pare ergersi come l’ultimo DISPERATO tentativo di ‘ricucire’ ciò che, per il suo stesso statuto ontologico, si è ‘strappato’ ab origine, giacché non può che ‘stare insieme’ in modo, appunto, APORETICO.

A guisa di premessa, giova sempre ricordare la concezione teoretica esplicitata da Severino e espressa (anche) in queste tre (tra molte altre) citazioni:

(1)- <<è contraddittorio che l’individuo sia cosciente della verità del destino>> -  (Severino: La legna e la cenere);

(2)- l’<<io individuale NON PUÒ PENSARE la verità del destino, anche se questa è, come inconscio dell’inconscio, la verità del suo apparire ed essere: l’io dell’individuo NON È e NON PUÒ essere COSCIENTE del proprio essere veritativo. Tale coscienza appartiene SOLO all’Io del destino>> - (Nicoletta Cusano: Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, pag. 434. Maiuscoli miei: RF);

(3)- <<[…] per vedere che il destino sia nella parola è cioè necessario che la volontà [ = l’io empirico-errore] veda il destino; ma, si è rilevato, è impossibile che ciò che appare all’interno di una fede sia il destino della verità. Ma questo non significa che, dunque, la verità sia impossibile. Infatti la volontà [ = l’io empirico-errore] può voler  assegnare la parola al destino – e, innanzitutto, può isolare la terra – solo in quanto il destino appare già da sempre al di fuori dell’isolamento della terra e del linguaggio>> - (Severino: La Gloria, Pag. 475. Parentesi quadre mie: RF; corsivo nel testo).

Possono bastare.

L’individuo-Severino ha scritto tutto ciò che abbiamo appena letto mediante il linguaggio della terra isolata ossia dell’ERRORE; ciò è difficilmente contestabile, anche perché lo afferma lui stesso...

Egli _ l’individuo-Severino _ ha perciò dichiarato che la testimonianza del destino, <<pur manifestandosi nel linguaggio>>, <<non mostra che, nel linguaggio, quella negazione [ = l’élenchos, ossia l’auto-negazione della negazione del destino: RF] non sia autonegazione, ma mostra che, nonostante l'autonegazione della negazione del destino, nonostante cioè l'incontrovertibilità del destino, che viene indicata dal linguaggio, è impossibile che un contenuto del linguaggio (cioè della volontà, della fede) riesca ad essere il destino della verità>>.

Senonché, affermando ciò, allora sarà altrettanto IMPOSSIBILE che l’élenchos, cioè l’auto-negazione della negazione del destino, <<riesca ad essere>> almeno una parte, seppur la più importante, della testimonianza del <<destino della verità>>!

Se è _ e poiché è _ <<impossibile che un contenuto del linguaggio (cioè della volontà, della fede) riesca ad essere il destino della verità>>, allora NON potrà essere o indicare <<il destino della verità>> NEPPURE quel <<contenuto del linguaggio>> costituito dall’élenchos!

Infatti, se tale élenchos riuscisse ad essere quel <<contenuto del linguaggio>> in grado di testimoniare (l’incontrovertibilità de) il destino, allora NON avrebbe più alcun senso ribadire continuamente l’impossibilità <<che un contenuto del linguaggio (cioè della volontà, della fede) riesca ad essere il destino della verità>>.

Una volta posto l’élenchos, la testimonianza del destino della verità seguirebbe senza ostacoli, e così CADREBBE anche la tesi severiniana secondo la quale <<è contraddittorio che l’individuo sia cosciente della verità del destino>>.

Per cui NULLA IMPORTA che <<quell'autonegazione [della negazione del destino: RF], pur manifestandosi nel linguaggio, appa[ia] come l'incontrovertibile>>, perché a questa incontrovertibilità (all’élenchos) vi era giunto anche Aristotele, pur NON avendo affatto, egli, testimoniato alcun destino.

Certo, l’individuo-Severino _ il quale, in quanto individuo, è impossibilitato a <<PENSARE la verità del destino>> poiché è situato, come tutti noi <<all’interno di una fede>> _, nel su riportato brano PENSA che sia

<<necessario che APPAIA la totalità della sintassi del destino - la totalità delle costanti sintattiche del destino, la totalità della persintassi dell'essente -, ossia è necessario che questa concretezza sintattica del destino APPAIA già da sempre al di là dell'isolamento della terra, al di là del linguaggio, al di là del linguaggio che testimonia il destino e dunque al di là dello stesso linguaggio che, qui, ora, sta affermando la necessità che la totalità della sintassi del destino APPAIA oltre il linguaggio">> (maiuscoli miei: RF).

Ma se tutto ciò è <<necessario che APPAIA>>, allora, daccapo, NON HA PIÙ ALCUN SENSO ( = è FALSA) la tesi circa l’impossibilità <<che ciò che APPARE all’interno di una fede sia il destino della verità>>!

Queste due tesi sono incomponibili, quindi, RECIPROCAMENTE CONTRADDICENTISI…

 

Roberto Fiaschi

--------------------

sabato 18 gennaio 2025

145)- NDE (NEAR DEATH EXPERIENCES): CHE DIRE?

Tra le migliaia di NDE (Near Death Experiences) reperibili nel WEB, ne riporto soltanto alcune centinaia per la loro significativa somiglianza con la concezione post-mortem del Cristianesimo.

Ovviamente non tutte le NDE presentano questa somiglianza, ma un grandissimo numero sì, ed è questo che mi ha stimolato a riportarle quasi a titolo comparativo.

Verso le NDE non prendo posizione; mi limito a dire: FORSE.

Poi, a ciascuno il proprio personale ‘verdetto’.

A titolo introduttivo, riporto questo articolo da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Esperienze_ai_confini_della_morte.

(Evidenzio in giallo/azzurro quegli aspetti maggiormante somiglianti al post-mortem cristiano).

<<Caratteristiche delle NDE

<<I soggetti che hanno vissuto tali fenomeni, una volta riprese le funzioni vitali, hanno raccontato di aver provato esperienze che risultano in buona parte connotate da numerosi elementi comuni:

·         abbandono del proprio corpo con la possibilità di osservarlo dall'esterno (chiamata "autoscopia" o esperienza extracorporea), assistendo all'eventuale attività di medici e/o soccorritori intorno a esso;

·         "rivisitazione" della propria vita terrena, comprendente anche episodi irrilevanti, dimenticati o relativi a momenti immediatamente successivi alla nascita; tale rivisitazione avviene in un clima di rilettura etica delle esperienze vissute;

·         attraversamento di un "tunnel" buio in fondo al quale si intravede distintamente una luce;

·         visione di una grande ed intensissima luce, non accecante, percepita nel contempo come un'Entità viva che emana un Amore illimitato, infinita compassione, accoglienza e pace; percepita in genere come Dio;

·         sensazione di pace e serenità mai provate prima, difficilmente descrivibili con il linguaggio umano, fuori dallo spazio e dal tempo terrestre;

·         difficoltà nel descrivere la nuova realtà sperimentata, caratterizzata da luci, colori e suoni meravigliosi non riscontrabili in alcun modo sulla Terra;

·         incontro con "altri esseri", identificati in genere con parenti o amici morti in precedenza, con i quali si comunica mentalmente, in modo istantaneo e non verbale;

·         incontro con uno o più "esseri" luminosi, rivestiti di luce bianca e comunicanti sensazioni di "amore totale", spesso identificati sia dai credenti sia dai non credenti come angeli;

·         raggiungimento di una sorta di "confine" in cui l'esperienza spirituale si interrompe ed insorge la consapevolezza di stare "tornando indietro", verso la vita terrena;

·         ritorno alla vita terrena accompagnato da un sentimento di rimpianto per non essere entrati o rimasti nell'aldilà e dalla sofferenza fisica per il "rientro" nel proprio corpo fisico;

·         timore di riferire ad altri l'evento vissuto per paura di non essere creduti, accompagnato comunque dal desiderio di condividere un'esperienza estremamente preziosa e importante;

·         ritorno alla vita terrena con totale scomparsa del timore della morte, vista come il felice passaggio a una realtà superiore;

·         ritorno alla vita terrena che porta ad una riconsiderazione dei veri valori della vita, con a capo l'amore verso tutti gli esseri viventi e la ricerca dell'armonia con essi.

Questi aspetti, anche se non sempre tutti contemporaneamente, ricorrono sistematicamente in ogni NDE>>.

------

https://www.graziemiodio.it/

Valeria Biaggio 

Il giorno 19 febbraio 1983, quando Valeria aveva 28 anni, si ricoverò in ospedale perché doveva subire un delicato intervento chirurgico alla mano. Uno dei due medici che la dovevano operare si rivolse all’altro dicendo: – “Questa signora non si vuole proprio addormentare… dobbiamo aumentare la dose dell’anestesia”. Ma Valeria, anziché cadere nel solito sonno di chi viene anestetizzato si sentì più vigile che mai ed ebbe una visione dell’ambiente in cui si trovava molto chiara e nitida. Dapprima vide dall’alto il suo corpo disteso sul lettino ma tale visione non le arrecava dolore, sconforto o preoccupazione. Come lei stessa afferma: “guardavo quel corpo sul lettino come se fosse stato quello di un’altra persona. Vedevo me stessa con gli occhi chiusi mentre i medici erano tutti indaffarati, direi anche spaventati mentre cercavano di rianimarmi. Gridavano e a me dava fastidio sentirli così agitati… Desideravo solo pace e silenzio. Allora è accaduto che mi sono distaccata da quel corpo che giaceva sul lettino. Ho lasciato quell’altra me stessa e sono uscita dalla porta. Ho fatto pochi passi e sono stata come attirata in alto da una forza irresistibile. Salivo, salivo, salivo… in una specie di tunnel tutto buio ma alla cui fine si vedeva una luce bellissima. Più andavo avanti più quella Luce si avvicinava. Una Luce che emanava anche profumi meravigliosi. Ebbi la sensazione di andare verso un mondo meraviglioso e ne avevo la certezza. Alla fine di quel tunnel vi era un mondo stupendo… Non avrei mai voluto tornare sulla terra. Non esistono colori sulla Terra che possono corrispondere a ciò che ho visto nell’Altra Dimensione. Io non ho avuto assolutamente paura, anche se sapevo di lasciare una famiglia e due bambini piccoli. Come sono stata spinta in questo tunnel così poi sono stata tirata indietro e mi è quasi dispiaciuto quando mi sono risvegliata perché io stavo veramente bene. C’era una pace che sulla Terra non c’è. Io, dopo questa esperienza, non sono stata creduta e ho impiegato tanto tempo per capire anch’io che cosa era successo. Poi, effettivamente, la mia vita è cambiata totalmente sia sul piano fisico che morale, più che altro sul piano religioso, infatti sentivo la religione come dovere, un obbligo. Dopo la mia bellissima esperienza la fede per me è tutta un’altra cosa, comprendo meglio molte cose e soprattutto parlo, di quando in quando, con un Essere dell’Aldilà che mi sollecita a fare del bene. Un Essere che da quella esperienza in cui penso di essere stata vicina al Paradiso mi è rimasto accanto. Mi consola, mi assiste, mi consiglia e mi esorta a fare del bene agli altri”.

------

Roberto Martini di Arezzo

Quand’ero ragazzo, d’estate, andavo spesso a fare il bagno in una grande pozza d’acqua formata dal fiume Corsolone, situata lungo la strada che porta al Santuario della Verna. Erano le ore 13 di un caldo giorno del mese di agosto del 1980. Avevo scelto quell’ora per evitare l’affollamento che spesso si riscontrava nella bella stagione ed infatti ebbi l’impressione che non ci fossero altre persone oltre me. Non avevo mai imparato a nuotare ma, negli ultimi tempi stavo facendo qualche piccolo progresso. Ero diventato molto bravo a tuffarmi. Dopo essermi riempito i polmoni d’aria, mi buttavo dalla cascata con le braccia distese sopra la testa. Entravo così in acqua senza paura. La mia difficoltà consisteva nel riprendere aria senza poter toccare con i piedi per terra. Dovevo fare attenzione perché ogni volta rischiavo di bere acqua anziché respirare. Quel giorno, dopo cinque bei tuffi, ero salito di nuovo sulla cascata. Purtroppo, appoggiando un piede su una superficie scivolosa, persi l’equilibrio e caddi nell’acqua da un’altezza di cinque metri. Mi girai più volte su me stesso fino a perdere l’orientamento. Non mi rendevo più conto di dove fosse il sopra e il sotto ed una grande paura cominciò ad impossessarsi di me. Mi ritrovai improvvisamente privo di aria. Cominciai così a bere acqua fino a riaffiorare in superficie tutto sconvolto. Non riuscivo a gridare per chiedere aiuto. Avevo bisogno d’aria, ma non potevo respirare poiché avevo la bocca e la gola piene di acqua. Agitandomi e facendo movimenti per restare a galla non riuscivo che ad affondare di più. Riaffiorai ancora per un attimo una seconda e poi una terza volta, ma ero ormai rassegnato e mi lasciai trascinare di nuovo giù. Mi rendevo conto, ormai, che non sarei mai più tornato in superficie. […] A questo punto dell’esperienza ho perso il contatto con il mio corpo e ho incominciato a rivivere attimo per attimo tutti gli eventi della mia vita, anche i piccoli particolari che avevo del tutto dimenticati a livello cosciente. Li ho rivissuti intensamente, con ogni sfumatura di sensazione, molto più profondamente di quando erano accaduti. Quei momenti di vita mi apparivano come in un grande schermo. Riuscivo a sentire anche gli odori e i sapori del loro accadere, come se accadessero realmente un’altra volta in quel preciso momento: tanti attimi vissuti di cui non avevo più alcuna memoria. Ho rivissuto un’esperienza avuta in prima elementare quando, a scuola, durante l’intervallo, avevo fatto la lotta con un mio compagno. Ero riuscito a sovrastarlo e mi sentii felice ed orgoglioso di essere stato più forte di lui. Mentre rivivevo questa esperienza, però, non provavo più gioia per averlo vinto, ma tristezza ed amarezza perché sentivo di averlo umiliato. Non vedevo più questo bambino come qualcosa di distinto da me. Ovvero io sono io, lui è lui e tutto ciò che gli succede non ha nessuna importanza per me. Non eravamo due entità distinte, ognuno nel proprio corpo dai ben precisi confini, ma lo sentivo come se fosse un prolungamento di me stesso. Così io provavo la sua sofferenza per l’umiliazione che gli avevo arrecato. Ho associato questo insegnamento a ciò che disse Gesù quando affermò “Io sono la vite, voi siete i tralci. Ho capito che, in realtà, siamo tutti una cosa sola. Oltre a rivivere azioni sbagliate, per le quali ho provato sofferenza, ho rivissuto anche un’esperienza positiva, sentendola tale molto di più del momento in cui l’avevo realmente vissuta: aiutare una signora anziana ad attraversare la strada. Ho sempre ammirato le grandi opere di bene di San Francesco e di Madre Teresa di Calcutta ed io, in un certo senso, mi sentivo una nullità in fatto di carità. Questa esperienza mi ha fatto capire che le grandi cose stanno proprio nelle cose semplici. La gioia che ho provato era dovuta al fatto di rivolgere l’attenzione non più a me stesso, ma ad un’altra persona in maniera totalmente disinteressata. Rivivere le mie esperienze negative e provare per questo sofferenza è stato, per me, come purgarmi dal male; è stato come sperimentare il purgatorio nella mia coscienza. Questo mi ha reso consapevole che il purgatorio e l’inferno come luoghi oggettivi non esistono, ma sono stati d’animo. Ho sentito che Dio è Amore e misericordia infinite e non vuole il male di nessuno. Anche il Paradiso è uno stato d’animo ed è per tutti. Un altro aspetto che mi ha colpito profondamente riguarda il giudizio che ci sarà alla fine della vita. I miei genitori sono cattolici, quindi, fin da piccolo, ho seguito questo insegnamento. Il catechismo mi aveva presentato un Dio che vedeva tutto ciò che facevo e che quindi mi avrebbe giudicato secondo il bene ed il male commesso. In quel momento, invece, era la mia coscienza che giudicava le azioni fatte con una lucidità impressionante. Nella vita, quando ci troviamo a prendere una decisione, pensiamo di poter definire la nostra scelta con un’ampia gamma di sfumature, ovvero possiamo definire le nostre azioni: né bene, né male, oppure abbastanza bene, benino o poco male e così via … In quella situazione, invece, la distinzione era netta, precisa: o era bene o era male. A questo punto della mia esperienza mi apparve una forte luce, come un sole, una luce che, nonostante fosse luminosissima, potevo guardare tranquillamente, senza provare fastidio, poiché non la guardavo con gli occhi fisici, bensì con quelli spirituali. Mi sentivo attirato verso questa luce: mi è molto difficile descrivere con le parole ciò che ho provato. Questa meravigliosa luce mi infondeva un senso di calma, di benessere, di bontà, di gioia, di pace, di amore e di accettazione. Questa sensazione di accettazione era bellissima perché, per la prima volta in vita mia, mi sono sentito accettato per come sono, senza alcun bisogno di apparire migliore o chissà in quale altro modo, ma proprio così come sono: ed era stupendo. In quella luce che ormai mi avvolgeva completamente, sentivo l’armonia e sperimentavo la perfezione di tutte le cose. Era chiaro che tutto aveva un senso e che io facevo parte di questo tutto, pur conservando la mia identità. Fu allora che, all’improvviso, sentii una mano che mi stava afferrando un braccio e ripresi subito coscienza del mio corpo e della mia sofferenza. Non riuscii a fare altro che restare immobile e mi feci trascinare verso riva. La persona che mi ha salvato raccontò che, mentre stava prendendo il sole sul greto del fiume, si accorse delle mie difficoltà e corse verso di me per aiutarmi. Una cosa, però, mi lascia perplesso. Come fu possibile che io, nonostante mi fossi tuffato dall’alto della cascata varie volte, da un punto in cui si dominava tutto il corso del fiume, non avessi notato la sua presenza e come potè lui vedere che stavo affogando stando sdraiato accanto al fiume. Inoltre, non seppi mai chi fosse, né da dove venisse! Nel complesso credo di essere stato sott’acqua per due o tre minuti ed è stupefacente come abbia potuto vivere una così ampia gamma di pensieri e sensazioni in un frammento di tempo tanto breve. E’ stata una vicenda eccezionale per me, un vero regalo della vita che mi ha fatto capire e sentire cosa succede quando il nostro Spirito lascia il corpo fisico. Quell’esperienza meravigliosa ha cancellato per sempre dal mio cuore e dalla mia mente la paura di quell’evento che comunemente chiamiamo morte, dandomi la consapevolezza della reale esistenza della nostra essenza immortale.

------

Umberto Scapagnini

https://www.provitaefamiglia.it/blog/il-medico-scapagnini-ritrova-la-fede-dopo-un-pre-morte-ora-contro-leutanasia

Il neuroendocrinologo Umberto Scapagnini, già ricercatore e docente presso l’Istituto HAYMANS dell’Università di Gand (Belgio), la YC Medical Center San Francisco, California, al MIT di Boston, consulente della NASA e professore ordinario presso l’Università degli Studi di Catania, ha voluto mettere per iscritto nel suo libro “Il cielo può attendere” (Piemme 2011) la sua esperienza pre-morte. Scapagnini, autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste internazionali, co-editore di oltre 20 volumi scientifici e decano della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania, ha voluto raccontare quel che gli è accaduto nel 2008. […] Nel 2007 gli è stato asportato un melanoma sotto al muscolo temporale e nel 2008 in un violento incidente stradale sbatte la testa e il petto, venendo ricoverato in situazione disperata. Sempre nello stesso anno i medici ritrovano il tumore dandogli un mese di vita. Si sottopone ad un anticorpo monoclonale ma gli effetti collaterali lo portano al coma premortale. Scapagnini riceve due estreme unzioni e ricorda un tunnel di luce:

«Stavo morendo. La mia mano sinistra fu fermata da mia mamma, morta un anno prima. Poi ho visto Padre Pio, che mi ha detto: “Devi seguire la volontà del Signore”».

In quel momento si è svegliato e ha raccontato ai medici presenti l’accaduto, per poi ritornare in coma per ancora 70 giorni. Nel libro viene ovviamente raccontata a fondo questa sorta di vita parallela e misteriosa:

«riconobbi la mia trisnonna in piazza dei Martiri a Napoli. Ma io non l’avevo mai vista prima! Poi mio fratello Sergio mi portò una vecchia foto in cui ebbi la conferma che si trattava proprio della nostra ava». Il tumore intanto è completamente sparito.

------

Antonio di Carpi (MO)

L’inverno del 2005, inizia e trascorre con un senso di affanno sempre maggiore e che si presenta anche dopo sforzi che paiono banali, accompagnati da un continuo senso di malessere. I vari sintomi aumentano, sommandosi ad altri e trovando, nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2006 la loro manifestazione più drammatica. Ricordo, infatti, quella notte, spaventosa, faticosa, senza respiro. Ricordo il mio resistere alle insistenze dei miei per un ricovero, resistenze assurde, ora lo so. Ricordo finalmente l’ambulanza che viene chiamata e il viso dei miei cari, quello di Silvio che mi sorregge il capo fin sull’ambulanza. Poi ricordo e non ricordo, fino a quell’ultima frase che qualcuno gridava ad altri: “lo perdiamo, lo perdiamo”. Poi basta, tutto quello che è avvenuto su di me, intorno a me, sul mio corpo è un ricordo che ho perché mi è stato raccontato. […] fino al mattino del 7 gennaio, un Sabato. Tutto così, sino alla comparsa, nel buio, di una luce, ancor distante ma già irresistibile, irrinunciabile, da raggiungere, da accogliere. Era passata una frazione di secondo, un alito di tempo da che avevo chiuso gli occhi immergendomi nel buio, giorni di coma mi è stato spiegato poi. Nel farsi prossima di quella luce sento voci di persone che intuisco affaccendate intorno a me e che parlano di me, preoccupate, agitate. Non ne capisco il motivo, così come non capisco, ma non mi preoccupa, il mio essere così calmo in questa situazione così agitata intorno a me, come distaccato da ciò che sento; cosa ci fanno là, intorno a quel “me” che, intuisco, credono in pericolo. Quel “me” che io percepisco altrove e nessuno se ne accorge e sto bene. Ma quella luce è ormai troppo intensa, mi chiama e richiama la mia emozione che allora sì, comincia a crescere. Non percepisco il tempo o come questa luce si fa prossima, o io a lei, percepisco il calore profondo che dà, non sulla pelle, come lo dà il sole, ma un calore dentro che posso descrivere come pace, che posso descrivere come bellezza e benessere dell’essere lì e di non essere soli, perché in quella luce intravedo una figura, umana, venire verso di me, farsi incontro. Chi sarai? Aspetto, la mia emozione cresce, ma è una emozione dolce che sa crescere insieme alla pace del cuore. Come quando sulla soglia della chiesa aspetti colei che da lì a poco diverrà tua moglie, c’è l’emozione, forte, ma che sa convivere con la pace e la certezza che arriverà, sta arrivando, la si vede già laggiù nel fondo della piazza. Arriverà e sarà per sempre. Ed io quella figura che mi si fa prossima, quell’uomo, io l’ho già visto, ne riconosco il muoversi, il passo. Anche il mantello porpora, che sempre ha avuto sulle spalle nei sogni forti, “reali” in cui l’ho visto… […] Ci facciamo sempre più prossimi uno all’altro, entrambi in piedi, camminando, non ho, né mai avrò in tutto questo incontro, neppure il ricordo di essere mai stato su di una carrozzina, mi percepisco in piedi e in grado di camminare. É ormai di fronte a me in questa meravigliosa luce che ci avvolge, luce di pace, di energia, di vita. Come posso definire ciò che sento? Pace emozionata? Emozione pacifica? Trepido e mi annullo, mentre mi sorride, mi abbraccia, mi bacia. Nella profonda tenerezza di quel gesto, nel trattenermi tra le sue braccia nasce dal mio cuore la domanda a lungo trattenuta… no, è una testimonianza. Avevo infatti imparato a riconoscere, nel telo Sindonico, un volto umano perfettamente formato e vitale e che ora riconoscevo davanti a me. Mi risponde una voce certamente amata e conosciuta pur senza mai averla udita prima. Come posso descrivere il totale appagamento e l’assenza di bisogni, come posso, a parole, rendere la pace, l’essere finalmente a casa che questo abbraccio e questo incontro mi donano. Un incontro che accoglie, libera, rigenera. L’anima e il corpo. … È ancora Lui che mi sorride e dice. Insiste la mia voce, a reclamare per sempre quella pace infinita che sto ora vivendo a voler restare in quella luce trascendente, in quel tempo e spazio senza riferimenti, dilatato, restare in quel sempre. Di nuovo mi parla, ho un momento di silenzio prima di rispondere. Sempre avvolti in quella splendida luce, sempre avvolti nel suo calore coinvolgente, pacificante senza bisogni se non quello, che chiedo, di restare lì per sempre, è ancora la Sua voce. Di nuovo mi abbraccia, di nuovo mi bacia …e di nuovo è il buio e la voce del medico, che riconosco, parla della mia morte, di come avvisare mia moglie… Riapro allora gli occhi, il medico, già sulla porta del box che mi ospita, si deve fermare, ho sempre amato scherzare, stupire. […] Subito cosciente, voglio informazioni, le chiedo facendo cenno di volerle scrivere, sarà più semplice comprendermi…ricomincio così a comunicare. Una lastra radiografica del torace, eseguita a poche ore, conferma che la situazione polmonare è sostanzialmente invariata e, forse, questo aumenta le perplessità di chi mi sta accanto. Ho dunque riaperto gli occhi alla vita…a questa vita. Ci vorranno giorni per incominciare a condividere ciò che ho vissuto. […] Intanto incomincio a partecipare a mia moglie, alla famiglia, a qualche persona cara la mia esperienza, il mio incontro col Signore. È stupore negli altri, ma ogni volta nuovo anche in me, e nuova coscienza, nuova consapevolezza. Anch’io sono timoroso, intimidito da un Amore manifestato così grandemente e che ancora, ancor oggi mentre scrivo, mi visita e mi accoglie, nella stessa Luce di allora, nello stesso calore, nello stesso incontro, con la stessa pace. Resto timoroso ma consapevole, certo, di non voler sciupare questo dono, col Suo aiuto.  […] lassù, Qualcuno ci ama… […] Posso solo ribadire che in ogni situazione bella o brutta, positiva o meno, vivo la grazia di sentire forte la presenza e l’amore di Gesù nella mia vita.

------

Ernesto

Quando si è verificato il mio incontro con la Luce non ero in coma. In effetti non tutti gli incontri con la Luce avvengono durante una situazione di pericolo a livello fisico (incidenti, decorso di gravi malattie, …): sono stati riportati infatti alcuni casi relativi a situazioni di forte spiritualità, per così dire. E’ impossibile riportare in una mail un’esperienza di quel tipo, e forse non basterebbe anche una vita per spiegarla di persona, perchè la Luce è al di sopra di ogni cosa, di ogni credo e di ogni religione, e quell’incontro lo sto metabolizzando ancora, tanto è stato forte, e lo metabolizzerò ancora, per tutta la vita. Ho avuto l’esperienza alcuni mesi dopo la morte di mia madre, deceduta nel ’94. […] Una sera mi sentivo veramente distrutto e mi coricai sul letto. Non intendevo dormire, solo stare un po’ tranquillo. Realizzai ancor di più la mia infelicità, i problemi che avevo, dentro di me chiesi aiuto a Dio, arrivando persino a dubitare della sua esistenza, e improvvisamente, con i miei occhi ben aperti, ebbi un sussulto: venne a me una Luce. Preciso che non ho mai avuto visioni o sogni ad occhi aperti. Quella Luce all’inizio mi spaventò (i nostri occhi sono abituati a vedere ben altro), ma fu Lei a calmarmi subito. Capii intuitivamente che stavo vedendo ciò che era a me più vicino, ciò che mi conosceva e mi capiva più di ogni persona al mondo. Iniziò a comunicarmi: non fu un dialogo a parole, ma una trasmissione simultanea di idee e immagini. Non posso spiegare completamente ciò che appresi, ma mi preme affermare che esiste un solo Dio, identificabile con la Luce che vede chi ha oltrepassato la vita ed è poi rientrato. Non esiste nulla di più forte, bello e giusto della Luce. Ogni religione cerca di definire Dio e la realtà a suo modo, tuttavia esiste una sola verità. L’incontro durò pochi minuti, ma in quel brevissimo tempo appresi e comunicai così tanto che forse non basterebbero settimane per spiegare e sentire qui le stesse cose: e in effetti era come se il tempo si fosse fermato. Desideravo ardentemente andare là, oltrepassare la soglia, ma mi fu spiegato che dovevo tornare “nella vita” in attesa di nuove esperienze future. La Luce andò via, ma nonostante le sue rassicurazioni, quel distacco fu più doloroso di qualsiasi lutto. Ripenso tutti i giorni a quell’esperienza e riesco a comunicare ancora con la Luce, ma seguendo un canale differente. Ora la mia vita è migliorata: a livello materiale non sono più uno studentucolo, ma lavoro e posso seguire maggiormente le mie aspirazioni e i miei interessi; a livello spirituale rispetto a un tempo ho una marcia in più. Tuttavia a volte provo una gran tristezza perchè so che là starei ancora meglio. Mi scuso per la lunghezza di questa mail, ma ho cercato di essere un briciolo esauriente.” - Ernesto

------

https://www.ndeitalia.it/testimonianze-di-premorte-nde.html

Giuseppe

Tutto è successo il giorno 11.01.2024. Stavo male oramai da parecchi giorni. Febbre alta, polmonite e pressione molto alta. Mi sono alzato la mattina presto, ma non potendo andare a lavoro, quindi mi sono sdraiato sul divano. Ricordo di aver chiesto a mia moglie a che ora sarebbe dovuta uscire per andare al lavorare. Mi riaddormento e... nel frangente emetto uno strano verso. Mia moglie si avvicina per vedere se fosse tutto a posto, ma si accorge che non sto più respirando. Il mio braccio cade a terra, il mio cuore si è fermato. Sono morto! Grida, chiama aiuto e nel frattempo pratica il massaggio cardiaco. Accorrono i vicini di casa e si danno il cambio nel praticarmi il massaggio cardiaco. Dopo 15 minuti arriva l'auto medica che mi presta i primi soccorsi. Mi viene praticata la defibrillazione in casa, nel pavimento del salotto, accanto al divano. Sembra che il mio cuore sia ripartito, e vengo portato in codice rosso all'ospedale. Mi risveglieranno in nottata, per vedere se avessi riportato danni al cervello. Per miracolo non ho riportato danni neurologici, anche se sono trascorsi 35 minuti dal momento in cui sono morto. Quello che ho vissuto nel frangente è qualcosa di meraviglioso ed indescrivibile. Mi sono ritrovato in un prato immenso e luminosissimo. Una luce avvolgente, la sensazione di amore, un amore indescrivibile che non esiste sulla terra. Due esseri luminescenti sono comparsi al mio cospetto. Uno di essi era mia madre, mancata 10 anni fa. Mi disse che non era il mio momento e che sarei dovuto tornare. Non volevo più tornare, quella sensazione e quella pace erano una cosa indescrivibile.

------

Stefano

Arresto cardiaco di cinque minuti. (Documentato da refertato in cartella clinica). Completamente scoagulato, per abuso di antinfiammatori, perdo i sensi mentre mi somministrano una trasfusione di plasma. Lascio il mio corpo, lo vedo da lontano tra il trambusto dei medici e degli infermieri che si prodigavano per farmi riprendere. Poi la fluttuazione, in una dimensione spazio temporale mai vissuta prima, una sorta di campo magnetico, in cui venivo attratto. Erano presenti altri "corpi" fluttuanti i cui unici connotati "umanoidi" erano la testa e le braccia, lunghissime, fluttuose, estensibili. Un lungo tunnel attraversato da "fulmini" intermittenti che interrompevano la brillantezza della luce posta in fondo verso la quel venivo inesorabilmente attratto. Riconosco in alcune di quelle figure tantissimi congiunti già defunti, tre dei quali in maniera nitidissima e che interagiscono con me. Per primo Pietro, mio compagno di staffetta in atletica, morto prematuramente, che mi spinge a correre insieme a lui verso la luce: "Dai Stefano puoi farcela anche tu",,,,, poi i miei genitori vicino una staccionata: Mamma seduta di fronte a me, Papà di fianco, con un solo braccio poggiato alla staccionata e l'altro con la mano alzata facendomi segno di fermarmi. "Guardati dietro, guardati dietro, STRONZO (parole testuali)". Mi voltai riconoscendo una luce uguale a quella che mi si parava di fronte, posta ai piedi del tunnel che si presentava sub-orizzontale, in leggera salita. Nel voltarmi mi resi contro che Pietro non c'era più e che papà mi aveva letteralmente "spinto" verso il basso, precipitando verso il mio corpo, rientrando nel mio corpo, quasi ne fossi stato "risucchiato". Nel risvegliarmi avvertii il fastidio del tubo che mi avevano infilato in gola nella speranza che riprendessi a respirare, e del corpo sudato e freddo. Mi sono risvegliato senza riportare alcun danno fisiologico, ero presente a me stesso ed ero in grado di alimentarmi da solo. […] Tutto ciò è accaduto il 1/5/2023 sono stato dimesso il 1/06/2023, recentissimo.

------

Anna

Era una notte del 1983, avevo 18 anni. Mi apprestavo ad andare a dormire. Mi misi a letto, ma qualcosa mi disturbava, non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per paura. Il cuore cominciò a battere forte e mi sentii sollevare verso il soffitto, potevo vedere il mio corpo nel letto. Cominciai a viaggiare velocissima in un tunnel pieno di colori, mi sentii proiettata nello spazio oltre i pianeti, poi mi trovai davanti ad una piccolissima porticina, come quella per infilare le lettere. Ci scivolai dentro e mi trovai in una stanza, era in penombra e gli oggetti erano impolverati. Sapevo che dovevo incontrarmi con qualcuno, ma non sapevo ancora con chi. Vidi un mio zio morto suicida, mi disse che non era morto ed io ne fui felice. Subito dopo apparve una presenza vestita con una tunica bianca, molto alta con lunghi capelli sulle spalle e senza volto in quanto non possedeva naso e bocca ma soltanto grandi occhi obliqui di colore azzurro. La presenza mi disse che lo zio mi ingannava e che era fra loro. A questo punto, vidi mia madre che era seduta su una sedia a pulire, perché stavano arrivando. C'era una porta chiusa che si aprì su un prato sconfinato, verdissimo come un pascolo, c'era una luce bianca intensa ma, a guardarla non dava fastidio agli occhi, per un secondo mi ritrovai dentro quella luce, era come una nebbia nella quale camminavano tante persone, io ero in mezzo a loro e da un lato potevo distinguere un alto muro di pietra, come di una fortezza. Mi ritrovai di nuovo sulla soglia della porta, fra la stanza ed il prato; vidi che da lontano due figure si stavano avvicinando, erano mio nonno e mia nonna che mi abbracciò senza parlare, canticchiava una cantilena di quando ero piccola. Ho sentito fisicamente il suo odore, il suo corpo e volevo rimanere con lei per sempre, ma la presenza con la tunica si è adirata, un vento impetuoso soffiava sui suoi capelli e gli occhi azzurri erano diventati di fuoco. Alzò una mano e la mise sul mio petto dicendo: VA', NON È IL TUO MOMENTO! Mi sentii risucchiare di nuovo nel tunnel consapevole che stavo tornando indietro. Ad un certo punto ho sentito che il mio corpo toccava il letto, ho aperto gli occhi e ho respirato.

------

Flavio

È il natale del 1985. Ho 17 anni, viaggio spedito con la mia vespa, in un pomeriggio umido, superando le auto a centro carreggiata. All'improvviso mi sbuca un’auto da destra, vado troppo forte, tento invano di frenare ma la moto si intraversa e volo via. In questo momento salto in un spazio temporale parallelo, molto lungo, vedo flash della mia vita, alcuni anche dimenticati, ad una velocità impressionante, poi il buio… alcune voci parlano di me “è troppo giovane”, "almeno fino a 30 anni", "si deve sposare”. Una sorta di riunione decide il mio destino mentre io sento tutto, ma sono solo uno spettatore. Poi torno alla realtà, sono a terra. Il femore sinistro si è spezzato nell’urto contro l’auto, ma io non potrei raccontare come perché ero altrove. Il dolore è fortissimo, la mia testa (ero senza casco ovviamente) è a 50 cm da un platano. Ne seguono operazioni, riabilitazione e torno sulle mie gambe dopo 3 mesi. Sono passati moltissimi anni, ma il ricordo di quell'episodio è indelebile… per la cronaca, dopo soli 4 anni da quel giorno, all'eta di 21 ...mi sono sposato.

------

Sofia

Vorrei condividere la mia “testimonianza”. Io, fino ad ora, non ho mai raccontato a nessuno quello che mi è successo. Era settembre del 2021, ero appena sposata, nemmeno 3 mesi di matrimonio. Ero in Calabria per le vacanze. Quell’anno c’erano stati molti incendi, non si respirava, io stavo molto, molto male, avevo molto spesso mal di testa, nausea e le gambe gonfie. Ero preoccupata per il mio stato di salute, ma mi trascuravo, dicevo "tanto ora passa”. Un pomeriggio, ero molto affaticata, avevo nausea e un forte mal di testa, finii per sbattere la testa e questo mi fece cadere a terra. Qui inizia la mia esperienza. "Vedo un tunnel nero grigio, cammino fino alla fine del tunnel e arrivo in una stanza luminosa, bianca. Qui mi blocca un ragazzo, molto bello, era ben vestito, era calmo e mi trasmetteva rassicurazione. Mi guarda, mi saluta dicendomi “ciao Sofia” e io rimango ferma immobile in quella stanza luminosa, come se dovessi aspettare qualcuno. Sento su di me un calore piacevole. Alzo gli occhi e vedo una luce candida. Quella luce mi avvolge... è come se mi stesse sollevando da terra. Poi vedo un signore, si avvicina a me e si inginocchia per togliermi le scarpe, così mi incammino, con i piedi scalzi. Cammino, mi sento leggera, mi sento bene, è come se stessi respirando amore, pace, gioia. Ad un certo punto mi giro indietro, perché il mio pensiero è tornato a mio marito. Così corro e dico al signore “devo andare hanno bisogno di me!”. Lui mi risponde: “si hanno bisogno di te".

------

La prima NDE documentata nei tempi moderni risale al XVIII secolo

L'autore è Pierre-Jean du Monchaux (1733–1766), un medico militare del nord della Francia che descrive l’esperienza nel suo libro "Anecdotes de médecine”.

"Sir LC, uno dei più famosi farmacisti di Parigi ha avuto in Italia, 25 anni fa, una febbre maligna, ed è stato curato da medici e chirurghi francesi, e ha subito molti salassi di sangue. Dopo l'ultima flebotomia – che è stata molto importante – ha avuto una sincope ed è stato privo di sensi per così tanto tempo che gli assistenti erano particolarmente preoccupati. Riferì che dopo aver perso tutte le sensazioni esterne, vide una luce così pura ed estrema che credette di essere in Cielo (letteralmente: nel Regno dei Beati). Ricordava molto bene questa sensazione e affermò che mai in tutta la sua vita aveva avuto un momento più bello”.

------

Fulvio (dal racconto di Maurizio)

Io [Maurizio] sono medico. Specialista in Anestesia e Rianimazione. Cominciai ad interessarmi del fenomeno delle NDE ancora prima che Raymond Moody pubblicasse in Italia il suo best seller "La Vita oltre la Vita". Nel 1982 (avevo a quel tempo circa 28 anni), seppi da un conoscente che un amico comune, aveva avuto una esperienza molto particolare, durante un incidente d'auto molto grave. Se n'era sentito parlare di queste esperienze, ma nessuno pareva darci credito. La cosa finì li. Poi lessi avidamente (sono molto curioso di fenomeni che rientrano nel paranormale) il testo di Moody ed il secondo pure. Mi venne in mente dell'amico Fulvio così chiesi all'amico che me ne aveva parlato, se ne sapesse qualcosa in più. "Chiedilo a lui", mi disse, con te credo che si confidi, non ne parla volentieri, ma tu sei anche suo amico e medico e non credo che avrà difficoltà. Così telefonai a Fulvio che venne a casa mia in un pomeriggio nel quale ero libero. Ci sedemmo e gli dissi: vorresti parlarmi dell'episodio di cui mi hanno accennato, quello che riguarda il tuo incidente? Mi guardò come se si aspettasse la domanda e dopo aver osservato il giardino fuori dai finestroni del portico mi raccontò. (Il racconto originale è in dialetto delle nostre terre. Per cui ve lo riporto in italiano ma non rende la stessa forza della lingua originale del posto! Inoltre tento di sintetizzarlo al massimo...). Sai, noi ancora non ci conoscevamo. (nel momento in cui raccontava era sposato con figli, ma andiamo con ordine), e io avevo una Alfa Romeo coupè. La mia ragazza mi sedeva al fianco e stavamo percorrendo la 202 (una statale molto dritta e veloce) quando per una curva larga, complice il sole negli occhi, vidi un furgone. Mi resi conto che ci sarei andato dritto addosso e sterzai di colpo. Sai le Alfa con la trazione posteriore di una volta. Se perdi il controllo diventavano incontrollabili. Sapevo che andavamo veloci. 140 circa. La sterzata mi proiettò dritto fuori dalla strada. Davanti oltre ai cespugli vidi il tronco di un pino e mi ricordo lo schianto. Niente cinture quella volta. Anche se c'erano nessuno le metteva. Era passato un istante. Ma mi sentivo bene, nulla, nessun dolore anche se mi accorgevo che il piantone del volante era come entrato … dentro al torace? Mi chiesi. Come faccio a non sentire dolore? Allora sentii i lamenti della mia ragazza. Aveva tutte e due le ginocchia incastrate sotto il cruscotto dalla parte sua e subito uscii dalla portiera aperta e feci il giro dell'auto. Cercai di aprire la sua portiera. Vidi il muso dell'auto schiacciato contro l'albero. Pensai. Qua la Forestale mi darà la multa. Poi vidi lei che urlava il mio nome scuotendo uno che sedeva al volante ed in quel momento non capii subito. Tornai al mio sportello e mentre c'erano persone che accorrevano vidi me stesso riverso sul piantone del volante appunto. Mi guardai e pensai. No quello non sono io. Io sto bene. Ma sul momento mi preoccupava di più la ragazza. Arrivarono presto la Polizia. Una ambulanza ed i Vigili del Fuoco. Io cercavo di spiegare a tutti cosa era successo ma pareva che nessuno badasse a me. Tirarono fuori la mia ragazza e li sentii dire: “Lei è viva e forse ha solo le ginocchia frantumate. Per il ragazzo non c'è nulla da fare”. Guardai e vidi che estraevano l'altro me dal posto di guida e mi sistemarono prima per terra su un lenzuolo e poi steso su una barella e coprirono quell'uomo... me stesso ma ancora non mi rendevo conto, con un lenzuolo. Dopo sistemarono la barella in ambulanza e anche la mia ragazza che gridava dal panico seduta accanto a me. Salii anch'io assieme ad un infermiere sulla ambulanza e partimmo. Io ero vivo e stavo bene e non comprendevo nulla del motivo perché il mio corpo dovessero trattarlo in un modo mentre io stavo bene. Non mi ero ancora reso davvero conto che io ero morto. Dichiarato morto all'impatto. Ma io, Fulvio (e puntò il suo indice verso di sé più volte guardandomi come dire... ma nessuno capiva nulla...) invece ero vivo e stavo bene. Camminavo, ero salito senza problemi sulla ambulanza, vedevo me stesso... Poi ad un certo momento tutto quanto cambiò. In pochi istanti il mondo che avevo conosciuto era scomparso e mi trovai immerso come in una piscina dalle acque strane, in cui potevo respirare... ma non so se era respiro non te lo so spiegare... La corrente d'acqua mi portava verso un punto molto luminoso che si avvicinava rapidamente. Difficile descrivere sai, le cose che sentivo e vedevo erano del tutto diverse e faccio fatica a trovare le parole. Era una luce fortissima ma nonostante questo potevo guardarla senza che mi abbagliasse. Quando fui davanti alla luce vidi che essa proveniva da qualcuno che era dentro la luce. La luce lui la emanava. Era lui la luce ma la luce non era lui. Difficile spiegare (gli suggerii: Come fosse un “Essere di luce”?) Bon, bravo! Ecco, sì! E poi? Chiesi io... E poi e poi... ero là e sentivo che la persona dentro la luce mi poteva vedere dentro tutto. Tutto quello che ero che avevo fatto e vidi tante cose della vita che avevo dimenticato. Insomma non mi parlava ma mi stava mostrando tutto quello che ero che ero stato. Non avevo nessuna possibilità di nascondermi ma nemmeno ne sentivo il bisogno. Sentivo che mi capiva, ma non riesco a spiegarti... No, no, gli dissi... ti spieghi benissimo... e dentro me passavano tutti gli esempi che Moody aveva riportato e pensai: ma allora è tutto vero, identico... Fulvio riprese a dire: poi sentii una domanda. Non era voce, ma era voce non saprei: la domanda era dentro di me: Non veniva da me: Una voce autoritaria ma senza un tono di accusa. “Hai cercato di conoscere?” Come... cosa... e sentii che mi chiedeva se avevo cercato Dio e non potevo mentire perché sentivo che Lui sapeva già tutto. Risposi... Non so... non ho dato spazio credo... E poi l'altra domanda. Come una mazzata... non che mi bastonasse: la domanda era una mazzata per me che avevo 20 anni e non capivo niente della vita...  mi chiese: “Hai amato?” Rimasi come senza parole e capii che la mi giocavo tutto e vedevo che no... non avevo amato abbastanza, nessuno in pieno... forse... e risposi: “Non so, forse... non ho avuto il tempo!” Allora l'Essere di luce mi disse dentro perché la voce entrava dentro me senza un suono esterno: “Avrai ancora un tempo”. E là Maurizio – mi disse -  accadde la cosa più bestia (parole sue...) che potesse. Mi trovai a precipitare in un istante dentro il mio corpo. Dolori che non auguro nemmeno a un assassino.  In quel momento capivo tutto. Ero morto ma il mio io esisteva e mi ero incontrato con lui... Lassù. E con l'indice indicò in alto, muovendo la mano tre o quattro volte. Quando si ritrovò nel suo corpo si agitò e le persone i medici gli infermieri che avevano sistemato la sua barella in un angolo lo scoprirono immediatamente e lo portarono in Rianimazione. Trauma cranico. Sfondamento della cassa toracica. Pneumo ed emotorace. Tre vertebre fratturate. Uscì dall'Ospedale dopo tre mesi e mezzo. […] Fin qui il racconto, amici. […] Un'altra telefonata. L'amico dell'inizio del racconto. “Fulvio è in cardiochirurgia. Lo stanno operando. Aneurisma dell'aorta”. Non ce la fece. Ritornò, credo, da quell'Essere che gli “Aveva dato un tempo”. 

------

Maya

Alcuni anni fa per un tentato omicidio, sono morta per più di mezz'ora e, da allora, è iniziata una "Nuova Era" per me... Ho visto la mia anima staccarsi dal corpo, fluttuava nell'aria, non avevo più memoria della mia vita, era nella mia anima. Ad un certo punto, mi trovai in un posto buio e strettissimo in cui percepivo altre anime, eravamo tante, poi ho sentito un lamento di una donna. Intravidi un piccolo puntino di Luce, e più lo guardavo, più diventava grande fino a quando fui attratta come una calamita verso quella Luce, diventata un Portale di Luce con accanto il Guardiano con una lunga Spada appuntita. Forse era san Michele Arcangelo che si dice pesi le anime. Stavo entrando nel Tunnel quando lo Spirito Luce mi sbarrò la strada con la spada. Fui catapultata all'indietro nel Tempo mentre una voce mi diceva che dovevo tornare, ma io non volevo tornare, lì c'è pace, c'è Luce. Ritornai dentro il mio corpo, vidi due Spiriti Luce, uno dei due aveva una sagoma più grande, si posò sul mio letto e mi rivelò il perché dovevo tornare .... La sua voce era di donna, di una Madre. C'E' UN UNICO MESSAGGIO NELL'UNIVERSO ED E' QUELLO DELL'AMORE.

------

Maria Stella

Durante il parto cesareo del mio primo figlio, mi sono ritrovata immersa nella nebbia e provavo molto dolore. La mia disperazione era terribile in quanto pensavo di essere morta e che quel dolore non sarebbe mai cessato. Vedevo una luce molto lontana e volevo andare verso la luce, perché sentivo che lì il dolore sarebbe finito. Ma una barriera di voci me lo impediva, nonostante le mie suppliche. Le voci mi dicevano che non potevo raggiungere la luce perché avevo irriso la pratica delle messe per i defunti e perché troppo attaccata ai beni terreni. Alla fine mi hanno anche detto che non era ancora giunto il mio momento, che dovevo tornare sulla terra e dire a tutti che la vita eterna c'è. In quel preciso istante, mi sono svegliata e ho riconosciuto la voce del mio ginecologo.

------

Vittorio

Sono un uomo di 50 anni e sin dalla prima infanzia, dall’età di 7 anni circa, mi capita di vivere paralisi notturne. Circa 2 o 3 esperienze l'anno, ma nel mese di dicembre del 2016, mi è successo per un mese intero, tutte le notti. Durante una di queste, mi sono sentito, in piena coscienza, catapultato fuori dal mio corpo, a velocità pazzesca, volando nello spazio e pensando "cavolo succede davvero!” Improvvisamente mi ritrovo di fronte una luce immensa, indescrivibile, viva, ma soprattutto sperimento uno stato di "Serena Estasi”, indescrivibile, cosciente di tutto e della nostra interconnessione con Dio. Nella luce, so che c'è Gesù. Con tutte le mie emozioni mi dirigo dentro quella luce, ma poi mi sento ricadere, come in un baratro, di nuovo a tutta velocità e mi ritrovo nel mio corpo. Dopo quest'episodio ho cominciato a leggere tanto e in molte letture, ho ritrovato la mia stessa esperienza.

------

Mariangela

Mi chiamo Mariangela ed ho 43 anni. Scrivo in quanto ho deciso di raccontare la mia esperienza NDE. Correva l'anno 1999 quando ho incominciato ad avvertire i sintomi classici dell'infiammazione dell'appendice (dolori al fianco, non riuscivo a stendere la gamba destra). Dopo aver riscontrato che l' infiammazione non spariva con le cure farmacologiche, abbiamo deciso di optare per l' intervento chirurgico.
L'operazione è stata fissata per le ore 20:00 del 10 Novembre dello stesso anno ed in quella data, all' ora prefissata, è venuta nella stanza dell' ospedale un' infermiera per condurmi in sala operatoria. […] Mentre ero in camera in attesa che mi svegliassi dall' anestesia mi è successo quanto segue: mi sono separata dal mio corpo ed ho cominciato a fluttuare e volteggiare nella stanza dell'ospedale. Ero lì che volavo in maniera leggiadra e vedevo il mio corpo steso nel lettino con i miei genitori al lato dello stesso, mia madre alla mia sinistra e mio padre alla mia destra. Ero pienamente consapevole che ero entrata in un'altra dimensione e, mente volavo, ho deciso di fermarmi in alto sospesa nell'angolo della stanza per fissare il mio corpo. Anche se volteggiavo in quella camera d'ospedale, allo stesso tempo ero circondata da una realtà composta da colori meravigliosi ed avvertivo una pace ed una gioia che non esistono sulla terra. Ero talmente felice di stare in quella dimensione che ho fatto un discordo a me stessa: "che bello rimanere per sempre qui".
Allo stesso tempo però sapevo che se fossi rimasta lì, avrei lasciato sprofondare nell'angoscia più totale i miei genitori ed ero molto combattuta perché se da un lato volevo rimanere, dall' altro non volevo farli soffrire. Così continuavo a volare felice mentre osservavo un tunnel dall'ingresso buio ma che aveva in fondo una luce così intensa che non esiste qui sulla terra. Questa luce aumentava di circonferenza lungo il tunnel tanto che lo sbocco dall' altra parte era solo luce immensa e meravigliosa che si espandeva a dismisura con raggi lunghissimi. In mezzo a tale bagliore ho potuto scorgere il volto di Gesù. A tale visione ho rifatto un discorso a me stessa e mi son detta: "non mi importa se lascio i miei genitori, io voglio attraversare quel tunnel ed entrare in quella luce".
Così mi sono avvicinata all'imbocco del tunnel ed ho provato ad inserire la prima gamba per entrarvi dentro. In quell'esatto istante è apparso alla mia sinistra un Padre Cappuccino che non si è lasciato vedere in volto (aveva lo stesso saio e la stessa forma della testa di Padre Pio, però non posso dire che fosse lui non essendosi fatto vedere).
Lui mi ha bloccata impedendomi di entrare in quel tunnel e, facendomi segno con la mano, mi ha detto: "vai, vai, che ancora ne hai da vivere"! In quel momento sono rientrata nel mio corpo e mi sono svegliata urlando per il forte dolore che sentivo allo stomaco ed ho visto i miei genitori accanto a me, mia madre alla mia sinistra e mio padre alla mia destra, esattamente come li avevo visti dall' alto della stanza. Quella notte sono stata malissimo in quanto l'anestetico mi si era bloccato nello stomaco. Non ho deciso io di rimanere in questa vita, è stato quel Frate Cappuccino che l'ha deciso per me...

------

Antonio

Salve mi chiamo Antonio e solo oggi ho conosciuto questo sito NDE. Io ancora oggi vivo momenti di rapimenti e di annullamento dalla vita che mi circonda, perché nel 2015 ebbi un incidente sulla moto, rimanendo senza vita per 6 ore. Mi sono ritrovato in un giardino meraviglioso seduto su dei fiori colore oro e alti un metro. Il cielo sopra di me era come cristallo che rifletteva luce da qualcosa di luminoso che stava dietro al cielo. Mi ricordo che lì, tutte le cose venivano all'esistenza nel momento in cui tu le pensavi. All'improvviso comparve dietro di me un albero alto quanto una montagna, poi da lontano vidi un uomo che passeggiava. Mi rallegrai nel guardarlo, perché pensavo di essere solo, mentre lo osservavo da lontano, all'improvviso me lo trovai accanto, lo guardai nel viso ed era bello, aveva i capelli Oro, una veste bianca con un bottone Oro al petto. Mentre ero tutto tremante nel chiedermi anche dove mi trovassi, lui stese il braccio e mi invitò ad alzarmi. Incominciò a parlarmi di tante cose che ancora oggi, a frammenti, mi ritornano in mente. Mentre mi parlava e camminavamo, io sentivo una pace ed una sicurezza dentro. All'improvviso vidi che diventa grande come un gigante e nonostante ciò manteneva la sua mano nella mia. Io iniziai a chiedergli dove mi trovavo! Lui con un tono rassicurante mi disse: Non posso dirti per ora dove siamo altrimenti tu mi chiederai di voler rimanere qui e non è ancora il tempo, ritorna sulla terra. All'improvviso mi risvegliai, sentendo un forte dolore nel corpo, nella stanza di rianimazione dell'ospedale, pensando di essere a casa mia, nella mia camera da letto. La cosa mi è venuta alla mente poi, dopo tre giorni. Oggi ancora vivo in modo diverso, riuscendo a percepire cose che prima non percepivo, mi sembra di rivivere in momenti che ho già vissuto, mi fermo qui...

Pamela

Sono Pamela e ho 22 anni. Poco più di due anni fa un mio caro amico morì in un incidente d’auto. Durante il funerale, in chiesa, ho percepito di stare male, come se stessi svenendo. Ho cercato di parlare e chiedere aiuto, ma sembrava la stessa sensazione di quando, in un incubo, provi ad urlare ma sei immobile e dalla bocca non esce nulla. Poco dopo qualcuno mi porta fuori dalla chiesa e da lì è iniziata la separazione tra il mio corpo e la mia anima. Ho capito subito che non era un semplice svenimento, come già mi era capitato qualche volta nella vita. Mentre “dormivo”, perché la mia sensazione era come se stessi dormendo, sentivo chi parlava attorno a me, ma la mia vista, nel mondo della realtà, era nera. Nel frattempo vedevo invece una forte luce bianca provenire dall’altro, una sensazione di pace e leggerezza incredibile. Sentivo la presenza del mio amico in questa grande luce e di altre persone con i volti molto sereni. In quel momento ero contenta anche io, e quando mi sono risvegliata, ero infastidita del risveglio, come se non volessi lasciare quel posto e quella sensazione. Mi sono risvegliata leggera e come se mi fossi teletrasportata in un secondo, da un posto fisico a un altro posto fisico, perché ciò che ho visto sembrava veramente reale e il fatto che la mia testa pensasse in quel momento, mi fa credere che fossi consapevole di tutto quello che stava succedendo. In quel secondo in cui mi sono ricatapultata nella realtà, non ricordavo di essere stata lì prima, sensazione svanita dopo poco. Premetto che non sono credente, ma la luce che ho visto e tutto l’insieme, sembrava rimandare a qualcosa di divino. Questa esperienza mi ha permesso di rivalutare i tanti valori della vita e di valutare la morte come un passaggio sereno e parte della vita.

Riccardo

Ero stato dal dentista di fiducia per l’estrazione del dente del giudizio, in compagnia di mia moglie. Prima dell’estrazione, mi fu iniettato dell’anestetico a base di carbocaina. l’intervento fu un po’ doloroso ma del tutto sopportabile, mentre rientravo a casa il dolore diventava sempre più acuto e insopportabile. Appena varcato la soglia di casa, ebbi appena il tempo di sedermi... e mi svegliai notando che la casa era piena di gente con due infermieri che mi adagiavano su di una barella per portarmi al pronto soccorso. Io dissi perché in ospedale? Sto benissimo ma stavo ancora meglio nel posto dove sono stato poco fa. Dopo qualche attimo notai che ero bloccato con tutto il resto del corpo mentre la mente, la vista e l’udito erano attivi. Preciso che fu molto faticoso riacquistare le funzioni del corpo. Durante quei momenti di incoscienza (poi mi fu detto arresto cardiaco) mi trovai seduto al centro di un grande divano di morbido velluto, di colore nero molto grande e semicircolare. Davanti a me uno schermo gigantesco come se dovessi assistere ad un film. Sullo schermo una montagna scura e dietro questa montagna una luce abbagliante che mi costringeva a tenere lo sguardo basso verso i piedi del monte. Con la coda degli occhi vedevo intorno a me sia a destra che a sinistra delle ombre di persone che mi sembravano parenti defunti e amici defunti, ma siccome la luce era bassa non riuscivo a vedere né a distinguere i loro volti. sul loro capo brillava una debole fiammella. La loro presenza mi faceva compagnia e mi trasmetteva sicurezza e affetto. Una musica dolce si udiva nell’ambiente, un profumo di fiori d’arancio nell’aria. Io mi sentivo molto felice ed ero lì ad attendere qualcosa di speciale che il ritorno alla vita mi ha negato. 

Mario

In Africa sono stato morsicato dalle zanzare contraendo la relativa malaria, naturalmente si trattava del ‘plasmodium falciparum’ la più pericolosa e con il più alto tasso di mortalità. Non avendo gli stessi sintomi della malaria ‘tradizionale’ febbre elevata ecc., il mio medico senza visitarmi ha escluso l’infezione. Dopo una settimana dal rientro mia moglie mi ha trovato in stato assente disteso sul letto, richiesto l’intervento del 118, quando è arrivato il dottore ha diagnosticato che il mio cuore si era fermato dopo un’iniezione nello sterno mi ha trasportato in ospedale dove il neurologo ha giudicato il mio caso chiuso per morte, ma un dottore mio amico ha voluto insistere nelle terapie del caso e dopo alcuni giorni di coma ed una lenta ripresa durata più di 3 mesi sono tornato a casa. Non so quando ho vissuto l’esperienza del viaggio in questa LUCE indescrivibile e meravigliosa, dove sono stato avvolto da tanto amore e pace ritrovandomi in un luogo dove si respira tanta gioia alla presenza di fiori enormi e meravigliosi, con profumi inebrianti. Lì in quel luogo ho incontrato i miei genitori defunti da alcuni anni e solo mia madre mi ha rivolto la parola dicendomi che non era ancora la mia ora dovevo tornare e nonostante il mio disappunto ha insistito sul mio rientro. Ho anche parlato con mio nipote morto nel 1994 a seguito di incidente stradale all’età di 18 anni ed anche lui mi suggeriva che dovevo tornare.’ Quanto avrei voluto rimanere! ‘niente sono tornato e solo dopo alcuni giorni, (anche perché per i primi 15 giorni non riuscivo né a muovermi – tetraplegico - né riuscivo a parlare in quanto ero intubato), avendo mille timori di essere frainteso ho raccontato l’accaduto a mia moglie Cristina. La mia esperienza meravigliosa mi ha cancellato la paura della morte in quanto, quando si muore esiste qualcosa, ma soprattutto nell’aldilà ci si ritrova con i propri cari, in più il mio credo mi dà la certezza che Dio ci aspetta con gioia.

Concetta

Quando io avevo circa cinque anni annegai in mare aperto. Un’onda ribaltò la barca dove ero seduta insieme a dei parenti. Quella mattina fui l’unica bambina a trovarmi sul fondale del mare in compagnia di un cono di luce. Nonostante l’acqua mi riempisse i polmoni, il cono di luce mi faceva respirare ed insegnava a nuotare (in maniera velocissima e telepatica). Così mi salvò la vita. Tutto questo potrebbe sembrare un ricordo alterato di una bambina, ma mi creda, mi trasformò la vita. […] All’età di diciotto anni l’epilogo. A quel tempo fui sottoposta ad un banale intervento chirurgico ai turbinati. Questo intervento chirurgico doveva durare massimo 30 minuti invece uscii dalla sala operatoria dopo 5 ore perché stavo morendo con una emorragia interna. in quanto mi ritrovai fuori dal corpo come per vegliarlo. Io mi trovavo ad osservarlo serenamente alla stessa altezza del lettino operatorio, alle spalle della mia testa fisica. Vedevo il mio corpo come una madre osserva un figlio piccolo nella culla. Sì! io amavo quel corpo anche se avevo difficoltà a riconoscere che fosse mio. Di lì a poco una luce abbagliante apparve alla mia destra. Essa con grande fermezza ed autorità mi ordinava di non voltarmi (ma senza parole... io non avevo bisogno di parole per sentire). La luce mi ordinava di non voltarmi perché “non era un posto dove io dovevo vedere”. Quell’essere imponente poggiò la sua mano sul mio volto fisico il quale era immobilizzato dall’anestesia, spostandolo. Così il sangue uscì dalla bocca sbloccando la mia gola… ero salva. […] All’improvviso mi sono sentita risucchiata in un posto che sapevo essere il mio cervello!! ...Era buio e vi rimasi per qualche secondo aspettando che succedesse qualcosa poi il mio risveglio ed una serie di prove di quanto mi era accaduto. Dopo una settimana tornai a scuola ed una mia compagna di classe mi disse che si sentiva di dovermi far leggere un libro e che era sconvolgente così me lo prestò. Si intitolava “La Vita oltre la vita” ma non fu l’unica cosa che accadde perché da quel giorno sino ad oggi l’Essere che mi salvò la vita ha sempre fatto in modo di farsi capire standomi accanto risolvendo concretamente ogni cosa. Una sola volta mi ha parlato per pochi secondi e mi ha abbracciata sono riuscita a sentirlo come qualcuno che cerca di sintonizzarsi con una radio e tantissimo altro che sa di miracolosamente assurdo… comunque quello che voglio dirle è che tutto quello che ne è derivato nella mia vita soprattutto il mio precoce cambiamento orientato al bene e a convincere la gente che “DIO ESISTE”. Grazie per avermi ascoltata.

------
4444. 
NDE Probabile di Alessandro P 12/6/2017. Probabile NDE 8437. Da Italia.

Ciao a tutti, voglio raccontarvi una cosa accaduta a me, non raccontata: 29/03/2007, mi schianto a 180 all’ora in moto contro una Golf, potrete immaginare tutti le mie condizioni: coma, una ventina di fratture di cui 3 al cranio, entrambe le braccia distrutte, pneumotorace, 2/3 di fegato distrutti... Ad un certo punto mi sento bene, leggero, in pace, mi vedo da sopra, da due o tre metri di altezza, poi mi trovo in una stanza, ma non vedo muri, solo un soffitto basso e chiaro, sto benissimo, vedo un uomo sdraiato su una panchina con un bel vestito grigio, si alza, si gira, il nonno morto vent’anni prima e che adoravo!!! (Nonno manifestó la sua malattia con comportamenti strani come il dormire sulle panchine intere notti mentre si trovava in vacanza a Rimini). Mi viene incontro e in dialetto padano mi guarda arrabbiato (il nonno non sorrideva mai!) e dice “cosa fèt chi, putìn? VA VIA” (Cosa fai qua ragazzino? VAI VIA). Poi un signore da dietro un leggìo mi chiama e mi fa cenno di avvicinarmi, mi guarda e mi dice “NON È ORA, hai una seconda occasione” e dopo qualche giorno mi sveglio dal coma, racconto il sogno a mia madre che mi confessa di aver sognato la stessa scena, ma quando chiese al nonno chi fossi, lui le rispose “ma niente, è uno che viene da Roma, ma non sta qui...” (io abitavo a Roma...).

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? , ho incontrato il nonno materno.

------
3523. 
NDE Probabile di Sarah W 

Ebbi un incidente all' età di 14 anni, la mia gamba aveva un profondissimo taglio, e fui portata in ospedale con l' ambulanza. Fui investita, e vidi la mia vita svolgersi all'incontrario in pochi secondi. Fu come guardare un film, ma ultra veloce. […] Ero stata una bambina abusata e vi risparmierò i dettagli. Ero così arrabbiata di non avere nemmeno un buon ricordo. Venni abusata, non ero amata, e non ero stata voluta. Era davvero una infanzia di merda. Arrivata in ospedale stavo nella astanteria e ci stessi 4 ore a sanguinare. Nel momento in cui mio padre spalancò la tenda tirandosi dietro una infermiera ero coperta di sangue dalla testa ai piedi. La rotula del mio ginocchio era esposta e dovevo essere portata in chirurgia di corsa. Mi fecero i raggi X e da lì andai in chirurgia. Lì mi diedero un gas che mi fece andar sotto. Avevo paura che mentre ero sotto qualcosa potesse andar storto. Mi ricordavo che mio nonno si risvegliò durante un intervento che non avevano ancora finito. Me ne ricorderò per sempre. Aspirai tanto gas quanto potevo perché non volevo risvegliarmi durante l'intervento. Pensai che mi sarei addormentata e magari avrei sognato. Bhe, non persi conoscenza e inizia a dar di fuori. Gridavo e mi agitavo. Ma non mi muovevo davvero né gridavo. Dicevo sono ancora sveglia!! Un istante dopo capii che mi trovavo sul soffitto e che ero completamente calma e serena. Mi chiesi come mai potessi vedere il soffitto così bene così da vicino. Ero priva di peso e mi sembrava di rimbalzare fra soffitto e pavimento. Udii un rumore acutissimo, lo udii e lo sentii anche. Era doloroso da sentire e io volevo andarmene. Non appena espressi il mio senso di fastidio, BOOM, e fui in uno spazio nero. Era più nero del nero ed era tutto vuoto. Avevo sempre avuto paura del vuoto perché temevo che qualcosa potesse acchiapparmi. Provai a percepire il mio corpo e non ne avevo uno. Pensai che stavo sognando e non capivo come mai non potevo percepire il mio corpo. Mi chiesi che aspetto potessi avere dal momento che non avevo un corpo. Provai a toccare il mio corpo e le mie mani o quel che mi pareva fossero le mie mani, ma passavo attraverso me stessa. Mi chiedevo come mai non ci fosse più luce e dove potesse essere mio padre. Non mi piaceva stare al buio e volevo trovare un interruttore o qualcosa del genere. Pensavo che fosse inutile provare a muoversi aggiro visto che non potevo vedere dove stavo andando. Volevo emergere da quella oscurità e pensavo che magari un qualcosa mi avrebbe acchiappato. Ma durante quella esperienza in nessun momento ebbi sensazioni di pericolo. Non appena mi sentii non più a mio agio e a preoccuparmi riguardo a dove fosse mio padre, vidi una puntina luminosa a distanza. In un lampo, la luce venne dritta verso di me. Ero una bambina abusata e ero stata picchiata un sacco. Avevo paura che la luce volesse colpirmi sul viso. Mi scansai temendo di essere colpita. Mi girai e vidi questa magica luce piena di colori (oro, bianchi e rosa mescolati insieme) come un diamante che ha tutti i colori e sfumature scintillanti. Sembrava essere viva e invitarmi a entrare. Allungai per prima la mia mano e ebbi una sensazione così incredibile, che una mente non ha le parole per esprimere la sensazione di AMORE immenso. Introdussi nella luce il resto di quel che sembrava essere il mio corpo e diventai AMORE ero UNA sola cosa con la luce. Venni immediatamente abbracciata così vicina e stretta. Era come se qualcuno mi stesse abbracciando. Pensai che non volevo lasciare la luce perché non volevo che quelle sensazioni se ne andassero. Cioè non volevo tornare nella oscurità. Per la prima volta in vita mia lasciai che le mie difese cedessero. Mi concessi di smarrirmi nell' esperienza. Danzai nella luce e volteggiai così felice di conoscere per la prima volta in vita mia il bene. Mi chiesi che aspetto potessi avere perché prima non ero riuscita a vedermi o sentirmi. Ottenni una visione a 360 gradi di me stessa. Ero come ero sempre stata. Mi vidi solo dalle spalle in su. Pensai oh beh sono identica. Vidi due luci avvicinarsi da lontano e avevano la fisionomia di persone. Pensai che le medicine non mi facevano vedere chiaro. Provai a socchiudere gli occhi per accertarmi se fossi io che vedevo male. Non vidi dettagli, rimasero creature luminose. Questo è il modo migliore in cui potrei descriverle. Arrivarono da me e io dissi non potevo vedervi bene e chiesi dove fosse mio padre. Essi mi indicarono telepaticamente alla fine della luce. Chiesi se potevano accompagnarmi perché non potevo vedere bene avendo avuto un incidente. Dissero di sì e con cautela ci avviammo verso la fine della luce. Avanzavo quasi centimetro per centimetro perché non sapevo cosa ci fosse al di là della luce. Chiesi loro cosa vi fosse dietro la luce e mi dissero che avrei dovuto arrivarci per poterlo sapere. Temevo che il sentimento d'amore che provavo e gli abbracci sarebbero svaniti se fossi andata oltre. Ma mi fidai dei due esseri luminosi e avanzai entrando in quello che sembrava un corridoio. Ma la luce era talmente brillante che non riuscivi a vedere al di là o entro di essa. Non intendo affatto dire che la luce mi facesse male agli occhi. Solo non riuscivo a vedere il versante al di là di essa. Quando attraversai il corridoio mi vedevo avere questa esperienza. Avevo 3 diverse prospettive di me stessa e anche una visione a 360 gradi di tutto. Mi vidi ascendere entro qualcosa come una grande massa cumuliforme di nubi. Continuai a salire e arrivai in un luogo che potrei descrivere unicamente come un luogo di luci. Tutto era scintillante e sfavillante... come diamanti! Tutto era vivo di luce e luminescente. Gli alberi e tutte le piante erano immacolati. Non c'erano foglie morte o ramoscelli secchi dagli alberi o cespugli. Tutto era così pulito e immacolato. Camminai per quel che mi sembrò parecchio tempo lungo un sentiero o strada, guardandomi attorno vedendo quanto tutto fosse bello. Giunsi a un incrocio, o qualcosa del genere. C'era un edificio alla mia sinistra. Era composto di un materiale che direi tipo cristallo trasparente. L'edificio sembrava inoltrarsi dentro il suolo ed emergere con una bella angolazione. Ricordo che pensai qualcosa del tipo woah fantastico. Vidi che vi erano una specie di 12 mura di cristallo o fondamenta. C'erano scritti dei nomi sopra con colori diversi. E rimasi a fissarle per quello che mi parse parecchio tempo. Vidi che di fronte a me c'erano due donne che mi stavano venendo incontro. Avevo paura di parlare con chicchessia. Non sapevo dove mi trovassi o dove mi fosse permesso andare. Così, provai a nascondermi dietro un albero per non essere vista. Mentre si avvicinavano provai ad avvicinarmi all'albero quanto più potevo e finii che mi ci ritrovai dentro. Ero totalmente sbalordita da questa cosa! Mi dissi "Oh wow avevo sempre saputo che poteva essere possibile". Guardai le due donne passarmi accanto come se non potessero più vedermi. Stetti dentro l'albero così a lungo, mi parve. Ero semplicemente felice di stare lì dentro. Pensai che i colori dell'albero somigliavano ai colori di cui ero adesso composta io. Udii una bella voce maschile chiedermi "te ne starai nell'albero per tutto il tempo?" io sorrisi e risposi "oh no, è che non penso ci siano altri posti dove andare". La voce disse "questa è la tua CASA e puoi andare ovunque vuoi". "Davvero?" risposi. E lui disse "sì!". […] Lì davanti a me stava l'uomo più BELLO che abbia mai visto in tutta la mia vita. Il suo sguardo era AMORE puro e brillantezza. nessuno mi aveva mai guardata a quel modo. I suoi occhi erano spalancati con fulgore e traboccanti di AMORE e di GIOIA. Gli Occhi più Blu che abbia mai veduto in vita mia. Era giovane e alto e scuro e l'uomo più affascinante mai vissuto. Non c'è nessuna persona vivente che possa eguagliare la BELLEZZA di Gesù Cristo. Era perfetto in ogni senso. Mi corse incontro e io corsi incontro a lui. Lo abbracciai e lui mi strinse così forte. Mi sciolsi nel suo abbraccio e ero ora al suo fianco. Rimanemmo come smarriti per parecchio tempo direi l'uno nello sguardo d'amore dell'altro. Così, dissi a Gesù, "intendi dire che non dovrò andare a dormire per sempre?" In un certo senso fu come se ridesse e disse "No". Gesù mi disse che sarei vissuta per sempre e che non sarei mai morta. Disse che questo posto era la mia CASA e che lo sarebbe sempre stata e che avrei trascorso l'eternità lì con loro. Non so descrivervi la mia sensazione nel sapere questo. I testimoni di Jehova dicono che non andrò in paradiso, e men che meno con Dio o Gesù. Dicono che quando muori vai in uno stato di eterno sonno. Che il tuo corpo è la tua anima e quando il tuo corpo muore la tua anima muore e rimani in questo stato di sonno finché Gesù non viene a risvegliarti. E' all’incirca quello che dicono. Mi chiese che cosa mi sarebbe piaciuto fare. Stare qui o tornare sulla Terra? Risposi "non so che cosa fare lì (sulla terra)" e Lui mi disse "amare e divertirti" Io dissi "questo?" Dissi "lo faccio, io voglio bene a tutti". Disse "lo so". Mi sorrise in una maniera così gentile e piena di affetto. Sembrava dire che era orgoglioso di me. Pensavo fra me e me… bhe, nessuno mi vuole bene lì. Lui disse "sì te ne vogliono". Io dissi "Sì?" pensandoci bene, avevano un modo buffo di dimostrarmelo. Dissi "Ma nessuno mi vuole bene". Lui disse "Io te ne voglio!". Dissi "Tu?" Mi venne vicino e mi tenne le mani alla altezza del suo petto. Disse "sì". Ci guardammo ancora negli occhi. Entrambi eravamo ricolmi di amore per l'altro. Avrei potuto stare a guardarlo per sempre senza distogliere lo sguardo. Chiesi che cosa sarebbe stato in serbo per me sulla terra se fossi tornata indietro. Mi disse che aveva distribuito diversi regali per me lungo la mia strada. Mi parlò degli animali che aveva in serbo per me. Mi disse quanto mi amavano. Dissi "gli animali possono amare?" Lui disse "certo che possono!". Mi mostrò la mia vita futura se fossi tornata indietro. Scorreva attraverso la parete che dava sullo spazio cosmico. Mi vidi felice e che ridevo molto. Volevo essere felice a quella maniera. Perché ero stata così infelice mentre ero sulla terra. Gli abusi e il crescere sentendomi dire che non sarei andata in paradiso. Penso che qui il mio spirito era stato schiacciato tutto il tempo. Non avevo un solo bel ricordo, nemmeno uno. Volevo provare ciò che quella ragazza che stavo guardando davanti a me provava. L'amore era perfetto e mi bastava, non avresti avuto bisogno di niente altro. Era tutto ciò che volevo e che ancora voglio! Dopo di che vidi quanta gente avrei aiutato ad avvicinarsi a Dio. Sapevo che volevo tornare, ma avevo paura di tornare. Non vivevo in una buona casa e venivo abusata giornalmente. Distolsi lo sguardo anche da Gesù e iniziai a guardare il pianeta Terra. Volevo che lui venisse con me, pensai che non sarebbe venuto se lo avessi chiesto. Il pensiero di sentirlo dire "no" era troppo per me. Pensavo di non essere abbastanza buona e pensai che lui era troppo bello per voler venire indietro con qualcuna come me. Dissi "se torno indietro non voglio starci troppo a lungo". Lui disse "okay". Mi preparai a chiedere se per favore fosse voluto venire con me. Pensai che non c'era modo che lui venisse con me. Ma, io lo amavo già talmente tanto. Volevo che non mi lasciasse, mai! Mi girai e lo guardai. Continuava a sorridermi come aveva fatto per tutto il tempo. La sua espressione non cambiò mai e non mi perse mai d'occhio durante tutta l'esperienza. Dal primo istante che lo vidi fino a quello in cui non lo vidi più. […] Poi quest'uomo venne nella stanza da una porta alle nostre spalle. Anche lui molto bello con la stessa espressone sul volto di Gesù. Sembrava essere super felice di vedermi e passò a Gesù un foglio. C'era un piccolo podio accanto a Gesù e lui scrisse qualcosa. Guardai l'uomo alle spalle di Gesù, e anche lui mi sorrideva pienamente e con amore. Non rimase per molto e se ne andò per la porta da cui era venuto. Gesù volle che andassi con lui da qualche parte e voleva mostrarmi alcune cose. Passeggiavo con lui per quello che mi parve un tempo molto lungo. Il paesaggio era perfetto e tutto era in fiore. Era un luogo incantato al di là del descrivibile. Ricordo che camminavo su questo acciottolato/sentiero con Gesù e giungemmo ad una casa e comunque parte di un edificio. Potevo vedere la fiancata della casa che recava un qualcosa di liquido vicino. Gesù disse che era un lago di riflessione. Ero ansiosa di vederlo e andai avanti a Gesù per vedere meglio. Mi girai per vedere dove fosse Gesù e mi stava guardando in tutta la mia eccitazione. Occhi grandi e pieni di Amore per me, ancora sorridendo quanto grande un sorriso può essere. Aspettai che mi raggiungesse e mi disse "Questa è la tua casa". Io dissi "Davvero, questa è la mia casa?" era perfetta e la amavo già senza nemmeno vederla tutta. Entrammo nella casa e io volevo andare dritta a vedere il lago di riflessione. Pensavo se era il caso di uscire o no. Mi piaceva dove mi trovavo e pensai di non tornare. Gesù continuava semplicemente a guardarmi e la sua espressione non mutava in quei grandi occhi e sorriso contagioso. Andammo a sederci vicino al lago e ci guardavamo con amore e affetto. Non potevo credere che quella casa fosse mia, era perfetta. Gesù aveva qualcos’altro da mostrarmi prima che andassimo via per tornare sulla Terra. Ci allontanammo e Gesù camminava tenendomi la mano. Non sono sicura di dove andammo perchè passai tutto il tempo a guardare Gesù. Ricordo che Gesù voleva mostrarmi qualcosa. Ero curiosa di sapere cosa fosse. Cioè, mi aveva appena dato una casa. Nessuno mi aveva mai dato nulla eccetto mia nonna. Gesù aprì una porta e quando io entrai c'era una moltitudine di persone il cui numero non riuscivo a contare. Mi sorridevano tutti come Gesù e c'era l'uomo con il foglio dell'ufficio. Disse "tutti loro ti vogliono bene". Io dissi "loro?". Tutti scintillavano di colori paradisiaci. Pieni di amore e di luce e super felici di vedermi. Mi stavano tutti dicendo telepaticamente che mi amavano e che erano fieri di me. Volevo restare e conoscerli uno ad uno. Li amavo tutti quanti. Anche se non ne conoscevo nessuno. Dissi a Gesù "Vorrei non avere trascorso così tanto tempo nell'albero, avrei potuto conoscerli". E mi sentii male per non avere parlato con le due donne prima. Sapendo ora cosa tutti loro provavano per me. Gesù rise al commento sull'albero. Tutti pensarono che era divertente e risero. Fu così magico e non lo dimenticherò mai! Dovevamo andare e tornare sulla terra. Ci dicemmo addio. Gesù ed io lasciammo tutta quella gente. […] Mi guardai attorno una ultima volta prima di rientrare in questo corpo. Pensai è pesante e sporco, caldo e sudato. Non provavo proprio nessun attaccamento per esso. Mi disgustava ad esser sinceri. Dissi "Da dove passo?" volevo dire per il corpo… e proprio allora mi ci ritrovai dentro con facilità. Entrai dalla base dello sterno. Era così strano essere nel corpo. Pareva più come una conchiglia vuota dentro e densa fuori. Non sapevo cosa fare quando rientrai in questo corpo carnale. […]  Mi portarono nella mia stanza di ospedale dove mio Padre mi stava aspettando. Guardai in giro per vedere Gesù ma non lo vidi. Pensai sicuramente entrerà giusto dalla porta. Non lo rividi mai più e sto ancora cercando. Finché non ci reincontreremo ancora, suppongo, aspetterò sempre per poterlo rivedere. Mi ci volle quasi un anno per reimparare a camminare. La mia vita cambiò dopo quanto mi era accaduto. Sono cambiata per sempre dall'amore che Gesù mi ha mostrato.

