Le premesse ontologiche costituenti la filosofia di Emanuele Severino, cioè:
(1)- l’identità con sé e differenza dall’altro da sé da parte di ogni essente;
(2)- l’impossibilità del diventare-altro da sé
e
(3)- l’eternità di ogni essente
sono condivise anche da alcuni suoi proclamantisi oltrepassatori ( = negatori di alcune tesi) del filosofo bresciano.
Essi si dicono suoi oltrepassatori giacché divergono su alcuni
importanti aspetti della teoresi severiniana da loro ritenuti perciò <<inautentici>>
o ancora viziati da <<residui nichilistici>>.
Generalmente parlando, ben vengano le divergenze, ovviamente.
Ma allora, vi è da domandarsi quale cogenza potrà mai
avere il fondamento teoretico-ontologico ritenuto incontrovertibile e condiviso da
differenti filosofi, se poi questi, da esso, ricavano conclusioni tra loro OPPOSTE eppur
tutte _ a loro dire _ sorrette dalla pretesa di autenticità ed incontrovertibilità?
Evidentemente, qualcuna di queste ‘incontrovertibilità’ (inclusa
quella severiniana) non
deve essere tale; qualcuno (incluso Severino) si sta sbagliando alla
grande, oppure da quel medesimo fondamento ‘incontrovertibile’
(!) si può far derivare un po’ ciò che si vuole?
Ad esempio, Tizio è un discepolo di Severino, il quale ritiene
di aver oltrepassato
il filosofo bresciano in virtù della propria (di Tizio) autentica
struttura ontologica che negherebbe quella severiniana in alcuni suoi snodi
teoretici, ritenendola perciò erronea.
Leggere per credere (riporto uno dei suoi interventi tratti dal
WEB):
<<Non ti fare persuadere e soggiogare dal linguaggio di
Severino... è il piu grande impianto filosofico della storia, ma è un castello
di sabbia. (Ovviamente il vero impianto incrollabile è il mio)>> (23
novembre 2019).
Così, Tizio, col motto:
<<oltrepassando il pensiero di Severino>>,
si appresta finalmente ad ammaestrarci attraverso i suoi libri sull’autentica
verità rispetto a quella inautentica indicata da Severino, ritenuta verità-non-autenticamente-vera
o verità-falsamente-vera = verità-autenticamente-falsa (queste
espressioni sono mie,
non di Tizio: RF).
Nemmeno Tizio, però, quale sé-dicente-risolutore-incontrovertibile-delle-contraddizioni-altrui-ma-non-delle-proprie
resterà a lungo inoltrepassato, giacché nel frattempo è arrivato Caio,
il quale, all’insegna del:
<<Oltre il residuo nichilista-escatologico in Severino>>,
sottintende pretese analoghe su ulteriori differenti aspetti sfuggiti
ai primi due e quindi è verosimile pensare che sia convinto della propria questa-sì-che-è-veramente-l’unica-incontrovertibile-verità
(affermazione mia: RF) da opporre sia a Severino che a Tizio nonché a
tutto il passato filosofico, specialmente al Cristianesimo (l’avversione nei confronti di
quest’ultimo accomuna Severino, Tizio e Caio).
Quanto a Sempronio, ancora non lo si intravede
all’orizzonte, perché, al momento, soltanto i due suddetti
‘oltrepassatori’ (Tizio e Caio) esistono veramente… Ne ho soltanto camuffato
l’identità.
Roberto Fiaschi
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