sabato 18 febbraio 2023

30)- L’“ANALISTA DELLA PAROLA”: GLI ANIMALI, LE PAROLE E GESÙ

Nel gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/3073429169539557, alla domanda posta da un utente:

<<osservandoli [i cani] qui sul divano con me, rammentando un’affermazione di Severino che dice che l’uomo è “ il cerchio dell’apparire della necessità eterna del destino” ( citazione a memoria ) … mi chiedo: vale anche per loro [gli animali] di essere il cerchio dell’apparire [la coscienza] della necessità eterna del Destino?>>

l’analista della parola ( = AdP) prontamente risponde:

<<No! Dato che il riferimento è ad un'affermazione di Severino, il quale, ha precisato di riferirla all'essere umano, se ci si chiede se può essere riferita anche all'animale la risposta coerente è no.... Poi si può discutere sull'affermazione e volerla correggere includendo, in tale presupposto "cerchio dell'apparire", anche l'essere animale.... Dopotutto, qualcuno, molto tempo fa, ha paragonato l'essere umano all'animale...anzi, gli ha proprio imposto di essere un animale...e da allora non c'è stato più scampo per nessuno! Ma certo, un conto è discutere in merito a cosa farne degli animali partendo con il prendere le affermazioni di Severino.... Un altro, è farlo prendendo le affermazioni di nomi più blasonati, affermazioni più radicate nel modo comune di affrontare le questioni... Un altro ancora, è farlo partendo proprio da ciò che è necessario affinché esistano tali affermazioni... Certo, se parlo dell'Essere e dico di conoscerlo perché sono un animale intelligente, magari non so neppure che cosa sia l'intelligenza, né dunque, se ho detto una cosa intelligente, eppure, da lì, dal semplice fatto di parlare, comincerò a costruire tutta una serie di teorie per spiegare quello che dico di conoscere dell'Essere.... dunque anche di me stesso. Una cosa arbitraria. Chiunque lo può fare. Differente invece, se parlo di qualcosa, dell'Essere come di qualunque altra cosa, e dico di conoscerlo perché sono un parlante.... È chiaro che, se parlo, sono un parlante prima di tutto. Soltanto dopo di ciò, posso anche definirmi diversamente, ad esempio "essere umano", cioè che proviene dalla terra umida..... (e capisci che siamo a livelli di narrazione religiosa). Come se poi, tale "terra umida" fosse una cosa fissa ed eterna e non, appunto, una congiunzione di significanti, una connessione tra elementi che rinviano l'uno all'altro! Se parlo e non mi riconosco come parlante, significa che non riconosco che, quello che dico, penso e faccio, proviene dalla parola. È inutile che la chiamo "intelligenza" se poi non riconosco quello che faccio quando parlo di intelligenza .... o di qualunque altra cosa. È inutile ai fini conoscitivi.... poi chiaramente è utilissimo per continuare a parlare, per continuare a mettere in atto la parola... la quale non si può arrestare, è sempre in atto, sempre. In un modo, o nell'altro, alla parola non cambia nulla. Cambia, invece, al discorso, cioè alla psiche, appunto. Qualcuno afferma di saper leggere la psiche degli animali.... gente di cui diffidare, ma comunque... tutti costoro, dicendo ciò, affermano dunque che anche l'animale abbia una psiche. Ma sanno che cos'è la "psiche"? Conoscere la psiche significa conoscere la sua definizione? Oppure significa conoscere da dove proviene e cosa la fa funzionare e perché funziona in un modo o nell'altro....? Si fa tanto riferimento agli antichi greci, eppure essi con "psiche" si riferivano esattamente al discorso. Da quando i barbari hanno invaso la Grecia, sono state dette molte fesserie in merito ai parlanti e alla parola, al logos, all'essere. C'è molto da rivedere, ma si tratta di un'operazione molto scomoda per taluni.... Molte persone riversano sull'animale le proprie aspettative di parlanti inconsapevoli di sé....si aspettano che l'animale sia consapevole di loro, più di quanto lo siano loro stessi....si aspettano quella comprensione che non trovano dentro di sé...e ci credono fermamente... è come quando sei convinto che una cosa porti fortuna o sfortuna, se ci credi, quando ottieni quella cosa il tuo stato psichico cambia... Perché il tuo discorso ha trovato la conclusione che attendeva. Però ecco, con l'animale la cosa risulta facile...con il parlante invece è estremamente più complicato, per quello poi ci si riversa sugli animali, i cagnolini, o i gattini, che per carità, io li adoro i micetti, però ecco, non ho bisogno di fare tanta psicanalisi sugli animali per accorgermi che non sono parlanti..... Sempre ammesso che, "parlare", non sia semplicemente l'emissione di suoni verbali e vocalizzi.... come invece viene considerato da molti parlanti, da quali, dunque, non è che ci si possa aspettare grandi discorsi, grandi ragionamenti, tantomeno in merito a questioni delicate come l'Essere, o come l'etica, o come l'intelligenza, o come la psiche... Noi siamo parlanti. Per questo Severino e compagnia bella hanno detto quelle cose. Mica perché sono animali.... No, no! Proprio perché sono parlanti! Gli animali non sono parlanti. Punto! Non c'è la psiche animale, perché non c'è il discorso animale... C'è soltanto il discorso del parlante inconsapevole e, dunque, irresponsabile. E c'è il discorso dell'analista della parola. Non si può neppure stare a discutere con chi dice di parlare con gli animali.... è come chi dice di parlare con gesù, dio, gli angeli e l'amico invisibile. Tutto parla per gli umani.... tutto parla loro e loro, invece, non riescono mai a parlare con chi vorrebbero, o come vorrebbero.... hanno sempre delle cose che non riescono a dire.... la parola per loro è considerata quasi come un ostacolo.... Ammirano gli animali proprio perché non parlano... Ma ignorano che, tale ammirazione, è soltanto un effetto del modo in cui loro stessi fanno utilizzo di ciò che gli animali non hanno. Vogliono paragonare i sentimenti umano-animale.... e ciò che risulta assurdo, non è tanto il fatto che gli animali non possono avere sentimenti perché il senti-mento è un sentire che proviene dalla psiche. Loro invece, i così detti "umani", affermano che gli animali abbiano sentimenti che, dunque, proverebbero dal corpo, da un sentire fisico di cui l'animale è dotato in misura maggiore... A risultare più assurdo è che parlino di sentimenti come se fossero qualcosa che trascende la parola.... come se, capito, la "trascendenza" non fosse una parola, un concetto, bensì una cosa che cresce sugli alberi, o che fa la tana nel sottobosco.... Non so quanto, fin qui, sia chiaro a tal punto da riuscire a far emergere tutte quante quelle supposte verità ontologiche radicate nella psiche e sulle quali è stato costruito tutto l'apparato culturale, dunque anche sociale, attuale>>.

