lunedì 28 agosto 2023

88)- UN INSOLUBILE CIRCOLO VIZIOSO SEVERINIANO


Scrive Severino ne La Gloria, Pag. 475:

<<[…] per vedere che il destino sia nella parola è cioè necessario che la volontà [ = l’io empirico-errore] veda il destino; ma, si è rilevato, è impossibile che ciò che appare allinterno di una fede sia il destino della verità. Ma questo non significa che, dunque, la verità sia impossibile. Infatti la volontà [ = l’io empirico-errore] può voler  assegnare la parola al destino – e, innanzitutto, può isolare la terra – solo in quanto il destino appare già da sempre al di fuori dell’isolamento della terra e del linguaggio>>. (Parentesi quadre mie: RF; corsivo nel testo).

In primo luogo, è bene notare come Severino RICONOSCA che ‘qualcosa’ appaia <<allinterno di una fede>> cioè ALL’io empirico, anzi, addirittura afferma <<che la volontà [ = l’io empirico-errore] VEDE il destino>> e gli assegna pure <<la parola>>!

Quindi, vi è da domandarsi:

colui che rileva ( = che ha scritto) tutto ciò, è forse <<al di fuori dell’isolamento della terra e del linguaggio>>?

Evidentemente NO, visto che tale brano <<appare allinterno di una fede>> ( = la terra isolata) <<nella parola>> DI Severino.

Se infatti il destino <<appare già da sempre AL DI FUORI dell’isolamento della terra e del linguaggio>>, vuol dire ovviamente che esso NON può apparire all’INTERNO della terra isolata o ALL’io empirico-errore:

Severino dice che ciò <<è impossibile>>.

Perciò, se il suddetto brano tratto da La Gloria intende esser un tratto della verità del destino, allora esso è ERRORE, appunto perché anch’esso è proferito (appare) laddove <<è impossibile che ciò che appare all’interno di una fede sia il destino della verità>>.

In secondo luogo, la tematica in oggetto innesca il seguente CIRCOLO VIZIOSO:

(1) <<per vedere che il destino sia nella parola è necessario che la volontà [ = l’io empirico-errore] veda il destino>> in modo NON-ROVESCIATO e NON-SVIATO, onde poter cogliere la differenza tra destino AUTENTICO e destino SVIATO;

(2) ma per vedere il destino in modo NON-ROVESCIATO e NON-SVIATO è altresì necessario esser <<già da sempre AL DI FUORI dell’isolamento della terra e del linguaggio>>;

(3) invece, <<che il destino sia nella parola>> implica che esso debba apparire <<ALLINTERNO di una fede>> cioè internamente all’<<isolamento della terra e del linguaggio>>;

(4) <<ma, si è rilevato, è impossibile che ciò che appare all’interno di una fede sia il destino della verità>>;

(5) e quand’anche <<all’interno di una fede>> apparisse (o l’io empirico vedesse) <<il destino della verità>>, questi non potrebbe che apparire <<ROVESCIATO (e dunque SVIANTE) […] e che sia ROVESCIATO significa che sono IMPOSSIBILI LAMPI di COMPRENSIONE AUTENTICA>> del destino (N. Cusano);

per cui _ E VIA DACCAPO _:

(1) <<per vedere che il destino sia nella parola è necessario che la volontà [ = l’io empirico-errore] veda il destino>> in modo NON-ROVESCIATO e NON-SVIATO, onde poter cogliere la differenza tra destino AUTENTICO e destino SVIATO;

(2) ma…

 

Roberto Fiaschi

------------------------------------------------

Nessun commento:

Posta un commento