Traggo dal WEB (2023) un brano di un filosofo nonché studioso del pensiero di Emanuele Severino:
<<solo ciò che esiste può essere identico a sé (ciò che
non esiste in alcun modo in che modo potrebbe essere identico a sé? L'identità è una proprietà
di ciò che è ed esiste, non del "nulla". Ciò che è ritenuto inesistente
non può avere alcuna proprietà, neanche quella di essere identico a sé)>>.
Orbene, è ovvio che se l’essere è caratterizzato dall’esser IDENTICO-A-SÉ e DIFFERENTE-DAL-PROPRIO-ALTRO,
per quanto riguarda il suo opposto, cioè il nulla, basterà ribaltare i
termini, altrimenti il nulla avrebbe le medesime caratteristiche dell’essere e
sarebbe da esso indistinguibile.
Perciò diciamo:
(1) il nulla è DIFFERENTE-DA-SÉ e IDENTICO-AL-PROPRIO-ALTRO.
Ma, come si vede, qualcosa non torna.
Infatti, se il nulla fosse IDENTICO-AL-PROPRIO-ALTRO, sarebbe IDENTICO all’essere,
e quindi il nulla non sarebbe il nulla né, perciò, sarebbe OPPOSTO all’essere.
Allora non resta che ribadire sì la negazione dell’IDENTITÀ-CON-SÉ del
nulla, come afferma il filosofo nel suo suddetto brano, ma bisognerà NEGARE
che il nulla sia IDENTICO-AL-PROPRIO-ALTRO
per affermare, invece, il suo esser DIFFERENTE-DAL-PROPRIO-ALTRO, di modo tale che
l’OPPOSIZIONE (
= la DIFFERENZA)
tra essere e nulla venga mantenuta.
(2) Quindi avremo:
il nulla è sia DIFFERENTE-DA-SÉ che DIFFERENTE-DAL-PROPRIO-ALTRO, cioè pura
differenza.
Però neppure qui i conti tornano.
Perché l’esser DIFFERENTE-DAL-PROPRIO-ALTRO (così come l’IDENTITÀ-CON-SÉ) è
caratteristica dell’essere, e se questa fosse condivisa anche dal nulla, allora
il nulla, DIFFERENDO
dall’essere, ubbidirebbe alla sua (dell’essere) legge (che sancisce la DIFFERENZA TRA OGNI ESSENTE) e quindi il
nulla sarebbe un ESSENTE
( = un essere).
Inoltre, sempre restando alla concezione di Severino, anche
questa pura DIFFERENZA
è comunque un ESSENTE;
se non lo fosse, nessun essente di differenzierebbe dal proprio altro, appunto
perché la DIFFERENZA,
se non fosse essente, non sarebbe del tutto, e quindi non esisterebbe neppure
il DIFFERIRE tra
gli enti.
(3) Da ciò deriva che l’innegabile DIFFERENZA tra i due significati si traduca
(o meglio: si sia già da sempre tradotta) nella loro IN-DISTINZIONE.
E qui risiede L’AUTO-CONTRADDITTORIETÀ o L’AUTO-NEGAZIONE
DELL’OPPOSIZIONE ORIGINARIA.
Sì, giacché essa, proprio in forza dell’innegabile DIFFERENZA
vigente tra essere e nulla, sia al contempo
NEGAZIONE di
tale DIFFERENZA
(poiché il nulla è essere e, quindi, l’essere è nulla).
Perciò, l’opposizione originaria è sub eodem
OPPOSIZIONE-E-NON-OPPOSIZIONE, è INNEGABILE-E-NEGABILE, sì che tale aporeticità
la predisponga all’esser TRASCESA.
Roberto Fiaschi

Nemmeno ciò che esiste è identico a se stesso. Il punto è che cosa è il se stesso Heidegger "Identità e differenza"
RispondiEliminaIl tuo ragionamento mi torna tutto, salvo non tenere del discorso sullo stesso di Heidegger
RispondiEliminaPraticamente Massimo Doná
RispondiEliminaEsattamente...
Elimina