La nostra analista esordisce come abitualmente suol fare, cioè con il suo solito malcelato disprezzo, questa volta nei confronti di coloro che affermino <<di saper leggere la psiche degli animali>>; per lei, è <<gente di cui diffidare>>, per cui li allontana da sé parlandone in terza persona:

<<Loro invece, i così detti "umani", affermano che gli animali abbiano sentimenti […]>>,

già, perché AdP ha ormai raggiunto un livello superiore _ in quanto è niente meno che analista della parola (!) _ rispetto ai comuni esseri <<"umani">>, cioè a <<Loro>>, per cui può permettersi di trattarli con sufficiente distanza…

A chi afferma _ sostiene sempre AdP _ <<che anche l'animale abbia una psiche>>, bisognerebbe innanzitutto chiedere:

ma sapete <<che cos'è la "psiche"?>>

Ovviamente no, non lo sanno!, sottintende AdP, proprio perché, non essendo essi analisti della parola, galleggiano beatamente nell’ignoranza, cosicché vanno relegati nell’ambito della <<gente di cui diffidare>>, mentre AdP sa perfettamente cosa sia la psiche, per cui soltanto a lei bisognerà af-fidare anima e corpo per accedere ad un superiore gradino di conoscenza di sé grazie alla sua <<Scienza della Parola>> la quale, niente meno, <<esiste dal 1992>>!