------
3483. 
NDE di Alice 10/6/13 Da Italia.

Durante l'intervento al cervello durato 8 ore mia figlia Alice (sono la madre perche' Alice non è piu' tra noi purtroppo) disse di essere entrata in una luce meravigliosa con calore e senso di pace, poi vide Gesu' seduto ai piedi di un albero immenso, con un viso bellissimo "come non si vedono persone sulla terra" disse. in questa occasione Gesu' la tocco' con la mano e lei penso' "moriro' perchè mi porta con lui". Invece l'intervento andò bene, ed alice mi confesso 'questa cosa soltanto dopo un anno e mezzo dall'intervento.

Avete incontrato o visto altri esseri? Sì, Gesu'.

------

2728 NDE di Franciose A 6/24/11 Da Italia. 

Stavo stessa sul letto, credevo di sognare ma vedevo una galleria come un tunnel dove c'era un giardino bellissimo con tanti fiori e in fondo una luce che si allargava sempre di piu'. A fianco di questa luce stava il mio nonno scomparso da circa 6-7 mesi e gli ho sorriso. Mi sono sentita felice a vederlo, per un po' volevo restare lì con lui visto che sorrideva e stava bene (ultimamente lo vedevo sempre sofferente perche' era malato di cancro). Mentre mi avvicinavo a lui gli ho detto: "Ti vedo bene! Vengo da te cosi' ci salutiamo!" Lui mi fece il segno con la mano come quando si manda via una persona, e mi disse: "Sto bene, vai tu che non e' ancora il momento". "Vai, vai ti aspettano." Dopodiche' ho sentito una tristezza. E qui finisce perche' mi dicono di essermi svegliata.

NDE dal tentativo di suicidio.

------
2512. 
NDE di David B 4908 11/17/10 Da Italia. 

Durante una gita in auto con mia moglie sono stato costretto a fermarmi per improvviso grave malessere con sudorazione e algìa precordiale e al collo. Portato all'ospedale di Lucca in ambulanza e sottoposto a tutte le terapie del caso ho avvertito progressiva perdita di coscienza come uno sprofondamento in un vortice verso il basso, con una certa rapidità e una generica sensazione di allarme e angoscia, ma con lucidità. Poi più niente: il niente assoluto, non so per quanto tempo, e improvvisamente un ritorno di coscienza contemporaneo ad una forte scossa elettrica. Poi nuova perdita di coscienza con impossibilità allora e adesso di mi spingevano dolcemente la durata, e quindi una sorta di risveglio fuori dal corpo, o meglio senza corpo in una sorta di galleria non ben definita in cui avvertivo di spostarmi sempre in una direzione senza peso e dolcemente, in una iniziale oscurità che si faceva via via più tenue. Non vedevo nessuna forma di oggetti o persone, ma avvertivo la presenza rassicurante di esseri o anime incorporee che, senza poterle distinguere le une dalle altre, avvertivo come piene di amore e desiderose di aiutarmi e accompagnarmi. Sentivo che erano i miei familiari defunti e/o amici che erano a stretto contatto con me e mi spingevano dolcemente verso una direzione. Il mio stato d'animo era di indicibile beatitudine e come di un calore non fatto di temperatura ma di amore e totale soddisfazione. poi improvvisamente tutto è finito e mi sono ritrovato al centro dell'equipe di medici e infermieri.

NDE da fibrillazione ventricolare.

------
1930. 
Jacqueline M Esperienze di suo padre 6/6/2009. 

Questa è la storia, così come mi venne raccontata da mio padre. Ho sentito il bisogno di condividerla con voi. Essa mi fu di grande conforto quando poi mio padre partì per l’ultimo viaggio. Mio padre Lennie era stato colpito da un tumore alla mascella sinistra e venne ricoverato al Royal Hospital di Brisbane per essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione dei tessuti tumorali all’interno della faccia. Dopo l’intervento, lui mi disse che ad un certo punto, durante l’operazione, si era trovato al di sopra del proprio corpo e guardando giù capì di essere morto. Nell’istante successivo venne risucchiato in uno spazio buio: nel buio più nero ce avesse potuto immaginare, poi si ritrovò al di fuori di un tunnel dorato. All’interno del tunnel, disse, si trovava un Uomo santo, che stava lì, in piedi con gli abiti più bianchi e splendenti che si possa immaginare. Aveva lungi capelli e papà capì che quest’Uomo era davvero un Essere di grande santità. Papà “sapeva” di non poter entrare nel tunnel poiché splendeva come di oro lucente, anche se desiderava entrarvi poiché sentiva tanto amore e pace tutto attorno a sé. Mi disse pure che non sapeva come facesse a sapere che l’Uomo fosse santo né perché non potesse entrare nel tunnel fintantoché questo risplendesse di luce dorata ma, tuttavia, lo “sapeva”. Quando il tunnel non risplendette più di luce dorata l’Uomo all’interno del tunnel disse: “tu devi tornare indietro, noi non siamo ancora pronti a riceverti, quando lo saremo torneremo ancora e ti verremo a prendere”.
La cosa successiva che papà ricordava era che si ritrovò di nuovo nel suo corpo, nell’ospedale. Ciò che più di tutto impressionò mio padre di questa esperienza, e lui che non avrebbe mai potuto dimenticare, fu il fatto che quanto era accaduto a lui era del tutto reale: lui era cosciente del fatto che non si trattava di immaginazione o di allucinazione: era proprio realtà. Papà era un ateo convinto e non avrebbe mai potuto immaginarsela, una cosa simile. Papà venne poi rimandato nella nostra città di residenza, Blackwater, per morirvi, in quanto aveva metastasi di tumore alle ossa. Un giorno, mentre era nell’ospedale di Blackwater, ebbe la visita di un Angelo che si presentò come un “messaggero di Dio. Erano esattamente mezzogiorno e l’Angelo non toccava con i piedi per terra. L’angelo disse a papà: “Ho un messaggio per te da parte di Dio: affinché tu possa entrare in Paradiso, devi seguire le seguenti istruzioni”. Papà non mi disse quali fossero queste istruzioni, ma mi disse che una cosa che doveva fare era di dover leggere la Bibbia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, e ciò anche se non sapeva come fare perché non c’era un pastore che potesse aiutarlo. Io facevo l’infermiera in un ospedale di Rockhampton, così feci trasferire mio padre lì, poiché c’era un reparto di oncologia, e papà aveva bisogno di stare vicino alla sua famiglia. Circa due settimane prima della sua morte, ci disse che di lì a due settimane lui ci avrebbe lasciato. Mia sorella gli chiese: “Perché, dov’è che vai, papà?”. Lui rispose che di lì a due settimane sarebbe morto. Ci disse pure che quella notte un altro ammalato, di nome Danny, era morto. Danny aveva un melanoma e stava nel letto proprio di fronte a quello di papà. Papà mi riferì quello che era successo proprio un attimo prima che Danny esalasse l’ultimo respiro: papà vide due Angeli entrare nella stanza e mettersi a ciascuno dei due lati del letto di Danny senza toccare il suolo. Papà sentì Danny esalare l’ultimo respiro e subito dopo vide Danny ed i due Angeli stare in piedi davanti al proprio letto. Uno degli Angeli gli disse che sarebbe tornato, per lui, di lì a due settimane.
Papà morì esattamente due settimane dopo la morte di Danny. Mi disse che quando aveva visto l’anima di Danny, lo vide felice e ringiovanito. Un’altra cosa che papà mi disse fu di non avere paura della morte, poiché essa è come passare attraverso una porta. Mio padre passò dall’essere una persona che non credeva in niente all’essere salvato dall’Onnipotenza di Dio e per questo mi sento molto riconoscente e privilegiata di essere stata una testimone della Sua Grazia salvatrice. […] . Gesù e Dio esistono per davvero. Esistono realmente anche gli Angeli, lo so perché mio padre li ha visti, e si è salvato. Dio benedica tutta l’umanità.

QUESTIONARIO

Avete sperimentato un senso di conoscenza speciale, relativa all’ordine e/o alle finalità dell’universo? Sì. Consapevolezza immediata che l’Essere era di natura spirituale superiore (santo), sebbene prima non avessi nessuna convinzione religiosa.

Avete incontrato o visto altri esseri? , un essere spirituale con lunghe vesti splendenti e lunghi capelli, ma che non mostrava il volto.

Come giudicate voi, attualmente, la realtà della vostra esperienza? Esperienza assolutamente reale. Poiché mio padre divenne tutt’un’altra persona dopo la sua NDE era in pace e confidava che la conoscenza che aveva ricevuto era una possibilità di salvezza datagli da Dio Padre. Non aveva più paura della morte. Non mi fece prediche, ma mi confidò semplicemente la sua storia ed io ne sono veramente grata a Dio che lo abbia fatto.

Le vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? Sì. Papà divenne religioso, e così pure io.

C’è stato qualcos’altro che volete aggiungere riguardo alla vostra esperienza? Credo che diffondere questa NDE riguardante mio padre possa dare conforto ad altra gente che ha perso i propri cari o che non hanno nessuna fede in Dio o in Gesù, perché è una dimostrazione di come un uomo che non aveva nessuna fede abbia testimoniato che vi è una vita dopo la morte e che Dio e Gesù esistono davvero. Amen.

------
1740. 
NDE di Benino 11/10/08 Da Italia. 

Avevo 4 anni ed avevo l'influenza. A causa della forte tosse il pediatra mi aveva prescritto un farmaco contro la tosse attualmente non più in commercio, il Tussifargan. Subito dopo pranzo mia madre mi diede questo sciroppo e io rimasi a letto a guardare le figure di un settimanale. Provai la sensazione di soffocare, in quanto la lingua s'era ingrossata e mi aveva bloccato la gola. Il naso era chiuso per l'influenza. Rimasi svenuto sul letto.
Dopo un tempo indefinibile mi trovai fuori dal mio corpo che guardavo il mio corpo riverso sul letto. Mi spostai nell'aria seguendo sempre con lo sguardo il mio corpo. Poi tutto si fece nero. Mi trovai nel tunnel. I bordi del tunnel erano marrone, grigio e nero e i colori si mescolavano tra loro. Non percepivo suoni, calore, fame, sentimenti, peso, ricordi, ansia, emozioni. Ero solo vista. Il tempo che ho passato nel tunnel è indefinibile, ma penso diverse settimane. In fondo al tunnel c'era una piccola luce. Improvvisamente mi ritrovo fuori dal tunnel, in un ambiente nero, forse (non ricordo questo dettaglio con esattezza) c'era una specie di pavimento marrone. Davanti alla luce c'era una striscia nera. Arrivato davanti alla luce la striscia diventò una sagoma di un uomo, non aveva profondità, sembrava a 2 dimensioni, come ritagliata nel cartoncino nero. Non appena fui a circa mezzo metro di distanza, la figura alzò la mano e la avvicinò alla mia spalla sinistra. Io seguii la mano nera che mi si avvicinava e vidi la mia spalla (fu l'unico momento in cui vidi un pezzo del mio corpo durante l'esperienza). La mano non riuscì a toccarmi perché mi sentii afferrato da dietro e trascinato molto velocemente indietro. La grande luce divenne un punto, riattraversai il tunnel e poi buio. In realtà ero rimasto svenuto per circa 10 minuti, mentre mi portavano all'ospedale vomitai il pranzo e il movimento peristaltico mi abbassò la lingua e mi fece una specie di massaggio cardiaco. Rimasi all'ospedale alcuni giorni e dissero che non avevo subito danni cerebrali. Dimenticai l'esperienza ma la sognavo spesso.

NDE a 4 anni. Atipico perché è ora ateo (non a causa della NDE), e ritiene che la NDE come allucinazioni.

------

1708. NDE di Stella 10/1/08 Da Italia. 

Stavo attraversando la strada e... persi il sandalo. Tornai indietro a riprenderlo senza pensare e... mi presi un'auto direttamente in fronte: la botta più memorabile della mia vita e questo fu nulla rispetto al seguito! Mi vidi rotolare dentro al piccolo fosso che costeggiava la strada e capii di essermi fatta molto male: forse stavo morendo? Fatta la domanda fui catapultata all'interno dell'autoambulanza che avrebbe dovuto salvarmi e vidi l'infermiera perdere l'anello che fu di sua madre e dove cadeva. Quindi segnare male l'indirizzo dell'incidente e l'autista che lo prendeva per vero. A quel punto dedussi che non ce l'avrei fatta, ma ero felicissima! Pensai: "ma è già finita? che fortuna!!! a caaasaaaa!!!" Entrai nel tunnel (che stranamente conoscevo bene) lanciandomi a velocità vertiginosa verso casa, senza intenzione alcuna di fermarmi a osservare le cose nel tunnel: volevo tornare a casa. Il tunnel era semitrasparente e vedevo punti di luce come stelle lontane divenire strisce di luce irregolari, come fanali di auto molto veloci su strade con curve. La velocità era in aumento costante finché la luce non poteva più raggiungermi e vidi che il tunnel era una grande curva appena percettibile, ma chiaramente sensibile. Poi fui quasi a casa. La luce mi avvolse e io avevo un'età compresa fra zero l'eternità, ogni domanda che mi ponevo aveva la sua chiara risposta, anche se non capivo ogni risposta. Ero avvolta come da un dolce canto di molte voci e non capivo che diceva, camminavo scalza in un prato ondulato su erba soffice e poco lontano si stagliava la quercia più imponente che abbia mai visto, di un verde brillante come la vita (potrei scrivere un intero libro su quell'albero perciò mi fermo qui). Sotto l'albero mi aspettava un giovane di una bellezza e dignità uniche! Mi invitò a "riprendermi" facendomi sedere su di una panca in legno davanti a un tavolo su cui c'erano pezzi di pane e vino rosso (mio padre sulla terra produceva vino per uso familiare e io amavo il rosso). Quando ebbi mangiato, parlò: "tutto ciò che vedi è come guardare le nuvole: vedi un cagnolino, ma sai che è una nuvola. Ora ti vedi a casa, ma sai che sei quasi a casa e che non è ora: devi tornare". Risposi con un no secco e chiaro: non capivo perché dovevo tornare... stavo cosi bene..! Lui obbiettò: "non ti manca mamma e papa'?" Io: "no, tanto arriveranno qui e li rivedrò!" (non aveva importanza il tempo: non esiste). Con estremo amore e pazienza mi mostrò che avevo ancora molto da imparare facendomi vedere la mia vita come un viaggio: potevo scegliere vari sentieri ma dovevo andare da "a" a "B". Gli eventi base, le mie mete, erano simboleggiate da statue di marmo, mentre altre erano in argilla fresca e ancora plasmabili in qualcosa di diverso. Compresi che il punto non è il quando (il tempo non esiste), ma che tutte le condizioni siano soddisfatte e quella più determinante è la libera scelta. Sono una serie di libere scelte e reazioni agli accadimenti che determinano le condizioni per trovare la meta o mancarla. E' qualcosa di talmente libero che si può sempre riprovare: non importa il tempo o lo spazio non esistono, importa solo "soddisfare le condizioni" per arrivare alla propria meta. E io non avevo raggiunto alcuna meta. Nonostante questo mi rifiutai di nuovo di tornare.
Allora mi prese in braccio e mi mostrò il fiume, attraversato il quale non sarei più tornata, e le città al di là di esso. Mi disse che avrebbero atteso in eterno e che non dovevo temere perché lui aveva ottemperato tutte le promesse. Mi disse molte cose, ma io ero intenta a coccolarmi fra le sue braccia al suono confortante della sua voce e non ascoltavo. Osservavo con infantile curiosità il suo anello: c'era un bassorilievo formato da tre linee curve che intersecandosi formavano un triangolo in un unico segno grafico in cui la penna potrebbe scorrere all'infinito. Udii però"... quindi puoi tornare tranquilla". Rifiutai con tutta la cocciutaggine di cui una bimba è capace. "Allora parlerai con mio Padre" disse.
Per niente intimorita e molto determinata, accettai. Mi indicò la strada. Avrei dovuto percorrere un labirinto di siepe, ma ero troppo disperata e avrei fatto di tutto per non andarmene! Perciò attraversai la siepe in linea retta tagliandomi e graffiandomi con molto dolore, ben sapendo che quella siepe era l'unica cosa lì che poteva seriamente farmi male. Fui sollevata dalle "braccia amorose del Padre". Mi chiamò col mio vero nome (che significa anche "piccola scimmietta curiosa e ribelle) e lo riconobbi come il "mio DIO" con cui tanto avevo "giocato". Quello che avvenne è talmente intimo che riferirò solo la parte finale, premettendo che quando mentivo sapevo che Lui lo sapeva, ma ci provai comunque..."allora vediamo se sei pronta: ami gli uomini?
IO: "sì"
LUI "più di te stessa?
IO: "quasi.. sì ...in teoria sì.."
LUI: "tanto da rinunciare alla vita?"
IO: "sì, sì...resto volentieri!"
LUI: "non ci siamo capiti... Mi Ami?"
IO. "tanto da restare qui per l'eternità!"
LUI "allora se mi Ami e Ami gli uomini come io Amo loro, torna e fai la mia volontà per il loro bene!
"ecco, mi ha "fregato" per benino! Il guaio di discutere con lui è che ha sempre ragione!" pensai, ma lui ascoltò e insieme ridemmo fino a far esplodere il cuore! (non so come meglio descrivere la cosa). Non avevo scelta: o sulla terra o fuori da lì e là fuori non mi piaceva. Piangendo disperata tornai dal ragazzo, che mi chiese di non ricordare perché la nostalgia avrebbe potuto farmi male e che avrei ricordato quando e quanto necessario, ma io raramente ascolto i consigli o ubbidisco alla cieca e così ne soffro ancora. Mi sembrava impossibile fare quel che dovevo nella vita e ne ero terrorizzata! Pregai il ragazzo: "...ti prego! lo so che mi perderò...! ti prego, non voglio deluderLo! Ti prego, quando succederà prendimi per i capelli e tiramene fuori! rinuncio formalmente a ogni libertà per quel momento: tiramene fuori anche se dirò di no!". LUI mi disse" ho fiducia in te" e io gli avrei tirato un pugno, ma mi astenni. Poi sorrise (perché capiva anche se solo pensavo) e promise "Sì, interverrò. Ma ti sarò anche accanto ogni giorno fino alla fine". […] Posso dire che rientrai nel mio corpo con la stessa sensazione con cui si infila un guanto, per ultime presero il loro posto le mani. Poi sentii i dolori intensissimi del corpo e mi svegliai, da sola dal coma (come attestò l'encefalogramma). Lo spazio fra le mie meningi e la calotta cranica è praticamente virtuale e conservo una tale cicatrice nel cranio che ancora oggi se faccio rx dopo una botta vogliono ricoverarmi. Eppure sto benone, secondo i medici di allora grazie alla "straordinaria capacità di reazione dei bambini".
Risvegliatami presi a male parole tutti i medici, dicevo: "assassini! voi non capite! qui posso morire! fatemi tornare dove ero! maledetti! lasciatemi morire!
Mi calmai solo quando vidi l'infermiera che aveva perso l'anello e le dissi dov'era. Allora con un enorme sforzo ricordai tutto, ma proprio tutto: anche quello che non avrei dovuto. Questa mia reazione indusse i medici a darmi sostegno psicologico e anche ad inviarmi un gruppo che indagava sulle NDA (questo mi fu riferito da adulta da mia madre). Ora, a 40 anni, posso dire che non avevo minimamente compreso quanto avesse ragione. Grazie Padre, qualunque sia il Tuo nome (che non riesco a pronunciare).

I vostri rapporti con le altre persone hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? Sì, li odiavo tutti! ora li amo talmente tanto da soffrire o gioire non per loro, ma con loro. Non posso più disinteressarmi degli altri perché so che fanno parte di me e io di loro, ma soprattutto conosco come e quanto Lui ci Ama, chiunque sia in realtà questo "LUI".

Le vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? 

Sì, non volevo entrare in chiesa perché il prete assomigliava all'uomo nero e, per me, aveva ucciso il suo dio e chissà cos'altro poteva fare....soprattutto a me! Dopo anni di lotte teologiche intestine... ho accettato la religione cattolica apostolica romana, perché più si avvicina a quello che là ho vissuto, anche se non coincide perfettamente.

Avete incontrato o visto altri esseri? Sì. Un ragazzo molto paziente con cui discussi a lungo, suo padre che "mi fregò" di brutto e che determinò il mio ritorno.

------

1541. NDE di Walter R 1/31/2008 Da Italia.

Ero al mare, la data non la ricordo per il semplice fatto che ho lasciato correre gli anni, senza raccontare niente a nessuno per non essere deriso, sono storie dove rischi di esser preso per un pazzo e poi, a 17 anni, si pensa alle ragazzine ed io mi immaginavo la scena di essere deriso da tuti quindi... ho preferito tenerla dentro. […] l'acqua era ferma, come una lastra di cristallo, limpida e, calda come un bagno termale, mi tuffai e come mio solito, nuoto sott'acqua tenendo gli occhi aperti per non prendermi lo scoglio in faccia quando arrivo. Ricordo che una volta arrivato agli scogli, decisi di fare due tuffi al di là dove l'acqua è più alta, mi divertivo nel cercare di scendere il più possibile, per poi aggrapparmi alle rocce restando in apnea, per vedere le meraviglie del fondale, i pesci le stelle marine, i ricci che son tanto buoni nella pasta e poi, una volta stufo decisi di tornare in spiaggia. Ero quasi fuori dall'acqua, mi trovavo all'interno del perimetro acque sicure, con il mare ad altezza ginocchio, camminavo verso la spiaggia asciugandomi il viso con entrambe i palmi delle mani, poi in un secondo, mi sentii sprofondare nella sabbia, riuscii a prendere fiato ed istintivamente allargai le braccia che, per fortuna, mi fermarono sulla sabbia mentre il corpo pian piano, veniva avvolto dalla sabbia in quel buco, dove ricordo il freddo intenso ai piedi. cercavo di dimenarvi per uscire ma, avevo le gambe incrociate e poi la pressione della sabbia era tanto forte che, mi chiuse in una morsa, ma la cosa peggiore, era il fatto di avere le braccia e quindi anche la testa fuori dalla sabbia ma... sotto l'acqua.
Non so di preciso quanto tempo sia durato il tutto, per me era come se il tempo scorresse molto ma molto lento, in un primo momento il panico dominava su di me con una forza devastante, ero cosciente e capivo che non era la classica bevuta d'acqua con lo stimolo del vomito, speravo che qualcuno mi tirasse fuori da quella stanza delle torture.
L'istinto di respirare non tardò ed un secondo prima del respiro ero incredulo a cosa mi stava per accadere. Il respiro d'acqua non lo ricordo ma la sabbia in bocca quella sì, il rumore dello scricchiolio dei granelli tra i denti, l'amaro ed il salato di un mare che non avevo mai odiato così tanto, però già lì ero entrato in una fase di calma dove i ricordi ti scorrono davanti in una maniera fantastica, cose che non avrei mai ricordato se non con l'aiuto di qualcuno, eppure lì li avevo davanti ai miei occhi come libri scritti. […] Riaprii gli occhi ma la situazione era cambiata non di poco, sembrava un sogno, mi trovavo a circa una decina di metri da terra, immobile, lievitavo nell'aria e sotto di me sulla riva il mio corpo riverso a terra con un mucchio di persone attorno, chi urlava, chi mi alzava le gambe, chi mi rianimava con la respirazione e massaggio cardiaco, io non avevo né domande né risposte, ero neutro e mi limitavo a guardare la scena ben sapendo che quello riverso a terra ero io. Come un cambio di scena in tv mi ritrovai poi a volare (sempre alla stessa altezza da terra, una decina di metri) sopra ad un prato verde ma di un verde splendido, volavo in questo meraviglioso verde a velocità abbastanza spinta, e ricordo che questo prato era come una collina ed io dovevo superarla sta collina ma sotto di me l'erba scorreva ma l'orizzonte non si avvicinava. Poi ancora un cambio di scena tipo flash e mi ritrovai in un tunnel di luce, ma lì non volavo e non camminavo, mi avvicinavo come una sorta di zoom, passata la metà del tunnel, la luce si faceva sempre più forte, ma più aumentava la sua forza e più era la sensazione di piacere, un piacere tenero, una sensazione di quiete, è come se guardaste il sole, ma il sole in confronto è debole ma molto debole, in più il sole è molto ma molto fastidioso. Più mi avvicinavo alla fine del tunnel e più mi rendevo conto che sulla destra qualcosa o qualcuno mi attendeva, non riuscivo a distinguere cosa o chi fosse comunque era certamente un'ombra a mezzo busto con lineature umane. Giunto allo sbocco al di là della luce non vedevo nulla, solo quell'ombra immobile, ad un tratto il piacere che mi dava la luce divenne ancora più corposo, era una sensazione come se mi fossi ritrovato bambino e sentivo l'affetto ed il calore di un abbraccio ma non l'abbraccio affettuoso di un amico, era una sensazione che potrebbe avere un neonato tra le braccia di una mamma, o una nonna. Tra tutte le sensazioni meravigliose una mi è rimasta particolarmente impressa, io mi sentivo privo di peso senza essere a contatto con nessun tipo di indumento o quant'alto e, quando ero lì con quest'ombra immobile, mi sentii una carezza sul viso e poi di colpo il buio e subito dopo la luce ma... era una luce diversa, fastidiosa, sentivo il caos ed una fastidiosa sensazione di appiccicoso sulla pelle, per non parlare del dolore al petto... ero tornato in spiaggia. Non ricordavo tutto ciò in quel momento, ero troppo frastornato, dopo alcune ore tutto mi tornò in memoria. Io sono ateo non credo alla religione qualunque essa sia, credo nella scienza e non nell'aldilà né ad una nuova vita dopo la morte, penso che sia solo un fattore del subconscio ma ho voluto raccontarla per un mio senso di sfogo e per chi studia questi fenomeni.

L'esperienza non ha cambiato il credo, Walter rimane un ateo. Per lui l'esperienza è il prodotto dell'attività cerebrale.

------

1521. NDE Probabile di Rita 1/14/2008 Da Italia.

Non ho ricordato subito, anzi, al risveglio dell'anestesia io non sapevo neanche di essere stata male. Solo dopo molti anni su una domanda casuale di mio figlio, mi è successo di rivivere quell'esperienza. Ho dovuto chiamare a telefono mia madre per chiederle cosa mi fosse successo durante l'intervento chirurgico e lei si stupì della domanda visto che non me ne aveva mai fatto cenno. Non ho rivisto il mio corpo, mi sono ritrovata in un mondo di luce e di pace e di amore e di conoscenza. C'erano esseri splendenti come soli, caldi che parlavano con la mente e io capivo e percepivo lo... (non saprei dire) splendore, il tutto...
Non sarei voluta andar via ma una voce alle spalle mi disse che quello non era il posto dove dovevo stare "non devi stare qui, torna indietro" e mentre stavo per protestare.... mi sono sentita precipitare in un buco nero e mi sono risvegliata nella prigione del mio corpo.

------

1436. Probabile NDE di Eleonora 1/3/2008 Da Italia.

Mentre dormivo il sogno che facevo si è interrotto e mi sono trovata in un tunnel con in fondo una luce verso cui ho cominciato ad andare sempre più velocemente. Nella luce ho trovato tutte le persone che ho conosciuto nelle varie esistenze, disposte come quando si fa una foto di gruppo e tutte molto felici di vedermi. Mentre le guardavo alla mia sinistra si è avvicinato un "uomo" di mezz'età con barba e capelli brizzolati che mi ha chiesto in tono autoritario cosa ci facevo lì. Appena io ho risposto che non lo sapevo, egli mi ha detto che non era il mio momento e dovevo tornare indietro. Ho risposto che non volevo, ero tanto felice e serena che stavo bene dov'ero e allora lui appoggiandomi una mano sulla spalla mi ha accompagnato un po’ lontano dal gruppo e come su un nastro trasportatore che comparve davanti a noi, ho visto la mia breve vita trascorsa, con le sofferenze che ho causato ai miei cari per i miei capricci di bambina. Poi l'uomo mi ha detto che dovevo tornare perché delle persone avrebbero avuto bisogno di me e ho visto il mio futuro (l'unica parte che non ricordo) e io ho capito e deciso che era giusto tornare. Mi sono vista di colpo sopra il mio corpo. Sono rientrata cominciando ad unirmi dai piedi e sentivo man mano il calore salire verso la testa. Solo una volta completato il "rientro" ho potuto muovermi. Ma pensando che fosse solo un sogno strano mi sono rimessa a dormire.

Le vostre convinzioni / pratiche religiose hanno subito particolari cambiamenti a seguito della vostra esperienza? . Non ho paura della morte, ho una grande fede in Dio, non legata a nessun credo religioso e nello stesso tempo a tutti.

------

1096. NDE di Francesca DB 4/23/07 From Italy.

Dolore fisico, e paura che qualcosa in me stava accadendo, mai perso i sensi dopo una congestione, mi sono abbandonata a terra ma non ho mai perso i sensi; è come se mi fossi trovata ad una scelta: o rimango o vado a vedere cosa c’è nel calore, luce che intanto si stava affacciando alla mente, decisi di andare a vedere la luce perché sentivo che stavo bene benissimo, un relax, una meraviglia, una luce mai vista, qualcosa che dentro di me è uscito e continuava a dire: che bello che bello, ma non si muore, ma di cosa ci preoccupiamo sulla terra se la vita continua, bisogna divertirsi, ridere e gioire come qui nella luce. Continuavo a parlarmi poi pensai di essere in coma perché ricordavo della luce che raccontavano quelli che erano stati in quella situazione. Poi pensai che siccome ero a casa sola il giorno dopo la mia vicina mi avrebbe ritrovata sul pianerottolo e mentre facevo il pensiero, diventavo il pensiero, vedevo il pianerottolo, la porta della vicina, le luci buie del pianerottolo. Poi mi sono ritrovata in giardini verdissimi stupendi, poi poi poi rimane dentro di me una gioia immensa e la certezza assoluta che la vita prosegue ...e quando ritornai in "terra" non ero spaventata pensai subito che la luce fosse il grande mistero chiamato Dio. Tutto qui.

Avete incontrato o visto altri esseri? Sì sì, i miei amici e facevamo un girotondo con vestiti di un qualcosa di bianco.

------
352. 
NDE di Aad G 12/18/2003. NDE 865. Dal Belgio. Originale in olandese.

23 settembre 2002. Ero su una corsia di guida (la corsia su cui guidare una macchina prima di arrivare al garage) che era ricoperta di ghiaia bianca. Il vialetto era piantato con alberi alti su entrambi i lati che pendevano dal vialetto e lo coprivano dal sole. La riserva centrale della corsia di guida consisteva in cespugli bassi. A circa cinquanta metri c'era un cancello aperto. Dietro il cancello, la corsia di guida continuava a dividersi in corsie laterali a sinistra e a destra. Il sentiero davanti al cancello era fioco, una volta dietro il cancello c'era una luce fantastica. La fonte di questa luce non era visibile. Davanti al cancello, un po’  a sinistra dal mio punto di vista, c'era il mio cane che è morto di recente il 10 settembre 2002 a causa di un infarto. Questo cane era un pastore belga (Groenend'ler) chiamato "Farouche". Mi agitava e mi sfidava saltando avanti e indietro. Era chiaro per me che il mio cane voleva che venissi, attraverso il cancello. Ho sentito un forte desiderio di andare con lui. Eppure non potevo muovere le gambe, ero inchiodato a terra. Farouche ha tentato di farmi andare. Poi ho sentito che la distanza tra di noi aumentava lentamente. Anche Farouche lo vide, si voltò e attraversò il cancello. Senza guardare indietro, camminava, fiero come un cane, alla luce in lontananza. Cosa mi è successo successivamente, non lo so.

NDE da infarto.

------
347. 
NDE di un viaggiatore 8/12/2003. NDE 869. 

5 dicembre 1979. Credo che allora fossi nell’unità di cure intermedie e non più in quella di cure intensive. Sapevo che mia madre e un’altra donna erano in fondo al mio letto ma io ero concentrato solo su ciò che stava succedendo vicino al soffitto. Non ho visto il mio corpo sul letto dell’ospedale ed ero consapevole che non avevo corpo. Sapevo che la morte era vicina. C’era una bellissima entità spirituale, che ho sentito avvolgermi ed abbracciarmi con indescrivibile pace e amore; mi sentivo connesso al TUTTO -- ero in pace totale – tutto aveva un senso. Non riesco ad immaginare di poter provare un amore come quello fin che ho vita. Calore, amore incondizionato, e una conoscenza superiore furono elementi della mia NDE.

------
346. 
NDE di Ebin M 12/18/2003. NDE 867. 

1970. Ero completamente svenuto dall’ebrezza. Poi fu come se mi stessi svegliando per osservare il mio corpo e tutti nella stanza che mi circondavano ma dal secondo piano. Solo che non c’era un secondo piano ma solo il soffitto. Stavo fluttuando verso l’alto, verso una luce brillante. Questo è successo durante quelli che sembravano essere dei momenti di frustrazione durante i miei tentativi di comunicare e chiedere a tutti cosa c’era che non andava. Davvero molto confuso. Successivamente, ero nella luce e parlavo con i miei parenti morti. Mi dissero di non preoccuparmi e che tutto sarebbe andato bene. Poi è finita e la prossima cosa che ricordo era il vento e l’aria che mi colpiva mentre venivo caricato sull’ambulanza. Un amico mi ha salvato la vita grazie al suo addestramento come pompiere e sono cambiato per sempre. […].

NDE adolescente da sovradosaggio di alcol.

------

342. NDE di Judi T 12/14/2003. NDE 855. Da Trinidad.

15 settembre 1998. Al momento dell’esperienza, stavo svolgendo un lavoro molto stressante ed ero appena tornata dall’estero dopo molti mesi di viaggi frenetici e di tassazioni in delle trattative senza sollievo. La sera dopo, il 15 settembre, stavo mettendo i bambini a dormire sul mio letto quando mi sono addormentata. Pochi minuti dopo, mio marito entrò in camera e cominciò a portare i piccoli nella loro stanza. Mentre muoveva il primo, la carne sul lato sinistro del mio corpo iniziò a “urlare”. Sembrava che si stesse torcendo su se stessa. Quasi immediatamente, sono uscita dal mio corpo (questa non era la mia prima NDE – ne ho avuta anche un’altra che ricordo. […] Sono saltata fuori dalla cima della mia testa, attraverso il muro della casa (il letto era appoggiato al muro), mi sono alzata e ho parlato con una figura bianca simile ad una nuvola con forma umana, delineata in blu (sono arrivata a capire che quello era uno dei miei angeli custodi). Gli ho chiesto di aiutarmi perché il mio corpo stava morendo (non c’era alcuna incertezza riguardo al suo desiderio o alla sua capacità di aiutare). Lui rispose: “Per così tanto tempo ti ho detto di uscire. Ora, guarda cosa ti sta succedendo.” Immediatamente sapevo di conoscerlo e lui mi conosceva e mi disse che era una cosa buona quella che mi stava succedendo; sapevo che si stava riferendo al lavoro che Dio mi aveva incaricato di lasciare nel gennaio del 1997. Ma avevo cercato di farla franca mantenendo il lavoro; Mi sono un po’ irritata perché sentivo che in quel momento di crisi non era giusto rimproverarmi. Ho detto, “Ok, ok, uscirò. Partirò. […] Ho chiesto a Dio di non lasciarmi morire ma che, se proprio dovevo, di lasciarmi vivere fino al mattino, in modo che i bambini non abbiano il trauma della loro mamma morta durante la notte senza potergli dire addio. Dissi: “Padre, non la mia volontà, ma la tua sia fatta. Nelle tue mani affido il mio spirito”. E poi non seppi più nulla finché mio marito non venne a letto. L’intera cosa è durata circa venti minuti. […].

------
337. 
NDE di Mori C 11/11/2003. NDE 847. Dal Canada.

31 maggio 2002. Sul tavolo operatorio, sono uscita dal mio corpo. Sono andata a passeggiare e ho visto un mulinello di luce bianca. Allora, io ero tra il bordo che separava questo mondo da quello celestiale o astrale. Sono entrata in questa luce che ha illuminato questa esperienza. È stata brillante e bellissima tutta lunga un passaggio bianco. Ho visto Gesù molto bello e sereno. Mi ha detto che era troppo presto per me di stare lì e mi ha mostrato il mio bambino avvolto nell'oro. Mi ha mostrato mio marito che era molto dispiaciuto in una stanza dell'ospedale. Ho scelto di tornare per aiutare le persone. […].

NDE durante il parto.

------
335. 
NDE di Leona B 11/11/2003. NDE 848. 

Maggio 1997. Sono stata in ospedale per 5 giorni. Ho bevuto dopo essere stata picchiata selvaggiamente dal mio ex-marito. Ero in coma mentre avevo le convulsioni. Non ricordo nulla dell’ospedale tranne la mia esperienza e il giorno in cui mi sono svegliata. La mia famiglia è stata chiamata in ospedale per dirmi addio perché il mio corpo si stava deteriorando e le convulsioni non potevano essere controllate con i farmaci. Questo è quanto, secondo la mia famiglia che è venuta a salutarmi ad uno ad uno, mia sorella stava pregando per me mentre ha visto il monitor del cuore in linea piatta e ho smesso di respirare Mi stava trattenendo piangendo e chiedendomi di non morire. Ha detto che nel momento in cui sono morta, è come se finalmente mi stessi riposando. […] Questa è la mia unica esperienza durante la mia permanenza in ospedale. Mi svegliai con una calma incredibile, come se fossi appena passata attraverso un tornado. Sono stata condotta attraverso il biancore verso un orizzonte bianco, che ho pensato fosse una strada perché stavo camminando su di essa. C’era un’area sul lato della strada dove vidi un cane maltrattato. Sentivo che andava bene, ma lo fissavo con tristezza. Poi un uomo (che ho il coraggio di descriverlo come simile alle immagini che ho visto di Gesù) mi è venuto incontro camminando nella mia stessa direzione. Si è fermato accanto a me, mi ha messo un braccio attorno alla spalla camminando in avanti. Ho chiesto cosa sarebbe successo a quel cane e mi disse: “Non preoccuparti, va tutto bene.” Non mi sentivo soddisfatta di questa risposta e quando ho iniziato a chiedermi che cosa volesse dire, sono stata risucchiata all’indietro così velocemente che non posso spiegarlo. Ero nel mio letto d’ospedale, ho aperto gli occhi e la prima cosa che ho visto erano i grandi occhi blu di mia sorella pieni di lacrime e sembrava scioccata di vedermi. Ricordo di aver detto “Ciao Madeline”. Era così. […] All’epoca credevo e lo credo tutt’ora che quella creatura stesse passando attraverso la morte proprio nel mio stesso momento. Sono confortata nel sapere che tutte le creature di Dio sono “processate” allo stesso modo. Sento comunque che c’è una proiezione di essere umani. Alcuni salgono al livello successivo con facilità mentre altri hanno un viaggio più difficile. Sento che sono stata rimandata indietro perché ho ancora qualcosa da fare qui. Che si tratti di forza per la mia famiglia, i miei figli o che fornisca assistenza e amore a qualcuno che ne ha bisogno. Non so cosa sia. Forse dovevo ancora dimostrare la mia fede in Gesù. Forse era perché dovevo prendermi cura di mio padre malato, dopo che mia madre era morta. Era terribilmente distrutto dal dolore e solitario.  Mi sono trasferita da lui e con amore me ne sono occupata. Sono già stata premiata per questo. Dio mi ha mandato la persona più meravigliosa che abbia mai incontrato. Ci siamo innamorati e sposati ad aprile. Ha un cuore puro e cose che prima credevo impossibili, le abbiamo realizzate insieme. […] Cordiali saluti, Leona 11/3/03 – Leona Brent

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? Sì. Un uomo con i capelli lunghi e barba e indumenti bianchi. Simile a personaggi Biblici.

------
334. 
NDE di Kamme O 11/6/2003. NDE 839. 

18 dicembre 1990. Prima di lasciare il mio corpo, ho sentito freddo dall’interno. Poi non sentivo le mie gambe. Ho detto all’infermiera: “Non sento le mie gambe, voglio dire, sento che non le sento” Poi ho lasciato il mio corpo come se fossi passata fuori dalla mia area del petto. […] E ho riso, “questo è”? Questo è quello di cui tutti hanno così paura???' Ho riso allo stesso modo in cui rido ancora adesso se ripenso a questa cosa ero ancora me stessa, non solo in questo. Ho visto quella “luce” – e un essere, amore, casa. Mi conosceva, conosce tutti noi. Mi ha fatto capire che sono sempre stata amata e che sarò sempre amata, anche se me ne dovessi dimenticare di nuovo. La voce femminile “dietro di me” ha detto: “Lei non lo sa, devi diglielo!” Ho focalizzato la mia attenzione su di lei e la “luce” era sparita. Ha detto: “Hai avuto un bambino!” E ho pensato, “Oh, Un bambino?” Non posso lasciare il bambino con Doug. Prima di completare quel pensiero, ho colpito il mio corpo come una tonnellata di piombo. Il dolore era terribile. Le voci erano “sparite” e io ero intrappolata di nuovo nel mio corpo. Passarono sette anni prima che io capissi che non mi avrebbero fatto tornare. Era il mio pensiero, “mi ha riportato qui?” Qui è tutto diverso.

Le è sembrato di comprendere improvvisamente tutto? Tutto ciò che riguarda l’universo. Tutti vanno a casa. Tutti sono amati. Tutto è perdonato. Dio è Dio con qualsiasi nome lo vogliamo chiamare.

NDE dalla nascita di un bambino.

------
333. 
NDE di Steve J 5/10/2003. NDE 20288. 

Primavera del 1973. Ricordo che mi portavano all'ospedale e mi chiedevo il perché. A quel tempo, sembrava che stavo dormendo perché ero in cima al soffitto e guardavo me stesso. Intendiamoci, avevo solo tre anni e tutto ciò era davvero bello. Mia madre, che era morta poco tempo prima mi spiegava cosa stava succedendo e mi disse che andava tutto bene. Mi disse anche che questo doveva succedere, in modo che potesse spiegarmi correttamente cosa le era successo. […] Poi mi ha spiegato che non l’avrei vista per un po’, ma che sarebbe stata sempre con me. Per prendersi cura di mia sorella maggiore e di mia nonna e di essere sempre rispettoso verso le donne (in generale). Tutto ciò stava accadendo al secondo piano del nostro edificio. Poi mi ha dato un grande abbraccio, un bacio e la luce più brillante che abbia mai visto (senza socchiudere gli occhi nemmeno per un momento) mi è apparsa, ci è passata sopra e prima di scomparire ha detto: “Ti amo e sii un bravo ragazzo”.
Poi mi sono reso conto che ero tornato nella mia stanza d’ospedale iniziando a uscirne e le persone discutevano di sciocchezze. Ho parlato e la stanza è diventata silenziosa. Ho detto che avevo fame e sete. Volevo anche uscire a giocare il prima possibile. Sono stato intervistato da numerosi medici a causa della mia esperienza e del mio recupero.

NDE infantile da polmonite, dove ha rivisto sua madre che era morta.
------
331. 
NDE di Denise B 11/4/2003. NDE 831. Dalla Nuova Zelanda.

10 luglio 2002. Ho viaggiato nello spazio a grande velocità e questo è successo una volta persa la paura, quando mi sono lasciata trasportare dagli eventi. Ho visto una luce e vi sono entrata. Era una luce meravigliosa che avvolgeva ogni cosa; c’era una conoscenza e un amore totale. Ho visto la mia vita dal mio punto di vista della dipendenza flash davanti ai miei occhi, comportamenti ripetuti, ecc. Sono tornata indietro e mi sono vista nel grembo materno. […]. Per la maggior parte del tempo avevo la piena sensazione e consapevolezza del fatto che alla fine tutto ciò che c’è è l’amore. Diventeremo un tutt’uno con tutto e tutto diventerà un tutt’uno con noi. Siamo qui per sperimentare e trarre il massimo dell’esperienza possibile da questa vita, ma per farlo dobbiamo vivere nell’ORA (qui e ora); sbarazzandoci delle distrazioni, dalle dipendenze, dai comportamenti distruttivi, ecc. Siamo qui per essere la nostra migliore versione di noi stessi, che include fare ciò che ci è possibile per gli altri. Non ho più paura, in confronto a prima non vedo l’ora di morire. […].

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? Sì. Ora credo in Dio (per mancanza di parole migliori), nell’aldilà, ecc. Credo che la religione abbia ragione. La separazione è una cosa umana. Siamo un tutt’uno con tutto quanto, ora siamo solo un pezzo del puzzle.

NDE durante la nascita di un bambino.

------
329. 
NDE di Chrissie B 11/2/2003 & 9/25/2010. NDE 822/4656. 

3 giugno 1991. Mi sono sottoposta ad un taglio cesareo. Si trattava di un’emergenza perché il bambino non aveva liquido amniotico nel sacco e sarebbe nato prematuro di tre mesi. Non ero preoccupata, avevo avuto un altro parto cesareo undici anni prima. Durante l’operazione, hanno scoperto qualcosa chiamato placenta previa e non sono riusciti a arrestare l’emorragia. Ho ricevuto sessantacinque unità di sangue di sangue. Le machine non riuscivano a pompare abbastanza velocemente, così hanno chiamato un’infermiera e altre persone ad aiutare a pompare. Apparentemente, credevano che non avessi speranze. Sono restate nel reparto cure intense per cinque giorni e poi improvvisamente mi sono svegliata. Lì non esisteva il tempo per me. Ho avuto la più meravigliosa esperienza che possa mai essere descritta a parole! Mi sono mossa attraverso campi e sotto gli oceani (dove però potevo respirare) poi sono passata in una specie di tunnel, salendo a spirale verso l’alto con un angolo di quarantacinque gradi. E ho visto la luce più brillante e più luminosa che si possa immaginare, come una specie di aura, e c’era un senso di pace, di essere spirituale, tutti in pace, tutti uno. Ho parlato (senza parlare, era come se leggessi nel pensiero della gente) con una vecchia zia che era morta. Ho detto a tutti (sempre con il pensiero): “SONO FINALMENTE A CASA!”. Ero così felice! Era un puro sollievo. Proprio mentre mi stavo sistemando di nuovo a “casa”, ho sentito una voce calma e ferma, simile a quella di un uomo, dirmi: “Devi tornare indietro, hai altre lezioni da insegnare”. Ed eccomi, di ritorno nel mio corpo. Ho aperto gli occhi e ho sentito che dicevano: “E’ sveglia”.  Una zia era “presente” alla mia sinistra, ma ero consapevole di tutti e dicevo finalmente sono a casa, come se non riuscissi a smettere di sorridere in spirito; erano accoglienti ma poi la voce mi ha quasi rovinato la festa, dicendomi di tornare indietro. La voce non si poteva mettere in discussione; si “sapeva” che bisognava obbedire, come fosse il tuo destino.

NDE da complicazione del parto.

------
328. 
NDE di Micki P 11/2/2003. NDE 824/826. 

PRIMA presentazione:

1976. Il mio matrimonio stava fallendo, sapevo che il suicidio era sbagliato ma ho preso molte pillole, mi sono inginocchiata e ho chiesto perdono a Dio. Cominciai ad addormentarmi e andai a letto pregando tutto il tempo, chiedevo perdono a Dio. All’improvviso stavo fluttuando sul mio letto guardando il mio corpo. Ero vicina al soffitto. Sapevo di essere morta. Potevo vedermi a letto. Ho iniziato a percorrere una vasta area, viaggiando attraverso un luogo sconosciuto. Ho visto tutto bianco. Ho visto un bel cancello che era mezzo aperto. Poi sono andata al cancello. Proprio mentre stavo cercando di entrare, una voce (non una voce ma una telepatia mentale) mi ha fatto voltare verso la voce. Ho visto Gesù Cristo e le cicatrici sui suoi polsi. Corsi da lui e caddi in piedi piangendo e baciando i suoi piedi, continuavo a digli che lo amavo. Mi ha aiutato ad alzarmi e ho guardato su un enorme trono da cui proveniva una luce brillante. Sapevo che era Dio. Cominciai a parlare con lui dicendogli quanto lo amavo ma non mi ascoltava.
Gesù lo guardò e cominciò a parlargli per me. A quel punto, Dio ascoltò. Ora so che cosa significa la Bibbia per Cristo e che è il mediatore tra Dio e l’uomo. Dio ha capito e mi ha detto di tornare indietro. Ho pregato di non andare. Ho sentito un tale amore e pace in quel posto. Mi ha detto che non era il mio momento. Non poteva farmi tornare indietro a meno che non lo volessi. A quel punto, mi disse che avrei avuto dei figli che sarebbero nati per me. in quel momento, desideravo tornare indietro e mi rimandò indietro. Gesù stava alla mia sinistra di fronte al trono di Dio. Ciò avrebbe messo Gesù sulla destra di Dio Amen. È reale… Lode al Signore!

PRIMA presentazione. Descrizione dell'esperienza 843:

1976. Ho avuto dei problemi durante il mio matrimonio e ad un certo punto mi sono convinta che tutti sarebbero stati meglio se mi fossi tolta dai paraggi. Ho preso una dose eccessiva di un farmaco che mi avrebbe fatto addormentare per sempre. Essendo una “cristiana che scivola indietro” a quel tempo credevo che sarei morta e che sarei andata all’inferno a causa del suicidio, ma ero ancora in ginocchio e pregavo per il perdono per ciò che avevo fatto. Allora ero piena dello Spirito Santo e mi sentivo perdonata da Dio. Cominciai ad addormentarmi mentre mi sdraiavo sul letto chiedendo ancora perdono e dicevo a Dio che lo amavo. Prima che me ne accorgessi, stavo fluttuando sopra il mio letto a vedevo il mio corpo senza vita. Potevo vedere me stessa e sapevo di essere morta. All’improvviso mi sono sentita trascinata attraverso questa enorme, vasta area, non c’erano pareti che potessi vedere, ma sentivo che mi stavano trascinando attraverso un tunnel con una luce che diventava sempre più luminosa. Dopo un po’, mi ritrovai improvvisamente di fronte ad una bella porta vittoriana in ferro battuto, coperta dai fiori più grandi e dai colori più brillanti che avessi mai visto. Fiori enormi, 6 volte più grani di quelli che abbiamo sulla terra. Il cancello era parzialmente aperto tra questa enorme nuvola composta da nient’altro che un bianco brillante. Il cancello era alla mia destra. Ho messo la mia mano sul cancello per attraversarlo. In quel momento, sapevo che era un punto di non ritorno. Poco prima di entrare, una voce nella mia mente mi parlò. Mi sono girata a guardare alla mia sinistra e lì stava Gesù Cristo. Potevo vedere le sue cicatrici sulle mani e i piedi. Ma più che sulle sue mani; erano nella zona del polso come se fossero strappati dal suo peso. Non c’era linguaggio verbale, solo telepatia mentale. Gli corsi incontro e gli avvolsi le braccia intorno ai suoi piedi, baciandogli i piedi, e dicendogli quanto l’amassi, le sue braccia si abbassarono e tenne la mia testa vicino a lui mentre piangevo forte. Si voltò e guardò verso l’alto, verso la sua sinistra, a quel punto, mi alzai e guardai anch’io nella stessa direzione (sulla mia destra) e capii che stavo alla base di un’enorme scalinata, (l’ho chiamata un enorme trono) con la luce più brillante che sgorgava da esso. Era Dio. Gesù era in piedi alla destra di Dio alla base del suo trono. Ho iniziato a parlare con Dio dicendogli quanto amavo sia lui che Gesù. Ma Dio non rispondeva. A quel punto, potrei dire che Gesù stava comunicando con Dio attraverso la telepatia mentale, dicendo a Dio quando lo amavo e che credevo che fosse morto per i miei peccati. Dio allora mi parlò mentalmente per dirmi quanto mi amava. (Gesù era il mediatore tra Dio e me) Dio non mi avrebbe ascoltato se prima Gesù non avesse parlato per mio conto. Dio mi ha parlato mentalmente e mi ha detto di tornare indietro e che il mio tempo non era ancora arrivato. Lo supplicai e caddi in ginocchio, pregando di non rimandarmi indietro. Nessun pensiero del mondo era in me, ma era tutto rivolto verso il cielo. Stavo piangendo e supplicavo così forte che improvvisamente sentii le braccia di Dio scendere su di me (non c’erano braccia ma le sentivo) e mi sollevò da terra cullandomi dolcemente come una madre culla il suo bambino contro il suo seno. Mi ha cullato e mi ha tenuto tra le sue braccia, mi ha delicatamente rimessa in piedi e poi mi ha comunicato che sarei dovuta tornare indietro perché avrei concepito dei figli e che dovevo tornare indietro se volevo ricevere questo dono. (I medici prima di morire mi avevano detto che non avrei più potuto avere figli). […] Quando ho aperto gli occhi, mio marito era in ginocchio che pregava Dio di non portarmi via da lui.

NDE da tentativo di suicidio.

------

322. NDE di Herbert M 10/29/2003. NDE 820. 

Sabato 14 novembre 1992 ci incontrammo come previsto, con un piccolo gruppo di veterani del Vietnam afflitti dal post traumatic Stress Disorder (PTSD) che stavamo seguendo da cinque anni. Per qualche ragione, i veterani hanno chiamato e si sono scusati per quel giorno. […] Alla fine di un terzo giro di sudore, la tensione nel mio petto mi implorava di finire. Ho chiesto un parere al mio amico e lui era d’accordo. Abbiamo completato la cerimonia secondo la tradizione – per una questione di rispetto. Una volta ripartiti verso casa sua, dove avremmo gustato una cena leggera. A questo punto, il mio stomaco era davvero in subbuglio, ma siccome stavo digiunando, non ci ho fatto un gran caso. Presi una manciata di caramelle e mentre le mangiavo, il mio stomaco si calmò. Pensavo che ciò confermasse che il mio disagio era dovuto al lungo digiuno, che stavo solo rompendo. Mi sentivo un po’ stordito, ma niente di preoccupante. Mentre ci sedevamo a cena – panini al salame e caffè – ho avuto improvvisamente le vertigini, il petto non mi faceva male, ma mi sentivo come se venissi strangolato, ma stranamente potevo respirare molto più aria di prima. Sembrava che il mio sterno venisse separato e lacerato. Ora, mi sentivo preoccupato. Il mio amico mi ha chiesto se stavo avendo o meno un attacco di cuore, per dire la verità, non sentivo intorpidimento del braccio o della mascella, e quei classici sintomi che vengono comunemente elencati. Naturalmente, quello che ha visto e ciò che ho avvertito io devono essere state cose molto differenti. Ma ero molto preoccupato e ho chiesto al mio amico di portarmi ai servizi di emergenza locali all’ospedale Kaiser-Permanente di Richmond – ad una ventina di minuti di distanza. Lo ha fatto, e sono grato che lo abbia fatto. Quando lasciammo la casa, provai a parlargli, usando un po’ di umorismo, sembrava così preoccupato, e non volevo spaventarlo, in fin dei conti pensavo che quelli fossero solo i disagi di un digiuno prolungato. Poi, mi resi conto di uscire dall’auto attraverso la finestra e di guardare il mio amico e una carcassa, che svanivano velocemente per la strada. Il corpo vuoto accanto al mio amico sembrava essere proprio essere il mio – ho pensato che fosse strano, mentre altri eventi stavano cominciando ad accadere - questo dissi a me stesso in attesa di capire cosa stesse succedendo. […] Qualcosa dentro di me mi trattenne, e mi ritrovai nel tunnel […] Alla fine del tunnel, o in cima alle scale, c’era una scheggia di luce. E lì è dove sono andato. Penso che in quel momento avessi un sentore della mia stessa morte, ma sapevo che non potevo attraversare una soglia che non vedevo. Mentre mi voltavo per scendere le scale, caddi all’indietro e mi ritrovai dall’altra parte di un cancello che prima non c’era, non c’era via d’uscita. Il posto era un campo infinito, pieno di erba e fiori di tutti i colori, e alberi che cantavano canzoni silenziose, e tutti mi davano il benvenuto. A me? Chi diavolo sono io per meritare tutta questa attenzione, pensai, perché mi accolgono in questo modo? Presi un sentiero che proseguiva verso un luogo dove brillavano delle luci brillanti, una specie di struttura, piena di gente, a migliaia. E tutti mi hanno rallegrato e accolto - sapevo di non essere un eroe o una persona importante, ma si rallegravano del fatto che fossi venuto. Poi, dalle luci brillanti sono arrivati i membri della mia famiglia, molte persone care che avevo perso nel tempo, mio nonno, zie, zii, cugini e anche quelli che conoscevo solo attraverso le fotografie. E i miei amici d’infanzia e i loro parenti. E sono venuti tutti per salutarmi e darmi il benvenuto. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma sospettavo (credo) di sapere che stessi morendo. Poi, c’erano alcuni esseri i cui muscoli non erano fatti di carne ma di fiamme. Fuoco contenuto nella forma di gambe, braccia e così via e pieni di luce. Mi hanno salutato, e dopo che se ne sono andati, ne sono rimasti solo due. Uno che mi guardava, qualcuno che conoscevo o che mi conosceva, qualcuno di estrema importanza per la mia vita – ma se ne andò, si arrampicò sopra gli alberi e aspettò lì. L’altro essere, era dietro di me. Mi sono rivolto alla mia famiglia, ma erano diventati silenziosi. Il mondo intero era diventato molto silenzioso. Poi, mi sono reso conto di una specie di luce. Brillava con la luminosità più potente di tutti i Soli dell’universo. Bianco, brillante e cristallino, e molto viva, stava davanti a me. In qualche modo, sapevo che non potevo entrare in quella luce, cosi tornai indietro, poi su, poi giù, e non c’era alcun nascondimento dalla luce che mi prendeva in se stessa. Ora sapevo che ero morto e che di qualunque cosa si trattasse, da ora avanti sarebbe stato così. Questo Santissimo Essere e Spirito, colui che nessuna parola può nominare o descrivere, mi prese tra le sue braccia e mi diede il benvenuto. Poi, mi ha chiesto, “hai finito?”' Ho immediatamente capito che ero morto, e ora venivo chiamato a rendere conto della mia piccola e insignificante vita, e non potevo mentire … In un istante che durerà per sempre, ho visto la mia vita, dal concepimento fino alla morte, come un singolo ed intero evento, non come parti separate di un puzzle seghettato, ma come un intero completo e inseparabile. E sapevo che la mia vita era completa, avevo finito. La luce, questo Santissimo Spirito, mi ha preso in sé, in un abbraccio che mi perseguiterà fino alla fine dei miei giorni e oltre. Per un istante infinito, ho conosciuto l’amore. E mi conoscevo oltre le parole e le descrizioni. Solo ma infinitamente amato – e ho visto attraverso gli occhi dello Spirito, ciò che lo Spirito vede – non c’è nessuna mente che può concepire una visione di questo tipo. Quindi, la voce chiese: “C’è qualcosa che vorresti fare?” Ho risposto che mi sarebbe piaciuto qualche minuto per mettere le cose a posto con la mia famiglia, per non lasciarli con rimorsi o rimpianti, solo per pochi minuti per digli un’ultima volta quanto li amo. – non importa cosa, le nostre lotte, le nostre stupide battaglie, i nostri piccoli momenti di rabbia – nulla ci ha mai impedito di amarci l’un l’altro. Colui che è sopra tutti i nomi mi ha liberato dal suo abbraccio e ha detto: “Vai”. Ho detto no. Ed ero terrorizzato, avevo detto no a ciò che ritenevo più sacro. Sapevo che non c’era vita che avrei potuto desiderare al di fuori di lui. Il mio desiderio per Lui era molto più grande della mia piccola e insignificante paura. La luce disse: “Vai”. E ho detto, “No”. La luce disse: “Vai”. E ho iniziato a sentire una separazione, un distanziamento. Ma come dono, c’era quello che la Luce mi aveva dato per “vedere”. Forse ciò che sta nel mio cuore e nella mia anima riguarda ciò che promette la fede che abbraccio – e ho anche visto che c’è un punto, o un luogo, oltre il quale non si può attraversare, perché attraversarla renderebbe vano tutto il resto e non ci sarebbe ritorno. Alcune di queste visioni che ho provato miste a sentimenti le ho tenute per me. So che non posso spiegarli, né dar loro un significato. E non posso cercare risposte dagli altri, perché le loro spiegazioni alla fine diventerebbero delle speculazioni vuote e prive di significato – e questo è molto doloroso. Penso di aver capito che essere umani vuol dire essere molto, molto di più, di quanto abbiamo sempre permesso a noi stessi di essere, che ci sono così tante possibilità che ci auto-precludiamo quando ci blocchiamo dietro alla razionalità. Essere limitato da prove razionali. Questa cosa della mia NDE è allo stesso tempo sia una benedizione che una maledizione. […].

------

320. NDE di Sil A 6/20/2002. NDE 11067. 

Ho avuto un'esperienza di pre-morte nel 1980. Mentre stavo camminando verso il mio ristorante preferito per mangiare, un paio di giovani maschi di mezza età mi hanno attaccato cercando di abbattermi e prendere il mio portafoglio. I maschi iniziarono a picchiarmi severamente fino al punto da lasciarmi morta per un attimo. Durante il pestaggio, mi sentii uscire dal mio corpo e fluttuare verso il tetto del ristorante. Dalla cima del ristorante, ho guardato tutto intorno alla città e ho visto altri spiriti di persone morte che galleggiavano. Alzai lo sguardo da dove stavo in piedi e vidi una bellissima luce bianca che veniva giù su di me. In quel momento, ho percepito il grande rimorso per le cose che avevo fatto nel mio passato. Tutto il mio passato volò davanti a me. A causa della mia tristezza nel non poter chiedere perdono alle persone che avevo ferito. Ho chiesto alla luce un'altra possibilità di rimediare al mio passato. In quel momento ho visto la vita tornare nel mio corpo di figlio. Mentre riprendevo conoscenza, ho visto un'ambulanza e gli assistenti e sono stato trasportato in un ospedale dove mi sono ripreso. Dopo ho creduto in un mondo spirituale. Il mio corpo dopo la morte era pura energia bianca e superiore al mio corpo di carne. Quindi, mi sono convinto che abbiamo due corpi.

------
314. 
NDE di Jocelyne R 9/18/2003. NDE 818. 

Dicembre 2000. Mi sono sdraiata nel mio letto, ero molto triste, ho mangiato e dormito poco. Diversi mesi prima, mio marito era andato via di casa e pensavo che non avessi più niente per cui vivere sulla Terra. I miei bambini avrebbero potuto vivere con il loro padre e la sua nuova coniuge. Non c’era nulla che mi tenesse qui. Avevo deciso di lasciare questa vita senza rimorso, senza voltarmi indietro. Non ho ingerito, bevuto o preso medicine. Solo la volontà di andarmene mi ha guidato. Chiusi gli occhi, ero nell’oscurità come in un treno, poi all’improvviso come se il treno si fosse mosso, attraversai dei raggi di luce, sempre più accelerati. Allora sono me stessa. Ho provato a sollevare il mio mignolo, non è successo niente. Era uno stadio di coscienza. Ho scelto di continuare. Il treno svanì. Nell’arredamento, c’era una luce soffusa. Galleggiavo, come in un mare immenso; sentivo l’acqua, la sabbia, il sole, come se fossi sul lato di una spiaggia. Solo le sensazioni, il calore, l’umidità, la luce, era molto piacevole. C’era mio cugino, i miei parenti e tante altre persone defunte. Mi hanno detto: sei dove volevi, ti abbiamo aspettato. È stato magnificamente buono. Poi, da molto lontano, ho sentito una voce. Non volevo sentirla, volevo ignorarla, ma persisteva. Riconobbi la voce di mio figlio, prima come un ronzio, poi divenne più chiara, e alla fine lui ripeté: “Mamma non morire, sai che vuoi vivere, sai che ti piace la vita”, mi disse ripetutamente. […] mio figlio ha cominciato a trascinarmi, a farmi tornare nel mio corpo a poco a poco. Questa è la mia storia.

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? Sì, mio cugino, i miei nonni e altri; “hai la possibilità di venire o andare come desideri perché tuo figlio ti sta aspettando.'

------
313. 
NDE di Howard P 10/10/2004. NDE 10099. 

