sabato 20 luglio 2024

115)- UNA (MA NON L’UNICA) FRATTURA INSANABILE NELLA ‘VERITÀ’ SEVERINIANA

Scrive Severino:

(1)- <<La terra isolata [ = l’errore] può apparire solo in quanto appare il destino della verità. [...] Il destino della verità è L’INCONSCIO DELL’INCONSCIO della terra isolata [ = dell’io individuale]. Ma questo più profondo inconscio AFFIORA NELLA COSCIENZA CHE LA TERRA ISOLATA [ = l’individuo] HA DI SÉ: affiora, appunto, nel molteplice che è costituito dai significati che sono identici nella terra isolata e nel destino della verità. Questo molteplice, nella terra isolata, è l’insieme dei frammenti della struttura del destino della verità. Tale struttura è invece la struttura di tali frammenti, che, in quanto originariamente ed eternamente strutturati non sono frammenti, ma determinazioni distinte che necessariamente sono unite in ciò la cui negazione è autonegazione. Il destino e la terra isolata [ = l’individuo] cantano, con le stesse note, gli OPPOSTI canti della verità e dell’errore. Nel canto dell’errore AFFIORA quindi, ma ROVESCIATO, il canto della verità>>. (Oltrepassare. Pag. 374. Maiuscoli e parentesi quadre miei: RF).

Qui sembrerebbe che nella coscienza dell’individuo/errore, che contenderebbe alla verità ( = l’io del destino) la scena dell’apparire, possa affiorare <<il canto della verità>>, quindi parrebbe che egli possa SENTIRLO, seppur in modo <<ROVESCIATO>>.

Senonché _ ED ECCO LA FRATTURA INSANABILE tra ciò che precede e quanto segue _, dice ancora Severino:

(2)- l’io dell’individuo <<proprio perché è fede, è destinato a NON SENTIRE la verità [ = <<il canto della verità>>]: in quanto ASCOLTATA da “me”, cioè dalla fede in cui “io” come individuo mortale consisto, la verità [ = <<il canto della verità>>] non può essere verità, e io sono destinato ad essere soltanto il desiderio, ‘in indefinitum’, della verità, cioè alla lettera filo-sofo>>.

(La struttura originaria, pag. 89. Maiuscoli e parentesi quadre miei: RF).

Per cui in (1), all’io individuale è possibile SENTIRE (è possibile che AFFIORI) <<il canto della verità>>;

in (2) NO, essendo infatti <<destinato a NON SENTIRE la verità>> giacché essa, sebbene affiori in me, <<in quanto ASCOLTATA da “me”, […] non può essere verità>>!

A meno che in (1), ove Severino afferma che <<il canto della verità>> appaia in modo <<ROVESCIATO>>, egli intenda dire quanto ha precisato in (2), cioè che <<ROVESCIATO>> equivalga a: <<destinato a NON SENTIRE la verità [ = <<il canto della verità>>]: in quanto ASCOLTATA da “me”>>.

Se così, allora la suddetta FRATTURA peggiorerebbe, perché si tradurrebbe nella COMPLETA NEGAZIONE che <<Nel canto dell’errore>> cioè nell’individuo, vi possa esser coscienza del <<canto della verità>>, perché <<Tale coscienza appartiene SOLO all’Io del destino>> (Nicoletta Cusano: Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Morcelliana 2011, pag. 434. Maiuscolo mio: RF).

Coscienza dell’Io del destino che, quand’anche affiorasse, l’individuo NON ne potrebbe comunque <<essere cosciente>>…

 

Roberto Fiaschi

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