Nella
pagina di Verità Universale, possiamo leggere il seguente
post:
<<𝗦𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗔𝗕𝗜𝗧𝗨𝗔𝗧𝗜 𝗔 𝗨𝗡 𝗟𝗜𝗡𝗚𝗨𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢 𝗥𝗘𝗟𝗜𝗚𝗜𝗢𝗦𝗢
𝗣𝗜𝗘𝗥 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗚𝗜𝗢 𝗖𝗔𝗥𝗜𝗔
Siamo abituati a
un linguaggio religioso antico, concepito per la popolazione agropastorale di
duemila anni fa. L’uomo moderno è sciocco se si approccia a quei concetti come
se fossero parole dette oggi: c’è un abisso di evoluzione fra i due tempi, sia
sul piano sociale che su quello scientifico-tecnologico. Le parole e le frasi
della Bibbia, che tra l’altro sono tradotte da lingue antiche, vanno adattate
alla realtà attuale. Ad esempio: si parla spesso di “nubi”, ma la parola
originale è “kavod”,
ovvero un qualcosa che ha a che fare con il movimento, il volo. Che ne sa il
povero traduttore amanuense di cose che volano? Per lui in cielo ci sono le
nubi, quindi utilizza quel termine. Oppure: il famoso “carro di fuoco”. Negli
affreschi di molte chiese si possono vedere ritratti di Elia o di San Francesco
su dei carretti in fiamme… Ragazzi, ma siamo scemi? È ovvio che si sta parlando
di cose che in quel tempo avevano un’altra accezione. Nell’antichità tutto ciò
che aveva luce era fuoco: il fulmine, il sole, il fuoco stesso. Non si
conosceva il concetto di energia. Quindi, se vedevano delle astronavi circondate da
un brillantissimo alone di luce (creato dal magnetismo che ionizzava le particelle
atmosferiche) per loro quello era un alone di fuoco. Allo stesso modo, nel
passato non esistevano veicoli come automobili, aerei ecc. Il loro mezzo di
trasporto era il carro, e da quegli oggetti volanti
salivano o scendevano esseri umani. Chiara l’interpolazione culturale che
bisogna fare? Se non si fa questo tipo di lavoro, che i media ovviamente non
fanno perché vogliono mantenerci ignoranti, è ovvio che la persona comune non
può capire>>.
Sono decisamente
propenso a ritenere che a voler <<mantenerci ignoranti>> sia
soprattutto Pier Giorgio CARIA ( = PGC) di Verità Universale (vedasi
anche post n° 56).
Se per PGC
<<L’uomo moderno è sciocco se si approccia a quei concetti come se
fossero parole dette oggi>>, altrettanto <<sciocco>> è retroproiettare
le <<parole dette oggi>> su <<quei concetti>>
antichi facendo dire a questi ultimi ciò che noi, oggi, vorremmo che dicessero,
e tale sistematica opera di travisamento è esattamente quanto egli fa,
quotidianamente, per tentar di convincere il suo giubilante pubblico che
<<quei concetti>>, come ad esempio kabôd, altro non
rivelerebbero che ASTRONAVI
aliene et similia.
Egli scrive che tale
parola significa <<un qualcosa che ha a che fare con il
movimento, il volo. Che ne sa il povero traduttore amanuense di cose che
volano? Per lui in cielo ci sono le nubi, quindi utilizza quel termine [kabôd]>>.
Da questa
castroneria, si evince che per PGC kabôd significhi: <<nubi>>.
Infatti è
universalmente risaputo che le <<nubi>> siano <<cose che volano>>,
essendo ciascuna di esse dotate di un bel paio di ali o, nel miglior dei casi,
di potenti motori…
Se per PGC
<<il povero traduttore amanuense>> non sapeva nulla <<di
cose che volano>>, PGC non sa niente di parole ebraiche, come emerge facilmente dal
ritener che kabôd
significhi: <<un qualcosa che ha a che fare con il movimento, il
volo>> cioè le <<nubi>> ma sottintendendo in realtà le ASTRONAVI (ALIENE,
ovviamente).
Allora,
riportiamo i seguenti passi biblici:
Esodo 33,18.20:
«Mosè disse a Dio: Mostrami la tua gloria [kabôd]!... Rispose: Tu non potrai vedere il
mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo!».
Isaia 6,3: «Santo,
santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua
gloria [kabôd]».
Salmo 8,6:
«Veramente hai fatto l’uomo poco meno di un dio, di gloria [kabôd] e di onore lo
hai coronato».
Salmo 29,1.9:
«Figli di Dio, date al Signore gloria [kabôd] e potenza... Nel suo tempio tutti
dicono: Gloria [kabôd]!».
Isaia 66,12:
il Signore «farà scorrere verso Sion come un fiume la pace; come un torrente
in piena, la gloria [kabôd]
delle genti».
***
Adesso,
ritraduciamo queste frasi secondo il significato che PGC attribuisce al termine
kabôd:
«Mosè disse a
Dio: Mostrami la tua ASTRONAVE
(o la tua NUBE)!...
Rispose: Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e
restare vivo!».
«Santo, santo,
santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua ASTRONAVE (o della sua NUBE)».
«Veramente hai
fatto l’uomo poco meno di un dio, di ASTRONAVE (o di NUBE)
e di onore lo hai coronato».
«Figli di Dio,
date al Signore ASTRONAVE
(o NUBE) e potenza...
Nel suo tempio tutti dicono: ASTRONAVE
(o NUBE)!».
Il Signore «farà
scorrere verso Sion come un fiume la pace; come un torrente in piena, L’ASTRONAVE (o LA NUBE) delle genti».
Non male il
nostro PGC come esegeta!
Concludendo con GIANFRANCO RAVASI:
<<kabôd, «gloria»,
che nella sua etimologia profonda indica qualcosa di «pesante, importante,
rilevante», degno perciò di rispetto e onore. Il termine è presente 200 volte
nell’Antico Testamento (il verbo corrispondente ha 114 citazioni) e può essere
assegnato sia alla persona umana per definirne la grandezza e dignità, sia a
Dio per celebrarne il suo mistero luminoso, invalicabile al nostro sguardo,
come lo è il sole>>.
(https://www.famigliacristiana.it/blogpost/kabod-gloria.aspx, da: IL BLOG DI GIANFRANCO RAVASI).
Roberto Fiaschi
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