Quando gli angeli mi tolsero il mio spirito dal mio corpo, mi portarono immediatamente al secondo paradiso. Non abbiamo dovuto lasciare quella stanza d’ospedale per entrare nel secondo paradiso. Siamo entrati nella stessa stanza in cui si trovava il mio corpo, appena passato attraverso un muro di dimensioni. È un muro che la carne non può attraversare, solo lo spirito. Mentre attraversavamo quel muro delle dimensioni nel secondo paradiso, mi sono ritrovato in un mondo completamente diverso, molto diverso da qualsiasi cosa avessi mai immaginato. Quando arrivai per la prima volta nel secondo paradiso, capii immediatamente in quale direzione dovevo andare per raggiungere il terzo paradiso, dov’era Dio. Non so come lo sapevo, ma l’ho fatto. Sapevo anche che se avesse riposto alla mia preghiera, avrei dovuto comparire davanti a Dio Padre nel terzo cielo. Ero consapevole che stavo viaggiando in quel mondo spirituale sotto la protezione dello Spirito Santo e che anche gli angeli che mi stavano scortando si stavano muovendo anch’essi sotto la protezione dello Spirito Santo. Mentre ci muovevamo lì in quel mondo, ero molto deluso dal fatto che i miei accompagnatori non mi portassero nella direzione del terzo paradiso dov’era Dio. Invece, ci siamo mossi nella direzione opposta. Mentre ci spostavamo da un posto all’altro in quel mondo, imparai molte cose sui demoni. Ho fatto le cose diversamente nel regno dello spirito rispetto a quello che facciamo qui nel mondo fisico. Per esempio, non abbiamo comunicato con le nostre bocche o orecchie, ma piuttosto, abbiamo comunicato con la nostra mente. Era come proiettare le nostre parole sulle onde del pensiero e ricevere le risposta allo stesso modo. Sebbene potessi ancora pensare a me stesso senza proiettarmi, ho scoperto che questo non mi ha davvero aiutato perché gli angeli potevano leggermi nella mente. Potevo sentire suoni diversi in quel mondo, ma non sentivo con le orecchie. Ho sentito con la mente, ma ero ancora in grado di “sentire” quei suoni. Quando viaggiavamo, viaggiavamo per lo più in quella che chiamo “velocità del pensiero”. “Quando viaggiavamo alla “velocità del pensiero”, non c’era la sensazione di movimento. L’angelo diceva dove stavamo andando e noi eravamo lì. Ci sono state altre volte in cui non viaggiavamo in quel modo, ed ero molto consapevole del movimento durante il viaggio. Una di quelle volte in cui ero consapevole del movimento era quando mi riportarono nel mondo fisico e mi permettevano di vedere i demoni lavorare qui. Ci siamo trasferiti qui in qualche modo come galleggianti su una nuvola. Tuttavia, ho avuto la sensazione di movimento. Quando iniziammo il tour del secondo paradiso, gli angeli iniziarono mostrandomi i diversi tipi di demoni. Ogni demone mi è stato rilevato in una forma che indicava la sua area di competenza e presto ho scoperto che non esiste un “generalista” in tutto il mondo dei demoni. I demoni sono tutti esperti nei loro campi. Hanno solo un’area di competenza che fanno molto bene. In una sola volta durante questo tour del secondo paradiso, ho osservato i demoni all’interno del loro gruppo correlato e ho sperimentato una sensazione terribile. Era una sensazione travolgente, opprimente e morbosa. Questa sensazione mi è venuta poco dopo essere entrato nel secondo cielo e mi sono chiesto che cosa le stesse causando. Fu in quel momento che imparai che gli angeli potevano leggere la mia mente perché il mio angelo custode mi disse: “quella sensazione che ti stai chiedendo è causata dal fatto che non c’è amore in questo mondo’’. Dicendomi che in questo secondo paradiso non c’è un po’ d’amore! Wow! Potete immaginare tutti quei demoni che servono un maestro che non amano e il maestro che governa sugli esseri che non ama? Peggio ancora, i loro compagni lavorano insieme per un’eternità e non si amano nemmeno. Ho iniziato a riflettere su ciò che il nostro mondo fisico, chiamato il primo paradiso, sarebbe senza amore. Se Dio non avesse introdotto il suo amore qui nel nostro mondo, allora vivremmo in un’atmosfera senza amore come il secondo paradiso. Per mezzo di Dio che ci dona il suo amore, siamo in grado di restituire quell’amore e poi di amarci l’un l’altro. Potete immaginare come sarebbe nella vostra casa o nella vostra comunità se fosse totalmente privo d’amore? Il mio accompagnatore mi ha detto che volevano che vedessi l’attività dei demoni nel mondo esterno. Sono stato poi scortato fuori dall’ospedale direttamente attraverso il muro di mattoni nelle strade di quella città. Sono rimasto stupefatto mentre osservavo tutta l’attività degli umani nel mondo fisico. Continuando il loro inseguimento quotidiano, erano completamente inconsapevoli di essere perseguitati da esseri del mondo degli spiriti. Ero completamente sbalordito mentre guardavo e terrorizzato vedendo i demoni di tutte le forme mentre si muovevano a piacimento tra gli umani. Quando gli angeli decisero che avevo visto abbastanza di quei demoni all’opera in questo mondo fisico, fui portato nel secondo cielo passando attraverso la parete divisoria, la dimensione. Una volta rientrati nel secondo paradiso, la mia scorta mi guidò in questa direzione del terzo cielo e alla fine ero felice. Dopotutto, questo era il posto dove volevo andare da sempre. Anche a questo punto, la mia vita fisica era ancora la mia preoccupazione principale. All’improvviso siamo arrivati ad un posto più bello. So che ho già riferito quanto sia stato terribile quel secondo cielo, quindi puoi immaginare quanto sia stato sorprendente trovare qualcosa di bello laggiù. Dio non mi avrebbe permesso di conservare il ricordo del perché questo posto fosse così bello. Ricordo che era il posto più bello che avessi mai visto. Questo posto sembrava un tunnel, una strada, una valle o una sorta di autostrada. Aveva una luce molto brillante tutta sua ed era completamente circondata da uno scudo invisibile. Sapevo che lo scudo invisibile era la protezione dello Spirito Santo. “A camminare in questo tunnel, o lungo quella strada, o valle, o qualsiasi altra cosa fosse, era quello che sembrava esser un essere umano. Ho chiesto alla mia scorta chi fossero. Mi disse: “Sono santi che vanno a casa”. Questi erano gli spiriti dei cristiani morti sulla terra e stavano andando a casa. Ognuno di questi santi era accompagnato da almeno un angelo custode e alcuni avevano con sé un’intera schiera di angeli. Mi chiedevo perché alcuni santi erano accompagnati da un solo angelo e altri ne avevano molti. Stavo osservando i santi passare attraverso il modo in cui tutti i santi devono prendere per andare a casa. Eccolo, il passaggio dalla terra al terzo paradiso. Invece di permettermi di entrare, l’angelo mi mise di fronte ai cancelli, leggermente su un lato. Mi ha ordinato di rimanere lì e di vedere come ai santi era permesso entrare in paradiso. Quando i santi furono ammessi in paradiso, notai una cosa strana. Gli è stato permesso di entrare solo una alla volta. A nessuno è stato permesso di entrare in quei cancelli allo stesso tempo. Mi sono interrogato su questo, ma non mi è mai stato spiegato. Quando l’ultimo dei cinquanta santi era entrato nel terzo paradiso, ho iniziato ad entrare ma la mia scorta mi ha fermato. Mi ha detto che se fossi entrato non sarei potuto uscire e che avrei dovuto rimanere lì fino a quando il Padre non mi avrebbe riportato indietro. Gli angeli mi hanno detto che tutti coloro che entrano nel terzo cielo devono rimanere lì fino quando non sono riportati in questo mondo fisico da Cristo stesso. Quando l’angelo disse che non potevo entrare se non fossi rimasto ho protestato, “ma se non posso uscire, il mio corpo morirà! Ciò sconfiggerà il mio intero scopo! “Fu la mia enfatica confutazione. Comunque la mia vita fisica, anche a questo punto nel tempo, era più importante di qualsiasi altra cosa. La mia scorta mi ha detto di stare da un lato dei cancelli e di presentare il mio caso. Mi ha assicurato che Dio avrebbe ascoltato e risposto alla mia richiesta. Mentre stavo di fronte ai cancelli, il senso di gioia, felicità e contentezza si irradiava dal cielo. Potevo sentire il calore che produceva e mentre stavo lì a difendere la mia causa, potevo sentire il fantastico potere di Dio. Coraggiosamente sono venuto davanti al trono e ho iniziato ricordando a Dio che grande vita di amore, adorazione e sacrificio avevo vissuto per lui. Gli raccontai di tutti i lavori che avevo fatto ricordandogli che l’avevo accettato quando ero giovane e che l’avevo servito tutta la mia vita per tutti questi anni. Gli ho ricordato che ora ero nei guai e che solo Dio poteva aiutarmi concedendomi un’estensione della mia vita fisica. Dio era completamente silenzioso mentre parlavo. Quando ho terminato la mia richiesta, ho sentito la vera, udibile voce di Dio, come Dio mi ha riposto. Il suono della sua voce è venuto giù da me oltre le porte anche prima che le parole mi colpissero. Il tono della sua rabbia mi colpì sul mio viso mentre Dio procedeva a dirmi che tipo di vita avevo davvero vissuto. Dio mi ha detto ciò che veramente pensava di me e anche di altri che hanno fatto quello che avevo io. Dio ha sottolineato che la mia fede era morta, che le mie opere non erano accettabili e che avevo lavorato invano. Dio mi ha detto che è stato un abominio per me vivere una vita simile e quindi di non osare a chiamarla una vita di culto. “Non potevo credere che Dio mi stesse parlando in questo modo! L’ho servito per anni! Pensavo di aver vissuto una vita che gli piacesse! Come Dio stava enumerando i miei torti, ero sicuro che Dio mi avesse confuso con qualcun altro. Non c’era più forza in me per muovermi, tantomeno per protestare, eppure ero nel panico dentro di me. Non c’è modo che Dio possa parlare di me! Non potevo credere che quello che Dio ha detto si riferiva a me! In tutti questi anni ho pensato che stavo facendo quei lavori per Dio! Ora Dio mi stava dicendo che quello che ho fatto, l’ho fatto per me stesso. Proprio mentre predicavo e testimoniavo della grazia salvifica di Gesù Cristo, lo facevo solo per me stesso affinché la mia coscienza potesse essere lenita. In sostanza, il mio primo amore e le mie prime opere erano per me stesso. Dopo che i miei bisogni e desideri sono stati soddisfatti, per lenire la mia coscienza, mi sarei proposto di fare il lavoro del Signore. Ciò ha reso le mie priorità fuori ordine e inaccettabili. In realtà, ero diventato il mio falso Dio. Solo ora, mentre ero qui a farmi rimproverare da Dio, quelle due parti delle Scritture divennero chiare per me quanto al loro vero significato. Mentre Dio mi parlava delle mie vere motivazioni, potevo vedere chiaramente per la prima volta come i miei lavori erano morti. Poiché Dio mostrava la sua ira verso di me, non potevo sopportare né potevo parlare. Nessuna forza era rimasta dentro di me perché non ero altro che uno straccio bagnato che giaceva li contorcendosi in agonia. “Bisogna precisare che in nessun momento mentre Dio mi rimproverava, Dio ha detto che non sarei stato salvato, né Dio ha detto che il mio nome non era nel libro della vita dell’Agnello. Dio non ha mai menzionato la salvezza per me, ma ha solo parlato delle opere prodotte durante la mia vita. Dio mi ha detto che il tipo di vita che avevo vissuto era una vita inaccettabile per un vero cristiano. Mentre Dio mi parlava delle mie opere morte, Dio mi ha anche detto che ci sono alcune persone che non sono salvate anche se pensano di esserlo. Quando Dio ha finito di parlare è finita all’improvviso come si sarebbe spento un rubinetto. Non mi è stato permesso di indugiare o riflettere su ciò che Dio mi aveva detto. Gli angeli mi portarono immediatamente via come se fossi uno straccio bagnato che non aveva la forza per reggersi in piedi. Totalmente annientato, non riuscivo nemmeno a raccogliere i miei pensieri. Gli angeli mi riportarono attraverso il secondo cielo, attraverso il muro della dimensione, nella stanza dell’ospedale dove giaceva il mio corpo. Non è stato fino a quando non ho raggiunto il letto su cui giaceva il mio corpo, ho ritrovato la calma. Mentre riacquistavo la calma, protestavo con veemenza: “No! No!” ho detto agli angeli, ”Dio non mi ha risposto! Dio non ha detto sì o no alla mia richiesta! Per favore, oh per favore, rispondetemi”, ho supplicato gli angeli. […] Tutto quello che potevo dire era “Amen” alla mia stessa condanna. Sapevo che se in quel momento Dio mi avesse bandito nella fossa dell’inferno, altro che non avrei potuto fare che per dire “Amen” alla mia stessa condanna. In quel momento Dio non ha preteso giustizia ma mia ha mostrato pietà. Le squame cadevano dai miei occhi e la mia anima era improvvisamente piena di luce. Quel Dio potente, fantastico e onnipotente, non era una cosa evidente. Lì su quel trono che si occupava di me era il mio REALE Padre. Dio non era più un Dio distante, ma un vero, vero Padre. La realizzazione del suo essere, il mio vero Padre e il mio migliore amico, venne da me per la prima volta nella mia vita. La meravigliosa realizzazione che ho avuto con il mio padre fisico e il meraviglioso amore che abbiamo condiviso l’uno con l’altro mi è stato improvvisamente portato alla mente, ma ingigantito di mille volte. In quel momento ero con il mio vero Padre, colui che mi amava a tal punto da lasciare tutto il suo creato per trattare con me, il figliol prodigo. Per la prima volta nella mia vita, ho visto con gli occhi della mente chi è veramente Dio. Per la prima volta ho incontrato Dio come Dio è veramente, il mio vero Padre, il mio migliore amico. Come la realizzazione di chi fosse Dio ha inondato la mia anima, ma nel contempo arrivò anche una grande e dolorosa tristezza. Il dolore arrivò quando capii che attraverso la disobbedienza avevo ferito mio Padre. Questa realizzazione mi ha prodotto un dolore reale che non era solo senso di colpa, ma un vero dolore, simile a quello che si proverebbe nella carne quando si subisce una lesione fisica. A questo punto, Dio ha iniziato a trattare con me nel dolore e non ha più espresso il tono della sua voce per esprimere pietà. Invece, il suono era di vera sofferenza. Improvvisamente mi sono reso conto che anche Dio questo stava facendo del male. Dio mi faceva male perché stava male. Essendo un Dio vero e giusto, Dio ha dovuto permettermi di soffrire il dolore e Dio non poteva sollevarlo da me. Sebbene Dio dovesse permettermi di sopportare il dolore, Dio non mi avrebbe permesso di soffrire da solo. Dio l’Altissimo, il Più Supremo, il Creatore di tutto, il Padre di tutti non mi lascerebbe soffrire da solo. A questo punto ho improvvisamente capito che la mia vita fisica non era poi così importante. Quello di cui ero veramente preoccupato adesso era ciò che voleva mio Padre. La sua volontà era improvvisamente diventata la prima cosa della mia vita e la mia vita fisica non era più importante. Questo è quando Dio mi ha restituito la mia vita fisica. Solo quando avevo raggiunto uno stato in cui la mia vita non significava più niente per me, Dio me l’ha restituita. Ora che il figliol prodigo era tornato, il Padre poteva finalmente parlare. Chiesi a Dio di dirmi qual era lo scopo del mio viaggio in paradiso e gli chiesi se aveva un messaggio che volessi che io trasmettessi alle persone sulla terra. Ora ripeto per te, punto per punto, l’intero messaggio composto in cinque punti di quello che Dio mi ha detto di trasmettere oggi a questo mondo.

Punto numero uno: “Per coloro che si definiscono cristiani, quella che viviamo adesso è l’epoca della chiesa di Laodicea. Una grande maggioranza dei cosiddetti cristiani, infatti, vive una vita ingannevole. Parlano di Gesù e giocano in chiesa, ma non lo vivono. Dicono di essere cristiani e poi vivono come il diavolo. Hanno comprato la grande bugia di Satana che dice loro che stanno bene. Dice loro che è giusto andare in chiesa la domenica e partecipare ai serviti di metà settimana, ma per quanto riguarda il resto del tempo, devono ottenere tutto ciò che possono dalla vita. Per quanto riguarda la loro vita cristiana, credono di sentirsi a proprio agio e non hanno bisogno di nulla e, di conseguenza, sono solo cristiani tiepidi se cristiani si possono definire.''

Punto numero due: “Satana è un diavolo personale”.

Punto numero tre: “Per il mondo intero, questo è il secondo giorno di Noè. Come fu ai giorni di Noè, così avverrà nei giorni della venuta del figlio dell’uomo. Gli umani non pensavano a quello che stava dicendo Noè, né gli umani credevano che qualcosa stesse per cambiare. L’umanità poteva vedere le nubi temporalesche oltre l’orizzonte eppure non credevano che la pioggia fosse imminente. Notate il parallelo con i giorni nostri. L’umanità può vedere tutti i segni degli ultimi giorni, eppure l’umanità non crede che qualcosa cambierà. Non crede all’imminente venuta di nostro Signore e non si prepara ad incontrare Dio.”

Punto numero quattro: “Per coloro che affermano di essere cristiani, dovrebbero essere ambasciatori di Cristo qui sulla terra. Non si può essere un vero testimone e avere potere nella nostra vita a meno che non viviamo la nostra fede cristiana in ogni momento, ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana. Per essere un vero cristiano bisogna vivere da cristiani, non bastano le parole. Onorare Dio con le tue labbra ma senza il tuo cuore non è accettabile. Coloro che accettano la responsabilità dell’insegnamento, della predicazione o di qualsiasi ruolo di leadership poi avranno molto di cui rispondere.

Punto numero cinque: “Dio sta ora reclutando un esercito con il quale Dio scuoterà il vecchio mondo ancora una volta. Lavorando attraverso i suoi soldati, Dio produrrà grandi miracoli che scuoteranno la gerarchia stabilita della cosiddetta religione organizzata che c’è in questo mondo oggi. Questi soldati che Dio sta ora reclutando dimostreranno il potere di Dio in misura maggiore rispetto a quello che fecero i discepoli nell’età Pentecostale. Ora il reclutamento è iniziato sul serio perché Dio sta per compiere grandi miracoli attraverso il suo esercito, miracoli che Dio ci aveva promesso che avrebbe fatto nella Bibbia. Giovanni Battista ha portato lo spirito di Elia in questo mondo e non sapeva nemmeno di averlo. John ha negato, ma Gesù ha confessato che era così. Lo scopo di quello spirito era di raddrizzare le vie della venuta del Signore.''

Rev. Howard Pittman

il 3 Agosto 1979, Howard Pittman, un ministro battista per 35 anni, morì mentre era sul tavolo operatorio durante un intervento chirurgico ed ebbe un’esperienza di pre-morte. Dopo che gli angeli gli mostrarono il secondo e il terzo cielo, fu portato davanti al trono di Dio dove gli fu dato un messaggio da condividere con il mondo. Quello che segue è un estratto ristampato, con il permesso, dal suo libretto, Placebo, che documenta la sua incredibile esperienza di pre-morte. Puoi acquistare i suoi opuscoli sul suo sito web.
http://www.howardpittman.org/

------

310. NDE di Deanna C 8/29/2003. NDE 814. Dall’Australia.

1998. Sono andata in ospedale per un intervento chirurgico d’urgenza. Avevo brutti crampi e dolori all’addome. Il medico, il mio medico di famiglia, non era sicuro se fosse la mia appendice o qualcosa che avesse a che fare con il mio sistema riproduttivo. Avevo molto dolore da circa dodici ore, non ero in grado di dormire né di stare in piedi o camminare in posizione eretta quindi alla fine il mio medico mi ha mandato in ospedale. […] Mia madre era lì, cosi come il mio ex fidanzato. Sono andata per un intervento chirurgico – hanno deciso di eseguire un intervento di chirurgia laparoscopica (key hole), c’era il normale trapano poi mi hanno messa sotto anestesia e tutto è diventato nero … La prima cosa di cui ero consapevole è che sentivo la voce di qualcuno che diceva ad alta voce: “L’arresto cardiaco è imminente!' (Non uso mai questa parola – imminente, non è una parola comune nel mio vocabolario). La seconda cosa di cui avevo consapevolezza era che non mi trovavo più nel mio corpo. Non riesco a spiegarlo in modo più chiaro di questo: stavo semplicemente “librando” dentro e fuori le stanze dell’ospedale (credo). […] Non conosco i tempi o per quanto mi sono librata dentro e fuori dalle stanze, ma dopo ciò mi è sembrato di “viaggiare” velocemente e a lunga distanza, era buio – forse un tunnel. Alla fine del tunnel c’era la luce, una luce così brillante e davanti a me c’erano sagome di persone, esseri, anime (sembrava che ci fossero teste e spalle ma non riuscivo a vedere facce o niente di sotto). Oh, non posso dirti in quanti, si aprivano a ventaglio davanti a me, c’è n’era uno davanti (in testa, in punta, davanti) e dietro a questo - altri miliardi in una sorta di triangolo infinito, o piramide, nell’infinito con la luce che brillava luminosa al suo interno, dietro di loro. Ancora una volta non ero né spaventata, né felice, né triste. Mi sentivo in pace e accettavo quello che mi stava accadendo. Non mi sono interrogata su nulla. Mia madre è rimasta incinta di me da un uomo tedesco, lei ora vive in Australia. Era incinta solo da pochi mesi quando mio padre è rimasto ucciso, investito da un’auto (di sorpresa) mentre stava attraversando la strada – questo accadde davanti agli occhi di mia madre. Non ho mai incontrato mio padre. La ragione per cui ti dico questo è perché alla testa del triangolo di sagome c’era mio padre. Non ho visto una faccia, non mi ha parlato, ma subito dopo essermi ritrovata lì ho semplicemente SAPUTO che era lui. Sono rimasta lì per un po’ con queste “anime” nella luce, era come se appartenessi a quel posto, era come se fossimo TUTTO. In pace. Poi è come se fossi stata presa da un lato (non guidata o altro, non trascinata, - è successo). Ero ancora lì in questo posto, ma da un lato con questa “anima di mio padre”. Non c’era solo lui, loro” mi parlavano ma non attraverso le parole (non ha senso, lo so) ma era come una sorta di telepatia o qualcosa del genere – le parole erano: “Deanna, non è ancora il tuo momento, devi tornare indietro”: Questo ho appena accettato … La cosa successiva che ricordo è di aver sentito i dottori che raccontavano delle barzellette in sala operatoria e ridevano – avevo ancora con gli occhi chiusi, poi mi sono sentita spingere fuori e sentivo l’infermiera che mi toccava leggermente la faccia e mi diceva: “Deanna, svegliati, svegliati su”. Mi sono svegliata e ho aperto gli occhi e la prima cosa che gli ho chiesto è stata: “Posso avere ancora dei bambini?” Lei rise e mi disse: Certo, hai rimosso una cisti ovarica, era abbastanza grande, ma tutto il resto è andato bene e puoi ancora avere dei bambini, non preoccuparti”.

NDE dove ha visto suo padre che era morto prima che lei nascesse.

------

308. NDE di Roger E 8/10/2003. NDE 810. 

Lunedì, 23 dicembre 2002, è stato un giorno costellato di traumi, crepacuori, miracoli e rallegramenti. Quello è il giorno in cui, all'età di 50 anni, ebbi un attacco cardiaco - anche noto come infarto al miocardio (AMI). E quello è stato il primo giorno della mia seconda parte di vita. Sono andato così vicino alla mia morte, che più vicino non si può, e nonostante tutto sono potuto tornare a vivere di nuovo su questa terra. Cominciò tutto come un normale lunedì mattina. Mi sono alzato alle 5:00, sono andato in palestra per fare i miei esercizi di routine, come ormai facevo da sei mesi a questa parte. Quando avevo completato circa la metà dei miei esercizi, cioè dopo quasi 45 minuti, cominciai a sentire un fastidio alla schiena, tra le scapole. Siccome avevo appena finito di fare gli esercizi coi pesi per i muscoli dorsali, pensavo solo di essermi un po’ strappato. Così, ho bevuto un po' e sono andato a preparare gli altri attrezzi. Tuttavia, prima che potessi riprendere gli esercizi, questo fastidio diventò più intenso, proprio come una fitta, anzi stava diventando via via più forte. Cominciai pure a sentirmi il braccio sinistro indolenzito, vicino il gomito. Orbene, due strappi muscolari in un unico giorno, quando mai e poi mai tutti quegli esercizi mi avevano dato problemi (si direbbe giornata storta? sì, si potrebbe). Era proprio lunedì. Avevo anche un po’ di nausea, e il mio pensiero era che adesso mi stavo pure beccando un virus, proprio per Natale. Che giornata fortunata! Decisi di defatigarmi un po’  col "tapis-rulant" per una decina di minuti, ma le cose non miglioravano affatto, e neanche peggioravano veramente. OK, si potrebbe andare a casa tranquillamente, visto che proprio non me la sentivo di fare altri esercizi coi pesi oggi. In effetti, una volta a casa, raccontai a mia moglie, Pat, che cosa mi ero sentito in palestra. La sua prima reazione fu quella che saremmo dovuti andare dritti al pronto soccorso. Bene, "giornata storta" non è proprio esattamente il nome di un fiume che scorre in Egitto, infatti pensai che no, probabilmente non c'era niente di cui preoccuparsi. Ma tuttavia, non miglioravo affatto, anzi cominciai a sentirmi un tantinello peggio. Così mi decisi a prendere una pillola alla nitroglicerina. Questo mi ha fatto stare meglio, quindi pensai subito che era un brutto segno, così dissi a Pat che saremmo dovuti effettivamente andare all'ospedale. Fin quel momento erano trascorsi dai 25 ai 30 minuti dacché non mi sono sentito bene. Sono proprio uno duro di comprendonio io. Pat mi accompagnò con la macchina in ospedale e mi lasciò all'entrata del pronto soccorso perché doveva andare a trovare parcheggio. Entrai e non trovai nessuno. Sono andato a registrarmi e una ragazza spuntò fuori da un ufficio dietro il bancone. Quando le dissi che avevo dolore al petto, lei fece una telefonata veloce. Iniziai a riempire un modulo, ma non riuscivo a finire perché cominciai ad avere difficoltà a muovere le dita e a scrivere. Ancora non pensavo di avere un attacco cardiaco. Pat entrò e finì di compilare il modulo e, poco dopo un infermiere venne e ci portò nella sala di accettazione. L'infermiere, Dave, aveva cominciato a farmi domande e a riempire ancora un altro modulo. A questo punto, ero entrato nel pronto soccorso da forse tre o quattro minuti. Quindi erano passati tipo 45 minuti dal momento che avevo iniziato a sentire che qualcosa stava andando storto. La sala cominciò a girare, mi girai verso Pat e dissi 'mi sa che sto svenendo adesso'. E così fu. Pat dovette stare attenta che non scivolassi dalla sedia e cadessi a terra. Meno male che ebbero modo di adagiarmi dolcemente giù senza che sbattessi contro qualcosa. Lei dovette guardarmi steso a terra, respirare in maniera 'raccapricciante', e fissare il vuoto con sguardo assente. Poi lei mi disse che iniziai ad avere delle crisi. Pat disse all'infermiere di far qualcosa e lui rispose che già lo stava facendo. Lui era già al telefono, ma lei sfoderò il suo famoso grido e gridava aiuto. E l'aiuto stava arrivando. Il personale del pronto soccorso mi pose su una barella che stava in quella piccola sala e iniziò immediatamente l'elettroshock. Pat mi ha detto che lavorarono su di me per circa 30 minuti, applicando gli elettrodi del defibrillatore per un totale di forse 17 volte nel tentativo di fermare un'"aritmia letale". (E cavolo se questo trattamento non ti lascia delle bruciature sul corpo!). Mi somministrarono del t-PA (attivatore del plasminogeno tissutale) quando iniziò il tutto, in seguito dissero che ce l'avevo fatta a farmi eseguire il trattamento entro la fatidica ora che intercorre dall'inizio della crisi. So che mi somministrarono un mucchio di roba. Finii per beccarmi circa 6 iniezioni, 3 per braccio, e tubi e cavi che correvano da ogni parte. Ciò che vidi dopo fu un dottore piegato su di me con uno stetoscopio che mi ammoniva di stare zitto e calmo per poter auscultare. Vedevo diverse persone attorno a me, e ciò che poteva avere tutto l'aspetto di attività febbrili. Ordini di somministrare vari tipi di trattamento per me non avevano alcun senso, ma di sicuro loro sapevano cosa stavano facendo. Sapevo solo che il torace mi facevo molto, molto male. Sentivo dolore, e mi ci volle un pò per sfogarlo. Pensavo: cavolo che male. Cosa si fa quando qualcosa ti causa così tanto dolore? Bene, penso si strilli. Forse penso sarebbe meglio strillare. Così feci. Ci fu a questo punto un breve periodo in cui andavo e venivo da uno stato di coscienza a uno di incoscienza, poi sentii finalmente che la cosa si assestava, e che l'avventura era finalmente finita. Guardai su verso il dottore e dissi: "Sono tornato". Lui disse che non ero fuori pericolo ancora, ma che ero quasi al quinto "inning" (un piccolo mix di metafore sportive non guasta). Più o meno in questo momento un infermiere saltò fuori e disse a Pat: "E' un miracolo. Sta ancora qua con noi". Cosa successe in quei 30 minuti in cui intervennero e io andavo e venivo da uno stato di incoscienza a uno di coscienza è però tutta un’altra storia. Qualche istante dopo essere svenuto (non avevo il minimo senso del tempo, quindi non so quanto ciò possa essere durato) mi ritrovai a camminare in un tunnel, verso cosa, non ne sono molto sicuro, veramente. So solo che questo era un posto dove regnava una pace perfetta e assoluta assenza di dolore o dispiacere di alcun tipo. Il tunnel in realtà non era poi così lungo, forse un 45-60 metri. Era rosa, un rosa tipo i cristalli di quarzo, e presentava formazioni di stalattiti e stalagmiti lungo le pareti. Alla fine del tunnel c'era una luce pura e brillante, la più pura che abbia mai visto. Il tunnel era alto e stretto, smussato ad entrambi le estremità. Avevo una completa percezione del mio io, ero ancora io, e percepivo di camminare come con un corpo, man mano che procedevo nel tunnel. Non avevo alcuna paura e nessuna idea su cosa mi stesse succedendo. Sembrava che la sola cosa da fare fosse risalire il tunnel. Prima che mi addentrassi troppo, tuttavia qualcosa mi disse 'Torna indietro'. Mi sono chiesto a quel punto come sarei potuto tornare indietro e la frase fu ripetuta: "Torna indietro". La voce era gentile e la sensazione di essere amato era travolgente, tuttavia mi girai e mi allontanai dalla luce. Fu solo allora che i miei pensieri si concentrarono su Pat e Jackie (mia figlia quattordicenne) e su quanto desiderassi tornare da loro. Finchè la voce non mi comandò di tornare, però, non pensavo altro che risalire il tunnel e scoprire cosa ci fosse alla fine.
Quando mi sono girato, avevo di fronte ciò che appariva essere il fondo di una grotta con un ammasso di pietre che portava su verso uno stretto cunicolo. C'era una luce tenue che si intravvedeva attraverso quel passaggio e in qualche modo sapevo che era là dove dovevo dirigermi. Iniziai ad arrampicarmi sulle pietre, ma trovai che l'arrampicata era difficoltosa. Scivolai diverse volte, ma continuai ad arrampicarmi e finalmente raggiunsi il cunicolo. Fu quando strisciai attraverso questo cunicolo che mi ritrovai di nuovo nel mio corpo e in parte conscio di ciò che stava accadendo intorno a me. Ci volle ancora un po’ prima che potessi aprire gli occhi e parlare. Penso che piansi, sebbene non so se veramente lo feci.
So, tuttavia, che sono stato graziato di un assaggio di ciò che c'è nell'aldilà. E non sono più lo stesso dentro. Ho avuto un piccolo assaggio dello straordinario amore e della pace perfetta che viene da Dio. Non c'è spazio per la paura nell'amore, anzi l'amore perfetto scaccia ogni timore. Dio è amore, e Dio ci ama oltre ogni immaginazione.
In Lui non albergano le tenebre, per niente proprio. Lui è il puro, il santo, e il giusto, eppure, nonostante tutto, Egli ci ama. Lui è straordinario e potente, Lui è il Re dei Re e il Signore dei Signori, il Creatore di tutte le cose, eppure Lui desidera attirarci verso Lui. Lui ci ama così tanto che è morto per noi, così da darci la possibilità di stare con lui per sempre. Non c'è occhio che abbia visto, né orecchio che abbia sentito, né cuore di uomo che possa concepire ciò che Dio abbia in serbo per quelli che Lo amano. (1 Corinzi 2:9) E quelli che si rivolgeranno al Nome del nostro Signore saranno salvati.

Le è sembrato di comprendere improvvisamente tutto? Percepivo come se sapessi che Dio è Amore, e Lui ci ama. Ho compreso che il peccato (inteso come l'agire in modo sbagliato o il pensare male - o una qualsiasi cosa che si discosti minimamente dalla perfetta rettitudine) non potrebbe esistere alla presenza di Dio. Sapevo che Dio ha inviato Gesù sulla terra per pagare il debito dei nostri peccati così che noi potessimo essere ammessi alla Sua presenza.

Ha raggiunto un confine o punto di non ritorno o ha potuto scegliere se rimanere o ritornare al suo corpo terreno? Mi è stato semplicemente detto di tornare indietro senza nessuna spiegazione e senza un perché. Tuttavia ho intuito o compreso che non era ancora l'ora per me di lasciare questa vita terrena. Fortissimamente sento che Dio mi ha rimandato indietro con uno scopo, e parte di quello scopo è quello di raccontare alle persone di Lui e del suo dono gratuito della vita eterna.

C’é qualcos’altro che vorrebbe aggiungere relativamente alla sua esperienza? Sono totalmente in pace col concetto di morte, per quel che ne so è solo un nuovo inizio. So che ciò che aspetta a chi muore è conoscere Gesù come Signore e Salvatore ed un futuro che non si può neanche iniziare ad immaginare. Ancora non capisco come tutte le religioni e le fedi o non-fedi saranno riconciliate alla fine. Non so un sacco di cose, ma so che Dio ama le persone e stende loro le braccia per farle venire da Lui ed accettare il Suo amore.

------
306. 
NDE Patricia S 8/10/2003. NDE 798. 

Luglio 1990. Era quasi come se stessi accostando e in lontananza ho visto una luce davvero molto ampia e luminosa. Quasi come se stessi entrando in una zona nebbiosa ma ben illuminata. Ma allo stesso tempo potevo vedere un campo. L’amore e la pace interiore era cosi prepotente da non poterla esprimere a parole. Mio nonno mi ha parlato. Non l’ho visto ma ho sentito la sua voce. Ho sentito che diceva: “Non ho intenzione di portarti via da tuo padre” (Ricordo le parole esatte come se fosse ieri). A quel tempo, mio nonno era morto da nove anni. L’intera esperienza è stata illuminante per me, poiché la mia vita da allora è cambiata in meglio. La mia esperienza era permeata da una sensazione reale dell’amore, non solo nel mio corpo ma nel mio io interiore. È molto difficile per me descriverlo. Immagino che uno debba viverla di persona per poterla capire.

NDE da incidente.

------
301. 
NDE di Priscilla O 7/16/2003. NDE 790. 

2001. Ero in shock anafilattico. Sapevo che stavo morendo; avvertivo un grande dolore, sono diventata cieca e poi sorda. Poi sono morta. Sono uscita dal mio corpo, giù attraverso il letto del pronto soccorso e poi sono volata in alto in un angolo della stanza. Non guardavo verso il letto; Ho capito subito che ero morta. Era buio pesto, come in un vuoto totale e mi sentivo in un modo meraviglioso. Mi sentivo così bene. Non ho avuto dolore. Mi sentivo leggera come se non avessi un corpo. Conoscevo Dio, o qualsiasi altro potere superiore c’era. Sapevo che teneva la chiave del mio ritorno sulla terra. Non parlavo con Dio e non mi parlava, erano tutte emozioni. Ho insistito per tornare, era una richiesta in realtà, perché sono un genitore single di quattro figli che avevano ancora bisogno di me. Andai avanti per un po’ con questa richiesta specificando anche che ero in pensiero per mia madre, che aveva ottant’anni e che aveva già perso un bambino. Poi Dio rise, non contro di me, ma credo perché mi vedeva cosi arrabbiata nei suoi confronti. Mi ha detto che potevo tornare indietro perché la mia richiesta era più rivolta in funzione agli altri che a me stessa.
Poi ho avuto un’esperienza fuori dal corpo, dove ho visto il mio ragazzo fuori dall’edificio, con il qualche avevo rotto il giorno prima e “qualcuno” mi disse: “Non essere arrabbiata, non era in lui. Poi sono tornata nel mio corpo.

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? . Amo di più persone, ora credo in Dio, senza più alcun dubbio, ma allo stesso tempo, mi sento molto triste per il mondo.

------
295. 
NDE Edwin 6/8/2003. NDE 785. 

Era il 23 Dicembre del 1969. Avevo circa 12 anni. […]. In camera mia c’era un albero di Natale ed io ci stavo davanti, guardando le lucine che si accendevano e spengevano. Non appena vidi mia sorella in camera mia, svitai una delle lampadine e la lanciai verso di lei. Ero così depresso quella sera, avevo voglia di piangere. Ricordo che il gesto successivo che feci fu di infilare il dito nel porta-lampadina da dove avevo svitato la lampadina. Mi ricordo della sensazione di una scossa elettrica. Fui scaraventato con la stessa potenza. Poi sentii mia sorella urlare. Le ero vicino cercando di parlarle per dirle che era tutto ok. Non mi stava sentendo, perciò cercai di metterle la mano sulla spalla ma lei non riuscì a sentire la mia mano su di lei. Poi guardai in basso e vidi il mio corpo sul pavimento. Non riuscivo a capire quello che stava succedendo. Poi fui risucchiato in un tunnel scuro e stavo viaggiando più velocemente di ogni altra cosa che conoscevo. C’era come una foto della mia vita che arrivavano una dopo l’altra. Poi vidi una forte luce, più intensa del sole, ma non faceva male agli occhi. Attraversai questa luce e mi ritrovai in un luogo che era come una stanza senza muri. I muri erano fatti di atmosfera. C’era un leggìo con sopra un grosso libro e un uomo vecchissimo che lo stava leggendo. Mi guardò e non disse niente. Ma non mi curai di chi fosse. Stavo fissando la scena dietro di me. C’era un ponticello e molte persone attraversavano questo ponte. Come oltrepassavano questo ponte non camminavano più. Semplicemente galleggiavano via. C’era dell’acqua cristallina che scorreva sotto questo ponte e tutte le persone erano vestite di bianco. Poi cercai di nuovo quel vecchio che avevo visto la prima volta, ma non c’era. Invece c’era un uomo che era
splendente e luminoso
. Allungò la mano e mi disse di venire a vedere cosa c’era lì. All’inizio cercavo di capire in che lingua stesse parlando ma, sebbene fosse nuova per me, potei capire tutto quello che disse. Ricordo che passammo attraverso molte persone che stavano cantando in un modo diverso che non riesco a descrivere, tutti erano felici e nessuno stava pensando agli altri. Stavano tutti guardando una grande luce in una direzione. Non appena raggiungemmo la luce forte, questo uomo mi disse che non mi sarei ricordato di quello che stavo per vedere. Attraversammo questa luce. Tuttora non riesco a ricordare cosa ci fosse dietro quella luce. Ciò che ricordo con sicurezza è che dopo che uscimmo dalla luce, l’uomo mi portò nel primo posto e mi disse che dovevo tornare indietro perché non era ancora venuto il mio momento di stare lì. Ricordo che stavo piangendo e lo imploravo di lasciarmi rimanere lì. Non volevo ritornare sulla terra. Mi prese sulle ginocchia e mi abbracciò, e mi disse di non preoccuparmi, che lui ed io ci saremmo incontrati di nuovo. Ricordo di avergli detto che volevo stare lì, non volevo ritornare. Mi disse “non ti preoccupare, lasciami venire con te.” Poi di colpo mi ritrovai nella mia stanza con quell’uomo. Potevo vedere mamma che stava tenendo il mio corpo morto nelle sue braccia e stava urlando dicendo “E’ morto, è morto.” Poi quell’uomo mi disse: “torna nel tuo corpo”. Mi rifiutai di rientrarci. Gli dissi che volevo rimanere con lui. Mi abbracciò di nuovo e mi baciò e mi disse le stesse parole. “Non ti preoccupare tu ed io ci rincontreremo.” Non c’era niente che potessi fare. Mi ritrovai di nuovo nel mio corpo. La cosa buffa fu che ero così felice per tutto quello che avevo visto che mi venne un sorriso sul volto quando rientrai nel mio corpo e nel momento in cui riaprii gli occhi sentii la mia sorella: “Guarda babbo, ci sta facendo uno scherzo. Sta sorridendo.” Mi sono tenuto questa storia per circa trent’anni non l’ho mai raccontata a nessuno.

Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo significativo a causa della sua esperienza? Per i primi 34 anni ho odiato Gesù ma ora ho trovato l’amore vero in Gesù.

------
294. 
NDE di Ray K 9/7/2013. NDE 776/2045. 

Oh no… Ogni volta che provo a descriverlo, diventa davvero frustrante. Ma vabbè… Prima volta (10 anni). Andavo alla scuola cattolica in quel periodo e andavo in giro con un mio amico nel parco giochi dopo la scuola. Mi stava mostrando una nuova mossa di judo che aveva imparato durante la sua lezione di arti marziali: stava per lanciarmi a terra prendendomi alla spalla. Qualcosa è andato storto e sono atterrato direttamente sulla testa. Mi sono sollevato da terra con il dolore più forte che avessi mai provato alla testa e alla spina dorsale. Sono stato letteralmente sbalzato senza senso. Quando mi alzai mi ricordo di aver visto una donna (che era lì per prendere i suoi figli) uscire dalla sua auto con uno sguardo inorridito sul viso… aveva assistito all’incidente. Mi sono girato per correre in bagno – non sono ancora sicuro del perché, ma ho fatto solo un paio di metri prima di sentirmi appiattito sul cemento…nell’oscurità completa. […] Mi sentivo come se il mio corpo fosse appena andato in pezzi e la mia vista fosse andata fuori controllo. Colori vorticosi che sembravano scomparire a un certo punto da qualche parte… come in un imbuto o qualcosa di simile. No, non un tunnel… un imbuto. Ero davvero spaventato perché sentivo che stavo perdendo il controllo di tutto. In qualche modo, sapevo che dovevo lasciare andare via la mia paura e rotolare nell’imbuto di luce roteante. Il mio corpo era sparito… sembrava che un frullatore l’avesse appena squarciato, e io fui trascinato nell’imbuto verso un punto che stava comparendo. Ho lasciato andare tutto. Non appena ho lasciato andare la paura, sono iniziate le sensazioni piacevoli. Avevo ancora un “corpo” ma era completamente diverso. Potevo vedere in tre dimensioni come se non avessi alcun corpo, come se fossi un solo “bulbo oculare fluttuante” questo in mancanza di una spiegazione migliore. Potevo vedere in tutte le direzioni contemporaneamente, eppure non c’erano indicazioni o dimensioni mentre pensavamo a loro. Sono stato accolto da un essere di Luce e Amore, ma nessun altro che io potessi riconoscere. Sembrava solo un bagliore brillante che sembrava assorbirmi completamente dentro di sé. L’amore è una parola troppo debole per descrivere questa esperienza. Diventai Amore: il mio intero essere, ogni parte del mio spirito si diffondeva in tutto l’Universo ed era diventato Amore per un milione di miliardi. Questo è il punto dove devo contraddire me stesso. Ho detto che prima non c’era un “luogo” simile a quello dove viviamo qua sulla terra. Mi sono ritrovato di fronte a gigantesche porte d’oro o a qualcosa del genere… mi ha ricordato un alter ego della Chiesa cattolica. C’era una specie di nebbia o qualcosa che oscurava qualsiasi senso di distanza, ma il mio cane Skippy era lì. Skippy era morto alcuni anni prima ed era l’unica “persona” con cui avevo una vera connessione famigliare. Sono stato sopraffatto dalla gioia e dall’amore e ho abbracciato il mio cane con il mio spirito. Anche se non ricordo che Skippy mi abbia detto qualcosa, eravamo così felici di essere di nuovo insieme!
A questo punto, mi è stato detto che dovevo tornare indietro… che non era il mio momento. Questo è un po’ confuso adesso, ma ricordo un’intensa sensazione di rimpianto e che ero pieno di sentimenti “No, No, per favore lasciami stare”. Ma da qualunque parte provenisse la “voce” era irremovibile… non era il mio momento e dovevo tornare. Non avevo scelta in merito. Se è possibile descrivere l’esperienza del “tunnel” al contrario, è come tornare qui. Sembrava che il mio spirito si fosse infilato in un barattolo che era troppo piccolo e doloroso per trattenerlo. Stavo lottando per tornare... “No, No, non voglio tornare indietro”. Il processo non si fermava – stavo tornando. Ho sentito delle voci, voci reali. Ho aperto gli occhi per un attimo e ho visto un gruppo di persone riunite attorno al mio corpo (la mia faccia in particolare). Erano i paramedici dell’ambulanza e mi stavano sfregando il ghiaccio su tutta la faccia. Ero in un profondo dolore fisico e mi sentivo sfinito.

------
293. 
NDE di Kathryn G 6/8/2003. NDE 772. 

24 ottobre 2002. Ho avuto un arresto cardiaco. La prima cosa che ricordo e che stavo guardando il mio corpo disteso sulla barella e guardando all’interno dell’ambulanza ho visto un piccolo cartello con su la capacità di carico. Essendo una persona piuttosto paffuta e con un buon senso dell’umorismo (autoironica) mi sono vista lì sdraiata e ho subito pensato che entrambi ci saremmo stati bene. Poi salii sull’ambulanza e mio padre, che era appena morto a maggio, disse: “Che cosa stai facendo qui?!” (Anche se non parlava davvero io lo sentivo). Stava sorridendo e prendendomi in giro; ho risposto: “Non lo so”. Poi mi ha comunicato: “Devi tornare indietro, hai dei nipotini”. Mia madre era seduta accanto a mio padre e mi ha comunicato di essere d’accordo con lui. Poi ricordo che galleggiavo sul mio corpo e che vedevo i dottori e le infermiere che lavorano su di esso e ricordo di aver pensato tra me e me; “Perché sono cosi arrabbiati”? Era ok dov’ero, ma non potevo comunicarlo a loro, ma questo non mi turbava, non ho parole per descrivere la luce che proveniva dai miei genitori o il modo in cui mi sentivo. Non riesco ancora adesso a descriverlo a parole. Subito dopo fui consapevole che mi figlia mi stava parlando per dirmi che mi trovavo in ospedale, che avevano appena fatto un intervento chirurgico al cuore e che dovevo combattere perché mi trovato nel reparto di terapia intensiva.

------

291. NDE di Liz R 6/8/2003. NDE 781. 

Marzo 2003. Ricordo di aver pensato: “Caro Dio, per favore non lasciarmi morire. Giuro che non farò mai più niente di così stupido. Per favore, Dio, ho così tanto da vivere. Cosa succederà a mamma se morirò. Soprattutto se muoio così, Continuavo a ripetermelo più e più volte nella mia testa. Non avevo mai pregato così tanto in vita mia. All’improvviso, tutto è diventato molto tranquillo e mi sono sentita in pace. Ero circondata da una luce bianca brillante e mi sentito molto sicura e felice. Mi sentivo come se stessi galleggiando e potevo vedere tutto quello che mi stava succedendo. Mi sono vista nell’ambulanza e mi sono spaventata molto. Sembravo così orribile. I miei occhi erano aperti a metà e stavo tremando violentemente. La mia pelle era diventata grigio cenere.

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? . La mia fede in Dio è diventata molto più forte.

Esperienza di droga trasformata in una NDE.

------
290. 
NDE di Carlene W 6/8/2003. NDE 773. 

Nel 1990, mi sono trovato in coma e sono morto per un po'. Durante questo periodo, ho visto un buco nero con un cerchio di luce che stavo attraversando. Un senso di pace, che è indescrivibile, mi ha pervaso. Ho continuato a percorrere il tunnel / cerchio di luce. Volevo rimanere perché la sensazione, la tranquillità, era così completa. In qualche modo, sapevo che era il paradiso; Ho cercato di vedere se mia nonna e mia figlia Becky erano lì. C'erano - e di nuovo ho sentito una pace sapendo che stavano bene. Ho anche visto un altro amico, che presumibilmente si è suicidato. Potevo sentire la mia famiglia e le mie altre figlie parlare con me. Dovevo tornare e aiutarli. Volevo aggrapparmi a quella pace che sentivo; tuttavia, la mia famiglia aveva bisogno di me. Presto sono uscito dal coma. Più tardi ho scoperto che i dottori hanno provato di tutto ma non è stato fino a quando le mie figlie non sono state autorizzate ad entrare nella mia stanza in quanto sono uscito dal coma.

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all'esperienza? Sì, ho creduto in Dio, ma ora so che c'è un paradiso. Quando qualcuno muore, so che possono vedermi ed essere con me perché sono solo in una dimensione diversa.

C'è una o più parti della sua esperienza che per lei ha un carattere particolarmente significativo o importante? Il bello è che non ho più pianto per mia figlia, sapevo che era in paradiso con mia nonna.

------
283. 
NDE di Pozy M 5/27/2003. NDE 752. 

15 luglio 1995. È successo quando stavo facendo il bagno in uno stagno. Mia sorella minore ha iniziato ad affogare e ho fatto un salto verso l'acqua per salvarle la vita. Sono riuscito a salvarla ma sono entrato in un mulinello da solo. Stavo cercando di rimbalzare e prendere fiato, ma dopo qualche istante sono andato troppo giù e mi sono reso conto che non avevo più forza per combattere con l'acqua. Quando i miei piedi toccarono il fondo, capii che non sarei sopravvissuto. Nel momento in cui ci ho pensato mi sono sentito molto caldo e sereno. Non sentivo più nient'altro. Mi sentivo bene. Tutto ad un tratto, ho visto un film che mostrava tutta la mia vita. Tutti gli aspetti negativi e cattivi della mia vita, ora potevo sentirmi profondamente nella mia anima. Mi vergognavo di quello che ho visto. Poi ho visto un tunnel con una luce brillante alla fine. La luce era amorevole e molto brillante, così brillante che mi facevano male gli occhi. Alcune figure di persone sono uscite da quella luce. Ho sentito una voce che mi chiedeva se ero sicuro di aver fatto tutto nella mia vita. Ho ancora sentito questa terribile vergogna e ho risposto: "Non penso". La voce rispose: "Allora torna e finisci il tuo lavoro!" Non ho nemmeno avuto il tempo di pensare a ciò che la voce disse perché improvvisamente ho sentito un dolore penetrante e lancinante. Ho fatto il mio primo respiro ed è stato orribile! La pressione ha fatto esplodere alcune delle mie sacche d'aria, che portano a un sanguinamento esteso. I risultati di questo possono ancora essere visti sul mio corpo.

Quali emozioni ha provato durante l'esperienza? Mi sentivo bene, non sentivo alcun dolore, mi sentivo amato e necessario.

------
278. 
NDE di David B 5/10/2003. NDE 768. 

Aprile 1984. La notte della mia esperienza di pre-morte stavo lavorando su una nave da ricerca, eravamo appena rientrati da un lavoro usando un sommergibile e vi era anche un suo rappresentante a bordo. Non potevamo rientrare in quel piccolo porto perché le condizioni del mare non lo permettevano e la nave avrebbe potuto incagliarsi sul fondale all’ingresso del porto a causa delle ondate. Era notte fonda quando lasciammo l’ancora a un paio di miglia dalla costa e decidemmo di rientrare al porto il giorno dopo, appena terminata la tempesta che stava infuriando in quel momento. […] Il capitano raccomandava di indossare i giubbotti di salvataggio e la mia guida accettava di buon grado questo consiglio. Eravamo tutti sub operatori esperti, abituati sia a stare sul mare che in acqua. […] All’improvviso stavamo per rovesciarci mentre un’onda si stava per infrangere su di noi e io urlavo come un matto per provare a fare inversione. Avevamo girato la barca a stavamo riiniziando a risalire quando il cielo si è oscurato completamente e una cresta di schiuma era a venti piedi sopra le nostre teste. Eravamo in una zona frangiflutti di sabbia a un chilometro e mezzo dal porto. Ricordo che quando ho visto quella schiuma ho urlato a tutti “OH MERDA, QUESTA È LA FINE” è l’onda si è infranta su di noi. L’onda piegò la barca a metà da prua a poppa, tre dei quattro gommoni gonfiabili si ruppero appena il pavimento in alluminio e fibra andò letteralmente in frantumi mentre il motore si staccò dallo specchio di poppa. Sono stato catapultato dalla prua verso l’oceano e l’onda è roteata su sé stessa e mi ha risucchiato al suo interno nel momento dell’impatto. Era la forza più violenza, più brutale che avessi mai sperimentato, ed ero isolato da tutti. Avevo perso ogni senso dell’orientamento e l’oceano continuava a lanciarmi in giro come una trottola. Quando ho aperto gli occhi sono esplose delle bolle, per farmi un’idea su quale via fosse meglio percorrere, la sabbia e il sale bruciavano ed era cosi scuro che non riuscivo a vedere le bolle. Non sapevo in che direzione nuotare. Ma tutti i miei anni di esperienza come sub mi avevano insegnato a non andare nel panico. Ho aspettato che questo vecchio giubbotto di salvataggio May West mi riportasse in superficie. Ora non vedevo delle luci sotto il mare, era molto buio. Il mare continuava a scuotermi e i miei polmoni bruciavano ogni volta che non riuscivo a trattenere il respiro. Ma la superficie non arrivava mai e col passare del tempo il bruciore nei polmoni diminuì, anche se faceva sempre un gran freddo. Potrei dire che il mio cervello stava morendo di fame perché fui colpito da una sorta di euforia. Sembrava passato molto tempo da quando iniziai a trattenere il respiro ma poi finalmente fui sopraffatto dall’euforia e provai anche a respirare l’acqua salata. Tutto quello che ricordo dopo era il bruciore nei polmoni, lentamente il bruciore andava a diminuire e c’era l’oscurità, fredda oscurità. Lentamente ho notato la luce, stava diventando tutto più leggero intorno a me. Non sentivo più il mio corpo, sentivo dov’era ma non vi facevo parte. È iniziato a diventare tutto più caldo e confortevole. Mi sono sentito attratto da un’area più luminosa della luce. Non riuscivo a trattenermi, mi sembrava la cosa più naturale da fare e mi sembrava così famigliare. Una sensazione di accoglienza e di bentornato a casa con in aggiunta un incredibile senso d’amore mi pervasero in quel momento. Mi sentivo così felice, a mio agio ed amato. Il mio corpo fisico era sparito; stava diventando leggero ma senza una forma. Non ho giudicato questa situazione e appena l’ho accettata il cambiamento è stato naturale. Poi, nella luce, potevo sentire altre persone con me e altre ancora venire verso di me. Mi stavo muovendo ancora verso di loro. Il movimento verso queste entità era un qualcosa che stavo vivendo per la prima volta eppure volevo rimanere lì con loro. Riconobbi questi altri esseri e persone ma furono loro ad accogliermi. Mi sostenevano e mi aiutavano ad adattarmi. Altri esseri sopraggiunsero, forse una dozzina in tutto, erano intorno a me. Li conoscevo tutti e mi sentivo come in famiglia. Prima che potessi comunicare con qualcuno di loro, ho iniziato a ricevere dei bagliori, immagini della mia vita. Ho imparato in un secondo momento che questo viene chiamato un riesame della vita ed è molto difficile da spiegare vista l’intensità incessante delle immagini. Le parole non possono rendere giustizia a questa esperienza. Non solo erano immagini ma erano anche sentimenti e non solo i miei sentimenti. Potevo percepire i sentimenti degli altri e come le mie azioni in questa vita li avessero toccati. Potevo sentire la loro gioia, felicità, angosce, delusioni, amore, tutte le loro emozioni. Ma non c’erano sentimenti di giudizio. Nessun sentimento di giudizio sulle mie azioni in questa vita. Ho pensato che stavo rivedendo la mia vita in modo che potessi crescere ed evolvere dall’esperienza di questa vita. Poi le immagini e i sentimenti sono cambiati, mi venivano mostrare immagini che non provenivano dalla mia vita. Mi sono sentito disorientato e confuso; Mi venivano mostrate parti della mia vita che non erano ancora accadute. Gli altri esseri mi stavano supportando ma non con le parole. Mi stavano supportando con pensieri di amore e compassione. Mi hanno detto cose molto personali della mia vita che non desidero discutere qui. Proprio in quel momento, ho sentito molto chiaramente e distintamente le parole “questo non è il tuo momento, devi tornare”. Non volevo tornare. Ho pregato di rimanere. Mi è tato detto ancora una volta che non era il mio momento e che avevo uno scopo. All’improvviso ho capito che dovevo tornare al mio corpo e continuare a vivere la mia vita. Ritrovarmi alla presenza della luce di Dio ha reso ancora più difficile il mio ritorno a questa vita. Non volevo tornare, questo era più doloroso dell’atto in sé di annegare. Il gruppo di esseri che erano con me, sono venuti a chiamare il mio gruppo dell’anima. Il mio gruppo dell’anima mi ha aiutato a tornare nel mio corpo. Volevo già stare lì. Il ritorno è stata la cosa più difficile che mi sia mai stata chiesta di fare. Mi resi conto che il mio corpo era senza vita e sospeso nell’acqua, ancora capovolto e fatto risaltare dalla sabbia e dall’acqua. I marinai prendevano l’estremità di una fune e la intrecciavano con le estremità della corda. La chiamano la fune amara. Bene, l’amara fune di una corda si era avvolta attorno al mio braccio e mi batteva il petto. L’altra estremità della corda era attaccata allo zodiaco. Quando il seguente set di onde mi ha colpito, la corda mi ha slogato spalla e pollice ma mi ha anche tirato in superficie. Tre dei compartimenti pieni d’aria furono sgonfiati, ma nel mio compartimento c’era ancora aria. Il mio corpo era aggrovigliato nella corda e il ponte con l’aria al suo interno. Le onde mi hanno colpito così forte da spingere un po’ dell’acqua fuori dai miei polmoni. Ho respirato per la prima volta dopo molto tempo e il mio spirito è stato sbattuto di nuovo all’interno del mio corpo. I miei polmoni erano in fiamme, la testa mi martellava e sarei scivolato di nuovo sotto la superficie se non fossi stato aggrovigliato con la barca. Ho tossito e vomitato e ho cercato di respirare di nuovo. In lontananza sentivo gridare il mio nome. I miei compagni di viaggio mi stavano cercando. Avevano recuperato in un qualche modo una torcia elettrica, ma tutto il resto andò perduto. Hanno nuotato verso di me e ciò che restava dell’imbarcazione. Eravamo ancora a un miglio dalla costa. Eravamo tutti aggrappati alla barca e abbiamo iniziato a nuotare verso la riva. […] Quando siamo arrivati a riva, due dei miei compagni di viaggio hanno rimesso a posto il mio braccio lussato. Quando arrivai a casa mia moglie era scioccata. Era un’infermiera e mi ha curato. Mi ci sono voluti due giorni per tornare completamente nel mio corpo. Una parte di me ha mantenuto una connessione con la luce finché non sono riuscito a reprimerla abbastanza. Tutti noi abbiamo accesso alla luce e all’amore di Dio, abbiamo solo bisogno di fermarci, ascoltare e aprirci ad essa, tutti noi incappiamo in degli ostacoli ma dobbiamo imparare a superarli perché è solo così che possiamo evolvere e crescere spiritualmente. Dio non ci ha abbandonato, nemmeno quando le cose sembrano così difficili. È necessario che sperimentiamo ciò che percepiamo come buono o cattivo per poter crescere. La luce e l’amore di Dio sono parte di ognuno di noi e non dobbiamo andare a cercarlo. Dobbiamo solo aprirci.

------

277. NDE Annick 4/6/2003. NDE 20200. 

Luglio 1996. Stavo dando alla luce la mia figlia più piccola. Avevo un’anestesia parziale poiché mi avevano fatto il Cesario anziché il parto naturale. Mi avevano anestetizzato più del necessario perché l’anestesia non aveva funzionato subito. La mia pressione sanguigna era scesa ed io cominciai a sentirmi malissimo. Dopo una mezz’ora nacque mia figlia. Poi loro continuarono. Avevo bisogno di una sterilizzazione perché non avrei potuto avere un terzo figlio. Era già il secondo figlio con un Cesario. I dottori non volevano che ne rischiassi un terzo. Ero ancora cosciente. Mentre stavano eseguendo la sterilizzazione, scoprirono che avevo il cancro e dovettero rimuoverlo. L’anestesia non stava funzionando come avrebbe dovuto e il mio corpo protestava per il dolore. Il cuore si fermò due volte. Mi ripresero inserendomi dell’adrenalina direttamente nel cuore. Ero di nuovo cosciente non sentii niente di strano in quel momento. Dopo altre due ore (ebbero diversi problemi con il tumore) sentii delle vertigini. Il cuore si fermò per la terza volta. Cominciai a sentire delle scosse dentro di me e, prima che me ne accorgessi, mi vidi stesa sul tavolo operatorio. Dopo qualche secondo vidi i dottori nel panico. Uno di loro urlò che avevo perduto troppo sangue. All’improvviso, tutto quello che vidi fu luce. Non luce brillante ma una luce confortante e morbida. Non so come spiegare. Come ho detto, era troppo grande per spiegarla. Un senso di pace mi pervase quiete, pace nella forma più grande. Niente preoccupazioni, niente problemi, niente cattivi sentimenti, niente pensieri neri. Solo pace. Più grande di quando si è innamorati, più grande di quando tieni la mano del tuo bambino per la prima volta, più bella di quanto chiunque possa immaginare. Solo pace, quiete e felicità. Niente altro. Vidi una donna. Bellissima, con una lunga veste azzurra. Incantevole. In quel momento mi resi conto che ero morta o comunque fuori dal mio corpo. Tutto ciò che pensai fu: “D’accordo, ho visto mia figlia. È forte, ha salute. Adesso me ne sono andata. Lei starà bene”. Suona egocentrico ma in quel momento non mi sentivo male riguardo a ciò. Strano. Ero felice. L’avevo vista, questo era tutto ciò che contava in quel momento. Continuai a guardare la luce e la donna. Ero estremamente felice. Non c’era un vero volto. Era bionda, con un vestito azzurro. Sorrideva. La luce bianca e morbida si trasformò in un paesaggio. Erba del verde più verde, con rose rosse a distesa di sguardo. Sapevo che la donna era accanto a me. Non la vedevo davvero, ma sapevo che era lì. Era così bello. Piansi dalla gioia. Da un istante all’altro, sentii come se qualcosa o qualcuno mi stesse tirando via. Il paesaggio svanì ed io ero di nuovo sul tavolo operatorio. Sembra strano, ma io mi sentii come se fossi nata. L’aria entrò nei miei polmoni con molto dolore, ed io urlavo a più non posso. Dopo qualche secondo mi accorsi che ero tornata e tutto ciò che feci fu di implorare di lasciarmi andare. Di tornare da dove ero venuta. Maledicevo e urlavo ai dottori. Ero furiosa. (credetemi normalmente sono una persona calmissima). Li picchiavo, urlavo contro di loro, niente contava. Volevo ritornare indietro. Naturalmente questo non servì.

------
275. 
NDE di John C 11/21/2004. NDE 11066. 

Ebbi un collasso polmonare nel 1994, e venni ricoverato in ospedale, senza una ragione apparente a parte il fatto che avevo il raffreddore e avevo avuto precedenti di asma, avevo diciotto anni quando questo è accaduto. Circa un mese dopo, sono stato a casa per un mese; mentre dormivo sognai di essere in cima a una scogliera, e caddi. In quel momento sono caduto a terra ed ho sentito di aver smesso di respirare. Immediatamente nel mio pensiero mi sono detto: "Sono caduto a terra durante il sogno, devo essere morto". Tutto è diventato nero nel momento in cui ho avuto l'impatto nel sogno. A quel punto, sapevo che non era un sogno. Ho iniziato a fluttuare in uno spazio nero. Non potevo vedere nulla intorno a me ed avevo paura. A quel punto, forse un secondo o due dacché avevo iniziato a fluttuare ho sentito una voce assordante dire: "IO SONO L'ALPHA E OMEGA L'INIZIO E LA FINE". In quel momento, poi, vidi una luce provenire dal mio lato destro, ed era ad una distanza lontana, si avvicinava e si avvicinava finché non venni completamente immerso nella luce, e tutto ciò che potevo vedere era luce e sentivo calore. Poi ho sentito una voce chiamarmi e richiamarmi come Jim, che non è il mio nome. Allora in quel momento la luce prese la forma di ciò che mi apparve come una sagoma di Gesù, simile a come potrebbe sembrare l'uomo della Sindone di Torino. Allora ho cominciato a parlare, che comunicassi con mezzi verbali o non verbali è difficile dirlo - ma io la percepivo come una comunicazione verbale. Ho chiesto, 'Sono morto?' Non ho nemmeno chiesto se fosse Gesù perché sapevo che era lui. Ho sentito pace e amore in presenza della sua luce/forma. […] Ho poi chiesto se potevo rimanere, e mi è stato detto che devo tornare indietro, e che non era il mio momento. Gesù aveva un effetto davvero calmante e rasserenante e, quando mi disse questo, io cambiai idea per tornare indietro. Poi chiesto: se fossi tornato indietro, quando poi sarei potuto tornare di nuovo, e Gesù mi ha risposto, che per me erano state previste due età in cui avrei potuto tornare: o a 37 o a 73 anni, e che avrei avuto un attacco di cuore a 37 anni, ma che era ancora incerto se fossi poi stato chiamato a casa, ma che se io lo avessi voluto era perché mi erano stati dati dieci anni in più della mia ultima vita. Voi potreste pensare che io rimasi sconvolto da questa rivelazione, ma non lo fui; a, perché non era una cosa spaventosa. Ho poi chiesto, quando sarebbe finito il mondo, e Gesù mi ha detto che solo il Padre conosce il giorno e l'ora. A questo punto non ricordo molto altro, oltre all'amore di Gesù e mi è stato detto che sarei tornato indietro. Poi sentii il mio spirito scendere nel mio corpo che giaceva sul letto, mentre scendevo nel mio corpo mi sentivo come se stessi sprofondando nel fango o nelle sabbie mobili. Ho dormito il resto del tempo, e fino ad oggi è stato probabilmente uno dei sonni più tranquilli che io abbia mai avuto. […].

------

73. NDE di Marsha B 4/17/2003. NDE 762. 

2 giugno 1985. Sono epilettica. Un giorno mi sono sentita debole e sono caduta urtando la specchiera di mio nonno. Mi sono aperta la fronte e mi hanno dovuto portare d’urgenza all’ospedale. L’emorragia alla fine è stata fermata, ma in seguito ho avuto una crisi dopo l’altra. Hanno tentato di iniettarmi del Valium liquido e altre sostanze direttamente nel cuore. L'abbinamento di farmaci ha provocato un arresto cardio-respiratorio. Ci sono voluti quasi otto minuti perchè riuscissero a riportarmi in vita. L’equipe medica diceva: «E’ morta, lasciamola andare». Il mio medico di famiglia ha invece insistito: «No. Proviamo ancora». E così hanno fatto: ho finito per reagire. Durante questi otto minuti ho visto tutto quello che è successo nella terapia intensiva. Ho detto ai medici e alle infermiere che continuavo a ripetere loro che stavo bene, ma nessuno mi sentiva. Minuto per minuto, ho descritto loro quello che è successo esattamente in quella stanza. Il mio medico di famiglia ha dichiarato: «ho visto molti dei miei pazienti morire ma nessuno è mai tornato per dire quello che è successo mentre era clinicamente morto».
«Quando sono arrivata alla fine di un tunnel oscuro, ho visto uno dei miei nonni. Nessuno della mia famiglia aveva fatto alcuna foto di lui. Ma quando l’altro mio nonno è venuto a trovarmi all’ospedale mi ha detto: «Marsha, ho portato una cosa ma non so perché».
L'ho interrotto dicendogli che si trattava di una foto dell'altro mio nonno. Ha risposto: «Sì, come lo sai?». L'unica foto mai scattata era stata fatta al suo funerale, quando ero molto giovane. L'ho descritta con molta precisione. Ha risposto: «Si, Marsha, è stato sepolto così. Come lo sai?». Dopo avergli detto quello che avevo visto, era stupefatto. Ho visto anche altre persone, ma questa è un'altra storia. Vi prego di credermi quando dico che sono cristiana e dopo questa esperienza, non ho paura di morire. Adesso ho un marito, tre figli grandi e sei nipoti, tutti conoscono questa storia, poiché gliel'ho ripetuta ancora e ancora. Lodate Dio. Esiste qualcosa dopo aver lasciato questo mondo!

Ha raggiunto un Confine o punto di non ritorno o ha potuto scegliere se rimanere o ritornare al suo corpo terreno? Sì. Mia nonna mi ha detto che non era ancora il momento e mi sono svegliata nel mio corpo.

Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo significativo a causa della sua esperienza? Vivo di più per Gesù, mio Signore e Salvatore, e sono cosciente ogni giorno del posto dove andro' quando lascero' questa terra.

------
268. 
NDE di Brian L 4/6/2003. NDE 748. 

5 dicembre 1969. Avevo nove anni quando l'evento accadde durante le lezioni di ginnastica all'aperto. Indossavamo una maglietta e pantaloni lunghi. Ecco perché penso che sia successo intorno a maggio. L'insegnante di ginnastica ha allestito un percorso a ostacoli usando la palestra della giungla, l'altalena e la tavola scorrevole. Sono caduto dalla scacchiera a otto piedi, mi sono rotto la milza e mi sono rotto alcune costole sul lato sinistro. Quando sono atterrato dal cadere, ero fuori combattimento. […] Ricordo di aver visto la mia insegnante di ginnastica e mia sorella parlare con me. Era come se stessero parlando nella mia testa, non riuscivo a sentirli con le mie orecchie, come se tu avessi una conversazione con qualcuno, era come se stessero parlando alla mia mente. È difficile spiegare che è come quella voce con cui parli quando stai pensando a cosa scrivere, come i tuoi sensi. Dopo aver visto mia sorella e l'insegnante di ginnastica, potevo vedere me stesso abbandonare il mio corpo e fluttuare verso il cielo, potevo vederlo ma non sentirlo. […]
Continuavo ad andare più in alto fino a quando ho iniziato a sentire il canto e la musica gioiosa. Non molto tempo dopo, ho visto una piccola luce bianca davanti a me. Ho iniziato a fluttuare verso questa piccola luce, è diventata più luminosa e più grande. Più mi avvicinavo a questa luce, ho iniziato a distinguere questa voce, era una voce che non avevo mai sentito prima, era forte ma gentile. La luce intensa mi ha quasi ricordato di andare verso il sole a questo punto. Ho smesso di fluttuare a questo punto. Era come essere in fondo a un pozzo guardando l'apertura in alto e chiedendosi cosa c'è dall'altra parte di questo buco nero. Poi apparve quest'ombra che sembrava un uomo alto con una lunga veste dai capelli lunghi fino alle spalle, con i baffi e una lunga barba. Si chinò allungando la mano per aiutarmi a uscire da questo buco nero. Mentre stava raggiungendo, disse: seguimi. Avendo paura e ricordando ciò che i miei genitori mi avevano detto di non andare con estranei, dissi: "Non so chi sei, quindi no". Mi ha detto: io sono l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine. In questo momento, ho potuto vedere le persone in ombra che cantavano e ridevano raccogliendosi attorno all'apertura di questo buco nero, dicendo: vieni, ti piacerà qui. Ho detto a questa persona in ombra, che all'epoca sembrava essere la portavoce o quella responsabile di questo gruppo di persone felici, sembra divertente e ti stai divertendo molto. Ancora non so chi sei. Mi ha detto: "Sì che lo sai, non mi hai mai incontrato, ma conosco la tua famiglia, e ci sono altri dalla tua famiglia che vorrebbero vederti e che conoscono molto bene te e la tua famiglia". In questo momento, più persone hanno iniziato a presentarsi per dirmi i loro nomi e mi hanno rassicurato che questa luce brillante è un bel posto dove stare. Sarai sempre felice e sarai sempre sano. Quando hanno detto questo, mi sono ricordato di quello che ho imparato alla scuola domenicale su come fosse il paradiso. […] Dopo aver visto quello che chiamo un film sulla mia vita, mi sono risvegliato da quello che pensavo fosse un sogno che stavo avendo, come quello da quando ti svegli dal sonno, non sapevo dove fossi o chi fosse intorno a me. Ancora spaventato da quello che pensavo fosse un incubo o un brutto sogno, ho visto mia madre e mio padre in piedi accanto a me all'ospedale. Ero così felice di vederli che piansi, erano felici di vedermi anche io. Mi hanno abbracciato prima che dovessero precipitarmi in sala operatoria; mi hanno rassicurato che tutto andrà bene. Questo è tutto ciò che ricordo di quel tempo.

------

266. NDE di Daisy M 4/6/2003. NDE 734. 

Gennaio 1981. Dovetti andare all’ospedale per farmi applicare dei tubicini. Mio marito, tra l’altro, mi ha riferito in seguito che quel giorno era quasi tornato indietro all’ospedale per impedirmi di farmi operare, aveva un brutto presentimento. Il chirurgo fece per inserirmi un ago nel mio addome per far affluire il gas che avrebbe gonfiato il mio stomaco in preparazione all’ intervento chirurgico. Mancato! Invece di beccare lo stomaco, inviò alcune bolle di gas nel cuore causando la mia morte clinica per quattro minuti. Immediatamente il chirurgo chiamò mio marito riferendogli che c’erano delle complicazioni e che avrebbe dovuto raggiungere l’ospedale il prima possibile. In seguito, sono stata in coma per quasi due giorni. La mia sensazione oggi è che la mia NDE sia cominciata prima dell’arrivo di mio marito, e penso che se lui non fosse venuto per stare vicino a me, adesso potrei non essere qui a raccontarvela. Ricordo che galleggiavo nell’aria e guardavo dall’alto gli elettrodi che venivano applicati sul mio torace e i dottori che leggevano l’elettrocardiogramma. Ricordo le infermiere che si affaccendavano su di me, poi il tunnel con la luce. Chi sarebbe apparso da quel tunnel, se non il mio amatissimo fratello e la mia amatissima sorella che persi nel 1970. Erano così felici di vedermi, e io di vedere loro! Li ho sognati costantemente per anni (mia sorella perì in un disastroso incidente stradale e mio fratello morì di cancro sei mesi dopo, mi sono mancati terribilmente). Ci abbracciavamo e ci tenevamo per mano. Mi imploravano di andare con loro.
Iniziai ad andare effettivamente con loro, ma poi qualcosa mi bloccò (mio marito??), quindi dissi loro che non potevo seguirli perché avevo una creatura di un anno di vita e mio figlio di nove, oltre che mio marito, e non ero ancora pronta a lasciarli. Divennero tristi e dissero che ovviamente dovevo rimanere, ma che loro non sarebbero più stati in grado di raggiungermi. Da allora non li ho più avuti in sogno, ma credo che mio fratello riviva con noi quando guardo di tanto in tanto la sua immagine. Mi viene da singhiozzare e da piangere ogni volta che richiamo alla memoria questo fatto, ma ne faccio tesoro perché so che loro stanno insieme. Ho poi perso mio padre nel 1999 e mia madre nel 2001. Non sogno mai mio padre (mah??), mentre spesso sogno mia madre che mi dice che adesso mio fratello e mia sorella sono con lei. Questo mi dà un gran conforto.

------

262. James B 4/6/2003. SMR 759. 

Stavo attraversando un periodo difficile nella vita. Avevo sognato di andare alla Queens University di Belfast per studiare il computer. Ho ricevuto una lettera da loro che diceva che non avevo ottenuto l'ingresso perché non avevo soddisfatto le loro esigenze. Ero così arrabbiato. Corsi nella mia stanza e mi chiusi dentro, non lasciando che mia madre o mio padre potessero entrare. Stavo piangendo al di là del controllo quando all'improvviso si presentava questa bella luce davanti a me. È passato di colore in colore, e dentro questa luce potei scoprire l'ombra di un essere. Improvvisamente, mi trovavo in piedi accanto a questa luce. Mi guardai indietro e il mio corpo giaceva sul letto piangendo ancora. Ho pensato WOW! Come diavolo? Improvvisamente, dall'interno di questo essere, un Tunnel enorme si era aperto e fu bellissimo oltre le parole. Non posso dirti cosa ho sentito. La sensazione di amore e pace che avevo realizzato mentre stavo passando attraverso ciò era incredibile! Mi sentivo inghiottito nella passione dell'amore che sembrava scorrere da ogni angolo di questo Tunnel e da questo essere! Abbiamo raggiunto quello che posso solo chiamare "La Sala Bianca". Questa camera non sembrava finire mai! Era piena di libri dopo libri. Libri grandi rossi! Davanti a noi apparve un tavolo e sul tavolo c'era uno di quei libri. La "Persona" accanto a me ha iniziato a parlare e mi è sembrato come musica nella mia mente. L'Essere non parlava mai con la sua mente, mettendo solo le sue parole nella mia testa (fico, ho pensato). Il pensiero che ebbi era che mi avrebbe raccontato la mia vita e quello che mi attendeva. Ha aperto il libro. Non era un libro normale. La cosa mi ha mostrato immagini televisive della mia vita, dalla nascita al presente. Molto di cui avevo dimenticato! L'essere mi guardò con tanto amore che mi sentivo come se volessi piangere. Il pensiero che mi venne in mente fu che siamo tutti interconnessi; siamo tutti come uno, parte di un grande grande piano. Siamo tutti legati spiritualmente! Wow! Ho pensato. Poi mi ha detto che dovevo tornare perché c'erano persone che avevano bisogno di me. […] Improvvisamente mi sono ritrovato nel Tunnel. Non volevo andare, mi sentivo al sicuro. Non c'era alcuna forma di tempo in quel luogo. Solo l'amore puro.

------

260. NDE di Tomy T 4/6/2003. NDE 723. 

12 settembre 1969. Ero un operatore di macchina in una fabbrica. Il controllo per la macchina era palmare ed entrò in corto circuito e io diventai la messa a terra. Quando l'elettricità mi ha colpito, ricordo di aver visto i colori che sembravano liquidi e riempivano l'intera stanza. Era simile ad essere sott'acqua e guardare gli oggetti sul fondo. I colori sembravano fondersi e fluire lentamente, ma non si mescolavano mai per formare nuovi colori. Lentamente tutto si affievolì nell'oscurità. Poi ho avuto la sensazione di movimento in avanti, ma non ho potuto vedere niente. Un piccolo punto di luce apparve di fronte e, mentre avvicinai, diventò più grande, più luminoso e più caldo. Un calore non fastidioso, ma un senso di appartenenza e di amore. La pace mi ha sopraffatto e non provavo paura. La luce sembrava provenire dall'estremità opposta di un tunnel e mi avvicinai. Quando uscii dall'altra estremità del tunnel, ero in un campo erboso che aveva dolci pendenti colline. C'erano alcuni grandi alberi di querce e cespugli fioriti. Mi resi conto che ero in piedi su un sentiero sabbioso e cominciai a camminare lungo di esso. Non sapevo dove stavo andando ma mi sentivo costretto a seguirlo. Mi sembrava di essere a casa e avevo vissuto lì per molto tempo. Il sentiero conduceva su una bassa collina e, quando sono arrivato in cima, ho potuto vedere il sentiero che portava ad un piccolo ponte bianco che attraversava una piccola insenatura nella valle. Vorrei poter descrivere la vivacità dei colori dell'erba, dei fiori, del cielo, anche la chiarezza dell'acqua nel torrente. Era come il cristallo. Ecco perché non lo racconto a tante persone. Non possono comprendere e io non posso spiegare. Ho seguito il percorso verso il ponte. Era un ponte d'arco di legno lungo circa dieci metri e largo quattro o cinque piedi. Aveva un corrimano in legno su ogni lato. Mentre arrivai a circa cinquanta metri dal ponte, notai una figura vestita di bianco brillante che camminava sul sentiero dall'altro lato del ponte che si avvicinava a me. Proprio mentre arrivai alla fine del ponte, la figura era di circa dieci metri dall'altra estremità del ponte e lui si fermò e mi guardò. Era mio nonno morto nel 1966. Ho sentito un tale calore e pace e non avrei mai voluto andar via e ho iniziato ad andare da lui perché ero così felice di vederlo di nuovo. Quando si volse a camminare, ho fatto un passo sul ponte e ho colpito una barriera invisibile e non ho potuto andare oltre. Non mi ricordo di aver detto ad alta voce le parole, ero più come se avessi avuto il pensiero, ma ho detto a mio nonno di aiutarmi e di non lasciarmi. Si è fermato, si è voltato, mi ha guardato e mi ha comunicato che non potevo venire ancora perché non erano pronti per me. Ho dovuto tornare indietro e prendermi cura della mia famiglia. Voleva solo che io sapessi che una volta fossi tornato indietro lui sarebbe stato lì aspettandomi. All'improvviso qualcosa ha preso la parte posteriore del mio corpo e sono stato tirato rapidamente indietro e indietro attraverso il tunnel. Tutto è diventato molto freddo non appena la luce è uscita. Improvvisamente ero sul tavolo della stanza di emergenza con parecchie facce che mi guardavano. Non riesco a descrivere la sensazione di abbandono e delusione che ho provato.

Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo significativo a causa della sua esperienza? Le mie credenze e pratiche religiose rimangono invariate.

------

258. NDE di Mary M 4/6/2003 NDE 730 

Dicembre 1967. Anche se non mi piace condividere il mio passato con molte persone perché mi rendo conto che certe esperienze sono molto inquietanti per coloro che non ne hanno avute di simili, mi sono sentita anche piuttosto spinta a scrivervi.
Più di trentacinque anni fa, circa due mesi dopo la nascita del mio primogenito, i miei reni collassarono per la presenza di numerosi calcoli renali che bloccavano il passaggio ad entrambi i reni. Dopo settimane trascorse in ospedale, avevo più di 41 di febbre a causa dell'avvelenamento del mio sangue. Ricordo vagamente di aver ricevuto l'estrema unzione mentre mi portavano in barella in sala operatoria per uno dei primi lavaggi di sangue in questo paese. (Lavaggi di sangue in cui prendono il tuo sangue, lo riscaldano, e poi lo immettono nuovamente nel tuo corpo). Ricordo di aver fluttuato al di sopra della scena dell'operazione ascoltando i dottori che discutevano il fatto che ero morta comunque e che avrebbero dovuto tentare questa nuova tecnica per l'avanzamento della medicina. Allo stesso momento potevo provare una sensazione di essere tirata e la stanza si riempì di una luce meravigliosa, e mentre il mio corpo saliva verso la luce continuai a sentire il team di medici lavorare sul mio corpo. Più vicino mi trovavo alla luce, e più aumentava la sensazione di calore e pace e potevo udire delle voci ed una musica smorzate. L'operazione continuò in vano e potevo vedere gli elettrodi applicati al mio petto, ed udii il suono del monitor che indicava che avevo perso i parametri vitali. (Non c'era battito cardiaco né respirazione). Continuai solo ad andare alla deriva più vicino alla luce finché non udii una voce, che non riconobbi, dire che dovevo tornare nel mio corpo, che non era ancora la mia ora. Venivo spinta all'indietro, anche se io non volevo. Caddi letteralmente indietro dentro il mio corpo, e mi svegliai giorni dopo vedendo il sorriso del dottore. Mi disse: "Bentornata - stavamo aspettando che tu ti svegliassi!" […].

