venerdì 18 ottobre 2024

123)- L’UNO-MOLTEPLICE OLTRE ED INTERNO AL PRINCIPIO DI NON-CONTRADDIZIONE

 

Un’altra osservazione di Marco Cavaioni ( = MC), sempre in riferimento all’<<essere parmenideo>> o «uno senza distinzione» quale ESCLUSIONE, dettata dal principio di non-contraddizione ( = PdNC), del determinato (e del molteplice):

<<Del resto, ad abundantiam: se vuoi tener fermo il determinato, sia pure, in seno all'assoluto, esso dovrà essere qualcosa di non-assoluto nell'assoluto medesimo, dunque l'assoluto sarebbe in sé assoluto e non-assoluto>>.

Qui viene evidenziato una volta di più _ ma CONTRO le intenzioni di MC _ come il concetto di assoluto a cui egli fa riferimento sia assoggettato interamente al PdNC, o anche, come il PdNC sia egemone proprio <<in seno all'assoluto>> laddove questo sia concepito come ESCLUSIONE del molteplice.

Per MC <<tener fermo il determinato, sia pure, in seno all'assoluto>> comporterebbe quella contraddizione _ da lui stesso indicata _ per la quale <<l'assoluto sarebbe in sé assoluto e non-assoluto>>.

Ciò perché _ in piena conformità al PdNC _, l’assoluto NON può essere sé, cioè assoluto, ed al contempo non-assoluto.

Per cui, ovviamente, l’assoluto parmenideo/bacchiniano deve ESCLUDERE ( = TOGLIERE) <<il determinato […] in seno all'assoluto>>, esattamente come impone il PdNC.

La conclusione è sempre la medesima dei precedenti post:

l’assoluto parmenideo (nonché neoplatonico, bacchiniano…) NON può esser l’assoluto ( = l’«uno senza distinzione») giacché, dove vige il PdNC, sarà quest’ultimo ad assumere le vesti dell’assoluto, sì, ANCHE (ed innanzitutto) <<in seno all'assoluto>>.

A questo punto è chiaro che l’assoluto, per non ridursi alla legge del PdNC, debba oltrepassarlo pur restandovi interno, costituendosi perciò come in sé MOLTEPLICE (come DIFFERENTE) e restando perfettamente UNO ed INDISTINTO, IDENTICO.

Riguardo a ciò, il filosofo MASSIMO DONÀ (si) domanda:

<<quale Uno è capace di tanto?>>

E risponde: <<Di certo, non l’Uno dei neoplatonici>> (“Il tempo della verità”, Mimesis 2010, pagg. 347-8).

 

Roberto Fiaschi

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