Prima di quella data, infatti, quindi <<Da quando i barbari hanno invaso la Grecia, sono state dette molte fesserie in merito ai parlanti e alla parola, al logos, all'essere>>.

Dopo millenni di attesa, adesso basta; dal 1992 niente più <<fesserie>>, è finita la pacchia.

E allora non sprechiamo la chance offertaci dal verbo tuonante di AdP:

<<Falsi siete e falsi resterete finché non vi convertirete all'analista della parola>>. (Vedi post n° 10).

Quindi, quel che dovremmo cominciare a capire è che <<Noi siamo parlanti>>, mentre <<Gli animali non sono parlanti. Punto! Non c'è la psiche animale, perché non c'è il discorso animale...>>

AdP ci informa che, oltre agli animali, il mondo è diviso in due categorie:

(1) <<C'è soltanto il discorso del parlante inconsapevole e, dunque, irresponsabile>>,

ossia il discorso della stragrandissima maggioranza degli <<"umani">>, poc’anzi da AdP indicati in terza persona: <<Loro>>, escludendosene;

(2) <<E c'è il discorso dell'analista della parola>> molte spanne sopra gli altri, naturalmente, il quale discorso è innegabile, consapevole, responsabile: pura verità!

Infatti, i privilegiati appartenenti a questo secondo gruppo possono ben affermare di non poter <<neppure stare a discutere>> con gli <<"umani">> del gruppo (1), ossia <<con chi dice di parlare con gli animali>> il quale <<è come chi dice di parlare con gesù, dio, gli angeli e l'amico invisibile>> (sob...)

…Arriviamo adesso al cuore del post.

È interessante notare come affermando che <<Gli animali non sono parlanti. Punto! Non c'è la psiche animale, perché non c'è il discorso animale...>>, AdP riconosca l’esistenza di ciò che non è parlante, che non ha la parola.

Per colei per il quale TUTTO è parola, ammettere che il mondo animale ‘funzioni’ sprovvisto di parola significa riconoscere che NON TUTTO è parola.

Se NON TUTTO è parola, allora è falso che la parola sia intrascendibile in assoluto, giacché tale intrascendibilità varrà soltanto per i parlanti, ma, appunto, NON varrà per gli animali che <<non sono parlanti. Punto!>>  

Certo, secondo AdP anche gli animali sono parola e che essi non siano parlanti è qualcosa che si evince sempre all’interno della parola; tuttavia, ella ribadisce che gli animali _ che quindi esistono _ non sono parlanti. Il che vuol dire che esiste un mondo (situato al di là della parola che lo indica come mondo-non-parlante) costituito da non-parlanti e che funziona molto bene senza parola, a quanto pare.

Insomma, è proprio la parola di AdP a negare che TUTTO sia parola, nell’assicurarci che gli animali _ della cui esistenza ella non dubita _ non parlano, per cui, ripeterei, è proprio la sua parola ad indicare l’esistenza della non-parola da lei, però, ritenuta impossibile <<perché ogni parola può connettersi esclusivamente con un'altra parola>> (https://www.youtube.com/watch?v=GtG1UoPzRiY); se così, allora dovrà conseguentemente ritener impossibile l’esistenza degli animali e del loro mondo-senza-parola.

Sempre in questo link, AdP ha scritto che <<La parola è originaria>> ed è <<la condizione di qualunque cosa>>, anche degli animali che, in quanto visti da noi, sono parola, certo, ma _ ripeterei _ la parola NON è la condizione del loro mondo-senza-parola, appunto perché in quest’ultimo NON vige parola alcuna, pertanto detta parola non è affatto <<originaria>> (poiché per lo meno non concernerà quel mondo) è affatto <<la condizione di qualunque cosa>>, appunto perché il mondo-animale-senza-parola non rientra in quel: <<qualunque cosa>>.  

Stia perciò serena AdP, laddove scrive che <<Non si può neppure stare a discutere con chi dice di parlare con gli animali.... è come chi dice di  parlare con gesù, dio, gli angeli e l'amico invisibile>>, giacché Gesù e gli animali sono infinitamente più eloquenti delle sue vacue chiacchiere…

 

Roberto Fiaschi

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