------
252. 
NDE di Edward B 4/2/2003 NDE 741 

Agosto 1999. Ho "visto" brevemente sia quello che sarebbe considerato il Paradiso sia la sua controparte. Il terribile tormento di coloro che si trovavano all'"Inferno" era molto peggio che non il fuoco e lo zolfo che tante persone predicano. Era qualcosa di simile a passare l'eternità assieme a persone che farebbero del male ad altre come te, oppure solitudine eterna per coloro che, per mancanza di una parola migliore, "depriverebbero" gli altri. La cosa strana a proposito di quel posto oscuro era che si trattava di un posto (e di un non-posto allo stesso tempo) al quale decidi tu di andare. Nessuno ti ha mandato ma lo hai deciso tu, allo stesso modo solo tu potresti decidere di uscirne. L'eternità sembrava essere più simile a come la si desidera. Mentre l'Inferno era molto popolato, con milioni di anime, esso rappresentava sono una parte molto piccola della popolazione totale che vive nell'aldilà. Ero colpito dall'accuratezza del film "Al di là dei sogni", che vidi solo un paio di mesi dopo. Sebbene non sia il film migliore, il suo ritratto dell'aldilà è migliore di qualunque descrizione io sia mai riuscito a fare.

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? . Le anime tormentate, in un luogo che era un non-luogo. Provavo terrore alla vista dei loro tormenti, e una grande tristezza e pietà per loro perché non c'era nulla che potessi fare per loro, né io né nessun altro. Nell'Universo, in un luogo vicino al nostro pianeta, c'erano altre anime che godevano dell'aldilà. Sembravano tanto felici quanto quelle anime tormentate erano travagliate, e tuttavia pareva che essi si trovassero al gradino più basso della felicità. Il Paradiso sembrava essere tanto più bello quanto più ci si continua ad inoltrare, solo che non si viaggia veramente. Pensavo che mi stavo muovendo verso quello che sembrava essere un comitato di accoglienza. Stranamente, sapevo che stavano aspettando che io li raggiungessi, ed era composto da un gran numero di persone che conoscevo, ma non so come lo sapessi, o chi fossero nello specifico. Credo che fosse qualcosa come andare ad una festa nella quale sai che sarai l'ospite d'onore. La festa sarebbe cominciata quando fossi arrivato al "posto" giusto, solo che non ci sono mai arrivato.

------
251. 
NDE di Annamarie F 4/2/2003 NDE 751 

Nell'estate del 1971, ero una tipica quindicenne, felice un minuto e scontenta ed insicura il minuto successivo. Una brava ragazza, ma come la maggior parte delle ragazze di quell'età, confusa, stanca della mia famiglia e spaventata dal futuro incerto. Era un periodo di ricerca. Quel giugno era afoso, l'erba era secca e riarsa. Non aveva piovuto per un mese intero. Uno degli ultimi giorni di giugno, una leggera pioggerella iniziò a cadere nel mezzo di un terso cielo assolato, e la mia famiglia ed io non sapemmo resistere alla tentazione di uscire. Il profumo dell'erba secca bagnata era dolce e le fresche gocce di pioggia erano rinfrescanti e portavano nuova vita. Mentre giocavamo sotto la pioggia - apparve un unico fulmine. Colpì me ed un albero vicino - lasciandomi senza vita. (Non ho mai sentito il colpo del fulmine - cosa su cui mi sono sempre interrogata). Mi trovavo come in un posto vuoto, ed assistevo ad un evento silenzioso ma colorato riguardante gli avvenimenti della mia vita, come si fosse trattata di una pellicola di un film. Questo luogo come vuoto era in bianco e nero, come in una vecchia TV. Ma le immagini erano a colori e molto specifiche. Un evento riguardava me, bambina, che spingevo dal triciclo una sorellina più piccola. Gli eventi riguardavano situazioni in cui avevo urtato i sentimenti di qualcun altro. Non mi sentivo giudicata, ma venivo resa consapevole di come avessi influito su altre persone. Dopo, fui in presenza di colui che ritengo fosse Gesù. Non Lo vidi con gli occhi, ma sapevo molto chiaramente che Egli era presente. Mi trovavo in un luogo come vuoto in Sua presenza, era come le bellissime nuvole fluttuanti che vedi quando sei in un aeroplano, ma si trattava di una versione in bianco e nero (o grigio) di quella visione. Mentre mi trovavo alla Sua presenza, provai un amore indescrivibile, calore, accettazione, pazienza, tolleranza, pace, calma e serenità. Come si potrà intuire - con tutti quegli aggettivi, tale meraviglia non può essere descritta in modo da spiegare la profondità di tutto ciò. Non c'era bisogno di vedere nulla. Comprensione ed amore erano tutto ciò che contava. Mentre mi trovavo alla Sua presenza, sentivo di possedere tutta la conoscenza dell'universo. Ogni domanda trovava una risposta ed aveva del tutto senso. Comunicavamo liberamente, non con le parole, ma più chiaramente ed in modo più coinciso di qualunque conversazione avessi mai avuto. Non sentivo nessuna preoccupazione relativa a questo mondo. Egli mi disse molto chiaramente, "TUTTO HA A CHE VEDERE CON L'AMORE". Mi fu detto anche che il suicidio non era una scelta che avrei dovuto compiere. Il tempo non esisteva. E' come se il tempo qui servisse solo per le nostre esigenze terrestri. So che sembra assurdo, ma allora aveva perfettamente senso. Poi iniziai a divenire consapevole del mio corpo sul terreno. Stavo guardando dall'alto, ma potevo vedere chiaramente e distintamente, quasi come se avessi potuto ingrandire le immagini a piacimento. Non provavo emozioni, tranne quando udii un soccorritore dire a mio padre, "sono passati sei minuti, se riprende conoscenza ora ci potrebbero essere dei danni al cervello". Ricordo di aver pensato, "oh che stupidaggini, non sa di cosa sta parlando!" Immagino che il soccorritore stesse cercando di indurre mio padre a pensare se smettere con la rianimazione cardiopolmonare. Ma a parte quello, non provavo emozioni relative a quello che stava succedendo. La mia mente e la mia anima non erano parte del mio corpo e non erano coinvolte da quello che succedeva lì sotto. Mi sentivo come un osservatore silenzioso. In seguito, mi fu data chiaramente una scelta: "rimanere" o "tornare indietro". Sentivo tantissimo di voler restare dove mi trovavo, ma guardai di sotto, e vidi mia madre, di solito calma nei momenti di crisi, quasi isterica e completamente sconvolta. Percepii il suo dolore, e fui immediatamente proiettata indietro sulla Terra, nel mio corpo. […] Per vent'anni mi sono tenuta alla larga da qualunque organizzazione religiosa. (Non ho mai dubitato di Dio o della Sua esistenza. Se qualcuno mi avesse chiesto, "credi in Dio?" la mia risposta sarebbe stata ed è tuttora "Io non CREDO. Io SO!") Durante questo periodo di rabbia e frustrazione, ho cercato alcune cose spirituali new-age. Buona parte di esse erano eccitanti ed intriganti ed inizialmente procuravano sensazioni di grande libertà. Ma la roba new-age è molto orientata su se stessa. Quando arrivano i problemi, è difficile contare su se stessi per trovare conforto e guida. Ero stata lasciata con un senso di grande vuoto. Avevo bisogno di sentire il pieno amore incondizionato, il conforto, la forza e la pazienza di nostro Signore, e sentire che Egli mi avvolge nel Suo spirito, mi riempie e mi sostiene, e poi cammina con me. Dopo averLo lasciato entrare, la mia rabbia iniziò a placarsi e dopo che ciò accadde iniziai a percepire che il Suo spirito mi guidava. Un giorno mi sentii spinta a cercare una Bibbia che mi era stata regalata poco dopo la mia NDE. Non la avevo mai letta veramente - non ero interessata, ritenevo mi confondesse. Ma quel giorno, ne aprii una pagina a caso. La pagina parlava della saggezza di Dio, e come chi sia spiritualmente immaturo possa leggere ed ascoltare la parola di Dio, ma non sia in grado di comprenderla. Come ebbi letto, le parole sembravano letteralmente essere assorbite dentro di me, come se le avessi riconosciute ed in qualche modo fossero state parte della mia conoscenza. Ora, mi sento vicina a Dio quando leggo giornalmente la Bibbia ed interagisco con altri credenti. Le organizzazioni religiose avranno sempre conflitti fra di loro e guide che sono testarde e rigide. Sono esseri umani imperfetti. Molte persone conseguono una vita incentrata su Cristo per mezzo delle organizzazioni religiose. A me era stata data una scorciatoia ma non la avevo riconosciuta come tale fino agli ultimi otto o nove anni - non voglio più sprecare tempo prezioso. Nessuno ha tutte le risposte. Se noi concediamo a noi stessi di essere guidati dal Suo spirito, la verità sarà sempre palese. Ora sento di stare crescendo spiritualmente e di essere nutrita ogni giorno da un qualcosa che fa bene ed è appagante. Per la prima volta, in tutti questi anni, mi sento come se cominciassi a compiere il lavoro che Lui mi ha mandato a fare. E' una sensazione di pace e contentezza essere così piena del Suo spirito. Cerco la seguire la Sua guida in ogni cosa che faccio. Quando ci riesco, la mia vita procede tranquillamente. Egli è sempre con noi - se non Lo sentiamo, è perché noi ci siamo allontanati - non Lui.

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? . Credo di aver incontrato Cristo. Non una presenza fisica, ma una presenza che comprende tutto, molto reale, con la comunicazione più chiara che abbia mai avuto. Egli era con me - riempiendomi del Suo amore e della Sua conoscenza. Ma ha permesso di conoscere così tante cose e tutto aveva un senso.

------
250. 
NDE di Patty J 4/2/2003 NDE 753 

Aprile 1980. Mi sono sentita innocente come si sente innocente una bambina, non avevo alcun ricordo della famiglia sulla terra. Vidi una luce venire verso di me da lontano, così piccola ma era così interessante, perché era l'unica luce presente. Mi sentii come se mi stessi muovendo molto velocemente, ma non avevo paura. Udii un tenue ronzio e mi sforzai di sentire cosa fosse - sentii il mio nome. Poi mi ricordai di mia mamma e del mio fidanzato, perché lui ed io stavamo per andare in Georgia a sposarci. […] Il mio fidanzato mi ha detto che quando lui si era risvegliato le mie labbra erano blu e i miei occhi erano spalancati e fissi, tutto il sangue era drenato dal volto ed io mi trovavo sotto il cruscotto con la testa gettata all'indietro sul sedile. Disse che ero rimasta così per quindici minuti, per quanto ne sapesse. Lui aveva colpito il volante con la testa quando urtammo l'altra auto. I poliziotti dissero che stavamo andando fra i 65 e gli 80 chilometri all'ora quando la colpimmo. L'auto era distrutta, era finita in un fosso profondo 3 metri con noi dentro, nelle vicinanze di una chiesa. Il mio cuore si riavviò da solo dopo essere rimasto fermo per così tanto tempo. La resurrezione ora mi torna in mente. Dio mi ha risparmiata. La cosa triste è che due anni dopo mia madre è morta, ma ho trascorso così tanti giorni felici con lei e non ho paura della morte, sono salva in Gesù. Ora sono diversa, come se fossi in parte ancora qui e tuttavia in parte anche là, è strano, lo so, ma è così che mi sento. Grazie per il vostro tempo, sono grata di avere la possibilità di ringraziare il Signore per avermi liberata da un ritorno prematuro a casa - ora ho due figlie amorevoli e sono dedicata al mio Signore Gesù Cristo. "Se un uomo crede in me" disse Gesù, "anche se è morto, vivrà". Amen.

C’é qualcos’altro che vorrebbe aggiungere relativamente alla sua esperienza? Sì, non sono pazza o una fanatica - soltanto, mi relaziono con ciò che so essere vero, ci sono un paradiso ed un inferno e Dio è reale così come lo è Quello Caduto (Satana) - se ciò fa di me una fanatica, pazienza. Nulla al mondo mi farà mai cambiare idea.

Ci sono altre domande che potremmo fare per aiutarla a comunicare meglio la sua esperienza? 
Veramente no, in genere non sottometterei questo racconto ad un media laico ma abbiamo poco tempo e la nostra redenzione si avvicina. Dio vi benedica, e se non avete Gesù come vostro Signore - vi esorto a fare di lui il vostro Signore e re. Lui è l'unica strada verso il paradiso - grazie ancora.

------

242. NDE di Nan A 3/28/2003 NDE 720 

1972. Vidi un tunnel buio ed iniziai a viaggiare uscendo dalla sommità della mia testa e ad attraversarlo. Dopo avere viaggiato attraverso questo spazio, mi sentii sollevata nel vedere un'area aperta ed estesa che somigliava ad un cielo notturno. Continuai a fluttuare attraverso questo distesa senza controllo. Sentivo che venivo tirata o controllata nel corso di questo processo. Non sentivo alcuna paura in quel momento, avevo solo un leggero senso di curiosità su dove mi trovassi, ma nessuna paura. Dopo aver viaggiato in questo modo per un po' di tempo, mi resi conto che c'erano due donne con me. C'era una donna più anziana alla mia destra (una donna che somigliava molto all'Angelo Custode che avevo visto quando avevo cinque anni) che era molto calma e tranquilla, e una donna di mezza età con i capelli neri alla mia sinistra che era turbata e continuava ripetere, "non è ancora il momento! non è ancora il momento giusto, oh no!" Poi inizierai a vedere un puntino di luce in lontananza e mi resi conto che stavamo viaggiando molto velocemente verso di esso. Mentre lo facevamo, la luce divenne sempre più grande. Il colore era un bianco brillante e molto speciale, molto puro. Come fui molto vicina alla luce vidi decine di migliaia di esseri vestiti con una toga bianca tutti rivolti verso la Luce e che cantavano una musica tale che non ne avevo mai ascoltata prima di simile. Erano al servizio della Luce e a quanto pareva, stavano "cantando" lodi alla Luce. La Luce era colma del più straordinario soverchiante indescrivibile sentimento di AMORE. Poi arrivai direttamente di fronte alla Luce e la Luce parlò con una voce maschile, ferma e diretta, dicendo solo, "Torna Indietro!". Io fui molto spavalda e dissi alla Luce, "Cosa intendi dire? Io voglio restare qui! hey!" La Luce allora parlò ancora e disse, "Torna Indietro! Hai Molto Da Imparare". Restai subito shoccata nel rendermi conto che non avevo scelta e mi sentii piena di dolore per il fatto di dovermene andare, velocemente volai indietro, rientrando dalla sommità della mia testa, ripresi conoscenza nell'ambulanza e udii la persona che mi stava assistendo dire, "forse riuscirà a cavarsela, speriamo."

------

193. NDE di Earl W 23/12/2002 NDE 653 

27 dicembre 1977: Lavoravo autonomamente come vetraio specializzato in vetrofanie e mi stavo recando in una chiesa per un lavoro su delle nuove vetrate decorate. Erano circa le 8 di mattina e, dopo aver fatto una curva, vidi un camion carico di tronchi sulla corsia opposta. Improvvisamente, un’auto tagliò la strada al camion invadendo la mia corsia. Poi, ricordo di fluttuare sopra il luogo dell’incidente mentre guardavo due paramedici dell’ambulanza che stavano estraendo il mio corpo dal mio fuoristrada. Dicevano: “Beh, non dobbiamo affatto affrettarci con questo qui”. Diventa buio ed io incomincio a muovermi sempre più velocemente. Il buio aumenta, e mi sembra di essere in un tunnel. Inizio a vedere un puntino luminoso in lontananza che diventa sempre più luminoso. Mi fermo improvvisamente. Sono a tu per tu con la persona più perfetta che abbia mai visto. La luce viene da lui. Lui è la luce. Lo riconosco come Gesù Cristo. Provo il più straordinario senso di pace. Lui dice: “Mi spiace, non puoi restare, c’è qualcosa che devi fare”.
Mi ritrovo disteso sul letto. Un’infermiera mi chiede se so chi sono. Mi avevano portato in ospedale in ambulanza perché fossi visitato da uno specialista in quanto avevo il volto sconvolto e tagliato. Mi disse che andava bene. Aveva passato un’ora a ricucirmi. Il giorno seguente ero di nuovo al lavoro. Venticinque anni dopo mi chiedo ancora che cosa sia ciò che devo fare.

Di quale religione è ora? Luterano.

Ha modificato valori o convinzioni in seguito allesperienza? No.

------
190.
NDE di Frank A 10/20/2001 e 12/6/2002 NDE 450/645 

Nell’ultima NDE, mi svegliai all’una e 30 del mattino. Il cuore andava all’impazzata, così chiamai un’ambulanza. Quando arrivò per portarmi in ospedale, persi i sensi. Mi ritrovai in un tunnel nel quale ero già stato prima. Era un tunnel scuro. Avanzando al suo interno vidi una luce luminosa che diventava sempre più forte. Era una donna di pura luce bianca, con sul volto una forma ovale che glielo copriva, i guanti di colore marrone scuro lunghi fino al gomito. Mi chiese di attraversarla, cosa che feci. Provai una sensazione di amore puro, di pace, unità, energia che scorreva dentro di me. Pensai che tutte quelle sensazioni provenissero da quella pura luce bianca. Lei mi chiese di andare oltre. Andai oltre, e vidi un muro di libri che si estendeva a perdita d’occhio. Mentre mi avvicinavo per leggere i titoli dei libri, tutto diventò improvvisamente indistinto. Tutto ciò che vidi furono numeri romani. In quel preciso momento, l’energia che usciva dai libri mi coprì, avvolgendomi. Quando cercai di nuovo di concentrarmi sul muro di libri, provai una strana sensazione, come se sapessi tutto ciò che i libri contenevano. Conoscevo il passato, il presente, e il futuro. Iniziai ad allontanarmi dal muro e uscii dalla pura luce bianca ritrovandomi nel tunnel e poi nel mio corpo. Due giorni dopo mi svegliai in ospedale, nel reparto di terapia intensiva. C’era un’infermiera seduta accanto a me. Sorrisi, guardandola. Sapevo delle cose su di lei. Guardai fuori dalla finestra e vidi il mondo con occhi diversi. Sapevo che cosa c’era di sbagliato. Sapevo perché le persone si fanno del male a vicenda. Sapevo perché le persone si ammalano. Non chiedetemi come, lo so e basta.

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? . Sono sempre andato verso la luce. Dietro ai muri, riesco a sentire i bambini giocare. Talvolta, vedo di sfuggita delle persone. Delle aperture si aprono per pochissimo tempo nei tunnel. Sì, alla fine del tunnel c’era una donna meravigliosa costituita da una pura luce bianca. Mi disse che cosa fare ed io obbedii. Mi chiese di attraversarla ed entrare. Dopo il muro, disse che potevo andare.

------

188. NDE di Kathaleen E 12/07/2002 NDE 643 

Data in cui avvenne l’NDE: 10/11/1961. Da tutto quello che ho letto su NDE, la mia esperienza è stata molto breve. Sono stata incorporato in una luce, che era amore puro. Ho provato un amore che non avevo mai conosciuto prima e sapevo che essere amati non dipendeva da un altro essere umano. Avevo una scelta e ho scelto di tornare perché ​​avevo un figlio di due anni che non volevo la madre di mio marito (al momento) allevasse. Lui (mio figlio) era più come la mia famiglia e io non credo che la situazione per lui sarebbe stata opportuna.

NDE causata da gravidanza ectopica.
------
186. 
NDE di JoAnn M 11/24/2002 NDE 638 

Data in cui avvenne l’NDE: 20 settembre 1994. Ero in casa e stavo piegando la biancheria, non mi sentivo molto bene, quando la mia bronchite iniziò ad acutizzarsi tanto che capii che avrei avuto dei problemi. Feci qualche inalazione, ma senza esito. Come ultima possibilità, anche se non l’avevo mai fatto, fu di prendere un Epi-Pen, ossia una dose di epinefrina, un ormone chiamato talvolta adrenalina. Non ottenni alcun risultato, così chiamai mio padre che abitava a pochi isolati di distanza, e gli dissi che dovevo andare in ospedale. Prima che arrivasse, mi ricordo di aver camminato avanti ed indietro nel mio appartamento con grande impazienza come un animale in gabbia. Quando sopraggiunse, insistetti per uscire mentre aspettavamo un nostro amico che ci avrebbe portato in ospedale. Ricordo di aver fatto quattro o cinque passi verso l’auto, poi più nulla. Svenni in strada. Poiché era una calda sera di settembre, i miei vicini erano fuori nel patio e mi videro svenire. Mentre accorrevano per togliermi dalla strada (per una strana ragione avevo trascinato anche mio padre in mezzo alla strada), qualcuno chiamò il 911. I paramedici arrivarono e si diedero da fare su di me in strada per circa tre quarti d’ora. Poiché ero un peso morto, non fui spostata finché arrivarono e mi misero su di una barella. Da ciò che mi fu detto, mi fecero un prelievo di sangue per verificare se ci fossero tracce di stupefacenti e subito dopo mi intubarono. Avevo il respiro irregolare e le pupille erano fisse. Quando si resero conto di avermi stabilizzata e che potevano spostarmi, mi misero in ambulanza. Fu allora che il cuore si fermò la prima volta. Avevano appena svoltato l’angolo della strada. […] E’ molto difficile spiegare ciò che avvenne durante quei momenti, perché era come in un sogno, un sogno meraviglioso che non avevo mai fatto prima. Dove iniziò? Non so. Mi stavo muovendo all’interno di un tunnel scuro, vellutato, di un color nero che non avevo mai visto né che riesco a descrivere, e stavo andando verso un punto luminoso molto, molto distante. Avevo delle guide spirituali che mi facevano fare una sorta di “tour dell’universo”. C’era un senso di vastità dell’universo, di essere presente alla sua creazione, di essere parte dell’universo fin dagli albori, ed io ero parte di tutto ciò che è stato e di tutto ciò che sarà. Era come se io non avessi il senso di me stessa, del mio sé, e che io fossi tutto e che tutto fosse me stessa, Dio incluso. Era una sensazione molto rassicurante e mi sentivo al sicuro e protetta. Sentivo un amore incondizionato, gioia ed una pace profonda. Non avevo la sensazione dello scorrere lineare del tempo e anche ora ho ogni tanto qualche problema con i parametri temporali. […] Così, mentre mi muovevo, giunsi ad un punto dove dovetti fermarmi. Non volevo tornare indietro nel mio corpo. Incontrai una forma, che sapevo essere Dio, che mi disse che era giunto per me il momento di tornare indietro. Allora iniziai a discutere con Dio in modo un po' goffo, e Dio mi disse che dovevo tornare indietro perché la mia missione non era terminata. Credo che fosse proprio il momento in cui, mentre ero al pronto soccorso, iniziai a muovermi con violenza sul lettino perché , fino a quel momento, non avevo dato segni vitali né rispondevo a stimoli di natura neurologica.
Aprii gli occhi e, mentre la stanza diventava più chiara, sentii la meraviglia del viaggio che avevo fatto per ritornare indietro. Diventando un po' più cosciente, esso perse un po' di realtà. La mia famiglia si era riunita intorno a me ed io sentivo la loro ansia. […]
Ora il mio concetto di “paradiso” e di “ aldilà” è legato a ciò che scegli quando muori. Puoi scegliere di esistere in uno stato di amore incondizionato, oppure no, e tutto succede in funzione di quanto riesci a perdonarti per gli errori commessi nella tua vita. Sei tu che giudichi te stesso. Senti il dolore che hai creato nella tua vita, dolore che ti ritorna perché ne sei stato il creatore. […]. Il 20 settembre sembrava una di quelle solite giornate di lavoro. Mi sentivo solo un po' stanca e attribuivo la cosa alla lunga camminata che avevo fatto la sera prima. […] Chiamai il mio medico in studio per dirgli che avevo problemi e che sarei andata al pronto soccorso. […] Improvvisamente, sentii che il mio corpo diventava rigido e svenni in strada mentre lui mi afferrava. Cercò di trascinarmi via dalla strada, ma io ormai ero un peso morto. Dato che era una serata tiepida, alcuni dei nostri vicini erano seduti nel patio, così assistettero alla scena e chiamarono l’ambulanza. Urlando aiuto, alcuni vennero in mio soccorso aiutando mio padre a portarmi via dalla strada. Mio padre riuscì a mantenermi la testa lontano dalla strada e mi raccontò che respiravo a fatica e che avevo gli occhi che roteavano. I miei muscoli si erano induriti ed appesantiti ed il mio corpo non funzionava più. Delle persone avevano iniziato a radunarsi intorno a me. I primi ad arrivare furono i pompieri. Un pompiere mi intubò sulla strada. Giunsero poi i paramedici che mi prelevarono del sangue per verificare se ci fosse droga ed iniziarono a somministrarmi dei supporti vitali. Chiamarono un ospedale per notificar loro del mio imminente arrivo. […] Il mio viaggio ha inizio. Stavo comodamente veleggiando in un tunnel scuro, senza una precisa direzione perché non avevo alcun corpo e notai che l’oscurità era di un tipo mai visto prima. Era tutto pieno d’amore, di gioia, di pace, ed io mi nutrivo di questi sentimenti. Delle onde vennero verso di me e gentilmente mi guidarono. Fui sopraffatta dall’amore che mi circondava e che potevo ricambiare. Ad un certo punto, un essere venne verso di me e mi portò a fare un giro dell’universo. Compresi come la creazione e le galassie erano state create. Feci visita a dei luoghi avanzati oltre la mia comprensione, ed altri che avevano appena iniziato! Fui avvolta in così tanto amore e compassione che potevo percepire ciò che stava accadendo alla mia guida. Mentre i paramedici continuavano il loro lavoro su di me e mi preparavano per il trasporto, ero troppo occupata a giocare con una stella e ad incontrare il mio Creatore! Non mi preoccupava affatto il non avere un corpo, e la paura non faceva parte del mio vocabolario. Le cose venivano assimilate all’istante e, durante quell’istante, la conoscenza era totale. Questi esseri non erano né maschi né femmine. Dato che non c’era modo di misurare il tempo, non ho idea di quanto tempo passò. Mi furono mostrate e mi furono dette cose inimmaginabili. Ogni volta che gli esseri mi lasciavano, io ritornavo nel tunnel, galleggiando, incontrando altri esseri. Ad un certo punto notai una fonte di luce molto luminosa e fluttuai verso di essa. Improvvisamente, un essere grande, di color grigio, mi bloccò la strada. Non riuscivo ad evitarlo, né aggirandolo né passandoci attraverso. Ricordo di averci provato molte volte, senza però riuscirci. Alla fine, gli chiesi di lasciarmi passare. Molto gentilmente mi disse di no. Gli chiesi di nuovo. Lui disse ancora di no. Dato che sulla Terra ero determinata, gli ordinai di spostarsi, tentando di scansarlo. Niente da fare. L’Essere, che io chiamai Dio, mi disse che dovevo tornare indietro per completare la mia missione. Tornata sulla Terra, i medici e le infermiere stavano lavorano febbrilmente su di me. I miei segni vitali erano pericolosamente bassi, non sapevano quanto ossigeno avevo perso e se avessi dei danni cerebrali. Dato che le mie pupille erano fisse e che non riuscivano ad ottenere alcun tipo di reazione da me, il medico si recò nella stanza dove si trovavano i miei genitori e mia sorella per dir loro che non sapeva per quanto tempo sarei ancora rimasta in vita, e che li avrebbe lasciati soli per decidere riguardo il funerale. Nel frattempo io stavo completando il mio viaggio incredibile ed il mio spirito ritornò nel corpo. In quel momento, mi sollevai d’improvviso sul lettino e diedi un pugno ad un’infermiera, così forte che pensarono che le avessi rotto la mascella. Non riesco ad immaginare quanta forza avevo in quel momento! Pensarono che stessi cercando di strapparmi il tubo dalla trachea, quando invece era il mio spirito che stava rientrando nel corpo. In base al referto medico, questo avvenne alle 1:05 di notte. […] Successivamente, scoprii che la mia missione era ritornare ad amare, aiutando le persone a non temere la morte. Mi era stato detto che “non avevo amato abbastanza”. Riuscii a comprendere tutto ciò grazie all’ aiuto di un membro del FOI (Friends of IANDS) di Seattle, che mi diede dei consigli al telefono.

Ha raggiunto una barriera o una chiara delimitazione? Sì. Il terzo essere che incontrai era Dio e lui mi fermò bloccandomi la strada verso la luce. Mi disse che dovevo ritornare per completare la mia missione.

------
185. 
NDE di Donna W 11/14/2002 NDE 635. 

Febbraio 1974. Quando nacqui ero una bambina cianotica; in altre parole, avevo un foro nel cuore. All’età di cinque, quasi sei anni, fui sottoposta ad un intervento chirurgico a cuore aperto al Children's Hospital di St. Paul, in Minnesota. Ricordo l’esperienza come se fosse avvenuta ieri. Lasciai il mio corpo e, anche se avevo cinque anni, sapevo di non essere più nel mio corpo. Mentre ero nella sala operatoria mi guardai intorno, e vidi i medici, le infermiere e i macchinari. Sollevandomi ancora più in alto, incontrai un essere fatto di sola luce. Non c’erano né braccia né gambe, né indossava alcun abito: era solo di luce, una luce bianca molto, molto luminosa, tuttavia non accecava quando la guardavo. L’essere di luce mi avvolse, ma io non avevo un corpo, non avevo forma, era come se mi fondessi in questa luce. Potevo sentire distintamente le voci senza però comprenderne il significato. Era come ascoltare delle persone chiacchierare a voce bassa in una stanza affollata. Anche se avevo cinque anni non avevo alcuna paura. Sapevo solo chiaramente, distintamente, quello che succedeva intorno a me. L’essere di luce rimase con me finché arrivò il momento di tornare. Non mi fu data la possibilità di scegliere se rimanere o ritornare. L’essere di luce disse“E’ ora di ritornare” e si allontanò da me. Mentre ero avvolta dalla sua luce, mi sentivo così amata e stavo molto bene. Quella luce non faceva male. Non provai dispiacere o tristezza, solo amore e pace. Un’altra cosa che ricordo è di essermi svegliata nella sala di rianimazione attaccata a diversi tubi per le trasfusioni di sangue. Non avevo paura. Mia madre stava piangendo ed io le tenevo la mano. Mi sentivo bene, non mi faceva male da nessuna parte.

------
178. 
NDE di Larry L 10/29/2002 NDE 626 

[…] Sono caduto all'indietro atterrando sulla parte posteriore della mia testa e lui è atterrato su di me. Mi sentivo un terribile colpo al mio collo e ho perso conoscenza.
La mia esperienza è iniziata qui. Mi sentivo solo nel buio, e molto cosciente di me stesso in questa oscurità. Ho visto un 'punto' di luce, non più grande della testa di un fiammifero. Il punto di luce ha cominciato a crescere lentamente, e quando ha raggiunto le dimensioni di una palla da baseball, ho iniziato a rendermi conto che la luce non era davvero sempre più grande, in realtà mi stavo muovendo verso di esso. Più mi avvicinavo ad esso, più veloce mi sembrava di stare viaggiando. E' stato molto simile a cavalcare un piccolo veicolo, simile ad una macchina sulle montagne russe, aperto tutto intorno, nessun tetto, lati corti, etc. Devo dire che ero spaventato per quanto stava avvenendo, e al momento non si riferivano a morire e andare in Paradiso. Quando sono arrivato alla luce avvenne come tutto ad un tratto, non c'era nulla, se non il più intenso brillante bianco tutto intorno a me. Ho subito realizzato il più tranquillo, senza dolore, contento, stato euforico che posso immaginare. Non mi sono mai sentito così bene e in casa in tutte le mie esperienze di vita sulla Terra. Sentivo che c'erano tre o quattro altri nella luce, ma non riuscivo a vederli chiaramente, a causa della intensità della luce che li circondava ed era intorno a me. Ho avuto l'impressione che si trovavano su una vasta serie di passi avanti. Sentivo che c'era anche qualcuno di più importante un po’ più in alto, in quei passi che non riuscivo a vedere del tutto, e sicuramente questo era la fonte della luce. Dopo che ero lì per circa un minuto, stando proprio lì a pensare a come mi sentivo incredibilmente bene, una voce che sembrava essere tutto intorno a me ha chiesto: 'Vuoi rimanere o vuoi tornare indietro?' Non ricordo se queste sono state le parole esatte, ma che era il significato implicito. Io non so davvero per certo se queste parole sono state pronunciate a voce alta o se mi hanno appena riempito la testa, tanto che sembravano essere state pronunciate. Sapevo che avrei dovuto prendere una decisione, e non era facile decidere. Ho due figlie che avevano otto e dodici anni, al momento, e anche se volevo rimanere, ho risposto sia a me stesso che ad alta voce che avevo bisogno di tornare indietro per loro. In un attimo ero in viaggio attraverso l'oscurità, proprio il contrario del modo con cui sono andato. C'era una piccola luce che è diventata più grande mentre più mi avvicinavo ad esso. Quando sono arrivato, stavo sdraiato sulla schiena nel cortile guardando il cielo azzurro. Mi sentivo benissimo e non ho pensato a niente, tranne da dove ero appena arrivato. Dopo un minuto o giù di lì, ho deciso di alzarmi.
Le è sembrato di comprendere Improvvisamente tutto? Tutto ciò che riguarda l'universo che Dio esiste, e credo che Dio è la luce che ho visto e davanti alla quale ero in piedi. Quello che ho imparato ha confermato le mie convinzioni religiose circa l'aldilà, ma ora io sono certo che il Paradiso esiste e aspetta che ci arriviamo.

NDE causata dal perdere coscienza durante un’aggressione criminale.
------
175. 
NDE di Diane G 13/10/02 NDE 622 

Nell'estate del 71 mi trovavo con mio marito e i miei figli sulle montagne a nord della Georgia e mio marito stava lavorando con il resto dello staff per le videoriprese del film "Deliverance". Durante il fine settimana alcuni dello staff e le loro famiglie prendevano delle canoe per fare un po' di rafting. In quelle occasioni filmarono anche una parte del fiume Chattahoochee su cui stavamo remando e, un sabato pomeriggio particolare, quattro su otto di noi, fra cui io, si ritrovarono a remare di nuovo proprio lungo questo tratto.
Ma stavolta il fiume era diverso. Basso, perché era tanto che non pioveva. Bisognava prendere percorsi differenti dal solito per via delle frequenti rapide.
Giunti all' ultimo scorcio di rapide, commettemmo un errore quasi fatale. La canoa su cui mi trovavo venne sommersa per oltre un metro, e rimase sotto per via della forza a mulinello dell'acqua. La canoa era intrappolata da un fenomeno idraulico, che la teneva schiacciata sotto e contro delle rocce. Ero stata scagliata fuori e rimasi incastrata fra la canoa e le rocce, con la forza del fiume che scorreva sulla mia testa e la forza idraulica che mi tirava sempre più sotto. Qualcuno dalla canoa cercava di tenermi la mano e provò a ritirarmi su sopra la canoa ma tutto quello che riusciva a fare era di permettermi ogni tanto di prendere un occasionale respiro prima che le acque mi riportassero giù. Si può dire che stavo fra una roccia e la brace! Consapevolmente, con calma, senza alcun panico, sapevo che stavo per morire, ed era solo questione di come. Schiacciata contro gli scogli era doloroso, per cui decisi che affogare era il metodo migliore. La volta successiva che la mia testa uscì dall' acqua, con il mio ultimo respiro, gli dissi di lasciarmi andare e lo fece. Sentii l'acqua portarmi giù e mi rilassai. Sapevo che non serviva a nulla lottare mentre respiravo acqua, e tutto divenne nero. Per un momento... La cosa successiva che vidi fu di sapere di essere molti metri sotto l'acqua, guardando da sotto la canoa bloccata. Vidi i due uomini nella canoa cercarmi aspettarsi di vedermi riemergere. Vidi l'altra donna che era nella nostra canoa, a valle, aggrappata a uno scoglio. Guardai mio marito e la mia sorella adolescente che era andata avanti a noi remando senza incidenti lungo le rapide e che ora tornava indietro cercando di capire cosa fosse tutto quel materiale che vedeva arrivare galleggiando sul fiume. Avevamo messo tutto quel che stava nella sua canoa nella nostra, e tutto finì nell'acqua assieme a noi. Stavolta con una prospettiva dall'alto vidi mio marito arrampicarsi su di uno scoglio nel fiume. A causa del ruggire delle acque non riusciva a sentire cosa gridavano i due uomini rimasti sulla canoa. Non aveva idea di dove fossi o cosa fosse accaduto, ma sapeva che ero dispersa. Sembrava essere sul punto di tuffarsi per cercarmi quando all'improvviso mi ritrovai al suo fianco, provando a dissuaderlo perché non era un abile nuotatore e sapevo che non aveva senso. Quando allungai il braccio per fermarlo, la mia mano lo attraversò. Guardai la mia mano e pensai... o mio Dio, sono morta! In quell' istante, la conoscenza totale del reale mi apparve e io vidi la multi-dimensionalità dell'universo. La mia coscienza si espanse talmente al di là del piano fisico che non ero nemmeno più capace di sentirla, o sentire me stessa. Ero così tanto una parte del tutto, che non vi era distinzione. Era un brillante lampo di luce e mi fu lasciato guardare al suo interno, e sperimentai un sentimento di amore così profondo, potente e travolgente che potrei solo descriverlo come pura Beatitudine (benché neppure un termine così inizi anche solo remotamente a descriverlo). All'improvviso fui portata via e mi ritrovai a viaggiare rapidamente attraverso un vortice verso una bella luce bianca e lontana, molto lontana. Continuai a sperimentare un senso travolgente di amore sia in me che attorno a me. Non vi era paura, nessuna ansia, e nessuna preoccupazione. Sentii addirittura come se lo avessi già fatto altre volte, e mi parve di ricordare che stavo tornando a casa. Mi sentii ricolma di gioia. Non avevo il senso di possedere un corpo, non c'era un senso di limitazioni o confini. E purtuttavia, ero ancora me stessa e consapevole che ero io a fare questa esperienza. Dopo poco, mi accorsi di non essere sola. C'era qualcuno, che potrei solo descrivere come un Benevolo Essere di Luce, che viaggiava accanto a me... alla velocità della luce! Comunicammo mentalmente. Si trattava di qualcuno che conoscevo da sempre, e lo capii non appena percepii la presenza di questo essere. Però non saprei dire chi fosse. Non ebbi l'impressione che fosse alcuna figura religiosa familiare o qualche parente trapassato, ma piuttosto qualche amico speciale che era sempre con me dovunque fossi; forse, il mio angelo custode. Questo Essere mi disse telepaticamente che potevo scegliere se tornare indietro. Pensai no, no, no, voglio che questa cosa non finisca mai! Improvvisamente, entrammo nella luce e una realtà completamente diversa mi venne rivelata, simile al mondo fisico ma, in questa vibrazione più elevata, più colorato, più bello, più stupefacente. C'erano piante, alberi, montagne, laghi, animali, ed edifici di cristallo sfolgoranti, alcuni molto grandi e decorati. Vedevo creature muoversi in giro, esseri di luce, intenti alle loro vite quotidiane. Non avevano corpi fisici, ma erano campi distinti di energia. Non camminavano, fluttuavano. Avevano vite simili alle nostre, ma senza battaglie e dolori. Erano artisti, musicisti, ballerini, cantanti, inventori, costruttori, guaritori, creatori di cose magiche... […]. Ancora, l'Essere di Luce mi disse che era scelta mia se stare o andare, ma che c'era ancora da fare per me in quella vita e che non era affatto il momento giusto di andarsene. Mentre ero ancora esitante, mi venne detto che se decidevo di tornare indietro, mi sarebbe stata data della conoscenza da portare con me e condividere con gli altri. Dopo una lunga discussione, decisi di tornare e improvvisamente mi ritrovai davanti ad un alto edificio a forma di cono; era così alto, che sembrava elevarsi all'infinito. Mi venne detto che questa era la Casa della Conoscenza. Entrai nell'edificio e volai, salendo a spirali, attraverso quelli che sembravano scaffalature di libri, come in una biblioteca, molti milioni di libri, e volai accanto [nota del traduttore: nell'originale "flew through"] a tutti loro. Quando arrivai in cima, esplosi come in una miriade di colori di un caleidoscopio e, nello stesso istante, la mia testa sbucò fuori dall' acqua. Mi trovavo a valle, a circa dieci metri dalla canoa. Capii immediatamente dove mi trovavo e mi aggrappai allo scoglio più vicino. Fui capace di riprendermi e sputai un sacco di acqua. Ero in uno stato di shock, ma non necessitavo di attenzioni mediche. Non o per quanto tempo ero rimasta sotto la canoa, nessuno si mise a guardare l'orologio in quelle circostanze. Potevano essere stati tre o quattro minuti, o forse dieci. Non c'era tempo dove ero stata. Non potrei dire di essere stata clinicamente morta, ma non ricordo alcun tentativo di lotta sott'acqua o di trattenere il fiato finché non avessi raggiunto la superficie (sono una nuotatrice, scio sull'acqua, e faccio surf, così ho avuto svariate esperienze sgradevoli sott'acqua prima di pensare che stavo morendo, ma mai nulla come questa. In quelle altre occasioni ricordo perfettamente che lottavo per raggiungere la superficie, con i polmoni sul punto di scoppiare). Quel che ricordo mentre il mio corpo era in acqua sotto la canoa è quello che vi ho raccontato.
------
172. 
NDE di John L 3/10/02 

Dopo che ero stato pugnalato, mia sorella mi portò in macchina all’ospedale che si trovava a poco più di un miglio dal luogo dell’accaduto. Per tutto il tempo lei mi gridava di non morire. Io tossivo sangue, ma cercavo di rimanere calmo. Sentivo che il mio corpo si stava spegnendo mentre sentivo le braccia e le gambe paralizzate. Quando le forze mi abbandonarono, l'ultima cosa che vidi furo le luci del semaforo posto all'ingresso del pronto soccorso, mi sembravano così lontane... Ricordo di aver detto a mia sorella: "Non sto per morire, ma tu fai in fretta, Connie". Mi piegai in avanti posando la testa sul braccio; avevo messo l'indice e il medio della mano destra nella ferita. Il calore del sangue era piacevole sulla pelle fredda e mi domandai:" Allora, è così che succede?". Le urla di mia sorella furono gli ultimi rumori che udii a livello conscio. Chiusi gli occhi e mi preparai a qualunque cosa stesse per accadere. Secondo quanto credevo mi attendevo che lì ci sarebbe stata una luce brillante e pace. Penso che sia questo che mi attendevo. Invece, mi sembrò di concentrarmi su delle piccole luci come quelle che si vedono quando si chiudono gli occhi in maniera molto forte. Dapprima cominciarono a muoversi tutt’attorno molto velocemente, ma presto cominciarono a spegnersi e a diventare sempre più poche fino a restarne una sola. Questo puntino di luce rimbalzava da un lato all’altro del mio campo visivo lasciando una traccia che sembrava formarsi da sola e creare forme geometriche, come una rete di segni. Vedevo questi segni dapprima a livello bidimensionale, ma sembravano poi crescere in spessore ed intensità fino a diventare tridimensionali. Mi sporsi in avanti per vedere se riuscivo a toccare queste figure. Dietro di esse vidi comparire una luce giallastro-marrone che aveva coscienza di se stessa. Sembrava farmi dei segnali ed era molto rassicurante. Fino a questo momento non avevo paura. Mi sentii muovere attraverso le figure lasciate dalla luce, era come camminare in una stanza o in una casa piena di ragnatele, ma non ebbi nessuna sensazione di essere toccato. La sensazione di movimento crebbe fino a sentirmi viaggiare ad una velocità incredibile! Mi ricordava quelle immagini degli astronauti che si esercitano in una grande centrifuga. Io, invece, mi stavo muovendo attraverso qualcosa. Non saprei dire se fosse un tunnel, o un tubo, o un ampio spazio aperto, so solo che mi stavo proprio muovendo! Potevo sentire delle voci che mi dicevano: “RICORDA” e: “Devi fare in modo che loro sappiano” ed anche “Tu sei stato segnato!”. Sembravano molte voci provenienti da vari punti ma il messaggio che volevano inviarmi era di fare molta attenzione a quello che stavo per vedere e che avrei dovuto ricordare. “NON DIMENTICARE!”. Cominciai a pensare alla mia vita ed ero proprio curioso di vedere se stesse per accadere come mi diceva mia nonna che avremmo rivisto la nostra vita e che saremmo stati giudicati di conseguenza. Ma proprio mentre stavo pensando questo, potetti VEDERE tutte le cose che avevo fatto durante la mia vita proprio come esse erano accadute, ma più velocemente; apparivano le cose buone, le cattive e le ripugnanti. Ogni cosa di cui ero fiero ed ogni più piccola cosa brutta che avevo tenuto nascosto a tutti. Ma, in realtà, soltanto questa volta provavo rimorso, paura e vergogna per le mie avventatezze. Potevo capire che tutti noi abbiamo cose negative nel nostro passato, ma solo in quell’istante divenni consapevole che dobbiamo rendere conto di tutto ciò che abbiamo fatto. Cominciai a vedere della gente sotto di me in quello che sembrava come un altro livello. Non è che mi sentivo fluttuare sopra di essi, ma era come se li osservassi da un punto di vista più alto, anche se i miei piedi restavano in aria. Potevo vedere migliaia e migliaia, se non milioni di persone che andavano in giro senza meta. Da ogni persona provenivano forti sentimenti di angoscia, di pena, di paura. "Questi sono i perduti” mi disse una voce. Poi, come se col pensiero stesse leggendo nella mia mente aggiunse: “Questo E’ REALE”. Cominciai ad avere paura. Ma la mia paura era nulla in confronto a quella che sentivo provenire dalla gente. “Cosa mi accadrà?” Cominciai a temere. Potevo percepire il mio livello di intossicazione crescere. “Ubriacone, più di quanto tu possa immaginare!” Ero fuori di me. Volevo che qualcosa, o qualcuno, mi sostenesse. Sentivo qualcuno che rideva e sghignazzava come fanno i ragazzi. Ma aveva al tempo stesso un che di seducente… vidi una forma venire verso di me: non era né maschio né femmina, né giovane né vecchio, né vivo né morto. Mi sembrava che si prendesse gioco di me ogni volta che rideva. Mi faceva diventar matto, ma al tempo stesso ero sopraffatto da un forte desiderio di fare sesso con questo essere. Rise di nuovo. “Tu, fottuta puttana!”. Si fece più vicino. Cominciai ad accarezzarlo e a baciarlo. Mi sentivo ubriaco, ancora più senza controllo. La mia mente mi diceva che era TUTTO sbagliato. Tutto quello che avevo creduto essere bene e giusto ora non aveva più alcun senso. Quando guardai verso quell’essere rimasi DAVVERO SPAVENTATO!!!! Il mio forte desiderio sessuale stava prendendo il sopravvento sebbene io sapessi che ogni cosa era sbagliata in questa “persona”. Sbagliata l’età (sembrava molto giovane – infantile), sbagliato il sesso (io sono eterosessuale) e moralmente sbagliato (emanava un odore infernale). Sembrò accorgersi della mia apprensione. Come si distese e cominciò ad allargare le sue gambe, cominciò a trasformarsi in una donna. Una donna come non ne ho mai viste! Molto seducente e bella. Mi spinse giù con una forza tremenda e mi baciò forte sul collo e sulla spalla. Di nuovo rise! Questa volta era DAVVERO Intenzionale. Sentii il dolore cominciare a tornarmi nel torace. Guardai in basso: vi era sangue dappertutto! L’essere cominciò a fare il bagno in esso! Sentii qualcuno afferrarmi: “Va’ via di qui!” “Che ci fai tu qui?” Ero attorniato da gente che mi tirava e mi spingeva. “Perché sei qui?” Guardai in basso e la donna era andata via. Al suo posto vi era una piccola ragazza, in piedi, che mi sorrideva. Mi sentivo veramente turbato; proprio come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Ero un diavolo? Il sangue continuava a scorrere. Mi guardai freneticamente attorno per chiedere aiuto. Non c’era nessuno. La gente cominciò a spingermi via e gridare verso di me: “Ricordati di dirlo loro!”
"E’ cosciente!" fu la cosa successiva che sentii. "Come ti chiami?" "Qual è il tuo numero di sicurezza sociale?" "Come sei stato pugnalato?” “Conosci la persona che ti ha pugnalato?”. Le domande sembravano senza fine. Ma, almeno, ero vivo! Fu così che iniziò la mia nuova vita.

Avete avuto l’impressione di avere avuto accesso ad una conoscenza particolare, collegata ad un ordine o a un fine universale? 

Sì. La vita biologica NON è il solo livello di coscienza. Vi è un altro lato e noi dovremo dare conto di tutto ciò che abbiamo fatto nel tempo trascorso qui. Il Paradiso, o qualunque altro modo preferite chiamarlo, esiste ed è reale. Allo stesso modo l’INFERNO (o qualunque altro modo preferite chiamarlo).

L’esperienza ha influito sulle vostre relazioni? Sulla vita quotidiana? Sulle pratiche religiose etc.? Sulle scelte di lavoro, di carriera? 

Ora apprezzo la mia vita. Sono arrivato ad apprezzare i beni che il Signore mi ha dato. Il mio mondo di egoismo e di eccessi ha ceduto il passo alla felicità di essere un marito per la mia bella moglie, un padre per i miei due splendidi ragazzi ed un servo obbediente del Signore Iddio Onnipotente. Mi sento finalmente maturo e responsabile.

NDE da morte violenta di tipo Infernale che gli ha cambiato totalmente il modo di vivere.
------
165.
NDE di Sheila B 2002/07/29 NDE 30001 

Il mio cuore ha cessato di battere mentre davo alla luce la mia bimba già morta. Ho visto una luce bellissima e mio padre che teneva in braccio una bambina. Ho cercato di raggiungerli; volevo toccarli entrambi. Mi padre ha scosso la testa dicendo non ancora, è bellissima ed è al sicuro. Mi sono svegliata con mia madre che batteva dei colpi sul mio petto. Ero "andata" per pochi secondi ma mi era sembrato un tempo più lungo. Mi sono sentita in pace con la sua morte, sapendo che c'erano persone che si prendevano cura di lei. C'erano altre persone dietro mio padre ma non ho saputo chi fossero finché non ho vissuto ulteriori esperienze.

------
164.
NDE di Kandy V 2002/09/03 NDE 606 

Ho avuto una febbre molto alta per diversi giorni. Il medico non sapeva cosa c'era di sbagliato in me perché non era a conoscenza dei difetti associati al Dalkon Shield e, inoltre, eravamo nel bel mezzo del Pacifico. Delirai per gran parte del tempo. Il medico non mi diede gli antibiotici perché ero incinta, ma quando iniziai a abortire, mi portò direttamente in sala operatoria per la dilatazione e raschiamento (D & C). Mentre ero in anestesia generale, semplicemente mi sedetti e uscii dal mio corpo malato. Ricordo di aver visto il tavolo operatorio e il personale medico intorno al mio corpo fisico nella mia visione periferica. Proprio di fronte a me era un essere, con un corpo materiale, ma non come un corpo fisico. Le sue braccia (uso la parola vagamente) erano aperte verso di me e io salii nel suo grembo. Stavo ridendo e piangendo allo stesso tempo. Ho detto (abbiamo parlato con i pensieri, cosa che sembrava perfettamente normale, in quel momento), 'ho quasi smesso di credere in te'. L'essere gentilmente ridacchiò e disse: 'Bene, eccomi qui.' Non posso dirvi quanto amore questo essere era in grado di dare. La migliore descrizione che posso offrire è che era come se l'amore permeasse ogni fibra di quel corpo in cui mi capitò di trovarmi. Non c'è esperienza terrena che ho avuto che provenga da una qualche parte simile a questa esperienza di essere amati così totalmente e potentemente. Penso che ci sia un piccolo spazio vuoto qui dove qualche altra cosa avrebbe potuto essere accaduta o essere stata comunicata, ma non sono sicuro. Verso la fine di questo incontro, ho chiesto, 'È il momento per me di stare con te adesso?' Oppure: 'Posso stare con te ora?' Ma l'essere ha detto: 'No, non questa volta'. Poi mi ha mostrato che ero collegato da questi fili d'amore ai miei due figli, e che questi fili erano come un riflesso dell'amore che questo era in grado di dare. Ho capito allora che dovevo tornare a stare con loro.
Ritornare al corpo fu un compito difficile. Era come essere schiacciato in una scatoletta di tonno. Sono ritornata in un qualche modo collegandomi al mio respiro e concentrandomi sul punto di intersezione di due linee, un po' come puntare un bersaglio. Mi ricordo di essere consapevole di essere di nuovo nel mio corpo. Ho avuto un lungo recupero.
------
233. 
NDE di Tina S 3/25/2003 & 8/16/2014 NDE 710/7356 

16/4/1986. Ho lasciato cadere una difettosa pistola 357 magnum. La sicura non funzionava. Il colpo sparato attraversò il mio addome, fegato, superò il mio cuore e attraversò il mio polmone. Nessun foro d'uscita. Fui trasportato in elicottero al centro medico più vicino, circa 40 minuti dopo l'evento. Fui portato immediatamente in chirurgia traumatologica e mi venne dato solo un farmaco paralizzante. La mia pressione sanguigna era 0/0. Nessuna terapia cerebro-soppressore mi venne data, che era una nuova tecnica traumatologica. Ero sveglio durante tutto l'intervento. Potei dire ai medici che cosa è accaduto in dettaglio. Uno studio fu avviato dal dipartimento di psicologia a causa della mia NDE. Durante l'intervento, il mio cuore si è fermato e il massaggio cardiaco è stato effettuata 3 volte; questo è quando ho avuto la mia esperienza. Era tutto buio, e una luce tenue ha cominciato a materializzarsi. Ho improvvisamente sentito la presenza di un intenso conforto e amore, quindi sentii la presenza di mia nonna e sua madre (che non avevo mai incontrato), entrambi nativi americani. Mi hanno detto che non era il mio tempo (non ho sentito loro, solo lo sapevo). Erano lì per darmi la forza. Poi ho perso conoscenza. Ero in terapia intensiva per un mese, poi sul piano regolare per un altro mese. Da quel momento in poi, non ho mai temuto la morte, è solo un passaggio di unirsi con tutti i nostri cari e il Creatore.
------
222. 
NDE di Wayne W 2003/03/19 NDE 688 Dal Canada.

Ero un giovane, 'ragazzo difficile " diversi anni fa. Ero nel Nord Ontario, in cerca di lavoro nelle miniere, quando mi è capitato di fare una rissa con un altro giovane ragazzo difficile. Sono caduto e ho colpito con la mia testa (la tempia) un angolo di un contenitore di rifiuti metallici sulla mia strada verso il mio appartamento. Ero sulle mie mani e ginocchia, guardando il flusso di sangue dal mio cranio come in una pozza sulle piastrelle.
Alzai lo sguardo e vidi che non ero più nella stanza dove ero stato. Ero fuori in una splendida cornice; dolci colline, gli alberi, il canto degli uccelli nel cielo. Ero circondato da un folto gruppo di esseri. Si trovavano in un cerchio intorno a me, osservandomi mentre ero inginocchiato davanti a loro. Sembravano essere disposti perfettamente sulle loro posizioni. I più giovani guardavano quelli che erano nella parte anteriore, più vicino a me. I più vecchi dietro, sbirciando oltre le teste e le spalle di quelli di fronte a loro. Tutti loro indossavano vesti bianche ed erano senza peli. (Calvi). Stavano comunicando tra di loro con le loro menti e ho potuto 'sentire' i loro pensieri nella mia mente, molto, molto chiaramente. I più giovani chiedevano a quelli più vecchi, 'È pronto? Sta arrivando? Dovremmo aiutarlo? È pronto? Sta arrivando? Dovremmo aiutarlo?' I più anziani semplicemente dissero: 'Aspetta, sii paziente, aspetta.'
(Tenete a mente, in questo momento della mia vita, non ero coinvolto spiritualmente o religioso in alcun modo. Ero un ragazzo difficile e sentivo - ed ero orgoglioso - che camminavo da solo) Scossi la testa e mi trovai di nuovo nella stanza, sanguinante dal taglio. Il mio avversario mi ha aiutato a rimettermi in piedi e mi ha portato ad essere medicato. Questa visione fu un evento profondo e potente nella mia vita, come si può immaginare. E 'stato un po' di tempo fa (più di 30 anni) e non c'era molto parlare in quei giorni sulle esperienze di premorte, così ho continuato tranquillo a questo proposito, lo ponderai, lo assorbii, e alla fine mi trovai rinnovato da esso. (Non ero sotto l'effetto di droga, quindi non era un'allucinazione indotta da farmaci.) Questo evento accadde. Era reale e non ho alcun dubbio sulla sua autenticità. Mi è stato dato un dono in questa visione e posso dirvi tutto in completa sicurezza: Non siete soli - MAI! E, non c'è morte! Gioite, state bene, amate!

------

218. NDE di William E 3/8/2003 NDE 698 

Quando avevo dieci anni, i miei genitori divorziarono. Era il 1976, ottobre credo. In ogni caso, la nostra famiglia venne divisa, e prima che io lo sapessi, io andai a vivere con i miei nonni. Dopo un breve periodo di tempo, mi sono reso conto che la nostra famiglia non sarebbe mai stata di nuovo insieme. Sono andato a letto una notte molto turbato, piangendo e in iperventilazione. Da qualche parte in quel lasso di tempo sono stato a faccia in giù nel mio cuscino, perché non volevo che i miei nonni mi sentissero. Penso che ho perso conoscenza e in questo momento ho cominciato a sentirmi molto leggero e un po' stordito. La prossima cosa che ho visto è stato il mio corpo sotto di me. Appariva molto pallido e non si muoveva, a faccia in giù nel cuscino, ma per me non era o io perché ero qui sopra questo corpo che era il mio. Credo che circa cinque piedi sopra di esso e poi ho avuto questo sentirmi tirare come il modo in cui la corrente ti tira in spiaggia, quando la marea si abbassa. Poi ho iniziato a ruotare fino a quando andai a finire in un angolo del soffitto. In questo momento, ci fu un'esplosione di luce bianca molto, molto luminosa. Poi la stanza cominciò a svanire e questa luce ha preso la forma di un tunnel che mi circondava; in quel momento venni tirato ad un alto tasso di velocità e c'era qualcuno con me, mi sentivo al sicuro e amato e in pace. Questa persona era trasparente ma potevo ancora vedere lui che mi sorrideva e mi diceva, ma non parlava con la bocca, ma attraverso la sua mente dicendomi, 'tutto va bene.' Allora, in quel momento, eravamo in questo luogo di piacevole luce calda e milioni e milioni di persone tutte dicevano: 'Il tempo è vicino. State pronti per il giorno'. Era come un forte boato, ma molto amorevole nel modo in cui è stato detto e la musica era qualcosa che non avevo mai sentito fino ad oggi; ti attraversava per tutto il corpo e anche tu diventavi musica. Poi ho visto questo essere di luce. Molto luminoso, così brillante che non si poteva guardare questo essere. Ho provato a guardare ma era troppo luminoso e quella voce mi disse: 'Non è il tuo tempo. Hai molto da imparare, va e impara. Non ti preoccupare; sarai con me un giorno. Allontanati da me ora. ' Non volevo andare, ma non avevo scelta in materia. Ho iniziato ad essere girato e tirato indietro verso la luce del tunnel tranne che era molto più veloce rispetto a prima. Poi la prossima cosa che sapevo che stavo andando indietro attraverso la luce e nella mia stanza. Poi ho visto il mio corpo e non volevo ritornare affatto. Ho combattuto con tutto quello che avevo, ma fui proprio risbattuto dritto nel mio corpo, era freddo pesante rigido. Poi ho sentito quest'aria fredda scorrere nei miei polmoni e ho sentito una voce dire, 'respira'. Poi ero sveglio e tossivo e avevo conati di vomito e agitazione perché ero così, così freddo, ma non riuscivo a muovermi bene del tutto. Dopo un po', ho iniziato a sentirmi un po' meglio e avevo caldo.

------

217. NDE di Waylan 3/8/2003 NDE 737 

La mia esperienza avvenne nel 1987, dopo il mio primo intervento a cuore aperto che era stato lungo. E' stato dopo il recupero e ora sono di nuovo in una stanza e sto morendo. Sono consapevole che chi si occupa di me sa che sto morendo e non riescono a capire perché. Stavo facendo qualche accorata preghiera a causa di questo. Non ero a conoscenza di alcun movimento, come andare attraverso un tunnel. Immediatamente, sono stato alla presenza di Dio e sentivo che non avevo da temere dal momento che stavo bene, immediatamente ogni timore era sparito e io sapevo che stavo bene. Mi ricordo molte altre persone che stavano lì, alcune le ho riconosciute e alcune no anche se ero consapevole che conoscevo tutti loro. E' impossibile spiegare l'amore che Dio ha per noi. Nessuno avrebbe mai volontariamente lasciato Dio. Soffro nel tornare. […] Quando tornai al mio letto, mi davano sangue e mi è stato detto che la macchina di elaborazione durante un intervento chirurgico aveva danneggiato il mio sangue. […] Per anni, dopo questa esperienza, non ho potuto raccontare questa storia senza piangere come un bambino perché vorrei ricordare il sentimento d'amore di Dio.

------

214. NDE di Sybil S 3/2/2003 NDE 689 

Era l’inverno del 1986, ed io ero andata a letto come al solito, ma il sonno non veniva. Mi girai e rigirai sperando di addormentarmi e raggiungere così mio marito in un placido sonno di una notte d’inverno. Non ero ancora addormentata quando iniziai a rendermi conto che il cuore batteva molto forte e non ritmicamente. Mi avevano diagnosticato una prolassi di una valvola mitralica, così pensai che fosse uno di quei casi che, di tanto in tanto, mi capitavano. Improvvisamente il cuore si fermò. Riuscivo a sentire che il mio spirito usciva dal corpo e vidi il mio corpo disteso come se fosse addormentato. Venni trasportata, credo dagli angeli, anche se non li vidi, su su nel cielo ed a grande velocità. Fui portata in un luogo immerso nella musica, una musica però che non avevo mai sentito. Molto più bella della migliore musica che le mie orecchie abbiano mai sentito. Inoltre, proveniva da ogni parte. Rimasi là e, improvvisamente, vidi Gesù. Fu un vero shock trovarmi alla Sua presenza. Ero così intimorita che non riuscivo a parlare. I miei occhi erano fissi su di Lui. I Suoi capelli erano bianchi come la lana e scendevano lungo le spalle. La Sua pelle era luccicante senza una grinza. Gli occhi erano come fiamme di fuoco e quando parlò, lo fece con grande autorità. Tuttavia, quando parlò, fu gentile, cortese e amorevole. Le sue parole risuonavano come il tuono nei cieli della Carolina del Nord, ma molto più forte di qualunque tuono abbia mai udito. Potreste pensare che provassi paura, ma non era così. Al contrario, ero felice! Ero così felice come non lo ero mai stata. Poi mi disse di guardare ed io vidi qualcosa dalla forma di una nuvola bianca. Al suo interno, mi fu mostrata la mia vita dall’ inizio fino alla fine, ma solamente le parti dolorose. Mentre accadeva ciò, Lui mi disse la ragione di questi eventi negativi, ed io compresi ognuno di essi. La cosa strana era che le Sue labbra non si muovevano. Era come se i Suoi pensieri venissero inviati direttamente alla mia mente, ed io vedevo e comprendevo tutto quello che mi diceva. Ad un certo punto disse: “Tutti gli eventi negativi sono finiti. Non ne accadranno più, ma tu devi ritornare perché la tua opera non è ancora terminata”. Mi sentii triste perché volevo restare con Lui. Non so se era il paradiso oppure no, so solo che ero la persona più felice del mondo. Lui mi mostrò brevemente una città con molte persone. Erba verde vi cresceva e i bambini correvano, ridendo e giocando. Alcuni adulti in abiti bianchi insegnavano ai bambini come a scuola. Le donne erano molto occupate a prepararsi per quello che sembrava essere un grande evento. Erano tutte vestite di bianco, come gli uomini. I fiori sbocciavano e alberi verdeggianti carichi di molti frutti stavano lungo i margini di un fiume carico d’acqua. L’acqua era pulita e sembrava vetro. Vidi proprio tutto questo. Tutti erano indaffarati. Perfino l’aria odorava come una rosa. Infine, fui rimandata sulla Terra. Non so quanto tempo rimasi in quel luogo, ma ricordo che il mio spirito rientrava nel mio corpo che era diventato proprio freddo. Mi ci vollero ore prima di scaldarmi. Il cuore cercava di battere ritmicamente, mentre io mi contorcevo nel letto a fianco di mio marito. Stavo tremando, perché il mio corpo era così freddo. Ero così felice che svegliai mio marito, perché dovevo parlare con qualcuno. Cercai di dirglielo, ma tutto ciò che disse fu: “Ah, ora capisco!” […] Potreste pensare che il mio sia solamente un racconto strano di un’esperienza extra-corporea. Beh, non è così. Io vidi Gesù. So che era reale. Non ho alcun dubbio. Io so! So anche di essere la persona più felice di questo mondo. Non ho mai visto l’inferno, né lo voglio vedere, ma ho visto Gesù e sono stata in paradiso. Potete pensare che sono pazza, ma sono sana come una qualunque altra persona normale. Potreste pensare che fu solo un sogno, ma la temperatura del corpo non cala in un sogno.
Tutto quello che posso dirvi è che il Paradiso è reale. Ci sono persone lassù e sono molto indaffarate a prepararsi per qualcosa di grosso. Ho visto Gesù e lui mi ha parlato!

------

213. NDE di Kathaleen 2/3/2003 NDE 690 

27/11/1989. Avevo paura del dolore che, pensavo, avrei sentito. Poi sentii i medici dire:
“Signore, la stiamo perdendo!” Subito dopo mi sentii tirare improvvisamente verso l’alto, ritrovandomi sul soffitto a guardare sotto di me!! Non sentivo alcun dolore. Tuttavia, provai una sorta di debolezza, come prima di svenire, poi mi sentii leggera udendo una sorta di ronzio. Guardai i medici che si davano da fare su di me. Uno di loro stava bestemmiando terribilmente. Mi ricordo di aver pensato: Dio lo può sentire! Mi sentii imbarazzata per tutti quelli che si trovavano nella sala operatoria. Poi, iniziai a salire, ma non ricordo di essermi mossa, ritrovandomi in un meraviglioso prato pieno di alberi, ruscelli, pesci, erba…Poi, mi ritrovai in uno stupendo luogo color bianco-argento, è il modo migliore che ho per descriverne il colore. Riesco a descrivere il colore di questo luogo! Il sentimento che provavo era di gioia completa ed amore! Voglio dire, vero e completo amore, non come sulla Terra. E pace, e che pace! C’erano delle persone intorno a me, ma non potrei dire chi fossero. Per qualche motivo non era importante, il percorso che stavo seguendo lo era, invece. Tutti erano così felici di essere con me. Quando giunsi al luogo finale seguendo il mio percorso, capii che non potevo andare oltre se volevo ritornare in vita. Ricordo tutto ciò come se fosse appena accaduto. Tutti parlavano insieme, erano così felici! Ricordo di aver fatto una montagna di domande. La prima fu: “Come so che sei Gesù?” e senza vederlo in viso, Lui protese le mani in avanti. Vidi un paio di mani bianche senza alcuna macchia, voglio dire che erano pulite, tranne che per una zona intorno ai polsi dalla quale fuoriusciva della luce rossa. Vidi realmente degli abiti bianchi, lindi e fluenti su di lui, ma sapevo che se avessi guardato il suo volto non sarei più potuta tornare indietro. Ricordo di aver fatto una montagna di domande e di aver ricevuto le risposte. Lui e tutti quelli presenti dissero che potevo rimanere, ma che era troppo presto per me. Io risposi, indicando il mio corpo giù in basso: “Guardate, ho un sacco di problemi laggiù! Sono anni che mi dà dei problemi, e mi segue ovunque vada. Non riesco a sbarazzarmene”. Allora lui disse qualcosa che però non ricordo - no, non è la parola esatta, è come averla sulla punta della lingua, ma non riuscire a dirla! Ad ogni modo, io risposi: “Non voglio andar via da qui. C’è così tanta pace ed amore, e io voglio rimanere!” Poi, pensai a mia figlia di nove anni e a ciò che le succederebbe se io non ritornassi. […] Mi ricordo di aver detto: “Quando sarà giunta la mia ora, potrò ritornare qui?” Ridendo, tutti loro risposero: “Certamente!” Allora mi sentii come attratta verso il basso, non trovo un’espressione migliore. Ero ritornata sulla barella e stavo guardando i medici affaccendati sopra di me. Vidi ogni cosa, udii ogni parola e piombai nel mio corpo cercando di guardare il paradiso, senza però riuscire più a vederli. In seguito aprii gli occhi e dissi ai medici che mi sarei ripresa, che avevo detto a Dio che volevo ritornare e lui rispose che non era giunta ancora la mia ora”. Rimasero esterrefatti! Il medico disse che mi avrebbero intubato e che lui si occupava solo di questioni terrene. […] La mia vita è così diversa da quando ho divorziato. Sono così sensibile ai farmaci, non riesco neppure a bere un bicchiere di vino! Sono super sensibile a molte cose. Le emozioni sono tutto per me, io ’sento’ le persone senza aver bisogno di capirne il carattere. Riesco a dire che una persona è ‘negativa’ al solo guardarla, oppure stando al telefono o in un negozio! Non sento le voci, ma mi sento guidata dagli angeli che mi sono stati inviati! So che ci sono. C’è così tanto da dire della mia nuova vita da quando sono tornata che ci vorrebbero giorni interi per scrivere tutto! Basti dire che esiste il Paradiso. E’ un luogo per imparare e dato che ci trascorreremo l’eternità, dobbiamo portarci quante più persone possiamo, e il bene o il male che facciamo agli altri modifica la loro vita per sempre. Noi influenziamo le generazioni future. Anche una semplice parola detta duramente può provocare in una persona un allontanamento da Dio, così cercate di vivere meglio, gente, almeno con amore e comprensione se non riuscite a fare altro! Io non sono Dio o un angelo, sono solo qualcuno che sa di certo che esiste un altro luogo, e che ciò che fai su questo pianeta, te lo porti dietro, buono o cattivo che sia. Tutto è incentrato su quanto aiuto hai prodigato agli altri.

------

209. NDE di Anthony N 8/2/2003 NDE 677 Dal Regno Unito

12/9/1987. Ero appena andato nella mia camera da letto alle 21:15, puntando la sveglia per la mattina seguente e sedendomi sul letto, quando mi venne un forte attacco d’asma. Caddi riverso sul letto cercando di chiamare i miei genitori, ma non riuscivo a respirare. La situazione peggiorò ed io mi resi conto che non riuscivo a muovermi. Questa parte dell’esperienza avvenne mentre ero pienamente cosciente. Quando persi i sensi (credo a causa della mancanza di ossigeno) udii una voce sussurrarmi all’orecchio. Il tono e la cadenza produceva un senso di completa comprensione e calma, ed era in netto contrasto con il senso di panico che mi aveva preso per non riuscire a respirare. Non era la mia voce, e mi disse di non preoccuparmi, che si sarebbe preso cura di me e che dovevo seguirlo. A questo punto, lasciai il mio corpo e mi ritrovai a guardare il mio corpo giù in basso che giaceva nel letto con gli occhi aperti. Ero completamente calmo e privo di paura. La voce mi disse che voleva mostrarmi qualcosa ed io mi resi conto che stavo viaggiando molto velocemente verso una luce. Quando mi ritrovai a viaggiare attraverso la luce, mi accorsi di essere in un altro mondo. Ogni cosa in quest’altro mondo era fatta di ciò che posso descrivere come luce liquida. Tutto era vivo, il terreno, le montagne, perfino il cielo. La voce era ancora con me e, per tutto il tempo dell’esperienza, non mi lasciò mai. Mi disse che dove mi trovavo era un mondo “reale”, e che avevo un compito da portare a termine mentre rimanevo lì. Mi accostai ad un lato di una montagna composta solo da terra. Non c’erano alberi, erba o fiumi. C’era luce ovunque, ma senza sole, perché la luce sembrava provenire dall’interno delle cose, anche dell’aria. Su questa montagna, a metà strada, c’era un grosso masso, sulla cui sommità si vedere un mattone d’oro luccicante (so che questo deve sembrare strano). La voce mi disse che dovevo costruire un giardino sulla montagna, e che ogni anno un mattone sarebbe apparso sul masso. Con i mattoni avrei dovuto costruire un sentiero che, partendo dal masso, doveva raggiungere la cima della montagna. Mi fu detto di piantare degli alberi che sembravano querce sulla cima della montagna. Rimasi in quel luogo per un tempo lunghissimo, durante il quale la voce fu sempre presente, io non mi sentii mai da solo e non chiesi mai il motivo del mio essere lì, mi sentivo completamente in pace, e sentimenti di gioia assoluta ed amore incondizionato rimasero con me per tutto quel tempo. Sapevo che la voce proveniva da una persona della quale ci si poteva fidare ciecamente come di nessun altro in tutto l’universo. Passavano gli anni ed io guardavo gli alberi crescere, i fiori e l’erba che avevo seminato crescevano. Il colore dei fiori non assomigliava a nessun colore che conoscevo: era come se nell’arcobaleno ci fossero venti colori diversi che però non posso descrivere per mancanza di termini di paragone. Mi furono insegnate molte cose, ed ero capace di “vedere nell’animo delle persone” e di capire in un attimo tutte le conseguenze di ogni nostra azione nei confronti degli altri, di capire che la rabbia nasce dalla paura o dal dolore, e molti altri insegnamenti relativi a ciò che ora intendo con il termine “condizione umana”. Inoltre, vidi che in quel luogo ognuno è interconnesso con tutti gli altri, ed un traboccante sentimento d’amore e di empatia mi attraversò come se il mio cuore fosse sul punto di esplodere. L’ultimo mattone apparve sul grande masso circa duemila e cinquecento anni dopo il mio arrivo. Ero consapevole di ogni anno che passava, non era affatto un sogno, era “assolutamente reale”, se questa espressione ha senso. Gli alberi che avevo piantato erano cresciuti, i rami si erano incurvati e i tronchi si erano ispessiti di modo che sembrava ci fosse un tempio in cima alla montagna. La voce mi disse che la prima parte del lavoro era terminata e che ora dovevo incamminarmi lungo il sentiero. Arrivai alla base della montagna e mi incamminai lungo il sentiero. A questo punto un dolore insopportabile e lancinante mi prese, ma la voce mi disse di non uscire dal sentiero. Chiesi che cosa fosse quel dolore poiché non era di natura fisica, sembrava (so che sembrerà strano) un dolore spirituale. La voce mi disse che era il dolore del peccato che avevo commesso contro la mia anima. Mi fu chiarito che non si trattava di un peccato in senso religioso, ma che era il dolore della ferita della mia anima che io stesso avevo provocato durante la mia vita. Continuai a camminare lungo il sentiero e, ogniqualvolta appoggiavo il piede su di un altro mattone, il dolore si intensificava a tal punto che, mentre mi avvicinavo alla cima della montagna, fui sul punto di desistere e lo dissi alla voce. La voce fu gentile e paziente e mi disse che era vicino a me e che avrei terminato, ma che dovevo imparare le lezioni che mi stava impartendo. Allora diventai estremamente arrabbiato e chiesi perché ero stato portato in quel luogo per rimanerci così tanto tempo a provare così tanto dolore. Continuai fino alla fine del sentiero assistito dalla presenza e dall’incoraggiamento di colui che ora definisco un essere spirituale superiore. Raggiunsi l’ingresso del tempio fatto con gli alberi, vi entrai, e vidi il primo essere dopo tutto il tempo che ero rimasto in quel luogo. Mi voltava le spalle ed era inginocchiato come se fosse in preghiera. Ero arrabbiato e corsi verso quell’essere dicendo che sapevo che tutto era reale, chiedendo il motivo di tutto il dolore che avevo provato. L’essere si alzò in piedi e si girò, e fu indescrivibile, era un essere perfetto composto da puro amore. Sapevo che era lui la fonte della voce. Ero confuso dopo tutto quello che era successo, e potei solo dire: “Riesco a vederti”. L’essere mi toccò delicatamente sulla guancia e disse semplicemente: “Ora sai. E’ ora di ritornare.” Mi venne anche detto che il giardino che avevo creato sarebbe esistito per sempre, e che io ci sarei ritornato un giorno. Mentre camminavo con quell’essere dirigendomi fuori dal tempio di alberi, vidi per la prima volta altre persone che arrivavano al giardino e si sedevano sull’erba, guardando i fiori, chiacchierando e ridendo. L’essere sorrise e disse: “Guarda che cosa hai fatto qui”. Mi sentii totalmente sopraffatto, ma venni immediatamente trasportato indietro verso il mio corpo, che subito sentii incredibilmente pesante, goffo e quasi innaturale. L’attacco di asma era passato completamente, guardai l’orologio e vidi che erano le 21:23. L’intera esperienza era durata in totale otto minuti. Non ho mai raccontato questa mia esperienza a nessuno perché credo che la maggior parte delle persone direbbe che era stata un’allucinazione. Posso solo dire che fu più “reale” di qualunque altra esperienza fatta in questo mondo.

