giovedì 20 febbraio 2025

157)- EGON KEY: «NON C'È UN "QUALCUNO", INTESO COME SOGGETTO AGENTE»?

 

Proseguimento del post n° 156. Qui si tratta, però, della questione circa la REALE esistenza dell’io-empirico (io, tu, egli, loro, noi…).

Per la tesi severiniana (che la nega) esposta da Egon Key, l’esistenza dell’io-empirico è soltanto un mero PRESUPPOSTO infondato, una FEDE cioè un ERRORE/positivo significare del NULLA, <<una persuasione della terra isolata>>.

Dunque, ha scritto Egon Key:

<<Quanto poi alla questione che sarebbe contraddittorio affermare che il vero "io" è l'Io del destino, giacché "chi" afferma ciò è esso stesso errore (ossia individuo), si risponde che non c'è un "qualcuno", inteso come soggetto agente: tutto ciò che accade, accade infatti per la "volontà" del destino; d'altra parte, il "qualcuno" (inteso come un soggetto che si contrappone a un oggetto) è, si è detto, un contenuto del cerchio dell'apparire (e una persuasione della terra isolata)>>.

Come si può constatare, è (APPARE che sia) lo stesso Egon Key ad aver risposto:

<<si risponde che non c'è un "qualcuno", inteso come soggetto agente>>.

Come minimo, si dovrà riconoscere come NEPPURE Egon Key riesca ad uscire (o ad astrarsi) dall’esser ciò che egli ritiene essere un presupposto/fede/positivo significare del nulla, giacché ANCHE LUI si sta comportando come uno tra i tanti io-empirici invitato a fornire giustamente la PROPRIA risposta.

Sarebbe perciò superfluo domandargli:

CHI è che risponde che <<non c'è un "qualcuno", inteso come soggetto agente>>?,

giacché riceveremmo DA LUI un’altra risposta circa la quale dovremmo nuovamente chiedergli:

CHI è che risponde in tal modo?

In alternativa al nostro presupposto di partenza, dovremmo supporre che Egon Key stia rispondendo sottintendendo al contempo di NON esser LUI a rispondere?

O dovremmo forse ritenere che NESSUNO, qui, NEPPURE Egon Key abbia mai risposto ad alcunché?

A meno che non ci piacciano queste acrobazie ‘filosofiche’, difficile negare di trovarci dinanzi alla risposta DELL’io-empirico-Egon Key, sembra persin banale osservarlo…

L’esistenza dell’io-empirico è un presupposto che NESSUNA dimostrazione della sua inesistenza riuscirà mai a scalfire, giacché esso è il pre-requisito ineludibile che sta alla base di ogni dimostrazione, in quanto essa richiederebbe la presenza di un DIMOSTRANTE, cioè, nuovamente, la presenza di quell’io-empirico senza il quale NON si potrebbe elaborare alcuna dimostrazione.

Inoltre, che senso avrebbe precisare che <<non c'è un "qualcuno", inteso come soggetto agente>>, SE questo <<"qualcuno", inteso come soggetto agente>> NON APPARISSE, NON FOSSE GIÀ NOTO?

Che senso avrebbe negare la differenza tra il bianco ed il nero, SE tale DIFFERENZA NON APPARISSE GIÀ?

Quindi è contraddittorio negare il <<"qualcuno">>, poiché esso APPARE come ciò che, secondo l’io-empirico Egon Key, va negato!

Quindi si innesca una sorta di élenchos attraverso la negazione che vi sia <<un "qualcuno">> che pensa/scrive ciò, appunto perché APPARE che la sua negazione sia pur sempre la negazione effettuata DA <<"qualcuno">>, cioè dall’io-empirico Egon Key che nega che vi sia un <<"qualcuno">> quale autore del negare; quindi egli nega sé stesso, sì che Egon Key NON abbia negato niente.

Non è così? No?

Bene, ma allora occorrerà DIMOSTRARE DA PARTE DI NESSUN <<soggetto agente>> che NON vi sia alcun <<soggetto agente>>…

In attesa…

 

Roberto Fiaschi

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