venerdì 1 settembre 2023

92)- E = E; x = E; y = E; x ≠ y; E ≠ E

 

In relazione al mio post n° 90 intitolato: SULL’ESSERE QUALE CONTRADDIZIONE ORIGINARIA, riporto le repliche di Francesco Monaca ( = FM).

Alla mia formula, tesa ad evidenziare il contraddittorio DIFFERENZIARSI DA SÉ da parte dell’essere:

E = E; x = E; y = E; x ≠ y; E ≠ E,

dove “E” significa l’essere ed “x” e “y” due enti qualsiasi,

egli così risponde:

<<Roberto Fiaschi, x e y non sono enti qualsiasi sono x=x e y=y quindi la formula sarebbe E = (xE ≠ yE). x e y sono identici in quanto "esser sé non altro da sé" non in quanto "essere qualunque cosa". Non può essere distinto in Severino (come fu per Parmenide) l'essere dall 'ente>>.

Ma che x” e “y” indichino due enti qualsiasi” NON toglie affatto che essi <<siano x=x e y=y>>!

E quando mai avrei sottinteso una cosa simile?

Come se il prendere come esempio due enti qualsiasi implicasse la loro NON-IDENTITÀ CON SÉ!

Tutto al contrario, nel post n° 90 ho sin dall’inizio ben precisato che avrei introdotto la CONTRADDITTORIETÀ dell’essere (come tematizzato da Severino) unitamente all’INCONTRADDITTORIETÀ degli enti!

Poiché ho esplicitamente parlato dell’INCONTRADDITTORIETÀ degli enti, è allora del tutto palese come “x” e “y” sottintendano <<x=x e y=y>>.

Dopodiché, FM scrive:

<<quindi la formula sarebbe E = (xEyE)>>.

Senonché, questa formula di FM NON NEGA per niente la mia, cioè:

E = E; x = E; y = E; x ≠ y; E ≠ E,

perché si noterà agevolmente (ma ad FM dev’esser sfuggito) che ANCHE in:

E = (xEyE),

x ed y sono entrambi E, esattamente come nella mia formula: x = E; y = E.

NON la nega, dunque, ma anzi, la RIAFFERMA, com’è evidente nella sua formula che dice:

l’essere è IDENTICO (o EQUIVALE) agli enti x ed y, e questi sono tra loro DIFFERENTI e perciò è impossibile che l’uno sia l’altro e quindi che siano siano identici, col risultato che anche l’essere (di x ed y) è impossibile (ecco la contraddizione) che sia IDENTICO A SÉ!

Infine, FM osserva:

<<Roberto Fiaschi, Nelle tue obiezioni manca sempre il "sé" e ciò nega la formulazione della SO come "apparire dell 'esser SÉ dell' essente". In Dike viene esplicitato che "come distinto dal proprio esser sé, il semplice esser essente è si ciò che vi è di identico in ogni essente, ma (in quanto così distinto) non è un contenuto incontrovertibile. Infatti (secondo la terminologia aristotelica) è un semantico non apofantico. (...). L'incontrovertibile è invece l'esser sé dell'essente (nella sua unione all'apparire degli essenti), ed è esso, di fronte all'aporia (...) a tenersi fermo e ad esigere che sia invece l'aporia a venir dissolta, mostrando da quale forma della struttura originaria essa è prodotta ". Se neghi che l'esser sé esista come differenziato nell 'esser sé di ogni altro essente (e la sua presenza come negata in ogni essente) neghi la SO che come sai è innegabile (credo che non ci sia da discutere su questo, almeno) perché allora dovresti negare la tua cena, la tua stessa negazione e te stesso>>.

Ma, daccapo, nella mia obiezione NON <<manca sempre il "sé">>, perché ho avuto cura di precisare (soprattutto nel post n° 86) che ogni ente è INCONTRADDITTORIAMENTE identico a sé e DIFFERENTE dal proprio altro, MENTRE, INVECE, ad esser CONTRADDITTORIO, è l’esser sé dell’essere da cui ogni ente è costituito.

FM osserva che <<Se neghi che l'esser sé esista come differenziato nell 'esser sé di ogni altro essente (e la sua presenza come negata in ogni essente) neghi la SO che come sai è innegabile>>.

Nei due suddetti post (86 e 90) MAI viene negato <<che l'esser sé esista come differenziato nell 'esser sé di ogni altro essente>>; MAI, anzi, ho espressamente sottolineato l’innegabile DISTINZIONE vigente sia tra l’essere e l’ente (o la determinazione) che tra gli enti x ed y, il che implica la loro IDENTITÀ con sé e perciò comporta <<che l'esser sé>> o l’essere di x <<esista come differenziato nell 'esser sé di>> y e <<di ogni altro essente>>,

ed è appunto QUESTA la contraddizione.

Il che vuol dire che l’INCONTRADDITTORIETÀ dell’ente rivela paradossalmente la CONTRADDITTORIETÀ dell’essere dell’ente.

Per FM, negare <<che l'esser sé esista come differenziato nell 'esser sé di ogni altro essente>> significa negare <<la SO [ = la struttura originaria severiniana] che come sai è innegabile>>.

La S.O. è innegabile, e perciò è NEGABILE, ossia la sua innegabilità coincide con il SUO NAUFRAGIO, ma questo è UN ALTRO TEMA.

 

Roberto Fiaschi

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