Riporto
un post di Maurizio
Gambett (26 novembre 2024) del quale condivido ogni riga:
<<Facile liquidare Dio dal calduccio dei propri
sofismi. Liquidatelo quando il mondo vi sta cadendo addosso, quando siete ad un
passo dal baratro. Quando siete ad un millimetro dalla catastrofe...voglio
proprio vedervi, in quello stato, ad abbandonare una speranza ultima, un
senso... A volte credo che c'è più saggezza in una vecchietta inginocchiata che
prega per i propri figli che in migliaia di pagine di filosofia>>.
Al seguito di questo, si sono succedute le esternazioni di un
signore fieramente ateo, rispondente al nome di Paolo
Palombo il quale, diversamente dal suo più dignitoso omonimo pesce,
non possiede l’accortezza di tacere perché si è annoverato tra coloro che
avrebbero una <<cultura ed intelligenza superiore alla media!>>:
<<Maurizio Gambett, che c’entra gesù, personaggio
mitologico protagonista di leggende canoniche di chiese cristiane? é uno degli
eterni, di cui Davini, giustamente preconizza il tramonto! se non l’oblio!
già in atto
tra chi ha cultura ed
intelligenza superiore alla media!>>
Egli è tanto scarso di argomenti quanto incoercibilmente
prodigo di ilari faccine ![]()
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.
Afferma dunque Paolo
Palombo:
<<in che consisterebbe questa superiore personalità [ = Dio],
non è dato sapere>>;
per cui, dinanzi alla domanda di un suo interlocutore:
<<[…] come fai a sapere che non c'è nessuno?>>,
il nostro possessore di <<cultura ed intelligenza
superiore alla media>> risponde:
<<col rasoio di Occam e con il motto, onus
probandi affirmatur! e con la scomparsa di 117 miliardi di homo sapiens e
di tutti gli esseri viventi e quindi mortali, fino ad oggi vissuti!
>>
Caspita! Stai a vedere che ci troviamo dinanzi ad un GENIO ed
ancora nessuno se ne è accorto…
Vediamo.
1)- <<col rasoio di Occam>>, il nostro
possessore di <<cultura ed intelligenza superiore alla media>>
ritiene di SAPERE che Dio non esista.
Strano che si sia dimenticato che Guglielmo di Occam (1285-1347)
fosse un FRATE FRANCESCANO e quindi credente in Dio, nonostante il suo stesso rasoio!
Probabilmente Paolo
Palombo non comprende che l’affermazione di Dio avviene innanzitutto
sul piano della fede, per cui poco importa che in ambito
scientifico-dimostrativo il rasoio di Occam induca a fare a meno
dell’ipotesi-Dio. Si può fare a meno dell’ipotesi-Dio nel momento in cui si
CREDE che ciò che abbiamo a disposizione (ad esempio il vuoto instabile)
sia sufficiente a spiegare la genesi del mondo. Ma davvero sarà sufficiente
‘divinizzare’ il vuoto quantistico per porlo all’origine di tutto? Può, la
scienza, spiegare la NECESSITÀ dell’esistenza di tale vuoto? Ma poi, siamo
davvero sicuri che la NECESSITÀ sia l’aspetto primo ed ultimo quindi
inoltrepassabile del reale?
Né, d’altra parte, le teorie scientifiche vanno sempre e
necessariamente SEMPLIFICANDOSI nel loro progredire, come ci aspetteremmo
qualora valesse universalmente la tesi occamista secondo la quale dovremmo
optare per <<la soluzione più semplice tra più soluzioni egualmente valide di un problema>>.
<<la semplicità mi aiuta a ridurre il rischio di
errore, perché meno
ipotesi introduco nella mia teoria e più riduco il rischio di sbagliare. Se parto da teorie
semplici, composte da
poche ipotesi e quindi più facili da verificare, e solo dopo aver corretto gli
errori comincio ad affinarle, aggiungere altre ipotesi e renderle man mano più
complesse, sarà più facile costruire un po’ per volta una rappresentazione
sempre più accurata della realtà>> -
(Andrea Ferrero: “Sulla scena del mistero. Guida scientifica
all'indagine dei fenomeni inspiegabili”. Sironi Editore, 2010, p.89).