------

203. NDE di Kate B 1/18/2003 NDE 663 

Marzo 1997. Per molte settimane stetti molto male a causa dell’asma intervenuta dopo la morte di mio padre, ed ero incinta di diciotto settimane. Proprio quella notte mi sentivo estremamente debole e faticavo a respirare. Mio marito aveva il turno di notte, così mia mamma stette con me e con i bambini fino all’ora di andare a letto. Erano quasi le 23:30 quando mi svegliai sapendo di essere in grave pericolo, dato che non riuscivo a respirare. Iniziai presto ad andare in panico. Mi rimisi il nebulizzatore e assunsi credo tre dosi della mia medicina, ma non ebbero alcun effetto. Decisi di chiamare mia mamma per affidarle i bambini, così da poter andare in auto in ospedale. Ebbi solo il tempo di scendere le scale per aspettare mia mamma quando mi resi conto di non poter attendere oltre, in quanto stavo perdendo i sensi. Composi lo “000” per chiamare l’ambulanza. Mia mamma e l’ambulanza arrivarono insieme, mentre io alternavo momenti di coscienza a momenti di incoscienza. Mentre stavano dandosi da fare su di me, mi sentii improvvisamente molto calma e senza alcuna paura, sentendo un bisogno urgente di dire a mia mamma di far sapere ai bambini che li amavo tanto, come pure lei e mio marito. Mentre tutto questo accadeva nella mia mente, i paramedici stavano freneticamente cercando di salvarmi la vita senza recare danno al bambino che avevo in grembo. Sapevo che stavo morendo e non mi importava affatto, mi sentivo solo calma. A questo punto smisi di respirare perdendo coscienza. Ricordo di aver sentito la presenza di un amore indescrivibile intorno a me, mentre io non sapevo di dove venisse, sapevo solo che era tutto intorno a me. Mi sembrò di essere in un tunnel, alla cui fine si vedeva una luce. Mi sembrava che stessi volando attraverso quel tunnel ad una velocità vertiginosa ma, mentre lo attraversavo, riuscivo a percepire tutto ciò che avevo fatto nella mia vita e tutte le persone che avevo conosciuto ed amato: era una percezione estremamente strana. Quando arrivai alla fine, sentii la presenza di mio padre ed il suo amore. Non riuscivo a vederlo, ma sapevo che era lì e che mi stava dicendo quanto mi amasse e che aveva sentito la mancanza di noi tutti, anche se era tutto ok. Mi disse anche che non era ancora il mio momento, che avevo tre bambini ed un altro era in arrivo, e che tutti avevano bisogno di una madre. Ero molto triste perché volevo rimanere in quel luogo meraviglioso. Non riuscivo a vedere niente, sentivo solamente che era meraviglioso. Non parlai con mio padre, comunicammo solo con il pensiero. Dopodiché mi diressi verso il mio corpo viaggiando a velocità incredibile e con un suono sbalorditivo che ronzava nella mia testa. Mentre tornavo indietro riuscivo a vedere me stessa nel reparto di terapia intensiva con mia mamma e mio marito che stavano in piedi accanto al mio letto piangendo e tenendomi la mano. Potevo vedere anche lo staff infermieristico, i paramedici e il medico mentre lavoravano su di me. Stavano cercando di intubarmi. Con un possente whoosh rientrai nel mio corpo. In quello stesso momento, mentre mi rendevo conto che stavo ritornando nel mio corpo, iniziai a vomitare e ripresi coscienza. Erano le 2:30 del mattino. Ero stata incosciente per due ore e mezza. La prima cosa che dissi a mia mamma e a mio marito fu: “Ho visto la Luce!”. Tutti rimasero sbalorditi perché ero stata così vicino alla morte.

------

199. NDE di Karen K 1/18/2003 NDE 668 

3 ottobre 1988. Dopo aver fatto un incidente in moto, nel quale riportai una ferita alla testa, andai in arresto cardiaco. Ad un certo punto, mi ritrovai in un altro luogo. Non c’era più alcuna ferita, né ricordi di aver viaggiato, nessun passato, stavo solo in piedi in una stanza dove si trovavano delle persone che giocavano a bingo. Mia nonna era lì. Smise di giocare, e parlammo per un po’. Mentre stavamo parlando, una babysitter che avevo avuto da bambina si avvicinò per salutarmi. Aveva già incontrato mia nonna. L’ultima cosa che mia nonna disse fu: “Devi tornare indietro. Ci sono ancora delle cose che devi fare”. Poiché non ricordavo nulla del mio passato, le risposi: “Che cosa vuoi dire con ritornare?”. Lei continuava a ripetere che dovevo ritornare. Mi arrabbiai molto, così urlai: “Tornare? Tornare dove?”. La sua voce e la stanza iniziarono a sbiadire, finché scomparvero. Poi ricordo di essermi svegliata in ospedale, con a fianco mia madre che, nel frattempo, era riuscita a raggiungermi. Le dissi quello che avevo visto e lei mi confermò che la nonna, mentre era in vita, amava molto giocare a bingo.

Si è sentita separata dal corpo? No. Il mio corpo era con me.

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’esperienza? Sì. Mi sono sempre chiesta che cosa succede quando si muore, e non volevo credere in Dio senza avere prove. In seguito, sapevo che cosa succederà a me, così la paura è stata rimossa. Ho anche avuto la prova che volevo per credere in qualcosa più grande di me.

------

156. NDE di Nick P 8/10/2002 NDE 596 

Mercoledì, 19 giugno, mi hanno applicato un bypass cardiaco in un ospedale di Long Beach. Mi praticarono un’incisione nella zona mediana sinistra del torace. Fui dimesso la domenica a mezzogiorno e mi recai in albergo per riposare. Quella notte sentii molto male allo stomaco, ma non vomitai. Durante tutta la domenica mattina continuai a vomitare senza riuscire a tenere nulla nello stomaco. Mia moglie chiamò l'ospedale, e io venni riammesso in cardiologia sotto osservazione. Quella stessa domenica mattina, la pressione sanguigna era molto alta (160/100) e il battito cardiaco era molto veloce (110). I medici riuscirono a stabilizzarmi entro le 15:00. Il resto della giornata trascorse senza problemi ed io riuscii a riposare bene. Il lunedì mattina mi svegliai con un dolore al lato sinistro del collo, come se avessi dormito in una posizione errata. Chiesi che mi fosse dato un analgesico alle 8:00. Alle 9:0 0 mi diedero delle pastiglie di Vicodin, e alle 9:20 avevo ancora dolore, che si era però spostato nella zona della spalla sinistra giù fino al torace, per poi stabilirsi definitivamente nella parte centrale del torace, dove l'intensità era notevolmente aumentata. Dissi all'infermiera che stava diventando sempre pi ù difficile respirare. Mi stava succedendo che, nonostante i continui tentativi, sempre meno ossigeno mi arrivava ai polmoni. L'infermiera mi portò una pastiglia di Nitro, che io misi sotto la lingua e dopo pochi minuti mi chiese se mi sentissi meglio. Io risposi di no. Allora mi diede un'altra pastiglia, e dopo pochi minuti di attesa, mi fece ancora la stessa domanda. “No”, risposi. Ricevetti allora una terza pastiglia. Oramai, ero arrivato al punto da non riuscire più a muovere il torace per respirare. Guardai le dita: le unghie stavano diventando blu. L'ultima cosa che ricordo è l'infermiera che mi continuava a dire di guardarla, di concentrarmi su di lei, di non chiudere gli occhi e di stare con lei. A quel punto la stanza iniziò a diventare bianca, non luminosa, ma solamente bianca. Quando fui in grado di vedere di nuovo, vidi il mio defunto padre tutto vestito di bianco, che indossava quello che mi sembrava essere una tunica morbida. La mia defunta madre era vicino a lui, come pure i miei nonni materni. Non avevo nessuna paura del luogo in cui mi trovavo, avevo solo una gran voglia di rimanere con loro. Mio padre mi chiese se potevo perdonarlo di tutti gli errori che aveva commesso nell’educarci (due fratelli più grandi e una sorella più piccola).
Cercai di avvicinarmi, ma lui si ritrasse, dicendo: “non è ancora il tuo momento, non è ancora terminato il tuo compito”. Aggiunse poi che avevo sofferto per molto tempo, e che dovevo stare con quelli che mi volevano bene, e di stare anche con lei (sono separato da mia moglie da 29 anni e vivo con una donna che ho conosciuto nel 1999). Allora iniziai a ritornare lentamente alla realtà, accorgendomi che l'infermiera mi stava iniettando qualcosa nel braccio. Da allora, talvolta sono molto emotivo, ed è una cosa per me molto difficile da esprimere.

------

202. NDE di Paul T 1/18/2003 NDE 665 

Mi trovavo ad un campo estivo di tre soli giorni con mio fratello maggiore (quello che morì). C’era una piscina, così decise di insegnarmi a nuotare. Dopo avermi impartito alcuni consigli sui fondamentali con cui fare pratica, mi disse di stare dove l’acqua era più bassa e vicino al bordo. Poi uscì ed andò a giocare con dei ragazzi che avevano gli skateboard. Avrò fatto pratica per non più di cinque minuti quando decisi di combinare le tecniche e di nuotare attraversando l’intera piscina! Arrivai fino a metà vasca poi, dalla disperazione, cercai di lottare per un tempo che sembrava infinito. Allora decisi di fare come si vede nei cartoni animati, abbassando le dita, una alla volta. Una volta abbassate tutte, lasciai uscire l’anidride carbonica con mio grande sollievo. Mi dissero che quando vennero in mio soccorso, io mi trovavo sul fondo della piscina. Avevano pensato che stessi giocando, così attesero che risalissi per prendere aria. Quando si accorsero che non risalivo, uno degli assistenti si tuffò per venirmi a prendere. Nessuno sa quanto tempo rimasi sott’acqua prima di venire localizzato.
E’ passato molto tempo da allora, ma ho sempre detto che ricordo quell’episodio come se fosse accaduto ieri. Suppongo che dovrei smetterla di dirlo, ma è a causa del tipo di esperienza avuta che continuo a parlare in questo modo.
Non ricordo se le persone sbiadirono o se aprii gli occhi. Comunque, davanti a me apparve un tale chiarore! Era come essere in una stanza illuminata dal sole, solamente molto più luminoso! Veramente, non ricordo quante persone vidi, ho sempre seguito il mio credo religioso, così credo che fossero dodici. Queste persone, per un minuto mi fissarono poi, quello che stava al centro, (Pietro) si chinò su di me di modo che il suo volto arrivò a pochi centimetri dal mio. A questo punto iniziò a scuotere lentamente la testa dicendo: “No”. Mentre lo faceva le luci che erano molto luminose iniziarono lentamente a perdere luminosità e, sempre lentamente diventarono di un colore tra il bianco ed il blu. Direi che comunque quel luogo era sempre molto luminoso, anche se in bianco e nero! La luce era così luminosa che le persone sembravano ombre. Potevo distinguere i volti, specialmente di colui che si era chinato su di me, ma erano in bianco e nero! Comunque, mentre la luce bianca iniziava a sbiadire, il numero di persone cresceva e, nello stesso tempo, le forme o le dimensioni cambiavano. C’era del colore nelle persone, negli alberi, nelle sedie, e così via. Poi, io ero lì, in mezzo ad un cerchio composto da bambini e adulti!
Ora, mi chiedo, una porta è stata aperta o, semplicemente, questa esperienza ha alterato la mia realtà?

------

201. NDE di Lee S 1/18/2003 NDE 666 

Nel 1968 ero uno studente universitario di vent’anni e, con alcuni amici, mi stavo iniettando della procaina per via endovena. Era una cosa molto rischiosa da fare perché la linea di demarcazione tra la soddisfazione per una dose ed una overdose con rischio di morire era molto sottile. Naturalmente, tutti i ventenni si credono immortali.
Mi alzai sentendo il bisogno di vomitare, ed andai velocemente in bagno accompagnato da un mio amico. Mi misi in ginocchio con la testa sopra il water. A questo punto persi conoscenza, ma non credo che caddi a terra. Improvvisamente, mi ritrovai in un lungo tunnel molto buio. Non ricordo se avevo o meno un corpo. Ciò che era importante era una luce rosso-dorata alla fine del tunnel stesso. Era il più bel colore che avessi mai visto, sia prima di allora che in seguito. Il mio primo impulso fu di dirigermi velocemente attraverso il tunnel verso la luce. Poi, come usciti dal nulla, vidi delle figure vagamente distinguibili avvolte in mantelli neri che sembravano farmi cenno. Queste figure si trovavano alla fine dell’oscurità , vicine, ma non proprio nella luce. Ebbi la netta sensazione che si trattasse di miei parenti defunti, ma nessuno di loro era riconoscibile individualmente perché, come per i nonni, morirono quando avevo al massimo tre anni. Non avevo assolutamente alcuna paura. Al contrario, volevo con tutte le mie forze attraversare il tunnel per arrivare a questa luce calda, meravigliosa ed accogliente. Le figure nei mantelli neri non erano poi così invitanti come lo era, invece, la luce. In seguito, ovviamente, ritornai indietro. Non ho idea di quanto tempo trascorse, e non lo chiesi neppure al mio amico. Lo ringraziai solamente, mi alzai, e ritornai in salotto. Credo che smisi di farmi per quel giorno, anche se non lo ricordo. Ricordo invece con certezza di non aver fatto menzione della mia esperienza con i miei amici.

------

154. NDE di Karen D 8/4/2002 NDE 595 

Sono andata in ospedale il sabato mattina e ricordo solo pochi istanti al pronto soccorso. La mia famiglia mi ha detto che il lunedì mattina hanno chiamato mia sorella per dirle di venire in ospedale. Mi avevano messo in supporto vitale e sono rimasta inconsapevole per circa due mesi. Ricordo che quando ero in coma ero in grado di udire le persone nella stanza ma non potevo svegliarmi, non potevo reagire. Ricordo che avevo molto freddo. Ricordo che mia sorella mi copriva e mi teneva la mano. Avevo la febbre molto alta. Sentii l’infermiera rimproverare mia sorella per avermi coperta. Diceva che dovevo rimanere scoperta a causa della febbre. […] Cominciai a sentirmi andare sempre più alla deriva. Ricordo di avere chiesto a Dio il favore di non lasciare che la mia mente si spegnesse. Sentivo che era l’unica cosa, l’unico segno che ero ancora viva. Quindi sentii come se fossi semplicemente da qualche parte nell’oscurità. Devo avere lottato molto. Ricordo un essere maschile. Ricordo che parlava o comunicava mentalmente con me. Continuava a dirmi che andava bene morire, di smettere di lottare tanto e di rinunciare semplicemente. Lui era lì da molto tempo. All’improvviso, sembrava come se fosse scivolato in qualche modo. Sentivo che era malvagio e stava cercando nella mia mente di farmi suicidare lasciandomi andare. Ricordo di avere chiesto a Dio di aiutarmi e l’essere malvagio scomparve. Quindi ricordo di essere stata in un posto illuminato da una luce molto forte. Era come stare in aria o su una nuvola ma in quel momento sapevo che non si trattava di una nuvola. Era meraviglioso. La luce sembrava abbracciarmi, come qualcuno che mi stesse tenendo in braccio o coccolando. L’unico modo in cui posso descrivere questa sensazione è come se fossi stata parte dell’universo. Ricordo che non mi sentivo sorpresa, perché sentivo che presto sarei stata là, come se vi fossi già stata in precedenza. Ero più a mio agio di quanto avrei mai potuto immaginarmi in vita. Sentivo sinceramente di essere tornata da dove venivo e lo sapevo. In quel luogo non c’era nessuno. Quindi, in lontananza vidi una figura che veniva verso di me. Stava eretto come un uomo, tuttavia vi era intorno a lui un qualche tipo di energia elettrica. Non ricordo che all’inizio mi abbia parlato. Ricordo di avergli detto, in maniera infantile, “sei tu che stai facendo tutto questo” e, prima di avere finito di parlare o di pensare, seppi che era Dio. Sentivo di essere stata molto irriverente e non sapevo che fare. Lui comunicava con me tramite la sua presenza. Non ricordo nulla di quello che ha detto ma so che mi ha fatto sentire meravigliosamente ed a mio agio non solo per il fatto che lui fosse lì ma anche nei confronti della mia vita e di quello che stavo sperimentando. Non ero per nulla spaventata. […].

Di quale religione è ora? Liberale. Sono confusa ma da quando ho avuto quell’esperienza credo che Dio, l’essere onnipotente, esista realmente – credo che sia parte dell’universo come l’aria e la luce – è parte di tutta la natura – credo che Satana esista per giocare con la nostra debolezza – non so veramente se mi andrebbe bene un qualunque gruppo religioso, ora.

------
152. 
NDE di Sylvia W 30/7/02. 

Ero andata a trovare il mio ragazzo, o compagno di vita, v'era anche suo fratello venuto da un altro Stato [degli USA] con una ragazza che aveva appena conosciuto. Erano seduti tutt'e tre ubriachi attorno al tavolo, che ridevano e se la spassavano. Avevo il raffreddore ed un'infezione all'orecchio, e proprio non potevo più sopportare il loro comportamento. […]
Ero seduta su uno sgabello da cucina girevole (uno di quelli alti come da bar). Quando mi voltai per alzarmi ed andarmene, sentì come iniziai a cadere. La prossima cosa che seppi, è che mi trovavo al di sopra del tetto della casa. Potevo vedere attraverso il tetto, e accasciato al suolo vidi un corpo femminile - dalla grandezza di una bambola tipo Barbie. Avevo una vista ed un udito eccezionalmente acuti. La donna che era con loro balzò sù e corse a voltare il corpo col viso verso l'alto. Vidi ora che si trattava del corpo che era stato il mio. Aveva una grande ferita sulla destra della fronte, ed il sangue gli scorreva sulla faccia fino sul pavimento. La donna si alzò per prendere un asciugapiatti dal lavello e cercò di lavar via il sangue dagli occhi e dalla faccia. L'asciugamano era piuttosto bagnato e non faceva che diluire il sangue. Accorse pure il fratello per sentire il battito all'arteria del collo. "Non sento alcun battito!" Provò a sentire anche entrambi i polsi. La donna si chinò col viso accanto al naso del corpo e gli mise una mano sul petto. "Non respira più!" […] Poi pian piano cominciò ad apparire una luce brillante alla fine della strettoia. Volevo raggiungerla. Divenne sempre più brillante, ed io cominciai a vibrare sempre più forte. La luce ed io sapevamo entrambe che avevo accettato questo corpo di malavoglia e che non avevo ancora completato il mio compito. Mi sentì rassicurata perchè non sarei stata sola e perchè avrei ricordato molte cose riguardo la mia esperienza. Era come un incoraggiamento da "brava bambina, ce la farai … siamo molto fieri di te." Avevo pregato per molti anni per avere la certezza nel mio cuore che veniva qualcosa dopo la morte … e che Dio e Gesù esistevano. Quando avevo sette anni, i preti e le suore mi chiamavano un "Tommaso incredulo" perchè dubitavo di tutto. Semplicemente sapevo che non era vero ciò che ci raccontavano, ma nemmeno sapevo cosa fosse vero.
La luce mi promise che non avrei più avuto esperienze di questo tipo e che me ne sarebbe rimasto il ricordo dopo essere ritornata nel corpo. Sapevo che - malgrado avrei tanto voluto restare - dovevo ritornare, e così feci. Di colpo ero di nuovo nel mio corpo, tremante, freddo e pieno di dolori laceranti; non riuscivo a vedere a causa del sangue negli occhi. La donna mi mise un panno asciutto sulla testa e mi pulì la faccia. Mi stesero sul letto e se ne andarono. Il mio compagno svenì. […]

Hai raggiunto un confine o una struttura fisica limitante? 
Sì. Sapevo di non poter entrare nella luce. V'era anche una separazione tra me e le altre entità.

------
151. 
NDE di Corina 7/30/02. 

Verso fine estate del 1989, il mio medico mi informò che era necessario sottopormi ad un'isterectomia. Non volevo essere operata. Mi sentivo troppo giovane, e avendo perduto mia madre in seguito a cancro uterino quando aveva soli 30 anni, ero pietrificata all'idea di ciò che potrebbero trovare. Ma non avevo scelta, visto i forti dolori e problemi che mi assillavano, e così infine acconsentì a procedere all'operazione. […] Verso le 8 del mattino, fui portata in lettiga in sala operatoria, ma poi riportata indietro qualche tempo dopo (penso sia stato verso le 11, ma non ne sono sicura). […] Poi devono essermi svaniti i sensi, poichè la prossima cosa che ricordo erano le infermiere che mi cerchiavano attorno chiedendo: "Che desidera ora?" "Non riesco a respirare, penso che sto morendo!" Mi misurarono la pressione. Poi, presa dal panico, un'infermiera disse all'altra di chiamare in fretta il medico, che qualcosa non andava. Mi diede dell'ossigeno, e subito dopo il medico era a fianco del mio letto, dicendomi che ho avuto delle emorragie interne per tutto il giorno, e che dovevano "riaprirmi" di nuovo. Fino a quel punto ero talmente spaventata all'idea di dover morire, ma quando ora mi spingevano di volo lungo il corridoio verso la sala operatoria, fui di colpo pervasa da una sensazione di calore, di calma e tranquillità che mi toglieva ogni paura. Pensai: "Oh, è questo ciò che doveva succedere!", e mi sentivo bene. Mi rivolsi al medico che stava parlandomi mentre correva accanto alla mia lettiga: "La sua voce mi sembra strana, suona quasi come un'eco". "Non lasciarci, Corina!" mi implorò. La prima cosa che successe dopo essere stata narcotizzata (mi fecero un'anestesia generale in modo che fossi del tutto inconscia) era che d'un tratto mi trovai a sorvolare il mio corpo, vedendoli in panico, il medico che diceva: "Non riesco a vedere nulla, troppo sangue". Mi tagliò da un verso, poi dall'altro, dall'alto al basso e viceversa.
Il mio prossimo pensiero, o la prossima sensazione era di trovarmi in un buio totale. Sentivo il mio corpo, ma quando guardai verso il basso, non vidi assolutamente niente. Ero pietrificata, e ricordo di aver esclamato: "Ti prego, Dio, non lasciarmi sola! dove sei?" La prossima cosa che vidi era la luce più brillante e intensa che avevo mai visto. Era talmente luminosa che a stento riuscivo a guardarvici. Di fronte alla luce v'era come un grande portale come di una cattedrale, e accanto ad esso mia madre, che era morta quando avevo otto anni all'incirca. V'erano pure delle altre persone, che però non riconobbi.
Le emozioni che provai sono un tantino difficili da spiegare, ma farò comunque del mio meglio. Ogni e qualsiasi abuso o dolore che avevo mai provato in vita mia, sia esso fisico, emozionale o mentale, scomparì completamente ed al suo posto provai un intenso amore, accettazione, devozione e un gran senso di benessere. Per un secondo, ho compreso tutto, era tutto così semplice, ma poi tornò a svanire - come se non fosse a noi concesso comprendere "TUTTO". Mia madre poi mi guardò e mi disse (ma non a parole, soltanto tramite pensiero): "Ti è stata data una seconda chance. Posso accompagnarti per il resto del cammino, o puoi tornare indietro." Ricordo di essermi sentita tanto e estremamente bene qui e che non volevo ritornare, ma poi pensai ai miei bambini ancora giovanissimi e dissi a mia madre: "Devo ritornare, i miei bambini hanno ancora bisogno di me, e Tu sai quanto era dura per Te doverci lasciare quando eravamo così piccoli."
Tutt'un tratto mi sentii come su un grosso elastico teso al massimo, e poi fatta rimbalzare indietro con un tale impeto da farmi quasi male; provai un grande disagio al mio rientro. Aprì gli occhi e vidi un'infermiera piangere accanto al mio letto, ero nell'unità di terapia intensiva; mentre le si spalancarono gli occhi dallo stupore, esclamò: "Sei ritornata! Oh! Ci hai fatto prendere un tale spavento, a noi tutti; vado a chiamare il dottore."
NDE da emorragia interna in seguito ad intervento chirurgico.
------
150. 
NDE di Robert C 12/17/2007 7/30/2002 3/23/2013 NDE 591/230/6650 

1965. Dopo aver svoltato nella River Road, sentii improvvisamente che qualcosa non andava. Fermai l'auto e mi misi la cintura di sicurezza. Non l’avevo mai messa, la mia vecchia Ford non la montava neppure, e sono sicuro che anche la mamma se la mise. Si era rifiutata di dire che le faceva male l’ernia, e che tutto sarebbe andato bene. Allora rallentai l'andatura e ci divertimmo proprio a guidare lungo il Santiam River mentre la mamma commentava sui luoghi e io pensavo a Kathy. […] Alla fine della strada si dovevano attraversare dei binari, ma il segnale di attraversamento era così vecchio che il palo su cui era posto era caduto e la X era quasi invisibile. Il sole mi illuminava le spalle, anche i cespugli erano molto illuminati e, mentre rallentavo per guardare meglio, non avevo la visibilità alla mia sinistra per vedere le rotaie. Così avanzai e sentii un rumore sordo.
Stavo volando attraverso un tunnel di colore blu intenso, ad una velocità estremamente alta. Non appena uscii “all’aperto" mi ritrovai al limite di un'area enorme, che definisco così per mancanza di un altro termine, piena zeppa di anime a perdita d'occhio, alcune vicine, altre lontanissime, e c'era un senso di perfezione, di quiete, e di meraviglia. Era come essere insieme, nello stesso momento, a tutti quelli che avevano vissuto o che dovranno ancora vivere. Potevo “sentire” persone diverse. Provavo una gioia immensa ed un amore incommensurabile. Il fatto che non esiste uno spazio, una vista, un suono o qualunque altra cosa che possiamo collegare qui sulla Terra, mi obbliga a dire che la descrizione che ho fornito è la migliore che io possa fornire. Appena arrivai al limite fui avvolto completamente da un sentimento di gioia, di benessere, di bontà, talmente intenso che avevo dimenticato tutto quello che avevo fatto in vita. Potevo ricordare tutto ciò che mi era successo, vedere i volti di tutti quelli che avevo conosciuto, e questo avveniva tutto contemporaneamente, allo stesso tempo, nello stesso momento, beh, uso il termine tempo per cercare di spiegare meglio, ma in quel luogo non esiste alcun tempo. Mi venne data la possibilità di scegliere se rimanere così o ritornare indietro, ma fui incoraggiato a ritornare. L'unico modo che ho per descrivere quello che successe dopo è di farvi visualizzare di essere intrecciati come dei filamenti insieme alle altre anime, in modo da sentirsi come un essere solo. A questo punto ritornai in questo mondo proprio sopra il tetto della mia auto. Potevo vedere il mondo intero poi, gradualmente, l’orizzonte, e infine la scena che si svolgeva sotto di me. C'era un treno con la nostra auto schiacciata sulla sua parte frontale, una folla di persone che si muoveva freneticamente; stavano arrivando un’ambulanza e il camion dei pompieri, e si vedevano auto ferme ad entrambi i lati della strada. Osservai tutto questo per lungo tempo, poi la scena si spostò nell'auto e io mi ritrovai di nuovo nel mio corpo. […]

NDE causati da un incidente contro un treno all’età di 16 anni

------
145. 
NDE di David H 7/7/02 

Mi chiamo David, vivo alle Hawaii, ho 32 anni e sono un sopravvissuto ad una NDE. […].   Era l’anno 1990, ed io vivevo nella baia orientale della California del nord. Ero appena ritornato da una vacanza sugli sci nella Squaw Valley. Era la prima volta che vedevo la neve. Comunque, ero ritornato con un po’ di tosse che non sembrava niente di serio a prima vista, così ripresi il lavoro di cameriere al Berkeley Host Marriott. […] Ero giovane e arrabbiato, arrabbiato con Dio perché ero gay. Questo mio stato fu portato anche dall’altra parte. Ora so che non devo essere mai più arrabbiato per questo motivo. […] La mia tosse era molto peggiorata e mi era molto difficile inspirare ed espirare senza fare sforzi. […] Ero ritornato sul mio divano, incapace di muovermi come volevo. Alla fine riuscii ad arrivare nella mia camera e mi stesi sul letto. Nel mezzo della notte, ero finalmente riuscito ad addormentarmi ma fui svegliato da un improvviso e forte dolore al petto. Gli occhi erano spalancati mentre guardavo al soffitto pieno di terrore. La bocca era spalancata ma non riuscivo a respirare. Stavo soffocando contorcendomi nel letto. Il dolore era indicibile. La vista mi stava lasciando mentre riuscivo appena ad udire dei suoni ed il dolore stava lentamente diminuendo probabilmente da una qualche sostanza rilasciata dal mio cervello. Alla fine il dolore fisico era scomparso, anche se percepivo ancora il corpo mentre davo calci alla parete, poi più nulla. “Sono ancora qui”, pensai. Forse, mi dovrei alzare e vedere a cosa é dovuto tutto questo trambusto. Mi diressi verso la mia camera da letto e mi fermai. Mi girai ma non riuscii a vedere il corpo che stava ancora a letto. La stanza era la stessa, ma sembrava diversa. Sembrava che tutto quello che possedevo avesse un bagliore strano e meraviglioso. Un’aura di luce verde/blu era emessa da tutti gli oggetti che possedevo. […] Considerai di ritornare nel corpo, ma mi sembrò che non ne avessi più la possibilità. La lampadina che avevo lasciato accesa sopra la mia testa iniziò a diventare sempre più luminosa. “Ecco un ingresso”, pensai, così decisi di avvicinarmi alla luce e di andare. Andare, é quello che feci, e molto velocemente. Tutta la mia vita mi si presentò dalla mia nascita fino alla mia morte. Andai in un luogo tempestoso. Questa fu, forse, la destinazione che avevo raggiunto essendo morto in collera in un momento in cui il mio cuore non trovava pace. […] Il luogo che avevo raggiunto non era per niente un ambiente confortevole. Tempeste come non se vedono sulla Terra infuriavano nel cielo proprio davanti a me, ed anche sulla superficie di questo pianeta nuovo ed inospitale. C’erano sfiati vulcanici di diversa grandezza tutt’intorno a me, che buttavano fuori vapore e calore in ogni momento. Talvolta, apparizioni di fantasmi si intravvedevano in queste eruzioni di vapore che iniziavano a girovagare; sembravano persi, come se stessero cercando qualcosa che non riuscivano a trovare. […] I restanti spiriti intorno a me si mostravano impauriti, come se Dio non fosse affatto di conforto per loro. Questa cosa mi rattristò, ma mi produsse anche gioia sapere che Dio aveva accettato le mie scuse, perché la luce all’orizzonte si stava espandendo verso di me. La sua luce era così stupenda che le parole non possono esprimere. La sua luce era come il sole che sorge e, come il sole, si levò da dietro le montagne verso il cielo. L’amore si riversò in ogni angolo del mio essere e la mia anima si sentì piena di vita. Anche il pianeta stava cambiando per effetto della Sua luce. Vidi montagne aprirsi e stupende cascate ne uscivano. Le nuvole scure sopra di me si rimpicciolirono ad una velocità impressionante. Dio era arrivato; la Sua luce é calda ed accogliente. Avevo raggiunto un profondo senso di calma e di pace. Lentamente, mentre la Sua luce illuminava la terra, si poteva vedere spuntare l’erba. Alberi enormi squarciavano il terreno piantandosi saldamente tutt’intorno a me. Uccelli di tutte le specie volavano nel cielo. Tutte le creature di Dio uscirono dalla foresta come per darmi il benvenuto. Questo fu il più grande benvenuto a casa. Lacrime di gioia e riso é tutto ciò che riassume la mia esperienza. La Sua luce divenne estremamente luminosa e bianca, mentre io ne ero completamente avvolto. Dio mi abbracciò amorevolmente per un pò. La Sua luce divenne così luminosa che riuscivo a malapena a vedere. A questo punto, sentii che era giunto il momento di tornare sulla Terra. Guardando Dio, dissi “Signore, per favore, posso restare?” “Shh”, disse, “il tuo tempo sulla Terra non é ancora completato. Ora, vai e sii un bravo ragazzo perché c’é ancora molto per te da imparare”. Ringraziai Dio senza smettere durante il mio ritorno sulla Terra, continuando quando vi giunsi. Wow!! Sono di nuovo nel mio corpo, “oh”, non so se questa é la parola giusta, ma é come ci si sente quando si ritorna nel corpo, così, “oh” é ok. […]. Perfino ora, quando mi capitano giornate difficili, so che é il momento di fermarmi e di guardare l’alba. Molte volte, mi capita di vederLo sorridere nel sole mentre illumina il mio viso. Questo mi é di conforto, come pure il sapere che ho una casa dove andare quando avrò terminato le lezioni che la vita ed il lavoro mi impartiranno.

Questa NDE é speciale che ci mostra che i gay non vanno all’inferno, come certa retorica fondamentalista ci vorrebbe far credere.
------
142.
NDE di Don A 7/03/02. 

Ero disteso in un letto di un pronto soccorso mentre parlavo con due infermiere, quando mi bloccai e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, mi ritrovai di fronte a una porta per metà a vetri, di vetro che sembrava smerigliato, che lascia passare la luce ma che non permette di guardarci attraverso. C’era una luce molto luminosa oltre la porta. Ero in piedi ed avevo il braccio sinistro disteso per aprire la porta. Potevo sentire il calore della luce e mi sentivo attratto da essa. Pensai fra me e me, “se vado oltre la porta, non vorrò tornare indietro”, così abbassai il braccio e, mentre lo facevo, notai che non era il mio solito braccio. Sembrava quasi trasparente. Poi feci un lungo passo indietro allontanandomi dalla porta. Da quella posizione potevo vedere che la porta non era su cardini, ma era come appesa liberamente con luce tutta intorno. Mi meravigliai (non avevo paura né percepivo alcuna minaccia) di vedere che la luce prendeva forma (come il fumo o una nuvola) poi, improvvisamente, si diresse sopra la porta e verso di me. Sembrava avvolgersi completamente attorno a me e mentre succedeva questo sentii un formicolio, e le seguenti parole mi giunsero (non so se vennero pronunciate) “Tutte le cose della Terra passeranno”.
Allora iniziai a sentire un immenso amore ed una pace indescrivibili. Sembrava che la luce mi sollevasse. Chiusi gli occhi per un attimo e mi immersi in questo grande amore e senso di pace. Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai a guardare mia moglie e alle due infermiere. NDE causato da un attacco cardiaco, con una descrizione dettagliata di com’era il suo corpo non fisico.
------
140.
NDE di Tara 7/03/02. 

Quando avevo 7 anni, andai in spiaggia con un amico. Decidemmo di salire su di una scogliera. Eravamo quasi a 20 metri di altezza quando rimasi bloccata. Il mio amico girò intorno allo scoglio per chiamare mia madre. Le mie mani iniziarono a scivolare e le gambe mi tremavano in modo incontrollato. Le dita persero presa sulla roccia ed io iniziai a cadere all’indietro. Mentre cadevo, aprii gli occhi e vidi che ero a testa all’ingiù e mi sembrava di guardare come fuori da un tunnel. Non avevo né sensazioni né riuscivo a udire nulla. Avevo aperto gli occhi 2 volte mentre cadevo ed ero ancora a testa all’ingiù. Di nuovo non avevo né sensazioni né riuscivo a udire nulla. Ero conscia del fatto che stavo rimbalzando colpendo la scogliera. Mi ricordo di aver pensato a quanto tempo ci voleva per raggiungere il fondo. Tutto era al rallentatore, ma non ho mai avuto paura. Non mi sono accorta di aver colpito il terreno, ma aprii gli occhi e mi resi conto di essere distesa a terra con la testa rovesciata all’indietro. Come prima non avevo sensazioni né udivo nulla, ma vidi una signora in piedi ad una distanza di un paio di metri da me. Questa signora era in bianco. Aveva un lungo abito dal quale si poteva guardare attraverso, ed aveva lunghi capelli bianchi. Sembrava risplendere. Mi chiesi perché non mi aiutasse. Stava semplicemente ferma e mi sorrideva. Pensai di essere morta. Ecco perché non mi aiutava. Quando decisi di chiederle aiuto, sembrava che leggesse i miei pensieri. Stavo chiedendo, ma senza pronunciare alcuna parola ad alta voce; sembrava che bastasse pensarlo. Le chiesi di aiutarmi, ma lei stava semplicemente ferma. Continuai a chiedere. Più chiedevo, più lei sembrava non volermi aiutare, e più ansiosa diventavo. Le chiesi di aiutarmi 3 o 4 volte. L’ultima volta mi rispose “Tu non hai nulla” e sorrise. Io dissi “No, non sto bene”, ma lei sorrise e se ne andò. Chiusi gli occhi, e fu allora che i miei sensi iniziarono a ritornare. Riuscivo a sentire e udire. Iniziai ad urlare ed arrivò l’amica di mia mamma. Chiesi se fossi morta. La risposta ovvia fu “No”. Le dissi della signora che non voleva aiutarmi. Lei disse “Quale signora?” Io risposi “La signora in bianco”, ma non c’era nessuno nelle vicinanze. Non appena mi alzai in piedi, mi accorsi che le uniche ferite che avevo erano delle sbucciature sulle gambe. Quando guardammo in alto alla scogliera, ci rendemmo conto che sarei dovuta essere morta o gravemente ferita.

NDE di una bambina resa incosciente mentre cadeva da una scogliera alta 20 metri, dove incontrò il suo angelo custode.
------

134. NDE di Mary Ann F 6/15/02. 

Ricordo di essere stata catapultata fuori dalla macchina e la mia testa colpire il divisore. Persi i sensi. Il mio primo ricordo era che stavo guardando giù dal soffitto e vedevo i miei genitori piangere. Pensavo di essere sveglia. Il seguente ricordo, ero a letto e ho potuto vedere una luce in mezzo alla stanza. Una infermiera irlandese si avvicinò a me e disse: 'Guarda questo bel tesoro. Ho intenzione di pulirla.' Poi l'altra infermiera la chiamò dicendo: "Non c'è niente che possiamo fare per lei, quindi prenditi cura degli altri prima".
Mi sono detto: 'Sono morta?' Ero così spaventata, poi mi sono trovata attraversare velocemente questo tunnel buio. Ero così spaventata, ma ho potuto vedere una piccola luce alla fine del tunnel. Poi ero dentro questa bella luce. La sorella della mia amica Kathleen, mi salutò. Indossava un abito bianco e tutto raggiante. Lei mi ha detto di non avere paura. Ho chiesto se potevo parlare con Dio. Allora Dio scese, come su un ascensore, da un cielo più alto e si sedette di fronte a me. Dio sembrava Gesù in un abito tutto bianco e grande, circa 2 metri di altezza. So che non riuscivo a vedere me stessa. Dio mi chiese se volevo restare o tornare indietro, mentre lui mi permetteva di guardare giù, vidi mia madre e le mie sorelle, che erano piccole in quel momento, in cucina. Mio padre era ubriaco. Ero circondato da tanta pace e bellezza, non volevo tornare. Ma ho detto a Dio: 'Vedete Padre, devo tornare indietro.' Dio poi mi ha mostrato tutta la mia vita. Mi ha detto che avrei avuto 13 bambini, ma 3 non sarebbe sopravvissuti. Mi sarei sposata tre volte. Il secondo matrimonio sarebbe stato come passare attraverso l'inferno con un marito violento. Il terzo uomo avrebbe cambiato tutta la mia vita e sarebbe stata la mia ricompensa più tardi nella vita. Mi mostrò l'inferno che avrei vissuto in terra prima di tornare in paradiso. Mi ha detto che mia figlia sarebbe tornato in cielo, il che è successo. Poi mi hanno portato in un bellissimo giardino dove i fiori erano indescrivibili. Non ho mai visto fiori come questi prima. L'aroma, mettiamola in questo modo: non so come tradurlo in parole. Vennero degli Angeli e mi sentivo come se stessi volando con loro. Alzai lo sguardo e vidi questa grande chiesa e poi mi ritrovai seduta a guardare la televisione. Mi sono stati mostrati un sacco di disastri. Ero così spaventata. […] Mi ricordo Dio come molto indulgente, siamo tutti amati, e dobbiamo imparare a perdonarci l'un l'altro. L'amore che ho sentito era così travolgente. Non volevo tornare [alla vita sulla terra], ma io sapevo che dovevo. […]. Poi, mi sono svegliata con la mia amica Eileen in piedi vicino a me. Le dissi "Tua sorella Kathleen mi ha detto di dirti che ti ringrazia per prendersi cura dei suoi figli," poi caddi di nuovo in coma. Quando mi sono svegliata dopo, non sapevo perché ero in ospedale, fino a quando mio padre mi ha raccontato l'incidente d'auto. Abbassai lo sguardo e vidi la mia gamba sinistra tagliata sul ginocchio. Pochi giorni dopo, ho lasciato l'ospedale.

É cambiata la tua vita in particolare a seguito della tua esperienza? Sì. La mia vita è cambiata proprio come Dio mi disse. Non ho bisogno di andare in chiesa per sapere che Dio esiste. Sono sicura che ci sia un aldilà. Noi esistiamo per amare Dio e il nostro prossimo.

------

133. NDE di Leah 6/15/02. 

Stavo vivendo un pessimo periodo della mia vita. A quel tempo, avevo detto a Dio che se esisteva davvero, avrebbe dovuto dimostrarmelo. La settimana successiva, la mia appendice scoppiò e mi dichiararono 'morta'. Mi trovai, tutto ad un tratto, in un luogo come una stanza buia. Iniziai a chiedere a Gesù di aiutarmi! Sapevo che ero morta e pensai che stavo andando all'inferno. Ricordavo di aver sfidato Dio a dimostrarmi che lui era lì. Comunque, non ho mai visto il suo volto, ma lui mi disse che non era ancora arrivato il mio tempo e che dovevo tornare indietro. Volevo davvero restare. Ma ancora una volta, mi venne detto che dovevo tornare indietro. Avevo avuto un bambino a quei tempi e lui aveva bisogno di me, inoltre il mio tempo non era ancora arrivato. Ricordo di aver insistito per rimanere ma ricordo solo di essermi ritrovata di nuovo nel mio corpo. Vedete, Dio mi ha risposto e mi ha dimostrato che mi ascoltava e che era lì per me. Non gli ho mai chiesto di provarmelo di nuovo. Egli ci ama così tanto, credetemi, l'ho sentito. Voglio che la gente sappia la verità: c'è un paradiso e un inferno.

Hai sperimentato una separazione della coscienza dal corpo?
Sì. Sapevo di essere morta per come mi sentivo e quello che vedevo. Sapevo di non essere nel mio corpo.

Quali emozioni hai provato durante l’esperienza?
Al principio ero molto impaurita perché pensavo che sarei andata all'inferno. Poi, dopo di ciò, sentii amore completo e fiducia. Dio si sarebbe preso cura di me. Non avevo dubbi in quel momento. Non posso descrivere la sensazione di amore e 'comfort' che sentivo. Nel linguaggio umano non ci sono parole per descriverlo.

Quale fu la parte migliore della tua esperienza? La fede che ho sviluppato.

------
130. NDE di Arthur B 6/8/02. 

Soffrivo di cancro testicolare. Mi rimossero il testicolo sinistro. Parte della terapia consisteva nel fare chemio. Mi rese molto malato e debole. In quel periodo della mia vita soffrivo anche di apnea durante il sonno. Ho avuto numerosi "eventi" di cessazione del respiro durante il sonno. Di solito finivo in convulsioni e spasmi e mi risvegliavo annaspando per respirare. Pensavo che gli effetti della chemio avessero indebolito talmente il mio corpo che queste cose non potessero succedere. Mentre ero disteso a letto e stavo addormentandomi la parte logica del mio cervello mi mandò un flash "Hai smesso di respirare. Se non riprendi, morirai". Semplice a quella maniera. Sentivo la "pressione" nel mio corpo, come la pressione in un pallone pieno d'aria. Non dolore, solo questa pressione. Per un attimo fui preso dal panico e pensai che stavo morendo. Il panico svanì e pensai "E' questa la morte? E' così facile, così naturale. Di cosa mi preoccupavo?" Mi sentii un po' stupido a spaventarmi. A questo punto una "sensazione" si impadronì di me. Era una emozione calma che permeava ogni parte di me. Era molto pacifica e unica davvero. Mai provato niente del genere prima. Poi mi sentii come se fossi di schiena dentro una piscina. Iniziai a scivolare lentamente dentro l'acqua. Iniziò a farsi scuro e vuoto. Un istante dopo divenne luminoso. Molto luminoso. C'era un oggetto davanti a me che sembrava il sole. Era così intensamente luminoso ma non mi faceva male agli occhi guardarlo. All' improvviso iniziai a capire le cose. Capii perchè avevo il cancro e quanto fosse importante per me averlo. Infatti era così importante che non avrei voluto che andasse in nessuna maniera diversa. Ma non so spiegare perchè fosse importante, lo capii e basta. Poi l'oggetto mi parlò. Mi parlò in inglese ed era come una persona qualsiasi. Mi disse...
"Ciao Arthur. Felice di vederti."
A quel punto dissi qualcosa del mio passato di cui non ero molto orgoglioso.
Allora l'oggetto disse: "Non ti è piaciuto, vero?" Risposi: "no".
Allora l'oggetto disse: "Non pensavo che ti sarebbe piaciuto."
A quel punto vi era come una linea immaginaria davanti a me, e sapevo che se la avessi attraversata non sarei potuto tornare indietro. Esitavo.
La luce allora mi chiese "Che fai?"
Io risposi "Sto morendo".
La luce mi rispose "E sei pronto a morire?"
Risposi "NO. Devo fare delle cose".
La luce disse "Giusto. Allora torna indietro. Quando avrai finito tornerai a trovarmi".
A questo punto rientrai nel mio corpo. Ricordo che mi toccai il braccio sinistro con la mano destra. Era strano. La pelle sembrava quella di un morto, fredda e senza vita. Era come se l'energia vitale non si fosse ristabilita del tutto in me. Mi sedetti nella stanza buia. Guardai mia moglie sedere accanto a me. Mi chiesi cosa fosse successo. Io avrei pensato un sogno se non che quel caldo bagliore, quel senso di pace era ancora con me. Durò un paio di giorni. Fu questo che mi fece capire che qualcosa di straordinario era davvero accaduto.

------
125. NDE di Tawnnie M 5/19/02. 

Ero alla mia abituale piscina, con gli amici, eravamo in acqua, schizzando in giro, quando sono entrata in difficoltà, e mi sono ritrovata sotto l'acqua, inghiottendo acqua velocemente. Ho afferrato il bikini di una ragazza accanto a me, ma lei mi ha cacciata via verso il fondo della piscina. Tutto ad un tratto, la mia vita mi balenò davanti agli occhi: momenti felici soprattutto; Natale; compleanni e così via. Poi mi sono trovata in quello che sembrava essere un tunnel, con una piccola, bianca, splendente luce all'altra estremità. Sapevo le cose con una certezza che non avevo mai avuto prima di morire, e non riuscivo a capire come potevo ancora riuscire a pensare. Pensavo che c'era stato qualche tipo di errore. Solo i miei pensieri erano rimasti. Non avevo più il senso di un corpo fisico. Mi muovevo abbastanza veloce verso la luce. Mi avvolgeva una sensazione di pace e quello che sembrava 'amore incondizionato'. Sembrava incredibile. Mentre mi muovevo in avanti, ho percepito la presenza di due persone. Queste persone mi conoscevano, ma io non le conoscevo, non le avevo mai incontrate prima. Loro comunicavano con me solo attraverso i pensieri, ed anche io con loro. Mi dicevano che non era ancora arrivato 'il mio tempo' e che sarei 'dovuta tornare indietro'. Poi, altrettanto rapidamente come ero arrivata, stavo tornando indietro lungo il tunnel ed ero di nuovo nel mio corpo fisico, tossendo e sputacchiando acqua, mentre il bagnino mi dava il bacio della vita (respirazione bocca a bocca). Rimasi cosciente solo per pochi secondi. Poi, persi coscienza e non mi risvegliai completamente fino a tre settimane più tardi, dopo aver trascorso quelle tre settimane in una tenda ad ossigeno in ospedale.

Dopo l’esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? Sì. Prima della NDE, dato che ero stata abusata sin da una così giovane età, io non credevo in Dio, nonostante avessi frequentato una scuola cattolica. Ma poi, dato la profondità dei sentimenti provati, e non essendoci altra spiegazione ragionevole, ho iniziato a credere in Dio. Io non pratico nessuna fede, e non frequento la chiesa, credo che la questione è tra Dio e me, lui sa quello che faccio. Quest'esperienza ha cambiato completamente la mia vita.

------
122. NDE di Mandy J 5/14/02. 

Il 25 maggio del 1992 ero prenotata alle 3.30pm per un intervento chirurgico alla vescica. Dovevo stare in ospedale per 23 ore. I miei genitori mi portarono all'ospedale verso mezzogiorno e mi dissero che dovevano fare delle commissioni e che sarebbero tornati in tempo per l'intervento. Feci l'ammissione e mi misero in attesa in una stanza dell'ospedale. Verso l'1.00 una infermiera venne e mi disse che mi portavano in sala prima del previsto perchè avevano avuto una disdetta ed era venerdì e il medico voleva andar via prima, ed io ero pronta. La mia famiglia (genitori, figlio) non sapevano che avevano anticipato e non avevo modo di contattarli. Dissi OK facciamolo. Mi diedero qualcosa per rilassarmi e mi prepararono. Il mio medico di famiglia (assisteva lo specialista) venne per vedermi e mi disse che c'eravamo quasi. La cosa successiva che accadde fu incredibile. Mi sentii risucchiata fuori dal mio corpo veloce, più veloce di quanto le parole possano dire. Non c'è niente su questa terra che possa spiegare quanto fu veloce. La cosa successiva è questa luce incredibilmente brillante (da quando ho visto questa luce porto gli occhiali tutto il tempo perchè non riesco a vedere senza) e quando fui infine capace di fissarla e guardarmi attorno ero in una enorme e bella area (diciamo da 5 a 8 campi di calcio messi assieme) l'erba era tutta verde e odorava di rose e altri fiori e c'erano persone che mi salutarono (spiriti) che erano morti e arrivati lì prima. Guardai a destra e sinistra e poi davanti a me e c'erano tutti i miei parenti e amici che erano morti disposti nell' ordine in cui erano morti. Per esempio il mio nonno Lupe era il primo che ricordo era morto nel 1955 io avevo 10 anni, ed era il primo alla mia sinistra. Erano persone che avevo amato e per cui avevo provato sentimenti profondi e che erano trapassate prima di me. Alla mia destra c'era la mia nonna che morì nel 1991, era la prima persona con cui parlai e le chiesi nonna perchè stai lì e non assieme agli altri. Stava seduta nella sedia verde che amava tanto e stava facendo qualcosa con le mani forse cucito perchè lo amava (aveva 92 anni quando morì) ma non era stata più capace di farlo negli ultimi anni per via della vista. Mi guardò e in spagnolo (mia nonna parlava poco inglese) mi disse che avevo ancora un po' da fare e che poi sarei andata con loro. Mi girai verso mio nonno e gli dissi quanto mi mancava e come ero felice di vederlo. C'erano circa 12 persone da quel lato. Parlai con ciascuno solo brevemente eccetto mio zio Donald con cui ebbi un dialogo più lungo. Donald H. è il fratello di mio padre che affogò il 30 giugno del 1989 (non sono sicura dell'anno) aveva circa 60 anni. Gli parlai e mi disse di recapitare un messaggio per suo fratello Joe, e mi disse cosa avrei dovuto dire. Stavo per fargli una altra domanda quando guardai su e vidi mio nipote fluttuare sopra gli altri, non era sulla destra nè alla sinistra, stava solo volteggiando intorno. Gli chiesi "Richard che fai lassù?". Mi disse: "NON ERA IL MIO MOMENTO DEVO STARE QUASSU' FINCHE' NON SARA' IL MIO MOMENTO". Mio nipote Richard si suicidò nel settembre del 1989. Sentii dolore nel mio cuore nel sapere che non poteva trovare pace. Allora sentii che volevo il calore e conforto di questi familiari e decisi che avrei attraversato dove mio nonno aveva posto la mano e detto NO non puoi ancora venire. Perchè no, chiesi. Non disse una parola, guardò solo in alto e guardai anche io per vedere cosa guardava. Non posso nemmeno descrivere cosa fosse, ma credo che se dovessi metterlo in parole direi che nel cielo sopra di noi c'era questa moltitudine di persone/spiriti e IL PADRE IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO. Sono stata cattolica tutta la vita e non ho mai davvero capito cosa significasse tre in uno ma adesso l'ho capito.
Un senso di grandissima pace mi sopraffece e capii che era il nostro Caro Signore. Volevo restare, mi disse che non potevo e io chiesi perchè no. La sua risposta fu che dovevo tornare indietro e finire quel che dovevo. Cominciai a piangere perchè non volevo lasciare questo bel posto che avevo trovato. […] Mi svegliai nella unità coronarica di cura intensiva. Mi avevano rimosso la vescica con il laser ma gonfiarono il mio stomaco e la troppa aria mi compresse la aorta e mi persero per un minuto e 25 secondi. Quel minuto e 25 secondi sono stati i più meravigliosi di tutta la mia vita e la più incredibile esperienza che io abbia mai avuto.

La tua vita o le tue credenze sono cambiate dopo questa esperienza? Sì, io davvero, davvero credo nel SIGNORE Gesù.

Quali sono la migliore e la peggiore parte della tua esperienza? La migliore Vedere il Signore -- la peggiore tornare perchè non proverò mai più quel senso di pace finchè sarò sulla terra.

------
119. 
NDE di William Si 4/29/2013 & 10/24/04. Descrizione dell'esperienza 2043:
La prima parte della mia esperienza, quando ho lasciato il corpo, è molto simile a quella che si legge nei libri e che si può ascoltare durante le conferenze a cui ho assistito, e di cui ho letto. Comunque, durante tutta la mia NDE, ciò che ho “sentito” e “compreso” durante il passaggio attraverso il tunnel o raggio di luce è assolutamente straordinario. Mentre passavo attraverso questa zona che sembrava non avere fine, riuscivo a sentire la presenza di spiriti che si trovavano nell'ombra: compresi il motivo che li tratteneva dall'andare verso la luce, e ciò era dovuto ai loro condizionamenti religiosi che avevano avuto durante la loro vita sulla Terra. Erano convinti di non essere degni di andare nella luce a causa delle azioni che avevano commesso mentre erano in vita. Arrivato alla fine del tunnel, vidi il più bel giardino che avessi mai visto. […]. Non ho paura della morte o di morire. Non mi importa perfino di come morirò. Ho ricevuto una promessa dal mio Creatore: nel momento in cui la mia missione terrena sarà finita, me ne andrò immediatamente e non mi importa il come. Voglio solo tornare a casa. La mia percezione fisica era minimale, mentre spiritualmente, la mia coscienza era estremamente vigile, al punto che ricordo perfettamente tutto quello che ho visto e le conversazioni che ho avuto dall'altra parte. No, era assolutamente reale. L'unica cosa che voglio aggiungere è che durante la mia esperienza ho avuto il piacere di conversare con Gesù. Sapevo con certezza che era lui. Ho anche ricevuto un meraviglioso abbraccio da lui. Sentivo il suo corpo con il mio spirito, e ci sono dei momenti, specialmente quando mi sento depresso, in cui posso ancora sentire il suo corpo fisico con le mie dita e so che era reale e che ciò che ha portato nel mondo è meraviglioso. Riuscivo a vedermi come sono ora, anche se in una condizione perfetta. […] Sentivo gli uccelli cinguettare ed ero cosciente di tutto quello che mi succedeva intorno. Tuttavia, i suoni non mi erano nuovi anche se sono sconosciuti sulla Terra. Tutto risuonava dell’energia del Padre Celeste. La musica su questa Terra non si avvicina neanche minimamente, tuttavia la ascolto ancora volentieri. […] Mentre passavo attraverso il tunnel, potevo sentire gli spiriti che erano nell'ombra oltre il tunnel di luce. Potevo sentire il loro tormento, la loro paura, la colpa e la vergogna che provavano. Allora chiesi ai miei guardiani come poteva Dio condannare questi spiriti. Mi fu detto che Dio non li aveva messi nell'ombraerano stati loro a mettersi in quel luogo. Allora chiesi che cosa significava tutto questo (voglio affrontare la questione con degli esempi). Molte volte le religioni ci insegnano che le azioni e le parole possono permettere ad una persona di essere ammessa o di essere esclusa dalla presenza di Dio. Questi insegnamenti portano ad un senso di colpa, di vergogna. Per esempio, se dici: “Dannazione! Merda! Va all’Inferno!”, la tua anima non sarà degna di stare alla presenza di Dio. Se una persona sceglie uno stile diverso di vita rispetto alla norma, molte religioni allontaneranno questa persona dal gruppo, ricordando al resto del gruppo che questa persona verrà mandata all'Inferno e che non vedrà mai la luce di Dio. Quando ero alla presenza del mio Creatore, risultò che avevo fatto delle cose nella mia vita fuori dalla norma, ma non sentivo vergogna per quelle cose, sentivo soltanto di essere amato. Mentre ero in quel luogo, vidi quattro vecchi amici che avevo avuto sulla Terra. Questi miei amici erano stati uccisi in un incidente stradale dopo essere stati investiti da un veicolo guidato da un ubriaco. Alcune persone potrebbero pensare che questo va bene perché erano stati uccisi senza averne colpa. Anche il guidatore ubriaco era stato ucciso. Tuttavia, anche lui era lì. Perché? Perché i miei quattro amici lo avevano perdonato per le sue azioni. E tutti e cinque sapevano che le loro missioni sulla Terra erano terminate quella stessa notte. Ah, ho dimenticato di menzionare che i miei quattro amici non sarebbero dovuti essere in Paradiso perché la loro religione li aveva condannati all'Inferno. Tutti e quattro i miei amici erano stati gay. Ma non avevano vergogna né sensi di colpa per il loro stile di vita. Era la società che ne aveva. Questi quattro miei amici erano delle brave persone, non avevano fatto alcun male a nessuno. Tre di loro avevano delle sorelle più giovani che non avevano mai né molestato né maltrattato, ma avevano protetto fino al giorno in cui morirono. Quando passiamo dall'altra parte, quando Gesù si recò da coloro in prigione, parlò anche di quelli che erano nell'ombra. Erano loro che a causa della colpa e della vergogna non si sentivano degni di essere amati da Dio. Sono loro che noi dobbiamo aiutare, a cui dobbiamo insegnare di non rimanere nell'ombra, ma di svegliarsi e di rendersi conto che Dio è puro AMORE. Le esperienze che queste anime hanno avuto sulla Terra sono soltanto parte della loro missione. Quando impareranno a lasciar andare il senso di colpa e di vergogna, ritorneranno nella luce. Spero che queste mie spiegazioni abbiano risposto alla domanda. Scrivimi pure liberamente quando vuoi.
Sinceramente, William Si

------
108. 
NDE di Analisa D 4/6/02. 

Forse dovrei dire qualcosa riguardo alla mia vita prima della NDE, così che voi possiate capire che impatto ha avuto su di me quanto accaduto. Ho 26 anni. La mia NDE risale a quando ne avevo 22, nell'Aprile del 1998. Fu successiva alle mie sofferenze causate da un disordine post traumatico. Quando ero piccola venni severamente abusata da mio padre e dal mio nonno, e fui anche vittima di pornografia e prostituzione infantile. Ho avuto problemi di alcool e droghe e disordini alimentari per molti anni. Al tempo della mia "morte" cercavo di rimettere ordine nella mia vita, avevo smesso con le droghe e risolto il disordine alimentare che mi portavo dietro da quando avevo 19 anni, ma con scarso successo quanto a sentirmi davvero meglio--mi limitai a scambiare tossicodipendenze dandomi al fumo compulsivo. Il mio passato era ancora troppo doloroso da affrontare, e senza affrontarlo non potevo vivere appieno e in maniera salubre il mio presente. Credo che siano queste forze che mi hanno lacerata emotivamente e psicologicamente.
Uno dei problemi correlati al mio disordine post traumatico era l' incapacità di dormire. Soffrivo di insonnia. Avevo il terrore di addormentarmi, perchè la notte ed il sonno per me sono state a lungo collegate con gli abusi. Iniziai a dormire sempre di meno. da 5 ore a 4, 3,2, 1 se avevo fortuna, finchè alla fine non dormivo affatto. Semplicemente, mi lasciavo deteriorare. Avevo perduta tutta la voglia di vivere, e mi affamavo e non assumevo abbastanza liquidi. Dopo 7 notti senza sonno, finii all'ospedale, seriamente ammalata. I dottori dissero a mia madre che non sapevano se ce la avrei fatta o meno. (non me lo ha riferito fino ad alcuni anni dopo). Ricordo che ero nella stanza d'ospedale, e tutto ad un tratto mi ritrovai circondata da questa luce brillante bianco-giallognola, quasi dorata. Più si guardava lontano più era brillante, e vedevo questa luce come se fosse superimposta ["superimposed", credo intenda dire che si trovava avvolta dalle propaggini periferiche di questa luce - ndr] al paesaggio fuori della finestra. D'un tratto venni attirata verso questa luce, e fu il senso più indescrivibile di pace e amore che io abbia mai provato in vita mia. Era estasi pura. Il mio cuore era vivo, e sentivo come se rivoli interminabili di acqua fresca vi scorressero attraverso ed era la sensazione più ravvivante possibile! Non volevo che questa sensazione smettesse mai ero così felice!! (per la prima volta in vita mia!) ero semplicemente intrigata e stetti in questo stato per un tempo che mi parve lungo e breve al tempo stesso. Era come se tutta la conoscenza mi venisse riversata dentro, così che niente venisse più trattenuto. Ero così amata, e tutte le mie domande avevano risposta.
[…] Ricordo anche come provai a convincere qualcuno che fumare non era quel che Dio voleva che facessero, perchè fa male a Dio quando facciamo male a noi stessi perchè siamo tutti così belli e sacri. Mia madre mi ha detto che dopo la mia NDE sembravo un felice figlio dei fiori! (lo dice ancora a volte--una cosa a cui sono sensibile). Rimasi in questa condizione per un po', ma poi il mio passato negativo riprese il sopravvento. Siccome non avevo davvero elaborato i miei dolorosi problemi il mio passato mi colpì con tutta la sua forza. Tutto l'antico senso di colpa, il dolore, e il rancore sopito iniziarono a riavvolgermi, solo che questa volta li sentivo che mi stavano anche consumando. E mi consumarono. Iniziai a pensare quanto fossi indegna di quanto esperito, iniziai a pensare a tutti questi orribili, cattivi pensieri riguardo a me stessa e mi risprofondai nel mio vecchio stato di depressione viscerale. Ed allora ebbi la mia seconda NDE. Questa fu la cosa più orrenda che sia possibile immaginare. Ero distesa nel letto quando d'un tratto vidi tutta questa oscurità. Non c'era luce, non c'era nulla. Non era nemmeno che potessi vedere il buio, mi limitavo ad esistere e sapevo di trovarmi lì. Ad un tratto c'erano questi esseri accanto a me. Non ricordo quanti, ma sentii che erano degli esseri che mi erano stati attorno per un po' e che aspettavano questo momento. Iniziarono a tirarmi e mi portarono in questo luogo di assoluta disperazione. Non c'era niente, e tuttavia esistevo in questo orribile vuoto. L'essenza di questo vuoto era una ASSENZA DI DIO. Lo voglio sottolineare enfaticamente. Era una tortura assoluta, niente, assolutamente niente può descrivere questo dolore. Era il mio peggiore incubo che si avverava. Gli esseri lì mi dissero che tutta la mia famiglia era destinata a quel vuoto e che sarebbe stata colpa mia. Perfino parlarne è molto, molto duro. Era terrore puro; [sentivo che nemmeno Dio poteva aiutarmi, e restai in quel posto orrendo]. Non ricordo come tornai, ma dopo quel che sembrò una eternità ero di nuovo in ospedale, nel mio corpo. Provai a raccontare alla gente quel che mi era accaduto, ma pensavano che ero matta. Raccontai al mio fidanzato dell'epoca cosa mi era successo. Non riuscivo a smettere di parlarne. Mi lasciò 2 settimane dopo. Mi ripresi fisicamente, ma non emotivamente. Gli effetti negativi della seconda esperienza sono rimasti con me per 3 anni!

Hai incontrato altre creature? Sì durante la seconda esperienza vi erano esseri orribili -- quello che ricordo più distintamente aveva delle fattezze orrende del tipo demonico -- lo so perchè era qualcosa che avevo creato dalla mia paura e dalla paura degli altri...buio...mi stava sopra e mi afferrò (assieme agli altri orrendi esseri ma non ricordo così bene).

Hai visitato altri luoghi o paesaggi, livelli e dimensioni? Sì, nel secondo ero all'"inferno"-- era orrendo.... era un vuoto, una vacuità, una mancanza di un dio...una assenza di amore... non c'era visione -- solo pensiero puro e i pensieri erano torturati e orrendi.

Hai avuto la sensazione di possedere una qualche conoscenza o sapienza speciale? Sì. Sì!! Tutto era comprensibile... tutto era amore -- e questo amore era fatto di luce... luce-amore è il principio operativo di base di tutto. Era dappertutto e dentro ogni cosa. La ragione di ogni sofferenza era il non essere consapevoli di questa luce-amore. Capii di cosa parlava Gesù (e penso di questo si trattava poichè ero cattolica all'epoca) che lo spirito santo di cui parla la bibbia è pura luce-amore. Lo spirito era in me e in ciascuno di noi, ed è quel potere che può conquistare ogni oscurità... era così semplice e bello.

------

104. NDE di JM 3/21/02. 

Ero alla spiaggia con la mia famiglia e ci divertivamo a saltare le onde. Mi sono trovato presa dalla risacca e all’inizio ho provato a risalire verso la superficie. Visto che sentivo i polmoni come se stessero per scoppiare, ricordo di aver respirato nell’acqua, e di essermi sentita subito meglio. A questo punto, ho visto delle branchie sui lati della mia gola e pensavo: 1) sono una sirena, uno dei miei sogni preferiti; 2) sono un pesce; 3) mi sono detta di non essere sciocca, stavo solo annegando. Ero completamente rilassata, e sentivo un amore completo. Potevo vedere le ombre di persone da ambo i lati intorno a me che mi conoscevano, ma io non le conoscevo…ma erano della famiglia. Ho sentito la più bella musica possibile e stavo attraversando un tunnel verso una luce che sapevo essere Dio.
Mi sentivo animata e felice di partire…ma all’improvviso la luce esplose e mi sono risvegliata sulla spiaggia circondata dalle persone che mi avevano tirato fuori.
Tutto era talmente rumoroso e luminoso, e molto doloroso, ma stavo bene. La cosa divertente è che volevo ritornare nell’acqua perché sapevo che Dio non mi avrebbe lasciata annegare, ma i miei genitori (ovviamente) non volevano. Oggi non ho paura dell’acqua, mi piace nuotare e andare al mare.

Hai incontrato o visto altri esseri? . Le persone da ambo i lati intorno a me che ricoprivano l’interno del tunnel verso Dio.

C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere riguardo all’esperienza? Sono gentile ogni giorno con tutte le creature di Dio: animali, minerali, vegetali e tutto ciò che c’è sulla madre terra.

------
101. 
NDE di Maria G 3/08/02. 

Mi è stato raccontato successivamente che stavo morendo e che i miei figli vennero chiamati al mio capezzale. Io ero in coma. Durante l'esperienza fui trasportata molto rapidamente attraverso un tunnel, così rapidamente che sentivo come se mi stessero tirando per le braccia e le gambe. Alla fine del tunnel, verso l'alto, c'erano delle luci brillanti. Attraversai la luce e mi trovai in una stanza di mattoni rossi (pareti e pavimento). Faceva molto freddo e i miei piedi si congelavano. Mi trovavo di fronte a Gesù e dietro di lui c'erano mio padre e mia nonna paterna defunti, che indossavano gli stessi vestiti che gli avevamo messo per la sepoltura. Sembrava un quadro di El Greco. Tutti erano molto seri e tristi. Gesù mi chiese se fossi pronta a morire ed io risposi di sì. Lui mi disse che dovevo tornare per mio figlio Christopher (che a quei tempi aveva 20 anni e viveva con me). Mia nonna recitava il Rosario in Italiano a voce bassa. Mio padre non disse una parola e sembrava molto triste e serio. Io dissi a Gesù che mio figlio aveva un fratello e una cognata, ma lui scosse la sua testa, in segno di negazione. Subito dopo, mi ritrovai nel tunnel, spinta all'indietro e mi svegliai nel mio letto d'ospedale. Nelle successive 24 ore, migliorai moltissimo e pochi giorni dopo, lasciai l'ospedale, tra lo stupore dei miei figli.

------
93. NDE di Larry 1/12/02

28 Novembre 2001 - NDE tratta da un'eccellente intervista di Loni Parrott, degli amici di IANDS (FOI) gruppo di Iowa City, Iowa (contattare Loni per ulteriori informazioni). Notevoli effetti post-NDE. Larry è un uomo sposato. Pensionato, di religione protestante.

D. Puoi darmi una breve descrizione delle circostanze della tua N.d.E.? (N.d.E.= esperienza di pre-morte ndt).

R. È stato circa 5 anni fa, era Agosto, circa le 5 e 30 del mattino sull'autostrada 151. Stavo guidando il mio camion, c'era la nebbia del mattino presto. Stavo accompagnando mia moglie Kathy al lavoro. Noi vivevamo a circa 7 miglia di distanza dal suo lavoro. All'improvviso, non mi sento bene. Parcheggio a un lato della strada. Io e Kathy usciamo dal camion. Cammino intorno al camion e muovo un po' la testa cercando un po' d'aria fresca. Dico: ''Non so cosa mi stia succedendo ma non mi sento bene''. Lei mi dice: ''Vuoi che guidi io?''. Le rispondo che posso guidare. Torniamo nel camion e guido per circa 2-3-4 isolati, poi parcheggio di nuovo. Dico a Kathy: ''Forse è meglio che guidi tu. Mi sento debole e ho le vertigini, non so cosa mi stia succedendo''. Quindi passo al lato del passeggero e lei comincia a guidare. La parte che vi racconterò adesso è l'esperienza che mi ha raccontato Kathy. Mentre avevo le vertigini, tutto intorno a me diventò nero e cominciai ad avere la visione di un tunnel. Ricordo di essere svenuto e Bum! Tutto sembrava andare a 90,000 miglia per ora. Bum! Lei stava guidando e io sentivo la sua voce dire: ''Che ti succede? Sveglia!''. La sento gridare e andare in panico. Lei mi ha raccontato che mi scuotevo molto e il mio braccio rimase impigliato nel volante. Lei non sapeva cosa fare. Da un lato cercava di guidare nella nebbia, dall'altro cercava di mantenermi fermo. Mi mette una mano sul collo per controllare le pulsazioni. Poi mi dice che me ne ero andato. Niente più movimenti. La parte che ricordo io è quella in cui io parlo con lei. È difficile da spiegare. Lei gridava e io pensavo di stare parlando con lei, le dicevo: ''Devi continuare la tua vita senza di me. Io sono in un altro posto adesso. Non posso fare più nulla per te. Siamo entrambi qui, ma io sono in un altro posto che non conosco. Continua a guidare che ce la farai. Ora devo andare. Ciao!''. Io stavo parlando e pensavo che lei mi stesse ascoltando. Pensavo di essere vivo. Ma lei mi ha raccontato che io non stavo parlando.
Vedo me stesso dall'alto della cabina del camion. Mi vedo in posizione fetale, tutto rannicchiato e non so dove mi trovi. Vedevo mia moglie guidare il camion, vedevo i miei pantaloncini grigi e maglietta grigia. Potevo vedere me stesso, e SAPEVO di trovarmi in un altro posto. Tutto ciò è successo in un intervallo di 7 miglia. Poi esco dal camion e vedo mia moglie correre verso la stazione di Polizia, ma non c'era nessuno, quindi va verso il suo lavoro. Non ho idea di dove mi trovi. Non riconosco l'edificio o il parcheggio. Lei corre dentro e chiama il 911 (ndt. il 113) e poi arrivano i pompieri. Ricordo i pompieri dire: ''È morto. Chiamate un'ambulanza perché se n'è andato. Codice Rosso'.' Poi ricordo di trovarmi nell'ambulanza e mi stanno portando all'ospedale. L'ambulanza arriva nel parcheggio, mi mettono degli elettrodi e boom boom, ma nulla succede. Li sento dire: ''C'è la macchina dello sceriffo che sta venendo, lo sceriffo è un paramedico''. L'ambulanza si ferma per incontrare lo sceriffo, io lo vedo mentre si allenta la cravatta. Lui dice: ''È drogato?''. Io ho una maschera di ossigeno sul viso, ma dico: ''No, no!''. Poi lui mi somministra un'intravenosa. Quando io ero in bilico su me stesso, sapevo di trovarmi in un altro mondo. Non ero più sulla terra, lo so perché all'improvviso iniziai a vedere molte luci come di alberi di Natale, migliaia di luci bianche. E divenne tutto calmissimo. Dopo la calma, sentivo di andare a 90 miglia per ora e tutta la mia vita mi passò davanti. All'inizio era un piccolo puntino rosa, poi era come una lavagna con molte cartoline che si susseguivano. Andava velocissima, non potevi fermarla. Erano continue immagini in movimento. Potevo vedermi. Avevo circa 8 anni e sostenevo una pistola giocattolo. Vedevo me stesso nei Marines, sostenendo un fucile. Poi le forze armate. Andava velocissima! E poi eccomi qui, guardando questa palla arancione e gialla. E fa paura. Non so dove cavolo mi trovi, ma è bello. All'improvviso c'è la visione di un tunnel- sto guardando giù verso questo tunnel. La piccola luce rosa diventa verde-blu. In quel momento la mia vita stava passando. Poi mi ritrovo qui su, guardando questa palla arancione e gialla, che era soffice e calda, e guardo nel tunnel. Tutto è calmo, troppo calmo, ma c'è molta pace. Non so come, ma so di non essere sulla terra. Lo so! E all'improvviso sento una voce. Non era maschile o femminile, non era gentile o dolce. Hai presente gli imitatori? ecco, un imitatore non potrebbe mai imitare questa voce. Perché questa voce è unica, non ne esiste un'altra come questa. Quando l'ascolti, la riconosci subito. Non posso descriverla. Non era forte, non era cattiva, non era dolce. Non potevo neanche girare la testa, perché questa voce mi stava parlando. Non ricordo cosa la voce mi stesse dicendo. L'unica cosa che ricordo è che la voce mi disse: ''Devi tornare indietro. Non siamo ancora pronti per te''. Io volevo girarmi verso la voce, ma non potevo vederla. Era buio, buio e bello, la palla arancione, le luci, le sfumature giallo-arancio. È tutto andato. Ora eccomi tornato in ospedale… l'ambulanza, la barella, io sono sulla barella, guardo tutte queste persone, e sono fuori di qui! Bum! Non ho polso. Loro dicono che sono morto. A quel punto torno indietro. Ero sudato e freddo. La mia bocca andava a 90 miglia all'ora, cercando di raccontare al dottore quello che era successo. Gli dico: ''Ho appena visto il tunnel, la luce, la voce!''. Lui mi dice: ''Adesso stai bene, Larry''. Lui esce e tutto diventa nero di nuovo. Il dottore rientra e spinge sul mio petto. Quando gli ho raccontato quello che mi era successo, il dottore mi dice: ''Sono un medico e non credo in queste cose, ma da quello che mi dici, hai appena avuto una N.d.E.''. […].

D. È stato difficile descrivere questa esperienza a parole?

A. Sì è difficile. Dipende tutto dalle persone con cui parli. A certe persone non ne parlerei mai. Di solito appena comincio a parlarne con qualcuno mia moglie mi ferma subito, mi dice che l'imbarazza. Se solo le persone lasciassero che si parli di questo, ma persino la mia stessa moglie non vuole che io lo dica a qualcuno.
Una cosa che ho imparato da questa esperienza è che ho avuto un dono, anche se non so quale sia. Il fatto è proprio questo, mi è stato dato un dono ma io non so come usarlo. E non so cosa sia. Mi è stato dato il dono di ascoltare la Voce che nessun altro ha ascoltato. È qualcosa che non posso provare, non posso dare a qualcun altro, non posso neanche descrivere tanto bene. Non posso farne un video per far si che la gente lo veda, avreste dovuto vedere ciò che ho visto io! Esiste ma è come se non esistesse. LUI mi ha dato questo dono e mi ha detto di farne ciò che voglio. Nessuno può portarmelo via. È mio! Conosco la Voce, ma non posso descriverla. Mi fa male! Non posso imitarla. È unica. Solo LUI. È unico.
D. Sentivi qualche tipo di connessione tra te ed il tuo corpo?

