Riporto questo brano del prof. Paolo De Bernardi, il quale coglie molto bene uno dei tanti terribili limiti della filosofia (Severino, Heidegger...) qualora riduca la rilevanza del <<Soggetto>> ad ente che appare insieme ad altri enti senza esser, perciò, colui a cui qualcosa appare:
<<Espressioni come: “orizzonte dell’apparire”, vengono adottate al fine di evitare di dire che se qualcosa appare, appare a qualcuno o Soggetto. Dire “orizzonte del significare” è perifrasi per evitare di dire che i significati significano per qualcuno o Soggetto. Tutti questi “orizzonti”, così ricorrenti nelle loro opere, stanno ad indicare, presso questi autori, la pretesa di impostare delle ontologie come se il Soggetto non ci fosse. Perciò tali opere si collocano agli antipodi della hegeliana Fenomenologia dello Spirito. Ma nel contesto di un’ontologia pura, che metodicamente ha escluso la questione della Soggettività, e che quando non se ne può fare a meno si inventa gli “orizzonti” del significare e dell’apparire (Heidegger), nella pretesa che possa darsi un apparire e un significare senza che vi sia un Soggetto cui è dato questo significare e apparire, ecc – ebbene, in questo contesto, cercare di avvalersi della Aufhebung [togliere/conservare] per trarsi fuori dalla questione “nulla”, è mistificazione, anzi, “concreta automistificazione” (per usare lo stesso linguaggio del Nostro [Hegel])>>.
P. De Bernardi
(Parentesi quadre mie: RF)
Vedasi anche post n° 3.
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