Inoltre: <<Come valutiamo una teoria che è più semplice di un’altra secondo
uno di questi criteri, ma più complicata secondo un altro? Come decidiamo se
aggiungere a un modello una variabile che ne aumenta il potere esplicativo, a
prezzo però di un aumento della complessità che lo rende meno plausibile? Al
momento la discussione è aperta e vivace, non esiste consenso su una definizione universale di semplicità, e probabilmente non sarà mai
possibile trovarne una sola che vada bene per tutte le discipline scientifiche>>.
– (https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=278423).
2)- <<il motto, onus probandi affirmatur!>>
è il secondo motivo grazie al quale Paolo
Palombo ritiene di SAPERE che Dio non esista.
È vero, l’onere della prova spetta a chi afferma. Senonché,
NON poter o NON riuscire a dimostrare Dio incontrovertibilmente, NON equivale a
sancire incontrovertibilmente la sua inesistenza. L’indimostrabilità di Dio NON si converte
affatto nel SAPERE
(come infatti egli dice di SAPERE)
che Dio non esiste.
mostrando perciò di avere un’enorme FEDE SCIENTISTA nella
parola di un premio Nobel sol perché è un premio Nobel; e allora, mettendomi
sul suo stesso piano, vorrei fornirgli queste altre citazioni di altri premi
Nobel, che egli o ignora oppure si è ben guardato dal riportare:
<<Il mondo è così meraviglioso che non riesco a
immaginare che sia nato per puro caso>>.
(Arthur Schawlow, premio Nobel per la fisica nel 1981).
<<Credo in Dio. Per me non ha alcun senso supporre
che l’Universo e la nostra esistenza siano soltanto un incidente cosmico, che
la vita sia comparsa in seguito a processi fisici aleatori in un ambiente che
casualmente aveva le giuste caratteristiche […] e che il vuoto sia pieno
di particelle virtuali esige un’incredibile razionalità>>.
(Antony Hewish, premio Nobel nel 1974 per la scoperta delle
pulsar).
<<Anche se penso che non riuscirò mai a penetrare
del tutto questo mistero, credo che la risposta sia molto semplice: è vero. Dio
ha creato l’universo circa 13,7 miliardi di anni fa e da allora partecipa della
sua creazione. […] è sempre più chiaro per la scienza moderna che l’Universo
è stato regolato in modo finissimo per rendere possibile la vita umana>>.
(Richard Smalley, premio Nobel per la chimica nel 1996).
<<Credo fermamente nell’esistenza di Dio, basandomi
sull’intuizione, le osservazioni, la logica e anche sulle conoscenze
scientifiche>>.
(Charles Townes, premio Nobel per la fisica nel 1964).
Etc…
Poi, siccome nella pagina su menzionata Paolo
Palombo fa le pulci grammaticali al suo interlocutore,
egli, pur essendo possessore di <<cultura ed intelligenza superiore
alla media>>, commette l’errore di scrivere <<onus
probandi affirmatur!>>
anziché <<onus probandi adfirmat>>, così, giusto per la precisione…
Infine:
3)- <<con la scomparsa di 117 miliardi di homo
sapiens e di tutti gli esseri viventi e quindi mortali, fino ad oggi vissuti!
>>
siamo al terzo motivo secondo cui Paolo
Palombo ritiene di SAPERE che Dio non esista.
Ed è un motivo talmente profondo e geniale da restar incomprensibile
ai comuni mortali.
Infatti, arduo capire perché <<la scomparsa di 117
miliardi di homo sapiens e di tutti gli esseri viventi e quindi mortali>>
debba attestare che Dio non esista!
A meno che egli non ce lo riveli, resterà un mistero
custodito gelosamente in una mente stracolma di <<cultura>>
e vibrante di un’<<intelligenza superiore alla media>> qual
è l’eccelsa mente di Paolo
Palombo!
Poveri noi...
Paolo
Palombo si congeda da Maurizio
Gambett esultando:
<<sei
ridicolo e voltaire diceva: una
risata ti seppellirà!
>>
Peccato,
però, che anche questa volta il nostro chiacchierone abbia sbagliato, giacché <<una risata ti [vi] seppellirà>>
è probabilmente ascrivibile a Michail Bakunin….


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