R. Sapevo che ero io. Era la mia unica connessione.

D. Eri da solo?

R. No. Sapevo di essere solo perché non potevo vedere nessuno, Ma la luce era lì, quindi non potevo essere solo.

D. Come ti sentivi in presenza della Voce?

R. Da un lato ero spaventato perché non sapevo dove fossi. In un certo modo lui mi rassicurava, ''È tutto ok, è tutto ok''. Ma non mi lasciava vederlo! ''Non siamo ancora pronti per te, Larry. Devi tornare indietro''. Io volevo guardarlo e dirgli qualcos'altro, tipo: ''Non voglio tornare indietro. Lasciamo parlarti''. Ma solo lui parlava ed io ascoltavo.

D. Cosa pensi di aver imparato nel vedere la tua vita passarti davanti così?

R. Che quando tornerò dove sto andando, prenderò la vita in modo più serio. In altre parole, non mi sveglio la mattina, vedo un uccellino e do l'uccellino per scontato. Prima, quando le persone mi parlavano io non le ascoltavo veramente. Ora quando qualcuno mi parla, io ascolto ogni parola. Ho più compassione per le persone. Non do più le cose per scontate. Può suonare contraddittorio. Prima ascoltavo solo quello che volevo ascoltare. Adesso ascolto tutto ciò che mi dicono. E non vedo l'uccellino come un uccellino, ma come un essere umano. Ma tutto quello che io vedo qui non è più reale. Nulla di ciò che io veda è reale. Quello che ho visto di là era reale. Questa vita è come un'imitazione, io ho visto il ''vero me stesso''. Prendo le cose più sul serio e ascolto di più ma so che non é reale. Non è reale come quello che ho visto io. Quando una cameriera mi versa il caffè, so che non è reale. Ogni volta ce prendo una rivista o accendo la Tv, so che sono cose materiali, ma non sono reali.

D. In che modo, la revisione della tua vita ti ha comunicato queste cose?

R. Non lo so. So solo che quello che visto era reale. Questo non è reale.

D. Tu vedi tutte le cose con più valore, ma allo stesso tempo sai che non sono reali.

A. Non sono reali.

D. Non volevi tornare indietro nel tuo corpo, alla tua vita?

R. No. Mi è stato detto che dovevo tornare.

D. Qualche nuova concezione sulla vita?

R. Sì. Prendo le cose più seriamente adesso, ma nulla è reale, è tutto materiale.

D. Come sono cambiati i tuoi sentimenti verso Dio?

R. Credo ancora in Dio come facevo prima. La parte che non capisco è come mai lui abbia scelto proprio me, non lo so. Io non sono mai stato un fanatico religioso, io sono solo io, un vecchio muratore, che camminava per strada, beveva birra di notte al bar con gli amici, con qualche rissa talvolta.

D. Credi che sia la voce di Dio quella che tu hai sentito?

R. . Era Lui.

D. Ti sei recuperato velocemente?

R. Sono stato in ospedale per circa una settimana, ma quando sono tornato a casa, c'è voluto un tempo prima che io riprendessi le mie abitudini. Persino il telecomando della Tv, non potevo leggerlo, perché era tutto in 3D. Quando guardavo la Tv, non era reale. Ho perso interesse nel guardare la tele perché non era reale. Ero tipo nel mio mondo. Niente era reale, ed ancora non lo è. L'unica cosa reale è quello che mi è successo. Io sono reale qui, nella mia pelle e nel mio corpo, ma non sono REALE come lo ero lì.

D. Cosa hai capito della morte?

R. La mia idea è che si va in un bel posto. Un posto reale. Questo non è reale. Si va nel mondo REALE. Mentre qui siamo solo di passaggio.

D. Cosa pensi della reincarnazione?

R. Non ne so nulla. Io non leggo molto. Ho solo letto 5 libri sulle N.d.E. Nei giornali leggo solo la pagina dello sport.

D. Prima di questa esperienza credevi nell'inferno o nel paradiso?

R. Quando ero un bambino. Pensavo che se fossi stato bravo sarei andato in paradiso e se fossi stato cattivo sarei andato all'inferno.

D. Adesso ci credi?

R. . Credo che andremo tutti in paradiso!

D. Cosa pensi dell'inferno?

R. Io non l'ho sperimentato quindi non so come sia.

D. Credi che ci possa essere un inferno?

R. . Ovunque esso sia. Probabilmente qualcuno ci andrà. Io non sono un tipo molto religioso. Non ne so molto. Ero probabilmente il più grande emarginato che camminasse per strada, eppure sono andato in un bel posto. So di non aver vissuto la miglior vita. Non ero un esperto della Bibbia; Ero solo un muratore, uno stupido Marine.

D. Quindi se tu sei andato lì e hai potuto vivere questa esperienza, in pratica tutti possono?

R. Credo di sì. Dipende da quello che Lui ti dice. Se tu sei qui, uccidendo persone ogni giorno, non credo ci andrai. Oppure Bin Laden, io so che lui andrà in un altro posto, c'è già un posto per lui, anche se lui non lo sa.

D. Hai mai letto la Bibbia da allora?

R. Non ho mai letto la Bibbia.

D. C'è qualcos'altro sulla tua N.d.E. che non abbiamo trattato?

R. Niente è reale. È reale ma allo stesso tempo non lo è. Questo mi è chiaro. Prendo le persone sul serio. I problemi non li prendo tanto sul serio. Come il mio camion, un cervo mi ha attraversato la strada. Non l'ho presa troppo sul serio. Non ho bisogno di un camion! Prima della N.d.E., mi sarei preoccupato moltissimo! Adesso sono più rilassato. So che tutto andrà bene. La N.d.E. è davvero difficile da spiegare. Questo mondo umano, fatto dall'uomo non è reale. Quel mondo non è una creazione dell'uomo ed è reale. Ma io ancora non so cosa io stia facendo. Non ne ho idea. Quando sei lì sai che devi parlare con qualcuno. Io ascoltavo. Bisogna ascoltare! Era un'autorità molto forte, ma gentile. Lei ti guida ma la decisione spetta a te. Cosa vuoi fare? L'amore era lì, ma io non sono entrato nella luce.

------
92. 
NDE di Anne 1/12/02. 

Il giorno prima della mia NDE ero stata dal medico perchè avevo problemi nello stare seduta. Quando esaminò il mio retto trovò un grave ascesso e venni immediatamente deferita ad un chirurgo per operarmi il giorno seguente. Quella notte, mentre stavo a letto, sentii il mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi distesa sul letto, la cosa mi spaventò e cercai di svegliare mio marito ma non si svegliò. Il giorno seguente in bagno stavo effettuando il clistere in preparazione per la chirurgia rettale e notai del sangue. Mentre ero in piedi iniziai ad essere molto tachicardica e molto spaventata, perchè sentivo che stavo per morire. Mi mancò presto il fiato e sapevo che stavo per morire. Iniziai a pregare perchè non volevo che i miei bambini mi trovassero morta nel bagno, sentivo come se qualora mi fossi lasciata andare sarei morta e questa sensazione era lì con me ma mi faceva anche sentire molto in pace. Decisi di non lasciarmi andare e pensai che se mi fossi distesa nella vasca mi sarei invece rilassata... piuttosto che essere così ansiosa. Così entrai nella vasca e mentre stavo lì sentii ancora una volta il mio spirito lasciare il mio corpo e potei vedermi seduta nella vasca... questo mi terrorizzò letteralmente e saltai fuori della vasca perchè non volevo che i miei figli mi trovassero morta dentro una vasca. Strisciai verso il telefono e chiamai la mia vicina e le chiesi per favore di venire ad aiutarmi a vestirmi. Quando arrivò ero debole, ma andava bene tutto sommato, e riuscii a scendere le scale con lei. Il mio patrigno arrivò per portarmi dal chirurgo. Mentre ero nella sala di attesa, provarono a mettermi un accesso intravenoso ma ebbero difficoltà. Mi misurarono allora la pressione ma non riuscirono a rilevarla. Io risi e dissi all' infermiera che doveva essere un malfunzionamento. Quando l'anestesista entrò sentii il bisogno di dirgli di non lasciarmi morire. Ricordo che mi guardò come se fossi matta. Mi portarono in sala e mentre iniziavano a monitorarmi, vidi il ritmo cardiaco della onda V e guardai alla pressione e la minima stava scendendo sotto i quaranta. L'anestetista era molto agitato e iniziò a correre per la stanza poi, tutto ad un tratto, il mio spirito lasciò il mio corpo e venni risucchiata come in un vuoto. Il mio spirito saliva fuori dall' ospedale e fin dentro l'universo. Intendo dire pareva di stare a "Star Trek", il mio spirito viaggiava velocissimo e vidi la terra sotto di me e mi parve di stare in mezzo alle stelle. Poi tutto d'un tratto... sentii un "bum" e atterrai in questo luogo molto nuvoloso e la gente che vedevo lì erano tutte persone morte delle quali una volta mi ero occupata come infermiera. Mi diedero il benvenuto ed erano tutti sorridenti. Si fecero da parte e di mezzo a loro vidi venirmi incontro mio padre che era morto sei mesi prima. Ricordo come fui felice perchè amavo tanto mio padre e lui era morto. Mio padre mi sorrise e mi prese per mano e mi condusse in un tunnel. Il tunnel sembrava muoversi avanti e indietro, e andai verso il fondo. Questa luce brillava su di me e non sentivo alcun dolore, e un amore incredibile radiava dentro di me. Continuai a camminare nel tunnel e nel mezzo ora vi vidi una figura vestita in bianco con lunghi capelli e che mi dava la schiena. Sentivo un incredibile amore provenire da questa persona e io sapevo dentro di me che se si fosse voltato per guardarmi io sarei morta. Al di là di quest' uomo vi era un luogo incredibile. I colori erano interattivi e vivi. Sembrava un paradiso, eccetto... i colori erano vivi e le pietre e il cielo e l'erba e l'acqua tutto sembrava così bello e tutto sembrava interagire. Vidi la mia vita davanti a me passare come un film accelerato e vidi tutte le cose buone e tutte le cose cattive che avevo fatto nella mia intera vita. Improvvisamente udii tre voci... e dissero... "Puoi rimanere o puoi ritornare". E io ponderai, posso rimanere o posso andare? E dissi "non sono abbastanza buona per stare qui", e le voci dissero "Oh... ma lo sei"... e le voci erano così tenere... e il pensiero di restare era così seducente per me. Volevo rimanere con mio padre ma improvvisamente sentii questo strattonarmi per le spalle. Sembrava che mi tirassero e seppi subito che erano le preghiere della mia famiglia, dei miei bambini... e subito dissi "devo andare". Nello stesso momento ripercorsi il tunnel all'inverso in un istante e riattraversai l'universo e sentii un "bum" ed ero di nuovo nel mio corpo. Chino su di me c'era il mio medico e mi diceva "Anne perchè non mi hai detto che stavi così male, hai avuto un arresto cardiaco ti abbiamo rianimata e abbiamo effettuato l'intervento senza anestesia e probabilmente morirai, sei in shock settico". E io dissi "Oh no dottore, sono stata in paradiso e son dovuta tornare, non morirò". Sono stata molto male per sei mesi e ho avuto un totale di 5 interventi e sono stata in condizioni settiche molte volte, ma sono sopravvissuta.

Hai incontrato altre creature? , vidi tutti questi pazienti deceduti dei quali mi ero presa cura nella mia vita in qualità di infermiera, e vidi mio padre che era morto, e vidi quest'essere nel mezzo del tunnel che secondo me sembrava Gesù.

------
91. 
NDE di Chae 1/12/02. 

Mi stavano facendo un intervento chirurgico. Una biopsia al seno per dei noduli. Avevo 18 anni ed ero incinta del mio primo bambino. Ero in anestesia locale per cui ero del tutto conscia e consapevole di quanto mi accadeva attorno. Dovevo essere un semplice paziente in day-hospital, voglio dire che sarei dovuta tornare a casa dopo l'intervento. Sentivo i dottori tagliare e portar via i noduli come se la anestesia locale non stesse funzionando esattamente come avrebbe dovuto. Il medico era consapevole del disagio che provavo perchè mi chiese se potevo sentirlo lavorare su di me e gli dissi di sì. Immagino che non vi abbia creduto perchè continuò. La cosa successiva che so la testa iniziò a girarmi e sentii una sensazione molto molto calda per tutto il corpo inclusi i piedi. E poi non potevo più sentire il mio corpo per niente. Le esperienze della mia vita lampeggiarono immediatamente davanti ai miei occhi come se stessi guardando un film accelerato in avanti. Fu in quel momento che sentii il mio corpo separarsi da quello che era sul tavolo operatorio e cominciai a fluttuare. Per tutto il tempo potevo sentire i medici e le infermiere parlare. Potevo sentire il dottore dire "forza ragazzi la stiamo perdendo la stiamo perdendo", e poi tutto divenne confuso e non potei capire più nulla di quel che dicevano. Potevo solo vedere i medici e le infermiere lavorare freneticamente su di me.
Mi sopraffece un immediato senso di paura mentre fluttuavo in alto verso un enorme e lungo tunnel che sembrava un cappello da carnevale rigirato. L'ingresso da cui entrai era ampio ma l'uscita del tunnel era più piccola e c'era una luce brillante, brillante, quasi accecante alla fine. C'era una ragazza che sera immersa nella luce alla fine del tunnel e mi aspettava. Indossava una veste/tunica. Entrambe forse. La tunica era brillante come la luce che stava alla fine del tunnel e non aveva colore della pelle. Sembrava lei stessa di luce ma aveva un volto e delle mani. La tunica le copriva i piedi e le gambe così non posso dire se le avesse. sapeva che ero spaventata così mi venne incontro e mi porse le mani per consolarmi. Mi fece sapere che sarei stata okay e un immediato senso di calma entrò in me. Una calma mai sperimentata prima. Era molto pacifico. Continuavo a girarmi per guardare giù verso la stanza operatoria ma mi disse di non preoccuparmi di quello che accadeva dietro di me e di andare avanti perchè c'erano in serbo cose molto migliori per me là dove mi stava per portare. Fui d'accordo e continuai ad andare verso la fine del tunnel. Non avevo alcun senso del suono, affatto. Non venne detta una sola parola. Potevo leggerle i pensieri e lei poteva leggere i miei così non avevamo bisogno di voci per comunicare fra di noi. Stavo per dirle il mio nome ma mi disse che non avrei avuto bisogno di un nome dove stavo andando il che mi lasciò perplessa non poco ma mi fidai di lei perchè era così buona. Mentre arrivavamo sempre più vicini alla fine del tunnel potei sentire il calore della luce. Ci guardammo e sorridemmo e allora due uomini vestiti alla stessa maniera ci vennero vicini e mi salutarono. Tutti mi facevano sentire a casa mia e volevo tanto andare con loro. Non volevo altro e non mi importava della mia vita dietro di me perchè sapevo che tutti sarebbero stati d'accordo con la mia decisione di stare con questi begli esseri. Uno degli uomini che era venuto a salutarmi tutto ad un tratto mi guardò e mi disse che dovevo tornare indietro perchè non era il momento per me di andare con loro. Un senso di tristezza si impossessò di me perchè non volevo ritornare. Poi uno stato confusionale e di indecisione si impadronì di me. Ero davanti alla decisione se ritornare o restare con loro. Sapevo nel profondo del mio cuore che non volevo tornare perchè non ne sentivo il bisogno. Non avevo bisogno di niente o nessuno là dove dovevo tornare, ma mi assicurò che tutti loro sarebbero stati lì per salutarmi quando fosse giunto il mio momento di tornare da loro. L'uomo mi rese ben chiaro che era okay se volevo restare con loro ma che non pensava che sarebbe stata una buona decisione per me. Mi rese anche molto, molto chiaro che una volta fluttuata fuori dal tunnel non sarei potuta tornare e che sarei rimasta con loro per sempre. Il che era perfettamente okay per me. La ragazza che era venuta a salutarmi non voleva che me ne andassi ma l'uomo gli diede uno sguardo del tipo ripigliati e cerca di rendere la cosa più semplice per lei (che ero io) da decidere. Non potevo realmente udire i suoi pensieri ma potevo vedere le espressioni dei loro volti. Tutti stavano sorridendo e il mio corpo fluttuò all'indietro finchè non potei vederli più. Non ero più nel tunnel e sentii come una aspirazione strattonarmi giù dentro il mio corpo sul tavolo operatorio. Mi svegliai con i dottori che mi chiamavano per nome.

------
89. 
NDE di Debra 1/4/02. 

La prima esperienza avvenne dopo che ero stata dimessa dall'ospedale e stavo a casa dei miei per poter essere aiutata. Avevamo visite quel giorno e io mi muovevo con tre ausili per la deambulazione. Mi sentii nauseata e andai in bagno per vomitare. Ma mentre stavo in piedi, svenni. Fu allora che entrai in una area oscura, non proprio come un tunnel, cioè non sembrava chiusa ma più come un grande spazio/area oscura... venni avvicinata dal padre di mio marito che non avevo mai incontrato e che era deceduto tre mesi dopo che iniziai a frequentare suo figlio. Andai al suo funerale ma non lo ho mai visto nè ci ho mai parlato. Ma era lui che mi accolse dall'altra parte e mi tenne la mano. Sentivo altre presenze attorno a me ma non potevo distinguerle. Alla fine di quella oscurità un po' come guardando nella distanza c'era quel che pareva essere una montagna e dietro la montagna la luce più bella (le parole di cui dispongo attualmente non possono rendere giustizia della bellezza di quelle luci). Volevo assolutamente andare verso quella luce. Non ricordo alcuna discussione ma sentii la mia famiglia che cercava di fare arrivare una ambulanza nell'appartamento e mio padre e mio marito discutere e mia madre nel panico e che si cambiava gli abiti per venire in ambulanza con me all'ospedale. Non sentivo desiderio e neppure bisogno di tornare da loro benchè fossero nel panico e spaventati per me. Sapevo solo che tutto sarebbe stato OK e che anche loro sarebbero stati OK. C'era un gran senso di pace e sollievo. Come se tutte le preoccupazioni e responsabilità non avessero più senso. Sapevo che ero con Dio e non volevo tornare al mio corpo e alla mia famiglia terrene. Guardai ancora verso la luce e un momento dopo tornai nel mio corpo. Sentivo tutto un formicolio come quando stai troppo a lungo su di un braccio e il sangue non vi arriva e poi ti alzi e inizia a formicolare perchè l'afflusso di sangue riprende. L'ambulanza arrivò e mi portò in ospedale e venne effettuato un intervento per una gravidanza tubulare. Avevo sanguinato internamente quasi fino a morirne. Avevo solo un paio di litri di sangue rimasti nel mio corpo quando arrivammo in ospedale. Dopo di questo fui molto arrabbiata con Dio perchè non capivo come mai mi avesse fatta tornare indietro. Ora capisco meglio e che vi erano e ancora ci sono cose che devo finire e quando le avrò finite tornerò all'amore del mio potere più alto, al mio Dio.

La tua vita ha avuto delle modifiche specifiche in seguito a questa esperienza? Sì, non ti approfittare di ogni momento prezioso nella tua vita. Dì a coloro che ami che li ami ogni giorno. Le piccole cose sono piccole cose. Non sai mai quando sarai chiamato ad entrare nel prossimo regno spirituale... ci vogliono solo pochi secondi per cambiare una vita. E' sempre possibile, fai quello che puoi per fare stare bene gli altri, anche una piccola parola ad uno sconosciuto può fare la differenza nella loro vita per il resto della loro vita. E forse, solo forse, seguiranno il tuo esempio e porteranno un po' di amore a qualcun altro che potrebbe averne un bisogno disperato. Il dono d'amore, e non ha importanza quanto piccolo possa sembrare non è mai così piccolo.

------

88. NDE del nonno di Ricardo 12/30/01. 

Ciao, vi sto scrivendo dal Portogallo per raccontarvi la NDE di mio nonno. Lui ha avuto un grave caso di polmonite circa un mese fa. Siccome la malattia peggiorava, andò in coma. Durante quel coma, ha avuto una NDE. Vide sé stesso fuori dal corpo, ed iniziò un viaggio. Ha attraversato un corridoio buio (non camminando con i piedi, ma una sorta di scivolamento), dove c'erano esseri strani che cercavano di raggiungerlo e toccarlo.
Quelle persone erano delle aberrazioni, ma non potevano toccarlo, perché c'era qualcosa di simile ad uno specchio invisibile che non glielo avrebbe permesso. Quando mio nonno arrivò alla fine di quel tunnel, lui si trovò 'dall'altra parte'. Era tutto luminoso e brillante lì - un bellissimo giardino dove, mi disse, poteva sentire una dolce, musica magnifica. In quel luogo, c'era un gruppo di persone che sembrava lo stessero aspettando. Erano tutti vestiti di bianco, e tutti avevano un bocciolo di rosa dipinta sul petto delle loro vesti. Era una rappresentazione realistica di un bocciolo, con due foglie su entrambi i lati dello stelo.
Una di queste persone si è avvicinata a mio nonno, tenendo in mano uno di quei boccioli di rosa. Appena questa persona stava per dargli il fiore, mio nonno udì la voce di un uomo dicendo: "Non è il momento." La voce l'ha ripetuto due volte, e a quel punto, senza dare a mio nonno il bocciolo di rosa, la persona si voltò e cominciò a tornare indietro verso il gruppo. Mio nonno mi ha chiesto se potevo scoprire quale potrebbe essere il significato di questa esperienza - in particolare il significato dei boccioli di rosa. Mi potete aiutare?
Grazie, Ricardo
------

87. NDE di Evelyn 12/29/01. 

Ero in ospedale ed avevo una gravidanza ectopica. Stavo sanguinando internamente, e vi erano segni di avvelenamento ematico. Mentre mi portavano in sala operatoria, dopo avermi fatto una iniezione per calmarmi, chiesi di vedere un sacerdote ma la mia richiesta non venne soddisfatta. Ma mi stava bene, perchè avevo deciso che se avessi dovuto morire, che fosse pure. "La mia vita io pongo nelle Tue mani" dissi al Signore. Sul tavolo operatorio, le infermiere mi dissero di contare da 1 a 10. Arrivata a 5, invece di continuare a contare, iniziai a recitare il "Padre Nostro". Ma non lo finii perchè venni risucchiata in un tunnel nero e quasi scivoloso. Era buio fitto nel tunnel, e sentii come se stessi galleggiando per un po'. Mentre galleggiavo nel tunnel, notai che il mio dolore addominale iniziava a svanire. Vidi una luce brillante alla fine del tunnel. Sembrava buona, e il pensiero di essere morta non mi preoccupava più. Verso la fine del tunnel, sentii che venivo attirata più velocemente verso la luce. Volti di persone decedute - alcune le riconoscevo altre no – gridavano: "NO, torna indietro... torna indietro... torna indietro!!" Dopo di che, sentii dei mormorii. Alla fine del tunnel, mi ritrovai in mezzo a tutte queste persone. Mi sentivo bene, non avevo più dolori, nè preoccupazioni e un gran tepore. Anche il mio papà era lì. Eravamo felici di rivederci, ma vi erano dei mormorii preoccupanti attorno. Pressochè tutti stavano dicendo "NO!". C'era una vibrazione brutta nell'aria. La luce bianca si era lentamente trasformata in una figura vestita di una veste bianca. Tutti si fecero silenti mentre la figura veniva verso di me. Il volto della figura era brillante, sorridente e calmo. Potevo perfino sentirne il calore. La figura non era molto alta - altezza e peso medi - e non era nè uomo nè donna. Chiesi "Sei Dio? O Gesù?". Ricevetti un sorriso in risposta - "Evelyn, non ancora... torna indietro... torna indietro." Dissi che volevo restare con mio padre. Mi venne detto, scuotendo la testa, "Evelyn, Evelyn... non ancora... devi tornare indietro". Le altre persone attorno dicevano "Ah/Oh!" e sorrisero. Insistetti che volevo rimanere. Ma la figura disse con fermezza, e tuttavia ancora sorridendo: "Evelyn, devi tornare indietro!" Sentii che venivo risucchiata nel tunnel, e il dolore cominciò a tornare. Qualcuno mi tirò per le mani, ed ero fuori dal tunnel! Era scuro nella sala operatoria, ed ero di nuovo consapevole del dolore. Mi parve che cercai di alzarmi per andarmene. Notai le infermiere premere/spingere il mio petto. Mi vedevo come un "corpo sul tavolo". Ero ancora fuori dal corpo, provai e spingere via le infermiere, gli dicevo di smetterla perchè mi faceva male. Ma sembravano inconsapevole di qualsiasi cosa io facessi. Poi una di loro disse "Sta respirando! E' tornata!" E, come mi ritrovai sul tavolo, sentii e capii che stavo respirando.

Hai incontrato altre creature? , prima di arrivare alla fine del tunnel, vidi dei volti che non conoscevo. Alla fine del tunnel, vidi mio padre, e anche figure e volti, molti che non conoscevo. Sembravano sorpresi di vedermi lì. Sentivo che parlavano come sottovoce riguardo al mio arrivo lì.

C'è nient' altro che vorresti aggiungere? Quella esperienza è stata assai vivida fino ad oggi. Come lo è stato Dio (o la figura) con cui comunicai via pensiero. Dio non era nè un LUI nè una LEI. Provai apprezzamento per questa vita. La Morte non è più un argomento che mi spaventa. La Morte è parte della vita. Ho sentito la presenza di altre persone (non viventi) nella stanza.

Le risposte fornite a questo questionario descrivono accuratamente ed esaustivamente la tua esperienza? . La mia esperienza non era un sogno, nè un prodotto della mia immaginazione. E' ancora molto vivida nella mia memoria. Cerco cose da leggere che parlino di esperienze simili alla mia, perchè trovo conforto nel sapere che non sono la sola.

------

85. NDE di Gina 12/9/01. 

Durante l'incidente d'auto, mi ricordo la sensazione del mio corpo ruotare con la macchina. Mi ricordo di aver volato in aria e aver atterrato dolcemente sulla terra. Per tutto il tempo mi sentivo come se stessi guardando un film. Dopo l'atterraggio a terra, mi ricordo di aver pensato che avrei dovuto urlare, così ho urlato un lento, urlo calmo. Mi ricordo di essermi trovata in terapia intensiva prima della chirurgia, e ''l'uomo dal vestito'' (che è tutto quello che so. Non c'era volto, solo una presenza) ha preso la mia mano e mi ha detto che sarebbe andato tutto bene dopo l'intervento chirurgico. Quando ha preso la mia mano, l'energia passava da lui a me. Sentivo che passava attraverso tutto il mio corpo. Non volevo lasciare andare la sua mano, così ha gentilmente scostato la mia mano fuori dalla sua. La seguente cosa di cui mi rendevo conto era che stavo attraversando un tunnel verso una bella luce brillante piena di pace. Mi venivano incontro forme in movimento, che erano pura energia. Era un bel posto amorevole. Ricordo di aver amato quel posto e mi stupì dell'amore che stavo ricevendo. Ho rivisto la mia vita ed io stessa ne feci il giudizio. Sono tornata indietro a quando avevo circa 2 anni. So che mi hanno dato tutti i tipi di informazione, ma ora proprio non mi ricordo di cosa si trattasse. Ma a volte, mi capita di sapere delle cose e non so come ... quasi come se avessi un altro senso. Non avevo altra scelta che tornare; non volevo e ho pregato di rimanere. Mi è stato detto che avrei avuto molto da fare prima che potessi tornare. Quando sono tornata, c'era un angelo (una brillante luce incandescente), ai piedi del mio letto e rimase lì mentre mi recuperavo. Appena la mia salute migliorò, la luce svanì e divenne più distante. Ero molto arrabbiata di essere dovuta tornare. In realtà, pensai che fosse perché ero una persona così orribile che neanche Dio mi avesse voluta.
Non ho detto a nessuno di questa esperienza fino ai 30 anni, dopo aver visto un'intervista con il dr. Moody.

Hai incontrato o visto altri esseri? . Li conoscevo, ma il loro aspetto non era lo stesso di quando li ho conosciuti come esseri umani. Era come se fossero energia pura, ma sapevo chi fossero.

Quali emozioni hai provato dopo la tua esperienza? Sentivo rabbia per essere stata mandata indietro e tristezza per non essere abbastanza buona per rimanere, inoltre sapevo che dovevo cambiare la mia vita se volevo tornare.

------

83. NDE di To 12/9/01. 

Ero stata morsa 3 volte sul braccio da un ragno vedova nera. Mio marito mi aveva trovata che non respiravo e senza polso. Deve essere stato solo per un breve periodo.
In poche parole, ero finita stesa sul divano a cercare di respirare. E alla fine ero persino uscita FUORI dal mio corpo! Ero spaventata. Davvero spaventata. Il motivo per cui mi accorsi di essere fuori dal corpo é perché mentre ero stesa sul divano cercando di respirare con gli occhi chiusi…. all'improvviso potevo vedere mio marito in piedi in cucina lavando i piatti e parlando a nostra figlia che stava giocando nel seggiolone con un giocattolo blu.
Appena aprì gli occhi, vidi il piede del divano a circa un metro e mezzo sotto di me. Ero pronta per chiedere a mio marito di chiamare il 113… ma decisi di non farlo… e poi decisi di pregare. Nota: In realtà erano anni che non pregavo. Qui si parla di una vera e propria 'infedele'. Mi erano capitate un sacco di brutte cose. Comunque, appena cominciai a pregare, iniziai a girare e girare e girare. E poi, Ok, questo suonerà davvero matto, ma é la verità -- sapete quando le persone parlano di andare in una luce bianca? "Beh, a me non é toccata la luce ''bianca'', ma c'era una luce calda, meravigliosa, rilassante ed accogliente di un colore che non ho MAI visto prima. L'unico modo che ho per descriverla é un colore tipo viola/bianco/blu fluorescente -- ma era quasi come una piscina di colore o una presenza (non un tunnel, in realtà) che irradiava cosí enormemente. Io volevo prenderla…. andarci dentro…. ma non l'ho fatto perché sapevo cosa significava. Ciò che sapevo era che se fossi andata con la luce, avrei lasciato la Terra. Piansi dentro di me e chiesi a Dio di risparmiarmi e darmi una seconda opportunità di vita. Sapevo che mio marito e la mia piccola bambina non ce l'avrebbero fatta senza di me (mio marito perse tragicamente il padre quando aveva 14 anni). Sapevo che la decisione non spettava a me… ed é per questo che pregavo il Signore di darmi un'altra possibilità. Gli promisi di tornare da Lui… di portarlo con me nel mio cuore… di fare le cose bene stavolta. Il punto é che questa esperienza ha cambiato la mia vita per sempre. Sono molto grata per questo, ma allo stesso tempo dispiaciuta che io abbia avuto bisogno di qualcosa -- di così estremo -- che mi facesse svegliare. Per me é molto difficile non odiarmi per le pessime scelte che ho fatto in passato. Nota: Prima di essere in presenza della luce/presenza, c'è stato un periodo in cui vedevo e sentivo strane ombre che si avvolgevano attorno a me e su di me… quasi soffocandomi. É stato davvero terrificante. É stato in quel momento che ho iniziato a chiedere il perdono e la misericordia di Dio -- perché sospettavo che questi ''esseri di ombra'' potevano pensare che non sarei stata capace di andare da Dio-- e che qualche orribile alternativa avrebbe preso il sopravvento.

Avete sentito dei rumori o dei suoni insoliti? Sì, non ci avevo pensato molto, ma ora che ci penso... ho anche visto i miei nonni defunti avvicinarsi a me e mio nonno cercare di accarezzarmi la fronte e dire: ''Andrà tutto bene''. In retrospettiva, non ricordo di aver visto le sue labbra muoversi come se stesse dicendo le parole… ma io l'ho ''sentito''.

Hai incontrato o visto altri esseri? . Come ho detto precedentemente, prima ho visto degli esseri di ombra… erano in molti. Non li conoscevo… anche se sentivo che somigliassero a degli uomini cattivi incontrati nel mio passato (era solo una sensazione… non potevo vederli… erano solo sagome nere). Ho anche incontrato brevemente i miei nonni defunti. L'ho descritto precedentemente.

------

77. NDE di Val 10/27/01. 

Ricordo che mi svegliai nella stanza di terapia intensiva con due infermiere accanto a me, che mi parlavano e che cercavano di risvegliarmi. Appena aprii gli occhi potei vederle accanto a me e una infermiera che mi strattonava gentilmente per le spalle, poi guardò i bendaggi attorno al mio collo e disse all' altra infermiera "chiama il medico, sta sanguinando". A questo punto mi sentii sconnessa dal mio corpo, e potevo udire un gran rumore travolgente riempirmi la testa, girai il capo verso sinistra, verso la porta che dava sul corridoio e potei vedere una gran luce che brillava attraverso quella porta. Era più luminosa del sole, e continuava a crescere di intensità. Poi sentii qualcuno dire "Sta per andare!" e mi accorsi che c'erano almeno 4 infermiere e dei medici attorno a me. Mi girai ancora verso sinistra e adesso la luce aveva interamente riempito la porta d'ingresso. Vidi una figura in piedi in quella luce, un essere alto e sereno, Cristo avrei detto in statura e aspetto, e un profondo senso di pace e di gioia mi riempì. Al che sentii sollevarmi al di sopra del mio corpo fisico e iniziai a muovermi verso la Luce e l'Essere di Luce che mi attendevano. Ad ogni modo, potei arrivare solo a 3 o 4 metri dal mio corpo e sentii come se qualcosa mi trattenesse per il braccio sinistro. Mi girai guardando giù e vedevo i dottori lavorare su di me premendo sul mio torace e mamma seduta accanto a me tenendomi il braccio sinistro con entrambe le mani, supplicandomi di non andarmene. Ero indecisa se proseguire verso la luce o fare ritorno nel mio corpo. […] Decisi di non condividere la mia esperienza con nessuno, perchè nessuno sembrava credermi, ma io so cosa vidi, e che quel che sentii e provai erano la "verità". Quello che sperimentiamo nella realtà fisica è una porzione assai più piccola di chi e cosa davvero siamo, è c'è vita dopo la morte.

Che emozioni hai provato? Miste - a un certo punto mentre mi muovevo verso la luce e l'Essere di Luce o Cristo che stava nel vano della porta aspettandomi, ero colma di gioia, amore e pace. Quando capii che non potevo progredire oltre perchè mia mamma mi tratteneva per il braccio, mi sentii molto contesa...non volevo lasciarla lei e la mia famiglia ma volevo disperatamente raggiungere la figura che mi aspettava nella luce.

Hai incontrato altre creature? . C'era una figura tipo Cristo che stava nella porta, con la luce che lo o la circondava. Non ho ricevuto alcuna comunicazione diretta solo un profondo senso di amore e pace e di benvenuto. Volevo più d'ogni altra cosa raggiungere questo essere nella luce, ma fui trattenuta da mia mamma che mi impedì di completare il viaggio "dentro la luce".

La tua vita o le tue credenze sono cambiate dopo questa esperienza? . Mi sento più vicina a Dio/Creatore. Sono consapevole che la vita è un dono prezioso e che non la si dovrebbe prendere per scontata. Che noi umani abbiamo ancora tanto da scoprire sulla vita e sulla morte.

------

76.NDE di Alexa 9/30/01. (NDE #2):

3 Aprile 1973. Le doglie per il mio secondo figlio iniziarono alla fine di una lunga settimana afosa. Ero molto stanca per carenza di sonno e le doglie non sembravano essere come dovrebbero. Rilassarmi era difficile ma ad ogni modo avemmo addirittura il tempo di chiamare la nostra chiesa dall' ospedale e chiedergli di pregare per me durante la messa del Mercoledì sera. Inoltre, membri delle lezioni di parto che avevamo seguito si presentarono da me per fare un filmato. Lo staff disse "Ehi, ne sta venendo fuori uno buono". Come se me ne importasse qualcosa! Volevo solo che il bambino venisse fuori. Il battito cardiaco del bambino rallentò, e mi portarono in sala parto; dopo un po' che ero sotto anestesia, bam! Eccolo venir fuori. Era un bambino "blu", con il cordone avvolto tre volte attorno al collo. Era stato iperattivo nel grembo, ma adesso era nei guai. Aveva fluidi nei polmoni e un brutto ittero. Lo portarono di volata in terapia intensiva. Mentre avevo ancora gli specchi della sala parto sul soffitto, guardai in alto e vidi una tonnellata di sangue venir fuori dalla placenta appena estratta. "E' sangue mio?" chiesi. Non finiva di scorrere! Sentii una tremenda sonnolenza impadronirsi di me. Provai a muovere ancora la bocca ma perfino respirare era difficile. Non riuscivo a venirne fuori e sentivo freddo e una sensazione di un qualcosa di sbagliato farsi strada in me!! "Dottore, la sto perdendo..." sentii l'infermiera leggere i valori della pressione a mano a mano che calava; vidi i loro sguardi di incredulità. Sentivo la forza stillare via. […] E d'un tratto ero al di sopra del mio corpo! Sembrava fosse la cosa più naturale del mondo! Avevo mani e piedi e tutto come fosse al solito; ero dentro ad una specie di soffice veste. Ero lì sopra, sopra al mio povero corpo malato, eppure mi sentivo bene. Ero IO: corpo, personalità, e nessuna STANCHEZZA. Considerai l'involucro del mio corpo. Ehi! Non è poi tanto male! pensai. Per tutta la vita mi avevano soprannominata "tutt' ossa" ma mi sembravo normale! Sono spesso stata comparata alla mia sorella di un metro e ottanta e cento chili! Ma eccomi lì - carina e normale. Notai che non era come guardare in uno specchio. Il mio corpo aveva spessore. Mentre guardavo questo corpo, ero consapevole di tutte le emozioni e di tutta la attività frenetica nella stanza. Erano tutti agitati. "Non trovo il polso" disse l'infermiera accanto a me. Era sconvolta. Era stata una gravidanza normale. Un' altra infermiera disse "dove sta il carrello della rianimazione?". Non sapevo dove fosse, ma sembrava un dettaglio importante. Iniziarono la rianimazione. Mi dispiaceva che fossero tanto agitati, io stavo BENE. Non avevo, ripeto, alcuna preoccupazione per il mio bambino o per mia figlia; erano nelle mani di Dio. Mio marito che veniva spinto di fretta fuori della stanza, sembrava del tutto sconcertato mentre sentiva quelle mani che lo spingevano fuori. Sapevo che gli sarebbe stata fornita assistenza dal Cielo. Mentre succedeva tutto questo, una Luce ricolmò la stanza. Il braccio del medico era ficcato dentro di me abbastanza a fondo da farmi sembrare un tacchino stufato; ma la Luce diventava sempre più forte e finii col permeare ogni singolo angolo della stanza. Mentre venivo portata fuori dal mio corpo sentivo degli Esseri ai miei lati, mentre io osservavo la scena. Lasciate stare i cherubini, questi erano pezzi da NOVANTA-- ENORMI, POTENTI Angeli, con ali dalle piume bianche anche più grandi. Ricordo che pensai "Ohhh! Ali! Volevo tanto toccarle; sembravano così soffici. Erano ad un pelo di distanza da me ma... NO! Mentre allungavo un braccio gli Angeli presero a scortarmi; era il loro lavoro... garantire la mia sicurezza (ma da che? mi chiedevo). Fluttuammo giù lungo una galleria che si era aperta da un punto oscuro. Mentre andavamo dentro la ampia entrata circolare, ci lasciammo alle spalle la sala parto. Ci muovevamo in avanti." Era incredibilmente scuro e buio. La stanza di ospedale era svanita nel nulla. Gli Angeli irradiavano debolmente, e non ebbi paura mentre viaggiavamo alla velocità come della luce verso la meta prossima del nostro volo. Ci fu una specie di "woosh" soffocato, ma non ci feci davvero molto caso. Quello che notavo era il tunnel stesso, come era fatto ed aveva parti modulari (come le gallerie per bambini nei parchi giochi), che erano saldate assieme, con anelli di energia e fiamme gialle, e tutto questo non mi fu del tutto evidente FINCHE' non ne fummo fuori. Erano anelli di energia come quelli degli Hopi ma di questo venni informata solo molti anni dopo. Mentre passavamo attraverso queste sezioni modulari, veniva emessa una singola nota. Potevo vedere il percorso davanti a me mentre andavamo. Mi interessava. Gli Angeli accanto a me non avevano ALCUN interesse altro che di portarmi al cospetto di una Luce che si ingigantiva. Mi sentivo totalmente in pace. Gli Angeli non mi toccarono mai; eravamo avvinti da un qualche potere invisibile, una specie di amore. Non provavo dolore per l'emorragia, mi sentivo "intatta". Giunti alla fine gli Angeli sparirono o forse se ne andarono. Vidi centinaia forse migliaia di persone di differenti forme altezze e pesi. Uomini e donne (niente bambini nè sedie a rotelle) tutti vestiti in un abito bianco, soffice, semplice, orlato d'oro sui fianchi. Erano tutti sorridenti e mi accettavano per quello che ero nella mia umanità. Nessuno aveva rimproveri o un’attitudine critica. L'incontro era gioioso, non spaventoso. Non vidi alcun familiare, me sentivo di essere parte di una larga famiglia generalizzata lì. Su ad un lato, vi era qualcosa di stupefacente. Mi muovevo (fluttuavo non camminavo) per andare a darci uno sguardo. C'erano gradini, come d'avorio fosforescente. Ai piedi dei gradini vi erano delle minuscole creature come spiriti, cherubini? e cantavano costantemente le lodi di Dio; SANTO SANTO SANTO IL SIGNORE DELLE SCHIERE; GLORIA GLORIA GLORIA A DIO; IL SANTO E' GIUSTIZIA VERITA' E POTENZA... e andavano avanti così. mentre cantavano, pensai dapprima che avessero tre paia di braccia ciascuno, ma non era così; era solo un paio. Il motivo per cui mi parve che avessero molte braccia era che le muovevano a velocità sconcertante. Le braccia ne coprivano le bocche, le orecchie e gli occhi mentre cantavano. Non ho mai compreso appieno il senso profondo o simbolico di questi movimenti, ma sapevo che ve ne era uno. Ora credo intendessero questo: possa io dire che glorifico il Signore; possa io sentire che glorificano il Signore; possa io vedere la glorificazione del Signore, perchè questa sembrava la loro intenzione. Così come avevano braccia in perenne movimento così ogni cherubino aveva ali, che roteavano su e giù lentamente, battendo il tempo, con una intensità di adorazione. Le ali facevano un leggero sibilo, ma era delicato, e non smuovevano alcun vento. Avrei voluto rimanere lì per l'eternità. La mia anima esplodeva dal desiderio di adorare Dio assieme a loro; oh come avrei voluto inginocchiarmi e stare con loro! La Luce che permeava tutto era particolarmente intensa qui. I gradini portavano a Dio, e tale era il Suo splendore, che non potevo guardarlo direttamente. Non era luce cristallina o prismatica, direi emanava dalla Sua santità. Tutto era bello! Fui capace di vedere Gesù, e mi sorrideva. Ero così travolta, ma felice, che potevo a malapena reagire. Gioioso era il mondo. Improvvisamente, apparve un podio. Sì, le centinaia di esseri mi stavano ancora guardando, gli Angeli e Dio e Gesù in un firmamento glorioso erano ora alle mie spalle. Mi ero girata a sinistra e in non so che maniera mi ero mossa un poco in avanti (benchè non è che vi fosse una vera e propria "direzione"). Ero in una specie di Corte. Le folle "laggiù" potevano vedere e sentire tutto quel che accadeva e sentire quel che io sentivo. Aspettavano, come me; nessuno parlò in quella folla, e nessuno mi rivolse la parola. Benchè Gesù all'apparenza si fosse mosso e ora stesse in piedi leggermente alla mia sinistra, non ero del tutto consapevole di Lui in quell'istante. Perchè? Perchè apparve una Entità. Appena apparsa, iniziò una rivisitazione della mia vita. Mi venne fatto capire che di quello si trattava. Fu tremendo. TUTTO quel che avessi mai pensato, fatto, detto, odiato, amato, aiutato, non aiutato, o che avrei dovuto aiutare stava lì di fronte a me, e alla folla di quelle centinaia, come in uno spettacolo cinematografico. Come fui cattiva con delle persone, come avrei potuto aiutarle, come fui cattiva alle volte (anche inintenzionalmente) con gli animali! Sì! Anche gli animali hanno sentimenti. Fu terribile. Caddi a terra dalla vergogna. Vidi come le mie azioni, o la mia inerzia, propagassero i loro effetti nelle altre persone e nelle loro vite. Non avevo mai compreso prima di allora che le mie più minute decisioni avevano conseguenze per il Mondo. Il senso di aver deluso il mio Salvatore fu davvero troppo reale. Stranamente, durante questo orrore, sentii compassione, e accettazione delle mie limitazioni da parte di Gesù e degli Altri. Durante questa ricognizione, un essere Malvagio stava lì. Lo guardai; era bello, non brutto. Capelli neri, costituzione media, vestito d'una tunica marrone con una corda bianconera ai suoi fianchi, e i suoi occhi catturarono la mia attenzione. Erano di un vacuo nero! Non vi era vita o bontà in essi. Intensi sotto ogni risvolto, il loro unico Proposito era quello di possedere, impadronirsi, controllare la mia stessa anima e farmi soffrire!! Mi raggomitolai in preda all' orrore. Ogni vota, durante la Revisione, quando avevo sbagliato o fallito, quest' essere si rallegrava immensamente. Gridava: "Guardate! Vedete che casino che ha fatto?". Mi accusava, "perchè non ha fatto meglio? O aiutato di più? Dovrebbe venir punita!" Ero desolata. I miei pochi piccoli atti buoni non erano sufficienti per gli standard immacolati di Dio. Meritavo qualsiasi punizione mi avrebbero inflitta. La mia anima era desolata. Stetti ferma temendo quanto sarebbe accaduto. Poi quando fu finita venne fuori una voce tonante: E' COPERTA DAL SANGUE DELL'AGNELLO? Sì!!! La corte disparve, e l'essere malvagio, Satana, gridò. Sibilò come un serpente, si riavvolse come fosse un tornado, e divenne sempre più piccolo. Si ridusse ad un cumulo di polvere e puf! Sparì completamente, dopo aver gridato rabbiosamente tutto il tempo. Tutto era sparito eccetto la folla Celeste e Gesù Cristo. Mi guardava con INCREDIBILE amore. Mi mostrò le sue mani e polsi perforati dai chiodi, che benchè completamente guariti, conservavano le cicatrici della crocifissione. Questo non era il Gesù remissivo. Era forte, potente, alto fino al soffitto, a tutto scintillante! I suoi lunghi bianchi capelli non erano nulla al confronto dei suoi fiammeggianti bellissimi occhi dorati. Rifulgevano di Purezza, Gioia, e Proposito. Aprì la bocca e ne vidi la lingua e sentii il suono come di un treno in corsa! Quel suono di velocità e ruggito era assordante. Mi disse chi era, e che era il mio avvocato presso Dio il Padre. Caddi sconvolta e Lo adorai con tutta la mia anima. Piansi di gioia come una bambina. Così come da donna avrei voluto accarezzarlo, ma umilmente provai solo a toccare il lembo della sua lunga e semplice veste bianca. Mi fermò in modo brusco, mentre io guardavo il suo glorioso sorriso pieno d'amore. Mi amava e accettava - totalmente. Ero ricolma di pace e felicità. Un enorme libro apparve, rilegato d'oro, e si aprì da solo. Era grande come tre palazzine. Un enorme "dito" di fulmine apparve. Mentre cercava nelle pagine, esse si sfogliavano automaticamente. In questo Libro vi erano i nomi di padri, madri e figli. Inoltre, vi erano le date in cui le persone erano morte. Il "dito" si mosse alla riga che riguardava la mia famiglia.
DI NUOVO LA PROFONDA VOCE: E' GIUNTO IL SUO TEMPO? NO!!!
In meno d'un batter d'occhio, WHAM! Di nuovo dentro il mio corpo terreno. Oh cacchio! Era bollente, appiccicoso, sudato, e p-e-s-a-n-t-e all' inverosimile. UGH. Te lo potevi scordare di muoverti; era difficile persino respirare. Pareva una tonnellata di mattoni. Non mi piace niente di tutto questo!! Lacrime iniziarono a correre lungo le mie guance. "VOGLIO TORNARE INDIETRO...INDIETRO", farfugliai a voce alta.
L'infermiera mi guardò con un volto radioso, "Bentornata a casa" mi disse. "Ti abbiamo persa per un po'". Poi fece caso a quel che avevo detto. "Indietro? Dove vorrebbe andare? Non vuole vedere il suo bambino?". Memore della mia esperienza gloriosa, dissi sfacciatamente, "No! Il mio bambino sta bene; è nelle mani di Dio ne sono certa. Voglio tornare INDIETRO! Vi prego lasciatemi tornare indietro."
"Oh!" disse, "sei stata in quel posto dove è tutto bianco, e hai visto Gesù?" Sì, replicai. "E' bello come dicono?" chiese. Sì. Si chinò su di me e disse, "Questa faccenda ci è già successa PRIMA! Spero di riuscire ad andarci un giorno". Io sospirai rassegnata. […] Settimane più tardi chiamai il medico; mise le altre chiamate in attesa. Mi ascoltò e mi disse che aveva sette pazienti dalla mia Chiesa, e tutte ebbero esperienze identiche; sei donne invece da altre chiese. Fu molto gentile e mi incoraggiò. Dopo di che quando fui guarita andai alla preghiera del Mercoledì sera. Queste donne davvero pregavano con fervore! Quando finimmo, si fermarono e mi guardarono. "sai Alexa, sembri diversa; successo nulla durante il parto?" Sorrisi e dissi che avevo avuto un'Esperienza. Sorrisero e capirono! Ero LORO - ci eravamo ritrovate. Era glorioso. Dopo la mia NDE sapevo che dovevo crescere i miei figli nella fede Cristiana, e forti. In una famiglia come la mia condizionata dai divorzi, sarebbe stato un bel risultato!

------

75. NDE di Joanna 9/8/01. 

Lasciate che vi racconti qualcosa di me prima di incominciare. Sono una donna che adesso ha 46 anni. Vivo sola con il mio cane e il mio gatto. Ho disabilità multiple che mi costringono in casa per la maggior parte del tempo. Le mie giornate possono esser buone o cattive, a seconda di come mi impongono le mie disabilità. Vivo con dolori cronici di un genere o l'altro tutto il giorno finchè non vado a dormire. […] Iniziai a star poco bene all' inizio degli anni 80. Fisicamente cominciò nel 1983 con dolori interni. Nel 1985 venni ospedalizzata visto che non mi riusciva di stare in piedi e di camminare per via di un colpo alla schiena mentre giocavo a softball nel 1981. Mi dissero che forse non avrei mai più potuto camminare. Avevo divorziato e cercavo di crescere mia figlia. E così mi ritrovai che non avrei più potuto svolgere alcun lavoro per via di un malanno o l'altro. Perchè con il passare degli anni non facevano che peggiorare. Nel 1987 persi oltre 20 chili in meno di tre mesi. Nessun dottore riusciva a capire cosa avessi. Finalmente ottenni una diagnosi nei primi anni 90 e mi dissero che nè terapie nè interventi chirurgici potevano farci nulla. Non si sapeva molto riguardo a quello che avevo così dovevo cercare di vivere come potevo. I medicinali facevano poco. Vi dico questo in modo che voi sappiate che quando parlo di depressione possiate anche capire come e perchè desiderai togliermi la vita. […] Nel 1992 fui portata in ospedale in ambulanza. Nella accettazione emergenze mi spiegarono che stavo avendo un attacco cardiaco. Il dottore e le infermiere erano un po' sorprese perchè avevo solo 37 anni, ero caucasica e donna senza precedenti di pressione alta o colesterolo. Tutto d'un tratto mi misi a piangere perchè non volevo morire... la morte iniziò a spaventarmi. Nella unità di trattamento intensivo i parenti venivano e andavano. Io non capivo bene quanto fosse serio il mio caso. […].

NDE.

Io mi trovavo in una atmosfera che definirei la più bella sensazione mai provata in vita mia. Mi inoltravo sempre più nel luogo dove mi trovavo. Non avevo mai nè visto nè immaginato un luogo di tale purezza e pace. Serenità tranquillità e una calma mai provate prima erano presenti in questo luogo. Potevo sentire che non vi era alcun dolore o sofferenza d'alcun genere lì. Proprio niente di negativo poteva essere percepito in alcun punto di quel posto. Niente di malvagio o di cattivo. Più mi guardavo attorno e meglio andava. Mi ricordo bene di aver pensato e detto "accidenti" perchè ero stupefatta. Mentre guardavo avanti vedevo il bianco più puro mai veduto. Si stendeva a perdita d'occhio. Sembrava correre per miglia in larghezza e altezza. Ero sbalordita e continuai a guardare avanti e iniziai a vedere il colore di una luce grigiastra in fondo al soffice biancore. Mentre ondeggiavo iniziai a rendermi conto che quel colore che vedevo erano in realtà i contorni di figure umane. Grandi Piccoli Giovani Vecchi e non c'erano razze perchè erano tutti giusto silhouettes. Ce ne erano tanti. Talmente tanti che non riuscii a contarli. Vi era un senso di amore incondizionato tutt' attorno. Volevo continuare. Volevo capire in che posto mi trovassi. Volevo restarci. Più mi avvicinavo a loro più sembrava come se una nebbia bianca venisse diradata per farmi vedere meglio e più da vicino. A quel punto venni avvicinata da quella che sembrava essere una donna. Venne abbastanza vicina da potermi afferrare la mano. Sentii subito un grande amore per lei non appena la vidi. Provai un senso di amore ed accettazione al semplice vederla. Tutti gli altri stavano lì e mi guardavano come se stessero parlando fra di loro. So che con quella donna parlammo per parecchio. Non ricordo cosa ci dicemmo. Aprii gli occhi ed ero sul pavimento. Cercai di sollevare la testa per vedere dove fossi ma anche la mia testa era troppo inclinata per permettermi di piegarla. Guardai alla mia destra e vidi uno sconosciuto, uno mai visto prima e mi disse "salve! Non mi pare che tu stia molto comoda in quella posizione. Ti aiuto io ad alzare la testa". Poi disse: ci hai spaventati non poco signorina. Quell'uomo era il medico che aveva riavviato il mio cuore. Ricordo che non mi andava di parlare. Mi sentivo triste e vuota. Ero confusa. […]. Non so perchè io sia ancora viva e mi trovi qui oggi. La mia vita non è bella. Vivo come ho sempre fatto eccezion fatta che adesso con il tempo la mia malattia è peggiorata e posso aggiungere una cardiopatia alla lista...continuo ad aver bisogno di aiuto. Mi serviva aiuto per entrare e uscire dalla vasca mesi fa. Ma anche le mie mani danno problemi e le mie funzionalità sono attualmente di nuovo limitate. Qualsiasi cosa mangi bisogna ci sia un bagno vicino una ora dopo il pasto perchè tendo a rivomitare il cibo ingerito. Vivo con i sussidi di disabilità e la assistenza sanitaria ma quel che la assistenza sanitaria non copre me lo devo procurare da sola così nel mio appartamento spesso non ho abbastanza cibo, e non abbandonerò mai il mio cane o il mio gatto per consentirmi di mangiare qualcosa di più perchè sono tutto quel che può darmi e a cui posso dare amore durante la giornata. I miei animali non mi ignorano nei giorni e nei periodi in cui non mi sento bene. Ci sono e mi amano senza stare a guardare se sto bene o male. Così per via di queste cose nelle giornate afose non posso nemmeno permettermi un gelato dal furgoncino del gelataio. Ci sono delle volte in cui la mia vita è così priva di amore e di compagnia che la solitudine mi fa piangere disperatamente e chiedo al cielo di dirmi perchè sono qui. Perchè sono tornata qui? Soffro così tanto dolore fisico e soffro per la solitudine al tempo stesso. Non so cosa farci e cosa dovrei fare di me stessa. […] So bene che il suicidio potrebbe non ricondurmi nello stesso posto dove andai nel 1992 e voglio riuscire a fare tutto quel che è in mio potere per ritornarci quando sarà il momento. Perchè con la morte non finisce la vita. La morte è un modo di esistere diverso da questo, e in un mondo parecchio migliore... Così, io sto qui e aspetto finchè sarà per me il momento di andare. Io, io ringrazio tutte le persone di questo sito che mi hanno permesso di sentire la appartenenza ad una comunità e di provare ancora per una volta un senso di cooperazione con le persone.

------

73. NDE di Linda B 8/12/01. 

Nel 1990 venni portata di corsa all' ospedale per via di una brutta emorragia interna causata da una gravidanza ectopica. A quel tempo ero decisamente atea. Sono stata cresciuta da una madre Buddhista, ma a 13 anni divenni atea. Nacqui dotata di una gran bellezza e mi sono sempre sentita come se stessi sotto una stella fortunata. Ero estremamente arrogante, fatua, presuntuosa e molto materialistica. In ospedale gridavo per il dolore. Era mattina presto quando giunse l'ambulanza circa le 3am. […]. Ero in un tal dolore che mi lasciai andare. Sentivo tutti nella stanza. Sentii qualcuno dire, la stiamo perdendo. Potevo percepire la macchina del mio cuore iniziare a perdere colpi. Poi sempre la stessa voce disse, la stiamo perdendo, disse, "merda" è .... e non so cosa accadde dopo di questo. Poi, stavo fluttuando sopra il tavolo dove mi avevano messa. Ero molto soddisfatta di me. Proprio compiaciuta in effetti. li avevo spaventati ben bene, stavo pensando distintamente. Poi il dottore iniziò a chiamarmi a voce alta di nuovo.... la stiamo perdendo gente, e io sentii una trazione spaventosa su quella che credo fosse la mia anima o il mio spirito. venivo trascinata in basso e sapevo che stavo andando giù per una qualche strana ragione. Atterrai facilmente in una altra dimensione. Niente di terrestre. Ero da sola all'inizio e poi presentii una presenza accanto a me. Ma non ero sicura chi o che cosa fosse. Iniziai ad aver paura. Quel posto era nuovo per me. La mia mente non c'era mai stata. Credo che chiusi gli occhi nella speranza di farlo andar via, ma sapevo già che non avrebbe funzionato. Quando riaprii gli occhi, ero all'inferno. In una stanza particolare dell'inferno. C'erano odori orrendi e un tale buio, potevi solo sentire. Vidi poi persone incatenate e torturate. In maniere così orribili che ancora oggi non posso parlarne. Odiavo quel posto e volevo disperatamente andarmene, ma non potevo. Rimasi lì a guardare e annusare e sentire il dolore e l'orrore di quel luogo. Poi, ci fu una voce, giusto una voce. Mi era familiare, eppure sapevo che non sapevo chi fosse. Mi parlò semplicemente e direttamente. Mi spiegò che quel posto in cui mi trovavo non era più destinato a gente come me. Disse che, prima della Sua nascita, tutti quelli che morivano venivano qui. Non vi era speranza. Ma dalla Sua morte, Lui aveva fatto qualcosa. Non ricordo cosa disse di aver fatto, ma che da allora la gente muore e adesso aspettano in un altro luogo. Davvero non capivo, perchè ero molto spaventata. Non volevo rimanere lì. La voce allora mi disse....ti piace? E mi ricordo chiaramente che pensai perchè mi stai chiedendo questo, sai già tutto. Non ottenni risposta. Solo silenzio. Questo mi irritò molto. Poi all'improvviso venni strattonata ancora solo che questa volta era come se mi tirassero in alto. Quando mi fermai, vidi gente attorno a me, ma non direi proprio vicino, quasi come in lontananza. C'era gente e persone che conoscevo, e altre che non conoscevo. Era davvero strano. La sensazione era così bella e gentile. Tranquilla. Mi sentivo così mentale in quel momento, come se sapessi tutto. Poi...guardai in alto, o forse davanti a me, non sono sicura, e vidi il panorama più bello che avessi mai veduto. C'erano, sembrava come campi di granoturco, enormi cancellate di madreperla. Il cancello era chiuso ma mentre guardavo lo aprirono verso di me. dentro potevo vedere strade pavimentate d'oro, e ville su ville in schiere ricoperte di diamanti e pietre verdi. Era brillante. Quando mi fui riempita gli occhi, la scena divenne bianca (non nera) e la stessa voce mi chiese: "bhe Linda, che ne pensi?". A quel punto mi svegliai e feci un respiro profondo. Riaprii gli occhi e vidi un'infermiera e con la sensazione più bella che io abbia mai provato le sorrisi e le dissi che c'era un Dio e che ci amava. Ci ho creduto sin da allora. Ho cambiato tutta la mia vita in conseguenza di questo fatto. Benchè molto per conto mio, per via della sensibilità che adesso mi ritrovo, sto imparando a rimettermi in gioco. Non sono stata capace di parlare di questa storia fino a poco tempo fa. Sono stata costantemente assorbita dallo studio e sono stata per conto mio. E' strano che non abbia ricavato alcun senso di fede da questa esperienza, ma mi ha instillato un bel po' di timore del Signore. Grazie per avermi letta.

------

71.NDE di Jerry B 8/12/01. 

1991. Davvero non saprei da dove cominciare, ma sento che DIO desidera che io condivida la mia esperienza. Ogni volta che ho cercato dimetterla per iscritto, finisce che mi metto a piangere perchè nella mia memoria è ancora fresca come fosse di ieri. E' la cosa più emotivamente carica che mi sia mai accaduta in tutta la mia vita. […] A partire dal 1991 non mi sentivo molto bene, molto stanco e dormivo male, mi doleva il braccio e mi si intorpidiva e mi sentivo il fiato davvero corto. Pensavo fosse per via delle sigarette e dell'età. Mia moglie è stata autista di bus per 28 anni; all' epoca era in servizio sul pullman. Io ero a casa nel cortile; avevamo un vecchio furgoncino per trainare il nostro camper andavamo spesso in Alabama su un lago. La vernice era scolorita, e così un nostro amico lo aveva riverniciato tutto. Stavo per indossare gli occhiali da sole quando iniziai a sentirmi male di stomaco e a sudare, e avevo dei crampi al petto e giù lungo il braccio. Come tutti quelli che fumano pensai che se mi sedevo e facevo un tiro sarebbe passato. Quanto mi sbagliavo. Mia moglie guidava il bus, aveva appena parcheggiato e si incamminava verso di me. La prima cosa che disse è che ero pallido come un cotton-fioc. Non volevo farla preoccupare e dissi che stavo bene che era un attimo. Mi chiese se voleva che chiamasse il 911 per andare in ospedale. Aprì la porta sul retro e entrò in casa, io mi alzai per seguirla dentro. Appena dentro mi sembrò che qualcuno avesse preso un coltello e mi avesse tagliato via i capelli. caddi in ginocchio e poi di schiena; era come se 6 elefanti mi si fossero seduti sul petto tutti assieme. E allora capii che ero nei guai seri. Ann si girò e chiamò il 911, le dissi che stavo per avere un infarto e lei riferì al 911. Gli disse di sbrigarsi. Gli chiesi di chiamare il mio amico Grady, quello che mi riverniciò il furgoncino, perchè sapevo che aveva delle pasticche di nitroglicerina in tasca. Arrivò prima dell'ambulanza con le pasticche. Ne misi due sotto la lingua ma non fecero nulla. A quel punto arrivò l'ambulanza, gli dissi che non riuscivo a respirare e che mi faceva davvero male il petto. Mi tagliarono la camicia mi applicarono un monitor e dissero che stavo avendo un massiccio attacco cardiaco, e iniziai a sputare sangue. A quel punto vidi mia moglie fuori di sè.
Iniziai a provare una sensazione buffa mai provata prima. Guardai il mio amico Grady, e il paramedico disse che stavo per andarmene. Dissi a Grady di dire ai bambini di prendersi cura di Ann, e di dirgli che li amavo tutti. Poi iniziai a vedere tutto grigio, ed ebbi la sensazione di pace più totale che io abbia mai sperimentato in vita mia. Tutto divenne nero per quello che mi parve giusto un minuto. La cosa che ricordo subito dopo, stavo volteggiando sulla testa del paramedico e lo vedevo che si dava da fare su di me. Mi sparò della roba nel braccio, nel cuore, e poi iniziò a darmi degli shock al cuore con delle placche elettriche. Dopo avermi somministrato due shock, vidi il mio spirito come volare fuori dal corpo. Viviamo in una casa a due piani e tutto d'un tratto ero in cima al tetto e iniziai a volare ancora più alto. Potevo vedere tutta la casa e tutta la area intorno. Quando il mio amico Grady capì che ero morto corse verso il mio furgoncino. Lo potevo vedere chiaro come la luce del sole. Mia moglie Ann veniva trattenuta da gente che era uscita fuori delle case. Il paramedico si dava ancora d a fare su di me; avevano chiamato rinforzi perchè ero in arresto pieno. La seconda squadra arrivò con un nuovo set di placche, cariche e pronte. Non ho mai provato paura di morire durante tutto questo.
Tutt'a un tratto mi ritrovai dentro un tunnel, era molto stretto, e alla sua fine c'era la luce più bella che io avessi mai visto. Mi pareva di viaggiare a mille miglia all'ora, di testa, e la luce si faceva sempre più vicina, ed era così brillante ma non mi faceva male agli occhi. Poi mi ritrovai dentro la luce un po' come quando ti tuffi in una piscina. Ero completamente sommerso di luce. Da dentro la luce giunse una voce, e mi disse che sarebbe andato tutto bene. Non avevo mai provato tanta pace, non c'era dolore, e l'amore che sentivo lì era così grande che non ci sono parole sufficienti al mondo per spiegarvi quanto grande fosse!!!
In una qualche maniera io sapevo che era DIO, e disse devi tornare indietro, tua moglie non la sta prendendo molto bene. Mi disse guarda giù e potrai vederla. Guardai in basso e potevo vedere tutto quello che accadeva in casa. Ann era totalmente sconvolta. La amavo così tanto, mi rivolsi a DIO e dissi che non volevo tornare. Non ho mai provato tanto amore e tanta pace sulla terra come sento ora qui. Mi disse vieni e ti mostrerò il PARADISO, ma poi dovrai tornare, ho del lavoro per te da svolgere sulla terra.
Quel che DIO mi mostrò quel giorno, non ci sono parole al mondo per dirlo, ma vedrò di fare del mio meglio con le poche a parole che ho. C'era un cancello stupendo, dove vidi i miei genitori, i nonni che erano morti tanto tempo fa. Una persona non la conoscevo, ma egli mi disse che anche lui mi amava. Mi dissero che stavano tutti bene, e che mi avrebbero aspettato lì al mio ritorno. Ci inoltrammo dentro. Sembrava di stare in una stanza, ma potevi vedere tutto. Ti trovavi in un posto, e l'istante dopo in un altro. C'era così tanto da vedere, i torrenti più limpidi mai visti e i fiumi. L'acqua era cristallina. Il cielo era così azzurro, l'erba così verde, e quando camminavi sui prati non lasciavi impronte. La musica più bella che tu potessi sentire. I fiori erano i più belli che io abbia mai visto. Non vidi persone malate, o menomate, o che sembrassero infelici. Mi hanno detto che sono stato morto per 3 o 4 minuti, ma in PARADISO il tempo sembrava immobile. Per me era come ci fossi stato per tre o quattro mesi. Poi DIO si rivolse di nuovo a me, e disse devi tornare indietro per un po', una volta finito il tuo lavoro potrai tornare. Nello stesso momento mi ritrovai a ripercorrere il tunnel alla stessa velocità dell'andata. […] Tornai a casa poco più in là nella settimana. La riabilitazione fu lenta. Ho raccontato del mio viaggio a poche persone negli ultimi nove anni per timore che pensassero che ero matto. Ero anche molto confuso riguardo a quello che avrei dovuto fare per DIO. Negli ultimi nove anni ho condiviso questa storia con alcune persone che il medico mi disse che sarebbero morte presto. Mi dicevano che la paura di morire consiste soprattutto nel non sapere come è. Mi è capitato anche di doverlo condividere con la mia unica sorella Emily poco prima che morisse di cancro. Ma sapevo che era una brava donna timorata del SIGNORE. Aveva appena 57 anni. Morì nel 2000. Sono il solo rimasto a parte i miei bambini. Questa faccenda ha cambiato completamente le mie prospettive. Prendo la vita come arriva ogni giorno come fosse l'ultimo. Ha addolcito il mio cuore e cerco di aiutare gli altri invece di pensare a me stesso. Ho appena finito di insegnare a 33 ragazzi di età fra i 13 e i 19 anni, in vacanza, a leggere la bibbia e a cantare nel coro. Non avevo mai scritto nulla più che una lettera in tutta la mia vita fino all'altr'anno. Da allora ho scritto 12 poesie. Una sulla mia esperienza di premorte. Cerco ogni giorno di vivere la mia vita in una maniera che possa piacere a DIO così quando la mia vita finirà potrò tornare in PARADISO. Se pensate che sono matto mi sta bene, potete credere quello che preferite. Spero che nel condividere questa cosa aiuterò qualcun'altro ad avere un passaggio sereno verso l'altra riva quando giungerà il nostro momento di morire. Mi piacerebbe trovare il modo per ringraziare DIO per ogni giorno e anno extra che mi ha concesso. Vorrei ringraziare tutti gli staff medici e i paramedici della contea. Vorrei ringraziare i dottori. E le infermiere che mi accudirono. POSSANO LE BENEDIZIONI DEL SIGNORE ESSERE SU TUTTI VOI. Questa è una storia vera scritta da Jerry, il 28 Giugno del 2001.

------

67. NDE di Pepi 4/22/01. 

Pepi's Story: La mia NDE avvenne quando avevo 20 anni, nell' Ottobre del 1975. Attualmente ho 45 anni, e insegno Inglese come lingua straniera in una scuola superiore in Spagna. Sono spagnola ed ho studiato filologia inglese all' università per cinque anni, fra il 1972 ed il 1977. La mia NDE si svolse durante un intervento chirurgico per rimuovere un nodulo al seno. Ricordo che aprii improvvisamente gli occhi ed era tutto buio, eccetto per uno stretto sentiero, largo abbastanza per camminarci in maniera confortevole. Era come ritrovarsi nello spazio profondo, tutto attorno era silente, il cosmo intero era attorno a me, ma io non avevo paura e non mi sentivo affatto scoraggiata. Ero piena di speranza, di energia, ed ero viva. Tutti i miei sogni stavano per avverarsi. Tutti, ed in un colpo solo.
Il sentiero che stavo percorrendo era molto molto luminoso e ne potevo intravedere la fine quasi sin dal suo principio. Qualcuno mi stava aspettando al termine del sentiero. Sapevo che era Gesù. Era alto e forte, con lunghi capelli neri ed un tenero sorriso. I suoi occhi erano indimenticabili, immensi, neri, così ricolmi di amore e saggezza... Indossava una lunga tunica bianca, e dei sandali. Era lì da solo, e sorrideva, ed aspettava proprio ME. Mi diede il benvenuto. Non disse una parola, e nemmeno io, ma comunicavamo senza parlare. Le nostre menti erano molto intime e dopo un secondo mi ritrovai all'interno di qualcosa che dovrei definire come una specie di nave spaziale. Non la avevo individuata in un primo momento, e me ne accorsi solo quando mi ci ritrovai dentro. Era una stanza piena di luci e molti uomini sedevano ai loro posti di controllo preparandosi per il decollo. Gesù mi presentò a tutti loro. "E' il nostro nuovo passeggero, la nostra ospite" (senza profferire parole), sorridendo semplicemente, nel mentre che essi effettuavano operazioni di routine con le apparecchiature della astronave. I loro abiti erano diversi da quelli di Gesù. Erano vestiti in abiti da astronauti, luminosi e brillanti, ma molto sofisticati e futuristici, ben diversi da come era abbigliato Gesù. Poi, improvvisamente, proprio mentre stavo per mettermi comoda, mi portò di nuovo fuori. "Devi rientrare", mi disse (senza parlare), e il suo sorriso mi ha sin da allora accompagnata lungo tutta la mia vita. Non esitai a quel che disse. Obbedii, senza domande. Era un mio amico ed era il mio capo, e non vi erano dubbi in proposito.
Non dovemmo camminare molto o darci da fare per entrare ed uscire dalla astronave. Dovevamo solo volerlo, ed era cosa fatta. Le nostre menti controllavano tutto. E così me ne andai e me ne tronai nel mio corpo ed a questa vita. Mi svegliai e piansi... invocando il nome di un mio amico per un po'. Forse inconsciamente pensavo che quel mio amico sarebbe stato il solo a capire la mia esperienza.

Hai veduto una luce? Se sì, descrivila. Il sentiero era molto luminoso, non so di nulla che possa esservi paragonato, non faceva male agli occhi ma era tutto così luminoso, un misto di giallo e bianco, come un raggio di sole, attraverso il quale stavo camminando. Tutto attorno era scuro e silente.

Oltre a Gesù, hai visto persone che conoscevi? Vi hai comunicato? No, non conoscevo nessuno su quell'astronave. Erano tutti degli sconosciuti per me. Vennero informati da Gesù della mia presenza e tutti mi dissero ciao, senza parlare, ma come fosse una routine, come se non facessero altro che quella cosa tutto il tempo. Mi salutarono e semplicemente continuarono il loro lavoro alle manopole, per preparare la astronave al decollo.

Durante la NDE hai appreso qualcosa che prima non sapevi? Capii che qualcuno amava me, una irrilevante sconosciuta, piena di imperfezioni, che ero amata da Dio fino ad un punto tale che mandava Gesù per salutarmi. Insomma, i parametri umani e quelli di Dio sono molto differenti e pertanto noi non veniamo visti con occhi umani ma con gli occhi della mente, con quelli dell'anima e del cuore.

Il meglio della tua NDE? Era tutto il meglio finchè è durato. La esperienza tutta. Ricordo che Gesù stette con me tutto il tempo, per cui tutto quel che accadde era grandioso. Ed è durato così poco...

Vorresti aggiungere qualcos'altro i merito a questa NDE? Sì. Sono sicura che capita solo quando stai per morire. Non prima, e quanto più ti approssimi alla morte, tanto più profonda si fa l'esperienza, i suoi dettagli e i suoi ricordi. Così, ero stata vicina alla morte per un attimo, e per questo è durata il tempo di quell' attimo. Gesù era lì giusto nel caso i dottori non riuscissero a far ripartire il mio cuore. Mentre i dottori si davano da fare per riportarmi indietro, lui mi ha mostrato il sentiero ad una vita futura, e mi lascerà tornare insieme a mia mamma e a mio papà. Ero tutta la loro vita. Ah, e anche insieme al mio ragazzo.

------

66. NDE di Michael G 4/22/01. 

Nel 1994 mi trovavo in ospedale in Texas su di un tavolo operatorio, per una appendicectomia. In passato ebbi un attacco cardiaco, e molti anni dopo mi venne diagnosticata la sindrome di Marfans, ed inoltre sono diabetico. Alla fine del 1994 il mio amico e compagno di una vita, Roger, soccombette a delle complicazioni correlate all' Aids nella Virgina occidentale. Io pregai Dio che non facesse soffrire Roger, avrei voluto intrufolarmi nella tomba e morire con lui il mio compagno, e pregai Dio di concedermi la morte. Mi aggiravo come uno zombie e ogni tanto sentivo sintomi influenzali e spesso piangevo fino a quando non riuscivo ad addormentarmi sperando dopo di sentirmi meglio. Ma nulla di tutto questo mi fu di aiuto, e nel Dicembre del 1994 mi svegliai piegato dal dolore, e quando andai in cucina per prepararmi una tazza di the pensai di avere una influenza intestinale ma il the non funzionava, e capii allora di essere in guai seri e chiamai mia madre per dirle per favore di andare dalla vicina, la zia Floria, e dirle di telefonare al 911, ed io la seguii fino alla porta della zia perchè non me la sentivo di rimanere da solo. I servizi di emergenza sopraggiunsero con l'ambulanza e il paramedico pensò che io avessi una appendicite acuta. Mi portarono subito a bordo dove io entrai in shock, mi stabilizzarono e mi trasportarono all' ospedale. Il conteggio dei miei globuli bianchi era normale e ai raggi X la mia appendice appariva avvolta attorno al mio colon - chissà magari aveva paura della macchina fotografica. A causa del the che avevo bevuto dovettero aspettare prima di intervenire per esser certi di non dare adito alla peritonite. Una volta firmate le scartoffie per l'intervento mi sentii in pace, come se stessi per andare in un luogo dove sentivo che avrei ottenuto le risposte a più domande di quante avessi mai potuto desiderare di porre. Alle 5.45 pm venni portato in carrozzina nella sala e mi misero una maschera d'ossigeno gialla sul volto e mi dissero di inalare profondamente mentre scherzavano con me, e mi dissero di contare alla rovescia partendo da cento, ma non sono nemmeno arrivato a 97 e mi ritrovai come di notte con un cartello "Non disturbare" attaccato alla porta. Fu come vedere un filmato in videocassetta, quelli che premi il pulsante riavvolgi e vedi il film all' incontrario, come la mia vita era stata, e per me era come il giorno del giudizio, e rividi la mia nascita, e poi un sipario rosso venne giù e quella era la fine, era la pace. La cosa che successe dopo, ricordo che vidi la luce della sala operatoria e che stavo fluttuando, e guardai in basso e vidi il dottore e l'infermiera lavorare sul mio basso addome. Con il lato di un occhio intravidi una scintilla di luce bianca quasi come si trovasse dietro di me, e mi girai nella direzione della scintilla di luce e vidi un portale di sfavillante luce candida, e un sentimento di amore incondizionato emanare da quel portale, e volai attraverso quel portale così veloce come se avessi avuto le bretelle in fiamme, e mi sentii a casa, addentro all'amore incondizionato di quella Luce Bianca, che rivitalizzò il mio spirito. C'era un arco di nimbi bianchi che transitavano sopra di me in un cielo azzurro, il suono come di vento nella pineta, e io ero come nel mezzo di tutto questo. Vidi come era l'inferno, non fuoco e faville, con anime torturate, no, l'inferno era fatto di colline color dell'oro su cui salivano le ombre oscure delle anime. Vidi la mia nonna che morì in Florida nel Gennaio del 1972, la bellezza della mia nonna come io la ricordavo quando mi abbracciava ed io la abbracciavo, e mi parlò senza muovere le labbra. Mi disse di consegnare un messaggio ai miei due fratelli Harold e Richard, a mia sorella Angela e alla mamma, e il messaggio era che dire mi dispiace è facile, ma nel chiedere perdono invece impari una lezione perchè devi prima perdonare te stesso per aver fatto del male a qualcuno. La seconda persona che vidi era Big Joe che morì di asfissia in Florida nel 1981, Big Joe, che mi diede per Kathleen, sua moglie, un messaggio: sarò qui ad aspettarti, e anche Big Joe lo disse senza muovere le labbra. Poi vidi il mio compagno di vita, Roger dalla Pennsylvania, e io lo chiamai, Roger, e io e Roger volteggiamo abbracciati e le nostre anime divennero ancora una volta una anima sola come lo furono quella volta quando facemmo l'amore in una jacuzzi in Florida nel 1986. Roger mi sospinse via da sè e senza muovere le labbra mi disse che dovevo tornare indietro, ma che lui mi avrebbe aspettato. Mi sentii disorientato, Roger era svanito e io stavo in piedi innanzi alla immagine di Nostro Signore Gesù Cristo appena morto sulla Croce, e sentii le voci della equipe chirurgica gridare il mio nome e vidi il mio corpo in fondo al tunnel e la cosa successiva che ricordo è qualcuno che mi sollevava le palpebre e sciabolava con una luce nei miei occhi dicendo: è tornato.

------

65. NDE di SW 3/4/01. 

Durante un normale intervento di tonsillectomia iniziai a sanguinare, e persero il mio polso per quattro minuti. La mia pelle divenne livida. Venni rianimato. Ricordo un'esperienza di attraversamento di alcuni veli semitrasparenti, belli, di colore blu, mentre una bella luce splendeva alla fine di una specie di galleria. Era divertente, mi piaceva, e credo che Dio mi stesse parlando, ed io volevo tanto raggiungerlo andando al di là di quel velo. Ma la Voce mi disse che non avrei potuto, che era ancora troppo presto per me. Rimasi deluso ma capii che sarei dovuto tornare indietro.
Non ho mai avuto paura della morte da allora. Ma una cosa mi ha ossessionato, e cioè che mi venne rivelato il mio scopo nella vita, ma non riesco più a ricordarlo. Voglio scoprirlo.
Questo accadeva negli anni cinquanta. Quando lessi per la prima volta delle esperienze di premorte avevo sedici anni, trovai una rivista in proposito e sentii come se mi avessero fatto un dono meraviglioso: vi erano dunque altre persone che sapevano.
Credo che mi abbia modificato in maniere sostanziali che è difficile spiegare ad altre persone. Ho una sensibilità accentuata e sono molto sensibilizzato ai risvolti mistici ed emotivi della vita. Vedo gente che si dà da fare per il denaro, per le cose e per il potere sugli altri e che manipolano gli altri, e per me è ok solo che io non sono uno dei loro. Il che, alle volte, mi ha fatto sentire un po' come un visitatore su questo mondo, con tutte le difficoltà che questo comporta. Dopo la NDE i medici effettuarono dei test per verificare la mia integrità mentale ma non riscontrarono nulla di anomalo – nessuna disfunzione cerebrale. Fu piuttosto divertente per me vederglielo fare. Ho una famiglia, lavoro, e funziono come ci si aspetterebbe da chiunque, ma il mio nucleo più intimo è molto più preso dal mondo dello spirito e dell'anima che da quello tridimensionale.
Hai incontrato o visto altri esseri? 
Sì. Persone che avrei incontrato nella mia vita.

Dopo l’esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? . Avevo 9 anni e da allora ho preso ad andare in chiesa ogni domenica e ad interrogarmi su ogni cosa mentre prima non me ne importava un granchè – o certamente non nella misura in cui mi importa adesso. Pensavo che la religione fosse qualcosa in un certo senso di bizzarro dopo tutto ciò, e da piccolo ero anche piuttosto arrabbiato con essa.

------

64. NDE di Valerie 3/4/01. 

Vidi la figura di un uomo incedere verso l'alto, allontanandosi da me. Ricordo che pensai quanto apparisse calda e soffice la sua veste, benchè apparisse molto vecchia e logorata, con gli orli usurati e un pezzo strappato su di un lato. Era una tonalità calda di beige. Ricordo che pensai che se avessi potuto toccarla, sarebbe stata così soffice e calda.
Lo seguii mentre saliva allontanandosi. Ero ansiosa di poterlo raggiungere per poter semplicemente toccare la sua veste. Divenni allora consapevole di un chiarore, di una luce in alto ed intorno e la cui sorgente era davanti a lui, e che ci stavamo muovendo in direzione di questa sorgente. Mentre diveniva sempre più brillante, ne venni avvolta dal calore. Non mi resi conto che proveniva dalla luce e quando guardai in alto, lì uomo si girò e mi guardò negli occhi. La luce era dietro di lui, emanava attraverso un corridoio, come una specie di porta entro un muro costruito in pietra e con molti arbusti di vite inerpicati ad entrambi i lati. Si voltò e mi guardò, mi guardò negli occhi, ma la luce era dietro di lui ed era come guardare qualcuno mentre il sole sta dietro di lui, solo molto più brillante e con colori molto più definiti. L'uomo era a malapena distinguibile tranne che per i suoi occhi che guardavano dritto nei miei. Sentii molto chiaramente, nella mia testa ma non come pensieri, nella mente ma non come qualcosa di mio, sentii dire "le preghiere dei giusti ottengono risposta". Sentii un amore avvolgersi solido attorno a me ed era come solo un amore incondizionato può essere. Un amore che non riesco ad esprimere adeguatamente con le mie parole. Un amore che era al di sopra della conoscenza. Un amore perfetto e solido e totale diverso da quel che intendiamo noi qui sulla terra.
Compresi delle cose riguardo al giudizio ed al giudizio perfetto che noi impartiamo a noi stessi. E il giudizio era giusto, non vi erano liti o dinieghi, il giudizio era in noi stessi ed era uno in noi e con lui... era la stessa cosa... era totale e completo. Percepii cose di quando ero bambina ed erano così reali e belle e al tempo stesso così semplici, il profumo era puro e il calore e la sensazione era come un infante sulla mia schiena nel chiarore del sole e il senso di frescura di erba fresca sotto i miei piedi nudi. Il ricordo della bontà e della purezza, innocenza, accettazione, amore... non volevo andarmene di lì. Volevo entrare dentro quella bella luce. Volevo toccare l'uomo. Sentire il calore della sua veste e rimanere lì, ma capii che non avrei potuto entrare nella luce. Egli mi bloccava l'ingresso con il suo amore totale e i suoi occhi erano ricolmi di amore. Sapevo di stare guardando la gloria di Dio, e che non avrei potuto fissarla direttamente. Come affiggere gli occhi sul sole. Quando sentii le parole, venni immediatamente catapultata dentro il mio corpo nella maniera più terribilmente dolorosa sentendone il peso e la mole. Non posso descrivere quel dolore ed il freddo, la pesantezza, e la separazione da quell'amore. Quando mi risvegliai pregai e ringraziai Dio, che qualcuno che era un giusto avesse pregato per me. Non capivo le Scritture all'epoca. Che coloro che sono uno in Cristo sono i giusti del Signore, per virtù di Gesù Cristo. Così pregavo ringraziando Dio che qualche giusto avesse pregato per me. Non ho più smesso di pregare da quel giorno, e cerco di spiegare il potere della preghiera a chiunque voglia ascoltarmi. Forse un giorno troverò le parole per descrivere l'indescrivibile, ma quel che più di ogni altra cosa cerco di sperimentare è il flusso di amore che da me può passare agli altri. Un amore totale, incondizionato... verso tutti gli altri... ho attraversato molti altri cambiamenti da allora e ho ancora tanto da imparare. Sono stata cresciuta nel sud, nella fede battista, ma non sentivo per queste cose fino a quel giorno... ma io ora credo, perchè ora io so. Dio è amore e il Suo amore è totale solido e immutabile. Io credo.

Hai avuto la sensazione di una conoscenza speciale, di un ordine o uno scopo universale? Sì. La porta è stretta e pochi possono passarvi. La strada è segnata ma molti sono ingannati e non vi entreranno.

Dopo l’esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? . Non credo che i doni che ci vennero spiegati nelle Scritture fossero intesi per oggi. Io ora credo, io ora so. La Sua Parola è vera fin alla più minima particola. Ed è per sempre, sarà sempre vera.

L'esperienza ha colpito i vostri rapporti? La vita quotidiana? Pratiche religiose ecc? Scelte di carriera? Molto. Io ora credo. Pratico e pratico e ancora pratico la Sua Parola nella mia vita, perdono, amore, compassione, pentimento, preghiera, adorazione e lode.

Quali emozioni hai provato dopo la tua esperienza? Amore per tutti gli altri, timore e rispetto per Dio. Ci sono molti sentimenti ed emozioni che ora provo per gli altri, ma la più travolgente di tutte è la compassione.

C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere riguardo all’esperienza? Moltissime cose. Abbiamo poco tempo e dobbiamo credere. Dio è amore e il Suo amore è per tutti. Possiamo aver fede e credere. E' più reale del reale, più vero e più eterno... credeteci!

Ha cambiato la vostra vita in particolare a seguito della tua esperienza? Sì. Ho imparato a perdonare e ho imparato che amare gli altri è... in effetti l'amore è qualcosa che passa attraverso di noi ma che non si origina in noi. Ho appreso la compassione, la pazienza, la gioia, la misura nelle situazioni, perchè c'è un Dio, un Cielo, e una Strada, e passano attraverso di Lui, Gesù Cristo, Figlio di Dio, un libero dono d'amore.

Si prega di offrire tutti i suggerimenti che avete per migliorare la www.nderf.org questionario? Prego che io possa condividere dell'altro e presto, c'è molto altro, tuttavia, è davvero così semplice in realtà... credete, amate il Signore nostro Dio, con tutto il cuore e l'anima e la mente, e amate gli altri come voi stessi e ricordate che il Giudizio è giusto e perfetto e senza dubbi. Tutti saremo innanzi al giudizio dell'amore, il giudizio finale, nell' eterno.

------

63. NDE di Miguel 3/4/2001

Come ho detto prima, non riesco a ricordare tutti i dettagli, ma cercherò di fare del mio meglio. Sono un membro di una famiglia di dieci, e io e mia sorella maggiore siamo stati davvero vicini l'un l'altro, ed eravamo soliti giocare in modo molto maleducato, in uno di questi momenti, siamo andati un poco più oltre del nostro gioco, lei mi prese per il collo e cominciò a soffocarmi fino a quando svenni, tutto ad un tratto, cominciai a cadere in un buco profondamente buio, mi ricordo di un vento per tutto il corpo, mentre andavo attraverso, ho visto un vortice di luce, con una brillante luce alla fine, in qualche modo sapevo che se attraversavo la luce che non sarei stato in grado di tornare, e ho iniziato a pensare a mio fratello, (perchè in quel momento condividevamo lo stesso letto) che lui sarebbe rimasto solo di notte , ma la luce ancora mi attirò, a questo punto ho sentito mia sorella che mi chiamava, e entrai in una luce bianca e ho sentito una presenza di qualcuno, non ho visto nessuno, ma ho capito che stava intorno a me, pieno di amore e di gioia, e volevo restare, ma non era ancora il mio tempo, così venni rimandato alla mia famiglia. Ricordo che nei giorni seguenti sentivo una grande tristezza dentro di me, mi manca il posto dove sono stato. So che quando sarà il mio momento ci tornerò.

Sei passato in tunnel o in un recinto? Sì. Quando cominciò la mia esperienza mi sembrava di cadere in un tunnel e poi si trasformò in un vortice di luce.

Hai visto una luce? Sì, ho visto una luce alla fine del tunnel e sono entrato nella luce.

Hai incontrato o visto altri esseri? No No, non ho visto nessuno ho appena sentito la presenza di qualcuno intorno e dentro di me e ho sentito che non era il mio tempo ancora.

NDE all'età di 10 anni in Messico.

------

61. NDE di John F 12/03/2000 

Mentre ero in servizio nella Marina degli Stati Uniti, stavo masticando un uovo sodo e rimasi soffocato. Potevo solo inalare. I miei polmoni si riempirono fino a che non potevano riempirsi oltre. Sentivo che se solo avessi potuto espellere l'uovo dalla mia bocca avrei potuto vivere. Ho camminato verso una fontana che era lì vicino e ho aperto il rubinetto dell'acqua. Ho cercato di bere e quando l'acqua toccò le mie labbra, ricevetti una scossa di 120 volt. La mia realizzazione immediata è stata che avevo ricevuto una scossa elettrica, a cui certamente mi aspettavo di sopravvivere. Ancora avevo complete difficoltà respiratorie a causa dell'uovo bloccato nel mio esofago. Ho rimosso un po’ di uovo con un dito, ma
non potevo respirare. Stavo provando un certo panico da questo momento
e potei pensare che non c'era un modo per aiutare me stesso a sopravvivere a questo incidente. Ho pensato al mio Signore e dissi a me stesso. "Almeno io sono cristiano".
Ho guardato nella stanza attigua e ho visto il mio supervisore seduto su una sedia girevole
lavorando ad un messaggio radio. Rendendomi conto che potevo ancora camminare, l'ho fatto fino a raggiungere la sua sedia. Non potevo parlare così ho usato le mie ultime energie per prendere a calci la sua sedia per attirare la sua attenzione. Egli venne sbattuto a terra e lì giaceva con la macchina da scrivere. Io sono sul pavimento vicino al mio supervisore mentre anche io cadevo. Un altro marinaio di nome Joe stava guardando le mie azioni.
Ora ero tranquillo e non stavo respirando. Stavo sanguinando dal ponte del mio naso, dopo aver colpito la scrivania mentre cadevo. In pochi istanti Joe iniziò a farmi tornare in vita tramite metodi di rianimazione. Questo è ora chiamato RCP. Un altro marinaio chiamò un'ambulanza. Ero vicino al soffitto di questa sala a guardare i marinai agendo
per salvare la mia vita. Mi sentivo bene. Mi sono reso conto che il corpo privo di sensi sul pavimento era il mio, ma non ho avuto il minimo interesse per esso. Stavo guardando me stesso come gli altri mi avevano visto. Non c'era riflesso opposto nel guardare in uno specchio questa volta. Mi sentivo bene ed energico e ben presto persi ogni interesse nel guardare i marinai che lavoravano su mio corpo. Ero sotto forma di spirito, eppure mi sentivo ancora vivo come ero stato precedentemente. Suppongo che mi aspettavo di essere morto, ma tutto questo era così nuovo per me. Stavo imparando velocemente questa nuova vita e senza molta preoccupazione per qualsiasi cosa. Tuttavia questo nuovo modo di vivere
aveva mi stava facendo sentire perplesso. Per esempio, quando io pensavo a qualcosa, la facevo automaticamente. Ho guardato il muro vicino a me e il momento dopo stavo attraversandolo. Ero di nuovo nella stanza dove ero stato seduto quando mi sono soffocato.
Ho galleggiato intorno questa stanza a volontà. Ho viaggiato attraverso le molte radio e macchine telescriventi senza alcun problema. Ho visto una zona buia vicino alla mia scrivania e ho viaggiato verso essa. La prossima cosa che sapevo, stavo entrando in questo nebbia buia. Una volta dentro volevo davvero essere fuori. Stavo per essere travolto da questa cosa. La sensazione era quella di essere dentro una persona. Mi sentii allarmato e smisi di essere lo spirito libero flottante che ero prima. Alla fine venni rilasciato da questa zona calda e opprimente. Era come se fossi dentro un utero, ma come ciò lo si può immaginare? La mia prossima realizzazione era che ero in un tunnel. Stimo le dimensioni di questo tunnel di un diametro di 6-7 metri. Potevo starci senza toccare la cima.
La mia altezza era di cinque piedi e dieci pollici. Immediatamente stavo percorrendo in lungo il tunnel più velocemente di quanto avrei voluto. La velocità era incredibile. Avevo paura. Da qualche parte lungo il mio cammino in questo tunnel ho rallentato fino a fermarmi e un uomo mi ha calmato e mi ha detto che il viaggio si stava avvicinando alla fine. Sono andato via di nuovo alla stessa velocità di prima. Non lo so come sono sopravvissuto al viaggio. La velocità doveva essere alla velocità della luce o ancora più veloce. Non provavo una forza di accelerazione g, solo la paura e l'euforia di una velocità terribile. Finalmente ho smesso di muovermi attraverso il tunnel ed ebbi una buona occasione per guardare. Il tunnel sembrava un tubo di sfiato di grandi dimensioni utilizzati sulle asciugatrici. La luce non era in primo luogo all'interno del tunnel, ma brillante dal di fuori. Durante il viaggio all'interno del tunnel ho sentito un forte suono ronzante
che mi faceva male alle orecchie. Mi chiedevo che cosa sostenesse la galleria. Poi cominciai a camminare cercando la fine di questo tunnel. Ero ormai in un'area molto più grande e circondata da una bianca nebbia e dalla luce del giorno. Tutte le mie paure del tunnel erano diminuite dalla luce che stavo vedendo. Ho sentito voci di persone proprio fuori di quest'area. Le voci mi stavano incoraggiando a passare attraverso la nebbia bianca. Io camminavo attraverso la nebbia bianca e ho visto circa una dozzina di persone.
L'istinto mi ha detto che erano tutti marito e moglie. Avevo visto queste persone prima, ma non riuscivo a ricordare nessuno dei loro nomi. Un uomo mi disse di non preoccuparmi di non ricordare i nomi. Presto qualcuno venne per me. L'uomo aveva circa 27 anni
di età e indossava levis e una t-shirt bianca. Le altre dodici persone indossavano abiti bianchi. L'uomo che indossava i Levis mi ha spiegato che era la mia guida. Mi ha spiegato che in seguito avrei incontrato altre persone ma lui voleva che camminassi con lui per vedere questo posto nuovo. Abbiamo camminato attraverso i giardini più belli che
avessi mai visto. Ho osservato in dettaglio i petali dei fiori. Mentre visualizzavo i prati mi sono concentrato sulle singole foglie di erba e sono rimasto meravigliato dalla bellezza di ogni foglia. Quest'uomo ed io comunicavamo tramite trasmissione del pensiero come avevo fatto con il gruppo di dodici persone. Ho visto una città con grandi edifici in lontananza. Gli edifici avevano il colore dell'oro e la mia guida mi ha detto che erano d'oro.
La mia guida mi ha detto che se volevo potevo pensare di essere più vicino alla città e lo sarei stato. Sicuro abbastanza, ho pensato di essere più vicino e improvvisamente
ero in prossimità della città d'oro. Ho visto piccole cascate d'acqua in giardini fioriti che erano assolutamente mozzafiato. Mi sentivo così bene. Più tardi la mia guida mi ha consegnato ad un altro uomo e questo uomo mi ha spiegato che ora avrei gradito fare una revisione della mia vita. Nel corso di questo esame che è durato circa un secondo o meno,
ho visto tutto ciò che avevo visto in precedenza mentre vivevo sulla terra. Ho rivissuto
ogni conversazione che avevo avuto. Ho visto ogni animale che avevo posseduto. Ho visto di nuovo ogni capo di abbigliamento che avevo indossato. Ho rivissuto ogni classe che avevo frequentato a scuola. Ho visto tutto di nuovo. E 'stato qui in questo palazzo, che sembrava molto simile a una libreria che la rivisitazione della mia vita finì. E' stato qui che appresi anche che non avrei soggiornato in questo luogo paradisiaco. Ero così deluso
nell'apprendere che dovevo tornare sulla terra. Ho pianto e maledetto quelli intorno a
a me. La mia guida venne da me e mi portò a vedere due compagni di scuola che erano morti quattro anni prima. Sono rimasto scioccato nel vederli in vita. Sulla terra erano stati
giocatori di calcio al liceo. Un giorno erano in ritardo per l'allenamento di calcio e il loro allenatore aveva fatto fare loro giri di corsa intorno al campo dopo l'allenamento.
Questo li mise nello spogliatoio lungo dopo che gli altri giocatori se ne andarono.
Non c'era acqua calda per le docce. I due sedevano in attesa che il boiler producesse
acqua calda per le docce e loro furono intossicati a morte dai fumi che esalarono dal riscaldatore a gas naturale di acqua. Ironia della sorte, uno dei padri dei ragazzi era l'idraulico che installò il riscaldatore pochi giorni prima e sarebbe tornato in un altro giorno per installare il tubo di sfiato verso l'esterno di questa stanza della nuova doccia.
Ho chiesto ai due ragazzi perché fossero qui, perché ciascuno era ritenuto che dovesse essere morto. Mi hanno spiegato che nessuno mai muore. I due ragazzi avevano circa la stessa età di quando li avevo visti l'ultima sulla terra. Entrambi sembravano essere felici e contenti di essere qui. La mia guida mi portò di nuovo a dove ebbi la rassegna della mia vita. Ho chiesto ancora una volta se potevo rimanere. Un uomo mi ha detto che dovevo
fare ritorno sulla terra per vivere la mia vita. Mi sono ricordato dalle mie lezioni in classe di Domenica che se una persona chiede di vedere il Signore, egli Lo vedrà. Ho chiesto di vedere Gesù. Con la mia guida accanto a me, ho camminato o galleggiato verso un piccolo palco. La mia guida mi ha lasciato qui. Non ho dovuto aspettare a lungo prima che di sentire una voce su questo palco vicino a dove mi trovavo. Una nebbia si stava formando sul palco e ho sentito una voce chiedermi se potevo vederlo. Ho potuto vedere solo la nebbia e sentire la voce. La voce mi ha chiesto di concentrarmi di più e sarei stato in grado di vederlo. Ben presto ho visto Gesù che stava davanti a me. Mi ha chiesto cosa volevo da lui. Gli ho detto che avevo appreso che sarei dovuto tornare sulla terra e non volevo lasciare questo luogo paradisiaco. Mi ha spiegato che non avevo ancora eseguito la sua volontà che aveva stabilito per me nella mia vita. Gli chiesi che cosa fossero questi suoi desideri e lui non mi rispose. Mi disse che avrei saputo al momento giusto, ad un certo momento nel mio futuro. Gli chiesi di altre cose possibili che poteva fare per me.
Dal momento che ero nella Marina degli Stati Uniti, in quel periodo, chiesi di essere
trasferito allo Stato del Tennessee. Gli ho spiegato che avevo trascorso un mese in questo stato come un ragazzo di dodici anni e volevo ritornare lì perché lo Stato era bello.
Lui non mi rispose. Ho chiesto se l'aveva considerato. Mi disse che dovevo solo
chiedere una volta e sarebbe stato fatto. Gesù mi disse le molte cose di cui avrei fatto esperienza nella mia vita. Ricordo solo quello che lui mi ha detto dopo aver vissuto l'evento. Mi disse, e mi ricordo questo; per raccontare a tutte le persone della mia visita
con lui. Egli mi ha suggerito di dire alla gente che lui è reale. Un'altra cosa che non dimenticherò mai è la sensazione dell'irradiazione del suo amore mentre stava vicino a me. Questo fu l'amore più perfetto che io avessi mai provato. Gesù mi disse che sarei stato scortato indietro fino a casa mia sulla terra presto. Due uomini vennero da me e mi spiegarono che erano i miei angeli custodi. Uno degli uomini era stato la mia prima guida.
Non ricordo il ritorno sulla terra attraverso il tunnel. Abbiamo viaggiato attraverso l'oscurità dello spazio. Al ritorno sulla terra ci siamo fermati per un colloquio.
Un angelo custode mi ha detto che un giorno avrei incontrato una signora e lei sarebbe diventata mia amica molto stretta. Mi venne detto che non l'avrei incontrata ora siccome lei era ancora una ragazza molto giovane. Questo avvenne nel 1957. Io l'ho cercata
da allora e credo di averla trovata. Ma lei vive in Australia. Mi sono svegliato seduto su un lettino in ospedale. Ho chiesto ai tre medici se mi era stato dato alcun farmaco che mi avrebbe fatto credere che era morto e andato in Paradiso. Hanno detto di no.
Ho detto, "Beh, io sono appena tornato dal Cielo". Due medici subito uscirono e il terzo medico restante mi ha detto che non sapeva cosa pensare.

------

57. NDE di S 10/1/2000  

Stavo effettuando un'operazione veterinaria per un cavallo. Il cavallo si impennò e mi colpì direttamente con lo zoccolo anteriore colpendo la mia testa e il viso e il braccio, alzati per un gesto difensivo. Mi sono fratturato parecchie ossa facciali, distacco della retina, fratturato l'osso radio del braccio. Fui incosciente per un breve periodo. La mia esperienza in questo periodo però sembrava prendere molto più "tempo" se doveva verificarsi rigorosamente in questa dimensione fisica.
Mi sono trovato improvvisamente sopra il mio corpo, guardando verso il basso tutta la scena. Ho potuto vedere cose che erano al di fuori della scena in cui ero anche se questo sarebbe stato impossibile se stavo vedendo dal punto in cui il mio corpo era. Era come guardare giù come una macchina fotografica che saliva su per visualizzare un'ampia panoramica di una scena. Mi resi conto che c'erano 2 (forse 3) "esseri con me, uno per ogni lato. Stavano comunicando con me - direttamente, telepaticamente, solo mettendo il loro pensiero direttamente nella mia coscienza, senza parole e in molto meno "tempo". Sapevo di essere in qualche modo rimossa da queste comuni "leggi" o modi di elaborazione dell'esperienza. Mentre non provavo un senso di revisione della vita in termini specifici, mi sono state mostrate, attraverso la comprensione, non immagini o filmati, molte cose importanti nella mia vita. Il bene e il male. Tutto concentrato sul mio contributo - siccome gestivo me stesso. Mi ricordo la quasi palpabile assenza di ogni paura. Mi è stato fatto capire che questa paura è alla base di molte delle nostre scelte sbagliate. Che non c'è nulla da temere. Sentivo compassione verso me stessa come non avrei mai potuto immaginare. Un tipo di amore che non ho mai conosciuto prima. Simpatia, empatia per tutto quello che avevo vissuto e una nuova determinazione di farmi vivere come potevo e dovevo. Sapevo di avere un obiettivo chiaro e mi fu mostrato questo fine così che ho potuto capire quanto necessario fossi. Non ho sentito dolore. Non sono sicuro se avevo un corpo o se la mia guida lo avesse, non sembrava avere importanza. Sono stato in contatto con tutte le informazioni-comprensione totale di tutto. Ma quello con cui mi sono ricollegato era proprio l'importanza dello scopo della mia vita. Ho visto il futuro (non lo ricordo) e ho anche visto quanto sarebbe stato difficile il recupero dall'incidente, ma sapevo che lo avrei superato, cosa che era tutto ciò che contava, per me arrivare a fare quello che sono destinato a fare. E che avrei potuto solo servire a questo scopo, se mi sbarazzavo delle mie paure, del rifiuto, non essendo piaciuto per gli atteggiamenti assunti, altre persone che hanno il controllo delle cose (solo noi possiamo), ecc. E poi ho potuto agire per puro amore senza complicazioni o compromessi. Una volta "capito tutto questo" mi ritrovai nel mio corpo in un dolore lancinante. Ho anche avuto la consapevolezza che queste guide sono sempre lì quando sono necessarie. Sono le nutrici finali.

Hai incontrato o visto altri Esseri? Sì. Erano seduti ad ogni mio lato. Sì, ho sentito che da sempre li conoscevo - mi sentivo collegato in maniera profonda a loro. Comprensione, amore, particolarità del mio essere e il mio scopo. Che cosa dovevo fare, non lasciare che la paura si insinuasse nella mia vita in modo che interferisse con il mio agire per puro amore e per fare quello che sto a fare qui.

------

55. NDE di Jennifer 23/9/2000 

La mia famiglia stava costruendo la nostra casa, che era circa per metà ultimata, nel mese di agosto del 1978. Mia madre era nel bosco per raccogliere legna per nuove cataste che stava componendo e io stavo giocando per lo più nel guscio di una casa che avevamo con un amico mio vicino di casa. Quel giorno lo scalpellino aveva appuntamento per fermarsi a guardare il nostro camino / piano interrato in modo che potesse avere una buona idea di iniziare il suo lavoro poco dopo. Normalmente, i fori per il futuro camino su ogni piano erano coperti con tavole pesanti in modo che nessuno sarebbe caduto giù a causa loro. Avevano rimosso questi, a mia insaputa, quel giorno per le sue misurazioni, e non avevano sostituito le tavole. Il seminterrato era stato anche ripassato con il rullo compressore quel giorno, in preparazione per il cemento che doveva essere versato. Due piani sopra al piano interrato, mi preparavo a gridare "Boo!" al mio amico che stava scendendo giù per la scala superiore, e invece caddi nel buco scoperto. Mi ricordo in particolare che pensavo a quanto era bello volare, e poi a quanta paura ebbi nel vedere che il terreno si stava avvicinando verso di me così in fretta. Poi ho emesso un urlo, che mia madre udì nel bosco. Mi è stato detto che sono atterrato sulla parte posteriore del collo, disteso sulla schiena, dove la colonna vertebrale si unisce al tronco encefalico. Mi ricordo che in un primo momento avevo molto freddo e paura, in un luogo completamente buio tranne per una piccola luce brillante alla fine, come un foro stenopeico. Potevo sentire il vento mentre mi muovevo in avanti verso quella luce, abbastanza lentamente per vedere che ero in un tunnel piuttosto piccolo mentre la luce aumentava. Ho potuto vedere la struttura dei lati del tunnel che sembrava poter essere come una ruvida, galleria di terra. Mentre mi avvicinavo alla luce, la mia velocità rallentava e ho notato il calore incredibile che emanava dalla luce, a differenza di qualsiasi calore che io abbia mai sentito. Quando ero quasi nella luce, se una cosa può essere descritta come tale, mi era fermata e stavo galleggiando di fronte a una figura che sembrava umana, sebbene la luce di fondo fosse così brillante che nessun volto poteva essere scorto. Le braccia erano tese come per abbracciarmi e io non desideravo niente altro che essere in quella luce. Ho sperimentato un'accettazione e un amore senza paragoni con altro simile sulla terra. Sono stato forse a metri di distanza dal raggiungere quelle meravigliose braccia quando ho (abbiamo) sentito mia madre urlare il mio nome. Questo è stato l'unico suono o vocalizzazione ho sentito durante il mio percorso. Ho esitato, cercando di vedere se anche questa persona l'avesse sentita, e mi sentivo più arrabbiata di quanto io lo fossi mai stato verso mia madre che stava per impedirmi di andare in quella luce. Certo, abbastanza. Le braccia della sembianza si incrociarono e poi si stesero davanti, spingendomi lentamente indietro da dove ero venuta, di nuovo nel buio e freddo. Non ho mai voluto niente in vita mia così tanto quanto essere in quella luce. Ora so che non farò mai più esperienza di qualcosa di così meraviglioso come tornare in quel luogo e, infine, essere accettata. Attendo con ansia quel giorno, ma non credo di aver completato quello per cui sono stata mandata qui. Nel tunnel, mentre galleggiavo lontano dalla luce, ho potuto vedere i miei capelli lunghi che fluttuavano di fronte a me. Ero molto arrabbiata e presa dal panico quando mi svegliai sulla schiena con il pollice in bocca, verso mia madre, che sedeva su di me piangendo e che sembrava più impaurita di quanto io l'avessi mai vista. L'ambulanza stava arrivando da oltre 25 miglia di distanza con la sua sirena, e ho potuto sentire il bruciore dei miei polmoni mentre si sforzavano di aspirare aria. La mia schiena era abbastanza dolorante siccome mi portarono via per i test, le prove e, infine, all'unità di terapia intensiva per i bambini per la notte. Non mi ricordo di aver pensato alla mia esperienza del tunnel fino a quando ho sentito un'altra storia simile quando avevo circa 14 anni. E' stato allora che ho capito cosa era successo. Ricordo ancora quel tunnel e la luce, come se lo avessi vissuto solo ieri sera. So che non era un sogno, perché i sogni svaniscono rapidamente e diventano meno distinti, con il passare delle ore. Per tutti i medici che sostengono che le esperienze pre-morte sono indotte dall'assunzione di farmaci, dico che ero una sana, attiva bambina di 8 anni e che non ero mai stata in ospedale dopo la nascita fino a quel giorno. Uscii dall'ospedale il giorno seguente, dopo che ai miei genitori era stato assicurato che sarei rimasta paraplegica nel miglior caso e che avrei subito danni cerebrali a lungo termine del trauma alla testa / collo.

------

53. La NDE di Derry 5/10/00.

Ho avuto una esperienza vicino alla morte dopo che ero stato gravemente ferito in un quasi fatale incidente automobilistico che mi ha fatto smettere di respirare e che mi ha obbligato all'uso di un ventilatore associato a un coma. Fin dall'uscita dal coma ho avuto ricordi vividi di quel tempo in cui ero dall'altra parte del velo in un regno celeste. C'era una nebbia luminosa che permeava ogni cosa. La luce era ovunque, mi attraversava persino! Mi ricordo che stavo guardando la mia mano e la luce che la attraversava. Ho potuto vedere la mia mano che era trasparente, ma questo non mi sorprendeva. Mentre camminavo con questo personaggio celeste il suo viso risplendeva avanti con una tale luminosità che non posso descrivere. Sapevo che questo personaggio celeste era Gesù, perché l'ho riconosciuto come un amico di famiglia. Egli non ha annunciato chi fosse, perché questo non era necessario. Mi ricordo che camminavo con Gesù, ma non stavamo camminando in senso fisico, il modo migliore con cui posso descrivere il nostro cammino era che stavamo camminando a mezz'aria, fluttuando un poco al di sopra del suolo di questo bel giardino in cui stavamo passeggiando. Ogni cosa in questo giardino aveva un candore e una luminosità assolute. Stavo vedendo il verde brillante delle piante. Ho potuto vedere l'acqua, e un bagliore luminoso che la circondava e il gorgoglio dell'acqua aveva un suono musicale ad esso, questo flusso d'acqua abbastanza cantato! L'acqua era così sfavillante e chiara! Ricordo che avevo voglia di chinarmi e prendere un po’ d'acqua dal torrente che scorreva attraverso questo giardino in cui stavamo camminando. Quando ho cercato di raccogliere l'acqua con le mani l'acqua scorreva attraverso le mie mani, letteralmente, e non erano bagnate! Gesù si fermò e mi guardò, mentre ero piegato cercando di bere questa acqua.
Sentivo il suo sguardo su di me. La mia sete di questa acqua, anche se non ero in grado di portarla alle labbra e berla in quel momento era passata! Non posso descrivere la sensazione che provai quando l'acqua stava scorrendo attraverso le mie mani, ma sentivo qualcosa. Ho sentito questo soverchiante desiderio di sperimentare tutto di questo giardino. Quando io e Gesù parlavamo non avveniva con la bocca, ma sapevo che stavamo comunicando, il suo volto brillò abbastanza, e ciò che provava per me risplendeva dinanzi a lui. Lui semplicemente trasudava amore e la preoccupazione e la cura per me solo stando lì. Il sentimento di pace che provavo era indescrivibile! Mi è stata data la scelta secondo cui potevo o tornare su questa terra e vivere ancora la mia vita o rimanere con lui in Paradiso. Sapevamo entrambi che tornare in questa terra sarebbe stata una lotta perché gli avevo detto che volevo tornare su questa terra se potevo aiutare me stesso e gli altri. Egli sapeva che io non volevo vivere di nuovo la mia vita su questa terra se la vita significava essere intrappolato in un corpo che non risponde, incapace di comunicare. Lo sguardo di amore nei suoi occhi mi ha riempito di gioia allora, e non appena mi ricordo di quella sensazione di gioia che mi provavo allora io sono pieno di gioia di nuovo adesso. Io non so come ho fatto questo, ma poi mi ricordo che ero in una stanza d'ospedale guardando mio marito che mi teneva la mano e parlava con me. Solo che io non riuscivo a vedere dal punto di vista del vantaggio attraverso i miei occhi. Ho capito che era il mio corpo, ma ero fuori di esso, guardando il mio corpo dall'alto. Come ho visto questa scena ho sentito il desiderio forte di voler tornare su questa terra e vivere di più la vita con mio marito, se potevo comunicare con lui e aiutarlo. Venni capito ed i desideri del mio cuore sono stati ascoltati. La successiva cosa che ricordo è che ero intrappolato nel mio corpo, mentre altri si prendevano cura delle mie esigenze fisiche. Mi ricordo che potevo dire quello che le infermiere stavano pensando di me per come mi toccavano. Sapevo se esse pensavano che sarei sopravvissuta o meno attraverso il loro tocco. Sapevo se pensavano di prendersi cura di una persona essenzialmente già morta il cui spirito non era lì. […] Credo che la ragione per la quale io sono ancora vivo, una delle ragioni per cui sono tornato su questa terra per vivere è perché io dovrei testimoniare che il mondo degli spiriti è vero e bello, e che Gesù è colui che dice di essere, lui è nostro fratello, e noi lo abbiamo ben conosciuto come un fratello amichevole nel mondo degli spiriti. Questa conoscenza, questa convinzione, colpisce ogni aspetto della mia vita, e il mio desiderio di comunicare questo ad altri. Io credo, questo è il motivo per cui sono tornato a vivere ancora la vita per riferire ciò a tutti coloro che ascolteranno. […] La preghiera è una forza tangibile, un potere per il bene qui su questa terra! Molte persone mi chiedono qual è stata la prima cosa che ho pensato o provato quando sono uscito dal coma, circa 3 settimane dopo l'incidente. Quello che ho sentito, è stato l'incredibile sensazione di potere derivante dall'essere oggetto di pensiero di molte persone e che essi pregavano Dio per la mia guarigione. Potevo sentire il suo amore e la compassione per me, e credo che questa comunicazione ha portato alla mia incredibile esperienza con Cristo in quel giardino celeste. Io adesso non spero più che vi sia il paradiso e che l'esperienza di vita di Cristo e la espiazione siano reali, ora lo so!
Proprio come io so che ho dato alla luce tutti i 5 dei miei figli e tangibilmente li ho tenuti in braccio. La mia testimonianza di Cristo brucia dentro di me, ora quando penso a lui, ho una memoria visiva di lui che mi guarda lì in quel giardino celeste. L'amore e la preoccupazione nei suoi occhi per me è schiacciante se ci penso troppo mi sento emotivamente eccitata. […].
------

50. La NDE di Karen 5/7/00.

Le ultime parole che ho sentito furono: noi non pensiamo che lei stia per farlo. La cosa successiva che ricordo ero in un tunnel buio con una luce alla fine. Sono stato costretto ad andare verso la luce. Quando sono entrato nella luce ero un essere di luce. E' stata la sensazione più tranquilla che io abbia mai provato. Più pacifica di quanto possa descrivere a parole. L'essere mi ha detto che ero a casa ma avevo bisogno di tornare perché aveva un lavoro da fare per me. Ha detto che non avrei capito il significato del lavoro fino a quando non fossi tornato. Lui mi ha fatto vedere come era l'avere un mondo pacifico e che si può ottenere un mondo in pace, se abbiamo fede e se ci aiutiamo vicendevolmente. Lui disse che sarebbe tornato qui e mi avrebbe aiutato con questo lavoro. Con il tempo avrei ricordato chi sono davvero e qual è il mio scopo è sulla terra. Dopo il mio lavoro fosse stato completo avrei fatto ritorno a casa. Ho accettato di tornare e di essere aiutato. Non è stato facile tornare a questo mondo e tutto è dolore e sofferenza. In realtà, è stata un'esperienza molto dolorosa tornare. Era come se fosse una sensazione di ebbrezza o una presa di coscienza del provare sensazioni sul piano materiale. Sono tornato senza alcuna paura della morte e con una comprensione enorme della vita in generale e su ciò che rappresenta il mio scopo su questa terra.

------

49. NDE di un medico dell'India 4/2/00. - Esperienza NDE da parte di un medico in India. Una buona prova di una NDE in una cultura non-occidentale.

Saluti! E grazie per l'apprezzamento genuino. Sono un Omeopata - Medico di provata esperienza con più di tre decenni di pratica. […]. L'episodio realmente accaduto nel settembre del 1969.Tuttavia, siccome la NDE è una profonda esperienza, è profondamente impressa nella mia memoria. Mi ricordo anche i minuti dettagli di essa istantaneamente, sebbene più di tre decenni siano passati. A quel tempo avevo trentasette anni, ero un giovane uomo robusto. Ed ero un agnostico ero scettico di religione o di qualsiasi altra cosa che non poteva essere definita in modo strettamente scientifico. La mia famiglia si era appena trasferita in una piccola città chiamata Eluru in Andhrapradesh, in India. A causa delle condizioni igieniche lì ho avuto un grave attacco di dissenteria. Evitando l'auto-trattamento, mi sottopongo alle cure del mio amico al General Hospital. Malgrado una cura vigorosa di antibiotici la dissenteria non si placava. Ho perso una quantità di sangue massiccia. Aggiunto a quello ho sviluppato una febbre grave. Dopo qualche giorno la mia condizione è deteriorata molto rapidamente. Le pulsazioni diventarono molto deboli e appena percepibili. Il terzo giorno di luna piena, a mezzanotte, il medico fu convocato, dal momento che la mia condizione era rapidamente deteriorata e stavo crollando. Mentre stava controllando le pulsazioni del mio cuore improvvisamente ho lasciato il corpo. Dal soffitto stavo guardando il mio corpo! La visibilità era molto scarsa, come se una spessa nuvola di fumo mi separasse dal resto di ciò che era attorno. Il dolore che provavo prima di lasciare il corpo era scomparso. Ero calmo e composto. Improvvisamente ho capito che ero morto! Mio Dio! Ho portato i miei bambini e la famiglia e li ho lasciati in uno strano posto, senza alcuna protezione economica o di qualche altro modo! La visibilità non era chiara. Tutto era nebbioso. Ma era come se avessi potuto vedere senza visione, senza sentire il suono. Ero in un'altra dimensione dell'esistenza. Potevo sentire i lamenti delle donne al di sotto e le conversazioni sussurrate. Un pensiero è diventato importante in me. Come la vita è assurda! In mattinata il corpo sarebbe stato cremato. Tutto ciò è la vita. Che fine senza senso per una catena infinita di meraviglie e potenziali opportunità. E' come una bolla galleggiante su un mare. Allora che cosa è la morte? Un ingresso in un'altra dimensione? Stavo pensando con calma e obiettività, mentre il mio cervello e il corpo giacevano là sotto! E come se non fossi la persona colpita dalla morte. Lo sviluppo cede importanza a livelli sempre più elevati e superiori della coscienza e la morte sembra carpirlo. Mentre stavo rimuginando mi sono accorto di una presenza. In una comunicazione senza parole IT mi ha informato che potevo rientrare nel corpo se lo si desideravo. Ma il tempo non dovrebbe essere perso. Tuttavia in quel momento critico ho supplicato per una risposta all'enigma della vita come quel pensiero mi aveva completamente assorbito! C'è stata una bella visione di stelle rombanti dietro di me. Al centro di tutto quel tumulto vi era una luce incandescente. Ogni stella sembrava essere un piccolo centro di coscienza. esso si stava fondendo e stava emergendo dalla coscienza centrale, come voluta da una VOLONTA' cosmica che brillava come un enorme sole! […]. Quando sono entrato nel corpo, l'infezione virulenta era sparita e ho potuto recuperare in un paio di giorni. Mia madre poi anche ha confermato che in effetti era freneticamente in giro per Vijayavada nella stazione ferroviaria e si informava su un treno per Eluru dopo aver ricevuto il telegramma sulla mia condizione critica. NDE è non può essere spiegata in normali termini oggettivi. Ho subito un cambiamento positivo della personalità. Tutta la mia arroganza è scomparsa.

------

48. NDE di Delona 3/8/00. NDE contemporaneamente di madre e figlio a causa di incidente d'auto.

Ciao il mio nome è Delona e questa è la mia storia. Nel 1977 mi trovavo in un incidente d'auto e mio figlio, età 81 / 2 rimase ucciso, fratturato il 90 per cento del mio corpo. Mia figlia di 4 anni aveva la milza rotta. A differenza del conducente della macchina che non si fece male noi fummo coinvolti. Dopo che eravamo nell'ambulanza la EMT cominciò ad agire su mio figlio Scott. A quel tempo non sapevo che fosse così seriamente ferito, mi ricordo che gli tendevo la mano sinistra e gli afferravo la mano destra, poi mi ricordo una delle EMT dicendo che avevamo appena perso anche la mamma. Poi io e mio figlio stavamo camminando mano nella mano in un tunnel buio dopo siamo arrivati alla fine e là c'erano i nostri cari e gli amici che erano morti ad aspettarci. Allora Gesù si avvicinò e mi disse che avevo una scelta che potevo stare in paradiso o tornare sulla Terra. Ha detto che mi avrebbe mostrato cosa sarebbe successo nella mia vita se fossi ritornato sulla Terra, ma non avrei ricordato niente di ciò. Ricordo che la mia vita sarebbe stata difficile e piena di dolore. Ho guardato mio figlio e gli dissi che lo amavo molto, ho quindi preso la sua mano e la misi nella mano di mio zio. Ora, anche se mi piaceva, il mio zio non era la persona cui avrei affidato anche mio figlio. Allora ho detto a Gesù e a mio figlio che dovevo tornare sulla terra perché mia figlia non aveva nessuno tranne me. In un batter d'occhio mi ritrovai nel mio corpo e ancora in ambulanza. Ho sentito un EMT dire che il mio Dio la Madre sono tornati. Ora non è mai stato fatto un lavoro EMT su di me, stavano ancora agendo su mio figlio cercando di riportarlo indietro. Negli anni sento che la vita quotidiana è stata molto dura e se avessi dovuto fare tutto da capo non sarei ritornato. Io sono l'unica persona che sa che Gesù gli ha dato una scelta, ma so che ci devono essere molte più persone là fuori. La vita è ancora piena di dolore per me, non solo perché ho perso la vita di mio figlio, ma anche per tutte le ferite che ho avuto. E mia figlia ha dimostrato di essere un grande dolore per me, una persona molto odiosa. Sarebbe stato meglio se fossi rimasto con Gesù e con mio figlio.

------

47. NDE di Lisa M 5/3/00. 

La mia esperienza di pre-morte si è verificata quando avevo cinque anni, in Russia. Sono nata e vivevo là quando andai in vacanza sul Mar Nero con mia madre ed i miei nonni.
Quel giorno eravamo andati tutti alla spiaggia. Il mare era agitato. Mia madre mi teneva nelle sue braccia. Ricordo che mi sentivo al sicuro anche se le onde erano enormi, almeno secondo la prospettiva di un bambino di cinque anni. Era eccitante vederle infrangersi addosso a mia madre e a me, l’una dopo l’altra. All’improvviso, venimmo colpite da un’onda particolarmente grande; mia madre perse l’equilibrio e mi lasciò; io venni portata via dall’onda. Per un istante sentii la terribile paura della morte e il mio corpo che percepiva la situazione come una minaccia per la vita. Trattenni il respiro e mi dibattei per trovare un punto di appiglio per salvarmi, ma, non trovai che acqua. Acqua dappertutto. Mi sentivo impotente e completamente senza il controllo della situazione. Allorché realizzai che ogni tentativo era inutile, che non vi erano appigli a cui aggrapparmi, mi lasciai andare. Smisi di trattenere il respiro, di cercare di salvarmi, di battermi per la vita; decisi di lasciare che le cose andassero per il verso loro. Ciò di cui mi ricordo dopo, è un senso mai provato di pace profondissima; non avevo mai provato nulla di simile in tutta la mia vita. Mi sentii subito completamente al sicuro, avvolta e protetta da un amore incondizionato e totale – non posso descriverlo diversamente. Quest’amore mi circondava, era dappertutto ma, al tempo stesso, era anche «me stessa», ossia ciò che io ero, l’essenza stessa del mio essere. Non provavo più paura, né inquietudine, né voglia di combattere per chissà cosa; avrei voluto semplicemente restare là, in questo stato, per sempre. Avevo l’impressione di aver infine trovato la mia vera identità. Non vi erano limiti né limitazioni, potevo andare dove mi pareva, sapere qualunque cosa, fare ciò che volevo. Questo senso di libertà era indescrivibile. Ero consapevole che questa cosa che noi chiamiamo «tempo» era sospesa, non esisteva semplicemente più. Poi venni portata via da una forza sconosciuta. Cominciai a muovermi ad una velocità vertiginosa che mi sembrava superare la velocità stessa della luce. Percorsi una distanza enorme, letteralmente «al di là del mondo». Non avevo più l’impressione di avere un «corpo», era piuttosto come lo spostamento di un lampo nel buio, che si dirigeva verso un punto di luce che brillava in lontananza; più mi avvicinavo a questa luce, più il mio desiderio di raggiungerlo aumentava. Appena raggiunsi questo punto di luce, mi ritrovai in un mondo di luce. In questo posto tutto era fatto di luce e risplendeva. Era di una bellezza e di uno splendore indescrivibile. «Cielo» sarebbe il termine più adeguato, ma non provavo alcun sentimento religioso e sapevo che non c’era niente di simile ad un «inferno». Sapevo, senza sapere come né perché, che si trattava di un posto dove ognuno andava dopo la morte, indipendentemente da ciò che era stato e che aveva fatto. Al centro di questa luce vi era un personaggio maschile che risplendeva di luce ed emanava un amore incondizionato e totale che non aveva assolutamente niente di terreno. L’essere mi accolse nella sua luce, ovvero mi avvolse in essa; era come se lui mi avesse «presa al laccio». Fu come se riconoscessi tutt’a un tratto questo posto: era a casa mia, il mio vero focolare domestico; io mi chiedevo come avevo potuto dimenticarlo. Avevo l’impressione di ritornare a casa mia dopo un lungo e penoso viaggio in un paese straniero. L’essere di luce esisteva da molto prima di me e, di tutto il creato, lui era colui che mi conosceva meglio di chiunque altro. L’essere di luce conosceva tutto di me. Sapeva persino tutto quello che avevo pensato, detto o fatto: mi mostrò in un lampo tutta la mia vita. Mi vennero mostrati tutti i dettagli della mia vita passata, e... futura, nel caso avessi deciso di tornare sulla terra. Tutto avveniva nello stesso tempo: tutti i dettagli di tutte le relazioni di causa-effetto della mia vita, tutto il positivo e il negativo, tutti gli effetti della mia vita su quella degli altri e tutti gli effetti della vita degli altri su di me. Non mancava nessun pensiero, nessun sentimento. Potevo provare i sentimenti ed i pensieri di tutte le altre persone come se fossi stata al loro posto. Questo mi procurò una comprensione sperimentale di cosa arrechi dolore o gioia alle persone – esperienze positive o negative e gli effetti delle mie proprie azioni.
Durante questa revisione di vita, l’essere non mi giudicava affatto, malgrado le numerose mancanze che io vi vedevo. Lui mi mostrava semplicemente la mia vita tale e quale essa era stata per me e mi amava senza condizioni; è questo che mi diede la forza di poterla vedere senza schermi. Lui lasciò a me determinare cosa fosse stato positivo o negativo e decidere cosa farne. Non ricordo nessun dettaglio preciso degli avvenimenti che mi vennero mostrati, passati o futuri, ma mi ricordo bene di cosa apparisse della più grande importanza. L’essere di luce mi mostrò che le sole cose che importano veramente nella vita erano l’amore che noi proviamo, i gesti d’amore che noi facciamo, le parole d’amore che noi pronunciamo ed i pensieri d’amore che coltiviamo. Tutto ciò che era stato fatto, detto, compiuto o anche pensato senza amore, era annullato, vanificato, azzerato. Era senza importanza. Non esisteva semplicemente più. L’amore era tutto ciò che aveva importanza, solo l’amore è reale. Tutto ciò che noi facciamo con amore è ciò che deve esistere. E’ tutto corretto. E’ tutto bene, e l’amore che noi sentiamo durante la nostra vita è tutto ciò che resta una volta che tutte le altre cose (che sono completamente effimere) svaniscono. Poi, mi ricordo di essermi trovata in un altro luogo senza sapere come. Il primo essere di luce era andato via ed io ero circondata da altri esseri o persone che avevo l’impressione di «riconoscere». Questi esseri mi sembravano far parte della mia famiglia, vecchi amici che erano stati con me da tutta l’eternità. La migliore descrizione sarebbe «famiglia spirituale» o «famiglia di anime». Rincontrare questi esseri era l’equivalente di rivedere le persone più importanti della nostra vita dopo una lunga separazione. Ritrovarsi tra di noi provoca una viva esplosione di amore e di gioia. Gli esseri comunicavano tra di loro e con me per telepatia. Scambiavamo le parole, direttamente, mentalmente, da spirito a spirito. Noi non avevamo corpo. Eravamo costituti da una sostanza sconosciuta, una specie di concentrazione di luce pura, eravamo come punti di luce all’interno della luce che ci circondava. Tutti quanti sapevano all’istante ciò che gli altri «avevano in animo». Non vi era possibilità né bisogno di nascondere qualche cosa agli altri. Questo genere di comunicazione rendeva ogni malinteso impossibile e ci rendeva uniti in una maniera incredibile. Noi siamo tutti degli individui, ma allo stesso tempo siamo anche «uno», uniti per sempre da legami indistruttibili d’amore, dalla luce degli altri e dal mondo di luce che ci circonda e di cui siamo parte. L’amore che questi esseri emanavano mi ha guarita; ha estirpato da me ogni ombra ed ha cancellato tutto il dolore e l’angoscia accumulati durante la mia vita terrena. La stessa vita vissuta sulla terra mi sembrava lontanissima, anzi, era come se non fosse mai esistita. Sono restata in questo luogo, in compagnia della mia «famiglia dell’anima» per un tempo che mi sembrò un’eternità. Non vi era né «tempo» (nel senso abituale del termine) né «spazio». Tuttavia vi erano dei posti dove andare e degli spazi di tempo che passavano. Tutto ciò può apparire contraddittorio ma è il solo modo in cui posso esprimere queste cose. Spazio senza spazio, tempo senza tempo. In questo posto non vi è che l’Essere allo stato puro. A parte la mia «guarigione» e l’immensa gioia di essere assieme, non mi ricordo più cosa abbiamo fatto. Mi ricordo di questo mondo come di un luogo immenso, gigantesco, senza limiti né frontiere, né individuali nè esterne. Mi ricordo che tutti gli esseri che erano in questo luogo possedevano una conoscenza totale, completa, che riguardava tutto. Era piacevole, gradevole e bello, al di là di ogni espressione. In questo luogo le «cose» e gli «esseri» erano fatti di luce, tutto era luce, a dispetto dell’individualità di queste «cose» e di questi «esseri». E’ di questa luce che mi ricordo più di ogni altra cosa; era viva. Viva. Una luce viva che era tutto, l’essenza di tutto. Poi, mi ricordo di essermi ritrovata in presenza dell’essere di luce incontrato per primo e che mi diceva che dovevo tornare indietro. Io risposi: «Non se ne parla proprio, è fuori questione, io non tornerò affatto!» Era veramente l’ultima cosa che avrei desiderato. La vita sulla terra, piena di buio, di sofferenza, di tristezza, di limiti e di limitazioni aveva l’aria di una terribile prigione a confronto di questo posto meraviglioso, ed io mi rifiutavo con tutte le mie forze di ritornarvi. Mi venne detto che la mia ora non era ancora venuta, che mi era stata permessa una piccola visita a «casa», ma che dovevo realizzare il mio scopo sulla terra ed adempiere il compito che avevo scelto. L’essere di luce mi ricordò che io mio scopo era di sviluppare l’amore e la compassione e di esprimerli sulla terra, e che il mio lavoro consisteva nell’aiutare gli altri in tutti i modi possibili. Era questa una scelta che avevo fatto da me stessa. L’essere mi disse che sarei stata di ritorno nel mondo della luce come in un batter d’occhi. «Non ti dimenticare che in realtà il tempo non esiste, esiste solo l’eternità in quanto tale» mi disse.
Ed allora feci ritorno, sentii di nuovo il mio corpo fisico. Tutti questi ricordi non riaffiorarono che solo alcuni anni più tardi. Ma essi erano stati sempre presenti e questo mi aveva dato la forza di far fronte alle difficoltà della mia vita e di aiutare gli altri.

Potete descrivere la vostra apparenza o forma fuori dal vostro corpo? Puro spirito, coscienza pura, senza limite. La nostra sostanza, la mia e quella degli altri esseri incontrati in questo mondo di luce (vedere sopra) era fatto di un concentrato di luce. Noi eravamo questa stessa luce, la differenza era data dalla densità che variava in funzione delle cose e degli esseri.

Avete visto la luce? Sì. Una luce vivente, è tutto, l’essenza di ciascuno cosa e di tutto. Io non ho solamente «visto» la luce perché tutto e tutti ERAVAMO questa luce stessa. E’ questa, credo, la base di ciò che molte tradizioni ed insegnamenti spirituali e religiosi hanno descritto come: essere «uno» con tutte le cose. Sì, nella sua essenza, ogni cosa è costituita da questa luce, e quindi tutto è veramente «uno», ed è proprio ciò che ho sperimentato.

Avete avuto l’impressione di avere avuto accesso ad una conoscenza particolare, collegata ad un ordine o a un fine universale? Sì.
Il mio fine personale consisteva nello sviluppare l’amore ed i modi di esprimerlo sulla terra, come pure aiutare le persone in tutti i modi possibili. Per un certo verso, credo che sia il fine di ciascuno, imparare ad amare e a saperlo esprimere. Solo l’amore è reale. Una volta che tutto è scomparso non resta che l’amore.

------

46. NDE di C 8/15/99.
Hai incontrato o Visto Altri esseri? Sì, ho sentito una presenza ma non so chi o cosa fosse. Non ho mai visto la presenza l'ho solo avvertita.

Hai sperimentato Una Revisione degli eventi passati nella Tua Vita? Sì, ho visto cose che erano importanti per me e di importante che ho imparato da questa vita. Ho visto che l'amore contava e le cose materiali di questo mondo non sono importanti, ma siamo qui l'uno per l'altro.

DOPO L'Esperienza avete cambiato atteggiamento o convinzioni? Sì, sono diventato più vicino a Dio e non ho dubbi su ciò che ci è riservato oltre questo mondo.

L'Esperienza ha colpito vostri i rapporti? La Vita Quotidiana? Pratiche Religiose ecc? Scelte di Carriera? Ho cambiato la mia cerchia di amici a quelli che avevano credenze simili alle mie. Ho sposato un uomo che credeva in Dio, perché la lezione di amore incondizionato è derivata dalla lezione di Gesù e della Bibbia. Ho deciso di diventare più attiva nella chiesa.

------

45. NDE di James 7/18/99.

Ero gravemente depresso. Ho tentato il suicidio per overdose. Sono stato scoperto dai vicini circa 4 ore più tardi. Ems è arrivato sulla scena - Io ero già incosciente. La saturazione di O2 era del 50%. Ricordo che stavo galleggiando sopra l'ambulanza e guardavo i paramedici tagliare i miei vestiti. Il mio ricordo successivo è quello di una discesa in tunnel fumoso di colore marrone scuro / verde nuvoloso. Poi sono stato in un posto che posso descrivere solo come essere al di fuori. Ho potuto guardare e vedere tutto l'universo galassie, stelle, pianeti, e la Terra. Ho avuto un opprimente senso di solitudine accompagnata da una sensazione di sbagliato. Ero completamente solo, senza la presenza di Dio. Ho sentito qualcosa dietro di me o io sapevo che c'era e sentivo che se mi fossi voltato e se l’avessi visto, sarei stato lì per sempre. Non era un luogo confortevole. Ho visto l'universo essere distrutto davanti ai miei occhi. Passando dal marrone al fuoco da destra a sinistra a partire dalla Terra. E' stato il mio universo che stava per essere distrutto. Non il tuo o quello di chiunque altro. E sapevo che la distruzione del mio non avrebbe avuto alcun effetto su chiunque altro. Io poi mi sono trovato in una stanza di ospedale per l’emergenza traumi.

Quali emozioni hai provato durante l’esperienza?
1st - solitudine, isolamento
2nd - ingiustizia
3rd - una totale assenza di Dio
4th - imbarazzo/pentimento
5th - profonda gratitudine.

Hai avuto la sensazione di una conoscenza speciale, di un ordine o uno scopo universale? Sì. Che l’universo esisteva solo per me. Tutti quegli eventi sulla Terra capitavano solo a mio vantaggio, nel mio universo. Perchè ogni persona vive nel suo proprio universo. Essi potrebbero interagire direttamente l’un l’altro ma ogni persona ha un percorso differente basato sulle decisioni che uno prende, ma esiste prescindendo da tutti gli altri. Difficile da spiegare...

Sei stato coinvolto o consapevole della decisione di ritornare nel corpo? Sì.  Sapevo che ciò che avevo fatto era sbagliato. Che sarei stato per sempre senza Dio, se avessi scelto di rimanere. Ma sapevo che avevo una scelta.

Quali emozioni hai provato dopo la tua esperienza? Profonda gratitudine per essere sopravvissuto e rimorso per il mio tentativo.

------

44. NDE di Sammy 7/18/99. 

Avevo avuto sintomi simil-influenzali accompagnati da qualche malessere minore che si irradiava dal petto fino ad entrambe le braccia e fino nella mascella. Ho dato ai medici due immagini test di un ECG perfetto ed i sintomi sono stati liquidati come un virus cattivo. Dopo un paio di settimane senza alcun miglioramento e un altro elettrocardiogramma fu deciso di sottopormi ad un test di stress cardiaco. Si tratta di camminare sul tapis roulant a vari livelli di difficoltà, mentre si è collegati ad una sofisticata macchina ECG. Durante la prima fase della mia prova ho sentito un dolore di schiacciamento al petto. Era come se qualcuno avesse messo una morsa gigante sul petto. Ricordo che il dottore mi chiedeva se stavo bene e cominciai a cadere, ma non mi ricordo di essere cascato sul tapis roulant o sul pavimento. Dopo ciò i miei ricordi sono frammenti di immagini e sensazioni. Ricordo di essere entrato in un tunnel o un passaggio tubolare con un forte rumore che si udiva in sottofondo. La prossima cosa che mi ricordo è che ero attratto da una luce magnifica di una brillantezza incommensurabile. Come mi sono spostato verso la luce, la mia prima moglie mi ha intercettato. Lei era felice di vedermi ma preoccupata perché non era il momento per me di essere lì. Sapevo che era felice e contenta nella sua forma attuale. Non mi ricordo che mi avesse detto qualcosa di tutto questo. Lo sapevo solamente. La prossima cosa che ricordo è che stavo seduto in un pascolo di un verde vivace come ambientazione, con un cielo blu brillante. Non riesco a ricordare con chiarezza se ci fossero erba, fiori o altre piante lì. Ho parlato con qualcuno qui. Abbiamo parlato per ore sul perché siamo tutti qui e sui miei piani per questa vita. In quel momento ho capito tutto, l’intero senso della vita e che cosa la riguarda. Non ricordo niente di tutto ciò, tranne l'ultima frase. Mi è chiaro che non sono tenuto a crederlo. Ad oggi, ancora sogno la conversazione nei minimi particolari. Quando mi sveglio, io ancora non riesco a ricordare. Non so anche con chi o con che cosa ho parlato. Vi posso dire che ho provato l'amore incondizionato e una saggezza senza limiti. Come ho detto, l'unica cosa che mi ricordo di quella conversazione è una frase. Lo ricordo tanto chiaramente come se l’avessi appena sentita. Una profonda voce maschile disse: "Allora è deciso, ritornerai indietro". Alla fine di questa frase, il personale medico mi defibrillato per la seconda volta. Sono stato sbattuto nuovamente dentro il mio corpo e ho sentito la scossa con una vendetta. Era come se qualcuno mi innescasse una piccola bomba nel petto. I miei occhi si aprirono di scatto e ho visto la parte posteriore della testa dell'uomo che lo ha fatto. Ho sentito dire "conversione" che è il termine medico per ripristinare un ritmo cardiaco. Ciò mi dice che è stato il secondo shock. Il medico che mi ha sottoposto al test di stress ha detto che mi avevano rianimato due volte. La prima volta che non mi ero ripreso. I miei occhi chiusi di nuovo. La volta successiva che si sono riaperti è stato per il massaggio cardiaco.

------

36.NDE di Pul 11/05/99.

Alle dieci di un venerdì sera mi stavo pettinando i capelli quando la spazzola mi cadde. Mi piegai per raccoglierla ma non riuscii a tenerla stretta. Questo fu l’inizio. Andai in panico. Il panico che si prova quando si affronta qualcosa di terribilmente ingiusto. Ho provato anche quel senso assoluto di pace che ti invade, guardi tua moglie e le dici che hai bisogno di andare all'ospedale. La sensazione di altre presenze nella stanza, la capacità di camminare verso la macchina, sentire che vieni sostenuto da qualcuno su ogni lato e capire che in fondo va tutto bene. Poi sulla via verso l’ospedale sai per certo che stai morendo e hai solo pochi minuti per dire addio a tua moglie e tuo figlio senza far capire loro che sai che non tornerai a casa. Potrei andare avanti ancora per molto, incluso essere stato alla presenza di Gesù Cristo […]. Ho visto anche cosa poteva essere ed era al di là della mia comprensione.

Quali emozioni hai provato durante l’esperienza? Come ho detto, profonda felicità quando ero nella luce e profonda sofferenza quando ho sentito o condiviso la tristezza di Cristo quando insieme guardavamo la venuta del tempo. Molto difficile da spiegare.

------

33. NDE di Patti 22/03/’99. 

1952. Il mio secondo figlio nacque nel novembre del 1952 al reparto maternità dell’ospedale Florence Nightingale di Baylor, a Dallas nel Texas. Avevo sentito dire la dottoressa che me ne stavo andando poiché perdevo tutto il mio sangue e lei non riusciva a fermarlo. Osservò che se qualcuno sapeva pregare era meglio che lo facesse e subito. Iniziai a recitare mentalmente il Padre Nostro. Prima di finire, mi ritrovai fuori del mio corpo, in piedi, ad osservare ciò che stava accadendo nella stanza. Avevano spinto la barella verso il muro e solo un’infermiera era accanto a me. Per quanto riguardava la dottoressa, avevo perso tutto il mio sangue, i miei segni vitali erano scomparsi e fui dichiarata morta. Non fece nemmeno qualche tentativo su di me e solo un’infermiera era accanto a me. Si diresse fuori da mia nonna, mia zia e mio marito, disse loro che ero morta e che non aveva potuto fare nulla e chiese loro cosa volessero fare del corpo. Subito dopo aver lasciato il mio corpo, un fascio di luce bianchissima scese nella stanza e una bellissima donna con lunghi capelli neri e una veste bianca bordata di oro avanzò nella Luce. Stese le sue mani verso di me e mi diede la possibilità di scegliere se seguirla lassù nella Luce oppure restare sulla terra nel mio corpo. Dapprincipio volevo andare con lei verso la Luce, dal momento che era un’esperienza di pace così bella. Quando la Luce mi circondò non ebbi assolutamente paura. Il ricordo successivo che ho, è di me stessa di nuovo in piedi - fuori della luce nella sala parto - che dicevo “Scelgo di vivere”; suppongo fosse la decisione di tornare sulla terra dato che la mia missione non era ancora finita. Dopo aver pronunciato le parole “Scelgo di vivere”, nel senso di tornare a vivere la vita in questo corpo, ci fu un'esplosione di Luce nella stanza e contemporaneamente pronunciai quelle parole anche con il mio corpo. Questo causò un grande subbuglio tra i medici lì presenti che si precipitarono al mio fianco e iniziarono a scuotermi dalle estremità e a premere la zona del cuore per ripristinare la circolazione, il respiro e far tornare a battere il cuore. Nel tentativo di far ripartire la circolazione mi procurarono dei lividi. Dopo quattro ore mi svegliai nella mia stanza con cinque dottori e infermiere che mi osservavano. La mia dottoressa disse: “Ci hai fatto prendere davvero uno spavento”. Dio aveva ancora bisogno della mia vita, ecco perché oggi sono ancora viva. Sono qui perché Dio, Cristo e i Suoi Santi Angeli si sono presi cura di me, mi hanno preservata e protetta. Sono veramente grata per tutto ciò.

------

26. NDE di Linda 2/28/99. 

Stavo ascoltando lo show di Art Bell il 5 febbraio del ’99 mentre consegnavo i giornali qui nel Tennessee. Era così bello sapere che anche altri avevano fatto delle esperienze EVM. Mi dissero che ero proprio matta quando raccontai la mia esperienza 40 anni fa, quando ero una bambina di 5-6 anni. Non so se sia insolito o meno per per un bambino così piccolo fare un’esperienza del genere. Tutto quello che so è che la feci!!!! Mi accadde durante l’estate. Mio padre cercava di allevare un bambino nel miglior modo possibile. Avevo già le chiavi di casa in quanto i miei genitori erano sempre fuori per lavoro prima che ne parlassi apertamente. Di solito mio padre mi portava al fiume dove c’erano molte altre persone, per poter interagire con altri bambini della mia età. Purtroppo in mezzo al fiume c’era un dislivello. Inutile dire che non sapevo nuotare. Ricordo di essere andato sotto per tre volte e che non sarei sopravvissuta. Stavo per morire e ne ero consapevole. Non volevo morire. Vidi un tunnel alla fine del quale c’era una luce intensa. C’era un gruppo di persone lì. Erano parenti. Avevo l’impressione che i miei 2 nonni fossero lì. Qualcuno, forse uno dei miei nonni, mi stava parlando. Mi disse che dovevo ritornare indietro. Che avevo ancora molte cose da imparare. Non volevo ritornare indietro, a volte vorrei che non fossi ritornato indietro ma mio nonno aveva ragione, avevo ancora molte cose da imparare. Venni afferrato per un braccio. Era mio padre. Mi aveva salvato!!!! Provai a parlare della mia esperienza ma nessuno volle mai credermi. MAI!!!!!!!! Ho convissuto per 40 anni con questa esperienza. Ne compirò 46 ad aprile. Gli avi (sì, sono convinto che fossero i nonni, le nonne, le zie, gli zii, in sostanza parenti che morirono prima che io nascessi) avevano ragione, c’erano ancora molte cose che dovevo imparare, oh e molto difficili. Superai il problema della dipendenza dalle droghe 13 anni fa. Imparando a perdonare il male e la rabbia provocati da circostanze a me superiori e che io non riuscivo a controllare. Quella esperienza mi diede l’impressione che la morte non fosse poi così temibile. Che a volte siamo qui per imparare, crescere e cose del genere.
------

25.NDE di Donna 23/02/99. 

Circa 10 anni fa facevo uso di droghe pesanti, ero un’eroinomane. Assunsi una dose letale di eroina e scivolai verso la morte. Sono stata via per più di 20 minuti. Tutto ciò ebbe luogo nel 1983. L’esperienza fu molto intensa e mi ha accompagnata fino ad ora. Ricordo di aver viaggiato nell’universo ad un’incredibile velocità, volando oltre i pianeti e le stelle a tutta velocità. Arrivai in un luogo pieno di nebbia dove c'erano diversi uomini seduti a tavola ed un uomo in piedi con me, lo percepivo come Gesù Cristo. Mi furono dette moltissime cose sulla mia vita e su me stessa e mi fu detto che dovevo tornare indietro e questa volta dovevo farcela. Desidero più di ogni altra cosa poter ricordare nella sua interezza ciò che mi fu detto, ma non ci riesco. Molte cose mi furono dette tramite la telepatia. Tornai indietro e mi ritrovai a galleggiare sul mio corpo, ero sul soffitto e guardavo la scena dall’alto. Vedevo i miei bambini accanto a me e mio marito al telefono con l’operatore del pronto soccorso. Ascoltai tutto ciò che egli disse, e si affacciò il pensiero "Come tornerò nel mio corpo?" e in quell’istante mi ritrovai di nuovo nel mio corpo e l’ambulanza si fermò davanti a casa. In seguito chiesi a mio marito di confermarmi ciò che avevo udito e visto mentre galleggiavo sul soffitto sopra il mio corpo. Mi confermò che tutto era accaduto veramente, ero morta a tutti gli effetti. Non avevo pulsazioni, ero livida e i suoi tentativi di rianimarmi e la respirazione bocca a bocca non avevano avuto successo. Aveva chiamato un’ambulanza nel disperato tentativo di salvarmi. Sono certa che questa non è stata un’esperienza indotta dall’uso di droga, sono morta e sono ritornata indietro con la certezza che tutto ciò che mi è successo è reale.

------

24. NDE di David 

Era il 22 dicembre 1986 (verso le 16,15), mi sentii all’improvviso come se stessi per morire, ma morire per davvero. Mi misi disteso e quasi subito venni inondato da un’intensa luce bianca, pervasa dalla più incredibile Potenza d’Amore dell’universo. All’interno di questa luce bianca potevo sentire il soffiare di venti assordanti ma anche il più bel canto di cori angelici che copriva il suono dei venti. Il mio corpo era paralizzato dalla potenza di questa Luce. Quest’Amore mi inondava. Avevo paura di perdere il controllo delle mie funzioni fisiche. Il desiderio di mantenere il controllo, il desiderio stesso, il movimento, il pensiero, tutto ciò che era umano moriva nella luce. Quando questa mi inglobò totalmente, un’esplosione di Estasi e di Amore si levò dal mio ombelico, per andare a fondersi con la luce stessa. Presto, divenni io stesso la Luce, io divenni l’Innocenza, l’Amore, l’Estasi, la Pace, la Potenza, la Bellezza e la Saggezza stessa della Luce. Come una madre che porta suo figlio in braccio, la luce mi trasportò in alto ad una velocità vertiginosa. La Luce mi parlava ed io sapevo che era Dio, il Potere che aveva creato l’universo intero. La Luce mi diceva che questo primo cielo di luce in cui mi trovavo (la cui luce ed il cui amore sorpassano un milione di volte ciò che avevo potuto conoscere sulla terra) era pieno di un numero infinito di pianeti paradisiaci. Io guardai il mio corpo e vidi che era fatto di pura luce bianca; ma esso riproduceva ancora una forma umana luminosa. Sono restato là per qualche tempo, poi venni trasportato più in alto, là dove la Gioia e la Gloria di Dio mi schiacciavano al punto tale da non poter sopportare questa Estasi a lungo; successivamente esplosi in una nuova luce in cui la Gloria dell’Innocenza, dell’Amore, dell’Estasi, della Pace, della Potenza e della Saggezza era un milione di volte più brillante che nel Primo Cielo. Il mio nuovo corpo era più radioso, più chiaro, e poteva in qualche maniera conseguire una crescita esponenziale di Gloria. Mi venne detto che questo Secondo Cielo comprendeva a sua volta un numero infinito di pianeti. A mano a mano che si procedeva nell’ascesa dei piani celesti, ogni volta le qualità di questa Gloria aumentavano un milione di volte. Lo splendore e la bellezza della vita all’interno di questi piani celesti sono inconcepibili per lo spirito solo, separato da questa luce. Venni portato su un piano di Estasi e di Amore la cui pressione era così immensa che potevo appena sostenere il suo livello di energia cosmica e di Estasi. Esplosi ancora una volta all’interno di una nuova luce un milione di volte più brillante della precedente: era il Terzo Cielo. Là, il mio corpo conservava ancora l’apparenza umana. Ma era talmente grande la luce bianca che emanava che io non potevo credere ai miei occhi. Ero in condizioni di poter vedere chiaramente e perfettamente a milioni di miglia di distanza. Il canto degli Angeli al disopra di me era magnifico, assordante e glorioso. Avevo l’impressione che la vibrazione dei suoni portava in sé una saggezza talmente sofisticata che poteva in effetti creare vita e miriadi di possibilità nell’universo: le armonie Angeliche non risuonavano solo per il piacere, erano delle armonie destinate a creare. Lasciai il Terzo Cielo per il Quarto, là dove la Gloria di Dio era così risplendente che avevo l’impressione che gli esseri esistenti su questo livello superassero ogni concetto di Gloria immaginabile. Il mio corpo era qui talmente luminoso che gli restava ben poco dell’apparenza umana. Questa Gloria, con i suoi attributi, era talmente radiosa che io dissi a Dio: «Non sono in grado di poter resistere di più: Tu sei talmente più immenso del Dio che avevo immaginato che questo trascende ogni mia capacità di comprensione». Galassie intere di energia potevano essere create con questa Luce. Chiesi a Dio di non portarmi oltre, ma Egli lo fece lo stesso. A quel punto, la Gloria superava nettamente le mie capacità; una stupefacente qualità di Luce discendeva da un piano al di sopra di me ancora più risplendente. Io non penso che vi fossero dei pianeti su questo livello, ma può darsi che vi erano degli esseri viventi all’interno delle stelle stesse. La Grazia di Dio, la sua qualità la più poetica e la più meravigliosa, discendeva come milioni di foglie che cadono armoniosamente, dando pace e purezza all’Estasi ed alla Gloria ad un punto tale che io non potevo sopportare. Potrei scrivere un capitolo intero su questa Grazia senza peraltro poterle rendere giustizia. Poi, venni portato al Quinto Cielo. Il mio corpo somigliava ormai ad un sole gigante. Non avevo più alcuna apparenza umana. La Gloria che vi regna è indescrivibile. Quello che si prova è del tutto inconcepibile per degli esseri umani. Io sono restato là per qualche tempo, poi venni portato al Sesto Cielo. Questo è un milione di volte più radioso del Quinto. Non posso parlare dello splendore di Dio in questo cielo. Gli Angeli cantano così forte che nessun orecchio umano sarebbe in grado di ascoltare questa musica dell’universo. Il mio corpo era divenuto un sole ancora più brillante fuso con la luce che è al centro di Dio. Fui poi trasportato al Settimo Cielo. Ciò che si prova lì era talmente al di là delle mie capacità che Dio mi portò più in basso. Potetti restare solo dieci secondi al Settimo Cielo. La Luce poteva creare galassie intere con la semplicità più totale. Gli esseri che possono andare là sono un milione di volte più evoluti di me. Dal momento che il livello di Luce e di Gloria dell’Innocenza, dell’Amore, dell’Estasi, della Pace, della Potenza, della Bellezza e della Saggezza aumenta un milione di volte da un cielo all’altro attraversare questi livelli e restarvi è molto difficile.

------

19. NDE di Joe 2/10/99. 

Mi chiamo Joe. Ho quasi 64 anni. Sono nato a marzo.
Sono domiciliato a Clark County (Las Vegas, Nevada, USA) da novembre 1952. Suppongo che io abbia iniziato l'alcol, a fare i giochi d'azzardo e tutte le cose sbagliate tanto tempo fa.  […] Durante il mese di aprile 1990, credo che io fossi sobrio. Non ero ubriaco. Verso il 17 aprile, hanno iniziato i dolori severi al braccio sinistro, in mezzo della schiena e al petto. Il mio medico mi ha consigliato di andare in ospedale. Pensavo che fosse soltanto il petto e gli ho detto così. Beh, il 20 aprile 1990 verso le 15.00, stavo in cucina lavando i piatti e improvvisamente sembrava che esplodessero i miei occhi dalla mia testa e poi il dolore del petto è diventato molto intenso. Il telefono stava sul ripiano in cucina. Ho chiamato il pronto soccorso, e quando mi hanno risposto, "sono morto" era l'unica cosa che sono riuscito a dire. Io sono caduto per terra. Sicuramente non mi sono disteso lì per tanto tempo perché ''facciamolo'' era la prossima cosa che ho sentito dal pronto soccorso. Per quanto capisco, sono preso al centro medico dell'università. L'operazione ha iniziato subito e è durata dalle 15.30 alle 23.00. Chiamato un prete è stato chiamato per darmi l'estrema unzione. Il medico ha detto alla mia famiglia che sopravviverei solo se ci fosse un miracolo. Quando i medici hanno rimesso a posto il mio cuore, ha smesso di battere. I medici mi sbattevano con i defibrillatori. Mi sembra che mi sono alzato direttamente dalla postura prono e guardavo la squadra dei medici da sopra. All'improvviso, ho iniziato a girarmi e sono sicuro che non avevo paura. Non sapevo soltanto che succedeva. Improvvisamente mi sono trovato dentro un cunicolo e poi mi sono ritornato alla postura prono. Tutto era luminoso. Mi muovevo a gran velocità. Quando mi sono fermato, stavo in piedi alla fine del cunicolo. C'erano le palme e le ringhiere d'oro. Dio ci stava in piedi. Era vestito con un abito bianco con una cintura dorata intorno la sua cintola. Aveva i capelli marroni, la barba e gli occhi azzurri penetranti. Mi ha detto: "torna, Joe, non è il tuo momento."
I medici mi hanno detto che il mio cuore ha iniziato a battere con gran forza. Non avevano un'idea perché durante il mio viaggio non hanno smesso di sbattermi con i defibrillatori. Mi hanno detto che avevo una forza incredibile e che volevo scendere dal tavolo. Mi ricordo che c'era un tubo d'ossigeno in gola che ho tolto. Mi hanno messo sotto costrizione prima che mi hanno messo in unità di terapia intensiva per un mese. La mia condizione era molto grave per due settimane e mezzo. Quando mi sono messo finalmente nella mia stanza, c'era la vista di Charleston Boulevard e mi sono guardato. Ero così magro e stavo così male. C'erano tanti punti di sutura e segni al mio corpo come se io fossi pieno di garza. Quando mi sono guardato ho detto, ''Dio, so che mi hai salvato. Non bevo o fumo più e non mi metto niente che mi distruggerebbe o rovinerebbe quello che mi hai dato nella mia nuova vita.''
------

15. NDE di Sarah Come riportata nel programma radiofonico Art Bell dei giorni 2/4/99 - 2/5/99. Questa storia ha stupito milioni di ascoltatori!

Nell’agosto del 1989 stavo facendo ritorno a casa in bicicletta da una riunione di volontariato verso le 10 di sera. Mentre mi stavo avvicinando a una luce, fui colpita da dietro da un furgoncino che viaggiava a circa 50 miglia orarie. Io e la bici fummo scaraventati contro il camioncino. Nel momento in cui il conducente frenò con forza fui sbalzata in aria per 18 metri per poi atterrare alle spalle della strada. I miei polmoni collassarono, molti dei miei organi interni si lacerarono, mi ruppi il bacino e diverse costole. Ero prossima alla morte. Fortunatamente un ufficiale di polizia si trovava nei paraggi e potè chiamare rapidamente via radio un’ambulanza. Io, per quanto possa sapere, non ho ricordi di eventi precedenti. Questo è ciò che ricordo: un momento prima stavo passeggiando in bicicletta e un istante dopo mi trovavo in un posto completamente buio. Avevo perso il senso della direzione e della prospettiva ma avevo la consapevolezza del mio corpo, cioè, sapevo che ancora lo avevo. In ”lontananza” incominciai a sentire un ronzio e una luce pungente. Il suono cominciò ad aumentare e la luce sembrò incominciare a venire verso di me. Come l’oggetto si avvicinava incominciavo a notare che era una creatura fantastica demoniaca avvolta da fiamme con enormi occhi e denti che si piegavano verso di me lavorando e ringhiando. C’era qualcosa di minaccioso nel suo sguardo fisso così come digrignava i denti e cacciava fuori una lunga lingua arancione sbavante verso di me. Ero inchiodata nello “spazio luminoso” all’interno dell’oscurità in cui mi trovavo. Sembrava non ci fosse nessun luogo dove andare per evitare il peggio in quanto la creatura stava avanzando verso di me a velocità crescente determinata a raggiungermi. Rimasi ferma sul mio “posto” e chiusi gli occhi aspettando di essere inghiottita dalle fiamme o divorata o entrambe le cose. Invece ebbi la consapevolezza che la creatura lentamente passasse senza procurarmi alcun dolore attraverso il mio corpo e girai internamente un occhio verso di essa solo per scoprire che la creatura stava ridendo allegramente siccome mi aveva attraversato. Uscì dietro di me con uno scoppio e improvvisamente stavo volando velocemente attraverso l’oscurità. Mentre volavo altre due creature demoniache vennero verso di me mostrando colori differenti ma ancora terrificanti. Forte dell’esperienza con il precedente, permisi a questi esseri di avvicinarsi ed anche di attraversarmi. Rapidamente arrivai all’entrata di un tunnel nell’oscurità. Il tunnel pareva essere costruito di materiale simile a nubi fosche e avvolto in lontananza fino alla destra. Successivamente si ramificava e non potei vedere dove conducesse. Dalla ramificazione sulla destra si estendeva una luce giallo-bianca che rischiarava un pò il tunnel. Mi diedi un’occhiata e mi accorsi che il mio corpo non c’era più. Al suo posto c’era una luce blu simile ad una stella che pulsava. In quel momento ciò mi sembrava naturale e piacevole. Era una esperienza molto liberatoria il non essere più attaccati a un peso. Guardando indietro nel tunnel, mi accorsi che c’erano delle entrate in entrambi i lati della struttura. Altre stelle stavano vagando nel tunnel, alcune blu come me, altre di color ambra. Altre due stelle blu apparvero accanto a me e con delicatezza mi spinsero nel tunnel. Fluttuavo su e in avanti osservando che alcune entrate erano aperte mentre altre sembravano essere state chiuse Nella prima entrata osservai che somigliava al tipico inferno. C’erano scoppi di urla e di strilli angosciosi. Esseri umani nudi erano sparsi in un paesaggio maledetto con specchi d’acqua pieni di escrementi e macigni frastagliati. Diavoli e altri animali stavano torturando le persone in qualunque modo immaginabile; e anche le persone si torturavano tra loro. Come mi avvicinai all’entrata di questa scena funesta, avvertii una sensazione di qualcosa che mi stava risucchiando attirandomi come in un vortice, e mi ritrovai a volare sopra questo miserabile paesaggio. L’odore era putrido e il calore era alquanto insopportabile eppure una parte di me era attratta apparentemente dalla infinita varietà di dolore e angoscia che veniva inflitta agli abitanti di questo regno. Una buona parte di me voleva abbandonare quel posto e non avevo nessuna difficoltà a farlo e la mia sensazione era che chiunque poteva farlo se lo avesse voluto. Sentivo che nulla o nessuno aveva costretto queste persone eccetto la loro convinzione nella agonia che continuavano a patire. Volai di nuovo verso l’entrata che era chiaramente visibile da ogni parte “nell’inferno” Non lasciai niente se non la gioia, ma ancora avevo una sensazione di me stessa come a prescindere dalla gioia. La prossima entrata nel tunnel non fu certo migliore. Tanto lontano quanto la vista poteva arrivare si scorgeva la gente che camminava su un arido terreno giallo con il capo chino, completamente assorbiti pietosamente nei loro stessi pensieri angosciosi, inconsapevoli che qualcun altro potesse essere attorno a loro. Una grande sensazione di solitudine e isolamento emanava dalla scena ed io evitai di avvicinarmi troppo, sebbene non vi fosse alcuna sensazione di risucchiamento in questa apertura nel tunnel nuvoloso. Volavo ancora più su lungo il tunnel e scrutavo le altre entrate ma in particolare la prossima che mi fece un’ultima impressione era un mondo di indescrivibile bellezza. Osservai un meraviglioso giardino alberato con fontane e cascate e fiumi e ponti che brillavano e rilucevano di colori iridescenti. Una raffigurazione molto vicina alla bellezza di questo mondo è stata rappresentata dall’artista Gilbert Williams, il cui lavoro fu da me scoperto alcuni anni dopo la mia NDE. Una sensazione di pace e armonia emanava da questa scena ed io mi diressi verso l’ingresso con grande desiderio di entrare. Nel mentre incominciai ad attraversare l’entrata il mio “naso” percepì ciò che sembrava una rete fitta come di plastica. Spinsi in avanti ma fu delicatamente respinta e una voce disse: “non hai le cognizioni necessarie per entrare in questo mondo”. In quel momento ricordo che ero dispiaciuta ma non mi ritenni indegna, solo ignara. Poi spostai la mia attenzione sulla luce che stava brillando attorno al bivio sulla destra. Entrai nella luce e venni trasformata da una sensazione di completa e assoluta gioia. Dissi alla luce “sono qui” e la luce disse “bene” con un tono di voce che risuonava di felicità e beatitudine. Cedetti alla beatitudine e imparai molte cose che appaiono banali quando sono descritte ma che sono vere per me e che risuonano in me adesso e sempre. Appresi che sono eterna e per quanto possa fare esperienza di molti modi di morire, sempre saprò chi sono. Non ho nulla di cui avere paura, devo solamente fare esperienza e sono l’unica che definitivamente sceglie che cosa sperimentare. Ciò sembra sciocco ma credetemi, appare davvero reale, realmente bello sapere che tutto ciò si trova dentro di te. Alla fine, diventai disincantata di fronte all’eterna beatitudine e decisi di andare via. Dissi alla luce: “me ne sto andando” e la luce disse “bene” continuando la sua completa gioiosa e beata esistenza in nessun modo alterata dalla mia presenza. Fluttuai indietro nel tunnel dandomi un’occhiata con continuo stupore alla fine stabilendomi sulla soglia di un ingresso che dava sullo spazio esterno. […] Un altro essere apparve accanto a me e “parlammo” circa le mie scelte. Udimmo una voce che diceva: “se passi attraverso attraverso questa porta non potrai tornare indietro”. Il mio successivo ricordo cosciente fu di trovarmi in un letto d’ospedale con innumerevoli tubi infilati dentro di me e un tubo respiratorio dentro la mia bocca. Ero piena di gioia e canticchiando con forza sebbene fossi incapace di muovere una qualunque parte del mio corpo di mia propria volontà. […] la consapevolezza dell’eternità del mio spirito e la libertà dalla paura della morte ha creato in me un fondamento di pace che nessuna temporanea condizione fisica può mettere in crisi. Ho un grande desiderio, che ciascuno possa sperimentare le meraviglie che ho vissuto senza dover soffrire il trauma come ho fatto io, ciò potrebbe trasformare il mondo.

------
14.
NDE di un SUICIDA 

Dopo 38 anni di dolore terrore nel ricordare quella. fatidica notte dell’ottobre 1960 mi vengono i brividi quello che mi viene difficile da spiegare e l’amore di Dio e il perdono che ha seguito il mio tentato suicidio quello de sto per raccontare non è stata una allucinazione ma una personale esperienza che voglio condividere con chiunque abbia bisogno di sentire l’amore di Dio e la realtà dello spirito quando sembra che suicidarsi sia l’unica via d’uscita. Se qualcuno mi avesse detto 38 otto anni fa che avrei dovuto avere quella esperienza ci avrei riso sopra. Mi ero sposato to nel 1948 con una bella donna, una ragazza conosciuta da tutti e mi sentivo privilegiato di ricevere la sua attenzione. Facevo il notaio a quel tempo ed avevo così tanto da fare e facevo attenzione solo alle piccole nubi che offuscavano la nostra relazione e non vedevo che un nero temporale si stava preparando negli anni seguenti. Tanti miei sogni e speranze sono sfumati ed ho cominciato a bere sempre di più e prima di accorgermene, ero diventato dipendente dell’alcool ed ho perduto la mia fede. Ero pieno di insicurezze impotente e mi facevo pietà di me stesso dopo solo 7 mesi di matrimonio ho scoperto mia moglie aveva una relazione extraconiugale, e così ho cominciato a bere di più e mi sentivo in colpa per aver rovinato la nostra vita. Dopo di allora tutte le volte che scoprivo che mi tradiva, perdevo controllo di me stesso e le dicevo parole par farla sentire in colpa ma lei continuava lo stesso. Era andata fuori con un uomo quando ho deciso di farla finita e chiudere questa vita di sofferenze, ho messo i bambini a letto ho ascoltato le loro preghiere ed in quel momento non avevano nessun significato per me avevo finito di credere tanto tempo prima, dopo che e bambini si sono addormentati o preso quello che mi serviva per spedirmi per l’ultimo viaggio due flaconi di sonniferi e tre bottiglie di brandy mi sono ricordato che il medico mi aveva detto di non mischiare le due perché sarei morto ma adesso era proprio quello che volevo, ho scritto una lettera di suicidio, ho preso una manciata di pillole, l’ho messa in bocca, e mi sono messo a bere il bourbon mentre sentivo le pillole scivolare giù in gola e pensavo: è fatta, non posso più ritornare indietro. Quando ho terminato la prima bottiglia ed ho finito i sonniferi mi sentivo un formicolio ai piedi ed ho cominciato a pensare che forse non era abbastanza, allora ho preso ancora pillole ed ho bevuto ancora, ed ecco, quando mi sonno sentito un grande bruciore dentro lo stomaco, e la mia vista cominciava ad offuscarsi, ed ho cominciato a vedere una nuvola scura formarsi e venirmi incontro, fino che sono sparito dentro. Mi sentivo attraverso una galleria e mi muovevo molto veloce, non so se ero vivo o morto a quel punto, ma mio ricordo di aver guardato indietro ed ho visto il mio corpo nel pavimento della cucina ed ho pensato: è questa la morte? No, una voce ha risposto da qualche parte ed ecco, quando con mia sorpresa vidi un essere di indescrivibile bellezza che emanava amore, compassione e calore. Non sapevo che cosa dire ma lui mi ha parlato e mi ha detto: no, la morte non dovrebbe essere cosi, vieni ti faccio vedere, mi ricordo che mi sono mosso con lui sulla sponda di un precipizio e ho guardato giù ed ho visto una scena terribile; solo rocce e terra, non alberi o erba e c’era tanta gente che si muoveva in circolo, tenevano la testa giu e si guardavano i piedi continuavano a camminare sensa una direzione e sbattevano luno contro laltro, al pensiero di dovere andare a ragiungere queste anime perse mi sono preso di paura, allora lo spirito ha detto: questo è l’inferno che tu hai aiutato a creare, di qui dovresti tornare di nuovo sulla terra, e passare le stesse esperienze che hai provato prima e dovresti stare con loro fino ad allora. Mi ha fatto vedere scene della mia vita specialmente gli ultimi 5 anni dove il bere aveva rovinato la mia vita e mi ha fatto vedere l’effetto che aveva fatto ad i miei bambini e come la loro vita si sarebbe svolta, ho visto la tristezza che provavano per avermi perduto, ho visto che la madre non si sarebbe presa cura di loro e sarebbero finiti in un orfanotrofio. […] Egli mi ha detto in una severa voce come un padre parla ad un figlio: la tua vita non è tua che puoi fare quello che ti piace, ti sei creato da te? No! Allora non puoi decidere di toglierti la vita. Mi sono messo a piangere e lui ha detto: non ho ancora finito con te, il tuo lavoro non è finito vai ritorna e fai quello che adesso sai che devi fare. La prima cosa che ho visto nel risvegliarmi è la faccia di mia figlia riempirsi di gioia. […] Il ricordo di quello che ho visto ed ho imparato nell’altro mondo mi riempie il cuore di fiducia e mi viene sempre in mente quel passaggio nella bibbia (anche se cammino nella valle della morte non ho paura perché lo spirito della luce è con me ed illumina il mio cammino). Dopo la mia esperienza non ho più paura della morte e guardo alla vita con una visione spirituale e la mia responsabilità di crescere i bambini la sento come un privilegio, anche se la mia esperienza è stata negativa, il risultato è stato più che positivo; i figli sono cresciuti e sistemati ed io mi sento con il cuore in pace

------

13. NDE di Mary 

Quando ero una giovane single nella mia citta' natale di Londra, Inghilterra, sono stata ricoverata all'Ospedale Memorial con gravi complicazioni in seguito ad un tentativo fallito di aborto che avevo fatto nel bagno del mio appartamento. Di educazione cattolica, avevo cercato di gestire la gravidanza indesiderata in segreto e da sola. Dopo aver perso molto sangue e sentendo addosso un gran freddo, ho chiamato l'ambulanza per farmi portare in ospedale. Appena arrivata di corsa in sala rianimazione, mi ricordo il personale che correva nella mia stanza con carrelli contenenti attrezzi, bottiglie, pompe, aghi, bende, tubi ecc. Dall'ombelico in giu' ero bagnata di sangue, ero molto debole. La mia condizione era molto grave, vicino alla morte. Man mano che il sangue scorreva dal mio corpo, perdevo la volonta' di vivere. Ho sentito un suono come un "pop" e di un tratto il dolore e' cessato. Mi sentivo tranquilla per la prima volta in tre mesi, da quando mi sono scoperta incinta con un uomo che mi aveva mentito dicendomi di amarmi e di volermi sposare ma che aveva moglie e 5 figli in un'altra citta'. Vedevo molto chiaramente il mio corpo mentre lavoravano con fretta e furia, praticandomi una trasfusione e mettendomi altri tubi. Mi ricordo di pensare che volevo solo che mi lasciassero stare. Avevo un aspetto orribile e un brutto colore. Mi sentivo imbarazzata perche' ero io la causa di tutto questo panico. […] Mi sono resa conto di un tunnel che e' comparso d'un tratto, e che ci venivo tirata dentro. Ero felice di andar via dalla scena cosi' tesa sotto di me. Galleggiavo verso il tunnel attraverso il soffitto. Sono passata attraverso un ventilatore appeso al soffitto e poi attraverso il soffitto. Il nero del tunnel rotolava e cominciava ad andare piu' veloce. Ero curiosa di sapere com'era il mio corpo e mi guardavo le braccia e le mani. Sembravano di essere in espansione, emettendo una leggera incandescenza. Ho sentito un colpo di vento e un suono sordo come una vibrazione mentre acceleravo diretta verso una luce brillante a distanza. Sentivo come ci fosse una presenza con me che emetteva amore e saggezza. Non ho visto nessuno, ma sentivo l'essenza del nonno che e' morto quando avevo 13 anni. Ero conscia della sua presenza confortante ma non ho visto o udito niente. Sono arrivata finalmente in fondo e sono entrata galleggiante in un posto colmo di una radiosa luce bianca che sembrava incorporare tutti i concetti dell'amore. Un amore senza condizioni come quello della mamma per il figlio. Era senz'altro una presenza calda e gioiosa, come quella che in primo istante mi aveva tirata dentro il tunnel. Mi sembrava una gigantesca forza o energia che radiava tutte le buone e nobili emozioni dell'uomo. Avevo abbandonato le vie della chiesa Cattolica appena lasciata la scuola parrocchiale a 17 anni, sentendomi liberata da una rigida prigione, e non ero per niente religiosa, ma sapevo nel cuore mio che questa forza era Dio. Non ho le parole per esprimere la mia riverenza in questa presenza. Sembrava come se io diventassi una parte della Luce e che allora la Luce diventasse una parte di me. Eravamo tutt'uno. Di un tratto ho capito, senza nessun dubbio, come siamo tutti interconnessi gli uni con gli altri, Dio e tutte le forme vitali dell'Universo. […] L'esperienza rimane cosi' reale e viva adesso come a 34 anni fa e mi ha cambiato la vita in molti modi spirituali ed edificanti.

NDERF addendum: Mary e' tornata alla chiesa Cattolica ma ha avuto cura di andare ad una parrocchia piu' aperta di mente di quella di prima.

------

11. NDE di un detenuto 

Mi chiamo Filippo. Il 24 settembre 1995 all’1: 30 circa, durante un tentativo fallito di rapina, sono stato ferito dalla pallottola dello sceriffo della contea. La pallottola mi ha fracassato il ginocchio e perforato l'arteria del polpaccio. Mi hanno detto che avevo avuto un'emorragia durante l'operazione. Mi ricordo di due eventi distinti. I due differiscono. La prima volta, mi sono ritrovato in procinto di galleggiare al sopra di un tavolo operatorio, in quel momento, ero molto interessato da ciò che mi accadeva ero inquieto ed agitato. Un proiettore medico si trovava nel mio campo visuale, mi sono dunque "spostato” verso il basso per osservare al di sopra della spalla di una chirurga. Mi ricordo di aver riso (era troppo bassa, era salita su un oggetto per raggiungere il tavolo. Ho visto anche un uomo in tenuta da chirurgo, appoggiato contro un muro e che ho riconosciuto, era l'ufficiale che mi aveva accompagnato nell'ambulanza e con il quale avevo approfondito dei rapporti amichevoli). Questi due particolari sono stati confermati dopo la mia convalescenza. Poi il "bolla” è scoppiata (non è esatto, ma è la migliore descrizione) e tutto era nero. Era come addormentarsi, ma lentamente. Ero a piedi nudi in un bel prato di montagna, avevo quattro anni. A tenere la mia piccola mano paffuta, c'era il più bell’uomo che avessi mai visto. Cento volte più bello di un dio greco! Una luce emanava da lui, che irradiava l'amore come il sole irradia la luce, sapevo che ero al sicuro con lui. Era la sensazione più calma e più amorevole che avessi mai provato. Noi abbiamo cominciato a camminare mano nella mano su una strada che attraversava il prato. Sapevo che mi portava con sé in un posto preciso, ma che il tragitto era ugualmente importante. Vedevo delle cose talmente stupefacenti. Dei colori, delle forme, degli odori, tutti era così chiaro e bello. Era come se vedessi per la prima volta. La mia guida apprezzava molto questa passeggiata quanto me, indicando le cose nuove con il dito e ridendo del mio divertimento. Il solo suono che emetteva era la sua risata che era anch’esso meraviglioso come tutto il resto. C’era un torrente di montagna, il primo grido di un bambino. Il tintinnio di un carillon ed il tuono. Mai non potrò descrivere questo suono. Alla fine della strada, siamo arrivati in un posto a strapiombo su una valle. La valle era coperta di nebbia/nubi, così fitte che non si poteva non soltanto vedere in fondo, ma non ci si poteva neppure farsi un'idea esatta della sua estensione. Dalla valle provenivano sensazioni/emozioni che erano così tristi che ho cominciato a piangere. Queste sensazioni erano un dispiacere riempito di nostalgia, molto simile al desiderio per alcune cose non avverate, tutto in tenuto conto che era troppo tardi per cambiarle, ma desiderandole comunque. Anche la mia guida piangeva. Una vita sprecata è troppo triste perché si possa esprimerlo con parole. La luminosità attorno alla mia guida si è affievolita mentre una luce più brillante e più grande li ha avvolti, ho sentito una voce nella mia testa. La voce diceva: "Filippo, arrivi ora al termine di questo cammino. Ricordati che ti amerò sempre" La luce si è affievolita, la mia guida ha sorriso ed ha asciugato le mie lacrime, la bolla è "scoppiata” daccapo.
Nella sala di rianimazione, mi sono svegliato in procinto di piangere come un bambino. Ho visto un'infermiera al sopra di me, tentava di calmarmi, dicendomi che era tutto finito, che tutto era andato bene, lei mi ha chiesto perché piangevo. Le ho risposto che avevo fatto un sogno triste. Ha riso e mi ha detto che gli anestetici somministrati durante l'operazione bloccano la capacità di sognare del cervello. Ho chiesto ad altri medici se fosse possibile sognare sotto anestesia. Tutti hanno risposto di no. Tento sempre di convincermene, ebbene ci sono finalmente arrivato. Occasionalmente, poco prima di addormentarmi, vedo le mie guide vicino a me. Personalmente, penso di aver avuto una descrizione del paradiso e dell'inferno, che non soltanto ho incontrato il mio angelo custode, ma che gli ho tenuto la mano e che ho sentito la voce di Dio.

------
10.
NDE di un adolescente 

Faceva molto freddo con una leggera neve, il giorno in cui "sono morto", il 27 gennaio 1996. Facevo sci a Aspen in Colorado. Ero con la mia compagna. Speravo di impressionarla con le mie capacità in sci acrobatico, è stato proprio in quel momento che ho avuto un confronto avvicinato con un pino molto duro. Ero KO. Ero sbalordito di trovarmi in procinto di galleggiare ad alcune decine di centimetri sopra il mio corpo. La mia compagna provava senza successo a rianimarmi. Appena ha potuto, ha gridato ad altri sciatori di andare cercare aiuto. "Guardate, c’è del sangue!", ha detto uno dei curiosi. Ero leggermente interessato quando ho notato che sanguinavo di una ferita sul lato destro del mio volto che giaceva sulla neve. La mia compagna ha tolto il suo cappuccio di pelliccia e lo ha messo con cautela sotto la mia testa. […]. Improvvisamente tutte le sensazioni sono svanite e ho preso coscienza di un'altra dimensione dello spazio. L'ambiente pesante ed inquietante era scomparso ed ho sentito una sensazione realmente pacifica di ritorno a casa, immerso in un amore che viene da una fonte che sembrava familiare e calda. So che ciò sembra strano, ma mi sentivo come se appartenessi ad una parte dell’immensità di tutto ciò che è nell'universo. Questo posto dove mi trovavo è una sfida alle semplici parole. Sembra che sia sempre esistito e che faccia parte di qualsiasi cosa ora e per sempre. Ho visto uno bel posto violaceo ed ho sentito un essere affettuoso che mi chiedeva telepaticamente se volessi restare o ripartire. Ho pensato ai miei anni futuri d'università. Ho chiesto "all’essere" se occorresse che ripartissi subito, e se ci fossero stati problemi se fossi ripartito dopo. L'essere ha avuto una risata amichevole soffocata che ha fatto ridere anche me, quindi è accaduto in un momento. Ero di ritorno in un mondo di sofferenza. Mi hanno detto che avevo subìto una commozione e che ero stato incosciente per tredici ore. Era così tanto difficile sapere cosa fare dopo tutto ciò. In seguito sarei stato molto diverso. Non potevo discuterne realmente con altre persone, poiché non avrebbero potuto comprendere ed avrebbero semplicemente pensato che ero pazzo. Sono diventato molto serio e mi sono interessato allo studio di tutto ciò che riguarda la psicologia, le religioni, le filosofie, più generalmente, io ricercavano verità nella letteratura, le conferenze e le riunioni. I miei genitori approvavano questi cambiamenti, ma la mia compagna mi ha lasciato per un altro ragazzo. È meglio così. Penso che si sia spaventata quando le ho detto quest'episodio e della la sua conversazione con gli uomini della sorveglianza ecc... È bello sapere che potrò tornare in questo posto affettuoso e pacifico nuovamente. Non temo più la mia morte né la morte dei miei nonni.

------

8. Una NDE di un Bambino 

Nell'agosto 1985, quando avevo soltanto 5 anni, viaggiavo in barca su un lago del cantone. Sono stato punto da una zanzara ed ho sviluppato un’encefalite. "Sono morto" e sono scivolato in un vuoto nero del tutto rassicurante in conforto e libertà, non un dolore né timore. Era un posto dove mi sentivo completamente in casa mia. Da lontano, ho visto una piccola luce. Mi attirava a sé. Mi sono sentito come se fossi precipitato verso quella luce ad una velocità considerevole. Non ero spaventato. Sono arrivato nella luce: era la pace e la gioia, ma soprattutto l'amore incondizionato. La luce appariva come una nuvola scintillante e radiante. Ho sentito nella mia testa una voce che veniva dall'interno ed ho saputo che era Dio. Dato che i miei genitori non parlavano mai di Dio e non mi portavano neppure in chiesa, non so realmente come l’ho saputo, ma lo sapevo. Inoltre, mi sentivo come se questo posto fosse il mio vero focolare, mi trovavo in questa bella luce che era Dio. Mi sentivo circondato dalla luce ed ero tutt’uno con essa. La sensazione era simile, ma molto più intensa, a quella provata alcuni mesi prima nel momento in cui papà mi aveva preso tra le sue braccia quando un cane mi aveva morso mentre abbaiava. Un'altra bella luce, semplicemente più piccola, ci ha raggiunti. Era una bambina di circa 10 anni. Mi somigliava un po'. Vedevo che mi conosceva. Ci siamo abbracciati ed ha detto: "Sono tua sorella, mi chiamo Willamette, come nostra nonna che è morta un mese prima che nascessi." I nostri genitori utilizzavano il diminutivo Willie. Avevano previsto di parlarti di me in seguito, quando saresti stato pronto. Discutevamo tra noi senza parole. È molto strano quando ci ripenso, ma tutto questo in quel momento sembrava naturale. Mi ha baciato sulla fronte ed ho sentito il suo calore ed il suo amore. "Occorre che ritorni ora, Sandy," mi ha detto. "Occorre che salvi mamma dal fuoco." È molto importante, devi ripartire e devi ripartire ora. Ha detto ciò con compassione e morbidezza nella voce, mentre mi sorrideva teneramente. "non, non voglio," le ho risposto, "lasciami restare con te." "Mamma ha bisogno di te per salvarla del fuoco", ha ripetuto, sempre in modo gentile e piacevole. Ho pianto come un ragazzino egoista, preso da una rabbia della specie peggiore. Mi sono lasciato cadere a terra singhiozzante e scalpitante, ho messo tutti in imbarazzo, ne sono sicuro. Mi hanno mostrato un tipo di film nel quale vedevo i miei genitori, che, sulla terra, erano capezzale del letto all'ospedale con molta preoccupazione e paura negli occhi. Mi toccavano e mi parlavano, supplicandomi di non morire. "Per favore non morire." "Singhiozzando." Ero molto triste per loro; tuttavia, non ero realmente pronto ad abbandonare questa bellezza e sensazioni indescrivibili, tutte le buone cose di questo posto, questo paradiso. Dio ha avuto una risata soffocata e mi ha osservato con grande compassione. Non potevo vedere realmente il suo viso, ma sapevo ciò che pensava. Sorrideva della mia commedia puerile. Ha in seguito puntato il dito verso un'altra luce che si formava da lontano. Fu una grande scossa per me, il mio vicino e caro amico Glen, è apparso ed ha gridato a gran voce: "Sandy, ritorna a casa, ritorna a casa ora." "Ha detto ciò con una tale autorità che ho immediatamente smesso di piangere, un momento dopo ero tornato nel mio corpo." Ho aperto gli occhi per vedere i visi sollevati ed allegri dei miei genitori. Appena ho potuto, ho parlato loro della mia esperienza, all'inizio lo hanno valutato come sogno. Lo hanno detto che il giorno dopo il mio ricovero, il nostro vicino, Glen, è morto a causa di una improvvisa crisi cardiaca. Era un vecchio benevolo che ci invitava sempre, me e mio fratello come tutti gli altri bambini del vicinato, per giocare con i suoi cinque cani. Gradiva i bambini e gli dava a mangiare, regali e dolci. Sua moglie finiva per stancarsi di noi e ci diceva di tornare a casa. La rimproverava dicendo: "Rosa, non dire mai a Sandy che deve andarsene, può restare fino a quando vuole." […] Ho descritto l'accoglienza della mia "sorella-angelo" che mi ha accolto ed ho raccontato tutto ciò che mi ha detto. I miei genitori erano così tanto scossi che avevano uno sguardo sconvolto. In piena confusione, si sono alzati e sono usciti dalla camera. Dopo un certo tempo, sono finalmente ritornati. Mi hanno confermato avere perso una bambina chiamata Willie. È morta a causa di un avvelenamento accidentale circa un anno prima che nascessi. Hanno deciso non di dirlo né a mio fratello né a me fino a non fossimo stati capaci di comprendere il significato della vita e della morte. Credo che, un giorno rivedremo Willie, gli chiederò personalmente ciò che voleva dire. Tutto ciò ha cambiato la vita di tutta la famiglia. Ora andiamo in chiesa e faccio molte cose diverse da prima.

------

6. Nella luce divina 

In questo sabato mattino piovoso dell'Illinois, mi ricordo di questo giorno dell'inverno 1955 in Texas, stavo davanti al lavandino della cucina della nostra nuova casa, pensavo a mio marito arruolato nell'aviazione che era partito la settimana precedente per 3 anni in Inghilterra. Le mie due care figlie, Cathy 6 anni e Carola 18 mese, giocavano accanto a me.
Mentre ero in piedi in cucina, un dolore improvviso mi ha trapassato l'addome, mettendomi in ginocchio. Nello spazio di un'ora, sono stata troppo debole per rimanere in piedi. Mi inquietavo per i miei bambini ed ho chiamato mia madre e mio padre affinché ci aiutassero. In quanto infermiera, sapevo che qualcosa di grave mi era accaduto e tentavo di ragionare sul motivo di questo dolore. La settimana precedente, ero andata dal ginecologo della base aerea perché ‹‹sapevo» che ero incinta. Dopo la visita, mi ha contraddetto e ha dichiarato che non ero incinta. Non l'ho creduto. Mentre ero distesa sul mio letto fra i dolori, sapevo ciò che i miei sintomi mi annunciavano, ERO certamente incinta, ma si trattava di una gravidanza extrauterina dove l'embrione si infila in una tuba di Falloppio invece che nell'utero. Ciò significava che il dolore era dovuto ad una rottura delle tube conseguente alla crescita dell'embrione, avevo un'emorragia interna nell'addome. Il nostro pastore e sua moglie sono arrivati per pregare con mia madre e mio padre.
Il tragitto verso l'ospedale della base è stato doloroso. All'arrivo hanno detto a mio padre ed a me di aspettare, sebbene i sintomi fossero già stati comunicati al personale. Finalmente mi hanno sistemata su un lettino in una sala, ho cominciato allora a sentire la mia vita sfuggirmi, i miei pensieri erano per i miei figli e per ciò che sarebbe accaduto […] Non mi vedevo più sul tavolo sotto, non più gli occupanti la stanza. ho notato all’improvviso la più celeste delle luci che avviluppava tutto. Il mio dolore era sparito e sentivo il mio corpo come mai prima, libero. Provavo gioia e soddisfazione. Ho sentito la più bella delle musiche, non poteva provenire che dal paradiso, ho pensato: È dunque così che risuona la musica del paradiso». Ho preso coscienza di un sentimento di pace che va aldilà di qualsiasi comprensione. ho cominciato a guardare questa luce ed a percepire ciò che mi accadeva, non volevo più tornare.  Ero in presenza di un essere divino che alcuni chiamano figlio di Dio, Gesù Bambino. Non l'ho visto, ma era là nella luce e mi ha parlato telepaticamente. Ho sentito l'Amore di Dio straripante. Mi ha detto che dovevo ritornare accanto ai miei bambini e che avevo del lavoro a compiere sulla terra. non volevo tornare, ma lentamente sono tornata nel mio corpo, che, in quel momento là si trovava in un'altra sala in attesa per l'operazione. Il cielo aveva un altro messaggio per me e questa volta non ho lasciato il mio corpo. Ero a letto in convalescenza in seguito all'operazione: è arrivato il più grande momento della mia vita. La luce celeste è ritornata, riempiendo completamente la camera. Questa volta, una visione di Gesù Bambino mi è apparsa nella luce ed era bello, riempiva la stanza della sua presenza, l'amore e la misericordia erano presenti. La visione che ho avuto di lui partiva delle sue spalle finiva in cima alla sua testa. Mi ha parlato telepaticamente dicendo: “Ricordati ciò che ti ho detto, ricordati di come mi sono svelato a te e ciò sarà un conforto ed una sorgente stabile per te negli anni futuri, per il lavoro che compirai. Ora, sai che non hai da temere la morte”.
------

5. NDE di Australia 

Ecco l'esperienza più importante della mia vita, innanzitutto gli avvenimenti che me l’hanno fatta vivere, il racconto degli avvenimenti dal punto di vista dei miei genitori mentre ero partito, la mio EPM e finalmente le mie emozioni sull'argomento. Racconta Michele (il mio ex socio): mentre noi ci avvicinavamo al semaforo, è scattato il verde, quando abbiamo attraversato l'incrocio, la macchina è scivolata sull’acqua alla velocità di 43 Km/h, abbiamo percorso il grande pilone elettrico industriale, appena dopo l'incrocio. Stefano, che era allungato sul sedile posteriore del furgone, è stato proiettato in avanti sulla parte posteriore della mia testa, facendomi sbattere sul volante. Bollettino medico: la colonna vertebrale di Stefano era fratturata sulla L4, io avevo riportato parecchie fratture, sul lobo occipitale, frontale, emisfero destro, zigomo destro, tutte infossate, 6 perforazioni intestinali. Inoltre, i raggi del volante ed il contachilometri sono penetrato nella parte superiore della gola in direzione della parte superiore della bocca e nel lato destro del torace dall’alto in basso. Michele aveva riportato contusioni minori grazie alla cintura di sicurezza. […] Non so in quale momento ha avuto luogo la mia esperienza nel corso degli avvenimenti sopra descritti. Non ho alcun ricordo dell'agonia o di avere lasciato il mio corpo. Mi spostavo a capofitto attraverso un canale scuro somigliante a delle nubi nere ribollenti. Mi sentivo attirato dai bordi che mi spaventavano. Davanti a me, c'era un piccolo punto di luce brillante che cresceva e si intensificava continuamente mentre mi avvicinavo. Ho pensato che dovevo essere morto ed ero inquieto per mamma, papà e mia sorella, ero ugualmente un po' irritato per me stesso perché pensavo: loro vanno si rassegneranno rapidamente ". Il tutto è stato solo un pensiero fugace mentre mi precipitavo febbrilmente verso questa luce. Sono giunto in un'esplosione di luce gloriosa, in mezzo a dei muri immateriali, in piedi davanti a me c’era un uomo nella trentina, alto circa 1,80 cm, dai capelli bruno rossicci lunghi fino alle spalle ed una barba e baffi corti incredibilmente curati. Portava una toga bianca semplice, dalla luce che sembrava emanare sentivo che aveva una grande età e sapienza. Mi ha accolto con grande amore, serenità, pace (indescrivibile), non ha parlato. Ho percepito: posso sedermi ai tuoi piedi per sempre ed essere soddisfatto". Sono stato colpito di pensare/dire/provare una cosa talmente strana. Sono stato affascinato dal tessuto della sua toga, tentando di capire come si poteva tessere la luce! Si è messo accanto a me e mi ha incitato a guardare a sinistra, dove rivedevo i momenti meno gloriosi della mia vita. Ho rivissuto questi momenti e ho risentito non solo di ciò che avevo fatto, ma parimenti la sofferenza che avevo provocato, certe cose che non avrei mai immaginato che potessero provocare dolore. Sono stato sorpreso che alcuni eventi per i quali avrei potuto inquietarmi, come rubare del cioccolato in un magazzino da bambino, non mi venivano mostrati mentre delle cose secondo me superficiali che avevano causato sofferenza senza che all'epoca io lo sapessi, erano mostrati. Quando sono stato oppresso dal senso di colpa, sono stato orientato verso altri avvenimenti che avevano portato gioia agli altri. Sebbene mi sentissi, disperato sembrava che la bilancia fosse a mio favore, ho ricevuto un grande amore. Mi ha portato con sé nel punto più lontano di quel luogo che si è trasformato in corridoio, e là, si trovava mio nonno che veniva verso di me. Sembrava più giovane che nei miei ricordi e non aveva il labbro leporino, ma era indubbiamente lui. Noi ci siamo abbracciati, mi ha parlato e mi ha dato il benvenuto. Ero così commosso che lo avevo perdonato per essere morto quando avevo 14 anni, di avere fatto infrangere la mia promessa del diventare di medico e di trovare un rimedio al suo problema cardiaco. Fino ad allora, non avevo realizzato che ero stato in collera contro con lui! Mi ha detto che la nonna lo avrebbe raggiunto presto ed era impaziente che arrivasse. Gli ho chiesto come mai lei sarebbe giunta presto mentre per parecchi anni aveva viaggiato da casa sua a Manchester, verso la nuova Zelanda e verso Miami per godere di un’estate perenne! Il nonno mi ha detto che aveva un cancro dell'intestino e che lei sarebbe arrivata presto. Sembrava non avesse nozione alcuna del tempo, quando ho insistito per sapere la data esatta (la diagnosi è stata pronunciato 3 mesi dopo, la nonna è morta in agosto, avevo sconvolto mia madre nel rivelarglielo quando ho ripreso conoscenza). Dopo che abbiamo discusso per qualche momento tra noi, mi ha portato con sé nel punto più lontano che si è daccapo trasformato in corridoio. Ci siamo avvicinati ad un gruppo di persone che ho cominciato a riconoscere. Quello che mi ha accolto per primo si è avvicinato ed ha messo la sua mano sulla mia spalla mi sono girato verso di lui, ha detto: tu devi tornare, hai un compito da svolgere». Ho voluto discutere, volevo rimanere, ho guardato indietro verso mio nonno e sono stato rapidamente propulso verso l'entrata. Sulla soglia tutto è diventato scuro, niente, nessuna coscienza. Dopo: mi sono svegliato lentamente dal coma, per svariati giorni, ricordi a metà vaghi di voci e volti familiari intravisti. I ricordi più nitidi furono le diverse occasioni in cui mi sono svegliato da un profondo sonno per vedere un'infermiera con una siringa e rifiutavo qualsiasi medicina, non ho alcuna idea del motivo! Ho subito tre interventi chirurgici per riparare il volto, il cranio e l'orbita. Ho lasciato l'ospedale sofferente, con una visione sdoppiata, una perdita dell'odorato, ed l’8° nervo cranico danneggiato, ciò mi ha provocato delle nausee e perdita dell’equilibrio. […] È pressappoco tutto, se non che il ricordo dell'EMI è più reale di ciò che ho fatto ieri.

------

4. Vent’anni dopo: ricordi della mia morte e delle conseguenze 

All'inizio dei miei studi universitari (1976-University di Northern nel Colorado), mi ero iscritto ad una scuola di tennis per la sessione invernale. Siccome faceva troppo freddo per giocare all'aperto, noi colpivamo delle palle sul muro della palestra. Improvvisamente, ho cominciato ad accusare un'emicrania che guadagnava rapidamente in intensità. Mi sono messo a temere che, prima che la lezione finisse, il dolore diventasse incontrollabile. Mi avevano prescritto una medicina che conservavo in caso di dolore estremo. Non lo avevo utilizzato che nelle rare occasioni quando ero incapace di controllarlo; affondavo allora nel sonno per 24 ore. Dovevo andare al dormitorio, sentivo che non potevo più aspettare. Ho preso la medicina credendo che mi sarei addormentato sul posto e sperando di che qualcuno mi portasse al dormitorio. Secondo i miei più lontani ricordi, ho sempre avuto dei mal di testa. Nell'adolescenza, era ancora peggio. Sono andato di mia volontà all’ospedale e dei esami alla vista hanno rivelato dei tumori cervicali. Ho consultato medico dopo medico, credendo che questo problema fosse dovuto allo stress. Poi, ho cominciato un trattamento medicamentoso: Indera quotidianamente, Cafergot all'inizio delle emicranie e Darvon a tutte le ore quando ero in crisi. Le emicranie duravano generalmente delle settimane. Ero atterrito da questo dolore e convinto che qualcosa non andava da me, che non avrei superato la ventina. Otto mesi dopo spuntò la suddetta emicrania, e durante la lezione di tennis, ho utilizzato questa cura riservata alle crisi di dolore insopportabile. Continuavo a colpire delle palle sul muro quando ho sentito che la medicina cominciava a paralizzare il mio corpo. Ciò di cui mi ricordo poi, è che camminavo verso il dormitorio. Una camminata di 15 o 20 minuti che mi è sembrata come un istante. Camminavo da solo e ho salito la collina al di là la libreria del campus universitario. Poi, mi sono visto nella mia camera del dormitorio, preoccupato da un lavoro a breve scadenza; non mi rimaneva che qualche pagine a scrivere per finire. ho cominciato a chiedermi se avevo preso la medicina o se avevo creduto semplicemente di prenderla. Tentavo di ricordarmi, ma non ci riuscivo. Ho concluso che non l’avevo presa poiché ero sveglio e sofferente. Allora, ho preso un’altra dose e mi sono seduto accanto alla macchina per scrivere per finire il mio lavoro. La pagina non avrebbe richiesto più di qualche minuto e, secondo le mie esperienze precedenti, sapevo che la medicina avrebbe richiesto più tempo per agire. Poco dopo, persi il controllo del mio corpo e caddi sulla mia macchina per scrivere. Ero sempre cosciente e risentivo della mia emicrania, ma non potevo muovermi né sentir qualunque cosa più basso che la mia nuca. Rimanevo là, impotente. Ho chiamato aiuto, ma la donna delle pulizie passava l'aspirapolvere nel corridoio vicino alla mia camera e nessuno poteva sentire i miei gemiti. Quando ha spento l'aspirapolvere, gridai di nuovo. Uno studente mi sentì. Entrò con precauzione nella camera e gli chiesi di mettermi a letto. Gli ho spiegato che ero paralizzato. Mi ha raddrizzato sulla sedia, ma quando mi ha lasciato, sono bruscamente ricaduto con la faccia contro la macchina per scrivere. Non sapendo che cosa fare per aiutarmi, è andato in cerca d'aiuto. È ritornato con un amico, e tutti e due, si sono adoperati per trascinarmi fino al letto. Una volta nel mio letto, loro se ne sono andati e sono sprofondato immediatamente nel sonno. Durante il mio sonno ho preso coscienza che non avevo più alcun dolore. Realizzavo che non c’era stato alcun momento della mia vita dove non avevo risentito la scomodità fisica. Ero stupito. Non sentivo né l’emicrania, né il letto sotto di me, né abiti sul mio corpo, lo stesso dicasi per il guanciale sotto la mia testa. Era un tale sollievo. Nello stesso tempo ero invaso da sentimenti di pace, di soddisfazione, gioia, benessere ed amore. Mi sentivo incredibilmente bene. Non trovo il modo di spiegare fino a che punto mi sentissi bene, me lo ricordo molto chiaramente malgrado siano trascorsi vent’anni. Un'altra trasformazione si effettuò nel mio spirito. Ero completamente sveglio e coinvolto dall'esperienza, ma la mia condizione mentale non aveva niente a vedere con quello che avevo sempre avuto. Capivo tutto ciò che accadeva– sapevo che ero morto, ma non sentivo alcuna paura, incertezza o resistenza. Mentre vivevo ciò, presi coscienza della mia compagna di camera, Trina, che entrava nella stanza. Mi guardò sul letto dal basso. Pensava che "dormissi», salì sul lettino in alto. Notai che il letto si scuoteva mentre si arrampicava, ma non avevo sentito alcun dolore. La vidi prendere la sua bibbia, la aprì ai salmi e lesse. È quando ho cominciato a leggere al di sopra della sua spalla che ho realizzato che non ero più nel mio corpo. Mi sono visto sul letto, ho guardato di nuovo Trina, ed ho pensato: Lei non sa che sono morto!»; questo mi ha divertito. Ho smesso di concentrarmi sulla camera per approfittare di un momento (il tempo non aveva più di realtà) di riposo e di calma. Forse proprio in quel momento ho ricevuto la conoscenza di cui mi sarei ricordato dopo– ma non ho ricordo di un qualunque apprendimento. Non ho avuto l'impressione di muovermi finché non ho notato a distanza un riflesso cangiante di luce, ne ho concluso che ero nell’oscurità e che mi dirigevo verso la luce. Quando ci ripenso ora, mi ricordo di quando ero bambino ed esploravo i tunnel delle linee ferrate vicino la nostra scuola in Kenia. Questi tunnel erano più scuri di qualsiasi altro. Ero impaurito dall'incapacità di vedere, per i suoni e perché sapevo che questi tunnel erano pieni di pipistrelli. Mi ricordo che ero sollevato quando scorgevo un punto di luce a distanza. La mia paura spariva man mano che la luce cresceva. Questo ricordo dell’infanzia è simile all'esperienza visiva che ho vissuto mentre mi dirigevo verso la luce, ma i sentimenti e le emozioni non potevano essere più differenti. Provavo una gioia inconcepibile per l’essere umano. La luce si espanse al punto di eliminare tutta l’oscurità e mi ritrovai in un posto, il più bello fra tutti quelli che ho visto. Qualche anno prima, avevo visto lo splendore di Lake un distretto a nord dell'Inghilterra ed ero stato incantato da questa bellezza. Ma il posto dove sono andato alla mia morte, era ancora più bello. C'erano delle colline, delle valli in serie, e delle cascate di ruscelli. L'erba era più verde di quella nei quartieri più ricchi. Splendeva il sole e camminavo da solo, ammirando il paesaggio. Ero solo, ma senza provare il sentimento della solitudine. Non mi sentivo solo, e quando rivedo queste sontuose colline, non mi ricordo di avere incrociato nessuno prima di scorgere un uomo dietro ad un muretto di pietre. Capivo ora tante cose. Non avevo più i limiti della condizione mentale umana. Sapevo che quest’uomo dall'altro lato del muretto stava per condurmi verso Dio. Sapevo che la mia esperienza era rappresentativa dei miei bisogni. Avevo incontrato qualcuno in cui potevo avere fiducia. Un'altra persona avrebbe visto ciò che aveva bisogno di vedere. La mia condizione mentale umana abituale non conteneva che un guazzabuglio di pensieri molto vago concernente la vita dopo la morte; ma là, ero in un luogo che riconoscevo, e quest’uomo, lo conoscevo da sempre. Sapevo dove andavo e ciò che si preparava, ed ero pieno di gioia. L'uomo era in tenuta sportiva– jeans ed una camicia ampia. Mi trattava con gentilezza e compassione e si concentrava su di me. Egli mi ha guardato negli occhi e, immediatamente, ho compreso che la mia ora non era ancora venuta. Ero stupefatto. Sapevo che se oltrepassavo il muretto, avrei potuto continuare– avevo la scelta, ma sapevamo anche tutti e due che dovevo ritornare. Guardando il suo volto ho detto: Non è il tempo. E ha risposto: No, effettivamente. Ci vorrebbero parecchie pagine per descrivere tutto ciò che ho imparato e vissuto eppure mi è sembrato che tutto ciò sia accaduto in un istante. Avevo vissuto un solo minuto oltre la vita, ma è stata un'esperienza molto profonda. Appena ho saputo che dovevo ritornare, sono andato nel mio corpo in un batter d'occhio. È stato violento, doloroso e provo molta paura ogni volta che mi ricordo di questo evento, nonostante siano passati molti anni, mi viene ancora da piangere. non potevo credere di aver deciso di ritornare. Avevo dimenticato la sofferenza, lo stress, la paura e le delimitazioni rilegate al fatto di essere umano? (SÌ!) Come avevo - potuto lasciare la pace, l'amore, la gioia e la bellezza che avevo provato? Sapevo che avrei potuto oltrepassare il muretto, potevo continuare. Come sono stato pazzo a ritornare! Rimpiangevo la mia decisione e, nello stesso tempo, ero stupefatto dalla paura che lo spirito umano conserva di fronte alla morte. […] Non avevo mai sentito nessuno parlare di questo tipo di esperienza. Mi sentivo solo e confuso. Ho rapidamente cessato di parlare della mia esperienza perché le reazioni di tutti erano negative ed offensive. Ma ho cominciato a comprendere che la mia esperienza mi aveva insegnato molto. È riflettendo all'assenza di dolore ed alla pace incredibile che ho provato che ho perduto la paura della morte che avevo sempre avuto. Questa paura non è mai ritornata. So ciò che mi aspetta e ho fretta di ritornare là. Sono cosciente di essere ritornato per una ragione. Non so quale sia il motivo, ma so che lo capivo completamente prima di ritornare. Capisco anche che dovevo dimenticare questa tappa. […] Sono stato allevato in un focolare cristiano e, all'età di 10 anni, mi ero impegnato a seguire Gesù. I miei genitori erano missionari in Africa dell’est. All'epoca mi sentivo molto lontano da Dio, ribelle rispetto alla morale della mia educazione, ma, malgrado tutto, mi consideravo cristiano. Credevo che la bibbia fosse la parola di Dio e che il mio impegno a seguire Gesù Cristo mi avrebbe evitato l'inferno eterno. Mi era capitato di interrogarmi su queste credenze che separano le religioni, sui differenti aspetti teologici o dei concetti a proposito della redenzione. Durante la mia morte, ho acquisito una comprensione che mi ha fatto superare le mie antiche credenze, ma in qualche modo, le nuove conoscenze confermavano quelle vecchie. Nonostante avessi guadagnato questa comprensione, ho talvolta ignorato ciò che avevo imparato per aggrapparmi alle credenze della mia infanzia, e talvolta, ho rigettato queste credenze che so di origine umana, non divina. Non è stato facile per me assimilare ciò che avevo imparato. Ora, sono anche molto aperto alle credenze differenti della mia perché so fino a quale punto lo spirito umano è limitato. So che Dio si presenta a noi del modo che conviene ai nostri bisogni e le nostre credenze. Dio stesso, sotto forma di Gesù Bambino, ha combattuto per dare una comprensione di tutto ciò ai suoi fedeli. La notte prima della sua morte, la sua frustrazione era evidente poiché si era reso conto che loro non capivano e che il suo tempo stava volgendo a termine. Gesù era limitato dalla sua umanità. Lo spirito santo è limitato dalla nostra umanità. La bibbia, sebbene ispirata da Dio, è stata scritta da esseri umani ed è letta da uomini. La bibbia è limitata dalle parole. è profonda, ma è limitata. Ci aiuta a capire ciò che va oltre il nostro intelletto. L'amore senza condizioni, non meritato di Dio è al di là della nostra comprensione. La gioia, la pace, la fortuna, la soddisfazione e l'amore che noi proviamo nella nostra vita non è che un'ombra dell’aldilà. Il nostro concetto di redenzione risponde ad un desiderio di ottenere ciò che già ci appartiene. La nostra comprensione della redenzione, il modo di cui noi la concepiamo, non ci aiuta a comprendere la realtà di Dio. Non cerco più la verità perché so che a tempo debito tutti noi la conosceremo come le verità che si incrociano le une con le altre. La chiesa (religione) è il risultato di quello che abbiamo creato per capire al di là della comprensione– per imporre dei limiti all'illimitato– per controllare l'incontrollabile. La religione è il risultato della nostra incapacità di afferrare la spiritualità. Tuttavia, ciò ci aiuta, contribuisce a riavvicinarci a Dio, è il nostro filo conduttore, ciò aiuta a capire. Ciò può anche generare sofferenza, esclusione e confusione. Non discuto le credenze religiose. Non tento di provare la validità della mia esperienza, Cerco di far sì che le leggi della religione non interferiscano con la conoscenza che ho acquisito. Tento solo di unirmi a Dio nel miglior modo possibile. […]. Ci sono stati momenti durante i quali mi sono sentito talmente travolto dagli avvenimenti della mia vita che pregavo Dio di permettermi di ritornare a lui. Ho pregato di morire, per avere modo di sperimentare ancora questa meraviglia. Rimettevo in dubbio l'opportunità che mi aveva dato conoscere la bellezza dell’aldilà poiché ciò aveva ridotto la mia gioia di vivere. Ma ho finito per capire che, sapendo ciò che era l'amore incondizionato, una tale soddisfazione, una tale bellezza ed una tale pace, avevo la capacità di applicarle sulla mia vita, qui ed ora, e che potevo forse aiutare glia altri - non ho bisogno di aspettare di morte. Possiedo i ricordi necessari per migliorare la mia vita, qui. Tante cose sono cambiate in 20 anni, da quando ho assaggiato l’aldilà. Non sono certo di potere separare ciò che proviene dall'esperienza da ciò che proviene semplicemente dalla crescita e maturità naturale. Credo che anche se ho passato la metà della mia vita a reprimere i ricordi della mia morte ne sono stato condizionato ugualmente.

------

2. Il mio modo di vedere la vita è cambiato per sempre 

1997. Sono stato coinvolto in un incidente automobilistico grave, con numerose e serie ferite. Mentre ero bloccato in macchina, non ho sentito dolore, sebbene avessi riportato una doppia frattura del bacino, una frattura del coccige, una perforazione al polmone a causa di una costola incrinata, una frattura cranica, delle lacerazioni al volto ed un orecchio parzialmente lacerato. Ho avuto numerosi flash-backs dell'incidente nei mesi seguenti, ma ho serbato un ricordo positivo e completo dell'esperienza di morte imminente, qualche giorno dopo, non appena sono stato sufficientemente cosciente per poter parlare e rimanere sveglio senza svenire. Ho visto di nuovo un posto pieno di calore, di amore e di amicizia. Somigliava ad un tunnel, ma non arrotondato, era un tunnel simile ai passaggi che collegano due immobili o due magazzini. Del tipo che si può usare in ogni circostanza al sopra di una strada. Per niente stretto anzi abbastanza largo. L'ho percorso, mi sembrava di camminare, ma io non mi ricordo di avere mosso i piedi. Non era illuminato in ogni parte del passaggio, ma non era neppure immerso nell’ombra. Quando ho raggiunto l'estremità del tunnel, ho potuto vedere delle persone. Non apparivano che a partire dalla cintola. Ciò non mi faceva per niente paura. Tutti sorridevano ed erano felici. Ho visto dei volti che riconoscevo. Ho scorto due nonni e mio padre. C’erano molte ombre alle loro spalle ed ho percepito la presenza di una moltitudine dietro a loro. Qualcuno mi ha stretto la mano, come per accogliermi. Credo che si trattasse di mio padre. È morto con il morbo di Alzheimer, non era più che una larva quando è morto. Ma in quel momento era là, era in piedi e sembrava in buona salute, ed io mi sono reso conto a quel punto che era giovane. Tutti queste persone erano talmente felici di vedermi. Nel mentre ho risentito la necessità di ritornare verso i vivi. Non c’era nessun sentimento spaventoso, ma semplicemente un momento nel quale bisognava fare una scelta. Penso, tuttavia, che la decisione di ritornare non spettasse a me. Sento che qualcuno l'abbia deciso al mio posto. Tenevo ancora la mano (senza salutare) della persona che me l’aveva stretta all’inizio. Questa mano era molto calorosa e calmante. La mia mano l’ha fatta scivolare lentamente e dolcemente mentre arretravo galleggiando verso il mondo dei vivi. La mano non mi tratteneva più ma esercitava una pressione molto dolce. Poi tutto è finito. Io ero di ritorno. C’è stato un momento durante questa esperienza o qualunque cosa ciò sia stato, che mi ricordo di una porta marrone, con una maniglia di porcellana di una moda antica, circondata di una parte posteriore piana nera. Sapevo che al di là della porta si trovava un fenomeno religioso, una luce molto brillante e probabilmente Dio stesso. Questa porta è sempre là, è a disposizione di tutti. Posso oltrepassarla quando lo desidero. Ho la convinzione di avere avuto la mano appoggiata sulla maniglia e che l’avrei potuto oltrepassare se solo l’avessi voluto. Dopo il mio ritorno, ora non ho più paura della morte. Ho l'impressione che ci siano delle persone che sono andate dall'altro lato contro la loro volontà e mi sento talmente dispiaciuto per loro. Sono felici laggiù perché si sono adattati, ma avrebbero preferito passare più tempo nel mondo reale per rimanere con loro cari. Non ero e non sono ancora oggi una persona religiosa. Sebbene io abbia ora un grande rispetto per le persone profondamente religiose. Ho avuto un accenno di qualcosa che pochi hanno visto e sono felice di essere sopravvissuto. Mi piace parlarne, ma faccio molto attenzione a chi ne parlo.

------

1. La NDE di Dr. George Rodonaia 

Il Dott. George Rodonaia ha una laurea in Medicina (Neuropatologia) ed una in psicologia della religione. Molto recentemente ha consegnato una nota indirizzata alle Nazioni Unite sull' "Emergente Spiritualità Globale." Prima di emigrare negli Stati Uniti dall'Unione sovietica nel 1989, ha lavorato come psichiatra ricercatore all'Università di Mosca.
Il Dott. Rodonaia ha subìto uno dei casi più lunghi di NDE mai registrato. Dichiarato morto immediatamente dopo essere stato investito da una macchina nel 1976, è stato lasciato per tre giorni in obitorio. Non "ritornò in vita" fino a che un Medico Legale non cominciò a fare un'incisione nel suo addome per procedere all'autopsia. Un' altra notevole caratteristica della N.D.E. del Dott. Rodonaia - e cio' è comune a molti- è che è stato trasformato radicalmente da tale esperienza. Prima della sua NDE lavorava come Neuropatologo. Era anche un ateo dichiarato. Ma dopo l'esperienza, si é dedicato esclusivamente allo studio della spiritualità, prendendo un secondo dottorato in psicologia della religione. E' quindi stato ordinato pastore nella Chiesa Orientale Ortodossa. Oggi serve come pastore associato presso la Prima Chiesa Unita Metodista a Nederland, Texas.

"La prima cosa che ricordo della mia N.D.E. è che mi ritrovai in un regno di oscurità totale. Non avevo dolore fisico, ero ancora in qualche modo consapevole di essere George e tutt'intorno a me c'era oscurità, oscurità assoluta e completa- l'oscurità più grande mai provata, più scuro di qualunque scuro, più nero di ogni nero. Questo era cio' che mi circondava e incombeva su di su me. Ero inorridito. Non ero preparato a tutto questo. Sono rimasto disgustato nello scoprire che ancora esistevo, ma non sapevo dove fossi finito. Un pensiero solo attanagliava la mia mente: Come é possibile dato che non esisto piu'? Questo é cio' che mi turbava. Lentamente ho fatto forza su me stesso e ho cominciato a pensare a quello che era accaduto ed a cio' che succedeva. Ma non mi giungeva niente di confortante o rilassante. Perchè sono in questa oscurità? Cosa posso fare? Allora ho ricordato la famosa citazione di Descartes: "penso, dunque sono." E questo mi ha sollevato da un peso enorme, perché allora ho capito che, in un certo senso, ero ancora vivo, benchè evidentemente in una dimensione molto diversa. Allora ho pensato, "Se esisto, perchè non devo essere ottimista? Sono George e sono nell' oscurità, ma so che esisto. Sono quello che sono. Non devo essere pessimista. Come posso stabilire cosa è positivo nell'oscurità? La luce é una cosa positiva. "Allora, improvvisamente, fui nella luce; brillante bianca, luccicante e forte; una luce molto brillante. Era come il flash di una macchina fotografica, ma non lampeggiante, solo brillante. Luminosità continua. Al momento ho trovato lo splendore della luce doloroso, non potevo guardare direttamente ad essa. Ma pian piano ho cominciato a rilassarmi. Ho cominciato a sentire caldo, conforto, e tutto improvvisamente è sembrato eccellente. La cosa successiva che mi accadde fu che ho visto tutte queste molecole volarmi intorno, atomi, protoni, neutroni, volavano dappertutto. Da un lato era totalmente caotico, ma cio' che mi ha dato gioia fu il fatto che questo caos aveva una simmetria intrinseca. Questa simmetria era meravigliosa unica e totale, e mi ha riempito di una gioia tremenda. Ho visto il modello universale della vita e della natura davanti i miei occhi. Fu a questo punto che ogni preoccupazione residua sul mio corpo scomparve, perché mi era ormai chiaro che non avevo piu' bisogno di esso che era soltanto una limitazione. Tutti [i ricordi] di questa esperienza si sono fusi, così è difficile per me porre gli eventi in sequenza esatta. Il tempo per come lo avevo conosciuto si fermo'; passato, presente, e futuro erano un tutt'uno per me in quell'unità di vita senza tempo.
Ad un certo punto ho subìto quello che è stato chiamato il processo di rivisitazione della propria vita, per cui ho visto la mia vita dall'inizio alla fine tutto d'un colpo. Ho partecipato ai veri drammi della mia vita, quasi come se un'immagine olografica della mia vita mi scorresse davanti- nessuno senso di passato, presente, o futuro, solo il momento presente e la realtà della mia vita. Non era come é cominciata con la nascita per poi arrivare alla mia vita all'Università di Mosca. Essa mi è apparsa tutta in una volta. Io ero la'. Questa era la mia vita. Non ho provato alcun senso di colpa o rimorso per le cose che ho fatto. Non ho provato nulla in merito ai miei fallimenti, errori, o risultati ottenuti. Tutto quel che ho percepito era la mia vita per quello che era stata. Ed ero contento cosi'. Ho accettato la mia vita per quella che è. Durante questo tempo la luce irradiava un senso di pace e gioia verso di me. Era molto positivo. Ero così felice di essere nella luce. E ho capito quello che la luce ha voluto dire. Ho imparato che tutte le regole fisiche della esistenza umana erano nulla quando le ho comparate a questa univoca realtà. Ho anche potuto vedere che un buco nero è solo un altro aspetto di quella infinità che è la luce. Sono arrivato a capire che quella realtà è dappertutto. Che non è semplicemente la vita terrena ma la vita infinita. Tutto quanto non solo é collegato insieme, il tutto è anche uno. Così mi sono sentito un solo essere con la luce, con la sensazione che tutto è perfetto fra me e l'universo. Avrei potuto essere dovunque immediatamente, proprio là (dove avessi voluto). Ho cercato di comunicare con la gente che ho visto. Qualcuno ha sentito la mia presenza, ma nessuno ha fatto niente. Ho sentito la necessita' di studiare la Bibbia e la filosofia. Chiedi e ti sarà dato. Pensa e tutto giunge a te. Così ho partecipato, sono ritornato (indietro nel tempo) e ho vissuto nella mente di Gesù e dei suoi discepoli. Ho sentito le loro conversazioni, ho fatto l'esperienza di mangiare (con loro), di passarci il vino, odorare, assaggiare- eppure non avevo il corpo. Ero pura coscienza. Se non avessi capito cio' che accadeva, mi sarebbe stato dato un chiarimento. Ma nessuno insegnante ha parlato. Ho esplorato l'Impero Romano, Babilonia, i tempi di Noé ed Abramo. Qualsiasi epoca vuoi citare, io ci sono andato.
Così ero là, inondato da tutte queste buone cose e da questa esperienza meravigliosa, quando qualcuno cominciò a tagliare nel mio stomaco. Potete immaginare? Quello che era accaduto era che ero stato portato all'obitorio. Sono stato dichiarato morto e lasciato là per tre giorni. Un'indagine sulla causa della mia morte era stata istruita, così hanno mandato qualcuno a fare un'autopsia su me. Come hanno cominciato a tagliarmi lo stomaco, mi sono sentito come se una grande forza mi avesse afferrato dal collo e mi avesse spinto giù. Ed era così potente che ho aperto gli occhi e percepii questa enorme sensazione di dolore. Il mio corpo era freddo e ho cominciato a rabbrividire. Immediatamente hanno fermato l'autopsia e mi hanno portato all'ospedale, dove sono rimasto per i seguenti nove mesi, la maggior parte dei quali trascorsi sotto il respiratore. Lentamente ho riguadagnato la mia salute. Ma non sarei mai stato piu' lo stesso individuo, perché tutta cio' che volevo fare per il resto della mia vita era studiare la saggezza. Questo nuovo interesse mi ha condotto a frequentare l'Università di Georgia, dove ho preso la mio seconda laurea in psicologia della religione. Poi sono diventato prete della Chiesa Orientale Ortodossa. Alla fine, nel 1989, siamo venuti in America, e ora lavoro come pastore associato al First United Methodist Church in Nederland, Texas. Molta gente mi ha domandato a cosa credo, come la mia NDE ha cambiato la mia vita. Tutto quel che posso dire è che ora credo al Dio dell'universo. Dissimilmente da molta altra gente, comunque, non ho mai chiamato Dio la Luce, perché Dio è oltre la nostra comprensione. Dio, credo, è molto più della luce, perché Dio è anche oscurità. Dio è tutto cio' che esiste, tutto- e questo va ben oltre la nostra capacità di comprendere-. Così non credo al Dio degli Ebrei, o dei Cristiani, o degl'Indù, o in qualsiasi idea religiosa di quello che Dio è o non è. E' per tutti lo stesso Dio, e quel Dio mi ha mostrato che l'universo nel quale viviamo è un bellissimo e meraviglioso mistero con cui é connesso per sempre e per l'Eternita'.

------

Il caso di Gloria Polo

Tra le NDE più note, un caso particolare è quello di Gloria Polo, medico dentista, nata a Hobo (Huila, Colombia), nel 1958. Verso le 16.30 di venerdì 5 maggio 1995 si stava recando all'Università Nazionale di Bogotà, insieme al marito e al cugino: c'era un temporale e all'improvviso un fulmine colpì la donna e il cugino, risparmiando il marito che camminava a qualche metro di distanza. Il cugino, ventitreenne, morì sul colpo, mentre la dottoressa, terribilmente ustionata, ebbe un arresto cardiaco. I soccorritori riuscirono a rianimarla con un defibrillatore, portandola subito dopo in ospedale. La Polo racconta di essersi trovata, mentre era a terra priva di vita, in un tunnel luminoso, in fondo al quale vide una luce bianca stupenda, che le donò una felicità e una pace indescrivibili, e poté abbracciare i suoi cari scomparsi. In fondo al tunnel vide un giardino meraviglioso, il cui ingresso era segnalato da due alberi, ma solo il cugino vi entrò. Gloria infatti fu rianimata e si ritrovò in ospedale. Venne operata per asportarle i tessuti bruciati, ma durante l'intervento subì un secondo arresto cardiaco. Racconta di essersi trovata stavolta in un luogo oscuro, popolato di creature mostruose: terrorizzata invocò il Signore, pur essendo una cattolica "tiepida", e sentì la sua voce che la interrogava alla luce dei dieci comandamenti, mentre rivedeva la sua esistenza nel "libro della vita". Nuovamente rianimata, cominciò un lungo cammino di recupero fisico e spirituale, al termine del quale, oltre alla professione medica, si dedica attualmente alla divulgazione della sua esperienza. Il teologo cattolico Flaviano Patrizi, curatore della versione letteraria della testimonianza di Gloria Polo, nel suo saggio “Illusione o realtà” espone quelle che ritiene essere le prove dell’esperienza extracorporea di Gloria Polo e del suo viaggio in una dimensione ultraterrena. Enumera, inoltre, i fatti clinici di maggior rilievo che non hanno a tutt’oggi una spiegazione scientifica, come: la rapida ripresa dal trauma multi-sistemico che aveva compromesso fegato, reni e polmoni, la guarigione delle gambe che avrebbero dovuto essere amputate, la ricrescita del seno, svuotatosi nella fulminazione e una nuova gravidanza, nonostante la perdita totale della funzionalità delle ovaie. Questi aspetti dell’esperienza di Gloria Polo sono anche presentati sinteticamente nel documentario di Flaviano Patrizi intitolato “Gloria Polo - Prove dell’autenticità”, mentre altri come, per esempio, la ricostruzione della dinamica del soccorso medico e la presentazione della documentazione clinica sono presentati nel suo saggio “Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo”.

------

Su Elvis Presley

Le persone che hanno esperienze di pre-morte vengono spesso accolte da qualcuno, solitamente qualcuno che amano profondamente o il cosiddetto "Essere di Luce". Quando morì Elvis Presley, sembrò che il mondo intero fosse in lutto. Era veramente amato da molte persone in tutto il mondo. Da allora, molte persone hanno riferito di aver visto Elvis in cui lo spirito di Elvis appare come un'apparizione alle persone, più o meno nello stesso modo in cui Gesù apparve alle persone dopo la sua morte. Non solo, molti che hanno avuto esperienze di pre-morte si ritrovano accolti, non da un "Essere di Luce", ma da Elvis Presley stesso. Secondo il dott. Melvin Morse nel suo libro sulle esperienze di pre-morte intitolato Transformed by the Light, un'insegnante del Midwest di 45 anni vide Elvis Presley in una luce intensa durante la sua esperienza di pre-morte. La donna aveva incontrato Elvis quando era bambina. Ecco il suo racconto di pre-morte: "Entrai in un tunnel buio e all'improvviso mi ritrovai in un luogo pieno di amore e di una luce bellissima e brillante. Il luogo sembrava sacro. Mio padre, morto due anni prima, era lì, così come i miei nonni. Tutti erano felici di vedermi, ma mio padre mi disse che non era ancora il mio momento e che sarei tornata. Proprio mentre mi voltavo per andare, vidi Elvis! Era in piedi in questo luogo di intensa luce brillante. Si avvicinò a me, mi prese la mano e disse: "Ciao, Bev, ti ricordi di me?" (Mauro, 1992).

https://web.archive.org/web/20140520220033/http://www.near-death.com/famous.html

------